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LA GLOBALIZZAZIONE
ROMANA
I Romani si espandono alla ricerca di nuove conquiste.
 I Romani costruirono una
fitta rete stradale che serviva ai
soldati . Ogni miglio c’era una
pietra miliare . Per questo ci
dovevano essere ponti e gallerie.
Inoltre , ci fu un sistema evoluto
di acquedotti.
SCIENZA E TECNOLOGIA
DEI ROMANI
 Roma si espanse per
commercio o per guerra. Iniziò a
sfruttare il commercio marittimo
e la costruzione di porti e si
costruì per volonta di Traiano la
Fossa Traiana.
L’ESPANSIONE
COMMERCIALE ROMANA
 Globalizzazione , mondo globale e mercato
globale. Già ai tempi dell’Impero Romano,
definivano il Mediterraneo «mare nostrum» , si era
creata una sorta di globalizzazione culturale ed
economica : merci e persone si spostavano
liberamente e in relativa sicurezza all’interno dei
confini imperiali, che comprendevano quasi tutto il
mondo allora sconosciuto. Si usava una stessa
moneta, si sottostava alle stesse leggi e si parlava il
latino.
UN’UNICA LINGUA E UN’
UNICA MONETA
 Ai confini dell’impero «più a
rischio» si costruivano lunghe
mura difensive e accampamenti
militari: il limes come quello del
Vallo di Adriano.
IL LIMES
 Le terme sono delle grandi opere
pubbliche costruite nel periodo
imperiale e sono usufruibili da tutti i
cittadini gratuitamente.
LE TERME
 I Romani costruirono un sistema
stradale efficiente per favorire le
comunicazioni tra Roma e l’impero. La
rete stradale nacque in età repubblicana
e servivano per scambi culturali e
commerciali; seguivano sentieri
preesistenti . Nel 450 a.C. furono
inventate le leggi delle Dodici tavole che
stabilivano le leggi per la costruzione
delle strade.
LE STRADE ROMANE
 Le legioni in marcia costruivano
a sera il proprio campo(castrum);
per i funzionari pubblici vi erano le
mansiones e tra due di queste
sorgevano le mutationes, stazioni
per il cambio di cavalli. C’erano
anche delle locande private dette
tabernae che erano osterie cittadine.
PUNTI DI SOSTA
 Il cursus publicus portava la
posta ufficiale tramite militari
che furono poi sostituiti da
liberti e schiavi . Il cursus
clabularis portava posta privata
per mezzo di imprenditori e
corrieri a cavallo detti cursores.
IL SERVIZIO POSTALE
 Per costruire le solide strade
romane si scavava un solco nel quale
si piazzavano delle pietre enormi
legate dal cemento(statumen), poi
c’erano pietre e mattoni(rudus),
brecciame(nucleus )e blocchi di
basalto come pavimentazione
(pavimentum).
LA COSTRUZIONE DELLE
STRADE
 I Romani si muovevano sulle
strade extraurbane con carri per
il trasporto di merci e dell’
esercito ; calessi e carrozze per le
persone.
I MEZZI DI TRASPORTO
 Molte strade moderne ancora
seguono il tracciato di quelle romane o
ne riprendono la denominazione: Via
Salaria, Via Aurelia e Via Appia.
Quest’ultima era la regina viarum e
collegava Roma a Brindisi di cui è
molto importante il porto. I lavori per
la sua costruzione iniziarono nel 312
a.C. per volere del censore Appio
Claudio Cieco.
LA VIA APPIA
 I tessuti più usati dai plebei
erano la lana ed il lino, i ricchi
patrizi invece usavano cotone e
seta costosissimi arrivati
rispettivamente da India e Cina.
Nelle regioni più fredde si
usavano cappelli e pellicce.
I TESSUTI DEI VESTITI
 Il porpora era tipico dei vestiti
romani in quanto passava dal rosso
scarlatto a quello cupo fino ad
arrivare al violaceo. Veniva ricavato
dai murici, cioè dei molluschi che
macerati e diluiti con acqua marina
fino alla tonalità desiderata.
IL PORPORA
 L’uso del pane nell’alimentazione dei
Romani divenne generale solo al principio
del II secolo a.C. Del pane, oltre ad alcuni
tipi speciali come il pane d’orzo, vi erano
tre qualità: il pane nero, consumato
principalmente dai più poveri; il panis
secundarius, più bianco ma non finissimo; il
pane di lusso. Il pane veniva cotto in forno o
in recipienti speciali come il clibanus.
IL PANE
 Tra i legumi i più usati erano le fave,
le lenticchie e i ceci. Tra gli ortaggi le
lattughe, il cavolo, il porro. Si faceva
gran consumo anche di erbe lassative
(malve, bietole ecc.). Gli asparagi e il
carciofo erano più rari che da noi ed
erano presenti solo sulla tavola dei più
ricchi.
I Romani amavano in particolar modo i
funghi, soprattutto i boleti.
I LEGUMI
 La frutta d’uso comune era quella che più si consuma
anche da noi a eccezione degli agrumi. Questi venivano
dall’Oriente e cominciarono a fare la loro comparsa in Italia
verso il IV secolo d.C.: mele, pere ciliegie, susine , uva, noci,
mandorle , castagne.
Fra le mele era nota la mela cotogna . Con le mele si
facevano anche allora le marmellate.
Dall’Armenia era venuta l’albicocca. Era utlizzata per la
composizione di certi piatti, per esempio, nello spezzatino
di spalla di maiale.
Molto comuni erano i datteri che venivano importati dai
paesi caldi.
LA FRUTTA
 Il consumo di carne nell’alimentazione dei Romani
era inizialmente diffuso soprattutto tra i ceti più abbienti.
In seguito si estese a settori più larghi della popolazione.
Era nettamente preferita la carne suina, che veniva
cucinata arrosto, stufata o lessa. Largo era il consumo
delle salsicce, delle quali esistevano vari tipi. Le carni di
maiale erano conservate sia affumicate sia salate, e
fornivano anche ottimi prosciutti. Al manzo e alla vitella,
i Romani continuarono infatti sempre a preferire i
capretti, gli agnelli e i porcellini. Abbondante era anche il
consumo di pollame e di animali da cortile. Data la
grande disponibilità di selvaggina ,la cucina romana
faceva largo uso di cacciagione: fagiani, pernici, camosci,
cervi, caprioli, cinghiali.
LA CARNE
 Nel II secolo a.C. entrò a far parte
dell’alimentazione dei Romani il consumo del
pesce. Non si trattava soltanto dei normali
pesci mediterranei ma anche di molluschi e di
crostacei e pesci come le murene. Nei mari
non inquinati di allora, le ostriche si
riproducevano con rapidità. Ne esistevano
decine di specie e non mancavano gli
intenditori che le consumavano crude e con
l’aggiunta di qualche salsa, proprio come
oggi.
IL PESCE
 Tra i condimenti il più usato era l’olio di
oliva. A Roma se ne usava molto e non soltanto
in cucina. L’olio era infatti impiegato anche nelle
cerimonie religiose, come base per produrre
cosmetici, come combustibile per l’illuminazione.
Un condimento molto amato era anche il garum,
una salsa piccante preparata con interiora e
pezzetti di pesce salato, ridotti in poltiglia e fatti
fermentare al sole. I Romani ne erano
appassionati e non esitavano a pagare prezzi
altissimi per un prodotto di buona qualità.
I CONDIMENTI
 Al primo posto tra le bevande vi era il vino.
Lo bevevano tutti e in abbondanza, ricchi e
poveri, anche gli schiavi. Alle donne era invece
severamente proibito, perché l’ebbrezza era
accomunata all’adulterio, la colpa più grave per
una donna romana secondo la mentalità
tradizionale. Il vino non veniva quasi mai
consumato puro perché di alta gradazione e
perché poteva assumere sapori sgradevoli. Veniva
invece diluito in acqua e mescolato a spezie, erbe
aromatiche, miele. Molto diffusa era la posca, una
miscela di acqua e vino di scarto prossimo a
inacidirsi.
IL VINO
REALIZZATO DA:
Francesca Vinci
Martina Stella Tamburrano
Lucia Scialpi
1^B

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  • 1. LA GLOBALIZZAZIONE ROMANA I Romani si espandono alla ricerca di nuove conquiste.
  • 2.  I Romani costruirono una fitta rete stradale che serviva ai soldati . Ogni miglio c’era una pietra miliare . Per questo ci dovevano essere ponti e gallerie. Inoltre , ci fu un sistema evoluto di acquedotti. SCIENZA E TECNOLOGIA DEI ROMANI
  • 3.  Roma si espanse per commercio o per guerra. Iniziò a sfruttare il commercio marittimo e la costruzione di porti e si costruì per volonta di Traiano la Fossa Traiana. L’ESPANSIONE COMMERCIALE ROMANA
  • 4.  Globalizzazione , mondo globale e mercato globale. Già ai tempi dell’Impero Romano, definivano il Mediterraneo «mare nostrum» , si era creata una sorta di globalizzazione culturale ed economica : merci e persone si spostavano liberamente e in relativa sicurezza all’interno dei confini imperiali, che comprendevano quasi tutto il mondo allora sconosciuto. Si usava una stessa moneta, si sottostava alle stesse leggi e si parlava il latino. UN’UNICA LINGUA E UN’ UNICA MONETA
  • 5.  Ai confini dell’impero «più a rischio» si costruivano lunghe mura difensive e accampamenti militari: il limes come quello del Vallo di Adriano. IL LIMES
  • 6.
  • 7.  Le terme sono delle grandi opere pubbliche costruite nel periodo imperiale e sono usufruibili da tutti i cittadini gratuitamente. LE TERME
  • 8.  I Romani costruirono un sistema stradale efficiente per favorire le comunicazioni tra Roma e l’impero. La rete stradale nacque in età repubblicana e servivano per scambi culturali e commerciali; seguivano sentieri preesistenti . Nel 450 a.C. furono inventate le leggi delle Dodici tavole che stabilivano le leggi per la costruzione delle strade. LE STRADE ROMANE
  • 9.  Le legioni in marcia costruivano a sera il proprio campo(castrum); per i funzionari pubblici vi erano le mansiones e tra due di queste sorgevano le mutationes, stazioni per il cambio di cavalli. C’erano anche delle locande private dette tabernae che erano osterie cittadine. PUNTI DI SOSTA
  • 10.  Il cursus publicus portava la posta ufficiale tramite militari che furono poi sostituiti da liberti e schiavi . Il cursus clabularis portava posta privata per mezzo di imprenditori e corrieri a cavallo detti cursores. IL SERVIZIO POSTALE
  • 11.  Per costruire le solide strade romane si scavava un solco nel quale si piazzavano delle pietre enormi legate dal cemento(statumen), poi c’erano pietre e mattoni(rudus), brecciame(nucleus )e blocchi di basalto come pavimentazione (pavimentum). LA COSTRUZIONE DELLE STRADE
  • 12.  I Romani si muovevano sulle strade extraurbane con carri per il trasporto di merci e dell’ esercito ; calessi e carrozze per le persone. I MEZZI DI TRASPORTO
  • 13.  Molte strade moderne ancora seguono il tracciato di quelle romane o ne riprendono la denominazione: Via Salaria, Via Aurelia e Via Appia. Quest’ultima era la regina viarum e collegava Roma a Brindisi di cui è molto importante il porto. I lavori per la sua costruzione iniziarono nel 312 a.C. per volere del censore Appio Claudio Cieco. LA VIA APPIA
  • 14.  I tessuti più usati dai plebei erano la lana ed il lino, i ricchi patrizi invece usavano cotone e seta costosissimi arrivati rispettivamente da India e Cina. Nelle regioni più fredde si usavano cappelli e pellicce. I TESSUTI DEI VESTITI
  • 15.  Il porpora era tipico dei vestiti romani in quanto passava dal rosso scarlatto a quello cupo fino ad arrivare al violaceo. Veniva ricavato dai murici, cioè dei molluschi che macerati e diluiti con acqua marina fino alla tonalità desiderata. IL PORPORA
  • 16.  L’uso del pane nell’alimentazione dei Romani divenne generale solo al principio del II secolo a.C. Del pane, oltre ad alcuni tipi speciali come il pane d’orzo, vi erano tre qualità: il pane nero, consumato principalmente dai più poveri; il panis secundarius, più bianco ma non finissimo; il pane di lusso. Il pane veniva cotto in forno o in recipienti speciali come il clibanus. IL PANE
  • 17.  Tra i legumi i più usati erano le fave, le lenticchie e i ceci. Tra gli ortaggi le lattughe, il cavolo, il porro. Si faceva gran consumo anche di erbe lassative (malve, bietole ecc.). Gli asparagi e il carciofo erano più rari che da noi ed erano presenti solo sulla tavola dei più ricchi. I Romani amavano in particolar modo i funghi, soprattutto i boleti. I LEGUMI
  • 18.  La frutta d’uso comune era quella che più si consuma anche da noi a eccezione degli agrumi. Questi venivano dall’Oriente e cominciarono a fare la loro comparsa in Italia verso il IV secolo d.C.: mele, pere ciliegie, susine , uva, noci, mandorle , castagne. Fra le mele era nota la mela cotogna . Con le mele si facevano anche allora le marmellate. Dall’Armenia era venuta l’albicocca. Era utlizzata per la composizione di certi piatti, per esempio, nello spezzatino di spalla di maiale. Molto comuni erano i datteri che venivano importati dai paesi caldi. LA FRUTTA
  • 19.  Il consumo di carne nell’alimentazione dei Romani era inizialmente diffuso soprattutto tra i ceti più abbienti. In seguito si estese a settori più larghi della popolazione. Era nettamente preferita la carne suina, che veniva cucinata arrosto, stufata o lessa. Largo era il consumo delle salsicce, delle quali esistevano vari tipi. Le carni di maiale erano conservate sia affumicate sia salate, e fornivano anche ottimi prosciutti. Al manzo e alla vitella, i Romani continuarono infatti sempre a preferire i capretti, gli agnelli e i porcellini. Abbondante era anche il consumo di pollame e di animali da cortile. Data la grande disponibilità di selvaggina ,la cucina romana faceva largo uso di cacciagione: fagiani, pernici, camosci, cervi, caprioli, cinghiali. LA CARNE
  • 20.  Nel II secolo a.C. entrò a far parte dell’alimentazione dei Romani il consumo del pesce. Non si trattava soltanto dei normali pesci mediterranei ma anche di molluschi e di crostacei e pesci come le murene. Nei mari non inquinati di allora, le ostriche si riproducevano con rapidità. Ne esistevano decine di specie e non mancavano gli intenditori che le consumavano crude e con l’aggiunta di qualche salsa, proprio come oggi. IL PESCE
  • 21.  Tra i condimenti il più usato era l’olio di oliva. A Roma se ne usava molto e non soltanto in cucina. L’olio era infatti impiegato anche nelle cerimonie religiose, come base per produrre cosmetici, come combustibile per l’illuminazione. Un condimento molto amato era anche il garum, una salsa piccante preparata con interiora e pezzetti di pesce salato, ridotti in poltiglia e fatti fermentare al sole. I Romani ne erano appassionati e non esitavano a pagare prezzi altissimi per un prodotto di buona qualità. I CONDIMENTI
  • 22.  Al primo posto tra le bevande vi era il vino. Lo bevevano tutti e in abbondanza, ricchi e poveri, anche gli schiavi. Alle donne era invece severamente proibito, perché l’ebbrezza era accomunata all’adulterio, la colpa più grave per una donna romana secondo la mentalità tradizionale. Il vino non veniva quasi mai consumato puro perché di alta gradazione e perché poteva assumere sapori sgradevoli. Veniva invece diluito in acqua e mescolato a spezie, erbe aromatiche, miele. Molto diffusa era la posca, una miscela di acqua e vino di scarto prossimo a inacidirsi. IL VINO
  • 23. REALIZZATO DA: Francesca Vinci Martina Stella Tamburrano Lucia Scialpi 1^B