2. Insieme a Plauto, Terenzio è il più grande commediografo della letteratura latina, ma il suo
teatro non ha puntato sulla comicità facile e non ha ottenuto un successo di pubblico
paragonabile al teatro plautino.
Le palliatae di Terenzio infatti contengono
spunti di riflessione sull’essere umano, sui
valori che improntano il suo agire, sui suoi
rapporti con gli altri; esse esprimono gli
ideali dell’élite filellenica di Roma, a cui
Terenzio fu molto vicino.
Terenzio
Il nuovo teatro
3. La vita
Publio Terenzio Afro nasce nel 185/4 a.C. a Cartagine.
Poco dopo la seconda guerra punica giunge a Roma al seguito del senatore Publio Terenzio
Lucano.
Suoi protettori sono Scipione Emiliano e Gaio
Lelio, le personalità che animano il circolo
filellenico degli Scipioni.
Terenzio muore probabilmente nel 159 a.C.
durante un viaggio in Grecia intrapreso forse
per procurarsi nuovi testi-modello.
Rovine di Cartagine
La vitaLa vita
4. Le opere
Di Terenzio ci sono giunte sei commedie integre, la cui cronologia è attestata con
sufficiente precisione nelle didascalie premesse alle commedie nei manoscritti medievali.
Incunabolo degli Adelphoe con annotazioni
anno commedia
166 Andria
165 Hecyra
163 Heautontimorumenos
161 Eunuchus
161 Phornio
161 Adelphoe
Le sei commedieLe sei commedie
5. Le sei commedieLe sei commedie
Titolo Data Trama
Andria
"La fanciulla di
Andro"
166 a.C Il giovane Panfilo ama Glicerio, una
ragazza originaria dell'isola di Andro, che
vive presso una cortigiana. Il padre di
Pànfilo vuole che il giovane sposi
Filùmena, figlia di Cremete, un vicino di
casa, amata a sua volta da Carino. Sarà il
riconoscimento a sciogliere i nodi
dell'intricata vicenda: Glicerio, che nel
frattempo ha dato alla luce un bambino,
si scopre figlia di Cremete e può sposare
Pànfilo, mentre Filùmena andrà sposa a
Carino
6. Le sei commedieLe sei commedie
Titolo Data Trama
Hecyra
"La suocera"
165 a.C Al ritorno da un viaggio, Panfilo scopre
che la moglie Filùmena è tornata dai
genitori a causa di screzi con la suocera. In
realtà Filùmena sta per dare alla luce un
fig lio , frutto della violenza arrecatale da
uno sconosciuto prima delle nozze.
Panfilo, venuto a conoscenza della cosa,
decide di separarsi dalla moglie. Ma la
madre di Filùmena riconosce al dito della
cortigiana Bàcchide un anello strappato
alla figlia dal suo violentatore. Bàcchide
rivela allora che l'anello le era stato
regalato da Pànfilo. Il giovane dunque è
l'autore della violenza nonché il padre del
bambino e il matrimonio si ricompone
felicemente
7. Le sei commedieLe sei commedie
Titolo Data Trama
Heautontimoru
ménos
"Il punito re di
se stesso"
163 a.C Il vecchio Menedemo conduce una vita di
privazioni e di dure fatiche per punirsi di
aver ostacolato il figlio Clìnia nel suo
amore per una ragazza povera e di averlo
così indotto ad arruolarsi come
mercenario. Clìnia ritorna all'insaputa del
padre ed è ospitato da un amico,
Clitifone, innamorato di una cortigiana.
Dopo una serie di equivoci la vicenda si
scioglie grazie al riconoscimento: la
fanciulla amata da Clìnia si scopre sorella
di Clitifone che, nel finale, promette al
padre Cremete di lasciare la cortigiana per
sposare una ragazza di buona famiglia
8. Le sei commedieLe sei commedie
Titolo Data Trama
Eunuchus
"L'eunuco"
161 a.C Al centro della vicenda vi è Tàide, la
cortigiana contesa dal ricco soldato
Trasone e dal giovane Fèdria. Il soldato
porta in dono all'amante una schiava,
Pànfila. Il fratello di Fèdria, Chèrea, con la
complicità di un servo, si introduce in casa
di Tàide, fingendosi un eunuco, e seduce
Pànfila. Alla fine, Chèrea potrà sposare
Pànfila (che si scoprirà di nascita libera), e
Tàide resterà con Fèdria
9. Le sei commedieLe sei commedie
Titolo Data Trama
Phormio
"Form ione"
161 a.C La vicenda ruota attorno agli amori di due
adulescentes che, aiutati da uno schiavo e
dall'astutissimo parassita Formione,
riescono l'uno a conquistare una
cortigiana, l'altro a sposare una ragazza
senza dote che alla fine è riconosciuta di
buona famiglia
10. Le sei commedieLe sei commedie
Titolo Data Trama
Adelphoe
«I fratelli"
160 a.C I fratelli Dèmea e Micione hanno allevato
secondo metod i educativi opposti,
rispettivamente autoritario e permissivo, i
due figli di Dèmea, Ctesifone ed Èschino,
quest'ultimo adottato da Micione.
Ctesifone è innamorato di una cortigiana
e riesce a sottrarla al lenone con l'aiuto di
Èschino, che a sua volta ha una relazione
clandestina con una ragazza povera e sta
per avere un figlio da lei. Dopo una serie
di equivoci, entrambi gli adulescentes
riescono a realizzare il loro amore
11. Il modello greco
Argomenti:
l’attualità politica e
culturale ateniese, la
guerra, la corruzione e il
malcostume
Vicende private
Storie di
innamorati
Trame
romanzesche
Equivoci
Ripetitività
Psicologismo
12. I modelli greciI modelli greci
I modelli greci utilizzati da Terenzio e dichiarati nei prologhi appartengono tutti alla
Commedia nuova: Menandro, Difilo e Apollodoro di Caristo.
Il rapporto di Terenzio con i modelli si colloca nel segno della contaminatio, cioè l’incrocio
di più testi-modello, come si ricava dai prologhi di due commedie:
commedia contenuti del prologo
Andria Terenzio difende la pratica della contaminatio, spiegando che era
già propria di Nevio, Plauto, Ennio
Heautontimorumenos Terenzio chiarisce lo scopo della contaminatio: creare una
commedia stataria, in cui dialogo e riflessione prevalgano su
azione e colpi di scena.
13. I personaggi
Gli intrecci e i personaggi delle commedie terenziane sono quelli tipici della Commedia
nuova e della palliata plautina: giovani innamorati, padri più o meno severi, servi pronti ad
aiutare i giovani padroni.
A differenza di Plauto, Terenzio è però interessato
soprattutto all’approfondimento psicologico dei
personaggi, che:
sono dotati di una spiccata individualità;
sono spesso anticonvenzionali (p. es. la suocera
preoccupata per la felicità della nuora, la prostituta
nobile e generosa);
sono colti quasi sempre in un processo di
maturazione personale.
La poetessa Saffo (Pompei)
14. La famiglia
l rapporti interni al nucleo familiare (p. es. le tensioni padri-figli) erano da sempre al
centro della palliata e vi rimangono anche in Terenzio, che però li affronta come rapporti
autenticamente umani, rappresentati con serietà e senso critico.
L’approfondimento psicologico dei personaggi e
delle loro relazioni porta con sé una riduzione
della comicità; ecco perché Terenzio conosce
uno scarso successo presso il grande
pubblico, ma viene molto apprezzato dall’élite
filellena.
Sposi (Pompei)
15. Un teatro per l’élite
L’approfondimento psicologico dei personaggi terenziani si situa nel quadro della nuova
sensibilità e dei nuovi valori coltivati e diffusi dal circolo scipionico: valorizzazione
dell’otium e delle attività che permettono di coltivare lo spirito (filosofia, letteratura, le varie
espressioni artistiche) nella dimensione privata.
Tra gli ideali del circolo scipionico le
commedie di Terenzio riflettono in
particolare l’humanitas, concetto
maturato probabilmente sotto
l’influenza del pensiero stoico di
Panezio di Rodi.
Codice con miniatura di personaggi comici
16. L’humanitas
Per humanitas (in greco philanthropìa) si intende ciò che è proprio dell’essere umano e lo
differenzia dalle belve e dai primitivi, una forma di civiltà che si manifesta come:
comprensione e benevolenza verso gli altri (senza eccezioni di nazionalità o
condizione sociale);
cultura, buongusto ed eleganza.
La definizione terenziana è espressa in un verso
dell’Heautontimorumenos:
homo sum, humani nihil a me alienum puto,
“sono un essere umano, nulla di ciò che è umano
ritengo estraneo a me”.
Autore istruisce gli attori (Pompei)
17. La poetica
Ecco gli elementi caratteristici del teatro di Terenzio:
elementi definizione
coerenza
dell’illusione
scenica
a differenza di Plauto, Terenzio non sfrutta il metateatro per creare
effetti comici
eliminazione degli “a parte” e di tutte le battute che incrinino la
coerenza drammatica
prologo non è più informativo, ma serve a chiarire i rapporti con i modelli
greci, a esprimere considerazioni personali sulla commedia e a
rispondere alle critiche degli avversari su questioni di poetica
18. Lingua e stile
Le scelte linguistiche di Terenzio riproducono la conversazione quotidiana delle classi
colte, senza l’originale creatività di Plauto che si esprimeva in giochi ritmico-verbali, parodie,
allusioni, metafore.
Il lessico è selettivo e censura molti ambiti: corpo, cibi,
bevande, sesso, turpiloquio; si fa ampio ricorso a
sostantivi astratti atti all’analisi psicologica.
La varietà dei metri usati è molto ridotta rispetto al
teatro plautino; parallelamente diminuisce lo spazio
dei cantica a favore dei deverbia.
Flautista (Pompei)
19. PLAUTOPLAUTO TERENZIOTERENZIO
MODELLIMODELLI
ASPETTI
FORMALI
E STILISTICI
ASPETTI
FORMALI
E STILISTICI
PROLOGOPROLOGO
• ripresa di testi della commedia
nuova greca con contaminatio
• ambientazione greca dei
modelli, con frequenti
riferimenti ai costumi romani
• ripresa di testi della commedia
nuova greca con contaminatio
• maggiore fedeltà ai modelli
rispetto a Plauto
• presenza di molte parti cantate
• Lingua ricca di invettive,
espressioni volgari, doppi sensi,
neologismi
• frequente rottura dell'illusione
scenica
• mancanza quasi assoluta di parti
cantate
• lingua sobria e misurata
• rispetto della finzione scenica
• di tipo espositivo: spiega
l'antefatto e anticipa la trama
• di tipo polemico: non fornisce
indicazioni sull'intreccio ma serve
all'autore per difendersi dalle
accuse dei suoi detrattori
20. PLAUTOPLAUTO TERENZIOTERENZIO
INTRECCIOINTRECCIO
• centralità della coppia di
innamorati, la cui relazione è
ostacolata da un antagonista
• scarsa cura della coerenza
complessiva della trama:
contano piuttosto le singole
scene
• situazioni comiche ricorrenti:
inganni e beffe orditi dai servi
alle spalle degli antagonisti del
giovane innamorato, scambi di
persona
• lieto fine; il finale è talvolta
affrettato o poco aderente
all'intreccio
• centralità della coppia di
innamorati, la cui relazione è
ostacolata da un antagonista
• coerenza e verosimiglianza
degli intrecci, molto complicati
• interesse per il tema dei
rapporti interpersonali,
soprattutto quello tra padri e
figli
• lieto fine
21. PLAUTOPLAUTO TERENZIOTERENZIO
PERSONAGGIPERSONAGGI
TIPO DI
COMICITÀ
TIPO DI
COMICITÀ
FINALITÀFINALITÀ
• ricorrenti e stereotipati: il servo
scaltro, il vecchio severo o vizioso,
il giovane innamorato, il lenone
cinico ecc.
• tratti caricaturali: i difetti sono
portati all’estremo in funzione
comica, fino a risultare inverosimili
• tipi fissi e ricorrenti (il servo, la
cortigiana, il lenone, la suocera
ecc.), ma con caratteri spesso
diversi da quelli che solitamente
vengono loro attribuiti
• caratteri verosimili, tanto che lo
spettatore può riconoscersi in
essi
• divertire attraverso il
rovesciamento burlesco della
realtà senza proporre un
messaggio morale
• intento moralistico: proposta di
un modello di relazione basato
sulla disponibilità a capire e
rispettare gli altri (philantropta)
• buffonesca, ma basata anche sulla
capacità del poeta di manipolare
la lingua a fini comici
• moderata nella maggior parte
delle commedie, come dimostra lo
scarso successo di pubblico
ottenuto dal poeta