1. Estratto dal sito
www.ilfuturomigliore.org
BASTA CON LA FINANZA CREATIVA !
sergio benassai
Sono un cittadino italiano, come tante/i altre/i.
Forse non sono un grande esperto in organizzazione di movimenti, e neppure in finanza.
Però sarei pronto ad aderire ad una iniziativa popolare che finalmente faccia piazza pulita della
finanza creativa, dei derivati, dei titoli tossici.
Come ?
In attesa di proposte migliori, questa è la mia:
1) si devono separare le banche “normali”dalle banche di “affari”. Che, secondo me, significa che le
banche “normali” devono tornare a raccogliere i risparmi delle/dei cittadine/i, garantendo un tasso
di interesse, e concedere finanziamenti alle società e alle persone che lo richiedono, con un interesse
ovviamente superiore a quello garantito ai risparmi. E anche a sottoscrivere i titoli di stato. E ce ne
sono, per fortuna: ad esempio, le Banche di Credito Cooperativo, la Banca Etica, ecc. Poi possono
2. esserci le banche di “affari”, che possono giocare come vogliono con derivati, futures, swap, ecc.
Non devono essere vietate, così come non è vietato fare scommesse, o giocare al Lotto
2) per le banche di “affari”, come nel gioco, ogni guadagno (come ogni giocata) deve essere
soggetto ad una “pesante” tassazione e, comunque, non si devono “presentare” come “banche”, ma
come una specie di “Lottomatica”
3) tutte le amministrazioni pubbliche e tutte le aziende controllate dalle amministrazioni pubbliche
sono obbligate a richiedere finanziamenti esclusivamente alle banche “normali” e a non aderire ad
alcuna iniziativa finanziaria proveniente dalle banche di “affari”
Naturalmente sarà necessaria una fase di transizione che dovrà, ad esempio, prevedere, per le
banche che sono sia “normali” che di “affari”, una separazione delle relative attività, con bilanci
separati, in previsione comunque di una loro separazione.
Le obiezioni ?
Obiezione 1: Siamo inseriti in un sistema europeo, anzi globale, nel quale la finanza “creativa”
gioca un ruolo fondamentale
Risposta 1): Come detto, non si proibisce di “giocare” con i derivati. Si propone solo di separare
l’attività commerciale da quella di investimento
Obiezione 2): Ma così ci si priva di un’attività (con molti posti di lavoro) che altri paesi sono pronti
a svolgere al nostro posto
Risposta 2): Sono da preferire altre attività (e l’elenco potrebbe essere numeroso); quanto ai posti di
lavoro, gli strumenti ci sono (anche se, forse, molte/i operatrici/ori finanziari non sono proprio
bisognose/i di cassa integrazione)
Obiezione 3): Una scelta di questo tipo sarebbe sgradita ai mercati finanziari, che, avendo in mano
quantitativi notevoli di titoli di stato, potrebbero reagire richiedendo tassi di interesse più elevati per
sottoscrivere i titoli di stato a garanzia del nostro debito (o, come si usa dire adesso, aumentando lo
spread con i titoli tedeschi)
Risposta 3): I nostri titoli di stato, se mancano acquirenti esteri, ce li assumiamo direttamente, con
l’acquisto degli stessi da parte delle banche commerciali (e, se vogliono, quelle di investimento),
pagando con titoli di stato stipendi e pensioni al sopra di un certo valore e, se necessario, pagando
con gli stessi titoli di stato i debiti della pubblica amministrazione
3. Si può fare ? Secondo me, sì.
Però chiedo aiuto a chi è più brava/o di me per definire meglio la proposta e, soprattutto, per
definirla in termini di disegno di legge, che mi piacerebbe fosse sottoposto alle/ai candidate/i alle
ormai vicinissime elezioni per sapere se sono pronte/i ad impegnarsi in tal senso, con la clausola poi
di dare conto di quanto faranno in Parlamento.
Naturalmente accetto commenti e critiche: a voi la parola.