1. Il risentimento è
l'effusione di un
sentimento d’inferiorità.
(J. Ortega y Gasset)
Racconti di risentimento in
Rete.
Workshop 6a- Convegno Ais-Pic
“Oltre l'individualismo? Rileggere il legame
sociale, tra nuove culture e nuovi media”
2. Background teorico-concettuale
risposte Social shaping of
emozionali technology
approccio narrazioni Teorie sui nuovi
costruzionista online media
antecedenti
sociali Sociologia delle racconti di Sociali network
emozioni risentimento in Rete
RISENTIMENTO
depressione Mutamento
Passioni tristi nuove sociale
dal futuro promessa disuguaglianze
al futuro minaccia maggiore sociali
flessibilità competizione
libertà lavorativa
rapporti sociali incertezza individualismo
fragili precarietà
nuove forme
di relazione
3. Ipotesi definitorie
1. Ipotesi: il risentimento
è inteso non come prerogativa assoluta solo di alcuni individui,
ma che può essere esperito da chiunque (superando la
visione nitzchiana/scheleriana)
sembra avere maggiori possibilità di occorrenza quando alcuni
gruppi ritengono di essere privati (ingiustamente) di un oggetto
di valore, di cui possono invece goderne altri
è importante studiarlo perché considerato una categoria
euristica significativa nella costruzione di relazioni sociali,
processi, etc.
4. Contesto e ipotesi
5Fenomenologia delle
2Individualismo Analisi dei sentimenti/
narrazioni in Rete:
risentimento
Blog,Social network su •Contenuti e
1Lavoratore precari,disoccupati,interi caratteristiche
nali,vittime del mobbing
Attore sociale: •Funzioni
dimensioni Blog aziendali,
Consumatore/ •Ruolo
(frammentazio communities in cui
Cittadino dell’Altro
ne) del sé azienda/Ente è il
capro espiatorio •Processo di
3Sé ed imputazione
(reclami)
emozioni della colpa
Compagno/partner Forum di stampo
psico, gruppi di •Azione
mutuo aiuto sociale
Pluralità degli OdV
4Emozio-net
Appropriazione sociale (emozionologia della
della tecnologia Rete)
5. Ipotesi definitorie
2. Ipotesi:
a fronte dei processi di mimesi potenziale, non agita, nella
società contemporanea siano presenti dei soggetti
particolarmente risentiti
tra i diversi profili di rischio (Ranci, 2002), ci si focalizzerà in
modo emblematico sui cosiddetti precari e “interinali”, i
disoccupati (giovani e meno giovani) e le vittime del mobbing.
6. Risentimento e contesto sociale
Causa dell’inquietudine nell’epoca tardo-moderna è
la progressiva diffusione del risentimento (Tomelleri,
2004; 2007)
individualismo: individuo responsabile del proprio agire –
libero da vincoli tradizionali, ma influenzato da congiunture
globali (si cerca “la soluzione biografica delle contraddizioni
sistemiche”, Beck, 1986)
la realizzazione dei desideri passa dalla competizione con
l’altro: non garanzia di successo, disuguaglianze di
opportunità nella realizzazione delle aspirazioni individuali
7. Sé ed emozioni
Emozioni e sentimenti sono considerate da Dezin (1984) un “sentire il
sé” (sono oggetti da interpretare sulla base delle credenze emozionali
apprese dalla società di riferimento)
Le trasformazioni globali plasmano le emozioni umane e ne siano
plasmate: i costi emozionali della globalizzazione (Elliott & Lemert,
2007)
Approccio ad una dimensione performativa dell’individualismo: creare
identità e le difficoltà emotive che questo suscita in un contesto di
frammentazione dell’esperienza
I soggetti si possono trovare a vivere una situazione di costante
frammentazione ricoprire ruoli diversi e a volte tra loro contraddittori;
non consente di investire in nessuno degli ambiti che attraversano,
impossibilità di interiorizzare quei costrutti (linguaggio, senso critico
collettivo....) che formano comunità, un movimento o una soggettività
sociale.
8. Rete e sentimenti/risentimento
Una delle possibili vie di elaborazione del risentimento esperito da questi
soggetti è stata intravista nei legami sociali in Rete.
Quando uno dei mattoni fondamentali nel processo di costruzione identitaria,
quello connesso alla sfera lavorativa, viene continuamente smussato,
distrutto, cambiato e ricercato, le discussioni intraprese in Rete hanno come
oggetto storie, pensieri e visioni del mondo di chi si trova in difficoltà nel
costruire un sé con dei mattoni non più solidi, ma “flessibili”.
Questo implica per le persone il passaggio da una visione del mondo che
tende a ridursi all’ambito del privato, ad un’azione di ricerca dell’altro,
superando l’individualismo.
Una via che permetta di andare oltre il meccanismo persecutivo e
depressivo utilizzati da Alberoni (1989) per l’analisi di alcuni sentimenti.
La rete come ambiente
di elaborazione cognitiva ed emozionale dove ci si conosce/riconosce
persone simili
di incontro dell’altro come me, che condivide una simile situazione e la stessa
esperienza emotiva, ma si trova spazialmente distante
9. Ricerca empirica (focus sulla prima fase)
Macro-obiettivo di questa ricerca è:
mappare e sistematizzare le narrazioni di risentimento in
Rete
e più in generale
rispondere al quesito se la Rete esisterebbe così come la
conosciamo se fosse solo un reticolo neuronale di pensieri
slegati dall'emozione
Emozio-net:
i sentimenti si fanno strada, richiedono spazio, spingono per
essere scritti, depositati, mediati. Ad es. nei blog pesonali
depositiamo non solo pensieri, ma affetti; nei SN (su prodotti,
aziende, PA) ci lamentiamo perchè riteniamo di aver subito
un'ingiustizia, oppure esprimiamo un'opinione che non è mai
neutra, ma sempre carica dell'elettricità emozionale
10. Metodologia
Lettura e analisi interpretativa del contenuto dei post* di
dieci weblog e cinque forum di discussione
Ricostruzione dei contenuti e delle forme testuali del
raccontare e raccontarsi in Rete per
cogliere i significati più profondi dai quali si evincono le
caratteristiche del risentimento esperito
Individuare le funzioni che tali narrazioni acquisiscono
per alcuni soggetti.
*L’analisi ha preso in considerazione un totale di oltre 700 messaggi “depositati”
negli ambienti virtuali selezionati.
11. Analisi delle verbalizzaioni
Analisi qualitativa del contenuto
Ricostruzione delle storie prototipiche
pur non corrispondendo a nessuna storia effettivamente
rintracciata nel materiale analizzato, consentono di sintetizzare
concettualmente ed esemplificare la caratteristiche dei
processi mimetici e del risentimento emerse nei racconti in
Rete
Individuazione dei meccanismi di imputazione della
colpa
Lo sguardo dell’Altro fuori e dentro la Rete
Analisi della funzioni assolte dai racconti dei soggetti
risentiti
12. Approccio narrativo di analisi
Cfr. paradigma narrativo - narrazioni come naturale forma cognitiva attraverso
cui gli individui rappresentano la propria vita agli altri e a sé stessi (Bruner,
1990; Di Fraia, 2004; Scheibe, 1996; Somers, 1994),
Dall’analisi dei post emerge come le storie raccontate dai soggetti
possano essere suddivise nel seguente modo:
Macro storie, ricorrenti e comuni a coloro che vivono la complessità
del mondo del lavoro attuale (precari, interinali, disoccupati,
mobbizzati)
Storie, che pur afferendo sostanzialmente al “problema del lavoro”, si
declinano però in modo specifico e differenziato. Le storie
prototipiche sono state costruite proprio sulla base di queste storie.
In questo modo è stato possibile cogliere la centralità di alcuni
contenuti riferiti alla sfera emozionale dell’esperienza
Microstorie, la cui frammentazione e dispersione tra i vari argomenti
non ha consentito la loro ricomposizione attorno a nuclei tematici
rilevanti
13. Risentimento in Rete
C’è del risentimento?
Anche se non in modo consapevole, i soggetti nel racconto
della loro storia di vita (lavorativa) fanno emergere i tratti
descritti dalla letteratura.
Sentimenti con matrice mimetica:
Risentimento sentimento complesso
Invidia più facile da (connesso alla rabbia rancida) difficile da
riconoscere a livello riconoscere spontaneamente, ma propensi ad
individuale, ma condanna ammetterlo se stimolati, perché legato ad
sociale: difficile da un’ingiustizia subita
ammettere, e quindi da Oggetto di valore
sondare in setting di
intervista offline
Modello (una persona
o il gruppo di
riferimento
comparativo)
Persona risentita
14. Riconoscimento dei meccanismi mimetici
Mimesi:
“invidiamo lo stipendio di un tronista o di una velina,
stipendio che noi ci sogneremo a vita!”
“fra colleghi l’invidia, la diffidenza, il sospetto. Ma è una
guerra tra poveri e non mi ci farei prendere troppo dentro”
(blog di dory – il contesto è quello di un call center)
La matrice mimetica, rivalità, invidia, risentimento (Girard,
1999)
Si è più propensi ad ammettere l’invidia in ambienti virtuali/mediati
15. Risentimento in Rete: storie prototipiche
Storie prototipiche di ingiustizia subita:
“Il precario viene “illuso” per anni di una probabile
assunzione”
“La vittima del mobbing viene minacciata di licenziamento
se io non effettua lavori “sgradevoli” o non lavora nei giorni
festivi”
“Il disoccupato da anni sente il disagio di dover rendere
conto alle persone di una situazione che non si è cercato,
ma che ha spesso brutalmente subito”
Citazione:
“qui ognuno può raccontare le ingiustizie che subisce”
16. Risentimento in Rete: storie prototipiche
Cronicizzarsi del senso di impotenza:
“Il manager disoccupato è costretto a bussare
continuamente a molto porte e ha visto che
nessuno gli ha aperto” (nonoholeta)
“Il precario crede che ai problemi la cui soluzione
dipende da se stesso può porvi un rimedio con
l’impegno, ma quando la soluzione dipende da
qualcun altro, sente di poter fare poco o nulla”
(generazione1000euro)
“La vittima del mobbing si sente senza alternative
e non sa come risolvere la situazione rimanendo
nell’ufficio dove lavora” (stopmobbing.org)
“Il lavoratore interinale si sente frustrato perché
sente che non può fare nulla per cambiare la sua
situazione” (anagrafeprecari)
17. Risentimento in Rete
Inferiorità/definizione della vittima:
“Il disoccupato over XX si sente umiliato perchè tocca con
mano una situazione di inferiorità rispetto agli altri”
(nonholeta.blog.tiscali.it)
“Il precario si sente considerato anche lui un bamboccione
perché non può permettermi di pagare un mutuo, di
progettare della vacanze, fare dei figli”
(anagrafeprecari)
18. Risentimento in Rete
Sguardo al passato, un ri-sentire ritornando al passato,
al torto subito:
“Il manager cinquantenne disoccupato racconta il
ripensare a tutta la sua vita lavorativa cercando degli
errori che non gli sembrano giustificare comunque la
sua situazione”
“Il precario da anni non pensando al futuro perché non
può trovare sollievo dall’ansia o dalla frustrazione, ma
pensa alle scelte di formazione intraprese”
(http://www.argonauti.it/forum/)
19. Imputazione della colpa
Meccanismo persecutivo
“gli imprenditori? Sono mestieranti schiavizzatori senza pudori e
capacità” (generazione1000euro)
“non gliene frega niente di noi a quei sederi d’oro dell’emiciclo
romano!” (nonholeta.blog.tiscali.it)
“qui è pieno di egiziani con la famiglia che ti fottono il tuo lavoro”
(anagrafeprecari)
Il risentimento è considerato come apprensione emozionale di
ingiusti vantaggi (Marshall, Runciman)
Pluralizzazione del colpevole
“i colpevoli sono tanti: sono i montezemolo, i bombassei, i
calearo e i padroni che ti mandano a morire per il loro portafoglio”
(blogover40)
“il problema in questo paese non sono solo gli stranieri, ma una
classe politica incapace, tutta, senza distinzioni!”
(anagrafeprecari)
20. Imputazione della colpa: meccanismo
depressivo
Auto-colpevolizzazione individuale:
“mi sentivo in colpa con me stesso e mettevo in dubbio le
mie capacità in tutto” (http://tuttosulmobbing.blogspot.com)
“il disagio di sentirmi un fallito e un incapace e di avere
rovinato la famiglia” (nonholeta)
Verso la patologia (depressione):
“sono disperata, incazzata, depressa (…) ho avuto attacchi di
panico, piangevo, mi davo della stupida, mi chiedevo come ho
potuto fare una scelta del genere”
(http://www.benessere.com/forum/)
“io ce l’ho avuta la depressione a causa della scontentezza
lavorativa, precaria da quasi 11 anni” (anagrafeprecari)
21. Imputazione della colpa: meccanismo
depressivo
Auto-colpevolizzazione del gruppo
sociale:
“è anche colpa nostra perché permettiamo
a questi farabutti (vertici aziendali) di
circolare liberamente per le nostre strade,
anche se i nostri diritti sono calpestati!”
(generazione1000euro)
“la colpa è solo nostra, perché abbiamo
paura di perdere quel poco che abbiamo”
(http://miglioriamolavoro.blogspot)
22. Trame non-agite
Motivazioni:
La vergogna della “vittima”:
“perché questa situazione non riesce proprio ad emergere? Qui
subentra un problema personale, quello della vergogna (…) la
vergogna sociale della disoccupazione”
“se ci sono 700mila persone disperate ma che non si fanno
sentire, chi vuoi che se ne occupi?”
Non condivisione dello spazio
“finchè non ci sarà una rappresentanza politica, un sindacato dei
disoccupati over 40 (…) finchè queste persone sono disperse,
non otterremo niente.”
“chi lavora in un call center si lamenta sempre perché è sotto-
pagato, ma anche se si è tutti vicini in un open-space non si
riescono a creare legami
23. Trame non-agite
Elaborazione:
Rassegnazione
“noi possiamo lamentarci della “schiavitù” e quando il padrone
vuole può buttarci in mezzo a una strada!”
“io mi sono arresa, ma alcuni colleghi, sono più rassegnati di me”
Defezione (Boudon R., Azione collettiva, 1991)
“non vado allo sciopero, tanto se siamo i soli a protestare
abbiamo ben poche probabilità di essere ascoltati”
(eran300.blogspot.com/)
Lamentela a-progettuale:
“tutti diciamo “me ne voglio andare”, eppure siamo qui da anni”
(blog di dory)
24. Emozioni connesse
Nella maggior parte dei post è citata la rabbia:
“io, comunque, sono sicuramente incazzato, molto
incazzato”
Amarezza (bitterness):
“amarezza, tutte le mattina quando vedevo le macchine di
quelli che andavano al lavoro”
Emozioni disforiche tra cui:
“La paura c’era sempre, sin dal primo cambiamento, ma è
diventata angoscia dopo i 50…il disagio principale è stata la
solitudine del diverso.”
25. Lo sguardo dell’altro: fuori dalla rete
Logiche di competizione pregiudiziale verso l’altro
“chi sta dentro il mondo del lavoro caccia chi sta fuori,
perché ha paura che gli faccia fuori il posto”
“ti guardano con sospetto e pensano che se a 43 anni
cerchi un lavoro, un difetto lo avrai. Contro il pregiudizio c’è
poco da fare”
(nonholeta.blg.tiscali.it)
Legame con l’istituzionalizzazione della
competizione e l’individualismo (Tomelleri, 2004;
2007)
26. Lo sguardo dell’altro: dentro la Rete
L’Altro (il referente o il destinatario) che ci si aspetta che venga a visitare
questi ambienti, strutturalmente pubblici, e a lasciare una traccia di sé è
costituito
da amici, conoscenti (incontrati dentro o fuori la Rete)
da lettori indifferenziati, perché possano essere sensibilizzati dalle
esperienze depositate
ma anche e soprattutto da chi si riconosce e ci riconosce simile (“il
precario come me”),
al fine di trovare possibili soluzioni collettive a problematiche troppo “grosse”
per essere affrontate (in particolare dal punto di vista emozionale) solo
dal singolo individuo
Caratteristiche dei soggetti:
Possono essere considerati come “più alfabetizzati”, nel senso di
Livello socio-culturale medio alto
Utilizzano il linguaggio legato ad ordinatori concettuali della
modernità (rivoluzione, movimento, sistema classista)
27. Funzione dei racconti in Rete:
funzione identitaria
Attraverso i SN in Rete si problematizza la
questione del riconoscimento
Riconoscere/riconoscersi:
“la persona che si trova in questa situazione tende a non
volersi riconoscere come tale. E’ difficile che qualcuno
dica “sono disoccupato” (nonholeta.blogspot)
“noi precari apparteniamo alla stessa categoria. Il nostro
limite è la nostra diversità, la nostra intrinseca pluralità.
Prenderne atto è il primo passo” (anagrafeprecari)
28. Funzioni dei racconti in Rete:
funzioni comunicative
Esprimere il proprio malessere
“vivo male, sinceramente, quello che mi porto dentro non so
chi lo può capire”
“la rabbia è per quelle inserzioni che sembravano su misura
per me…figurati come mi sentivo quando passavano i giorni
e non venivo chiamato”
“non so se riuscirò ad esprimere come mi sento: ho una
rabbia e un dolore dentro di me da anni per cui è veramente
difficile trovare le parole per descriverli”
29. Funzioni dei racconti in Rete:
funzioni comunicative
Esporre: esternare, denunciare:
Esporre
“vorrei che questo spazio divenisse un urlo talmente forte
da arrivare alle orecchie di chi ci ignora”
(nonholeta.blg.tiscali.it)
“per sensibilizzare, denunciare o, più semplicemente,
comunicare (generazione1000.blogspot.com)
“è arrivato il momento di esporre i grandi e piccoli problemi
quotidiani legati a queste tipologie contrattuali!”
(anagrafeprecari)
30. Funzioni dei racconti in Rete
Funzione mnestica
“il blog non vuole essere un punto di dibattito per questo
problema, ma solo un muro dove chi ha vissuto questa
situazione possa lasciare testimonianza, la sua memoria”
(nonholeta.blg.tiscali.it)
Funzione aggregativa
“la Rete non è una soluzione, è vero, però è quanto meno
una “strumento”(…) aggrega quanto e di più di qualsiasi
gruppo”
“se non esistesse la rete non potremmo parlare dei nostri
problemi ed avere un confronto di massa. Sappiamo di
essere in molti e tutti con gli stessi problemi”
(generazione1000.blogspot.com)
31. Funzioni dei racconti in Rete
Funzione propositiva
Azioni in Rete:
“mandiamo un’email a Damiano: non pensate allo scalone,
pensate ai giovani”
“stanno organizzando uno sciopero e hanno aperto un Blog
per sollevare il problema, stimolare attenzione e raccogliere
consensi e solidarietà”
Azioni fuori dalla Rete:
“è il caso di far scendere in piazza mille persone incazzate per
sensibilizzare e rendere visibile il problema, altrimenti non
esisti”
“lo sciopero passa, un movimento no. Bisogna dare vita ad
una sorta di movimento nazionale dei precari”
(anagrafeprecari)
32. Considerazioni finali
Proliferare non solo di Blog personali, ma anche di Blog a più
voci, siti, forum, community costruiti o frequentati da questi
soggetti.
L’analisi condotta ha mostrato come i SN in Rete:
1. divengono luogo e strumento di condivisione di emozioni e
sentimenti, altrimenti difficilmente possibile per soggetti (per
distanza o vergogna)
2. rappresentano una possibilità per affermare o modificare la
rappresentazione dell’identità personale o collettiva, attraverso il
dialogo e il riscontro con l’altro elementi forse solo
apparentemente perduti (in un contesto sistemico di
individualismo ed alta flessibilità)
3. ambienti di potenziale elaborazione del risentimento attraverso
la narrazione della propria esperienza
33. Considerazioni finali
•Condivisione spazio fisico
Potenziamento del
•Istanze condivise nella forma legame:
(linguaggio comune) e nel componente
Riconoscimento contenuto emozionale nel
immediato sorgere dei
•Progettualità, visione di un futuro
movimenti sociali
•Identità sociale della classe
sociale (nei diversi ambiti
RISENTIMENTO identitari:lavoro,consumo,etc)
•Condivisione di diversi spazi virtuali Depotenziamento
(non 1 unico ambiente) dell’emozione:
Riconoscimento •Costruzione delle istanze comuni, uso frammentata non solo
di una forma legata alla modernità fuori dalla Rete, ma
mediato esperienza di un sé
•Proposte, ma pochi progetti e non c’è frammentato anche
una visione del futuro nei diversi SN)
•Costruzione di un frammento di teoria della catarsi
identità
34. Considerazioni finali
Depotenziamento dell’energia emozionale del
risentimento:
“teoria della catarsi” - secondo Sheff (1977; 1979) le
società inibiscono l’espressioni di alcune emozioni (es.
collera, paura, dolore) attraverso rituali o competizioni che
conducono ad una “distanza estetica”:
individuo che percepisce il malessere sposta la propria
attenzione dall’oggetto che lo causa, alla propria
posizione “sicura” di osservatore, spettatore dell’evento
narrazioni in Rete come precipitato sociale di eventi e
sentimenti che attraverso la mediazione (passaggio
attraverso un medium) permettono all’attore di assumere il
ruolo di osservatore/lettore, distanziandosi dai post di cui è
autore in diversi ambienti virtuali e depotenziando i sentimenti
in essi depositati