3. Studiando a scuola la preistoria, siamo rimaste
particolarmente affascinate dalle grotte di Altamira,
spagna, e le grotte di Lascoux, in francia, ed è per
questo motivo che abbiamo deciso di realizzare
questo lavoro multimediale.
Non ci soffermeremo su cose che gia sappiamo, bensì
cercheremo di esprimere e trasmettere le nostre
esperienze estetiche. È impossibile parlare dell’arte
in sé, però possiamo sicuramente cercare di
comunicare che cosa essa ci provoca interiormente.
Perché è sicuramente più vera, perché è sicuramente
piùconnessa con le emozioni, perché è sacrosanta nel
momento in cui ci succede qualcosa di importante e
profondo.
4. • Ma come tutte le cose, esite un motivo per cui
siamo rimaste affascinate da queste forme
d’arte presenti nelle grotte, e cercheremo di
spiegarvelo.
• immaginando gli uomini e le donne preistorici
vediamo questi esseri rozzi, incapaci di avere
un senso estetico, figuriamoci se potevano
creare delle opere d’arte di alto livello...
queste cose le sanno tutti. Anche noi le
abbiamo sempre sapute fin da bambini. Ma le
nostre idee sono cambiate quando ci siamo
trovate davanti un’immagine, piùo meno, come
questa:
7. Le veneriTra i soggetti delle statuette del paleolitico assumono
interesse pparticolare lee immagini femminili, le
veneri, note anche come Veneri steatopigie. Esse
appartengono a un repertorio datato fra il 30.00 e il
15.000 a.. Caratteristica comune è l’esagerata
accentuazione delle forme anatomiche, in particolare
dei seni, del ventre e delle natiche, mentre il capo, il
cui volte è assente o appena accennato, compare
talvolta sotto una folta capigliatura, come nella venere
di Willendorf. Le ipotesi relative al significato, una
delle più accreditate e ricorrenti vede nelle veneri un
simboli propiziatori di fecondità e maternità. Non
dimentichiamo che interesse primario dell’uomo
primitivo era quello di favorire la conservazione della
specie. Queste statuette non tentavano di ricreare
forme aderenti al vero, bensì deformavano
simbolicamente la realtà con lo scopo di attribuire alle
statuette un significto magico-propiziatorio.
8. Avdejevo (B),
Ucraina (URSS) -
Gravettiano
h. = cm. 16 avorio di
mammuth Willendorf (A) - circa 23.000 ac. Aurignaciano
Museo di Storia Naturale di Vienna
h. 11cm in roccia calcarea ricoperta d'ocra ross
9. Venere di Dolnì-Vestonice 1
Cecoslovacchia, Moravia - Gravettiano
Argilla bruciata.
Venere di Lespugue
Francia, Haute-Garonne - Gravettiano
h.= cm. 14,7
Musée de l'Homme, Paris
10. Laussel; Aquitania. Francia
43 cm
Incisione su pietra calcarea
Venere dei Balzi Rossi (I) Ventimiglia.
cm. 4,7 - Gravettiano
Caratteristica la posizione della testa a
portamento da insetto e inclinata in avanti.
11. Costruzioni megalitiche
Le costruzioni megalitiche sono imponenti strutture realizzate mediante imponenti
blocchi di pietra di grandi dimensioni, che risalgono introno al V millennio a.C.
I monumenti più diffusi e significativi delle costruzioni megalitiche sono i dolmen e i
menhir.
Il dolmen (dal bretone tol, tavola e men, pietra), opera con probabile funzione
sepolcrale, è una struttra semplice basata sul principio del trilite, costituisto da un
lastrone di pietra poggiante su due o più monoliti infissi verticalmente nel terreno.
La ristrettezza dello spazio coperto esclude l'uso del dolmen come abitazione,
probabilmente era la tomba di un uomo valoroso.
Ancora più elementare è il menhir (dal bretone men, pietra, e hir, lungo), ha un froma
approssimativa di parallelepipedo infissa nel suolo. costituivano probabilmente dei
monumenti funebri e rappresentano il bisogno umano di lasciare nel tempo un segno
della propria esistenza.
Da questi elementi basilari derivano altre cosruzioni più complesse, come gli allineamenti
di menhir, che sono costituiti appunto da piì menhir allineati; I Cromlech. dal
bretone/gallese crom significa curvata e llech significa pietra piatta che sono
costituiti di pietre di grandezza variabile conficcate nel terreno a forma circolare,
disposti in cerchi concentrici. Uno degli esempi più famosi si trova a Stonehenge, in
Inghilterra. Probabilmente usata per osservare le diverse posizioni del sole durante
l'anno, questa costruzione consentiva di stabilire l'alternarsi delle stagioni.
All'interno si celebravano riti propiziatori per il buon esito dei raccolti.
Nel dolmen e nel cromlech viene utilizzato per la prima volta il sistema costruttivo
trilitico (dal greco treis = tre e litos = pietra): due grandi pietre verticali ne
sostengono una orizzontale.;
E il portal dolmen invece, è formato da quattro o più blocchi che sorreggono una lastra
di copertura. La grandiosità è data dalle dimensioni degli elementi che lo
compongono.
12. Cromlech di Stonehenge, Inghilterra
Dolmen di Pentre Ifan, Dyfed, Galles
Monumento di Callanish,
isola Lewis, Scozia
13. I nuraghi
• I nuraghi sono delle torri in pietra di forma tronco conica risalenti al II millennio
a.C. ed ampiamente diffusi in tutto il territorio della Sardegna. Furono il centro
della vita sociale degli antichi sardi e diedero il nome alla loro civiltà, la civiltà
nuragica, una delle più misteriose e meno conosciute del Mediterraneo.
• Unici nel loro genere, costituiscono i monumenti megalitici più grandi e meglio
conservati che si possano trovare oggi in Europa e sono unanimemente considerati
come il simbolo più noto della Sardegna.
• Circa la loro funzione archeologi e storici sono più o meno concordi nel ritenere
che i nuraghi fossero degli edifici a carattere civile-militare, destinati in
particolare al controllo e alla difesa del territorio e delle risorse in esso presenti,
ma molti dubbi non sono stati ancora chiariti infatti nuovi archeologi e studiosi
hanno trovato reperti e testimonianze comparati che fanno pensare al nuraghe
come edificio costruito unicamente per il culto religioso e dei morti. Le torri sono
alte spesso fino a 20 metri
• La particolare forma è dovuta alla tecnica di costruzione che prevedeva solide
fondamenta con grossi blocchi di pietra squadrati e sovraposti a secco, in maniera
circolare, senza utilizzo di leganti.
• Alcuni nuraghi sorgono isolati, altri sono invece circondati o collegati tra di loro
da un sistema di muri di cinta che racchiudono i resti di capanne, tanto da
assumere l'aspetto di un villaggio vero e proprio.
• Infatti le popolazioni nuragiche, oltre che negli stessi nuraghi, risiedevano in
questi villaggi addossati al castello
14. Il complesso di Su Nuraxi a Barumini Il Nuraghe Losa di Abbasanta
Nuraghe Arrubiu,
interno Silanus, Nuraghe Corbos
17. GROTTE DI LASCAUX
Collocazione: Dordogna (Francia centr -occidentale)
Scoperta nel 1940
Iconografia:Sulle pareti e sul soffitto sono
rappresentati centinaia di animali
Tecnica: pittura parietale preistorica
Data di esecuzione:15.000,20.000 a.C.
importanza artistica: grande abilità nel rendere la
descrizione naturalistica degli animali raffigurati
18.
19. Le grotte di lascaux
L’arte rupestre è vista come
l’intenzione dell’uomo di lasciare un
segno.
Scendere nelle grotte della Dordogna - in senso fisico ed intellettuale - ci
permette di
osservare in uno specchio di roccia vecchio di 20.000 anni i lineamenti dei
nostri
antenati.
L’esplorazione delle grotte inizia verso il 1863.
Nelle scene di
caccia ai mammut rappresentate nella grotta L’animale dipinto non
rappresenta più se stesso, ma
concetti come il futuro, il
coraggio, la morte, ecc. Le
pitture rupestri quindi non furono
mai un fenomeno di “arte per l’arte”,
sempre espressero invece
determinati atteggiamenti dello
spirito.
20. Le origini della civiltà dei cacciatori e quindi
le origini delle grotte risalgono alla fine
dell’età glaciale,circa 50 mila anni fa.
La caccia occupa tutta l’esistenza
delcacciatore, la sua economia, la sua
strutturasociale e la vita spirituale.
La natura delle rocce delle pitture rupestri
è prevalentemente calcarea. Spesso
l’acqua di infiltrazione scorre lungo le
pareti della grotta creando
drappeggiature e infiorescenze e anche
una sottile pellicola calcarea che viene
considerata come una delle principali
prove di autenticità e antichità delle
opere.
A Lascaux, per esempio, le pareti sono
coperte da uno strato sottile e chiaro di
concrezioni su cui le immagini sono state
dipinte. Inoltre le pareti delle grotte
sono sottoposte a processi biologici
come i licheni (su roccia asciutta)
oppure muschi e alghe su superfici
umide; inoltre agenti chimici avvengono
in continuazione rendendo più scuri i
colori.
21. Quella della datazione è una delle questioni più
discusse, infatti molti sono stati i dubbi e le
perplessità che addussero diversi esperti a
dubitare dell’autenticità e dell’età. A favore
sono certamente le concrezioni sulla
superficie delle opere, ma un aiuto è fornito
anche dalla rappresentazione degli animali
raffigurati per la maggior parte oggi estinti.
Mammut – renne – alci –buoi muschiati –
bisonti,testimoniano l’età dell’arte che li
raffigura: cioè l’ultimo periodo dell’età
glaciale.
22.
23. l’uomo in queste grotte padroneggiava l’arte del fuoco, sapeva quindi con facilità
accendere la fiamma ed usava torce che non affumicassero o danneggiassero i dipinti.
Per quanto riguarda strumenti e materiali, le
pitture venivano eseguite normalmente con
paste colorate diluite. Il materiale più usato
era l’ocra che forniva il giallo, il rosso; inoltre
ossidi di manganese e carbone di legna. Il
bianco non era utilizzato, neppure il verde o
l’azzurro. Il viola è probabilmente dovuto
all’ossidazione nel tempo. In genere i colori
venivano polverizzati con pestelli e mescolati
con sostanze oleose o grasse. Sicuramente
usati come leganti sangue e albume.
Questa sostanza veniva quindi spalmata sulla
parete con le dita oppure con delle piume.
Altra tecnica utilizzava vesciche di animali
come tamponatura del colore sulle pareti
porose. Infine altra tecnica consisteva nello
spruzzare direttamente con la bocca il colore.
24. Probabilmente l’impulso più forte
alla creazione artistica proveniva
dalla caccia. Quotidianamente
l’uomo incontrava le orme della
selvaggina sul suolo; queste
potevano essere riprodotte e
imitate. Ciò spinse l’uomo a
riprodurre la propria mano, ed in
seguito, tracciare linee con le
dita sporche. Dall’inizio casuale,
questo atto diverrà poi
intenzionale, sorgerà così un
intrico di linee meandriformi da
cui, a poco a poco, nascerà il
contorno degli animali. Quasi
sicuramente furono le
popolazioni dell’Asia Minore che
si spostarono in Europa durante
il periodo interglaciale a portare
con sé le doti che rappresentano
la premessa per una creazione
artistica..
25.
26. La grotta di Lascaux fu scoperta tardi, nel settembre 1940.Quattro ragazzini di Montignac,
inseguendo il loro cane smarrito nelbosco, trovarono l’ingresso della grotta. Penetrati
all’interno per recuperare il cane, fu proprio grazie alla loro bassa statura che riuscirono
facilmente a notare i dipinti. Aperta al pubblico attorno al 1950 fu subito battezzata
giustamente la cappella Sistina della Preistoria.
Nei primi anni ’60 ci si accorse che il calore e l’umidità portati dai visitatori avevano causato la
comparsa di muffe e il deterioramento dei colori. La grotta si trova in un massiccio
calcareo; subito dopo l’ingresso si trova la sala delle pitture che misura 30 metri di
lunghezza. Le pareti sono ricoperte fino al soffitto di immagini. Al termine della sala si apre
una galleria che si perde nella montagna. Ritornati alla sala
centrale sulla destra si nota un’altra galleria che
conduce ad una parte della grotta più elevata e
tutta affrescata; più addentro si arriva all’abside,
un allargamento a forma di sala.
27. • Da qui si giunge in un’altra sala dove è rappresentata una rarissima
rappresentazione scenica dell’età glaciale: un bisonte gravemente ferito, col
fianco lacerato da un colpo di lancia, ha abbassato le corna come per l’attacco;
dinnanzi a lui giace una figura umana tracciata ommariamente come sempre.
Citiamo alcune fra le pitture più belle della sala principale e della successiva. La prima
è denominata sala dei “buoi primigeni”. Tre giganteschi buoi e parti di un quarto
animale raggiungono i 5 metri e sono da considerarsi unici. I contorni sono dipinti
in nero, la superficie interna è colorata di nero oppure con macchie nere.
Interessante: le corna e gli zoccoli seguono la prospettiva tordue caratteristica
dell’arte perigordiana. I tori si sovrappongono a buoi selvatici più antichi dipinti di
rosso.
28.
29.
30. Grotte di Altamira
Collocazione:Spagna settentrionale
Scoperta nel 1879
Datazione:posteriore a quella di Lascaux
alla fine del paleolitico
Tecnica :pittura parietale
Importanza artistica: naturalismo nel cogliere il
movimento nelle caccia
31. • Le Grotte di Altamira sono delle caverne
spagnole famose per le pitture rupestri del
Paleolitico superiore raffiguranti mammiferi
selvatici e mani umane.
• Queste grotte sono state incluse tra i
Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel 1985.
32. • La grotta è lunga 270 metri, e consiste di una
b serie di passaggi intrecciati
e di camere. Il m cunicolo
principale ha un'altezza variabile dai m due ai
sei metri. La caverna si è formata m m
grazie al crollo di precedenti fenomeni m m
carsici nella roccia calcarea dei monti m m
Vispieres.
m Il sito si trova in un punto strategico per m
m poter sfruttare la ricca fauna che
abitava le m vallate delle montagne circostanti,
fornendo n quindi cibo. Circa 13.000 anni fa una
frana n n bloccò l'entrata della caverna
preservandone
il contenuto fino alla scoperta avvenuta a causa del crollo di un albero.
L'occupazione umana è stata limitata all'entrata della grotta nonostante
siano state trovate pitture per tutta la lunghezza del cunicolo. Gli artisti
usarono carbone ed ocra o ematite per dipingere, spesso diluendo i colori per
produrre totalità e creare così effetti di chiaroscuro. Sfruttarono i contorni
naturali dei muri per dare un'impressione di tridimensionalità ai soggetti. Il
Soffitto Multicolore è l'opera più appariscente e mostra un branco di bisonti
in differenti posizioni, due cavalli, un grande cervo e quello che sembra essere
un cinghiale.
La datazione di quest'arte si può far risalire al Magdaleniano per quanto
riguarda animali e forme astratte. Le immagini del Solutreano raffigurano
invece cavalli, capre ed impronte di mani. Numerose altre caverne nel nord
della Spagna contengono arte paleolitica, ma nessuna di loro è
qualitativamente o quantitativamente paragonabile ad Altamira.
33.
34. • Negli anni sessanta e settanta le pitture vennero danneggiate dal fiato
umido di numerosi visitatori. Altamira venne completamente chiusa al
pubblico nel 1971, per poi riaprire parzialmente nel 1982. Da quel
momento sono stati accettati pochi visitatori, per vedere le opere è
necessaria una lista d'attesa di tre anni.
• Molti pittori sono stati influenzati dalle opere delle grotte di
Altamira. Dopo una visita Picasso esclamò "dopo Altamira tutto è
decadenza".