2. Un secolo di profondi
mutamenti
Alla fine del II sec. a.C. Roma dovette affrontare le tensioni
sociali e gli squilibri economici causati dalle recenti
conquiste
In questo periodo di profonde
tensioni, si imposero sulla vita
politica i capi militari
Per sanare gli squilibri, Tiberio
e Caio Gracco proposero una
legge agraria
Nell’88 a.C. la situazione
sfociò nella Guerra civile
3. La cultura greca invade Roma
I primi contatti con la cultura greca erano avvenuti già nel III
sec. a.C.
L’aristocrazia tradizionalista guardava
con sospetto le novità introdotte dalla
Grecia in quanto corruttrici dei costumi
romani
Un medico cura una
ferita, Pompei (I sec.
a.C.)
Con la conquista dell’oriente, il
processo di ellenizzazione si accentuò
Immigrazione di
medici, insegnanti e
filosofi
I filosofi furono
espulsi da Roma
nel 173 a.C. e nel
155 a.C
4. Il circolo degli Scipioni
Il circolo degli Scipioni accolse e protesse intellettuali latini e greci
La conoscenza del greco era fondamentale
per governare le province orientali e
trattare con le autorità locali
La famiglia degli Scipioni fu tra le più attive nel sostenere che la cultura
greca poteva fornire a Roma la mentalità necessaria per governare
territori così vasti
Attore di
teatro
Terenzio
(commediografo)
Lucilio (poeta)
Polibio (storico)
Panezio di Rodi
(filosofo)
5. Nuovi valori sociali e religiosi
Diffusione del
lusso tra i ceti alti
Il contatto con il mondo greco provocò profondi mutamenti sociali
I rituali dionisiaci,
caratterizzati da
celebrazioni orgiastiche in
onore di Dioniso (Bacco),
erano celebrati in segreto
di notte
Furono banditi dal Senato
nel 186 a.C.
Rituale dionisiaco, Pompei (I sec. a.C.)
Crisi dell’antica
famiglia
patriarcale
Successo delle
religioni misteriche
6. I mutamenti economici
La trasformazione di Roma in potenza mediterranea pose gravi
problemi sociali, dovuti a profondi squilibri economici
Guerre, tasse e inflazione avevano
provocato la crisi dei piccoli proprietari
terrieri
I contadini, costretti a vendere le
terre, si riversarono a Roma
aumentando le fila dei proletarii
(cittadini che possedevano solo i figli)
La coltivazione cerealicola tradizionale non era più redditizia a causa della
concorrenza dei cereali più economici prodotti nelle province o nei latifondi
Il banchiere Lucio Calpurnio vende all’asta beni pignorati
7. L’ascesa del ceto dei cavalieri
Le guerre di conquista e l’amministrazione delle province avevano
enormemente arricchito il ceto dei cavalieri (equites)
Cittadini non nobili
che rientravano
nella prima classe di
censo
I commerci e gli appalti
pubblici erano un’esclusiva
dell’ordine equestre
Nel 218 a.C. la lex Claudia vietò il
commercio marittimo ai senatori
Pagamento
di imposte
8. La classe dei grandi latifondisti
Le conquiste provocarono un enorme accumulo di proprietà terriere
nelle mani di un numero ristretto di grandi latifondisti aristocratici
L’agricoltura era organizzata secondo
il sistema della fattoria (villa)
Villa di Boscoreale (I sec. a.C.)
Le villae erano affidate ai villici,
fattori di condizione servile
Il termine latifondo deriva
da latus («ampio») e
fundus («podere»)
Azienda agricola
finalizzata alla produzione
su vasta scala
9. L’economia schiavistica
Le conquiste militari del II sec. a.C. provocarono un enorme
afflusso di schiavi. L’economia schiavistica raggiunse a Roma
proporzioni mai viste prima
Gli schiavi erano impiegati soprattutto in
agricoltura, ma potevano anche servire
personalmente il padrone
Gli schiavi pubblici lavoravano nelle
miniere
Schiavi con guardiani (I sec. d.C.)
Gli schiavi colti erano usati come
pedagoghi o medici
10. La prima rivolta degli schiavi
La presenza di grandi masse di schiavi poneva problemi di ordine
pubblico
La guidava lo schiavo Euno,
che si proclamò re con il nome
di Antioco
Nel 136 a.C. scoppiò una rivolta in Sicilia a cui
presero parte anche piccoli proprietari, braccianti e
pastori
F. Bronnikov, Schiavi crocifissi (1873)
L’esercito di Euno, fu
annientato dai Romani nel 132
a.C.
11. Lo scontento degli alleati italici
Gli alleati di Roma erano
stati esclusi dalla
spartizione delle terre
conquistate
Alle difficoltà interne si aggiungevano
quelle esterne
Gli abitanti delle province
erano continuamente vessati
dai magistrati romani
Schiavi addetti ai lavori domestici
Un’altra conseguenza dell’aumento della ricchezza fu il fenomeno della
corruzione
Le magistrature offrivano
ampi margini di guadagno e
potere
12. Le riforme: Tiberio Gracco
Nel 133 a.C. il tribuno della plebe Tiberio Gracco propose una
riforma agraria che ridistribuiva le terre pubbliche, suscitando
l’opposizione della classe senatoria (lex sempronia agraria)
Ricostituire la classe di
piccoli proprietari,
fondamentale per
l’esercito
Evitare che il
proletariato
divenisse una massa
incontrollabile
Si ricandidò alla stessa carica nel 132 a.C., contravvenendo alle
leggi: fu accusato di aspirare alla tirannide e assassinato
N. Hallé, Cornelia, madre dei
Gracchi (1779)
La legge limitava l'occupazione delle terre dello stato a 500 iugeri (=125 ettari) a
persona e riassegnava le terre eccedenti ai contadini in rovina: - un nobile
poteva avere 500 iugeri di terreno, più 250 per ogni figlio, fino ad un massimo di
1000 (ma queste terre venivano date ai nobili in proprietà privata);
- i terreni confiscati dovevano essere redistribuiti ai nullatenenti in modo che ogni
famiglia contadina avesse un lotto di 30 iugeri in possesso precario (rimanevano
giuridicamente di proprietà dello stato).
13. Le riforme: Caio Gracco
Nel 123 a.C. il fratello di Tiberio, Caio Gracco, cercò l’appoggio dei
cavalieri per l’approvazione della legge agraria
Le leges Semproniae affidarono al
ceto equestre la gestione dei
tributi della ricchissima provincia
d’Asia
Nel 122 a.C. propose la concessione
della cittadinanza agli alleati,
alienandosi i favori della plebe
Nel 121 a.C. tentò la rivolta armata
incitando gli schiavi: condannato dal
Senato, fu costretto al suicidio
E. Guillaume, Tiberio e Caio Gracco
14. 14
Il pacchetto di leggi di
Gaio
1) Gaio riaffermò la legge agraria del fratello Tiberio e la rese
perfezionò in più punti;
2) con la legge frumentaria propose la distribuzione di pane a
prezzo ridotto per i cittadini poveri;
3) per dare terra ai nullatenenti propose la fondazione di tre nuove
colonie romane (Cartagine, Squillace e Taranto);
4) con la legge sulla cittadinanza cercò di risolvere il problema del
malcontento degli italici: propose di estendere la cittadinanza
romana ai latini e quella latina agli italici ;
5) Propose una legge giudiziaria, secondo la quale i tribunali
permanenti (quaestiones perpetuae) che dovevano giudicare
l’operato dei governatori provinciali usciti di carica (che spesso
erano accusati di estorsione (crimen de repetundis pecuniis),
fino ad allora composti solo da senatori, fossero composti per
1/3 da senatori e per 2/3 da cavalieri. Ciò gli attirò le simpatie
dei cavalieri, ma l’odio dei senatori.
15. L’ascesa dei capi militari
Tra il II e il I sec. a.C. i
generali più influenti
divennero arbitri dello
Stato
I POPULARES (“amici del popolo”) erano quei nobili che
si facevano interpreti delle esigenze delle masse ed
erano favorevoli al cambiamento e alle riforme politiche
e sociali (progressisti).
I tribuni della plebe, incapaci di gestire i conflitti
sociali, si rivolsero ai comandanti militariContadina al mercato, copia di un
originale greco (II sec. a.C.)
Gli OPTIMATES (“uomini eccellenti”) costituivano il gruppo
nobiliare strenuo difensore dell’ordine esistente e dei
privilegi del senato; erano contrari alle rivendicazioni delle
masse popolari e a qualsiasi cambiamento (conservatori).
vs
Dopo l’esperienza dei Gracchi, la nobilitas si divise in
due gruppi radicalmente contrapposti sul piano politico
16. La guerra contro Giugurta
Nel 112 a.C. il Senato dichiarò guerra al re della Numidia,
Giugurta, per il massacro degli abitanti di Cirta: tra essi c’erano
numerosi mercanti italici
Nel 107 a.C. le operazioni militari furono
assegnate al console Caio Mario
Mario
Mario era un homo novus perché
la sua famiglia non aveva mai
ricoperto magistrature
importanti
Nel 105 a.C. Giugurta fu sconfitto e condotto in
catene a Roma
17. La riforma dell’esercito
La vittoria contro Giugurta fu resa possibile anche dalla riforma
dell’esercito promossa da Mario
L’esercito divenne volontario e, per
la prima volta, l’arruolamento fu
aperto anche ai proletari
L’esercito non era più una milizia
temporanea di cittadini armati, ma un
corpo di professionisti della guerra
Soldati romani, mosaico da Praeneste (I sec. a.C.)
La riforma porterà alla creazione di
eserciti fedeli al proprio generale più
che allo Stato
18. La legione coortale
Mario portò la legione da 3000 a 6000 uomini e la divise in 10 coorti. Ogni
coorte, formata da 600 uomini fu divisa in 3 manipoli da 200 uomini
ciascuno, suddivisi in hastati, principes e triarii.
Mario istituì inoltre la coorte pretoria, una guardia del corpo del pretore, che
guidava la legione.
19. Il declino di Mario
Nel 102 e nel 101 a.C. Mario sconfisse i Cimbri e i Teutoni (tribù
germaniche), che minacciavano di entrare in Italia
Il Senato riuscì ad alienargli l’appoggio popolare,
contrapponendolo al tribuno della plebe Saturnino
Forte dei successi militari, Mario divenne la guida dei
populares e per cinque anni fu rieletto al consolato
Moneta raffigurante
Saturnino
Nel 100 a.C. Saturnino propose l’assegnazione di terre ai
veterani di Mario, suscitando l’ostilità di senatori, cavalieri e
anche di una parte della plebe
20. La Guerra sociale
Gli Italici si unirono in uno Stato
federale
Per evitare che la guerra si estendesse
ad altre popolazioni, il Senato concesse
la cittadinanza agli Italici
L’esercito della Lega fu sconfitto da
Lucio Cornelio Silla
Moneta coniata dalla Lega italica
Nel 91 a.C. il tribuno Marco Livio Druso propose di estendere
la cittadinanza romana ai socii italici: il suo assassinio scatenò la
Guerra sociale
21. Le prime fasi della Guerra civile
Negli anni della Guerra sociale, Mitridate VI, re del Ponto, diede inizio
a una rivolta contro Roma in Asia Minore
Silla marciò su Roma e, dopo aver sconfitto
Mario, partì per l’Asia Minore (87 a.C.)
Il Senato affidò il comando della Guerra mitridatica
a Silla, ma su pressione dei populares nominò poi
Mario
Mitridate (I d.C.)
Nell’89 a.C. Mitridate VI fece
trucidare 80.000 cittadini romani
Per la prima volta
un esercito romano
si volse contro la
stessa Roma
22. La vittoria di Silla
Mentre Silla era impegnato in oriente, Mario
rientrò a Roma e fu rinominato console
Rimasto unico arbitro di Roma, Silla si fece
nominare dittatore, con l’incarico di ricostituire
l’ordine dello Stato
Silla concluse la pace con Mitridate nell’83 a.C.
Silla (I sec. a.C.)
Nell’82 a.C. fece ritorno a Roma, dove
sconfisse l’esercito dei mariani (battaglia di
Porta Collina)
Alla sua morte i populares si riorganizzarono intorno
al figlio, Mario il giovane
23. La dittatura di Silla
Il primo atto ufficiale di Silla fu la compilazione delle liste di
proscrizione, in cui furono inseriti, come nemici dello Stato, tutti i
suoi avversari politici
aumentò il numero dei
senatori da 300 a 600
Per rafforzare il potere dell’aristocrazia,
Silla
organizzò il cursus honorum
(l’ordine di accesso alle
magistrature)
separò il potere politico da quello militare
Silla effigiato su una moneta
Potevano essere assassinati
impunemente e i loro beni passavano
allo Stato
24. Le leges Corneliae
Ecco in sintesi le principali riforme di Silla:
1) Il numero dei senatori fu elevato da 300 a 600 per
ricompensare i sostenitori di Silla; fu abolita la censura.
2) I tribunali permanenti furono affidati ai soli senatori.
3) Furono ridotti i poteri dei tribuni della plebe (rimase
solo il diritto di veto).
4) Le proposte di legge da sottoporre ai comizi
dovevano essere approvate prima dal senato.
5) Furono fissati i tempi e i modi del cursus honorum;
7) Solo proconsoli e propretori potevano diventare
governatori delle province.
6) Il pomerium (area sacra invalicabile in armi) fu
allargato fino ai fiumi Magra e Rubicone (in tutta
l’Italia peninsulare non poteva entrare un esercito in
armi).