1. ™
Elena Danna, Luciano Destefanis
Logopedisti, Amb. Autismo e Logopedia,
C.A.S.A. Centro Autismo e Sindrome di Asperger,
Mondovì
“Comunicazione non verbale
nell’autismo.
Strategie di trattamento dei deficit di
comunicazione”
Elena Danna, Luciano Destefanis
Logopedisti, Amb. Autismo e Logopedia,
C.A.S.A. Centro Autismo e Sindrome di Asperger,
Mondovì
Comunicazione non verbale nell’autismo.
Strategie di trattamento dei deficit di
comunicazione
2. ™
Scaletta
SINTONIZZAZIONE E RACCORDO
SCENARI O FORMATI
SEGNALI
CAA ... NON SOLO VISIVA!
ADATTAMENTI (IMPALCATURE)
CONDIVIDERE AZIONE ... CIOE' GIOCARE
SEGNALAZIONI AUMENTATE
RINGRAZIAMENTI E SALUTI
BIBLIOGRAFIA
3. ™
SPIAZZAMENTO
E AGGIUSTAMENTO
- Necessario profondo riadattamento dell’adulto
nella interazione per
SINTONIZZARSI con il bambino DSA.
Occorre una AZIONE DI RACCORDO tra
- l’adulto ed il bambino;
Modalità
del bambino modalità
del mondo sociale e
culturale convenzionale ,‘normotipico’,
rappresentato dall’adulto;
Questa azione ha molte componenti.
Le immagini di questa presentazione sono utilizzate esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
4. ™
Possiamo immaginarci ciò che facciamo con il
bambino autistico nel seguente modo: costruiamo
assieme una scena, uno scenario (Bruner, 1983), in
cui siamo
- noi
- il bambino
tutti agenti attivi
Introdursi e stare nella scena
In questo scenario ‘adattato’
avviene, come in una costruzione
cooperativa, il passaggio di
competenze sociali e culturali
Le immagini di questa presentazione sono utilizzate esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
5. ™
Difficoltà per il bambino DSA a comprendere la
SCENA COOPERATIVA ed a situarsi in essa
- come e perché giocare con l’altro, in modo
condiviso
- come giocare secondo le convenzioni, in
modo convenzionale
- come comportarsi in modo convenzionale,
adattato socialmente.
Non SINTONIZZAZIONE NATURALE
Modo atipico di COMPRENDERE LA SCENA
COOPERATIVA e di STARE NELLA SCENA.
Introdursi e stare nella scena
6. ™
Segnali
Le immagini di questa presentazione sono utilizzate esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
7. ™
IL QUIBUS DEI SEGNALI
Presentano caratteristiche ‘difficili’
per i bimbi DSA.
- per lo più
-- movimenti della persona;
-- prodotti della persona.
- spesso (o meglio SEMPRE) cangianti,
camaleontici, quindi di volta in volta
si occultano rispetto a come ce li
aspettiamo, soprattutto se ce li
aspettiamo uguali a prima
Segnali
Le immagini di questa presentazione sono utilizzate esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
8. ™
Lo si vede, moltissimo, nella verbalità.
In un certo momento è ‘vieni’ /vjeni/
In un altro ‘ daivieni’ /daivjeni/
in un altro è ‘vieniqui’ /vjenikwi/
ogni volta in contesto un po’ diverso, ogni volta con
intonazione un po’ diversa, con faccia un po’
diversa, con postura un po’ diversa; come
neurotipici ne facciamo normalmente delle
categorie, senza accorgercene; per cui ‘vieni,
daivieni, vieniqui, intonazioni diverse, gesti
diversi di accompagnamento, funzioni diverse…’,
il tutto finisce per essere ordinato stabilmente in
un unico cassetto….
Segnali
9. ™
Usare dei segnali, non solo verbali, è un processo
molto complesso. Per qualcuno all’inizio può
essere del tutto, o quasi, non organizzabile
intenzionalmente, impossibile da attuare in modo
funzionale.
Ce ne accorgiamo quando cerchiamo, con alcuni
bambini autistici, di far loro capire per le prime
volte che cosa vorremmo significare attraverso
tipi di segnali più ‘semplici’, come può essere un
oggetto (es. un giocattolo), un gesto di
indicazione …
Segnali
Le immagini di questa presentazione sono utilizzate esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
10. ™
“Ti presento questo oggetto, così che un po’ per
volta tu capisci (capisca, possa provare a capire)
che io voglio dirti che lo useremo, e so che a te
piace, e allora prima te lo mostro, leggermente a
distanza, così che tu lo veda e prima di
raggiungerlo possa esserci un attimo di ‘utilizzo
segnaletico’ da parte mia di questo oggetto (e
spero da parte tua ugualmente) per dirti (perché
tu intuisca) che fra poco (pochi secondi) lo
avremo, lo useremo, lo condivideremo in qualche
modo (come già l’abbiamo condiviso ed ho visto
che lo gradisci, o mi hanno detto che lo gradisci,
o proviamo oggi per la prima volta)”.
Segnali
11. ™
“Te lo ripresenterò varie volte, in diverse
occasioni nei nostri incontri (che sono brevissimi
tempi), e chiederò che ti vengano presentati
anche a casa e a scuola (massima parte del tuo
tempo) singoli oggetti in questo modo, magari su
una mensola, o tenuti in mano dall’altro, o
direttamente sul tavolo all’inizio, alla tua portata,
ma in modo che tu debba sporgerti un po’ per
prenderlo e, dopo un po’, avendone davanti due
(magari uno gradito ed uno indifferente) tu debba
anche ‘operare’ una scelta, senza che tu te ne
accorga, senza che vi sia una richiesta da parte
dell’altro di scegliere…”
Segnali
13. ™
CAA: sistema di utilizzo di
SEGNALAZIONE ADATTATA: di
GESTUALITA’ ADATTATA, di SONORITA’ E
VOCALITA’ ADATTATE, di LINGUAGGIO
ADATTATO, di SITUAZIONI DI GIOCO
ADATTATE, di MODALITA’ DI GIOCO
ADATTATE, di POSTURE ADATTATE, di
MOTRICITA’ ADATTATA, di EMOZIONALITA’
ADATTATA, di TONICITA’ ADATTATA; di
ADATTAMENTO DEGLI OGGETTI; di
ADATTAMENTO DELL’AMBIENTE.
CAA – Comunicazione Aumentativa
Alternativa
14. ™
Esempio tabelle di scelta giochi e cibi su tablet,
costruite con app di progetto t4A
CAA – Comunicazione Aumentativa
Alternativa
Le immagini di questa presentazione sono utilizzate esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
15. ™
Non è solo il VISIVO.
Non è (solo) il segnale visivo coincidente con le
ICONE, i PITTOGRAMMI, la TABELLA
COMUNICATIVA CARTACEA, la TABELLA
COMUNICATIVA SU TABLET, la AGENDA
VISIVA…
Certo, è ANCHE (ma non solo):
sviluppare la capacità di utilizzare modalità di
comunicazione visiva attraverso oggetti e
attraverso immagini
- in comprensione - in produzione
GESTUALITA’
16. ™
ma anche:
GESTUALITA’ ADATTATA, SEMPLIFICATA,
MODULATA
Modalità di COMUNICAZIONE A CONTATTO
(Hand-over-hand). E’ un sistema di
comunicazione, oltre ad essere una modalità per
fornire aiuto.
RACCORDO tra la molto limitata competenza
segnaletica del bambino e quella convenzionale
GESTUALITA’
17. ™
Dal diario di lavoro: “Quando il bambino ha fatto un
rapido accenno ad un gesto che era quasi uno
sporgere le braccia verso il tavolo, o la mensola, o
ha spostato la mano dell’altro verso l’oggetto
gradito, il gesto viene ripreso dall’adulto, il bambino
viene accompagnato fisicamente, lentamente, con
tranquillità, a prolungarlo e rifarlo, ed il gesto sfuma
nell’azione di prendere assieme il gioco
probabilmente voluto ma senz’altro scelto (in
anticipo) tra quelli motivanti per il bambino”
. Rispetto a questo gesto il bambino viene gratificato
soprattutto in relazione alla funzione con cui è stato
utilizzato, che è una RICHIESTA.
GESTUALITA’
19. ™
Quaderno a immagini di tipo PECS
Le immagini di questa presentazione sono utilizzate esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
21. ™
Quaderno di tipo PECS
Le immagini di questa presentazione sono utilizzate esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
22. Giochi di interazione
Le immagini di questa presentazione sono utilizzate esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
23. Giochi di interazione
Le immagini di questa presentazione sono utilizzate esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
24. Giochi di interazione
VOGLIO
IO
CASA PIPA
PERAPANE
MELA
NASO
DAMMI
PER FAVORE
IL LO LA L’
I GLI LE
Le immagini di questa presentazione sono utilizzate esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
25. ™
Obiettivi: condivisione di significati;
intenzionalità dell’azione; azione condivisa;
divertimento …
SI VEDA GIOCHIAMO CON I COLORI‘
ALL’INTERNO DEL DVD
Giochi di interazione
26. ™
SI VEDA PAROLE PER GIOCARE A TOMBOLA
ALL’INTERNO DEL DVD
Obiettivi: richiesta attraverso tabella grafico-
sonora in un gioco di tombola; familiarizzare
con la suddivisione del sonoro in sillabe …
Giochi di interazione
Le immagini di questa presentazione sono utilizzate esclusivamente a scopo didattico/educativo e non a scopo di lucro.
28. ™
BIBLIOGRAFIA
Apicella, F., Chericoni, N., Costanzo, V., Baldini, S., Billeci, L., Cohen, D.,
Muratori, F. (2013) Reciprocity in Interaction: A Window on the First
Year of Life in Autism
Arduino, G., Danna, E., Destefanis, L. & Terzuolo, C. (2000). Interventi
con il bambino che non parla. In M. Zappella & G. De Luca (a cura di).
Dossier L’autismo oggi, Percorsi di Integrazione, n. 3, pp. 38-43, Como.
Arduino, G., Danna, E., Destefanis, L. & Terzuolo, C. (2001). Interventi
con il bambino che parla. In M. Zappella & G. De Luca (a cura di).
Dossier: L’autismo oggi, Percorsi di integrazione, n. 1, pp. 44-48, Como.
Arduino, G., Destefanis, L. (2013). Speech and Language Therapy
Intervention in a multi-professional approach (Chap. 18, pp. 169-186,
Neurobiology, Diagnosis and Treatment in Autism: An Update, Riva, D.,
Bulgheroni, S., Zappella, M., 2013 Collection: Mariani Foundation
Paediatric Neurology, JOHN LIBBEY EUROTEXT
29. ™
BIBLIOGRAFIA
Bara, S. Pragmatica Cognitiva. I processi mentali della comunicazione.
Torino: Bollati Boringhieri
Barthélémy, C., Hameury, L. & Lelord, G. (1997). L’Autismo nel Bambino.
Terapia di Scambio e di Sviluppo. Paris: Expansion Scientifique Française.
Bruner, J.S. (1983) Il linguaggio del bambino. Come il bambino impara ad
usare il linguaggio. Roma: Armando Editore
Camaioni, L. (a cura di) (1978). Sviluppo del linguaggio e interazione
sociale. Bologna: Il Mulino
Camaioni, L., Volterra, V. & Bates E. (1986). La comunicazione nel primo
anno di vita. Torino: Boringhieri
Camaioni L. - Aspetti normativi e patologici dello sviluppo comunicativo,
con particolare riferimento all’autismo
30. ™
BIBLIOGRAFIA
Danna, E., Destefanis, L. (2004) Una esperienza di logopedia con bambini
autistici. In Autismo e disturbi dello sviluppo, Vol. 2, n. 1, pp. 99-115.
Trento: Erickson
Danna, E. (2009) La comunicazione visiva ed il bambino con Disturbo
Pervasivo dello Sviluppo: una proposta di intervento
In Enrica Mariani, Luigi Marotta, Manuela Pieretti (a cura di) –
Ed. Erickson – Trento, 2009 "Presa in carico e intervento nei disturbi
dello sviluppo Disturbi specifici del linguaggio, e dell´apprendimento,
disturbi generalizzati dello sviluppo, disturbo di attenzione e iperattività,
disabilità intellettive, disprassia e sordità".
Destefanis, L., Danna, E.: ‘A proposal of a creative use of authoring
software in communication and language therapy with autistic children’
(poster n. 6.8, in ‘10th International congress Autism Europe’, Budapest,
26-28/09/2013)
Frost, L., Bondy, A., (2002), PECS. Il sistema di comunicazione per scambio
di simboli. Manuale. Newark, DE, USA: Pyramid Educational Products
31. ™
BIBLIOGRAFIA
Hodgdon L.A., Strategie visive per la comunicazione. Vannini Editrice
Gussago (BS)
Muratori, F., Apicella, F., Muratori, P., Maestro, S. (2010)
Intersubjective disruptions and caregiver–infant interaction in early
Autistic Disorder
Tomasello, M. (2009) Le origini della comunicazione umana. Milano:
Raffaello Cortina Editore
Tomasello, M (2014) Unicamente umano. Storia naturale del pensiero.
Bologna: Il Mulino
Watson, L. R., Lord, C., Schaffer, B. & Schopler, E. (2000). La
comunicazione spontanea nell’autismo. Trento: Erickson.
Xaiz C, Micheli E., Gioco ed interazione sociale nell’autismo.Trento,
Erickson