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Secondo step
formazione
Regionale – 16 ore di
laboratorio specifico:
•DSA
•Disabilità grave
•Autismo ADHD
•Disagio socio cult ed
econ.
• gestione della classe
Febbraio 2015
Attività specifiche
CTI:
•FORMAZIONE
•CONSULENZA
•RISORSE PER LA
PROGETTAZIONE E LA
DIDATTICA
Attività specifiche CTS:
 CONSULENZA
RISORSE PER LA
PROGETTAZIONE E LA DIDATTICA
 FORMAZIONE:
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Pdp – PAI – modelli e
vademecum con dott. Guerreschi
Novembre ‘14– aprile ‘15
 regolamento CTS da fare;
 rinnovo staff
 incontri informativi per genitori
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Attività specifiche CTI:
Formazione :
Busto 
Gallarate 
Gavirate 
Marchirolo 
Varese 
Tradate
DA RINNOVARE IN OGNI
CTI  Rete prov. BES Risorse del CTS a livello
provinciale …
A1)  Dalla diagnosi agli strumenti educativo-didattici per i BES
A2) Rilevazione precoce dei “DSA” ed attività di potenziamento/recupero mirato
•UNIVERSITA’ DELL’INSUBRIA – NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
DI VARESE (Prof. C. Termine)
•AID – Associazione Italiana Dislessia – Varese (dott.ssa Beltrami)
•CeDisMa ( Centro Studi e Ricerche sulla Disabilità e Marginalità ) -
Università Cattolica del Sacro Cuore (MI) (Prof. L. D’Alonzo)
DICEMBRE 2014 
APRILE 2015
DICEMBRE 2014 
APRILE 2015
•Monitoraggio situazione progetti di screening nelle scuole del
territorio (Istituti Comprensivi);
• predisposizione di materiali per l’individuazione precoce dei
BES  in correlazione con progetto regionale …
• formazione dei referenti di istituto;
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A3) conclusione attività predisposizione modelli PdP e PAI
•Conclusione attività di strutturazione PdP per BES (3^ fascia)
• strutturazione modello PAI provinciale
•  attività coordinata dal dott. Massimo Guerreschi + referenti
CTI e CTS
DICEMBRE 2014 
FEBBRAIO 2015
A4) Consulenze e formazione alle scuole – CTI + CTS + referente UST
Finanziamento
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GLIPH
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Portale con forum di supporto
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Una programmazione
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IS
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• Mantenendo la visione di insieme dell’intero processo di sviluppo
dell’alunno costituiscono il punto di riferimento per assicurare l’unità e la
continuità dell’azione educativa;
• Descrivono una capacità che dovrà essere posseduta da ogni alunno al
termine dell’attività educativa;
• Devono essere tradotti dagli insegnanti in obiettivi operativi generali
adattandoli alla classe di riferimento.
• Costituiscono la formulazione operativa, adeguata all’età degli alunni,
degli obiettivi fondamentali;
• Sono “a-disciplinari”, trasversali a tutte le discipline, formulati
collegialmente dal gruppo docente;
• Sono obiettivi a lungo termine “orientativi”;
• Non sono pienamente conseguibili, né valutabili in modo esaustivo;
• Consentono di ricondurre a una visione unitaria la molteplicità degli
obiettivi specifici delle diverse discipline scolastiche e di cogliere le
connessioni esistenti tra essi.
• Descrivono in maniera operativa e con maggiore concretezza gli obiettivi
educativi generali;
• Sono legate alle discipline, ma collegate agli obiettivi educativi generali;
• È la descrizione di una performance che l’alunno dovrebbe essere in grado
di esibire prima di considerarlo competente;
• Si distinguono in obiettivi a medio e a breve termine;
• Sono valutabili con una certa precisione;
• Gli obiettivi a breve termine costituiscono il “minimo irrinunciabile” e
possono identificarsi come gli obiettivi comuni a tutti gli alunni.
“Ogni alunno ha il diritto-dovere di raggiungere l’eccellenza personale nell’ambito
particolare che lo caratterizza nella sua unicità e irripetibilità di persona per
realizzarsi pienamente”
• Sono obiettivi individuali validi per il singolo alunno o gruppo di alunni che hanno
attitudini e interessi simili;
• Devono essere proposte attività
– Libere che l’alunno può svolgere o non svolgere
– Opzionali al cui interno l’alunno deve necessariamente scegliere.
• Contribuiscono a promuovere la capacità di scelta morale-libera;
• Si raggruppano in cinque aree:
– Approfondimento personale
– Recupero personale
– Studio di temi culturali e di attualità
– Produzione di “opere”
– hobby
Il “vocabolario comune” delle diverse discipline insegnate nelle scuole, è stato
raggruppato da García Hoz in sei aree corrispondenti a sei funzioni intellettive
ed espressive che, in una azione educativa unica, contribuiscono a formare
nell’alunno le competenze necessarie per vivere in società da uomo libero e
responsabile dei suoi atti e raggiungere la libertà morale: il fine
dell’educazione.
1. Fase percettiva
2. Fase riflessiva
3. Fase estensiva
4. Fase ritentiva
5. Fase espressiva verbale
6. Fase espressiva pratica
“… ma se vicino a quelle vi fosse una erta, la quale ci conducesse
sopra un alto colle,del bosco uscendo, dall’erta cominciaremo
a veder in gran parte la forma di quello;
poi sopra il colle ascesi, tutto intiero il potremmo raffigurare”.
Da Giulio Camillo – “L’idea del theatro” – 1600
4.1 - Un modello unificante: il SOFE (la visione fuori dagli alberi …)
CONOSCENZE :
C.g. = Conoscenze generali
C.s. = conoscenze scientifiche
C.f.= conoscenze formali
C.a.= conoscenze artistiche
C.t.= conoscenze tecniche
C. et.= conoscenze etiche
Cr.v= criteri valutativi
FUNZIONI/ATTITUDINI:
Per.= percettiva (fase)
Rif.=Riflessiva (fase)
Est.= Estensiva (fase)
Rit. = Ritentiva (fase)
E.s.= Espressiva Simbolica (fase)
E.p.= Espressiva Pratica (fase)
VALORI:
Vit.= vitali
Est.= Estetici
Tecn.= tecnici
Int.= intellettuali
Prud. = Prudenziali
Soc.=sociali
Ind.=indidviduali
Rel.= religiosi
O. E.G.
Come si applica il SOFE:
FASE 1
FASE 2
6. Fase espressiva pratica
1. Fase percettiva
2. Fase riflessiva
3. Fase estensiva
4. Fase ritentiva
5. Fase espressiva verbale
FASE 3
4.2 - Il PEI e il PDP: dall’analisi dei modelli, all’integrazione nel SOFE …
6. Fase espressiva pratica
1. Fase percettiva
2. Fase riflessiva
3. Fase estensiva
4. Fase ritentiva
5. Fase espressiva verbale
•Area Cognitiva e Neuro Psicologica
•Area Affettivo Relazionale
•Area Comunicativa e Linguistica
•Area Sensoriale e Percettiva
•Area Motoria Prassica
•Area Autonomia Personale e Sociale
•Area dell’apprendimento
TutteleareedelPEIedelPDFsicorrelanoallefasidelSOFE
eciòcipermettelapossibilitàdipensareadunostrumento
diprogrammazioneinclusivopertuttisenza…attenzioni
distratte…dallaglobalità….
4.3 - Un nuovo modello operativo per una visione personalizzante del
lavoro educativo …
funzioni/abilità di base carenti
Muovendo dalla
diagnosi clinico -
funzionale è
possibile
individuare, nelle
diverse fasi, del
SOFE, abilità di
base carenti o
molto carenti …
Stiamo però utilizzando uno
strumento comune alla fase
progettuale e
programmatoria di tutta la
classe: una reale base
comune di partenza sulla
quale procedere per
strutturare un piano
educativo realmente
integrato nella
programmazione di classe.
A maggior ragione il PdP ….
RELATORI
Ambito neuroscientifico
•ELLIOT JULIAN, psicologo – esperto di disturbi
dell’apprendimento - Durham
University – Inghilterra;
•MICHAEL KALMAR, Presidente E.D.A (European Dislexya
Association);
•DELLA SALA SERGIO, Professor of Human Cognitive
Neuroscience and Honorary
Consultant in Neurology presso l’Università di Edimburgo, in
Gran Bretagna;
•GIACOMO STELLA, Professore Ordinario di Psicologia
clinica presso la Facoltà di Scienze della formazione
dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
•CRISTIANO TERMINE, Professore Associato di
Neuropsichiatria Infantile, università dell’Insubria (VA)
RELATORI
Ambito educativo e pedagogico:
•DR.SA KAREN GULDBERG, Docente universitaria –
Inghilterra;
•DR.SA KOSSOVAKI LILA, Docente universitaria –
Grecia;
•DR. PUKANSKJ BELA, Docente universitario –
Ungheria;
•PROF. D’ALONZO LUIGI, Prof. Università Cattolica di
Milano.
•DOTT. CLAUDIO MERLETTI, dirigente Ufficio
Scolastico Territoriale
•DOTT. CIAMBRONE RAFFAELE, dirigente MIUR
•DOTT.SSA DELIA CAMPANELLI, dirigente Uff.
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•DON ANTONIO MAZZI, comunità “Exodus”

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  • 1.
  • 2. Secondo step formazione Regionale – 16 ore di laboratorio specifico: •DSA •Disabilità grave •Autismo ADHD •Disagio socio cult ed econ. • gestione della classe Febbraio 2015 Attività specifiche CTI: •FORMAZIONE •CONSULENZA •RISORSE PER LA PROGETTAZIONE E LA DIDATTICA Attività specifiche CTS:  CONSULENZA RISORSE PER LA PROGETTAZIONE E LA DIDATTICA  FORMAZIONE:  sperimentazione classi pilota? Supporto CeDisMa? Attività specifiche CTS: Pdp – PAI – modelli e vademecum con dott. Guerreschi Novembre ‘14– aprile ‘15  regolamento CTS da fare;  rinnovo staff  incontri informativi per genitori – docenti (?) Attività specifiche CTI: Formazione : Busto  Gallarate  Gavirate  Marchirolo  Varese  Tradate DA RINNOVARE IN OGNI CTI  Rete prov. BES Risorse del CTS a livello provinciale …
  • 3. A1)  Dalla diagnosi agli strumenti educativo-didattici per i BES A2) Rilevazione precoce dei “DSA” ed attività di potenziamento/recupero mirato •UNIVERSITA’ DELL’INSUBRIA – NEUROPSICHIATRIA INFANTILE DI VARESE (Prof. C. Termine) •AID – Associazione Italiana Dislessia – Varese (dott.ssa Beltrami) •CeDisMa ( Centro Studi e Ricerche sulla Disabilità e Marginalità ) - Università Cattolica del Sacro Cuore (MI) (Prof. L. D’Alonzo) DICEMBRE 2014  APRILE 2015 DICEMBRE 2014  APRILE 2015 •Monitoraggio situazione progetti di screening nelle scuole del territorio (Istituti Comprensivi); • predisposizione di materiali per l’individuazione precoce dei BES  in correlazione con progetto regionale … • formazione dei referenti di istituto; • sperimentazione  valutazione A3) conclusione attività predisposizione modelli PdP e PAI •Conclusione attività di strutturazione PdP per BES (3^ fascia) • strutturazione modello PAI provinciale •  attività coordinata dal dott. Massimo Guerreschi + referenti CTI e CTS DICEMBRE 2014  FEBBRAIO 2015 A4) Consulenze e formazione alle scuole – CTI + CTS + referente UST Finanziamento CTS Finanziamento CTS + CTI (?) Finanziamento  GLIPH
  • 4. € 5000: Portale con forum di supporto : realizzato  attivato  software didattico : in analisi studio  SOFE : attuato software € 5700: Formazione per i CdC da settembre a novembre 2015 – CeDisMa (Cattolica) : Didattica e BES Evento internazionale (EXPO)  28 settembre 2015 (esperti internazionale e nazionali a confronto sul tema dell’inclusione …)
  • 6.
  • 7. Una programmazione collegiale che opera su obiettivi adisciplinari e competenze Per una scuola inclusiva… Una programmazione inclusiva e collegiale IS T E M A B I E T T I V I O N D A M E N T A L I D U C A TI VI
  • 8. • Mantenendo la visione di insieme dell’intero processo di sviluppo dell’alunno costituiscono il punto di riferimento per assicurare l’unità e la continuità dell’azione educativa; • Descrivono una capacità che dovrà essere posseduta da ogni alunno al termine dell’attività educativa; • Devono essere tradotti dagli insegnanti in obiettivi operativi generali adattandoli alla classe di riferimento.
  • 9. • Costituiscono la formulazione operativa, adeguata all’età degli alunni, degli obiettivi fondamentali; • Sono “a-disciplinari”, trasversali a tutte le discipline, formulati collegialmente dal gruppo docente; • Sono obiettivi a lungo termine “orientativi”; • Non sono pienamente conseguibili, né valutabili in modo esaustivo; • Consentono di ricondurre a una visione unitaria la molteplicità degli obiettivi specifici delle diverse discipline scolastiche e di cogliere le connessioni esistenti tra essi.
  • 10. • Descrivono in maniera operativa e con maggiore concretezza gli obiettivi educativi generali; • Sono legate alle discipline, ma collegate agli obiettivi educativi generali; • È la descrizione di una performance che l’alunno dovrebbe essere in grado di esibire prima di considerarlo competente; • Si distinguono in obiettivi a medio e a breve termine; • Sono valutabili con una certa precisione; • Gli obiettivi a breve termine costituiscono il “minimo irrinunciabile” e possono identificarsi come gli obiettivi comuni a tutti gli alunni.
  • 11. “Ogni alunno ha il diritto-dovere di raggiungere l’eccellenza personale nell’ambito particolare che lo caratterizza nella sua unicità e irripetibilità di persona per realizzarsi pienamente” • Sono obiettivi individuali validi per il singolo alunno o gruppo di alunni che hanno attitudini e interessi simili; • Devono essere proposte attività – Libere che l’alunno può svolgere o non svolgere – Opzionali al cui interno l’alunno deve necessariamente scegliere. • Contribuiscono a promuovere la capacità di scelta morale-libera; • Si raggruppano in cinque aree: – Approfondimento personale – Recupero personale – Studio di temi culturali e di attualità – Produzione di “opere” – hobby
  • 12. Il “vocabolario comune” delle diverse discipline insegnate nelle scuole, è stato raggruppato da García Hoz in sei aree corrispondenti a sei funzioni intellettive ed espressive che, in una azione educativa unica, contribuiscono a formare nell’alunno le competenze necessarie per vivere in società da uomo libero e responsabile dei suoi atti e raggiungere la libertà morale: il fine dell’educazione. 1. Fase percettiva 2. Fase riflessiva 3. Fase estensiva 4. Fase ritentiva 5. Fase espressiva verbale 6. Fase espressiva pratica
  • 13. “… ma se vicino a quelle vi fosse una erta, la quale ci conducesse sopra un alto colle,del bosco uscendo, dall’erta cominciaremo a veder in gran parte la forma di quello; poi sopra il colle ascesi, tutto intiero il potremmo raffigurare”. Da Giulio Camillo – “L’idea del theatro” – 1600 4.1 - Un modello unificante: il SOFE (la visione fuori dagli alberi …) CONOSCENZE : C.g. = Conoscenze generali C.s. = conoscenze scientifiche C.f.= conoscenze formali C.a.= conoscenze artistiche C.t.= conoscenze tecniche C. et.= conoscenze etiche Cr.v= criteri valutativi FUNZIONI/ATTITUDINI: Per.= percettiva (fase) Rif.=Riflessiva (fase) Est.= Estensiva (fase) Rit. = Ritentiva (fase) E.s.= Espressiva Simbolica (fase) E.p.= Espressiva Pratica (fase) VALORI: Vit.= vitali Est.= Estetici Tecn.= tecnici Int.= intellettuali Prud. = Prudenziali Soc.=sociali Ind.=indidviduali Rel.= religiosi
  • 14. O. E.G. Come si applica il SOFE: FASE 1
  • 16. 6. Fase espressiva pratica 1. Fase percettiva 2. Fase riflessiva 3. Fase estensiva 4. Fase ritentiva 5. Fase espressiva verbale FASE 3
  • 17. 4.2 - Il PEI e il PDP: dall’analisi dei modelli, all’integrazione nel SOFE … 6. Fase espressiva pratica 1. Fase percettiva 2. Fase riflessiva 3. Fase estensiva 4. Fase ritentiva 5. Fase espressiva verbale •Area Cognitiva e Neuro Psicologica •Area Affettivo Relazionale •Area Comunicativa e Linguistica •Area Sensoriale e Percettiva •Area Motoria Prassica •Area Autonomia Personale e Sociale •Area dell’apprendimento
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  • 22. 4.3 - Un nuovo modello operativo per una visione personalizzante del lavoro educativo …
  • 24. Muovendo dalla diagnosi clinico - funzionale è possibile individuare, nelle diverse fasi, del SOFE, abilità di base carenti o molto carenti …
  • 25. Stiamo però utilizzando uno strumento comune alla fase progettuale e programmatoria di tutta la classe: una reale base comune di partenza sulla quale procedere per strutturare un piano educativo realmente integrato nella programmazione di classe.
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  • 32. A maggior ragione il PdP ….
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  • 36. RELATORI Ambito neuroscientifico •ELLIOT JULIAN, psicologo – esperto di disturbi dell’apprendimento - Durham University – Inghilterra; •MICHAEL KALMAR, Presidente E.D.A (European Dislexya Association); •DELLA SALA SERGIO, Professor of Human Cognitive Neuroscience and Honorary Consultant in Neurology presso l’Università di Edimburgo, in Gran Bretagna; •GIACOMO STELLA, Professore Ordinario di Psicologia clinica presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia. •CRISTIANO TERMINE, Professore Associato di Neuropsichiatria Infantile, università dell’Insubria (VA)
  • 37. RELATORI Ambito educativo e pedagogico: •DR.SA KAREN GULDBERG, Docente universitaria – Inghilterra; •DR.SA KOSSOVAKI LILA, Docente universitaria – Grecia; •DR. PUKANSKJ BELA, Docente universitario – Ungheria; •PROF. D’ALONZO LUIGI, Prof. Università Cattolica di Milano. •DOTT. CLAUDIO MERLETTI, dirigente Ufficio Scolastico Territoriale •DOTT. CIAMBRONE RAFFAELE, dirigente MIUR •DOTT.SSA DELIA CAMPANELLI, dirigente Uff. Scol. Regionale •DON ANTONIO MAZZI, comunità “Exodus”