Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiore
I bambini e la guerra
1. I Bambini
e
La Guerra
Percorso di approfondimento realizzato
dalla classe II A
Scuola Secondaria Di Primo Grado
E. e P. Prandoni
Torno (Como)
A.s. 2014/2015
2. La Convenzione
dell’Infanzia è composta da
54 articoli nei quali sono
scritti i diritti dei bambini
e come tutelarli.
Dovrebbero servire a
rendere tutte le persone,
ma soprattutto gli adulti,
consapevoli dei diritti
dell’infanzia e quindi
facilitarne il rispetto.
LA CONVENZIONE DELL’INFANZIA
I Bambini e la Guerra
Percorso di approfondimento classe II°A
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3. 1919: una donna inglese crea «Save the
children found», per aiutare i bambini
europei dopo la Prima Guerra Mondiale.
1959: Viene firmata la Dichiarazione dei
Diritti del fanciullo.
1979: Le Nazioni Unite dichiarano il
1979 Anno Internazionale del fanciullo.
1989: viene approvata la Convenzione
dei Diritti dell’Infanzia e dell’
Adolescenza, che entra in vigore l’anno
successivo.
CRONOLOGIA STORICA
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4. Art.1
I diritti elencati nella Convenzione riguardano tutti i minorenni
da 0 a 18 anni
Art.6
Tutti dovrebbero riconoscere che hai il diritto di vivere
Art.19
Nessuno dovrebbe farti del male in nessun modo. Gli adulti
dovrebbero assicurarsi che tu sia protetto da abusi, violenze o
negligenze. Nemmeno i tuoi genitori hanno il diritto di farti del
male.
Art.22
Se sei un rifugiato (cioè se devi lasciare la tua nazione perché
viverci sarebbe pericoloso per te) hai il diritto di essere protetto
e aiutato in modo speciale.
Art.31
Hai il diritto di giocare.
ALCUNI ARTICOLI DELLA CONVENZIONE
Semplificati e indirizzati ai bambini
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5. Il numero di bambini nel mondo: 2,2 miliardi.
Il numero di bambini che vivono in povertà:
oltre un miliardo.
Speranza di vita media per un bambino nato in
Giappone: 85%
Speranza di vita media per un bambino nato in
Zambia: 33%
Paesi che hanno firmato la Convenzione: 192
Paesi che non l’hanno firmata: 2 (Somalia e
Stati Uniti)
STATISTICHE SULL’INFANZIA
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6. Sono chiamati «bambini soldato» i fanciulli che
vengono impiegati in operazioni militari o illegali in
tutto il mondo. Sono utilizzati direttamente nelle
ostilità o in ruoli di supporto (vedette, messaggeri,
spie). In alcuni paesi africani, sudamericani o asiatici,
i bambini soldato sono spesso soggetti a questo tipo
di sfruttamento. A questi bambini, in alcuni casi,
vengono somministrati degli stupefacenti per poter
interagire durante uno scontro senza alcuna
esitazione, mentre le bambine vengono spesso usate
per scopi sessuali, ma anche per piazzare esplosivi,
aprire la strada all'esercito sul campo minato, per
cucinare perché possono essere rimpiazzate più
facilmente, non devono essere pagate e non si
ribellano. Per i ragazzi che sopravvivono alla guerra e
non hanno riportato ferite o mutilazioni, le
conseguenze sul piano fisico e psicologico sono
comunque gravi: stati di denutrizione, malattie della
pelle, patologie respiratorie e dell'apparato sessuale,
incluso l'AIDS, problemi comportamentali.
I BAMBINI SOLDATO
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7. I Bambini e la Guerra
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8. Oggi anche l’Isis ricorre ai bambini soldato.
Abbiamo letto di quaranta ragazzini di non
più di 13 e 14 anni di età, addestrati dall’Isis
al combattimento e a compiere attentati
suicidi in vista della battaglia che si
preannuncia da parte delle forze irachene e
curde per la riconquista di Mosul, nel nord
dell’Iraq. Pochi giorni fa 65 bambini dai 5
mesi a i 17 anni delle minoranze turkmena e
yazidi erano stati rinchiusi dagli jihadisti
dopo il massacro delle rispettive comunità.
Lasciati con poca acqua, cibo e vestiti, molti
di loro sono stati violentati dai miliziani.
Quegli stessi jihadisti che pochi giorni dopo
sono tornati per metterli in posa con le
bandiere nere tra le mani, e scattare qualche
fotografia.
I BAMBINI E L’ISIS
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9. Inoltre, pochi giorni fa l’Isis ha fatto girare un
video: un documento di quattro minuti che
testimonia l’ultima di una serie di orribili
esecuzioni. Inizialmente la telecamera insiste
su un miliziano in tunica marrone, barba lunga e
turbante, che imbraccia una mitraglietta.
Subito dopo entra in scena il corteo degli otto
condannati a morte: vestono la classica tuta
arancione e hanno gli occhi bendati.
A quel punto arriva un bambino, che non deve
avere più di 10 anni. Sul suo voto si legge
l'espressione compiaciuta di chi si sente
protagonista di una grande impresa. Tocca al
ragazzino distribuire i coltelli ai boia che
decapitano i soldati colpevoli.
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10. I Bambini
e
Le Guerre Mondiali
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11. Nel 1914 iniziò la prima guerra mondiale.
L'inizio fu l'attentato a Sarajevo all‘Arciduca austriaco
Francisco Ferdinando e a sua moglie.
L'Italia entrò in guerra nel 1915 e iniziò subito a combattere
contro gli austriaci per liberare il Friuli Venezia Giulia,
parte del Veneto e il Trentino Alto Adige dall'Impero
Asburgico.
Nel 1917 l'Italia subì una pesantissima sconfitta contro gli
austriaci a Caporetto..
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12. I SOLDATINI
DEL 1899
Furono arruolati soldati nati nel 1899 i quali nel 1917 compivano 18 anni
e che pertanto potevano essere impiegati sul campo di battaglia.
Furono “strappati” dalle loro famiglie quando non avevano ancora
compiuto 18 anni. I primi ad arruolarsi furono circa 80.000 e furono
chiamati nei primi quattro mesi del 1917, e frettolosamente istruiti
nelle varie scuola d’addestramento per poi poter combattere. Furono
inquadrati in battaglioni di Milizia Territoriale. Alla fine di maggio
furono chiamati altri 180.000 ed altri ancora nel corso dell'anno. Ma i
primi ragazzi del '99 furono inviati al fronte solo nel novembre del
1917, nei giorni successivi alla sconfitta nella battaglia di Caporetto. Il
loro esercito si dimostrò fondamentale per la vittoria finale contro gli
austriaci.
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13. LA VITTORIA
I giovani ragazzi, appena diciottenni, vinsero a Vittorio
Veneto e da lì arrivò la firma dell‘Armistizio di Villa Giusti
da parte dell'Impero Austro-Ungarico. Nel primo
dopoguerra, la definizione «Soldatini del '99» fu utilizzata
ampiamente nella storiografia e nella pubblicistica italiana
al punto da entrare nell'uso comune per riferirsi a tutti i
ragazzi nati nel 1899.
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14. COME SONO COMMEMORATI
Non esistono precise informazioni
sui soldati del 1899 caduti sul
campo di battaglia. Essi però
rimangono commemorati nella
memoria del Paese. Per esempio vi
è anche un piccolo quartiere di
Santa Croce del Montello definito
"Città dei ragazzi del 99".
A Milano si trova la Via "Ragazzi
del 99", che testimonia la loro
vittoria sul capo di battaglia ed a
Gorizia è stato dedicato ai
"Ragazzi del '99" un viadotto.
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15. I Bambini e la Guerra
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Alla fine della Prima Guerra Mondiale,
quei soldatini che furono inutili vittime sacrificali,
furono considerati eroi.
16. LA SCELTA DEL MILITE
Nel 1920 l'allora colonnello
Giulio Douhet propose per primo
un' iniziativa già attuata in
Francia e in altri Paesi coinvolti
nella Grande Guerra, cioè di
onorare i giovani caduti italiani
le cui salme non furono
identificate, con la creazione di
un monumento al Milite Ignoto a
Roma. Fu scelta una donna di
Trieste, Maria Bergamas, il cui
figlio, morto in guerra e non più
ritrovato, aveva aiutato
l'esercito italiano disertando
quello austriaco, nel quale era
stato arruolato. Alla donna
furono presentati undici salme.
Lei, presa dalla tristezza, pianse
su uno di questi che venne
riconosciuto come il milite
rappresentante.
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17. IL VIAGGIO DELL'EROE
Nel 1921, il corpo del milite ignoto
fu portato in treno da Aquileia
(località in provincia di Udine) a
Roma, per essere deposto
sull‘Altare della Patria a piazza
Venezia. Ogni anniversario del
viaggio del milite ignoto, il treno
ripercorre lo stesso viaggio e
incontra, stazione per stazione, gli
italiani di oggi che ricordano i
propri padri e i propri nonni morti
durante la Prima guerra mondiale.
Un viaggio simbolico che unisce
l'Italia e gli italiani attraverso le
generazioni e che ammonisce alla
pace.
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18. L'ALTARE DELLA PATRIA A ROMA
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19. IL SACRARIO
Il Sacrario militare di
Redipuglia è un monumentale
cimitero militare situato in
Friuli Venezia Giulia, costruito
in epoca fascista e dedicato
alla memoria di oltre 100.000
soldati italiani caduti durante
la prima guerra mondiale.
Sorge all'interno del
territorio comunale di Fogliano
Redipuglia in provincia di
Gorizia. All'interno troviamo
40.000 caduti.
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21. LA CAPPELLA DI REDIPUGLIA
Nell'ultimo
gradone, in due
grandi tombe
comuni ai lati
della cappella
votiva, riposano
le salme di
60.330 caduti
ignoti.
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22. LA DONNA DELLA GUERRA
Dei 40.000 sepolti una
soltanto è una donna
seppellita nel sacrario.
E' una crocerossina
morta a 21 anni di nome
Margherita Kaiser
Parodi Orlando. La sua
tomba si trova nella
prima fila e si distingue
perché nella facciata è
scolpita una grande
croce.
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23. La Seconda Guerra Mondiale
Circa vent’anni dopo, il 1^ settembre 1939,
la Germania invase la Polonia: inizia la II guerra mondiale,
durante la quale,
i bambini vissero nella miseria,
c’era poco da mangiare e
il pericolo dei bombardamenti era costante.
Una situazione ancora più angosciante e
pericolosa fu vissuta dai bambini ebrei
che già prima della guerra
furono confinati nei ghetti.
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24. IL GHETTO DI TEREZIN
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25. Terezin è una città fortezza che si trova in Rep. Ceca a circa 60 km da Praga
DOVE SI TROVA ?
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26. Nel '700 l'imperatore d'Austria Giuseppe d'Asburgo
fece costruire una fortezza
nell'attuale Rep. Ceca per difendere la gente.
La città era circondata da mura e nell'Ottocento divenne una prigione.
Nel 1941 Terezin si trasformò in un ghetto,
cioè un quartiere controllato per gli ebrei cechi.
Nel 1942 ci fu la guerra e la deportazione degli ebrei anche tedeschi.
Nel 1944 arrivarono anche ebrei olandesi e Terezin si affollò.
Le condizioni igieniche divennero ancora più precarie.
Il 5 maggio 1945 il controllo del campo fu trasferito
dalla Germania alla Croce Rossa.
Cinque giorni dopo Theresienstadt fu definitivamente liberata
dalle truppe sovietiche avanzanti.
LA STORIA
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27. Nel campo di Terezin la scuola era proibita,
ma i prigionieri che un tempo erano docenti riuscirono ad insegnare :
Disegno
Matematica
Letteratura
Musica
Un’ insegnante aveva ideato un metodo
per esprimere il disagio e le emozioni nel disegno.
Questo insegnamento prenderà il nome di arte terapia.
Il professore Elsinger aveva creato con i ragazzi un giornalino.
LA SCUOLA
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28. I disegni dei bambini si possono suddividere in due categorie specifiche:
Nella prima categoria vi sono disegni e dipinti di prati pieni di fiori e farfalle in volo,
motivi di fiaba, giochi di bambini.
La seconda categoria è formata da disegni con motivi del ghetto di Terezin.
Questi ultimi raffigurano la cruda realtà in cui i bambini erano costretti a vivere.
Qui vediamo i disegni delle caserme di Terezin,
dei blocchi e delle strade,
dei baraccamenti di Terezin con i letti a tre piani, i guardiani.
Ma i bambini disegnavano anche i malati, l'ospedale, il trasporto, il funerale o un'esecuzione.
I DISEGNI
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29. I Bambini e la Guerra
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30. I Bambini e la Guerra
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31. La Croce Rossa comunicò a Hitler
che sarebbe andata a controllare
uno dei suoi campi di concentramento.
Infatti in guerra le regole scritte
nella '‘Convenzione di Ginevra''
devono essere rispettate:
una di queste regole è che i prigionieri
non possono essere torturati.
Hitler decide di mandare la Croce Rossa
al campo di Terezin ripulendolo,
organizzando la scuola e
uno spettacolo teatrale. Invitò anche le telecamere
per realizzare un documentario di propaganda che
Si intitolò «Il Fuhrer dona una città ai bambini»
IL FUHRER DONA UNA CITTA' AI BAMBINI
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32. Brundibar è un'opera per bambini
originariamente rappresentata
dai bambini del campo di Theresienstant.
Krasa scrisse l'opera nel 1938
per un concorso organizzato dal governo,
che venne successivamente annullato.
Le prove cominciarono nel 1941.
Nel 1942 si svolse la prima opera,
accompagnata da diversi strumenti.
La trama parla di 2 fratelli, Aninka e Pepicek,orfani di padre.
La loro mamma era malata e per guarire aveva bisogno di latte.
Purtroppo erano poveri, essendo senza soldi decidono di cantare
nella piazza del mercato per raccogliere quelli necessari.
Ma Brundibar, il malvagio suonatore di organetto, li cacciò,
ma grazie l'aiuto di un passero, di un astuto gatto, di un cane e
con dei bambini saranno capaci di procurare i soldi
per comprare il latte per la mamma.
BRUNDIBAR
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33. Nessuno,
tra i bambini protagonisti di Brundibar,
sopravvisse alla guerra.
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34. FINE
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