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IL MITO
                                       DELLE SIRENE
                                            da Omero ad Walt
                                            Disney



la Melusina occitanica
le Undine germaniche
le Nixe
la Lorelei
le Figlie del Reno
le Rusalke dei laghi russi
le Mermaid dei racconti celti
la fondatrice di Sirenograd-Varsavia
la dea Yemanjá afro-americana
la Sedna della tundra
le adescatrici dei cartelli pubblicitari
I Galli, Positano
Punta Licosa, Cilento
Palazzo Reale, Napoli




Giovan Battista Calì di Catania, Piano di tavolo, dono del Barone Maganelli a Ferdinando II
Le Sirene erano parte del patrimonio
 tradizionale dei naviganti, protagonisti
    delle prime spedizioni occidentali

La loro presenza corrispondeva ai punti
  cruciali di passaggio, dove condizioni
atmosferiche e dominio delle imbarcazioni
   erano gli elementi essenziali per la
                navigazione
Il mito delle
       Sirene
     compare
per la prima volta
    in Omero
(XII-VI sec. a.C.)
 che racconta di
        Ulisse
   che vaga nel
  Mediterraneo
Ulisse, notoriamente, si salva facendosi
legare all'albero della nave mentre i suoi
compagni con le orecchie turate con la cera
continuano a vogare

   Nella versione del mito seguita da
Omero, le Sirene sono creature marine,
che ammaliano con il loro canto i
navigatori, ne provocano il naufragio e
cospargono il lido di cadaveri

   Omero usa il duale, quindi lascia
intendere che siano due, non ne cita i
nomi, non descrive il loro aspetto né il
tipo di canto
• Apollonio Rodio (III secolo a.C.)
  narra nelle Argonautiche
  dell’incontro fra sirene ed Orfeo,
  una generazione precedente la
  vicenda omerica

•   Sulla nave partita alla conquista del Vello d’Oro, si era imbarcato
    anche Laerte, padre di Ulisse.
•   Orfeo, musicista portentoso, aveva il compito di dare la cadenza al
    lavoro dei rematori col suono della sua lira. Chirone il centauro
    gli aveva predetto che avrebbe avuto ragione delle incantatrici del
    mare. Infatti, rientrati nel Mediterraneo dopo aver recuperato il
    tesoro nel deserto libico, gli Argonauti passano vicino all’isola
    fatidica. Orfeo sfoggia un suono così forte da coprire il canto delle
    Sirene. Ciò nonostante, Bute era riuscito a udirle e si era gettato
    fra le onde. Salvato in extremis da Afrodite sulle rive occidentali
    della Sicilia, diventerà il suo amante e fonderà la città di Lilibea,
ICONOGRAFIA
• L’iconografia è parca nel registrare
  la vittoria di Orfeo sulle Sirene


• Invece l’episodio omerico gode di un
  vasto riscontro nell’immagine,
  soprattutto nei dipinti corinzi e attici
  tra i secoli VII e III a.C., nelle
  statuette etrusche, nelle gemme
  ellenistiche, nei rilievi dei sarcofagi
  romani
ICONOGRAFIA

Le Sirene sono ibridi e sul loro
aspetto cominciano a tramandarsi
varie leggende

Esseri dimezzati, per metà donne,
per metà animali, con le prerogative
di entrambe le componenti
Museo del Louvre, Parigi

cormorano con volto di donna
     “io sono la sirena”




      Idria attico-corinzia, CAERE, Etruria,VI sec. a.C   .
Museo S.Agata sui Due Golfi

Vaso greco rinvenuto in località “Il
Deserto”, nei pressi di S. Agata sui
Due Golfi, decorato con figure di
Sirene: una centrale, ad ali spiegate,
e quattro nella fascia superiore,
ritrovato nell’agosto ’81. E’ stato
consegnato alla Soprintendenza
Archeologica di Napoli grazie alla
tenace mediazione del magistrato
dott. Domenico Galasso,
appassionato assertore della
localizzazione di un tempio delle
sirene nella contrada del
ritrovamento


                                         Il vaso faceva parte di un corredo funebre
                                          databile alla seconda metà del VI sec. a.C.
Museo Archeologico Nazionale, Paestum




Per i greci le Sirene
sono mostri ibridi con
corpo di uccello e testa
di donna




                           Sirena alata: neck-amphora firmata da Python, IV sec. a.C.
Museo Archeologico Nazionale, Atene



Talora erano figurate
come uccelli con la
testa e torso di
donna e con robusti
artigli




                           Kerameikos IV sec. a.C.
Metropolitean Museum of Art, Rogers Fund




I Greci conserveranno
per lungo tempo
l’immagine
della Sirena
come donna-uccello,
anche se sempre più
antropomorfa
                            Grecia, III a.C.
Museo del Bardo, Tunisi




  Mosaico proveniente da Dougga, III sec a.C.
  Rappresenta Ulisse sulla sua nave, legato all'albero maestro e le Sirene,
  raffigurate come donne con zampe e ali di uccello
Museo Archeologico Nazionale, Napoli




La Sirena come
donna-pesce
è una
raffigurazione
più tarda




             Mosaico con Sirena ed amorino, collezione Farnese, Pompei, I sec a.C.
British Museum, Londra

… ma perché voi,
Sirene, avete
penne e zampe d’uccello
con volto di fanciulla? …
Ovidio Publio Nasone,
(Metamorfosi V,552ss.)


                            Pompei, I sec. d.C.
ETIMOLOGIA

• Dal greco seirios, incandescente, deteriorabile, o seraphin, ardere, o
  seirazein, prosciugare, specie se riferito all’arsura dei pascoli, o seirà, laccio, corda,
  fune, o seirazein, legare, perchè le Sirene legano a sé i naviganti?

• Dal sancrito sûrya, sole, bruciante insopportabile siccità?
• Da Sirio, perché l’astro più fulgido, col levarsi del quale insorge la canicola, o perché
    trovandosi quasi sempre basso sull’orizzonte, veniva associato al regno d’oltretomba?
• DaI latino e lingue romanze, che le chiameranno
  «Serene», accostandole alla parola serenus, asciutto, senza nuvole,
    cielo chiaro e disteso, rispecchiante il mare calmo sul quale apparivano

• Alcuni collegano l’omerico Surie con Sorrento, il cui nome
  deriva dagli isolotti dove esse abitavano


• Le Sirene non vincono: avvincono
PATERNITA’
  Complessi quadri familiari
      ricchi di varianti
       genealogiche.
 In Sofocle (496-406 a.C.)
          sono figlie di Forco,
    in Euripide (480 a.C.)                    Vaso attico, VI sec a.C. British Museum, Londra
                                                  combattimento tra Acheloo ed Eracle

         sono nate dalla Terra,
in Nonno di Panopoli (V d.C.)
         (Dionisiache 13-314)
        figlie del dio fluviale Acheloo,
  in altre versioni nascono dal
      sangue di Acheloo
sgorgato dalle ferite ricevute nella
        lotta contro Eracle                Vaso attico, VI sec a.C. Museo Etrusco Villa Giulia, Roma
                                                      combattimento tra Acheloo ed Eracle
MATERNITA’
Secondo Apollonio Rodio (III
sec. a.C.) sono figlie della
musa Tersicore
(Argonautiche 4,895-6),      in
altre leggende la loro madre
è Asterope, in altre la musa
Calliope

Quest'ultima versione sarà
poi adottata nella mitologia
latina
                                  Decorazione di un vaso greco con Ulisse e le Sirene, III sec. a.C.
                                  Staaliche Museen zu Berlin Preussischer
                                  Kulturbesitz Antikensammlung, Berlino
NUMERO
• Il numero delle Sirene non è certo: Omero, il primo a menzionarle,
  ne parla usando il duale, sottintendendo dunque che si tratta di una
  coppia

• Tuttavia nella tradizione figurativa ed in quella letteraria sono
  generalmente 3, in analogia con le Arpie, le Charitas e le Moire

• Non mancano le eccezioni che parlano di 4 o addirittura di 8 Sirene,
  come fa Platone

           Nella narrazione di Er, un guerriero della Panfilia miracolosamente torna tra i
   vivi, dopo una permanenza nel mondo d’oltretomba. Egli allude a un prato fiorito, che
   ricorda l’isola delle Sirene in attesa dei naviganti. Dopo otto giorni, gruppi di morti si
   incamminano per quattro giorni, finché appare ai loro occhi la visione di una serie di
   fusi astrali incastrati l’uno nell’altro. L’ultimo degli otto, di diamante, posto al centro
   dell’universo, li colpisce sol suo bagliore. Il fuso gira sulle ginocchia di Ananke, le dea
   che l’orfismo aveva assunto come madre iniziale. La accompagnano le sue figlie, le
   tre Moire – Lachesi il passato, Cloto il presente, Atropo l’avvenire - sedute in cerchio
   ciascuna su un trono. Fra le quattro dee, in una precisa geometria, sono disposte le
   otto Sirene, che cantano rispondendo a un’armonia unitaria
APPELLATIVI
• Affiancato a una figura rossa di donna
  cormorano, un vaso di Vulci tramanda il nome
  più antico: Himeropa (voce che provoca il desiderio), che più
  avanti nel tempo sembra diventare Eumolpe (che
  canta bene) e Molpo (l’armoniosa)




• Successivamente si definisce una terna: Aglaope
  o Aglaphonos (dalla voce squillante),Telxièpeia (il cui canto addolcisce) e
  Pisinoe (la suadente)

• Quest’ultimo nome viene sostituito con Molpe, e
  spesso vi si aggiunge uno nuovo: Ciana (la azzurra)
  che aveva meritato un tempio a Siracusa ancora
  in vigore nel 396 a.C.
APPELLATIVI
Ma la triade più famosa, onorata
nella Magna Grecia e, più avanti,
ricorrente negli umanisti, è quella
descritta da Licofrone nel III sec
a.C.

Ligeia, dalla voce chiara

Leukosia, la dea bianca

Parthenope, la verginale
Le Sirene, non essendo riuscite
ad attirare Ulisse, si gettano in     Vaso attico di Vulci, V sec a.C. British Museum, Londra
mare e i loro corpi sono
trasportati dalle onde
UBICAZIONE
La sede nel mito greco, passato poi nel romano, varia lungo le coste
dell'Italia meridionale:

•   Omero in un’isola
    fiorita Anthemoa
    non lontana
    dallo stretto
    di Messina

•   Licofrone vicino
    all’Etna e poi
    ai piedi dei Peloritani

•   Strabone sulle coste sicule e sorrentine tra le Sirenuse e Capri
UBICAZIONE
      “Li   Galli” ovvero “Sirenuse”

Strabone, geografo greco, I sec. a.C.in
     due brani, uno nel libro I (2, 12,
     13, C 22-23) e l’altro nel libro V
   (4,8=C 47), identifica nelle isole de
       Li Galli, nel tratto di mare
      antistante Positano,      le tre
    isolette solitarie e rocciose come
             sede delle sirene

 "Kampsanti de ten akran nesides
   eisin eremoi petrodies, as kalousi
                Sirenas”
     “A chi doppia il promontorio
 si presentano delle isolette deserte,
    rocciose che chiamano Sirene“

 Strabone chiama Sirenai le isolette,
e Sirenoussai le rupi a picco sul mare
    che prendevano il nome da un
        santuario delle Sirene
UBICAZIONE

• A Capri viene ricostruito in età flavia il faro orientato
  proprio verso le isole de Li Galli, crollato per un
  terremoto nel 37 d.C.

• Nel 1131 le tre isolette sono chiamate "Guallo" e nel
  1225 Federico II di Svevia le dona al monastero di
  Positano denominandole "tres Sirenas quae dicitur Gallus“

• Le isolette del Gallo Lungo, Castelluccio e la Rotonda
  conservano ancora oggi il nome di "Li Galli“
UBICAZIONE

Il luogo del tempio
delle Sirene rimane
controverso

Per alcuni è il
versante napoletano
della penisola

Per altri la suggestiva
Baia di Ieranto
UBICAZIONE
La scoperta della iscrizione
in lingua osca
e la definitiva ubicazione
sulla Punta della Campanella
del Santuario di Athena Tirrena,
che si vuole fondato da Ulisse,
avvalora questa ipotesi
La figura alata della sirena e la sua presenza su più
monumenti funebri ne rivelano l'originario carattere di
genio della morte, quasi anima di estinto non placata e
sitibonda dell'altrui rovina, temuto come le Lamie e le
Arpie, carattere funebre che dovette attenuarsi con il
tempo fino a scomparire

Le Sirene erano considerate delle divinità incaricate di
incantare i defunti prima di introdurli al cospetto della
regina degli Inferi

La Sirena è posta, come avvertimento e come genio
custode, sulla omonima porta della città di Paestum
L’eccezionalità della mutazione
       In età augustea l'eco della malefica attrazione delle Sirene
       riviveva ancora nei versi dell'Eneide (libro V, 864-865) e
       Virgilio cantava :

       "Iomque adeo scopulos Sirenum advecta subibat difficilis
       quondam multorumque ossibus albos.
       E già (la nave) si appressava agli scogli delle Sirene,
       un tempo rischiosi e biancheggianti per le molte ossa".
•   In greco ala e pinna si designano con la stessa parola : pterùghion


•   In latino tra pennis e pinnis c'è appena una vocale di differenza
Royal Museum, Canterbury

Per le prime
rappresentazioni come
donne-pesci dobbiamo
attendere il II secolo a.C.,
dove sono così
raffigurate in un vaso di
Megara del Museo
Nazionale di Atene
                               Ulisse e donna – pesce cantante lucerna romana I-II secolo d.C.
Le nuove Sirene

• L’accostamento del nome Sirena alla descrizione di una
  donna pesce è attestato esplicitamente in un
  manoscritto anglosassone composto tra l' VIII e il IX sec.
  d.C., il “Liber Monstrorum de diversis
  generibus”

• "Le Sirene sono giovanette marine che seducono i
  marinai con le loro splendide forme e col miele del canto.
  Dal capo a metà del tronco hanno corpo femminile, e in
  tutto e per tutto sono identiche alle donne : però hanno
  le code squamose dei pesci, che tengono ben nascoste
  sott' acqua fra le onde"
Biblioteca Nazionale, Parigi
Il primo autore medioevale
che parla delle Sirene e del
loro malefico canto è
Richard de Fournical nel
"Bestiario d'amore" del 1250

Racconta di marinai,            Bestiaire Divin, Biblioteca Nazionale, Parigi

naufragati con le navi sulle
rocce perché distratti da
figure marine che
ammaliano con il canto
Essi prima sono resi schiavi
d’amore e poi sono uccisi
                               Bestiaire de l’Amour, Biblioteca Nazionale, Parigi
In questo periodo si
consolida la
rappresentazione della
sirena con la parte
superiore del corpo
umana e con la
inferiore a coda di
pesce
                         Martino Behaim, (1492-1506) Globo terreste
Nei reali archivi del Portogallo si
 conservano i documenti relativi
 all'aspra contesa tra la corona e il
 Gran Maestro dell'ordine di San
 Giacomo sul diritto di proprietà
 sulle Sirene abbandonate dal
 mare sulle spiagge del Gran
 Maestro. La lite si concluse in
 favore del Re:

"Sia sancito ce le Sirene e gli altri mostri
  marini che saranno gettati dalle onde
  sulle spiagge del Gran Maestro entrino
  a far parte della proprietà del Re".
Un testimone di eccezione fu Cristoforo Colombo
Il 9 gennaio del 1493 scrive nel suo “Diario de a
bordo” verso Española:

“Ho visto tre sirene emergere dall’acqua. Ma non
sono così belle come le dipingono, benché in un
certo qual modo posso dirvi che hanno forma
umana...”

E disse di averne viste altre in Guinea, sulla costa
Managueta.


                                                   Cristoforo Colombo (ritratto di Ridolfo del Ghirlandaio)
Un testimone di eccezione fu il mitico re macedone,
       Alessandro il Grande 356 -323 a.C.)

Dopo aver sconfitto Dario, durante la marcia per
estendere le sue conquiste, vide due uccelli volare
su di lui.” Perché calpesti, Alessandro, una terra
divina? Torna indietro, uomo da nulla, torna
indietro. Non potrai calpestare la terra dei beati,.
Subito indietro, uomo va a calpestare la terra che ti
è stata data e non cercare guai.” Il re si ferma. “ e
di nuovo un uccello gli grida “ Ti chiama l’Oriente, e
il regno di Poro: vincerai e sarà tuo,”

I re è in vista dell’Oceano, quando appaiono delle
donne bellissime, completamente nude, in acqua.
Gli uomini di Alessandro entrano in acqua e
godono dell’amore delle donne sconosciute, ma             Alessandro Magno in groppa a Bucefalo
                                                         (Museo Archeologico Nazionale di Napoli
vengono trascinati sotto acqua finche non perdono
la vita
• Alessandro Alessandri,
  giureconsulto e umanista, nato a
  Napoli (1461-1523) racconta di un
  episodio che Teodoro Gaza, aveva
  raccontato in presenza di Giovanni
  Pontano, l’umanista napoletano
  (1429-1503).
• “Stavo passeggiando lungo una
  spiaggia del peloponneso quando vidi
  uno strano essere marino, con volto
  umano e corpo squamoso fino al pube.
  Questa non più nel suo elemento,
  emetteva profondi gemiti e piangeva.
  Allontanati i curiosi, la trascinai di
  nuovo verso il mare, dove in breve       Filosofo di Tessalonica,
  scomparve.                                     (1398-1475)
Un’altro episodio riguarda il comandante
    di nave americano Samuel Barrett
    Eades nel 1822.
Il comandante la comprò in cambio del
    mercantile che comandava per 6000
    dollari.
La espose nella Turf Coffeehouse di St
    James Street e per vederla si pagava
    uno scellino.
Ben presto un antomico William Clift,
    scopri l’inganno: era una mistura di
    orango, babbuino e salmone.
Nel 1842 la stessa Sirena fu acquistata
    da Moses Kimball, un amico di
    Phineas Taylor Barnum, che la utilizzò
    nei suoi spettacoli
Un’altro episodio è riferito dal
 capitano John Smith, quello della
 storia di Pocahontas:.

"A questo punto, non posso non ricordare
  la meravigliosa creatura di Dio, che
  vidi con questi occhi nell'anno 1910.
  Una mattina, al primo spuntar del sole,
  mi trovavo sulla spiaggia, non lontano
  dal porto di Saint John, quando vidi un
  mostro marino che nuotava
  velocemente verso di me. Ella era
  d'aspetto seducente: gli occhi, il naso,
  le orecchie, le guance, la bocca, il
  collo, la fronte ed il viso nel suo
  insieme sembravano quelli di una
  splendida fanciulla; i capelli dai riflessi
  azzurri le ricadevano lunghi sulle
  spalle..."
In tempi più recenti, i passeggeri di
un mercantile hanno dichiarato di
aver visto un serpente nel golfo di
Aden con la testa simile a quella di
un bulldog.
Molti anni prima erano stati ripescati
nello stesso golfo due sirenoidi.
Per molti si trattò di una sofisticata
burla, per altri, dell'unica vera prova
dell'esistenza di strani esseri, simili a
sirene, nei mari più inesplorati.
Di questi sirenoidi non ne rimane
alcuna traccia e non è possibile
affermare se i sirenoidi di Aden siano
o non siano stati reali.
Tuttavia, gli zoologi ancora oggi
scoprono specie di animali che si
pensava non fossero mai esistite o
fossero ormai estinte.
I Lamantini, o Sirenidi, hanno pinne molto simili a braccia
ed emettono un particolare verso simile ad un canto

I lamantini sono chiamati
anche manati, da "manattoui"
che nella lingua degli indiani
Seminole significa
"petto di donna“

Hanno delle vere e proprie
mammelle pettorali con cui
allattano i loro piccoli
tenendoli stretti con gli arti anteriori

Forse per questo i marinai, con molta fantasia scambiarono
I lamantini dei Caraibi per le mitiche sirene
Con l’Illuminismo le sirene vengono definitivamente
catalogate nel mondo del fantastico e tutte le testimonianze
raccolte e gli avvistamenti di queste creature marine
vengono considerate il frutto della fantasia di uomini per
troppo tempo in mare.

La figura della sirena continua comunque ad esistere, nel
Romanticismo, e molti sono i casi riportati di
avvistamento anche durante il diciannovesimo secolo.

In letteratura, e nell’immaginario collettivo la sirena è ora
una metafora per descrivere donne avvenenti e magnetiche
nonché emblema della doppia natura umana divisa tra
intelletto e impulso.
• Grassi R.

 Beyond the myth: the mermaid syndrome
 from Homerus to Andersen. A tribute to
 Hans Christian Andersen‘s bicentennial of
 birth.

 Eur J Radiol. 2006 May;58(2):252-9.
Symelia,
Sympodia,
 Sympus,
Uromelia,
Monopedia
•   Sirenomelia’s cluster in Cali, Colombia.
•   Report of 4 cases in Hospital Universitario del Valle
•   Se presentan 4 casos de sirenomelia en niños recién nacidos en el Hospital
    Universitario del Valle de Cali, Colombia entre el 9 de diciembre de 2004 y el 2 de
    febrero de 2005, lo que correspondería a una prevalencia de 3.5 casos por 1000
    nacimientos
Museo Anatomico della SUN
Museo di Anatomia, 2° Università, Napoli
Ma le sirene oggi esistono?
1. 1989 SAVADER - JCAT
2. 1991 GUIDERA – J PED ORTH    crede di essere il 1°


3. 1991 BOHOCIU – ACTA UROL BEL                         37y
4. 1992 MURPHY – J PED SURG     crede di essere il 2°

5. 1993 CLARKE – AM J MED GEN crede di essere il 2°
   1996 GOODMAN – CAN J UROL                            4y
6. 2001 TONNIS – J PED ORTH                             31y
7. 2003 STANTON – J PED SURG crede di essere il 4°      4y
8. 2005 FONDA-GRASSI - ESPR

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Sirene rotary

  • 1. Dipartimento Clinico-Chirurgico “F.Magrassi - A.Lanzara” Sezione di Diagnostica per Immagini Prof. Roberto Grassi
  • 2. IL MITO DELLE SIRENE da Omero ad Walt Disney la Melusina occitanica le Undine germaniche le Nixe la Lorelei le Figlie del Reno le Rusalke dei laghi russi le Mermaid dei racconti celti la fondatrice di Sirenograd-Varsavia la dea Yemanjá afro-americana la Sedna della tundra le adescatrici dei cartelli pubblicitari
  • 5. Palazzo Reale, Napoli Giovan Battista Calì di Catania, Piano di tavolo, dono del Barone Maganelli a Ferdinando II
  • 6. Le Sirene erano parte del patrimonio tradizionale dei naviganti, protagonisti delle prime spedizioni occidentali La loro presenza corrispondeva ai punti cruciali di passaggio, dove condizioni atmosferiche e dominio delle imbarcazioni erano gli elementi essenziali per la navigazione
  • 7. Il mito delle Sirene compare per la prima volta in Omero (XII-VI sec. a.C.) che racconta di Ulisse che vaga nel Mediterraneo
  • 8. Ulisse, notoriamente, si salva facendosi legare all'albero della nave mentre i suoi compagni con le orecchie turate con la cera continuano a vogare Nella versione del mito seguita da Omero, le Sirene sono creature marine, che ammaliano con il loro canto i navigatori, ne provocano il naufragio e cospargono il lido di cadaveri Omero usa il duale, quindi lascia intendere che siano due, non ne cita i nomi, non descrive il loro aspetto né il tipo di canto
  • 9. • Apollonio Rodio (III secolo a.C.) narra nelle Argonautiche dell’incontro fra sirene ed Orfeo, una generazione precedente la vicenda omerica • Sulla nave partita alla conquista del Vello d’Oro, si era imbarcato anche Laerte, padre di Ulisse. • Orfeo, musicista portentoso, aveva il compito di dare la cadenza al lavoro dei rematori col suono della sua lira. Chirone il centauro gli aveva predetto che avrebbe avuto ragione delle incantatrici del mare. Infatti, rientrati nel Mediterraneo dopo aver recuperato il tesoro nel deserto libico, gli Argonauti passano vicino all’isola fatidica. Orfeo sfoggia un suono così forte da coprire il canto delle Sirene. Ciò nonostante, Bute era riuscito a udirle e si era gettato fra le onde. Salvato in extremis da Afrodite sulle rive occidentali della Sicilia, diventerà il suo amante e fonderà la città di Lilibea,
  • 10. ICONOGRAFIA • L’iconografia è parca nel registrare la vittoria di Orfeo sulle Sirene • Invece l’episodio omerico gode di un vasto riscontro nell’immagine, soprattutto nei dipinti corinzi e attici tra i secoli VII e III a.C., nelle statuette etrusche, nelle gemme ellenistiche, nei rilievi dei sarcofagi romani
  • 11. ICONOGRAFIA Le Sirene sono ibridi e sul loro aspetto cominciano a tramandarsi varie leggende Esseri dimezzati, per metà donne, per metà animali, con le prerogative di entrambe le componenti
  • 12. Museo del Louvre, Parigi cormorano con volto di donna “io sono la sirena” Idria attico-corinzia, CAERE, Etruria,VI sec. a.C .
  • 13. Museo S.Agata sui Due Golfi Vaso greco rinvenuto in località “Il Deserto”, nei pressi di S. Agata sui Due Golfi, decorato con figure di Sirene: una centrale, ad ali spiegate, e quattro nella fascia superiore, ritrovato nell’agosto ’81. E’ stato consegnato alla Soprintendenza Archeologica di Napoli grazie alla tenace mediazione del magistrato dott. Domenico Galasso, appassionato assertore della localizzazione di un tempio delle sirene nella contrada del ritrovamento Il vaso faceva parte di un corredo funebre databile alla seconda metà del VI sec. a.C.
  • 14. Museo Archeologico Nazionale, Paestum Per i greci le Sirene sono mostri ibridi con corpo di uccello e testa di donna Sirena alata: neck-amphora firmata da Python, IV sec. a.C.
  • 15. Museo Archeologico Nazionale, Atene Talora erano figurate come uccelli con la testa e torso di donna e con robusti artigli Kerameikos IV sec. a.C.
  • 16. Metropolitean Museum of Art, Rogers Fund I Greci conserveranno per lungo tempo l’immagine della Sirena come donna-uccello, anche se sempre più antropomorfa Grecia, III a.C.
  • 17. Museo del Bardo, Tunisi Mosaico proveniente da Dougga, III sec a.C. Rappresenta Ulisse sulla sua nave, legato all'albero maestro e le Sirene, raffigurate come donne con zampe e ali di uccello
  • 18. Museo Archeologico Nazionale, Napoli La Sirena come donna-pesce è una raffigurazione più tarda Mosaico con Sirena ed amorino, collezione Farnese, Pompei, I sec a.C.
  • 19. British Museum, Londra … ma perché voi, Sirene, avete penne e zampe d’uccello con volto di fanciulla? … Ovidio Publio Nasone, (Metamorfosi V,552ss.) Pompei, I sec. d.C.
  • 20. ETIMOLOGIA • Dal greco seirios, incandescente, deteriorabile, o seraphin, ardere, o seirazein, prosciugare, specie se riferito all’arsura dei pascoli, o seirà, laccio, corda, fune, o seirazein, legare, perchè le Sirene legano a sé i naviganti? • Dal sancrito sûrya, sole, bruciante insopportabile siccità? • Da Sirio, perché l’astro più fulgido, col levarsi del quale insorge la canicola, o perché trovandosi quasi sempre basso sull’orizzonte, veniva associato al regno d’oltretomba? • DaI latino e lingue romanze, che le chiameranno «Serene», accostandole alla parola serenus, asciutto, senza nuvole, cielo chiaro e disteso, rispecchiante il mare calmo sul quale apparivano • Alcuni collegano l’omerico Surie con Sorrento, il cui nome deriva dagli isolotti dove esse abitavano • Le Sirene non vincono: avvincono
  • 21. PATERNITA’ Complessi quadri familiari ricchi di varianti genealogiche. In Sofocle (496-406 a.C.) sono figlie di Forco, in Euripide (480 a.C.) Vaso attico, VI sec a.C. British Museum, Londra combattimento tra Acheloo ed Eracle sono nate dalla Terra, in Nonno di Panopoli (V d.C.) (Dionisiache 13-314) figlie del dio fluviale Acheloo, in altre versioni nascono dal sangue di Acheloo sgorgato dalle ferite ricevute nella lotta contro Eracle Vaso attico, VI sec a.C. Museo Etrusco Villa Giulia, Roma combattimento tra Acheloo ed Eracle
  • 22. MATERNITA’ Secondo Apollonio Rodio (III sec. a.C.) sono figlie della musa Tersicore (Argonautiche 4,895-6), in altre leggende la loro madre è Asterope, in altre la musa Calliope Quest'ultima versione sarà poi adottata nella mitologia latina Decorazione di un vaso greco con Ulisse e le Sirene, III sec. a.C. Staaliche Museen zu Berlin Preussischer Kulturbesitz Antikensammlung, Berlino
  • 23. NUMERO • Il numero delle Sirene non è certo: Omero, il primo a menzionarle, ne parla usando il duale, sottintendendo dunque che si tratta di una coppia • Tuttavia nella tradizione figurativa ed in quella letteraria sono generalmente 3, in analogia con le Arpie, le Charitas e le Moire • Non mancano le eccezioni che parlano di 4 o addirittura di 8 Sirene, come fa Platone Nella narrazione di Er, un guerriero della Panfilia miracolosamente torna tra i vivi, dopo una permanenza nel mondo d’oltretomba. Egli allude a un prato fiorito, che ricorda l’isola delle Sirene in attesa dei naviganti. Dopo otto giorni, gruppi di morti si incamminano per quattro giorni, finché appare ai loro occhi la visione di una serie di fusi astrali incastrati l’uno nell’altro. L’ultimo degli otto, di diamante, posto al centro dell’universo, li colpisce sol suo bagliore. Il fuso gira sulle ginocchia di Ananke, le dea che l’orfismo aveva assunto come madre iniziale. La accompagnano le sue figlie, le tre Moire – Lachesi il passato, Cloto il presente, Atropo l’avvenire - sedute in cerchio ciascuna su un trono. Fra le quattro dee, in una precisa geometria, sono disposte le otto Sirene, che cantano rispondendo a un’armonia unitaria
  • 24. APPELLATIVI • Affiancato a una figura rossa di donna cormorano, un vaso di Vulci tramanda il nome più antico: Himeropa (voce che provoca il desiderio), che più avanti nel tempo sembra diventare Eumolpe (che canta bene) e Molpo (l’armoniosa) • Successivamente si definisce una terna: Aglaope o Aglaphonos (dalla voce squillante),Telxièpeia (il cui canto addolcisce) e Pisinoe (la suadente) • Quest’ultimo nome viene sostituito con Molpe, e spesso vi si aggiunge uno nuovo: Ciana (la azzurra) che aveva meritato un tempio a Siracusa ancora in vigore nel 396 a.C.
  • 25. APPELLATIVI Ma la triade più famosa, onorata nella Magna Grecia e, più avanti, ricorrente negli umanisti, è quella descritta da Licofrone nel III sec a.C. Ligeia, dalla voce chiara Leukosia, la dea bianca Parthenope, la verginale Le Sirene, non essendo riuscite ad attirare Ulisse, si gettano in Vaso attico di Vulci, V sec a.C. British Museum, Londra mare e i loro corpi sono trasportati dalle onde
  • 26. UBICAZIONE La sede nel mito greco, passato poi nel romano, varia lungo le coste dell'Italia meridionale: • Omero in un’isola fiorita Anthemoa non lontana dallo stretto di Messina • Licofrone vicino all’Etna e poi ai piedi dei Peloritani • Strabone sulle coste sicule e sorrentine tra le Sirenuse e Capri
  • 27. UBICAZIONE “Li Galli” ovvero “Sirenuse” Strabone, geografo greco, I sec. a.C.in due brani, uno nel libro I (2, 12, 13, C 22-23) e l’altro nel libro V (4,8=C 47), identifica nelle isole de Li Galli, nel tratto di mare antistante Positano, le tre isolette solitarie e rocciose come sede delle sirene "Kampsanti de ten akran nesides eisin eremoi petrodies, as kalousi Sirenas” “A chi doppia il promontorio si presentano delle isolette deserte, rocciose che chiamano Sirene“ Strabone chiama Sirenai le isolette, e Sirenoussai le rupi a picco sul mare che prendevano il nome da un santuario delle Sirene
  • 28. UBICAZIONE • A Capri viene ricostruito in età flavia il faro orientato proprio verso le isole de Li Galli, crollato per un terremoto nel 37 d.C. • Nel 1131 le tre isolette sono chiamate "Guallo" e nel 1225 Federico II di Svevia le dona al monastero di Positano denominandole "tres Sirenas quae dicitur Gallus“ • Le isolette del Gallo Lungo, Castelluccio e la Rotonda conservano ancora oggi il nome di "Li Galli“
  • 29. UBICAZIONE Il luogo del tempio delle Sirene rimane controverso Per alcuni è il versante napoletano della penisola Per altri la suggestiva Baia di Ieranto
  • 30. UBICAZIONE La scoperta della iscrizione in lingua osca e la definitiva ubicazione sulla Punta della Campanella del Santuario di Athena Tirrena, che si vuole fondato da Ulisse, avvalora questa ipotesi
  • 31. La figura alata della sirena e la sua presenza su più monumenti funebri ne rivelano l'originario carattere di genio della morte, quasi anima di estinto non placata e sitibonda dell'altrui rovina, temuto come le Lamie e le Arpie, carattere funebre che dovette attenuarsi con il tempo fino a scomparire Le Sirene erano considerate delle divinità incaricate di incantare i defunti prima di introdurli al cospetto della regina degli Inferi La Sirena è posta, come avvertimento e come genio custode, sulla omonima porta della città di Paestum
  • 32. L’eccezionalità della mutazione In età augustea l'eco della malefica attrazione delle Sirene riviveva ancora nei versi dell'Eneide (libro V, 864-865) e Virgilio cantava : "Iomque adeo scopulos Sirenum advecta subibat difficilis quondam multorumque ossibus albos. E già (la nave) si appressava agli scogli delle Sirene, un tempo rischiosi e biancheggianti per le molte ossa". • In greco ala e pinna si designano con la stessa parola : pterùghion • In latino tra pennis e pinnis c'è appena una vocale di differenza
  • 33. Royal Museum, Canterbury Per le prime rappresentazioni come donne-pesci dobbiamo attendere il II secolo a.C., dove sono così raffigurate in un vaso di Megara del Museo Nazionale di Atene Ulisse e donna – pesce cantante lucerna romana I-II secolo d.C.
  • 34. Le nuove Sirene • L’accostamento del nome Sirena alla descrizione di una donna pesce è attestato esplicitamente in un manoscritto anglosassone composto tra l' VIII e il IX sec. d.C., il “Liber Monstrorum de diversis generibus” • "Le Sirene sono giovanette marine che seducono i marinai con le loro splendide forme e col miele del canto. Dal capo a metà del tronco hanno corpo femminile, e in tutto e per tutto sono identiche alle donne : però hanno le code squamose dei pesci, che tengono ben nascoste sott' acqua fra le onde"
  • 35. Biblioteca Nazionale, Parigi Il primo autore medioevale che parla delle Sirene e del loro malefico canto è Richard de Fournical nel "Bestiario d'amore" del 1250 Racconta di marinai, Bestiaire Divin, Biblioteca Nazionale, Parigi naufragati con le navi sulle rocce perché distratti da figure marine che ammaliano con il canto Essi prima sono resi schiavi d’amore e poi sono uccisi Bestiaire de l’Amour, Biblioteca Nazionale, Parigi
  • 36. In questo periodo si consolida la rappresentazione della sirena con la parte superiore del corpo umana e con la inferiore a coda di pesce Martino Behaim, (1492-1506) Globo terreste
  • 37. Nei reali archivi del Portogallo si conservano i documenti relativi all'aspra contesa tra la corona e il Gran Maestro dell'ordine di San Giacomo sul diritto di proprietà sulle Sirene abbandonate dal mare sulle spiagge del Gran Maestro. La lite si concluse in favore del Re: "Sia sancito ce le Sirene e gli altri mostri marini che saranno gettati dalle onde sulle spiagge del Gran Maestro entrino a far parte della proprietà del Re".
  • 38. Un testimone di eccezione fu Cristoforo Colombo Il 9 gennaio del 1493 scrive nel suo “Diario de a bordo” verso Española: “Ho visto tre sirene emergere dall’acqua. Ma non sono così belle come le dipingono, benché in un certo qual modo posso dirvi che hanno forma umana...” E disse di averne viste altre in Guinea, sulla costa Managueta. Cristoforo Colombo (ritratto di Ridolfo del Ghirlandaio)
  • 39. Un testimone di eccezione fu il mitico re macedone, Alessandro il Grande 356 -323 a.C.) Dopo aver sconfitto Dario, durante la marcia per estendere le sue conquiste, vide due uccelli volare su di lui.” Perché calpesti, Alessandro, una terra divina? Torna indietro, uomo da nulla, torna indietro. Non potrai calpestare la terra dei beati,. Subito indietro, uomo va a calpestare la terra che ti è stata data e non cercare guai.” Il re si ferma. “ e di nuovo un uccello gli grida “ Ti chiama l’Oriente, e il regno di Poro: vincerai e sarà tuo,” I re è in vista dell’Oceano, quando appaiono delle donne bellissime, completamente nude, in acqua. Gli uomini di Alessandro entrano in acqua e godono dell’amore delle donne sconosciute, ma Alessandro Magno in groppa a Bucefalo (Museo Archeologico Nazionale di Napoli vengono trascinati sotto acqua finche non perdono la vita
  • 40. • Alessandro Alessandri, giureconsulto e umanista, nato a Napoli (1461-1523) racconta di un episodio che Teodoro Gaza, aveva raccontato in presenza di Giovanni Pontano, l’umanista napoletano (1429-1503). • “Stavo passeggiando lungo una spiaggia del peloponneso quando vidi uno strano essere marino, con volto umano e corpo squamoso fino al pube. Questa non più nel suo elemento, emetteva profondi gemiti e piangeva. Allontanati i curiosi, la trascinai di nuovo verso il mare, dove in breve Filosofo di Tessalonica, scomparve. (1398-1475)
  • 41. Un’altro episodio riguarda il comandante di nave americano Samuel Barrett Eades nel 1822. Il comandante la comprò in cambio del mercantile che comandava per 6000 dollari. La espose nella Turf Coffeehouse di St James Street e per vederla si pagava uno scellino. Ben presto un antomico William Clift, scopri l’inganno: era una mistura di orango, babbuino e salmone. Nel 1842 la stessa Sirena fu acquistata da Moses Kimball, un amico di Phineas Taylor Barnum, che la utilizzò nei suoi spettacoli
  • 42. Un’altro episodio è riferito dal capitano John Smith, quello della storia di Pocahontas:. "A questo punto, non posso non ricordare la meravigliosa creatura di Dio, che vidi con questi occhi nell'anno 1910. Una mattina, al primo spuntar del sole, mi trovavo sulla spiaggia, non lontano dal porto di Saint John, quando vidi un mostro marino che nuotava velocemente verso di me. Ella era d'aspetto seducente: gli occhi, il naso, le orecchie, le guance, la bocca, il collo, la fronte ed il viso nel suo insieme sembravano quelli di una splendida fanciulla; i capelli dai riflessi azzurri le ricadevano lunghi sulle spalle..."
  • 43. In tempi più recenti, i passeggeri di un mercantile hanno dichiarato di aver visto un serpente nel golfo di Aden con la testa simile a quella di un bulldog. Molti anni prima erano stati ripescati nello stesso golfo due sirenoidi. Per molti si trattò di una sofisticata burla, per altri, dell'unica vera prova dell'esistenza di strani esseri, simili a sirene, nei mari più inesplorati. Di questi sirenoidi non ne rimane alcuna traccia e non è possibile affermare se i sirenoidi di Aden siano o non siano stati reali. Tuttavia, gli zoologi ancora oggi scoprono specie di animali che si pensava non fossero mai esistite o fossero ormai estinte.
  • 44. I Lamantini, o Sirenidi, hanno pinne molto simili a braccia ed emettono un particolare verso simile ad un canto I lamantini sono chiamati anche manati, da "manattoui" che nella lingua degli indiani Seminole significa "petto di donna“ Hanno delle vere e proprie mammelle pettorali con cui allattano i loro piccoli tenendoli stretti con gli arti anteriori Forse per questo i marinai, con molta fantasia scambiarono I lamantini dei Caraibi per le mitiche sirene
  • 45. Con l’Illuminismo le sirene vengono definitivamente catalogate nel mondo del fantastico e tutte le testimonianze raccolte e gli avvistamenti di queste creature marine vengono considerate il frutto della fantasia di uomini per troppo tempo in mare. La figura della sirena continua comunque ad esistere, nel Romanticismo, e molti sono i casi riportati di avvistamento anche durante il diciannovesimo secolo. In letteratura, e nell’immaginario collettivo la sirena è ora una metafora per descrivere donne avvenenti e magnetiche nonché emblema della doppia natura umana divisa tra intelletto e impulso.
  • 46. • Grassi R. Beyond the myth: the mermaid syndrome from Homerus to Andersen. A tribute to Hans Christian Andersen‘s bicentennial of birth. Eur J Radiol. 2006 May;58(2):252-9.
  • 48.
  • 49. Sirenomelia’s cluster in Cali, Colombia. • Report of 4 cases in Hospital Universitario del Valle • Se presentan 4 casos de sirenomelia en niños recién nacidos en el Hospital Universitario del Valle de Cali, Colombia entre el 9 de diciembre de 2004 y el 2 de febrero de 2005, lo que correspondería a una prevalencia de 3.5 casos por 1000 nacimientos
  • 51. Museo di Anatomia, 2° Università, Napoli
  • 52. Ma le sirene oggi esistono? 1. 1989 SAVADER - JCAT 2. 1991 GUIDERA – J PED ORTH crede di essere il 1° 3. 1991 BOHOCIU – ACTA UROL BEL 37y 4. 1992 MURPHY – J PED SURG crede di essere il 2° 5. 1993 CLARKE – AM J MED GEN crede di essere il 2° 1996 GOODMAN – CAN J UROL 4y 6. 2001 TONNIS – J PED ORTH 31y 7. 2003 STANTON – J PED SURG crede di essere il 4° 4y 8. 2005 FONDA-GRASSI - ESPR