1. Raccolta di citazioni sui temi
AMORE e PAURA
selezionate dalle classi
seconde e terze
Scuola Secondaria di 1° grado
IC Como Lago
a.s. 2015-16
Progetto Scuole Book City Milano
2. Era carina, questo poco ma sicuro. Aveva uno di quei visi che vorresti stare a guardare il più a lungo
possibile. Ma sembrava piuttosto in gamba, nel senso che non dava l’idea di sentirsi migliore degli altri. Anche
se lo era. “Ho un sacco di idee per rendere la scuola un posto migliore” continua “ma prima voglio fare una
cosa”. Si allontana dal microfono e si viene a mettere esattamente di fronte a me. Poi mi guarda dritto negli
occhi e mi dice: “Sei tu Rafe?”. All’improvviso mi sento loquace quanto Leo, ma riesco a farfugliare una
risposta. “Sì, sono io” dico.”Ti andrebbe di dividerci un piatto di patatine alla mensa, più tardi?” chiede. “Certo.
Offro io” dico, perché ho in tasca un biglietto da venti dollari che ho trovato proprio quella mattina.
(J. Patterson, C. Tebbetts, Scuola media gli anni peggiori della mia vita, pag. 25)
Io qui ho un amico. Anzi, un grandissimo amico, e gli voglio così bene che forse quando sarò più grande
diventerò la sua innamorata. Il mio amico si chiama Marco Zanin ed è il figlio del nostro fattore Andrea Zanin.
Marco ha nove mesi più di me e quindi frequenta la mia stessa classe nella stessa scuola, anche se
naturalmente io sono nella sezione femminile e lui in quella maschile. Per il resto siamo abituati a giocare e
chiacchierare insieme fin da quando eravamo piccolissimi.
(Lia Levi, Cecilia va alla guerra, pag. 26)
2A Prandoni
3. “Le persone che amavo sono tutte morte e con loro è morta la mia felicità: questo, però, non significa che
non possa più provare affetto per qualcuno”.
(Charles Dickens, Oliver Twist, pag. 98)
Prima di svoltare l’angolo si voltarono indietro, perché la mamma era sempre alla finestra per l’ultimo
saluto, con un cenno del capo, con un sorriso o agitando la mano. Senza questo saluto sembrava che non
potessero affrontare la giornata, perché, qualunque fosse il loro umore, l’ultimo sguardo al viso della mamma
era per loro come un raggio di sole.
(Louisa May Alcott, Piccole donne, pag. 46)
2B Prandoni
4. "Thomas Huber però la vedeva diversamente. Lui non avrebbe avuto niente in contrario, ma proprio
niente, a stringere con Lillibeth una "vera amicizia". Fin dal primo giorno di scuola, proprio davanti al portone,
prima ancora di mettere piede in classe, se ne era perdutamente innamorato. Per lui, il problema della poca
libertà di cui godeva la sua amata, non avrebbe costituito alcun ostacolo: si sarebbe adattato molto volentieri
a trascorrere interi pomeriggi pigramente accovacciati nel salotto di Lillibeth giocando a dominio o a carte,
mentre la madre di lei lo rimpinzava di dolci. E questo benché non amasse il domino, né le carte, né i dolci:
tanto grande era il suo amore per lei".
(Christine Nostlinger, Furto a scuola, pag 13-14)
“L'amore non dà pace. L'amore è insonne. L'amore è elevare a potenza. L'amore è veloce. L'amore è
domani. L'amore è tsunami. L'amore è rossosangue.
(Alessandro D'Avenia, Bianca come il latte, rossa come il sangue, pag 84)
3A Prandoni
5. Se parli direttamente con le persone trasmetti un’emozione più intensa, anche se le parole sono incerte e
la cadenza è diversa; in ogni caso, il messaggio che arriva assomiglia di più a quello che hai in testa, rispetto a
quello che potrebbe ripetere un interprete- o no? –perché dalla bocca dell’interprete non escono emozioni,
escono parole, e le parole sono solo un guscio. Abbiamo chiacchierato per quarantacinque minuti. Ho
raccontato tutto, ogni cosa. Ho raccontato di Nava, di mio padre e di mia madre, del viaggio, di quando
dormivo, lì, a Torino, a casa di Marco e Danila.
(F. Geda, Nel mare ci sono i coccodrilli, pag. 151)
Arrivano gli artificieri che disinnescano la bomba. Per questa volta è andata bene, ma Giovanni si spaventa
molto: non tanto per sé, quanto per Francesca. Capisce il pericolo che ha corso. La fa andare via. Per un po’
non dorme neppure con lei: è un modo per proteggerla. Francesca vorrebbe restargli sempre vicino, ma
capisce la situazione. Sposando Giovanni, Francesca ha accettato una vita di rinunce e di sacrifici. Giovanni è
un uomo che non può dormire con sua moglie, è un papà che non può avere figli. Lui un giorno lo ha spiegato
a Francesca: “Non possiamo mettere al mondo degli orfani”. Capisci? Sapeva che poteva essere ucciso da un
momento all’altro.
(L. Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, pag. 101)
3B Prandoni
6. -Joanna -provò a dire Dick, ma la voce si spense in gola.
Dopo un attimo riprese a parlare. -Joanna- ripeté con voce più ferma, -una volta hai detto di amarmi... e io
sciocco ti ho creduta...-
-Dick! Esclamò la fanciulla, “ DicK” e senza esitare si slanciò ad abbracciarlo e baciarlo. Cento e cento baci gli
diede questa meravigliosa ed elegante donzella...
-Ti ricordi, Joanna, che quando per me eri solo un nome io ti ho seguita?
Ho cercato uomini per liberarti, ho rischiato la vita in quell'impresa?
Per te mi tufferei nel mare più profondo, per te sbaraglierei leoni come fossero topi-.
(R. L. Stevenson, La freccia nera)
Si abbracciarono, si strinsero.L'amore mai detto, vissuto al primo istante, divampava. C'erano ancora ed
erano insieme.Nel contatto dei loro volti.Nelle mani strette l'una all'altra. Nell'abbraccio che non bastava
mai.Sempre più stretto, per non perdersi più. Abbracciarsi più forte, come bruciare in una sola fiamma,
scorrere in un solo fiume, vorticare in un solo vento.Diventarono un unico respiro, intenso come la notte,
caldo come l'estate.Le loro labbra si unirono in un bacio che valeva una vita.
(E. Kedros, La vendetta di Robin)
2A Leopardi
7. -“Mamma, Daisy è con la nonna adesso?"
"Credo di sì."[…]
"Le persone hanno lo stesso aspetto quando vanno in paradiso?"
"Non lo so. Non credo."
"Ma allora come fanno a riconoscersi?"
"Non lo so, tesoro." Sembrava stanca.
"Lo sentono e basta. Non si ha bisogno degli occhi per amare, giusto? Lo senti semplicemente dentro di te. E in
paradiso è così che funziona. È soltanto amore, e nessuno dimentica le persone che ha amato.”
(R. J. Palacio, Wonder)
"Tom raccolse tutte le proprie energie e poi si fece avanti deciso, per ricevere la punizione.
Ma la sorpresa, la riconoscenza, l’amore che lesse in quel momento nello sguardo di Becky lo avrebbe ripagato
anche di cento colpi di frusta. Ricevette senza fiatare, fiero dell’atto eroico compiuto, i colpi che furono più
energici di quanto il sig. Dobbins ne avesse mai elargiti a uno scolaro. E non disse nulla nemmeno dopo,
quando ebbe l’ordine di restare in classe due ore in più dell’orario. Sapeva chi lo avrebbe aspettato al termine
della prigionia, e pregustava due ore di attesa meravigliosa".
(M. Twain, Le avventure di Tom Sawyer)
2B Leopardi
8. “Tutte le cose sono più brutte viste da vicino” disse Margo, “tu no” ribattei io senza pensarci.
(J. Green, Città di carta)
“La pace non arriva mai in volo per conto suo, bisogna sempre conquistarla e difenderla, a volte anche con
la forza.”
(L. Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni)
2C Leopardi
9. La separazione mortale dei nostri corpi non separa le nostre anime. Né il tempo né le avversità della vita, e
neppure la gioia affievoliranno il mio affetto filiale.
(A. Dumas, Robin Hood)
Esistono mille forme di gioia, ma una sola le racchiude tutte: amare gli altri.
(M. Ende, La storia infinita)
2D Leopardi
10. “Sentivo quella goccia caduta dai suoi occhi scorrermi giù per la guancia: non era calda e densa come tutte
le sue altre lacrime, profumava di pioggia e di vento e mi sussurrava serena, quasi con voce umana: “Ti amo”.
(M. Polo, Il Milione)
“Una vita senza sogni è come un’aiuola senza fiori, ma una vita con sogni irrealizzabili è come un’aiuola con
fiori finti.”
(A. D’Avenia, Bianca come il latte rossa come il sangue)
3A Leopardi
11. "Il vento rappresenta la pietà di quelli che, nel dramma di Auschwitz, non rimasero indifferenti, ma si
misero in ascolto dei bisogni, delle richieste mute, del dolore profondo, e porsero aiuto".
(M. Maggi, E il vento si fermò ad Auschwitz)
"Se siete scampati l'uno alla forca, e l'altra alla lancia del soldato, e tutti e due ai lupi, vuol dire che a Dio
piace questo matrimonio. E allora che si faccia, e a spese di mio marito, da cui dipendono le vostre famiglie. La
pace tra voi e i vostri parenti seguirà di sicuro perché io stessa mi adopererò a ottenerla".
(Decamerone, dieci novelle raccontate da Piero Chiara-Pietro e L'Agnolella)
3B Leopardi
12. “E se ci perderemo io non ti perderò, tu non mi perderai perché, alla fine, io lo so e tu lo sai, ci sono
tramonti che non tramontano mai”.
(J. Mc Guire, Uno splendido disastro)
”Sono fermamente convinta che se l’amore può far male, l’amore può anche guarire”.
(N. Sparks, Vicino a te non ho paura)
3C Leopardi
13. “Apri la bocca” disse gentilmente il dottore in norvegese, io rifiutai. Pensavo che avesse in mente di farmi
qualcosa ai denti e, quando si era trattato di denti, era stato sempre doloroso “due secondi, ed è fatta” disse il
dottore. Come uno scimunito, aprii la bocca. La sottile lama mandò un lampo nella vivida luce e scomparve
nella mia bocca. Raggiunse il fondo del palato, la mano che la reggeva le impresse quattro cinque piccoli
rapidissimi movimenti rotatori e, un attimo dopo, nel bacile scese dalla mia bocca una massa di carne
sanguinolenta. Ero talmente sconvolto e indignato che mi limitai a emettere un guaito. Ero inorridito
dall’enorme grumo di carne caduto dalla mia bocca nella bacinella e il mio primo pensiero fu che il dottore mi
avesse tagliato via mezza testa.
(R. Dahl, Boy, pag. 72-73)
Quando mio padre è partito piangevamo tutti, perché lo sapevamo che non era come le altre volte. Ora
papà andava dove scoppiavano le granate e dove, se vedevano spuntare la tua testa, dall’altra parte i cecchini
ti sparano subito col fucile, mirando dritto in mezzo agli occhi. “Stai con la testa giù”, l’ho supplicato, e papà ha
fatto un piccolo gesto sconsolato e affettuoso, come dire “questa figlia è un po’ matta”. Ma matto è papà,
perché forse è vero che l’ha proprio chiesto lui di andare al fronte.
(Lia Levi, Cecilia va alla guerra, pag. 92)
2A Prandoni
14. “Al risveglio riprese il suo vagabondaggio convulso, oppresso dal terrore di un’altra notte solitaria popolata
dai fantasmi”.
(Charles Dickens, Oliver Twist, pag. 368)
“Il babbo non è qui con noi e non ci sarà ancora per molto tempo”. Non aggiunse “forse mai più”, ma
ognuna di loro lo pensò, ricordando il babbo tanto lontano, là dove si stava combattendo.
(Louisa May Alcott, Piccole donne, pag. 5)
2B Prandoni
15. "-Sei stata anche alla Rocca di Arrochar?- chiese Pervinca.-Come mai questa domanda?-Tomelilla ne ha
parlato oggi alla lezione- dissi.-Oh, capisco, le zone della Valle che la Somma Assemblea ha dichiarato
“proibite”. Be' Arrochar è senz'altro una di queste.-Fa paura come dice la zia?- chiese Vaniglia.-Paura? Oh, sì,
fa anche molta paura. Ma c'è qualcosa di peggio della paura, qualcosa che si prova solamente vicino a quella
terribile torre.-Peggio della paura? Cosa può esserci di peggio?-Per quanto possa sembrarvi incredibile, la
paura non è poi un sentimento così cattivo: avverte del pericolo e può salvarti la vita, a volte."
(Elisabetta Gnone, Fairy oak, Il segreto delle gemelle, pag. 177)
Tesi l'orecchio per superare il rimbombo martellante nelle tempie. Le mie orecchie sondarono lo spazio
fuori dalla porta della stanza - il pianerottolo, le scale - come invisibili cani da guardia, rimandandomi continue
informazioni: silenzio, silenzio, c'è solo silenzio, non troviamo niente. Possibile che mi fossi sbagliata? no,
impossibile. Avevo sentito il quarto scalino cigolare sotto il peso di una persona. E difatti, dopo un'attesa che
mi sembrò eterna, sentii lo scricchiolio di un altro scalino più su: c'era qualcuno in casa.
(Gordon Reece, Topi - Romanzo Thriller, pag. 79)
3A Prandoni
16. Dovevo diventare invisibile. Ma non avevo quei poteri. Ho finto di essere addormentato, perché quando dormi è un po’
come non ci fossi, o anche solo perché far finta di dormire è come far finta di niente, nella speranza che le cose si risolvano da
sole. Ma il poliziotto si è dimostrato furbo e mi ha visto anche se stavo dormendo. Mi ha tirato la maglia. Ho continuato a far
finta di dormire e mi sono perfino rigirato un pochetto, che è una cosa che mi capita, durante la notte. Il poliziotto mi ha tirato
un calcio nello stinco. A quel punto mi sono svegliato. Vieni con me, ha detto. Non ha nemmeno chiesto chi ero. Dove? Non ha
risposto. Mi ha guardato e ha inforcato gli occhiali da sole, anche se dentro la corriera era il regno della penombra. Ho preso la
borsa. Ho chiesto scusa alla ragazza accanto a me, se per favore mi faceva passare, e superandola ho sentito ancora di più il
suo profumo. Ho percorso il corridoio con il peso degli occhi di tutti contro la schiena, e i loro sguardi mi hanno bruciato il
collo. Appena ho posato un piede a terra, il pullman ha chiuso le porte con lo stesso fischio pneumatico di prima ed è partito.
Senza di me.
(F. Geda, Nel mare ci sono i coccodrilli, pag. 74)
“Al campo ci hanno rasato la testa. Per farci sentire nudi. E perché così, dopo, la gente avrebbe capito che eravamo stati in
Iran, clandestini, e che eravamo stati espulsi. Ridevano, mentre ci tagliavano i capelli. Loro ridevano e noi in fila come pecore.
Per non piangere guardavo le ciocche accumularsi sul pavimento: sono strani, i capelli, quando non sono sulla testa.
Dopo ci hanno caricato sul camion. Siamo partiti a gran velocità e sembrava che l’autista andasse a cercarli, i buchi sulla
strada, perché era difficile prenderne così tanti senza farlo apposta. Pensavo fosse un trattamento completo nel rimpatrio, e
l’ho anche detto agli altri, ma nessuno ha riso. A un certo punto ci hanno urlato di scendere, che eravamo arrivati. Avessero
avuto uno di quei camion per il trasporto della sabbia, con il rimorchio che si alza, ci avrebbero scaricato così, facendoci
rotolare il più lontano possibile. Invece si sono limitati a darci qualche bastonata.
(F. Geda, Nel mare ci sono i coccodrilli, pag. 71)
3B Prandoni
17. Thor svoltò e ciò che vide lo fece rimanere di pietra.Rimase li',cercando di riprendere fiato tentando di rimettere insieme
l'immagine di fronte a lui,che aveva dell'incredibile. Era quanto bastava per suscitare il terrore nel più valoroso guerriero. E lui
era lì,con la sua spada corta, che guardava quella creatura.Era orribile,teneva in alto le sue braccia muscolose e rosse,con
mani dotate di tre lunghe dita e una testa come quella di un demone,con quattro corna,una lunga mandibola e un'ampia
fronte. Aveva due grandi occhi gialli e zanne arcuate. Si rizzò all'indietro ed emise un verso stridulo. Accanto a lui uno spesso
albero si spezzò a metà a quel suono,e lui stava lì, paralizzato dalla paura. Lasciò cadere la sua spada e chiuse gli occhi.
(M. Rice, Un’impresa da eroi)
Più tardi il signor Otis fu svegliato da uno strano rumore proveniente dal corridoio,un suono metallico che sembrava
avvicinarsi sempre di più. Il ministro si alzò immediatamente,accese un fiammifero e guardò l' orologio era l'una. Si sentiva
bene, non era agitato,ma si tastò tuttavia il polso per accertarsi che stava bene.Si infilò allora le pantofole, estrasse un piccola
bottiglietta dal nècessaire da viaggio e aprì la porta. Vide davanti a sé, nel pallido chiaro di luna, un vecchio dall'aspetto
spaventoso.aveva gli occhi rossi come carboni ardenti e lunghi capelli arruffati grigi e cadenti sulle spalle in ciocche. I vesti
logori,sudici. Appese alle caviglie e ai polsi aveva pesanti catene arrugginite.…
Non appena scoccò la mezzanotte il fantasma si mise all'opera.
Il gufo batté le ali contro i vetri della finestra e, mentre tutto attorno il castello, il vento gemeva come un anima in pena, il
corvo gracchiò dai rami di un vecchio tasso.
(O. Wilde, Il fantasma di Canterville)
2A Leopardi
18. "Un leggero vento faceva ondeggiare le cime degli alberi. Tom ebbe un brivido di paura. Forse erano le
anime dei morti che protestavano contro chi turbava il loro sonno. I due ragazzi osavano appena scambiarsi
sommessamente qualche parola. Erano oppressi dalla morte, da quel luogo, e dal silenzio solenne. Trovarono
un tumulo di terra smosso da poco e si nascosero dietro tre grossi tronchi di olmo, lì accanto. L’attesa
sembrava eterna, il grido di una civetta lontana era l’unico suono che turbasse quel silenzio di morte."
(M. Twain, Le avventure di Tom Sawyer)
È proprio questo il problema della paura, però. Che non riesci a controllarla. Quando hai paura hai paura. E
quando hai paura ogni cosa sembra spaventosa; persino cose che non sono per niente spaventose. E ogni cosa
che ti fa paura si mescola insieme fino a formare questa sensazione gigantesca terrificante. È come se tu fossi
completamente avvolto, dentro questa coperta che è la paura."
(R. J. Palacio, Il libro di Julian)
2B Leopardi
19. “Il terrore era insopportabile, la follia era lì, a un passo.”
(L. Troisi, La missione di Sennar. Cronache del mondo emerso)
Mentre correvo la paura mi cresceva dentro fino a diventare una specie di delirio"
(R. L. Stevenson, L’isola del tesoro)
2C Leopardi
20. Era piombata nell’incubo.
Rimase immobile, gli occhi sbarrati che esploravano il buio. Aveva il cuore oppresso da una paura immensa,
convulsa. Cercò di muoversi ma non ci riuscì. Non era legata, era semplicemente troppo debole. E sapeva che
un minuto prima era sveglia… Ma aveva tanta paura. Il terrore cresceva. Questa volta era peggio del solito,
perché il sogno era molto più chiaro. Sapeva che da un momento all’altro, lì vicino a lei nel buio, un uomo si
sarebbe messo a urlare e, per paura di sentirlo, urlò.
(P. Pullman, Il rubino di fumo)
Cademmo tutti e tre. In meno di un secondo, la luce fu sostituita dalle tenebre più profonde. Quindi sentii
l'appiglio solido venir meno non sotto i miei piedi, ma sotto la zattera. Credetti che affondasse. Ma mi sbagliai.
Avrei voluto rivolgere la parola a mio zio, ma il muggito delle acque me lo impedì. Compresi cosa stava
accadendo, nonostante le tenebre, il rumore, la sorpresa e l'emozione.
(J. Verne, Viaggio al centro della Terra)
2D Leopardi
21. “L’ignoranza è madre della paura”
(H. Melville, Moby Dick)
“Ho paura perché sono felice, e una felicità così si prova quando stai per perderla.”
(A. Frank, Il diario di Anna Frank)
3A Leopardi
22. "Nessuno può immaginare l'atrocità del lager. Nessuno che non vi sia stato rinchiuso e vi abbia vissuto.
Nessun altro può capire. Solo noi che abbiamo trascinato i nostri giorni nell'Inferno sappiamo. Sappiamo e
raccontiamo. Chi legge ci ascolta, ma capire no. È impossibile. Ascoltarci è doveroso. Ascoltarci è rispetto. Chi
legge e ascolta, sa. Chi sa, partecipa. Chi partecipa, può testimoniare. Chi testimonia quello che ha ascoltato,
diventa Nuovo Testimone. Di Nuovi Testimoni ha bisogno la voce della Storia. Perché non si taccia la verità.
Perché non si dimentichi nulla della Storia. Perché non si perdano gli insegnamenti del passato. Perché gli
errori non si ripetano. Perché il valore dell'uomo ne esca più saldo. Che la Storia abbia Nuovi Testimoni.
Benvenuto, Nuovo Testimone!".
(M. Maggi, E il vento si fermò ad Auschwitz)
"Molto più a Nord, oltre le foreste scure, i prati ondulati e le collinette tonde, nell'angolo più lontano della
Terra delle Storie, c'era un luogo cupo, perduto e remoto. I lupi ululavano e il vento infuriava. Era tutto
ghiaccio, neve e gelo."
(I. Beck, La vera storia di Tom Trueheart)
3B Leopardi
23. ”Ho imparato che il coraggio non è la mancanza di paura, ma la vittoria sulla paura. L’uomo coraggioso non
è colui che non prova paura ma colui che riesce a controllarla.
(N. Mandela, Lungo cammino verso la libertà)
”E’ bello morire per ciò in cui si crede; chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta
sola”.
(G. Ayala, Chi ha paura muore ogni giorno. I miei anni con Falcone e Borsellino)
3C Leopardi