Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
Le tre guerre sannitiche
1.
2. COSA SONO LE GUERRE SANNITICHE?
Le Guerre sannitiche sono una serie di tre conflitti
combattuti dalla giovane Repubblica romana contro la
popolazione italica dei Sanniti e numerosi loro alleati tra la
metà del IV e l'inizio del III secolo a.C.
Le guerre, terminate tutte con la vittoria dei Romani (tranne
la prima fase della seconda guerra), scaturirono dalla
politica espansionistica dei due popoli che a quell'epoca si
equivalevano militarmente e combattevano per conquistare
l'egemonia nell'Italia centrale e meridionale oltre che per la
conquista del porto magnogreco di Napoli.
3. Risolta temporaneamente la questione interna, si presentò a Roma un nuovo
problema esterno. Giunsero a Roma alcuni ambasciatori campani venuti dalla
città di Capua, fiorente centro della Magna Grecia. Essi venivano ad invocare
aiuto a causa della minaccia dei sanniti, i quali stringevano d'assedio la loro
città per distruggerla.
I sanniti erano una assai bellicosa popolazione della Campania centrale con la
quale i romani avevano però stretto un patto di non belligeranza alcuni anni
prima. Di fronte al rifiuto del Senato di venire in aiuto di Capua, gli
ambasciatori, terrorizzati dalla sorte che li avrebbe attesi, non ci
pensarono su due volte a consegnare nelle mani di Roma la loro città.
A questo punto i romani saggiarono il terreno mandando un'ambasciata nel
Sannio. Gli ambasciatori proposero ai sanniti di abbandonare l'assedio di
Capua poiché era diventata di loro proprietà. I sanniti risero in faccia ai
4. Le sorti della guerra furono affidate a due consoli patrizi (contravvenedo
alle leggi Licinie-Sestie da poco approvate). In Campania fu inviato marco
Valerio Corvo, nel Sannio Aulo Cornelio Cosso.
Le sorti della guerra in Campania arrisero all'esercito di Valerio, che
sconfisse i sanniti abbastanza facilmente, mentre in aiuto di Cornelio Cosso,
impantanato tra le strette gole del Sannio e vittima della guerriglia e delle
imboscate, fu necessario il rinforzo di un tribuno militare plebeo, Publio
Decio Mure.
La guerra terminò dopo due anni, nel 341 a.C. sul campo di Suessola, presso
Capua. I romani considerarono giusto firmare un nuovo accordo di pace per
meglio concentrarsi sull'ennesima recrudescenza interna dello scontro
sociale.
5. Le Forche Caudine
Ma i conti con i sanniti non erano ancora chiusi.
Inevitabile fu lo scoppio di una nuova serie di guerre
nel 327 a.C.
Questa volta l'esercito romano fu affidato ai due
consoli Tito Veturio e Spurio Postumio. Le sorti della
guerra erano alterne, ma accadde ugualmente un
fatto tra i più nefasti nella storia di Roma.L'esercito
romano decise di muovere da Capua a Benevento, si
mise quindi in marcia verso il Sannio. I sanniti idearono
però uno stratagemma. Travestiti alcuni soldati da
pastori, indicarono all'esercito romano la strada di
una stretta gola montuosa. I romani, giunti nel luogo
nominato come Caudio, si resero conto di avere la
strada sbarrata da tronci e massi, mentre dall'altra
parte lo sbarramento nemico, capeggiato da Gavio
Ponzio, impedivano loro di uscire dalla strettoia.I
6. Ogni soldato romano fu costretto a denudarsi e
passare sotto un arco di lancie nemiche,
schernito e deriso dal nemico. Inoltre, i romani
furono costretti a lasciare in ostaggio ai
sanniti la loro cavalleria. L'episodio fu
ricordato col nome di Forche Caudine.
Il ritorno a Roma dei due consoli fu mesto. Fu
deciso di sostiuirli con il patrizio Lucio Papirio
Cursore e il plebeo Quinto Publilio Filone. Le
condizioni di resa non furono accettate e
l'esercito romano, sotto la guida dei nuovi abili
generali, riuscì a ricambiare l'onta delle
Forche Caudine vincendo in Apulia (furono
restituiti gli "onori" ai sanniti, ripetendo a
parti inverse la farsa delle Forche).
Malgrado i sanniti si fossero alleati con gli
etruschi e con i popoli latini e sabini sempre in
lotta con Roma, dovettero definitivamente
capitolare a Boviano.La seconda guerra
sannitica terminava nel 304 a.C.
7.
8. Il terzo ed ultimo episodio della guerra sannitica si consumò a
partire dal 298 a.C.
Questa volta i sanniti si erano alleati, oltre che con i sabini,
umbri e lucani, anche con i galli senoni, gli stessi che avevano
saccheggiato Roma. Nella pianura umbra di Sentino, nel 295, i
romani vennero sorpresi da una trovata dei Galli. Essi si
gettarono sull'esercito romano con carri trainati da cavalli, in
ogni carro una legione barbara che scagliava freccie. Il fracasso
dei carri spaventò i cavalli romani, i quali batterono in ritirata.
Ma nemmeno questa trovata bastò. Publio Decio Mure, filgio
dello stesso Mure che era corso in aiuto delle legioni nella prima
guerra, si immolò abbattendosi contro i carri e perdendo la vita.
Il suo sacrificio diede nuovo vigore ai romani che sbaragliarono i
Galli per l'ennesima volta.
9. Ad uno ad uno caddero anche gli alleati dei sanniti, e a
questi indomabili guerrieri non restò altro che firmare,
questa volta definitivamente, la resa. Questo accadde nel
290 a.C.
Con la vittoria sui sanniti i Romani conquistarono una
posizione di dominio in tutto il centro sud, conquista che
inaugurò storicamente l'ascesa militare romana sul suolo
italico.
10. Ad uno ad uno caddero anche gli alleati dei sanniti, e a
questi indomabili guerrieri non restò altro che firmare,
questa volta definitivamente, la resa. Questo accadde nel
290 a.C.
Con la vittoria sui sanniti i Romani conquistarono una
posizione di dominio in tutto il centro sud, conquista che
inaugurò storicamente l'ascesa militare romana sul suolo
italico.