2. Origini del vino
‘ Roma era la terra prediletta dal dio bacco’ (il dio della vegetazione, della vite e della
fertilità) come diceva Sofocle, e venivano prodotti dei vini quasi al pari dei più pregiati
Greci
Le origini della viticoltura Romana risalgono a delle tecniche etrusche e Greche; A
Roma le viti crescevano spontaneamente a causa della fertilità e del clima dei campi e
non dovevano essere importate da altre parti dell’impero.
I romani, dopo aver appreso queste tecniche di produzione, con grande senso del
business fondarono aziende organizzate e produttive che esportavano il vino in tutto il
mediterraneo.
3. Esse si avvalevano di una grande manodopera schiavile, che si occupavano dei lavori pesanti come il pestaggio
dell’uva, e di terrazzamenti in grado di conservare umidità e calore in modo da non rovinare la qualità del vino.
le tecniche di coltivazione della vite diventarono sempre più sofisticate e gli usi legati al consumo di vino mutarono
in base alle volontà degli imperatori che si sono succeduti.
4. Come erano organizzati i vigneti
Nelle piantagioni, tra due solchi, doveva esserci una
distanza di almeno 10 Pedes ( ovvero 3 metri) in
modo da ottenere stabilità e un certo ordine garantito
inoltre da pali lignei.
Inoltre ci si avvaleva di coltivazione a terrazza, ovvero
un sistema con particolari pendenze, capace di
conservare dosi adeguate di umidità e calore;
5. Tecniche
Il vino veniva fatto fermentare nei dogli, vasi di terracotta panciuti con
una capacità media di circa 1000 litri.
Da qui venivano travasati in anfore da 20 litri nei mesi di marzo ed
aprile dove venivano lasciati ad invecchiare anche per 20/25 anni.
La maggior parte delle notizie sulle tecniche di produzione del vino ci
sono state fornite da diversi autori che hanno reso il vino protagonista
delle loro opere come Columella nel De re rustica
6. Raffinazione
I vini migliori venivano trattati e arricchito con l’aggiunta di defrutum, un mosto particolarmente concentrato che alzava la
gradazione di 1/2 gradi alcolici.
Il vino più pregiato fra tutti veniva invecchiato in soffitta o al sole, la maggior parte però, proveniente da vigneti meno
pregiati, venivano allungati con sale e acqua marina concentrata, A volte il vino veniva migliorato dai produttori col taglio, col
miele o aggiungendo aromi al mosto.
7. Importazione del vino
I Romani diffusero la vite non solo in Italia, ma in gran
parte delle province che man mano conquistavano, in
particolar la Gallia, richieda vini in abbondanza. I vini
dei romani erano liquorosi e annacquati, mentre i Galli
bevevano il vino puro, non miscelato con l'acqua, i
romani preferivano il vino annacquato perché non
causava l’ubriachezza.
8. L'espansione della viticoltura nella Sicilia e nell'Italia
meridionale ben presto determinò, una concentrazione
delle importazioni di vino dall'Egeo e dalla Grecia. Il vino
era parte essenziale di ogni banchetto, diluito con acqua
calda o fredda, secondo i gusti e la stagione, poiché berlo
puro non era considerato di buon gusto, sia perché le cene
abbondavano di brindisi e libagioni, sia perché all'epoca
erano maggiormente alcolici dunque vi era una
percentuale maggiore di ubriacarsi, a volte si aromatizzava
o dolcificava il vino in vari modi.
9. Il consumo di vino nell'antica Roma
Il vino nell'antica Roma non era sicuramente una bevanda per tutti: basti ricordare che
fino all'Epoca Repubblicana lo potevano bere solo i maschi adulti con età superiore ai
trent'anni. Le donne iniziarono a bere vino solo dopo l'abolizione del divieto da parte di
Giulio Cesare.
Rispetto ai greci e ai loro baccanali (o feste dionisiache), nella tradizione romana trovava
poco spazio il culto del vino. Infatti, solo negli ultimi anni della Repubblica fu istituita la
Liberalia, festa vinicola celebrata il 17 marzo in onore del dio Libero-Bacco, e la Vinalia,
festa del 19 agosto per rendere favorevole la vendemmia.
I romani bevevano il vino durante i banchetti, le feste e nelle tabernae, locali simili alle
osterie di oggi. Era loro usanza proporre dei brindisi alla salute, alle persone presenti o
anche assenti, come i defunti.
IL PREZZO DEI VINI
- un kg di pane costava 2 assi,
- un litro di vino 2 assi;
- un piatto di legumi o verdure: 1 asse;
- una prostituta nel “lupanare”1 sesterzio,
- una tunica 12 sesterzi.
Un asse equivaleva dunque a 1,5 euro; per cui un litro di vino costava circa 3 euro..