5. LABORATORIO DI MANIPOLAZIONE
Felicia e la pianta della felicità
In una piccola cittadina sperduta tra le montagne viveva, insieme alla sua nonna, una bella fanciulla di nome
Felicia; aveva lunghi capelli rossi e ricci, occhi verdi e un gran sorriso sul viso. Purtroppo, che lei riuscisse a
ricordare, nel suo villaggio, la tristezza aveva sempre regnato sovrana; nessuno sorrideva, tutti erano tristi e
scontrosi.
Felicia voleva aiutare i suoi amici a ritrovare il sorriso, così una mattina salutò la nonna e partì alla ricerca della
pianta della felicità.
Un’antica leggenda narrava infatti l’esistenza di una pianta dai fiori gialli che non erano poi dei veri fiori, ma dorate
faccine sorridenti in miniatura che avevano la magica proprietà di infondere felicità nell’animo degli uomini, e più se
ne raccoglievano più ne crescevano sulla pianta.
Felicia camminava ormai da due giorni quando finalmente trovò la pianta magica; ma ahimè, proprio lì davanti a
fare la guardia c’era un grosso cane spelacchiato, con enormi occhi rossi che cominciò a ringhiare: “Fanciulla torna
indietro, non ti lascerò passare! Non coglierai i fiori per il tuo villaggio. Esso è condannato alla tristezza, poiché io
mi nutro delle loro lacrime e dei loro sospiri e se torneranno felici io morirò” … GRRRR.
La ragazza allora si sedette su un sasso poco distante a pensare…. e…. poi dolcemente iniziò a cantare una ninna
nanna che le aveva insegnato la sua nonna, quando era piccolina. Piano piano il cane si addormentò! Lei gli girò
intorno fino a raggiungere l’albero. Colse quante più faccine dorate poté e poi corse via fino al suo villaggio.
Felicia distribuì le faccine dorate a tutte le famiglie del villaggio e ne nascose alcune in un buca nel suo giardino, nel
caso fossero servite. Tutti nel villaggio tornarono felici!
E dopo poco tempo, meraviglia delle meraviglie, nel giardino di Felicia crebbero nuove piante della felicità!
A questo punto, vi chiederete che fine abbia fatto il cane cattivo, ebbene il cane finì per morire di fame e di rabbia,
per essere stato giocato dalla fanciulla che rese felici gli abitanti del suo villaggio.
INS. ANNA FIRETTO