1. Gli strumenti di politicaGli strumenti di politica
agraria per il controllo deiagraria per il controllo dei
mercati e dei redditimercati e dei redditi
Angelo Frascarelli
Università di Perugia
angelof@unipg.it
Dipartimento di Scienze Economico-estimative
e degli Alimenti
Borgo XX Giugno, 74 - 06121 Perugia
Tel. 075-585.71.43; Fax 075-585.71.46
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2. Le motivazioni degli interventi di politica
agraria per il controllo dei mercati (1)
Le principali motivazioni che rendono necessario l’intervento
pubblico sono:
Struttura atomistica dell’offerta agricola:
numerosità degli offerenti, indipendenza degli offerenti, limitato volume
individuale dell’offerta (viceversa da altri settori in cui prevale una struttura più
concentrata dell’offerta sia sul mercato dei prodotti che sul mercato dei fattori).
teorema della ragnatela;
impossibilità da parte dei produttori agricoli di controllare l’offerta
Rigidità della domanda dei prodotti agricoli:
in termini di reddito;
in termini di prezzo;
3. Le motivazioni degli interventi di politica
agraria per il controllo dei mercati (2)
Bassa elasticità dell’offerta agricola nel breve periodo (a causa):
1. della lunghezza dei cicli produttivi (una volta definita la superficie coltivata
non è possibile modificarla quando i prezzi aumentano o diminuiscono);
• importanza del tipo di settore: seminativi, colture permanenti, carni
bovine, carni avicole;
2. del carattere naturalistico della produzione agricola, che genera forti
oscillazioni di offerta;
3. della rigidità di molti fattori della produzione (es. terra);
4. della deperibilità dei prodotti o alti costi di conservazione.
5. diverse produzioni agricole sono congiunte (es. latte-carne nel caso degli ovini,
latte-vitelli nel caso della zootecnia bovina da latte, olio-panello nel caso della
soia).
● Offerta puntuale: stagionalità dei flussi di produzione
1. Se si escludono alcune produzioni animali come quelle del latte, la produzione
agricola non può essere ottenuta in tutti i periodo dell’anno, ma è un’offerta
puntuale e non continua nel tempo, che segue precisi ed immodificabili ritmi
biologici
2. La produzione puntuale deve fronteggiare invece un consumo che è continuo nel
tempo;
3. La possibilità di saldare produzione e consumo è legata alla conservabilità del
prodotto (es. cereali, es. ortofrutta fresca).
4. Strumenti di politica agraria per il controllo
dei mercati
1. Interventi diretti:
volti al controllo delle importazioni, alla stabilizzazione e
garanzia dei prezzi agricoli alla produzione, al controllo e
gestione degli stocks, all’aggiustamento della produzione.
2. Interventi indiretti:
volti a facilitare la concentrazione dell’offerta, nonché il
rapporto tra produttori e primi acquirenti: cooperazione,
associazionismo, interprofessione
5. Interventi diretti di politica agraria per
il controllo dei mercati e dei redditi
1. Interventi sul commercio estero:
i. dazi fissi o dazi mobili
ii. contingenti
iii. sussidi all’esportazione
iv. tasse all’esportazione
2. Misure di stabilizzazione dei prezzi e di garanzia dei
redditi agricoli
i. Sostegno e stabilizzazione dei prezzi
ii. Integrazione dei prezzi
iii. Garanzia del reddito
3. Controllo e gestione degli stocks mediante:
i. ammasso pubblico;
ii. ammasso privato.
4. Aggiustamento della produzione mediante:
i. Quote di produzione
ii. Non coltivazione della terra (set aside)
iii. Incentivo alla riconversione produttiva
5. Altre garanzie di collocamento dell’offerta: aiuti
alimentari
6. Controllo sul commercio estero (1)
Il modo più semplice per regolamentare l’offerta di un determinato mercato
nazionale è quello di limitare le importazioni e di facilitare le esportazioni.
Interventi sulle importazioni:
dazi: tasse imposte alla frontiera;
dazi fissi per unità di prodotto importato;
dazi ad valorem: calcolate in maniera percentuale sul valore delle importazioni;
contingenti di importazione: limitazioni quantitative alle importazioni;
l’Autorità Pubblica determina, su base annuale o pluriennale, le quantità da
importare, su cui si possono applicare anche dei dazi;
l’uso dei contingenti è affiancata alla concessioni di licenze di importazione a
soggetti autorizzati (commercianti, industriali, trasformatori);
contingenti secondo “calendari di importazione”.
altre restrizioni alle importazioni
barriere non tariffarie (regolamenti sanitari)
es. presenza di pesticidi, OGM, carne con ormoni
7. Controllo sul commercio estero (3)
Interventi sulle esportazioni:
sussidi alle esportazioni (restituzioni): riduzione dell’offerta interna,
necessaria per sostenere il prezzo di un prodotto, tramite incentivi alle
esportazioni;
sussidi fissi per unità di prodotto esportato;
sussidi ad valorem: calcolate in maniera percentuale sul valore delle
esportazioni;
Effetti dei sussidi alle esportazioni:
Aumento del prezzo del mercato interno
riduzione del consumo interno
Riduzione della rendita del consumatore
Trasferimento di reddito dai consumatori ai produttori
Trasferimento di reddito dall’erario ai produttori
tasse all’esportazione: imposizioni doganali alle esportazioni;
obiettivo: garantire l’autoapprovvigionamento interno a prezzi ragionevoli per i
consumatori
8. Controllo sul commercio estero (4)
Vantaggi
Efficaci misure per aumentare la produzione interna
Minimo lavoro burocratico (controllo alla frontiera)
Problemi del controllo sul commercio estero:
Riduzione della domanda interna
Costo per lo Stato (nel caso di produzione eccedente)
Distorsione del commercio mondiale
Isolamento dal mercato internazionale
Problemi in sede GATT-WTO (organismi che promuovono la
liberalizzazione del commercio internazionale): esempio dal 2013
dovranno essere eliminate tutte le restituzioni all’esportazione
9. Misure di stabilizzazione dei prezzi (1)
Misure di stabilizzazione dei prezzi e dei redditi agricoli:
sostegno e stabilizzazione dei prezzi (prezzo garantito):
problemi legati alla fissazione del livello di prezzo;
necessità di fronteggiare casi di penuria e di eccedenza;
costi amministrativi per lo stoccaggio e lo smaltimento delle
eccedenze;
es. politica dei mercati della CEE.
il costo della misura grava sui consumatori;
10. Misure di stabilizzazione dei prezzi (1)
Misure di stabilizzazione dei prezzi e dei redditi agricoli:
sostegno e stabilizzazione dei prezzi (prezzo garantito):
problemi legati alla fissazione del livello di prezzo;
necessità di fronteggiare casi di penuria e di eccedenza;
costi amministrativi per lo stoccaggio e lo smaltimento delle
eccedenze;
es. politica dei mercati della CEE.
il costo della misura grava sui consumatori;
integrazione dei prezzi (deficiency payment):
resta libera l’importazione dal mercato mondiale;
l’Autorità Pubblica integra il prezzo dei prodotti interni allo scopo di
raggiungere un “prezzo obiettivo”.
aiuti forfetari ad ettaro o a capo:
pagamenti diretti ad ettaro o a capo;
11. Misure di stabilizzazione dei prezzi (2)
• Effetti:
prezzo garantito: il produttore aumenta i ricavi, basso costo
per lo Stato, i consumatori devono pagare un prezzo più elevato.
integrazione dei prezzi : il produttore aumenta i ricavi, il
consumatore non viene toccato dalla misura, lo Stato sopporta il
costo diretto.
In sintesi nel caso del prezzo garantito, il costo del sostegno
viene sostenuto prevalentemente dal consumatore, nel caso
del deficiency payment il costo del sostegno viene sostenuto
dallo Stato.
aiuti forfetari ad ettaro o a capo: il produttore deve garantire
la coltivazione o l’allevamento, ma non è legato alla quantità
offerta.
12. Controllo e gestione degli stocks
Lo Stato può organizzare direttamente o indirettamente l’ammasso della
produzione (produzioni non deperibili).
Controllo dell’offerta tramite opportune operazioni di stoccaggio al tempo
della raccolta o nelle annate più favorevoli, adeguando l’offerta al
momento della domanda, allo scopo di stabilizzare i prezzi.
Gestione diretta degli stocks da parte dell’Autorità Pubblica
(ammasso pubblico)
AGEA (ex- AIMA)
Gestione indiretta degli stocks mediante incentivi allo
stoccaggio (ammasso privato)
13. Aggiustamento della produzione
1. Quote di produzione
2. Stabilizzatori e Quantità Massime Garantite (QMG)
3. Non coltivazione della terra (set aside)
4. Incentivo alla riconversione produttiva
14. Aggiustamento della produzione
Quote di produzione
1. Quote di produzione: quantitativo massimo per il quale è
possibile ricevere il sostegno comunitario
es. nel settore del latte (applicazione di sanzioni):
QNG e QRI (fino al 31 marzo 2015)
prelievo supplementare: 28,54 euro/t
es. nel settore dello zucchero (limiti di garanzia):
Quota A (garantita),
Quota B (garantita ma ad un prezzo inferiore),
Quota C (non garantita, i trasformatori sono obbligati a venderla sul
mercato mondiale ai prezzi mondiali),
con la riforma del 2006, la quota A e la quota B sono state unificate;
la gestione effettiva avviene ripartendo le superfici e le produzioni connesse
per Stato membro e, in ogni Stato, per stabilimento di trasformazione.
Divieti di nuovi impianti
es. nel settore vitivinicolo
fino al 2010 vige il divieto di nuovi impianti di vigneto
diritti di rimpianto
15. Aggiustamento della produzione
2. Stabilizzatori finanziari e Quantità Massime Garantite
(QMG) o Superfici Massime garantite (SMG)
QMG associate ad una penalizzazione in termini di prezzo;
politica fortemente utilizzata dalla CEE dal 1988 al 1992
QMG associate ad una penalizzazione in termini di pagamenti diretti;
politica utilizzata attualmente in tutte le politiche basate sui pagamenti
diretti;
QMG: adozione di una quota massima di finanziamento delle spese di
mercato (limiti di garanzia)
es. interventi di mercato nel settore del latte
16. Aggiustamento della produzione
1. Non coltivazione della terra (set aside)
es. nel settore dei seminativi:
classificazione del set aside
in base all’obbligatorietà:
o set aside volontario
o set aside obbligatorio
in base all’avvicendamento:
o set aside rotazionale
o set aside fisso
in base all’obiettivo:
o controllo dell’offerta
o controllo dell’offerta + finalità ambientale
17. Aggiustamento della produzione
Incentivo alla riconversione produttiva
1. Premi di estirpazione
es. nel settore vitivinicolo:
premio di estirpazione dei vigneti
es. nel settore della frutta:
premio di estirpazione dei frutteti,
Premi alla estensivizzazione
Aiuti alla riconversione
es. premi agroambientali (agricoltura biologica)
Aiuti alla trasformazione merceologica
es. nel settore vitivinicolo
Aiuti alla trasformazione in succo d’uva e mosti concentrati
Aiuti alla trasformazione in alcol
es. produzione di energia da biomasse
aiuti alle colture energetiche
18. Interventi indiretti di politica agraria
per il controllo dei mercati
Interventi indiretti:
volti a facilitare la concentrazione dell’offerta, nonché il rapporto
tra produttori e primi acquirenti: cooperazione, associazionismo,
interprofessione
1. Associazionismo:
i. Cooperazione
ii. Associazioni dei produttori
2. Accordi interprofessionali
19. Obiettivi del controllo dei mercati
tramite l’associazionismo
acquisizione di una massa critica che consenta di poter attuare e gestire il
marketing-mix della produzione aggregata in modo da qualificare il
prodotto, renderlo più confacente alle attese degli utilizzatori, pubblicizzarlo
nei modi e nei tempi più adeguati;
determinare un volume di affari che consenta di investire in attività di ricerca
e sviluppo, internalizzando le innovazioni di processo e di prodotto;
possibilità di utilizzare con maggiore facilità e più a buon mercato alcune
attività come il credito e l’informazione di mercato;
possibilità di programmare l’offerta in modo da adeguarla – nei tempi, modi
e quantità – alla domanda.
20. Le Associazioni dei produttori agricoli (APA)
Le Apa furono create per per il settore ortofrutticoli (reg. CEE1035/72); ancora oggi
esistono nel settore ortofrutticoli (Reg. CE 2200/96), anche se la normativa si è
evoluta (nel settore ortofrutticolo vengono chiamate OP = Organizzazioni dei
Produttori).
Successivamente la CEE ha ampliato la normativa a favore delle Apa per tutti gli
altri settori.
Le APA, negli altri settori, sono sorte in Italia per lo stimolo della Comunità
Europea tramite uno specifico regolamento comunitario (Reg. CEE 1360/78).
Il modello delle APA è quello delle veilingen olandesi e dei Groupments des
producteurs francesi.
Le Apa sono organismi volontari, la cui costituzione è stata favorita (fino al 1999)
mediante incentivi alla costituzione e all’avviamento. Hanno lo scopo di:
promuovere le concentrazione dell’offerta degli associati;;
porre a disposizione dei soci le strutture più adeguate per il condizionamento,
la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti;
commercializzare il prodotto;
adeguare l’offerta degli associati alla domanda, stabilire regole di immissione
della produzione sul mercato, stabilire norme di qualità, ecc.
ritirare dal mercato la produzione eccedentaria: per autocontrollo della
produzione, per conto dell’Autorità Pubblica, forma mista (es. Fondo di
Esercizio delle OP ortofrutticole – Reg. Ce 2200/96)