Il documento racconta la vita della contessa Dorotea Acquaviva, che, dopo la morte del marito, governò bene il feudo di Conversano per quasi 20 anni, trasformando il castello e consolidando i rapporti con le autorità locali. Si delinea il controverso rapimento della monaca Dorotea da parte di Don Ridolfo Carafa, suggerendo una fuga d'amore che portò a un matrimonio clandestino e alla successiva annullamento della sua professione monacale. Alla fine, la Chiesa concesse la dispensa, e i due sposi si trasferirono a Roma, riportando stabilità tra le famiglie rivali.