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Il risentimento è
                                    l'effusione di un
                                    sentimento d’inferiorità.
                                    (J. Ortega y Gasset)




Racconti di risentimento in
Rete.

    Workshop 6a- Convegno Ais-Pic
     “Oltre l'individualismo? Rileggere il legame
      sociale, tra nuove culture e nuovi media”
Background teorico-concettuale
                          risposte                        Social shaping of
                          emozionali                      technology
                       approccio                narrazioni Teorie sui nuovi
                       costruzionista               online      media
         antecedenti
         sociali     Sociologia delle           racconti di          Sociali network
                      emozioni                  risentimento in Rete
                                    RISENTIMENTO
depressione                                                        Mutamento
                     Passioni tristi              nuove             sociale
      dal futuro promessa                         disuguaglianze
      al futuro minaccia         maggiore         sociali
                                                                 flessibilità   competizione
                                  libertà                        lavorativa
 rapporti sociali   incertezza                  individualismo
     fragili                                                            precarietà
                                 nuove forme
                                 di relazione
Ipotesi definitorie

1.   Ipotesi: il risentimento
        è inteso non come prerogativa assoluta solo di alcuni individui,
        ma che può essere esperito da chiunque (superando la
        visione nitzchiana/scheleriana)
        sembra avere maggiori possibilità di occorrenza quando alcuni
        gruppi ritengono di essere privati (ingiustamente) di un oggetto
        di valore, di cui possono invece goderne altri
        è importante studiarlo perché considerato una categoria
        euristica significativa nella costruzione di relazioni sociali,
        processi, etc.
Contesto e ipotesi

                                    5Fenomenologia    delle
           2Individualismo                                    Analisi dei sentimenti/
                                    narrazioni in Rete:
                                                              risentimento
                                 Blog,Social network su         •Contenuti e
                1Lavoratore      precari,disoccupati,interi     caratteristiche
                                 nali,vittime del mobbing
Attore sociale:                                                 •Funzioni
dimensioni                          Blog aziendali,
                Consumatore/                                    •Ruolo
(frammentazio                       communities in cui
                Cittadino                                       dell’Altro
ne) del sé                          azienda/Ente è il
                                    capro espiatorio            •Processo di
3Sé ed                                                          imputazione
                                    (reclami)
emozioni                                                        della colpa
                Compagno/partner        Forum di stampo
                                        psico, gruppi di        •Azione
                                        mutuo aiuto             sociale
                      Pluralità degli OdV
                                                                4Emozio-net
                               Appropriazione sociale           (emozionologia della
                               della tecnologia                 Rete)
Ipotesi definitorie

2.   Ipotesi:
        a fronte dei processi di mimesi potenziale, non agita, nella
        società contemporanea siano presenti dei soggetti
        particolarmente risentiti
        tra i diversi profili di rischio (Ranci, 2002), ci si focalizzerà in
        modo emblematico sui cosiddetti precari e “interinali”, i
        disoccupati (giovani e meno giovani) e le vittime del mobbing.
Risentimento e contesto sociale

Causa dell’inquietudine nell’epoca tardo-moderna è
la progressiva diffusione del risentimento (Tomelleri,
2004; 2007)
  individualismo: individuo responsabile del proprio agire –
  libero da vincoli tradizionali, ma influenzato da congiunture
  globali (si cerca “la soluzione biografica delle contraddizioni
  sistemiche”, Beck, 1986)
  la realizzazione dei desideri passa dalla competizione con
  l’altro: non garanzia di successo, disuguaglianze di
  opportunità nella realizzazione delle aspirazioni individuali
Sé ed emozioni

Emozioni e sentimenti sono considerate da Dezin (1984) un “sentire il
sé” (sono oggetti da interpretare sulla base delle credenze emozionali
apprese dalla società di riferimento)
Le trasformazioni globali plasmano le emozioni umane e ne siano
plasmate: i costi emozionali della globalizzazione (Elliott & Lemert,
2007)
Approccio ad una dimensione performativa dell’individualismo: creare
identità e le difficoltà emotive che questo suscita in un contesto di
frammentazione dell’esperienza
I soggetti si possono trovare a vivere una situazione di costante
frammentazione ricoprire ruoli diversi e a volte tra loro contraddittori;
non consente di investire in nessuno degli ambiti che attraversano,
impossibilità di interiorizzare quei costrutti (linguaggio, senso critico
collettivo....) che formano comunità, un movimento o una soggettività
sociale.
Rete e sentimenti/risentimento
Una delle possibili vie di elaborazione del risentimento esperito da questi
soggetti è stata intravista nei legami sociali in Rete.
   Quando uno dei mattoni fondamentali nel processo di costruzione identitaria,
   quello connesso alla sfera lavorativa, viene continuamente smussato,
   distrutto, cambiato e ricercato, le discussioni intraprese in Rete hanno come
   oggetto storie, pensieri e visioni del mondo di chi si trova in difficoltà nel
   costruire un sé con dei mattoni non più solidi, ma “flessibili”.
   Questo implica per le persone il passaggio da una visione del mondo che
   tende a ridursi all’ambito del privato, ad un’azione di ricerca dell’altro,
   superando l’individualismo.
Una via che permetta di andare oltre il meccanismo persecutivo e
depressivo utilizzati da Alberoni (1989) per l’analisi di alcuni sentimenti.
La rete come ambiente
   di elaborazione cognitiva ed emozionale dove ci si conosce/riconosce
   persone simili
   di incontro dell’altro come me, che condivide una simile situazione e la stessa
   esperienza emotiva, ma si trova spazialmente distante
Ricerca empirica (focus sulla prima fase)
    Macro-obiettivo di questa ricerca è:
      mappare e sistematizzare le narrazioni di risentimento in
      Rete
    e più in generale
      rispondere al quesito se la Rete esisterebbe così come la
      conosciamo se fosse solo un reticolo neuronale di pensieri
      slegati dall'emozione
          Emozio-net:
             i sentimenti si fanno strada, richiedono spazio, spingono per
             essere scritti, depositati, mediati. Ad es. nei blog pesonali
             depositiamo non solo pensieri, ma affetti; nei SN (su prodotti,
             aziende, PA) ci lamentiamo perchè riteniamo di aver subito
             un'ingiustizia, oppure esprimiamo un'opinione che non è mai
             neutra, ma sempre carica dell'elettricità emozionale
Metodologia
    Lettura e analisi interpretativa del contenuto dei post* di
    dieci weblog e cinque forum di discussione
    Ricostruzione dei contenuti e delle forme testuali del
    raccontare e raccontarsi in Rete per
       cogliere i significati più profondi dai quali si evincono le
       caratteristiche del risentimento esperito
       Individuare le funzioni che tali narrazioni acquisiscono
       per alcuni soggetti.
 *L’analisi ha preso in considerazione un totale di oltre 700 messaggi “depositati”
     negli ambienti virtuali selezionati.
Analisi delle verbalizzaioni
 Analisi qualitativa del contenuto
   Ricostruzione delle storie prototipiche
     pur non corrispondendo a nessuna storia effettivamente
     rintracciata nel materiale analizzato, consentono di sintetizzare
     concettualmente ed esemplificare la caratteristiche dei
     processi mimetici e del risentimento emerse nei racconti in
     Rete
   Individuazione dei meccanismi di imputazione della
   colpa
   Lo sguardo dell’Altro fuori e dentro la Rete
   Analisi della funzioni assolte dai racconti dei soggetti
   risentiti
Approccio narrativo di analisi
Cfr. paradigma narrativo - narrazioni come naturale forma cognitiva attraverso
    cui gli individui rappresentano la propria vita agli altri e a sé stessi (Bruner,
    1990; Di Fraia, 2004; Scheibe, 1996; Somers, 1994),
       Dall’analisi dei post emerge come le storie raccontate dai soggetti
       possano essere suddivise nel seguente modo:
           Macro storie, ricorrenti e comuni a coloro che vivono la complessità
           del mondo del lavoro attuale (precari, interinali, disoccupati,
           mobbizzati)
           Storie, che pur afferendo sostanzialmente al “problema del lavoro”, si
           declinano però in modo specifico e differenziato. Le storie
           prototipiche sono state costruite proprio sulla base di queste storie.
           In questo modo è stato possibile cogliere la centralità di alcuni
           contenuti riferiti alla sfera emozionale dell’esperienza
           Microstorie, la cui frammentazione e dispersione tra i vari argomenti
           non ha consentito la loro ricomposizione attorno a nuclei tematici
           rilevanti
Risentimento in Rete
 C’è del risentimento?
    Anche se non in modo consapevole, i soggetti nel racconto
    della loro storia di vita (lavorativa) fanno emergere i tratti
    descritti dalla letteratura.
 Sentimenti con matrice mimetica:

                                Risentimento sentimento complesso
   Invidia     più facile da (connesso alla rabbia rancida) difficile da
riconoscere a livello        riconoscere spontaneamente, ma propensi ad
individuale, ma condanna ammetterlo se stimolati, perché legato ad
sociale: difficile da        un’ingiustizia subita
ammettere, e quindi da               Oggetto di valore
sondare in setting di
intervista offline
                                                         Modello (una persona
                                                         o il gruppo di
                                                         riferimento
                                                         comparativo)


                                     Persona risentita
Riconoscimento dei meccanismi mimetici

 Mimesi:
   “invidiamo lo stipendio di un tronista o di una velina,
   stipendio che noi ci sogneremo a vita!”
   “fra colleghi l’invidia, la diffidenza, il sospetto. Ma è una
   guerra tra poveri e non mi ci farei prendere troppo dentro”
   (blog di dory – il contesto è quello di un call center)
 La matrice mimetica, rivalità, invidia, risentimento (Girard,
 1999)


   Si è più propensi ad ammettere l’invidia in ambienti virtuali/mediati
Risentimento in Rete: storie prototipiche
 Storie prototipiche di ingiustizia subita:

   “Il precario viene “illuso” per anni di una probabile
   assunzione”
   “La vittima del mobbing viene minacciata di licenziamento
   se io non effettua lavori “sgradevoli” o non lavora nei giorni
   festivi”
   “Il disoccupato da anni sente il disagio di dover rendere
   conto alle persone di una situazione che non si è cercato,
   ma che ha spesso brutalmente subito”


 Citazione:
    “qui ognuno può raccontare le ingiustizie che subisce”
Risentimento in Rete: storie prototipiche
 Cronicizzarsi del senso di impotenza:

   “Il manager disoccupato è costretto a bussare
   continuamente a molto porte e ha visto che
   nessuno gli ha aperto” (nonoholeta)
   “Il precario crede che ai problemi la cui soluzione
   dipende da se stesso può porvi un rimedio con
   l’impegno, ma quando la soluzione dipende da
   qualcun altro, sente di poter fare poco o nulla”
   (generazione1000euro)
   “La vittima del mobbing si sente senza alternative
   e non sa come risolvere la situazione rimanendo
   nell’ufficio dove lavora” (stopmobbing.org)
   “Il lavoratore interinale si sente frustrato perché
   sente che non può fare nulla per cambiare la sua
   situazione” (anagrafeprecari)
Risentimento in Rete

 Inferiorità/definizione della vittima:

    “Il disoccupato over XX si sente umiliato perchè tocca con
    mano una situazione di inferiorità rispetto agli altri”
 (nonholeta.blog.tiscali.it)

    “Il precario si sente considerato anche lui un bamboccione
    perché non può permettermi di pagare un mutuo, di
    progettare della vacanze, fare dei figli”
 (anagrafeprecari)
Risentimento in Rete

  Sguardo al passato, un ri-sentire ritornando al passato,
 al torto subito:

   “Il manager cinquantenne disoccupato racconta il
   ripensare a tutta la sua vita lavorativa cercando degli
   errori che non gli sembrano giustificare comunque la
   sua situazione”

   “Il precario da anni non pensando al futuro perché non
   può trovare sollievo dall’ansia o dalla frustrazione, ma
   pensa alle scelte di formazione intraprese”
   (http://www.argonauti.it/forum/)
Imputazione della colpa
Meccanismo persecutivo
       “gli imprenditori? Sono mestieranti schiavizzatori senza pudori e
       capacità” (generazione1000euro)
       “non gliene frega niente di noi a quei sederi d’oro dell’emiciclo
       romano!” (nonholeta.blog.tiscali.it)
       “qui è pieno di egiziani con la famiglia che ti fottono il tuo lavoro”
       (anagrafeprecari)
  Il risentimento è considerato come apprensione emozionale di
  ingiusti vantaggi (Marshall, Runciman)

   Pluralizzazione del colpevole
      “i colpevoli sono tanti: sono i montezemolo, i bombassei, i
      calearo e i padroni che ti mandano a morire per il loro portafoglio”
   (blogover40)
      “il problema in questo paese non sono solo gli stranieri, ma una
      classe politica incapace, tutta, senza distinzioni!”
      (anagrafeprecari)
Imputazione della colpa: meccanismo
depressivo
 Auto-colpevolizzazione individuale:
   “mi sentivo in colpa con me stesso e mettevo in dubbio le
   mie capacità in tutto” (http://tuttosulmobbing.blogspot.com)
   “il disagio di sentirmi un fallito e un incapace e di avere
   rovinato la famiglia” (nonholeta)

   Verso la patologia (depressione):
     “sono disperata, incazzata, depressa (…) ho avuto attacchi di
     panico, piangevo, mi davo della stupida, mi chiedevo come ho
     potuto fare una scelta del genere”
     (http://www.benessere.com/forum/)
     “io ce l’ho avuta la depressione a causa della scontentezza
     lavorativa, precaria da quasi 11 anni” (anagrafeprecari)
Imputazione della colpa: meccanismo
depressivo
 Auto-colpevolizzazione del gruppo
 sociale:
    “è anche colpa nostra perché permettiamo
    a questi farabutti (vertici aziendali) di
    circolare liberamente per le nostre strade,
    anche se i nostri diritti sono calpestati!”
 (generazione1000euro)


    “la colpa è solo nostra, perché abbiamo
    paura di perdere quel poco che abbiamo”
 (http://miglioriamolavoro.blogspot)
Trame non-agite
Motivazioni:
  La vergogna della “vittima”:
     “perché questa situazione non riesce proprio ad emergere? Qui
     subentra un problema personale, quello della vergogna (…) la
     vergogna sociale della disoccupazione”
     “se ci sono 700mila persone disperate ma che non si fanno
     sentire, chi vuoi che se ne occupi?”
  Non condivisione dello spazio
     “finchè non ci sarà una rappresentanza politica, un sindacato dei
     disoccupati over 40 (…) finchè queste persone sono disperse,
     non otterremo niente.”
     “chi lavora in un call center si lamenta sempre perché è sotto-
     pagato, ma anche se si è tutti vicini in un open-space non si
     riescono a creare legami
Trame non-agite
Elaborazione:
  Rassegnazione
   “noi possiamo lamentarci della “schiavitù” e quando il padrone
   vuole può buttarci in mezzo a una strada!”
   “io mi sono arresa, ma alcuni colleghi, sono più rassegnati di me”
 Defezione (Boudon R., Azione collettiva, 1991)
    “non vado allo sciopero, tanto se siamo i soli a protestare
    abbiamo ben poche probabilità di essere ascoltati”
 (eran300.blogspot.com/)
 Lamentela a-progettuale:
   “tutti diciamo “me ne voglio andare”, eppure siamo qui da anni”
   (blog di dory)
Emozioni connesse
  Nella maggior parte dei post è citata la rabbia:
    “io, comunque, sono sicuramente incazzato, molto
    incazzato”
  Amarezza (bitterness):
    “amarezza, tutte le mattina quando vedevo le macchine di
    quelli che andavano al lavoro”
  Emozioni disforiche tra cui:
    “La paura c’era sempre, sin dal primo cambiamento, ma è
    diventata angoscia dopo i 50…il disagio principale è stata la
    solitudine del diverso.”
Lo sguardo dell’altro: fuori dalla rete
 Logiche di competizione pregiudiziale verso l’altro
   “chi sta dentro il mondo del lavoro caccia chi sta fuori,
   perché ha paura che gli faccia fuori il posto”

    “ti guardano con sospetto e pensano che se a 43 anni
    cerchi un lavoro, un difetto lo avrai. Contro il pregiudizio c’è
    poco da fare”
 (nonholeta.blg.tiscali.it)

 Legame con l’istituzionalizzazione della
 competizione e l’individualismo (Tomelleri, 2004;
 2007)
Lo sguardo dell’altro: dentro la Rete
   L’Altro (il referente o il destinatario) che ci si aspetta che venga a visitare
   questi ambienti, strutturalmente pubblici, e a lasciare una traccia di sé è
   costituito
      da amici, conoscenti (incontrati dentro o fuori la Rete)
      da lettori indifferenziati, perché possano essere sensibilizzati dalle
      esperienze depositate
      ma anche e soprattutto da chi si riconosce e ci riconosce simile (“il
      precario come me”),
al fine di trovare possibili soluzioni collettive a problematiche troppo “grosse”
    per essere affrontate (in particolare dal punto di vista emozionale) solo
    dal singolo individuo

   Caratteristiche dei soggetti:
      Possono essere considerati come “più alfabetizzati”, nel senso di
        Livello socio-culturale medio alto
        Utilizzano il linguaggio legato ad ordinatori concettuali della
        modernità (rivoluzione, movimento, sistema classista)
Funzione dei racconti in Rete:
funzione identitaria
 Attraverso i SN in Rete si problematizza la
 questione del riconoscimento
 Riconoscere/riconoscersi:
   “la persona che si trova in questa situazione tende a non
   volersi riconoscere come tale. E’ difficile che qualcuno
   dica “sono disoccupato” (nonholeta.blogspot)

   “noi precari apparteniamo alla stessa categoria. Il nostro
   limite è la nostra diversità, la nostra intrinseca pluralità.
   Prenderne atto è il primo passo” (anagrafeprecari)
Funzioni dei racconti in Rete:
funzioni comunicative
     Esprimere il proprio malessere
       “vivo male, sinceramente, quello che mi porto dentro non so
       chi lo può capire”

        “la rabbia è per quelle inserzioni che sembravano su misura
        per me…figurati come mi sentivo quando passavano i giorni
        e non venivo chiamato”

        “non so se riuscirò ad esprimere come mi sento: ho una
        rabbia e un dolore dentro di me da anni per cui è veramente
        difficile trovare le parole per descriverli”
Funzioni dei racconti in Rete:
funzioni comunicative
  Esporre: esternare, denunciare:
  Esporre
    “vorrei che questo spazio divenisse un urlo talmente forte
    da arrivare alle orecchie di chi ci ignora”
    (nonholeta.blg.tiscali.it)

    “per sensibilizzare, denunciare o, più semplicemente,
    comunicare (generazione1000.blogspot.com)

    “è arrivato il momento di esporre i grandi e piccoli problemi
    quotidiani legati a queste tipologie contrattuali!”
    (anagrafeprecari)
Funzioni dei racconti in Rete

 Funzione mnestica
   “il blog non vuole essere un punto di dibattito per questo
   problema, ma solo un muro dove chi ha vissuto questa
   situazione possa lasciare testimonianza, la sua memoria”
   (nonholeta.blg.tiscali.it)
 Funzione aggregativa
   “la Rete non è una soluzione, è vero, però è quanto meno
   una “strumento”(…) aggrega quanto e di più di qualsiasi
   gruppo”
   “se non esistesse la rete non potremmo parlare dei nostri
   problemi ed avere un confronto di massa. Sappiamo di
   essere in molti e tutti con gli stessi problemi”
   (generazione1000.blogspot.com)
Funzioni dei racconti in Rete

 Funzione propositiva
   Azioni in Rete:
      “mandiamo un’email a Damiano: non pensate allo scalone,
      pensate ai giovani”
      “stanno organizzando uno sciopero e hanno aperto un Blog
      per sollevare il problema, stimolare attenzione e raccogliere
      consensi e solidarietà”
   Azioni fuori dalla Rete:
      “è il caso di far scendere in piazza mille persone incazzate per
      sensibilizzare e rendere visibile il problema, altrimenti non
      esisti”
      “lo sciopero passa, un movimento no. Bisogna dare vita ad
      una sorta di movimento nazionale dei precari”
      (anagrafeprecari)
Considerazioni finali
   Proliferare non solo di Blog personali, ma anche di Blog a più
   voci, siti, forum, community costruiti o frequentati da questi
   soggetti.

   L’analisi condotta ha mostrato come i SN in Rete:

  1.   divengono luogo e strumento di condivisione di emozioni e
       sentimenti, altrimenti difficilmente possibile per soggetti (per
       distanza o vergogna)
  2.   rappresentano una possibilità per affermare o modificare la
       rappresentazione dell’identità personale o collettiva, attraverso il
       dialogo e il riscontro con l’altro   elementi forse solo
       apparentemente perduti (in un contesto sistemico di
       individualismo ed alta flessibilità)
  3.   ambienti di potenziale elaborazione del risentimento attraverso
       la narrazione della propria esperienza
Considerazioni finali
                  •Condivisione spazio fisico
                                                           Potenziamento del
                  •Istanze condivise nella forma           legame:
                  (linguaggio comune) e nel                componente
Riconoscimento    contenuto                                emozionale nel
immediato                                                  sorgere dei
                  •Progettualità, visione di un futuro
                                                           movimenti sociali
               •Identità sociale della classe
               sociale (nei diversi ambiti
  RISENTIMENTO identitari:lavoro,consumo,etc)

                 •Condivisione di diversi spazi virtuali   Depotenziamento
                 (non 1 unico ambiente)                    dell’emozione:

Riconoscimento   •Costruzione delle istanze comuni, uso    frammentata non solo
                 di una forma legata alla modernità        fuori dalla Rete, ma
mediato                                                    esperienza di un sé
                 •Proposte, ma pochi progetti e non c’è    frammentato anche
                 una visione del futuro                    nei diversi SN)
                 •Costruzione di un frammento di           teoria della catarsi
                 identità
Considerazioni finali
   Depotenziamento dell’energia emozionale del
   risentimento:
        “teoria della catarsi” - secondo Sheff (1977; 1979) le
        società inibiscono l’espressioni di alcune emozioni (es.
        collera, paura, dolore) attraverso rituali o competizioni che
        conducono ad una “distanza estetica”:
           individuo che percepisce il malessere sposta la propria
           attenzione dall’oggetto che lo causa, alla propria
           posizione “sicura” di osservatore, spettatore dell’evento
           narrazioni in Rete come precipitato sociale di eventi e
           sentimenti che attraverso la mediazione (passaggio
           attraverso un medium) permettono all’attore di assumere il
           ruolo di osservatore/lettore, distanziandosi dai post di cui è
           autore in diversi ambienti virtuali e depotenziando i sentimenti
           in essi depositati

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  • 1. Il risentimento è l'effusione di un sentimento d’inferiorità. (J. Ortega y Gasset) Racconti di risentimento in Rete. Workshop 6a- Convegno Ais-Pic “Oltre l'individualismo? Rileggere il legame sociale, tra nuove culture e nuovi media”
  • 2. Background teorico-concettuale risposte Social shaping of emozionali technology approccio narrazioni Teorie sui nuovi costruzionista online media antecedenti sociali Sociologia delle racconti di Sociali network emozioni risentimento in Rete RISENTIMENTO depressione Mutamento Passioni tristi nuove sociale dal futuro promessa disuguaglianze al futuro minaccia maggiore sociali flessibilità competizione libertà lavorativa rapporti sociali incertezza individualismo fragili precarietà nuove forme di relazione
  • 3. Ipotesi definitorie 1. Ipotesi: il risentimento è inteso non come prerogativa assoluta solo di alcuni individui, ma che può essere esperito da chiunque (superando la visione nitzchiana/scheleriana) sembra avere maggiori possibilità di occorrenza quando alcuni gruppi ritengono di essere privati (ingiustamente) di un oggetto di valore, di cui possono invece goderne altri è importante studiarlo perché considerato una categoria euristica significativa nella costruzione di relazioni sociali, processi, etc.
  • 4. Contesto e ipotesi 5Fenomenologia delle 2Individualismo Analisi dei sentimenti/ narrazioni in Rete: risentimento Blog,Social network su •Contenuti e 1Lavoratore precari,disoccupati,interi caratteristiche nali,vittime del mobbing Attore sociale: •Funzioni dimensioni Blog aziendali, Consumatore/ •Ruolo (frammentazio communities in cui Cittadino dell’Altro ne) del sé azienda/Ente è il capro espiatorio •Processo di 3Sé ed imputazione (reclami) emozioni della colpa Compagno/partner Forum di stampo psico, gruppi di •Azione mutuo aiuto sociale Pluralità degli OdV 4Emozio-net Appropriazione sociale (emozionologia della della tecnologia Rete)
  • 5. Ipotesi definitorie 2. Ipotesi: a fronte dei processi di mimesi potenziale, non agita, nella società contemporanea siano presenti dei soggetti particolarmente risentiti tra i diversi profili di rischio (Ranci, 2002), ci si focalizzerà in modo emblematico sui cosiddetti precari e “interinali”, i disoccupati (giovani e meno giovani) e le vittime del mobbing.
  • 6. Risentimento e contesto sociale Causa dell’inquietudine nell’epoca tardo-moderna è la progressiva diffusione del risentimento (Tomelleri, 2004; 2007) individualismo: individuo responsabile del proprio agire – libero da vincoli tradizionali, ma influenzato da congiunture globali (si cerca “la soluzione biografica delle contraddizioni sistemiche”, Beck, 1986) la realizzazione dei desideri passa dalla competizione con l’altro: non garanzia di successo, disuguaglianze di opportunità nella realizzazione delle aspirazioni individuali
  • 7. Sé ed emozioni Emozioni e sentimenti sono considerate da Dezin (1984) un “sentire il sé” (sono oggetti da interpretare sulla base delle credenze emozionali apprese dalla società di riferimento) Le trasformazioni globali plasmano le emozioni umane e ne siano plasmate: i costi emozionali della globalizzazione (Elliott & Lemert, 2007) Approccio ad una dimensione performativa dell’individualismo: creare identità e le difficoltà emotive che questo suscita in un contesto di frammentazione dell’esperienza I soggetti si possono trovare a vivere una situazione di costante frammentazione ricoprire ruoli diversi e a volte tra loro contraddittori; non consente di investire in nessuno degli ambiti che attraversano, impossibilità di interiorizzare quei costrutti (linguaggio, senso critico collettivo....) che formano comunità, un movimento o una soggettività sociale.
  • 8. Rete e sentimenti/risentimento Una delle possibili vie di elaborazione del risentimento esperito da questi soggetti è stata intravista nei legami sociali in Rete. Quando uno dei mattoni fondamentali nel processo di costruzione identitaria, quello connesso alla sfera lavorativa, viene continuamente smussato, distrutto, cambiato e ricercato, le discussioni intraprese in Rete hanno come oggetto storie, pensieri e visioni del mondo di chi si trova in difficoltà nel costruire un sé con dei mattoni non più solidi, ma “flessibili”. Questo implica per le persone il passaggio da una visione del mondo che tende a ridursi all’ambito del privato, ad un’azione di ricerca dell’altro, superando l’individualismo. Una via che permetta di andare oltre il meccanismo persecutivo e depressivo utilizzati da Alberoni (1989) per l’analisi di alcuni sentimenti. La rete come ambiente di elaborazione cognitiva ed emozionale dove ci si conosce/riconosce persone simili di incontro dell’altro come me, che condivide una simile situazione e la stessa esperienza emotiva, ma si trova spazialmente distante
  • 9. Ricerca empirica (focus sulla prima fase) Macro-obiettivo di questa ricerca è: mappare e sistematizzare le narrazioni di risentimento in Rete e più in generale rispondere al quesito se la Rete esisterebbe così come la conosciamo se fosse solo un reticolo neuronale di pensieri slegati dall'emozione Emozio-net: i sentimenti si fanno strada, richiedono spazio, spingono per essere scritti, depositati, mediati. Ad es. nei blog pesonali depositiamo non solo pensieri, ma affetti; nei SN (su prodotti, aziende, PA) ci lamentiamo perchè riteniamo di aver subito un'ingiustizia, oppure esprimiamo un'opinione che non è mai neutra, ma sempre carica dell'elettricità emozionale
  • 10. Metodologia Lettura e analisi interpretativa del contenuto dei post* di dieci weblog e cinque forum di discussione Ricostruzione dei contenuti e delle forme testuali del raccontare e raccontarsi in Rete per cogliere i significati più profondi dai quali si evincono le caratteristiche del risentimento esperito Individuare le funzioni che tali narrazioni acquisiscono per alcuni soggetti. *L’analisi ha preso in considerazione un totale di oltre 700 messaggi “depositati” negli ambienti virtuali selezionati.
  • 11. Analisi delle verbalizzaioni Analisi qualitativa del contenuto Ricostruzione delle storie prototipiche pur non corrispondendo a nessuna storia effettivamente rintracciata nel materiale analizzato, consentono di sintetizzare concettualmente ed esemplificare la caratteristiche dei processi mimetici e del risentimento emerse nei racconti in Rete Individuazione dei meccanismi di imputazione della colpa Lo sguardo dell’Altro fuori e dentro la Rete Analisi della funzioni assolte dai racconti dei soggetti risentiti
  • 12. Approccio narrativo di analisi Cfr. paradigma narrativo - narrazioni come naturale forma cognitiva attraverso cui gli individui rappresentano la propria vita agli altri e a sé stessi (Bruner, 1990; Di Fraia, 2004; Scheibe, 1996; Somers, 1994), Dall’analisi dei post emerge come le storie raccontate dai soggetti possano essere suddivise nel seguente modo: Macro storie, ricorrenti e comuni a coloro che vivono la complessità del mondo del lavoro attuale (precari, interinali, disoccupati, mobbizzati) Storie, che pur afferendo sostanzialmente al “problema del lavoro”, si declinano però in modo specifico e differenziato. Le storie prototipiche sono state costruite proprio sulla base di queste storie. In questo modo è stato possibile cogliere la centralità di alcuni contenuti riferiti alla sfera emozionale dell’esperienza Microstorie, la cui frammentazione e dispersione tra i vari argomenti non ha consentito la loro ricomposizione attorno a nuclei tematici rilevanti
  • 13. Risentimento in Rete C’è del risentimento? Anche se non in modo consapevole, i soggetti nel racconto della loro storia di vita (lavorativa) fanno emergere i tratti descritti dalla letteratura. Sentimenti con matrice mimetica: Risentimento sentimento complesso Invidia più facile da (connesso alla rabbia rancida) difficile da riconoscere a livello riconoscere spontaneamente, ma propensi ad individuale, ma condanna ammetterlo se stimolati, perché legato ad sociale: difficile da un’ingiustizia subita ammettere, e quindi da Oggetto di valore sondare in setting di intervista offline Modello (una persona o il gruppo di riferimento comparativo) Persona risentita
  • 14. Riconoscimento dei meccanismi mimetici Mimesi: “invidiamo lo stipendio di un tronista o di una velina, stipendio che noi ci sogneremo a vita!” “fra colleghi l’invidia, la diffidenza, il sospetto. Ma è una guerra tra poveri e non mi ci farei prendere troppo dentro” (blog di dory – il contesto è quello di un call center) La matrice mimetica, rivalità, invidia, risentimento (Girard, 1999) Si è più propensi ad ammettere l’invidia in ambienti virtuali/mediati
  • 15. Risentimento in Rete: storie prototipiche Storie prototipiche di ingiustizia subita: “Il precario viene “illuso” per anni di una probabile assunzione” “La vittima del mobbing viene minacciata di licenziamento se io non effettua lavori “sgradevoli” o non lavora nei giorni festivi” “Il disoccupato da anni sente il disagio di dover rendere conto alle persone di una situazione che non si è cercato, ma che ha spesso brutalmente subito” Citazione: “qui ognuno può raccontare le ingiustizie che subisce”
  • 16. Risentimento in Rete: storie prototipiche Cronicizzarsi del senso di impotenza: “Il manager disoccupato è costretto a bussare continuamente a molto porte e ha visto che nessuno gli ha aperto” (nonoholeta) “Il precario crede che ai problemi la cui soluzione dipende da se stesso può porvi un rimedio con l’impegno, ma quando la soluzione dipende da qualcun altro, sente di poter fare poco o nulla” (generazione1000euro) “La vittima del mobbing si sente senza alternative e non sa come risolvere la situazione rimanendo nell’ufficio dove lavora” (stopmobbing.org) “Il lavoratore interinale si sente frustrato perché sente che non può fare nulla per cambiare la sua situazione” (anagrafeprecari)
  • 17. Risentimento in Rete Inferiorità/definizione della vittima: “Il disoccupato over XX si sente umiliato perchè tocca con mano una situazione di inferiorità rispetto agli altri” (nonholeta.blog.tiscali.it) “Il precario si sente considerato anche lui un bamboccione perché non può permettermi di pagare un mutuo, di progettare della vacanze, fare dei figli” (anagrafeprecari)
  • 18. Risentimento in Rete Sguardo al passato, un ri-sentire ritornando al passato, al torto subito: “Il manager cinquantenne disoccupato racconta il ripensare a tutta la sua vita lavorativa cercando degli errori che non gli sembrano giustificare comunque la sua situazione” “Il precario da anni non pensando al futuro perché non può trovare sollievo dall’ansia o dalla frustrazione, ma pensa alle scelte di formazione intraprese” (http://www.argonauti.it/forum/)
  • 19. Imputazione della colpa Meccanismo persecutivo “gli imprenditori? Sono mestieranti schiavizzatori senza pudori e capacità” (generazione1000euro) “non gliene frega niente di noi a quei sederi d’oro dell’emiciclo romano!” (nonholeta.blog.tiscali.it) “qui è pieno di egiziani con la famiglia che ti fottono il tuo lavoro” (anagrafeprecari) Il risentimento è considerato come apprensione emozionale di ingiusti vantaggi (Marshall, Runciman) Pluralizzazione del colpevole “i colpevoli sono tanti: sono i montezemolo, i bombassei, i calearo e i padroni che ti mandano a morire per il loro portafoglio” (blogover40) “il problema in questo paese non sono solo gli stranieri, ma una classe politica incapace, tutta, senza distinzioni!” (anagrafeprecari)
  • 20. Imputazione della colpa: meccanismo depressivo Auto-colpevolizzazione individuale: “mi sentivo in colpa con me stesso e mettevo in dubbio le mie capacità in tutto” (http://tuttosulmobbing.blogspot.com) “il disagio di sentirmi un fallito e un incapace e di avere rovinato la famiglia” (nonholeta) Verso la patologia (depressione): “sono disperata, incazzata, depressa (…) ho avuto attacchi di panico, piangevo, mi davo della stupida, mi chiedevo come ho potuto fare una scelta del genere” (http://www.benessere.com/forum/) “io ce l’ho avuta la depressione a causa della scontentezza lavorativa, precaria da quasi 11 anni” (anagrafeprecari)
  • 21. Imputazione della colpa: meccanismo depressivo Auto-colpevolizzazione del gruppo sociale: “è anche colpa nostra perché permettiamo a questi farabutti (vertici aziendali) di circolare liberamente per le nostre strade, anche se i nostri diritti sono calpestati!” (generazione1000euro) “la colpa è solo nostra, perché abbiamo paura di perdere quel poco che abbiamo” (http://miglioriamolavoro.blogspot)
  • 22. Trame non-agite Motivazioni: La vergogna della “vittima”: “perché questa situazione non riesce proprio ad emergere? Qui subentra un problema personale, quello della vergogna (…) la vergogna sociale della disoccupazione” “se ci sono 700mila persone disperate ma che non si fanno sentire, chi vuoi che se ne occupi?” Non condivisione dello spazio “finchè non ci sarà una rappresentanza politica, un sindacato dei disoccupati over 40 (…) finchè queste persone sono disperse, non otterremo niente.” “chi lavora in un call center si lamenta sempre perché è sotto- pagato, ma anche se si è tutti vicini in un open-space non si riescono a creare legami
  • 23. Trame non-agite Elaborazione: Rassegnazione “noi possiamo lamentarci della “schiavitù” e quando il padrone vuole può buttarci in mezzo a una strada!” “io mi sono arresa, ma alcuni colleghi, sono più rassegnati di me” Defezione (Boudon R., Azione collettiva, 1991) “non vado allo sciopero, tanto se siamo i soli a protestare abbiamo ben poche probabilità di essere ascoltati” (eran300.blogspot.com/) Lamentela a-progettuale: “tutti diciamo “me ne voglio andare”, eppure siamo qui da anni” (blog di dory)
  • 24. Emozioni connesse Nella maggior parte dei post è citata la rabbia: “io, comunque, sono sicuramente incazzato, molto incazzato” Amarezza (bitterness): “amarezza, tutte le mattina quando vedevo le macchine di quelli che andavano al lavoro” Emozioni disforiche tra cui: “La paura c’era sempre, sin dal primo cambiamento, ma è diventata angoscia dopo i 50…il disagio principale è stata la solitudine del diverso.”
  • 25. Lo sguardo dell’altro: fuori dalla rete Logiche di competizione pregiudiziale verso l’altro “chi sta dentro il mondo del lavoro caccia chi sta fuori, perché ha paura che gli faccia fuori il posto” “ti guardano con sospetto e pensano che se a 43 anni cerchi un lavoro, un difetto lo avrai. Contro il pregiudizio c’è poco da fare” (nonholeta.blg.tiscali.it) Legame con l’istituzionalizzazione della competizione e l’individualismo (Tomelleri, 2004; 2007)
  • 26. Lo sguardo dell’altro: dentro la Rete L’Altro (il referente o il destinatario) che ci si aspetta che venga a visitare questi ambienti, strutturalmente pubblici, e a lasciare una traccia di sé è costituito da amici, conoscenti (incontrati dentro o fuori la Rete) da lettori indifferenziati, perché possano essere sensibilizzati dalle esperienze depositate ma anche e soprattutto da chi si riconosce e ci riconosce simile (“il precario come me”), al fine di trovare possibili soluzioni collettive a problematiche troppo “grosse” per essere affrontate (in particolare dal punto di vista emozionale) solo dal singolo individuo Caratteristiche dei soggetti: Possono essere considerati come “più alfabetizzati”, nel senso di Livello socio-culturale medio alto Utilizzano il linguaggio legato ad ordinatori concettuali della modernità (rivoluzione, movimento, sistema classista)
  • 27. Funzione dei racconti in Rete: funzione identitaria Attraverso i SN in Rete si problematizza la questione del riconoscimento Riconoscere/riconoscersi: “la persona che si trova in questa situazione tende a non volersi riconoscere come tale. E’ difficile che qualcuno dica “sono disoccupato” (nonholeta.blogspot) “noi precari apparteniamo alla stessa categoria. Il nostro limite è la nostra diversità, la nostra intrinseca pluralità. Prenderne atto è il primo passo” (anagrafeprecari)
  • 28. Funzioni dei racconti in Rete: funzioni comunicative Esprimere il proprio malessere “vivo male, sinceramente, quello che mi porto dentro non so chi lo può capire” “la rabbia è per quelle inserzioni che sembravano su misura per me…figurati come mi sentivo quando passavano i giorni e non venivo chiamato” “non so se riuscirò ad esprimere come mi sento: ho una rabbia e un dolore dentro di me da anni per cui è veramente difficile trovare le parole per descriverli”
  • 29. Funzioni dei racconti in Rete: funzioni comunicative Esporre: esternare, denunciare: Esporre “vorrei che questo spazio divenisse un urlo talmente forte da arrivare alle orecchie di chi ci ignora” (nonholeta.blg.tiscali.it) “per sensibilizzare, denunciare o, più semplicemente, comunicare (generazione1000.blogspot.com) “è arrivato il momento di esporre i grandi e piccoli problemi quotidiani legati a queste tipologie contrattuali!” (anagrafeprecari)
  • 30. Funzioni dei racconti in Rete Funzione mnestica “il blog non vuole essere un punto di dibattito per questo problema, ma solo un muro dove chi ha vissuto questa situazione possa lasciare testimonianza, la sua memoria” (nonholeta.blg.tiscali.it) Funzione aggregativa “la Rete non è una soluzione, è vero, però è quanto meno una “strumento”(…) aggrega quanto e di più di qualsiasi gruppo” “se non esistesse la rete non potremmo parlare dei nostri problemi ed avere un confronto di massa. Sappiamo di essere in molti e tutti con gli stessi problemi” (generazione1000.blogspot.com)
  • 31. Funzioni dei racconti in Rete Funzione propositiva Azioni in Rete: “mandiamo un’email a Damiano: non pensate allo scalone, pensate ai giovani” “stanno organizzando uno sciopero e hanno aperto un Blog per sollevare il problema, stimolare attenzione e raccogliere consensi e solidarietà” Azioni fuori dalla Rete: “è il caso di far scendere in piazza mille persone incazzate per sensibilizzare e rendere visibile il problema, altrimenti non esisti” “lo sciopero passa, un movimento no. Bisogna dare vita ad una sorta di movimento nazionale dei precari” (anagrafeprecari)
  • 32. Considerazioni finali Proliferare non solo di Blog personali, ma anche di Blog a più voci, siti, forum, community costruiti o frequentati da questi soggetti. L’analisi condotta ha mostrato come i SN in Rete: 1. divengono luogo e strumento di condivisione di emozioni e sentimenti, altrimenti difficilmente possibile per soggetti (per distanza o vergogna) 2. rappresentano una possibilità per affermare o modificare la rappresentazione dell’identità personale o collettiva, attraverso il dialogo e il riscontro con l’altro elementi forse solo apparentemente perduti (in un contesto sistemico di individualismo ed alta flessibilità) 3. ambienti di potenziale elaborazione del risentimento attraverso la narrazione della propria esperienza
  • 33. Considerazioni finali •Condivisione spazio fisico Potenziamento del •Istanze condivise nella forma legame: (linguaggio comune) e nel componente Riconoscimento contenuto emozionale nel immediato sorgere dei •Progettualità, visione di un futuro movimenti sociali •Identità sociale della classe sociale (nei diversi ambiti RISENTIMENTO identitari:lavoro,consumo,etc) •Condivisione di diversi spazi virtuali Depotenziamento (non 1 unico ambiente) dell’emozione: Riconoscimento •Costruzione delle istanze comuni, uso frammentata non solo di una forma legata alla modernità fuori dalla Rete, ma mediato esperienza di un sé •Proposte, ma pochi progetti e non c’è frammentato anche una visione del futuro nei diversi SN) •Costruzione di un frammento di teoria della catarsi identità
  • 34. Considerazioni finali Depotenziamento dell’energia emozionale del risentimento: “teoria della catarsi” - secondo Sheff (1977; 1979) le società inibiscono l’espressioni di alcune emozioni (es. collera, paura, dolore) attraverso rituali o competizioni che conducono ad una “distanza estetica”: individuo che percepisce il malessere sposta la propria attenzione dall’oggetto che lo causa, alla propria posizione “sicura” di osservatore, spettatore dell’evento narrazioni in Rete come precipitato sociale di eventi e sentimenti che attraverso la mediazione (passaggio attraverso un medium) permettono all’attore di assumere il ruolo di osservatore/lettore, distanziandosi dai post di cui è autore in diversi ambienti virtuali e depotenziando i sentimenti in essi depositati