2. DOPO LA MORTE DI CESARE
Il console Marco Antonio, collaboratore di Cesare, convito di
esserne il successore, convoca il Senato che decreta:
o l’amnistia dei congiurati;
o I funerali solenni di Cesare;
o La validità dei suoi atti;
o L’attuazione delle volontà testamentarie.
Gaio Ottavio, vero erede di Cesare e da lui adottato, torna
dall’Epiro dove sta svolgendo esercitazioni militari e, poiché Antonio
rifiuta di consegnargli il patrimonio del padre adottivo, con il suo
denaro attua le volontà testamentarie di Cesare e arruola un
esercito di veterani per combattere Antonio con l’appoggio del
Senato.
3. SCONTRO TRA OTTAVIANO E ANTONIO
43 a.C.:
o Antonio ottiene il proconsolato in
Macedonia ma cerca di scambiarlo con il
proconsolato in Galli Cisalpina, assegnato
a Decimo Bruto;
o Lo scontro tra Antonio e Decimo si svolge
a Modena; Ottaviano interviene con le
sue truppe a fianco dei consoli in carica
con il consenso del Senato;
o Antonio, sconfitto, ripara in Gallia e si
unisce all’esercito di Lepido, veterano di
Cesare;
o Poiché a Modena erano morti a Modena,
Ottaviano approfitta del vuoto di potere
e marcia con il suo esercito su Roma e si
fa eleggere console, contro ogni regola;
o Ottaviano, riflette sulla necessità di venire
a patti con Antonio: nasce, a Bologna, il
secondo triumvirato che vede uniti
Ottaviano, Marco Antonio e Lepido
4. IL SECONDO TRIUMVIRATO
Rispetto al primo triumvirato è un patto lecito, che diviene una vera e
propria magistratura di durata quinquennale e che conferisce pieni poteri
ai triumviri;
Azioni:
o Liquidare l’ala conservatrice dell’aristocrazia attraverso la persecuzione dei
cesaricidi che nel frattempo erano fuggiti con un esercito in Grecia;
o Ritorno delle liste di proscrizione (il caso «Cicerone»)
o Nel 42 a.C. si svolge lo scontro finale contro i cesaricidi Bruto e Cassio che si
conclude con la vittoria dei triumviri e il suicidio dei due congiurati
5.
6. DOPO FILIPPI
Antonio resta in Oriente mentre Ottaviano torna a
Roma dove procede all’assegnazione delle terre
ai veterani attraverso la confisca di terre dei grandi
proprietari terrieri;
Ne scoppia una rivolta che si trasforma in una vera
e propria guerra che si protrae per due anni (41-40
a.C.) e si conclude con la vittoria di Ottaviano
nella battaglia di Perugia;
Sempre nel 40 si procede alla spartizione delle
zone d’influenza tra i triumviri:
o A Ottaviano va l’Italia e l’Occidente;
o Ad Antonio l’Oriente;
o A Lepido l’Africa.
7. ANTONIO IN EGITTO
L’Egitto era un regno indipendente ma
sotto il protettorato romano, era governato
dalla dinastia dei Tolomei nella figura di
Cleopatra (moglie di Tolomeo, ucciso da
Cesare dopo la morte di Pompeo.
Cleopatra usa il suo fascino, così come
aveva fatto con Cesare, per conciliare
l’indipendenza del suo popolo con il
rapporto con i Romani, forse cerca di
coinvolgere Antonio in un progetto di
regno indipendente dell’Oriente.
Da Alessandria d’Egitto Antonio cerca di
coordinare degli interventi in Oriente sia
contro i Parti sia contro i domini romani che
mal sopportavano la sudditanza a Roma.
Non vi furono successi definitivi.
8. REAZIONE DI OTTAVIANO
Ottaviano costruisce un’ immagine negativa di Antonio attraverso una raffinata
opera di propaganda: lo presenta come un nemico pubblico legato ad una
regina orientale , traditore dei valori romani e volto a costruire un potere personale.
Nonostante ciò nel 38 a.C. allo scadere del quinquennio viene rinnovato il patto
tra i triumviri; ma allo scadere del secondo quinquennio la situazione raggiunge il
massimo punto di tensione: scoppia la guerra tra Ottaviano, che rappresenta gli
interessi di Roma, e Antonio, che difende gli interessi suoi e di Cleopatra.
Lo scontro finale avviene ad Azio, nel 31 a.C.
La vittoria di Ottaviano è schiacciante; Antonio e Cleopatra si rifugiano in Egitto
dove si suicidano.
Ottaviano ritorna a Roma da padrone.
9.
10. LA COSTRUZIONE DEL PRINCIPATO
La furbizia di Ottaviano fu di presentarsi come restauratore della
repubblica e delle antiche tradizione romane mentre, invece, costruiva il
proprio potere accentrando tutte le cariche nelle sue mani con il consenso
del Senato, dell’aristocrazia, del popolo.
POTERE MILITARE POTERE POLITICO POTERE SIMBOLICO POTERE RELIGIOSO
• Imperator
• Imperium maius
et infinitum
• Console
• Princeps senatus
• Tribunicia
potestas
• Augustus
• Pater patriae
• Pontifex maximus
CARICHE E POTERI ASSUNTI DA OTTAVIANO DAL 28 AL 2 a.C.
11. LE PROVINCE
PROVINCE IMPERIALI:
• sotto il diretto controllo di Augusto
• le imposte confluivano nel FISCO,
una cassa a disposizione del
principe
• Erano controllate da eserciti di
occupazione
• Erano governate da uomini di
fiducia di Ottaviano.
PROVINCE SENATORIE:
• Province di antica acquisizione,
ormai romanizzate
• Erano gestite secondo il normale
meccanismo repubblicano
• I tributi confluivano nell’erario, la
cassa dello stato.
Attraverso questo sistema Ottaviano non solo aveva il controllo dei territori,
ma anche degli eserciti
12. L’APPARATO AMMINISTRATIVO
Il Senato conservò le proprie funzioni tradizionali: magistrati, governatori, alti
ufficiali dell’esercito, inoltre ai senatori fu riservata una nuova carica: la
PREFETTURA URBANA;
Ai cavalieri riservò nuove cariche importanti, infatti ad essi apparteneve:
o Il prefetto dei vigili
o Il prefetto dell’annona
o Il prefetto del pretorio, capo dell’unico corpo armato stanziato in Italia, i
pretoriani, guardie personali di Augusto.
Creò un efficiente apparato burocratico costituito da strutture permanenti
con a capo di tecnici esperti il cui mandato dipendeva dal volere di
Ottaviano, a supporto dei magistrati la cui carica era solo annuale e nelle
mani del popolo che li eleggeva nei comizi.
13. POLITICA ESTERA
La politica estera di Ottaviano era indirizzata al
consolidamento dei confini, tuttavia avviò alcune
campagne militari:
o Ad ovest si impegnò a sottomettere
definitivamente la penisola iberica;
o A nord creò una cintura protettiva di territori
intorno alla Pianura padana, sottomise le tribù
germaniche che occupavano l’attuale Svizzera e
Austria; conquistò la Pannonia (Ungheria); cercò di
portare il confine dal Reno all’Elba ma questa
campagna fu un disastro (la disfatta di
Teutoburgo)
o A est , nei territori indipendenti ma di fatto sotto
l’influenza romana, favorì l’ascesa al trono di
sovrani fedeli a Roma e avviò trattative
diplomatiche con i Parti che restituirono le insegne
militari sottratte a Crasso.
14. POLITICA CULTURALE
La sua azione politica venne accompagnata da una
accurata propaganda culturale ad opera dei migliori
artisti dell’epoca: scultori e poeti che svolsero la stessa
funzione che oggi svolge la stampa di regime.
Tito Livio, Virgilio, Orazio e molti altri artisti entrarono a
far parte del circolo di Mecenate, braccio destro di
Augusto: attraverso le loro opere cercò di riformare la
società, la mentalità, lo stato, con uno sguardo verso li
intramontabili valori del passato e uno sguardo al
presente e al futuro.
In tal modo se da una parte promuoveva le arti,
dall’altro attuava un profondo controllo sulla libertà di
pensiero e di parola,
Un’opera particolarmente esemplificativa è l’Eneide
di Virgilio che non solo esalta le antiche virtù romane
ma anche dà lustro all’antica casata di Augusto che,
discendente di Enea, secondo la leggenda fa risalire
la sua origine alla dea Venere.