Le persone tendono a costruire relazioni con coloro che sono disposti allo stesso equilibrio relazionale, a fare lo stesso investimento emotivo: a mettere la stessa energia verso la coesione e la stessa energia verso l’individualità. L’investimento nella relazione, si costituisce dalla quantità di pensieri (positivi o negativi), affetti, emozioni, fantasie, verbalizzazioni, sogni e azioni che le persone scambiano, e nella disponibilità a ricevere questa energia.
Una presentazione dell'articolo di Karl Tomm del 1988, in cui attua una distinzione tra i vari tipi di domande che si possono fare in una seduta di psicoterapia; la sua distinzione si basa su 2 concetti principali, il destinatario del cambiamento e le premesse che ci sono alla base!
Alla fine viene proposta un'esercitazione per mettere in pratica il suo pensiero.
Describe the family life cycle
Distinguish the shift from linear to circular thinking.
Describe the influence of Bateson
Describe the core concepts of systemic therapy: phase 1 & 2
Le persone tendono a costruire relazioni con coloro che sono disposti allo stesso equilibrio relazionale, a fare lo stesso investimento emotivo: a mettere la stessa energia verso la coesione e la stessa energia verso l’individualità. L’investimento nella relazione, si costituisce dalla quantità di pensieri (positivi o negativi), affetti, emozioni, fantasie, verbalizzazioni, sogni e azioni che le persone scambiano, e nella disponibilità a ricevere questa energia.
Una presentazione dell'articolo di Karl Tomm del 1988, in cui attua una distinzione tra i vari tipi di domande che si possono fare in una seduta di psicoterapia; la sua distinzione si basa su 2 concetti principali, il destinatario del cambiamento e le premesse che ci sono alla base!
Alla fine viene proposta un'esercitazione per mettere in pratica il suo pensiero.
Describe the family life cycle
Distinguish the shift from linear to circular thinking.
Describe the influence of Bateson
Describe the core concepts of systemic therapy: phase 1 & 2
Procedimiento de la terapia familiar
Introducción
Enfoque
Tipos de terapias
Fases de la terapia
Factores de riesgo
Factores de protección
La evaluación de la familia
Conceptos clave
Metas
Función de la terapia
Técnicas de la terapia
Terapia Estructural
Terapia Funcional
Procedimiento de la terapia familiar
Introducción
Enfoque
Tipos de terapias
Fases de la terapia
Factores de riesgo
Factores de protección
La evaluación de la familia
Conceptos clave
Metas
Función de la terapia
Técnicas de la terapia
Terapia Estructural
Terapia Funcional
L'attenzione sarà posta sulla generazione orizzontale e ancora più nello specifico, sulla friatria. L’obiettivo sarà quello di far luce sulle dinamiche che intercorrono nella relazione fra fratelli, in particolare quando uno di questi è il paziente designato. Ci interrogheremo sull’importanza della “risorsa fratelli”, sul ruolo del sintomo nel veicolare un messaggio al fratello e sulla trasmissione, e rielaborazione, delle aspettative e dei miti familiari, verso l’individuazione e la differenziazione del sé nella fratria. Come si sta con un fratello che fa troppo rumore? Quali vissuti, emozioni e sentimenti sperimenta il fratello “sano”? Chi ha deciso che l’altro deve essere “malato”? Queste sono alcune domande che ci guideranno e su cui mi interrogo ogni volta in cui si presenta una famiglia con un fratello, a cui è stato assegnato il ruolo di paziente designato.
Obiettivo del webinar è quello di inquadrare, dal punto di vista teorico e pratico, l’impatto dei Sexual Scripts sul benessere sessuale dell’individuo, con un focus particolare sul ruolo che questi giocano nell’insorgenza e nel mantenimento delle disfunzioni sessuali.
E’ necessaria una adeguata preparazione nei campi della comunicazione interpersonale, della relazione, della gestione delle emozioni e dei conflitti. Finora nessuno ha provveduto a inserire nei curricula formativi degli insegnanti tali importanti qualità; né la scuola né l'università hanno pensato a dare loro una qualsivoglia preparazione in tali campi e sarebbe pertanto opportuno inserire questi temi come prioritari nei programmi di formazione e aggiornamento.
Presentazione di Delia Duccoli, ISTUD, durante l'evento "L'identità professionale in Sanità tra spesa e qualità della cura" organizzato dall'Area Sanità di ISTUD, in collaborazione con AME (Associazione Medica Ebraica Italiana), Assolombarda, Confindustria Lombardia Sanità Servizi e CERGAS Bocconi.
1. In che rapporto stanno processi
simbolici e dinamiche famigliari?
Ossia qual’è la relazione tra come le
famiglie costruiscono la realtà, come
funzionano e come sono organizzate
(e, conseguentemente come
cambiano)?
2. E’ attraverso l’analisi delle storie che i
membri delle famiglie raccontano e si
raccontano, è possibile individuare i
valori, e i principi a cui si sentono
vincolati, i modi in cui si definiscono e
definiscono gli altri e l’identità del
gruppo e le spiegazioni che danno delle
loro relazioni
3. In questa prospettiva, che è psico-sociale e sistemica (Bateson, 1972),
gli autori che si interessano di studiare questo rapporto partono dal
presupposto
….…………che…………….
…………………Quindi la domanda è……………
“Come il modo di costruire la realtà da parte dei singoli
componenti della famiglia si interconnette con i
comportamenti interpersonali nella determinazione dei
modelli famigliari?”
Il comportamento interpersonale dei membri di una
famiglia non è una semplice risposta a ciò che gli
altri fanno, ma una funzione dei significati che
vengono attribuiti a tali azioni.
4. Nel rispondere a tali interrogativi i vari
ricercatori si sono interessati di volta in volta nel
mettere in evidenza modi di costruire della
realtà (dinamici) che sono specifici di ogni
singolo individuo, comuni a tutti i membri della
famiglia, o condivisi sul piano sociale:
livello individuale
livello famigliare
livello sociale
Livelli sempre e
comunque interconnessi,
siamo noi psicologi che
usiamo lenti diverse!
5. Livello individuale
Ogni membro della famiglia da senso alla
propria esperienza e agisce nelle relazioni
con gli altri a partire da un insieme di
premesse e credenze personali che
derivano dalla sua specifica posizione nel
gruppo , dalle esperienze vissute in
precedenza
6. LIVELLO FAMIGLIARE
Un sistema famigliare, proprio per il gioco di interdipendenze
e influenze reciproche che lo costituisce, sviluppa un insieme
di credenze CONDIVISE. Attraverso la COMUNICAZIONE
i membri della famiglia non si trasmettono solo informazioni o
messaggi, ma NEGOZIANO DEI SIGNIFICATI da
attribuire ad eventi e comportamenti, costruiscono identità
individuali (“mio figlio è.., io sono…, come madre sono…,
mio padre è…”) e collettive (“siamo una famiglia
socievole….”), definiscono ruoli e relazioni (“tutti si aspettano
che sia io a dover aiutare la mamma…”), sviluppano un modo
specifico di organizzare la realtà (“prendere appuntamento per
un esame oggi è come far rogito….”)
7. OSSIA………….
Si vengono a creare dei “SISTEMI DI CREDENZE
FAMIGLIARI” che, insieme alle rappresentazioni
individuali e sociali, negoziano significati e producono
modi di costruire la realtà condivisi, che, a loro volta,
regolano i processi interattivi del sistema famiglia.
Processi
Interattivi
quotidiani
Sistemi
simbolici
famigliari
Comunicazione
Negoziazione di significati
Condivisione
8. Livello sociale
Sistemi di credenze collettivi che
definiscono ciò che è accettabile e
consono e desiderabile in termini di
comportamento, ruoli e rapporti famigliari;
i modi di essere padri, madri, figli , mariti e
mogli e il modo di reazionarsi reciproco
sono regolati da aspettative sociali
9. LA DINAMICITA’dei LIVELLI
A) I livelli (personale, famigliare, sociale) sono
dinamici, ossia si trasformano e, a loro volta,
trasformano il sociale.
B) Si originano attraverso le reciproche relazioni e
negoziazioni che i membri della famiglia intrattengono in
diversi contesti :
•INTRA ed EXTRAfamigliari
•INTRA ed TRANSgenerazionali
•Interpersonali
•Sociali ed Istituzionali
10. Studiamo l’insieme delle premesse,
rappresentazioni, credenze condivise da tutti
i membri della famiglia: miti, paradigmi,
narrazioni, visioni del mondo, stereotipi
ideologie. Queste differenti denominazioni
sono sostanzialmente diverse.
13. I MITI FAMILIARI
“sistema di credenze famigliari” che si riferisce
... a un certo numero di opinioni ben sistematizzate, condivise da tutti i
componenti della famiglia, concernenti i reciproci ruoli familiari e la
natura della loro relazione. Così intesi, i miti familiari comprendono
molte regole nascoste della relazione, regole che sono tenute celate,
sepolte nella banalità delle abitudini e dei clichés familiari...alcuni di
questi miti sono così integrati nella vita di tutti i giorni da divenire parte
ineliminabile del contesto percettivo all'interno del quale i membri della
famiglia vivono. Per quanto dal di fuori possano apparire come vistose
mistificazioni di ciò che realmente accade, queste opinioni sistematizzate
-in nome delle quali la famiglia inizia, mantiene e giustifica molti
modelli relazionali- sono opinioni condivise e sostenute da tutti i membri
della famiglia quasi che fossero le ultime verità al di sopra di ogni
conflitto e indagine (Ferreira, 1966, p. 49 trad. it.).
14. Il mito
Si attua nella comunicazione ma non può essere
esso stesso oggetto di comunicazione (non si
può metacomunicare)
È una costruzione dell’irrealtà, una
pseudomemoria che fa del passato una
leggenda, una distorsione inconsapevole della
realtà, sono per la famiglia (Ferreira, ibidem) ciò
che in psicanalisi rappresentano i meccanismi di
difesa individuali
15. Alcuni miti familiari descritti in letteratura
Il mito dell'armonia: siamo tutti felici, nella nostra famiglia non ci sono problemi, noi saremo
sempre felici.
Il mito della pseudomutualità: nelle buone famiglie, i componenti non litigano mai e sono sempre
d'accordo.
Il mito della salvezza e della redenzione: non siamo responsabili di ciò che ci succede, siamo vittime
della sfortuna, del fato, dell'ingiustizia, ma un giorno saremo redenti.
Il mito del capro espiatorio familiare: tutti i problemi sono dovuti a uno dei componenti la famiglia.
Il mito del catastrofismo: tutti i comportamenti familiari devono conformarsi a certi vincoli per
evitare conseguenze catastrofiche per i membri della famiglia. Altrimenti, un membro "debole", quello
che "non é in grado di sopportare", muore o diventa totalmente disarmato.
Il mito dell'unità: tutte le persone estranee alla famiglia sono considerate potenziali nemici e non
degne di fiducia. Quindi tutti i componenti della famiglia devono essere solidali fra loro,
indipendentemente da quello che succede dentro la famiglia.
Il mito della trasparenza: " noi, nella nostra famiglia ci diciamo sempre tutto".
Il mito della incomunicabilità: "non riusciamo a capirci" " è impossibile parlare".
(Fonte: Stierling, 1973; Pillari, 1986; Miermont, 1995)
16. CARATTERISTICHE dei MITI:
Sono credenze condivise circa ciò che una famiglia è o
dovrebbe essere (ossia contiene una serie di idee circa i reciproci
ruoli e i rapporti famigliari, nonché le attitudini personali
PERCEPITE attraverso una co-costruzione famigliare; sono
prescrizioni e/o immagini del sistema famiglia, come la famiglia
si percepisce nel presente)
Sono il risultato di processi non razionali, ma percettivi,
simbolici e interattivi
Si attualizzano attraverso la comunicazione ma non possono
essere oggetto di comunicazione (veto di
METACOMUNICAZIONE)
Sono credenze che non vengono messe in discussione, né
sottoposte a verifica (e l’esperienza esterna è adattata ad esse)
17. FUNZIONI dei MITI (Ferreira, 1963)
•Ridurre al minimo i cambiamenti del sistema
famigliare
•Garantire il mantenimento degli equilibri
raggiunti
•Impedire l’innesco di processi morfogenetici (cioè
evolutivi, di cambiamento)
•Garantire spiegazioni giustificatrici dell’esistente
Funzione
OMEOSTATICA
Statico/difensivo
Costruzione dell’irrelatà
La teoria proposta da Ferreira, apre due riflessioni:
Il mito risulta essere disfunzionale, in
quanto impedisce l’evoluzione del gruppo
Presume che alcune famiglie “vedano le
cose in modo sbagliato” (Dallos, 1991)
Il MITO come…
18. Il mito non è tanto “sbagliato” in sé rispetto ad una realtà oggettiva, quanto
perché esso risulta “non condivisibile” sul piano della costruzione sociale:
è quando la famiglia deve far fronte alle richieste provenienti dall’ambiente
che risultano incongruenti con la propria realtà, incomincia a provare
disagio, confusione, sofferenza. Allora la famiglia può:
Intraprendere la strada della trasformazione
Chiudersi sempre più nel suo mito e ed esporsi ad ulteriore
sofferenza
Es: Bambina disabile, malato di mente
19. E la psicologia della NORMALITA’?
Come rendere utile il concetto di mito a quelle famiglie
che non presentano problematiche patologiche?
Possiamo usarlo anche per analizzare contesti
famigliari “normali”?
Come potremmo fare?
Ad esempio, il mito può avere anche una funzione
positiva? Quale?
20. Sviluppi alla teoria dei miti
Bagarozzi e Anderson (1989) accolgono la definizione
di mito di Ferreira, ma, sulla base di altri dati di ricerca
ne sottolineano:
•il carattere DINAMICO
•la funzione che esercita nella costruzione
DELL’IDENTITÀ FAMIGLIARE
•la funzione ADATTIVA-EVOLUTIVA
21. IL MITO E’ DINAMICO:
Si costruisce e ricostruisce nel presente, nella
negoziazione interpersonale dei membri della
famiglia, nelle routines famigliari
E’ sottoposto a periodiche revisioni e
trasformazioni in risposta alla crescita e allo sviluppo
non solo dei componenti della famiglia, ma anche in
risposta al ciclo di vita famigliare e agli eventi esterni
22. FUNZIONI del MITO (Bagarozzi e Anderson)
Garantire la stabilità, attraverso la costruzione
dell’identità famigliare, base imprescindibile per
qualsiasi processo evolutivo (della serie se non so
chi sono non so neanche come e in che direzione
cambiare)
Promuovere il cambiamento, la crescita, lo
sviluppo
E’ “un’immagine ideale” che orienta la famiglia nel
suo sviluppo.
Es: famiglie coinvolte in flussi migratori
23. QUALI PAROLE?
Con lo stesso termine “MITO”, quindi, si indicano concetti
estremamente diversi. In questo senso si preferisce usare:
la parola MITO nell’accezione di Ferreira, per designare,
cioè, quell’insieme di credenze Cristallizzate, e, quindi,
disfunzionali alla famiglia dal confronto con la realtà costruita
socialmente
il termime “narrazione famigliare”, per indicare l’insieme di
credenze, immagini condivise, spesso di natura
transgenerazionale che storicizzano la famiglia e generano la
sua identità
25. Qualità del funzionamento
Emerge da
La forma assunta dai comportamenti
interattivi
Il tipo di regole dell’azione famigliare
Il modo in cui le famiglie costruiscono la
realtà
26. Se..
I modelli precedenti avevano introdotto
l’importanza di assumere il modello ideale che
una fam ha di se stessa come riferimento per la
valutazione dell’adeguatezza del suo stile di
funzionamento
I paradigmi partono dal presupposto che la
visione del mondo della famiglia determina il suo
funzionamento
27. I PARADIGMI FAMILIARI
Come premesse, i paradigmi familiari specificano le proprietà
fondamentali del mondo percettivo, proprietà che sono date,
non soggette a discussione, che non possono essere né
verificate, né disapprovate attraverso l'esperienza, l'analisi e la
discussione. Esse specificano come il mondo percettivo deve
essere indagato, quali conclusioni possono essere tratte
dall'indagine; e tali conclusioni sono usate per dare forma a
un'intera gamma di azioni familiari e a ulteriori esplorazioni
del mondo percettivo....
Come modelli dell'azione familiare, i paradigmi strutturano le
relazioni della famiglia con l'ambiente sociale, sincronizzano
l'azione di ogni membro con quella degli altri, mantengono la
continuità della famiglia col proprio passato (Reiss, 1981, p.
174).
28. CIOE’……………..
Il concetto di paradigma sottolinea i modi di
FUNZIONAMENTO famigliare che si originano dal
complesso sistema di interconnessione fra
rappresentazioni, comportamenti, percezioni e
sentimenti
Il concetto di paradigma riflette le modalità tipiche di
funzionamento della famiglia in termini di premesse,
convinzioni e credenze, e modelli d’azione famigliari
29. Come variabile sistemica…
I modi che ricostruiscono i processi di
costruzione della realtà non sembrano
connessi né dagli stili cognitivi personali,
né da altre variabili individuali come la
capacità di astrazione, l’intelligenza
verbale, il livello di educazione, l’età
30. tuttavia
Il paradigma non è qualcosa di magico ma
si struttura nel tempo attraverso le
relazioni che un gruppo famigliare
intrattiene al suo interno e con il mondo
esterno
È un sistema di credenze condiviso che
non va confuso con la media o la
sommatoria dei diversi punti di vista
individuali
31. DIMENSIONI del PARADIGMA
La ricerca si è focalizzata sulla individuazione e descrizione delle
dimensioni attraverso le quali è possibile distinguere le diverse
forme di paradigma famigliare.Esse sono diverse a seconda che si
ponga l’attenzione sulla valenza:
COGNITIVA (Insieme di premesse e credenze riguardanti la
natura dell’ambiente sociale e la collocazione della famiglia in
esso)
VALORIALE (insieme degli ideali condivisi circa l’approccio che
la famiglia deve adottare rispetto alle questioni fondamentali del
vivere comune, ideali, importanze, priorità…)
MODELLO di REISS, 1981
MODELO di CONSTANTINE, 1986
32. FUNZIONI dei PARADIGMI
Orientare i componenti
famigliari nelle interazioni della
vita di tutti i giorni
Fornire ai componenti famigliari
un punto di riferimento per far
fronte al nuovo, al diverso, a ciò
che non è conosciuto
NB: in questo il concetto di paradigma è molto vicino a quello di
rappresentazioni sociali elaborato da Moscovici (1984)
33. MITO e PARADIGMA
“mentre il mito è composto da opinioni o da immagini relative
alla famiglia, che guidano il comportamento dei membri in
risposta a stimoli esterni (eventi, situazioni…), il paradigma
definisce sia gli stimoli che la risposta da essi evocata. Il
paradigma famigliare è qualcosa di più di una semplice guida
all’azione: esso costituisce anche gli elementi dell’ambiente in
cui l’azione ha luogo” (pg.85)
E’ come se, in un certo senso, il mito fosse il prodotto
e il paradigma fosse l’insieme delle premesse che co-
occorrono nella genesi e nella creazione del mito
stesso.
34. E ANCORA…………
Il mito è un concetto che orienta gli psicologi quando
pongono attenzione agli aspetti valutativi del funzionamento
famigliare ossia, quelli disfunzionali, mentre il concetto di
paradigma ci fornisce delle chiavi di lettura del sistema
famiglia in generale, senza pretendere di valutare tale sistema,
ma interrogandosi su come la visione del mondo condivisa
genera tale funzionamento
E’ più utile fare riferimento al concetto di mito quando ci si
debba interrogare su aspetti intrafamigliari, mentre la
prospettiva paradigmatica ci consente di analizzare anche le
modalità attraverso le quali la famiglia si relaziona con
l’esterno (extrafamigliare)
35. Quali sono le variabili o le
dimensioni utili a vedere i diversi
paradigmi famigliari?
36. MODELLO di REISS (1981)
Tre dimensioni socio-cognitive
1. CONFIGURAZIONE: credenze relative all’ambiente sociale che può
essere controllabile e ordinato (alta configurazione) oppure
incontrollabile e caotico (bassa configurazione)
2. COORDINAZIONE: credenze famigliari relative al modo in cui la
famiglia si percepisce e al modo in cui pensa di essere percepita dagli
altri. Esse possono percepirsi come sistemi unitari (alta coordinazione) o
come aggregati di individui (bassa coordinazione)
3. CHIUSURA ALL’INFORMAZIONE: gli eventi del mondo sono
nuovi e interpretabili in funzione delle conoscenze attuali (aperta
all’informazione) oppure, le famiglie pensano che il mondo sociale non
produca nuove informazioni e tutto è conoscibile in base all’esperienza
passata (chiusa all’informazione)
37. Dimensione Valore della
dimensione
Idea della
famiglia sul
mondo sociale
Idea della
famiglia di se
stessa
Comportamento
di problem-
solving
configurazione
Alto
Ordinato e
comprensibile
Competente e
capace di gestire
gli eventi
Efficace,
riconosce schemi
e principi
Basso
Caotico e
incomprensibile
Impotente e
minacciata
Inefficace,
superficiale
coordinazione
Alto
Ritiene di essere
percepita come
gruppo unitario
Gruppo
delimitato e
coeso con
destino comune
Cooperativa,
coerente,
comunicazione
chiara e ricca
Basso
Ritiene di essere
percepita come
insieme di
individui separati
Aggregato di
individui
debolmente
connessi
Scarsa
cooperazione,
comunicazione
povera,
disaccordi
informazione
Aperta
Nuovo ed
intrigante
Si evolve e
cambia con
l’esperienza
Valuta soluzioni
alternative
Chiusa
Noto, famigliare,
che ricorda il
passato
Stabile,
tradizionale
Soluzioni rapide
senza
considerare
38. PARADIGMI FAMIGLIARI
Famiglia sensibile al consenso: mondo caotico, la
fam si pensa e pensa di essere percepita come gruppo
unito, chiusura alla nuova informazione; al problem-
solving il consenso viene presto raggiunto perché non si
tollera il dissenso e poco peso è dato all’informazione
esterna;
Famiglia sensibile alla distanza interpersonale:
mondo caotico, la fam si pensa e pensa di essere
percepita come aggregato di individui separati, le nuove
informazioni sono riconosciute e accolte ma non
scambiate fra i membri della famiglia; soluzione al
problem-solving può essere velocemente raggiunto
perché si accolgono nuove informazioni, ma non è frutto
del gruppo o a volte può essere procrastinato perché si
aggiungono molte informazioni che però non vengono
condivise nel gruppo
39. Famiglia sensibile all’ambiente: mondo ordinato
e comprensibile, la fam si pensa e pensa di essere
percepita come gruppo unito ed è aperta alla nuova
informazione; Intenso scambio comunicativo, il
consenso al problem-solving è ritenuto importante
ma non velocemente raggiunto perché c’è confronto
interno e le nuove informazioni vengono condivise e
negoziate all’inerno;
Famiglia sensibile al risultato: mondo coerente e
comprensibile, la fam si pensa e pensa di essere
percepita come aggregato di individui separati, aperta
all’informazione ma i soggetti agiscono spesso in
modo indipendente; il consenso non rapidamente
raggiunto, consiste spesso in soluzioni originali e
creative;
40. Indipendenza delle dimensioni
Dati in cui una fa può percepire il mondo esterno
come incontrollabile e incomprensibile, se stessa
come coesa e essere aperta alla nuova
informazione
Famiglie che percepiscono il mondo esterno
come mutevole e inconoscibile, trattengono
nuove informazioni ma sono piuttosto chiuse nei
loro confini intrafamigliari. Per cui tendono a
incuriosirsi di fronte a oggetti inanimati ma non di
fronte ad altre persone o familgie o alle istituzioni
41. I paradigmi
Ci danno informazioni su come le famiglie
agiscono nei confronti degli altri e degli
oggetti
42. Funzionali o disfunzionali?
Gli autori non tracciano questa distinzione,
descrivono solo modi diversi delle famiglie
di costruire la realtà
44. MODELLO di CONSTANTINE (1986)
I paradigmi si differenziano per il diverso significato che
le famiglie attribuiscono alle dimensioni dei processi
sistemici:
•Stabilità/cambiamento
•Coesione/autonomia
E la modo di percepirli interconnessi
45. TIPOLOGIE DI PARADIGMI
Paradigma chiuso
valori di stabilità, sicurezza, appartenenza; queste
famiglie enfatizzano l’omeostasi, fondano le loro
dinamiche interattive sui principi dell’autorità e della
norma, e hanno come modello l’organizzazione
gerarchica dei rapporti; nei conflitti fra individuo-
famiglia, la famiglia viene prima e la dimensione
temporale del passato prevale su quella del futuro.
46. Paradigma aperto
valori di efficacia, adattabilità,
partecipazione; a stabilità e
cambiamento viene assegnata la
stessa importanza; i conflitti si pensano
superabili attraverso la negoziazione e
la collaborazione; a differenza degli altri
paradigmi coesione e individualità,
stabilità e cambiamento si coniugano e
passato, presente e futuro sono
interconnessi fra loro
47. Paradigma casuale
Valori di novità, creatività, individualità; le
famiglie enfatizzano il cambiamento e
l’individualità; l’idea condivisa è che i bisogni
collettivi possano essere soddisfatti solo
attraverso una spontanea l’iniziativa
personale sinergica di tutti i membri; la
creatività individuale e l’inventiva personale
(autonomia egalitaria) sono considerate le
fonti della vita famigliare. La dimensione
temporale è quella del presente.
48. Paradigma sincrono
Valori di armonia, tranquillità, mutua
identificazione; le famiglie enfatizzano
la coincidenza spontanea di obiettivi,
scopi, visioni del mondo, piuttosto che
sulla negoziazione e la comunicazione,
è nellamisura in cui si concretizza
questo incontro che i conflitti vengono
evitati