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XVIII Corso Multidisciplinare UNICEF di
       ‘Educazione allo sviluppo’

                 9 marzo 2012

   I fondamenti dell’equità di genere

               Carmen Leccardi
      Dip. di Sociologia e Ricerca Sociale
        Università di Milano-Bicocca



                                             1
Lo schema della presentazione:

• Di che cosa parliamo quando facciamo
  riferimento al genere
• Stereotipi e pregiudizi di genere
• Produzione e riproduzione
• Conclusioni



                                         2
1. Di che cosa parliamo quando
          parliamo di genere

Negli anni Settanta del Novecento accanto alla
categoria di sesso fa la sua comparsa il ‘gender’
(vedi il sex-gender system, Rubin 1975).

Il ‘genere’ come strumento analitico per
analizzare la variabilità delle definizioni di
maschile e femminile nel corso della storia e per
mettere a fuoco il valore strategico di queste
definizioni nell’analisi sociale.
                                                    3
• Critica al determinismo biologico; critica
  dell’’uomo’ come neutro universale

• Il sex-gender system è frutto dei rapporti di
  potere e delle diseguaglianze costruite
  socialmente. Rilevanza analoga ai rapporti
  di produzione per l’analisi sociale.


                                               4
Importanza della definizione sociale
dell’appartenenza di sesso e dei rapporti
di sesso non solo per i destini individuali
di uomini e donne, ma per i modi
dell’organizzazione sociale nel suo
complesso


                                              5
Oggi il ‘genere’ è sempre più considerato
una denominazione (al posto del sesso),
una ‘categoria’ statica (o statistica).
Riportare le relazioni di potere al centro
del concetto.



                                             6
Inoltre: genere come area semantica,
fondata sulle differenze e sulla loro
costruzione discorsiva (Braidotti).
Differenze fra donne e uomini, fra donne,
differenze che si dispongono all’incrocio
fra:
 & dimensioni di classe
 & appartenenze etniche
 & orientamenti sessuali
                                            7
2. Stereotipi e pregiudizi di genere
Che cos’è uno stereotipo
Credenze negative che un determinato
gruppo sociale condivide; il loro oggetto è
un altro gruppo sociale.
Caratteristiche: semplificazioni grossolane
e rigide.



                                          8
Pregiudizio: dal punto di vista etimologico
è un giudizio che precede l’esperienza.
Riferimento nelle scienze sociali all’uso del
pregiudizio (pregiudizio negativo:
disposizione negativa verso un
determinato gruppo o categoria sociale)
come strumento di controllo sociale.


                                            9
Sotto il profilo scientifico, utilizzo abituale
 del termine stereotipo in riferimento alla
 dimensione cognitiva della credenza e
 del pregiudizio alla dimensione
 ‘affettiva’ (il ruolo dei sentimenti e delle
 emozioni suscitate dalla presenza di
 stereotipi).

                                              10
• Negli stereotipi di genere i processi di
  schematizzazione si applicano alle identità
  maschili e femminili

• Immagini mentali proposte come
  rappresentazioni socialmente condivise
  della differenza sessuale.


                                           11
Uomini e donne sono rappresentati come
gruppi totalmente omogenei al loro
interno.

Perchè, se l’’ufficializzazione giuridica’
della subordinazione delle donne viene
meno, come accade oggi, gli stereotipi
continuano ad esistere.
                                             12
Gli stereotipi come strumento (per gli
uomini) attraverso il quale alleviare
l’incertezza sul futuro delle relazioni fra
uomini e donne.
L’uso degli stereotipi, ad esempio, come
mezzo di esercizio del potere contro
l’ascesa professionale delle donne.


                                              13
Il termine (‘glass ceiling’: ‘soffitto di
cristallo’) nasce negli Stati Uniti negli anni
Ottanta del Novecento. Il riferimento è
alle forme di discriminazione delle donne
nel mondo del lavoro e delle professioni.
 Il ruolo degli stereotipi nella costruzione
del ‘soffitto di cristallo’.


                                             14
• La questione della violenza contro le donne. Due
  scenari analitici, una situazione comune:

 1. più basso lo status femminile, più alta la percentuale di
 violenze e stupri contro le donne. Che cos’è il ‘dividendo
 patriarcale’ (Connell)
 2. ma le violenze contro le donne continuano anche laà
 dove, come nei paesi europei, lo status femminile è più
 elevato. La questione dell’autonomia femminile e della
 paura di ‘perdere il potere’ da parte maschile (Kimmel).

                                                           15
3. Produzione e riproduzione

Il lavoro delle donne non è solo quello
remunerato, legato al mercato del lavoro (lavoro
produttivo).
Esiste un’area cruciale del lavoro femminile che
è quello della cura (lavoro riproduttivo): il
lavoro per la preservazione della vita e la
protezione degli altri significativi con cui si è in
relazione (specie coloro che si trovano in
condizione di dipendenza: i più piccoli, i più
anziani).
                                                  16
Allargamento del concetto di ‘lavoro’ in
un’ottica di genere: l’attività di
trasformazione del mondo non può essere
ridotta alla sola dimensione economica. Il
lavoro emozionale e di relazione delle
donne: il ‘lavoro ombra’.



                                         17
• Tre modi diversi di mettere a tema la
  riproduzione (Edholm, Harris e Young)
• sociale: si riferisce al sistema e alle sue
  strutture
• della forza lavoro: riferimento al lavoro
  domestico
• biologica o della vita
   Il lavoro riproduttivo delle donne copre tutte e
  tre queste dimensioni                             18
Le attività riproduttive si collocano in una
posizione ‘verticale’ rispetto a quelle
produttive. Sono il loro presupposto
(Ongaro). Inoltre, mettendo in gioco
sentimenti e emozioni, producono identità
potenti.


                                           19
• Nelle attività riproduttive rientrano le
  attività educative, l’assistenza a persone
  della famiglia malate, il sostegno, anche
  psicologico, ai componenti della famiglia,
  le attività che quotidianamente
  garantiscono la vita nelle sue diverse
  espressioni (pulire, nutrire, ma anche, ad
  esempio, ascoltare).

                                               20
Per concludere

Centralità della riproduzione per mettere a
tema le attività produttive. La concezione
del tempo più ‘larga’ (anche processuale e
non solo lineare) che queste attività
implicano.
 Riproduzione come processo creativo che
mette in gioco i saperi di genere: le donne
protagoniste del lavoro riproduttivo.


                                         21
• Importanza del riconoscimento culturale e
  politico e della valorizzazione di queste
  capacità e di questi saperi delle donne
  come base per la promozione dell’equità
  di genere.
• Per garantire sviluppo economico occorre
  una presenza sempre più consistente delle
  donne nel mondo del lavoro remunerato.
  Ma ciò presuppone la condivisione del
  lavoro riproduttivo da parte di donne e 22
• Per garantire sviluppo economico occorre
  una presenza sempre più consistente delle
  donne nel mondo del lavoro remunerato.
  Ma ciò presuppone la condivisione del
  lavoro riproduttivo da parte di donne e
  uomini, nuova frontiera di civiltà.


                                          23

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Presentazione prof.ssa Leccardi

  • 1. XVIII Corso Multidisciplinare UNICEF di ‘Educazione allo sviluppo’ 9 marzo 2012 I fondamenti dell’equità di genere Carmen Leccardi Dip. di Sociologia e Ricerca Sociale Università di Milano-Bicocca 1
  • 2. Lo schema della presentazione: • Di che cosa parliamo quando facciamo riferimento al genere • Stereotipi e pregiudizi di genere • Produzione e riproduzione • Conclusioni 2
  • 3. 1. Di che cosa parliamo quando parliamo di genere Negli anni Settanta del Novecento accanto alla categoria di sesso fa la sua comparsa il ‘gender’ (vedi il sex-gender system, Rubin 1975). Il ‘genere’ come strumento analitico per analizzare la variabilità delle definizioni di maschile e femminile nel corso della storia e per mettere a fuoco il valore strategico di queste definizioni nell’analisi sociale. 3
  • 4. • Critica al determinismo biologico; critica dell’’uomo’ come neutro universale • Il sex-gender system è frutto dei rapporti di potere e delle diseguaglianze costruite socialmente. Rilevanza analoga ai rapporti di produzione per l’analisi sociale. 4
  • 5. Importanza della definizione sociale dell’appartenenza di sesso e dei rapporti di sesso non solo per i destini individuali di uomini e donne, ma per i modi dell’organizzazione sociale nel suo complesso 5
  • 6. Oggi il ‘genere’ è sempre più considerato una denominazione (al posto del sesso), una ‘categoria’ statica (o statistica). Riportare le relazioni di potere al centro del concetto. 6
  • 7. Inoltre: genere come area semantica, fondata sulle differenze e sulla loro costruzione discorsiva (Braidotti). Differenze fra donne e uomini, fra donne, differenze che si dispongono all’incrocio fra: & dimensioni di classe & appartenenze etniche & orientamenti sessuali 7
  • 8. 2. Stereotipi e pregiudizi di genere Che cos’è uno stereotipo Credenze negative che un determinato gruppo sociale condivide; il loro oggetto è un altro gruppo sociale. Caratteristiche: semplificazioni grossolane e rigide. 8
  • 9. Pregiudizio: dal punto di vista etimologico è un giudizio che precede l’esperienza. Riferimento nelle scienze sociali all’uso del pregiudizio (pregiudizio negativo: disposizione negativa verso un determinato gruppo o categoria sociale) come strumento di controllo sociale. 9
  • 10. Sotto il profilo scientifico, utilizzo abituale del termine stereotipo in riferimento alla dimensione cognitiva della credenza e del pregiudizio alla dimensione ‘affettiva’ (il ruolo dei sentimenti e delle emozioni suscitate dalla presenza di stereotipi). 10
  • 11. • Negli stereotipi di genere i processi di schematizzazione si applicano alle identità maschili e femminili • Immagini mentali proposte come rappresentazioni socialmente condivise della differenza sessuale. 11
  • 12. Uomini e donne sono rappresentati come gruppi totalmente omogenei al loro interno. Perchè, se l’’ufficializzazione giuridica’ della subordinazione delle donne viene meno, come accade oggi, gli stereotipi continuano ad esistere. 12
  • 13. Gli stereotipi come strumento (per gli uomini) attraverso il quale alleviare l’incertezza sul futuro delle relazioni fra uomini e donne. L’uso degli stereotipi, ad esempio, come mezzo di esercizio del potere contro l’ascesa professionale delle donne. 13
  • 14. Il termine (‘glass ceiling’: ‘soffitto di cristallo’) nasce negli Stati Uniti negli anni Ottanta del Novecento. Il riferimento è alle forme di discriminazione delle donne nel mondo del lavoro e delle professioni. Il ruolo degli stereotipi nella costruzione del ‘soffitto di cristallo’. 14
  • 15. • La questione della violenza contro le donne. Due scenari analitici, una situazione comune: 1. più basso lo status femminile, più alta la percentuale di violenze e stupri contro le donne. Che cos’è il ‘dividendo patriarcale’ (Connell) 2. ma le violenze contro le donne continuano anche laà dove, come nei paesi europei, lo status femminile è più elevato. La questione dell’autonomia femminile e della paura di ‘perdere il potere’ da parte maschile (Kimmel). 15
  • 16. 3. Produzione e riproduzione Il lavoro delle donne non è solo quello remunerato, legato al mercato del lavoro (lavoro produttivo). Esiste un’area cruciale del lavoro femminile che è quello della cura (lavoro riproduttivo): il lavoro per la preservazione della vita e la protezione degli altri significativi con cui si è in relazione (specie coloro che si trovano in condizione di dipendenza: i più piccoli, i più anziani). 16
  • 17. Allargamento del concetto di ‘lavoro’ in un’ottica di genere: l’attività di trasformazione del mondo non può essere ridotta alla sola dimensione economica. Il lavoro emozionale e di relazione delle donne: il ‘lavoro ombra’. 17
  • 18. • Tre modi diversi di mettere a tema la riproduzione (Edholm, Harris e Young) • sociale: si riferisce al sistema e alle sue strutture • della forza lavoro: riferimento al lavoro domestico • biologica o della vita Il lavoro riproduttivo delle donne copre tutte e tre queste dimensioni 18
  • 19. Le attività riproduttive si collocano in una posizione ‘verticale’ rispetto a quelle produttive. Sono il loro presupposto (Ongaro). Inoltre, mettendo in gioco sentimenti e emozioni, producono identità potenti. 19
  • 20. • Nelle attività riproduttive rientrano le attività educative, l’assistenza a persone della famiglia malate, il sostegno, anche psicologico, ai componenti della famiglia, le attività che quotidianamente garantiscono la vita nelle sue diverse espressioni (pulire, nutrire, ma anche, ad esempio, ascoltare). 20
  • 21. Per concludere Centralità della riproduzione per mettere a tema le attività produttive. La concezione del tempo più ‘larga’ (anche processuale e non solo lineare) che queste attività implicano. Riproduzione come processo creativo che mette in gioco i saperi di genere: le donne protagoniste del lavoro riproduttivo. 21
  • 22. • Importanza del riconoscimento culturale e politico e della valorizzazione di queste capacità e di questi saperi delle donne come base per la promozione dell’equità di genere. • Per garantire sviluppo economico occorre una presenza sempre più consistente delle donne nel mondo del lavoro remunerato. Ma ciò presuppone la condivisione del lavoro riproduttivo da parte di donne e 22
  • 23. • Per garantire sviluppo economico occorre una presenza sempre più consistente delle donne nel mondo del lavoro remunerato. Ma ciò presuppone la condivisione del lavoro riproduttivo da parte di donne e uomini, nuova frontiera di civiltà. 23