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News 20/SSL/2015
Lunedì, 25 Maggio 2015
La validità del verbale dell’ispettore del lavoro quale atto non ripetibile.
Il verbale redatto da un ispettore del lavoro, contenendo l'accertamento di una
situazione di fatto suscettibile di modifica, va annoverato tra gli atti non ripetibili
compiuti dalla polizia giudiziaria ed è utilizzabile come fonte di prova.
Si è espressa la Corte di Cassazione in questa breve sentenza in merito alla validità
del verbale redatto da un ispettore del lavoro quale atto non ripetibile compiuto
dalla polizia giudiziaria. Il verbale dell'ispettore del lavoro ha sostenuto, infatti, la
suprema Corte, non costituisce una mera informativa di reato ai sensi dell'art. 347
c.p.p. poiché contiene l'accertamento o la descrizione di una situazione di fatto
suscettibile di modifica nel tempo per effetto di comportamenti umani o di eventi
naturali. Lo stesso, pertanto, va annoverato tra gli atti non ripetibili compiuti dalla
polizia giudiziaria (art. 431 c.p.p., lett. b) e come tale, va inserito nel fascicolo per il
dibattimento e ne va data lettura a richiesta di parte o su iniziativa del giudice (art.
511 c.p.p., comma 1), essendo utilizzabile come fonte di prova. (Articolo di Gerardo
Porreca)
Fonte: puntosicuro.it
Durc, dal 1° luglio via alla procedura per il rilascio online
La nuova procedura di rilascio online del Durc,utilizzabile dal 1° luglio, è stata “resa
possibile dall’impegno congiunto del Ministero del Lavoro, dell’Inps, dell’Inail e delle
Casse Edili per la completa informatizzazione delle attuali procedure e la creazione
di collegamenti tra le diverse banche dati”.
Nella conferenza stampa del 21 maggio si sono illustrate le caratteristiche, le
modalità di funzionamento ed i tempi di avvio del nuovo sistema di rilascio.
Alle imprese “basterà un semplice clic” per scaricare da internet e quindi in tempo
reale (al momento l’attesa del Durc era anche superiore a 1 mese), la certificazione
di regolarità contributiva, che:
- avrà una validità di 120 giorni;
- potrà essere utilizzata per a) l’ erogazione di sovvenzioni, contributi ecc., b)
nell’ambito delle procedure di appalto c) nei lavori privati dell’edilizia, d) per il
rilascio dell’attestazione Soa*).
Tra i vantaggi pratici, l’uso della certificazione per più di una circostanza successiva
e anche se la certificazione è già stata rilasciata ad altri soggetti. Il rinvio della
certificazione può avvenire a causa di carenze contributive che il sistema
comunicherà nel giro di 72 ore.
Durante la conferenza stampa si sono anche sottolineati i risparmi, valutati
nell’ordine di 100 milioni di euro all’anno, sia per le Amministrazioni e i soggetti tenuti
al rilascio del Durc , che per le imprese.
Le pubbliche amministrazioni vedranno ridursi i costi di 80 milioni (5.200.000
Durc/anno x € 16 – costo orario medio lordo di un dipendente pubblico – nella
previsione che l’attuale lavorazione non informatica del documento comporti
un’ora di tempo).
Le imprese risparmieranno, invece, 25 milioni di euro, tenuto conto dei “costi medi
del personale addetto o degli intermediari”.
* Società Organismi di Attestazione. Per partecipare a gare d’appalto con importi
superiori a 150mila euro, le imprese devono essere in possesso dell’attestato
rilasciato da una Soa che sono “società per azioni di natura privatistica che
svolgono pubblica funzione”. (Articolo di Enzo Gonano)
Fonte: quotidianosicurezza.it
Legionellosi negli stabilimenti termali, aggiornate le precedenti linee guida.
Tra le professioni associate al “rischio Legionella” elencate nel documento
approvato in Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 7 maggio 2015 con lo
scopo di “riunire, aggiornare e integrare tutte le indicazioni riportate nelle
precedenti linee guida nazionali e normative” sulla legionellosi, sono presenti anche
gli operatori deglistabilimenti termali.
Trattati gli aspetti generali (fonti di infezione, modalità di trasmissione, fattori di
rischio, frequenza della malattia, sintomatologia, diagnosi di laboratorio, metodi di
valutazione) e la terapia, la sorveglianza-indagine epidemiologica, il protocollo di
controllo del rischio legionellosi (articolato in 3 fasi, la valutazione del rischio, la
gestione del rischio e la comunicazione del rischio), nel punto 3.3. il documento
approvato dalla Commissione Stato-Regioni tratta in modo specifico
della valutazione e della gestione del rischio della malattia negli stabilimenti termali.
“Le caratteristiche della microflora tipica delle acque termali ed il fatto che queste
siano utilizzate a temperature per lo più comprese tra i 30 ed i 40°C costituiscono
condizioni favorenti lo sviluppo e la sopravvivenza di legionella”.
Le apparecchiature/le cure termali per le quali maggiore è il rischio di trasmissione
possono essere:
1. le cure inalatorie (inalazioni, aerosol-humages, nebulizzazioni, docce nasali), sia
per le caratteristiche delle apparecchiature utilizzate che per la tipologia egli
utenti (soggetti a rischio per patologie croniche dell’apparato respiratorio);
2. i bagni con idromassaggio;
3. le docce d’annettamento (se previste).
Peraltro, rappresentano una fonte di pericolo tutte le prestazioni erogate con acqua
termale o non termale, nei reparti “benessere” degli stabilimenti termali che
comportano la formazione di aerosol.
Inoltre, anche negli stabilimenti termali possono rappresentare una fonte di pericolo
gli impianti di condizionamento e quelli idrosanitari.
Come riportato nel TU 81/08 sicurezza sul lavoro, il rischio di esposizione alla
Legionella in qualsiasi ambiente di lavoro, richiede l’attuazione di “tutte le misure di
sicurezza appropriate per esercitare la più completa attività di prevenzione e
protezione nei confronti di tutti i soggetti presenti”*.
Le misure di sicurezza si dovranno realizzare a seguito della valutazione del rischio**,
che va regolarmente aggiornato e documentato formalmente, si dovranno attuare
in conformità ai disposti del Tit. I del TU (artt. 15 e 18).
È necessario che la valutazione ed il conseguente Piano di
autocontrollo comprendano:
1. gli impianti di distribuzione ed erogazione delle acque termali
2. gli altri impianti idrici e aeraulici a rischio. (Articolo di Enzo Gonano)
Fonte: quotidianosicurezza.it
Diamoci una mano
#diamociunamano è il «claim» scelto per lanciare un'iniziativa che nasce nel segno
di valorizzare il coinvolgimento attivo della persona. Chi beneficia di una misura di
sostegno al reddito potrà svolgere un'attività volontaria di utilità sociale in favore
della propria comunità di appartenenza, nell'ambito di progetti realizzati
congiuntamente da organizzazioni di terzo settore e da comuni o enti locali. Gli
oneri della relativa copertura assicurativa, attivata dall'Inail, saranno sostenuti da un
apposito Fondo, di durata biennale, istituito presso il Ministero del lavoro e delle
politiche sociali.
Lo prevede un decreto ministeriale, firmato dal Ministro Poletti e registrato dagli
organi di controllo per la registrazione, che disciplina le modalità di attuazione della
misura sperimentale introdotta dall'articolo 12 del decreto-legge 90 del 2014.
Il decreto prevede che i soggetti beneficiari di misure di sostegno al reddito possano
essere invitati a rendersi disponibili, in forma volontaria, per essere coinvolti in attività
di volontariato a fini di utilità sociale in favore della propria comunità, nell'ambito di
progetti realizzati congiuntamente da organizzazioni di terzo settore e da comuni o
enti locali.
Per avviare concretamente questa iniziativa ed assicurare la verifica dei risultati, è
importante che i comuni e le organizzazioni forniscano ai cittadini ogni utile
informazione sulle finalità e sulle caratteristiche di questa nuova misura. Per tali
volontari è prevista la copertura assicurativa Inail in deroga a quanto previsto dalla
legge quadro sul volontariato.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha messo a disposizione un Fondo
finalizzato a reintegrare l'Inail dell'onere conseguente alla copertura degli obblighi
assicurativi.
Sulla home page del portale istituzionale Inail è inserito il contatore che segnala
l'importo residuo del Fondo messo a disposizione, consentendone l'aggiornamento
costante. La copertura assicurativa è garantita nei limiti della disponibilità finanziaria.
Modalità di richiesta ed erogazione
La richiesta di attivazione della copertura assicurativa deve essere inoltrata
esclusivamente per via telematica almeno 10 giorni prima dell'inizio effettivo
dell'attività da parte del volontario.
In presenza dei requisiti previsti dal decreto ministeriale e verificata la capienza del
Fondo per il 2015, l'Inail comunica tramite Pec ai soggetti promotori l'attivazione
della copertura assicurativa per i volontari e per il numero di giornate indicati nella
richiesta. A tale fine, il servizio telematico effettua il calcolo degli oneri assicurativi,
tenendo conto delle disponibilità del Fondo, che sono quindi aggiornate a seguito
di ogni richiesta e indicate nell'apposito "contatore". La copertura assicurativa, pur in
presenza dell'avvenuta comunicazione nei termini dell'inizio delle attività, opera
però esclusivamente dalla data in cui l'Inail ne comunica l'attivazione.
Tutte le informazioni necessarie all’attivazione della copertura assicurativa sono
contenute nella sezione del sito dell’INAIL dedicata all’iniziativa.
Chi può prestare attività volontaria in favore della propria comunità
Il decreto individua le modalità di utilizzo del Fondo istituito presso il Ministero del
lavoro e delle politiche sociali, stabilendo anche i requisiti soggettivi per poter
beneficiare della copertura assicurativa attivata dall'Inail.
In concreto, può accedere alla misura sperimentale chi beneficia di una delle
seguenti prestazioni di sostegno al reddito:
a) cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, anche in deroga alla
vigente normativa;
b) integrazione salariale e contributo a seguito di stipula di contratti di solidarietà;
c) indennità di mobilità, anche in deroga alla vigente normativa, Aspi e mini-Aspi;
d) prestazioni, legate alla cessazione del rapporto di lavoro o alla sospensione o
riduzione dell'attività lavorativa, anche a carico dei Fondi di solidarietà;
e) altre prestazioni di natura assistenziale finalizzate a rimuovere e superare
condizioni di bisogno e di difficoltà della persona, erogate a livello nazionale e
locale.
Questi i principali settori di intervento:
Accoglienza e inserimento sociale di soggetti svantaggiati e vulnerabili
Accompagnamento e assistenza sociale
Assistenza sanitaria e socio-sanitaria
Cultura, turismo e ricreazione
Educazione ed istruzione
Inclusione sociale e pari opportunità
Promozione della cittadinanza attiva e partecipata
Protezione civile
Protezione dell'ambiente
Sport
Sviluppo economico e coesione sociale
Tutela e protezione dei diritti e contrasto alle discriminazioni
Tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e cultura
Fonte:inail.it
Pubblicati 4 nuovi avvisi per le imprese: 155 milioni le risorse iniziali
Dal 3 giugno le domande
Valgono 155 milioni i quattro nuovi incentivi in favore delle imprese grandi, medie e
piccole e dell'attrazione degli investimenti in Puglia. Varati dall'assessorato regionale
allo Sviluppo economico, sono stati pubblicati oggi sul Bollettino Ufficiale della
Regione Puglia. Si tratta di Contratti di Programma (principalmente per le grandi
imprese), Pia Medie Imprese, Pia Turismo e Pia Piccole Imprese.
Quattro interventi che rappresentano per le aziende pugliesi opportunità di
investimento per innovare processi e prodotti, fare ricerca industriale e sviluppo
sperimentale, internazionalizzare, lanciarsi nell'e-business e diventare più competitive
sui mercati.
Per il territorio sono strumenti per l'attrazione degli investimenti, che possono
convincere un investitore estero o di altre regioni d'Italia ad aprire un insediamento
in Puglia, garantendo nuove opportunità di sviluppo e di lavoro. Per i lavoratori sono
occasioni di buona occupazione perché aiutano a mantenere i posti di lavoro
esistenti e a realizzarne di nuovi. Le risorse disponibili derivano dal Fsc-Apq Sviluppo
Locale 2007-2013, cioè il Fondo Sviluppo e Coesione, in pratica l'ex Fas (Fondo aree
sottoutilizzate) ma si tratta solo di una dotazione iniziale che verrà ulteriormente
arricchita con la nuova programmazione 2014-2020. Gli avvisi saranno attivi a partire
dal 3 giugno 2015 con procedura telematica sul portale www.sistema.puglia.it. Non
c'è scadenza perché sono a sportello, quindi aperti finché le risorse sono disponibili.
Gli incentivi, gestiti dalla Regione Puglia, vengono attuati attraverso la società
regionale Puglia Sviluppo Spa, in qualità di soggetto intermediario. Vediamoli nel
dettaglio.
I Contratti di Programma con una dotazione iniziale di 80 milioni di euro, si rivolgono
a grandi imprese singole e con piccole e medie imprese (Pmi) aderenti. Favoriscono
lo sviluppo rafforzando la competitività e l'attrattività dei territori e promuovendo
l'innovazione e l'occupazione. Gli investimenti possono essere compresi tra i 5 e i 100
milioni di euro e riguardare attivi materiali (acquisto di suolo, macchinari e
attrezzature, opere murarie e assimilabili), ricerca e sviluppo, acquisizione di servizi
per l'innovazione delle imprese, tutela dell'ambiente. L'intensità dell'aiuto varia dal
15% al 70% a seconda della grandezza dell'impresa, del valore e della tipologia
dell'investimento. L'agevolazione rende possibile la realizzazione di nuove unità
produttive, l'ampliamento di quelle esistenti, la diversificazione della produzione, un
cambiamento fondamentale del processo di produzione complessivo.
I Programmi Integrati di Agevolazione - Pia Turismo dispongono di risorse iniziali pari a
40 milioni di euro e si rivolgono a grandi e medie imprese, singole o associate con
Pmi, e a piccole imprese. Gli investimenti devono avere l'obiettivo di migliorare
l'offerta turistica territoriale per favorire la destagionalizzazione e possono essere
compresi tra 3 milioni e 40 milioni di euro per le grandi imprese, tra 2 milioni e 30
milioni per le medie imprese, tra 1 milione e 20 milioni per le piccole imprese, per le
Pmi aderenti all'iniziativa della grande o della media impresa l'importo complessivo
degli investimenti deve partire da 1 milione di euro. L'incentivo rende possibile
l'apertura di nuove attività turistico-alberghiere, l'ampliamento e
l'ammodernamento di quelle esistenti, la realizzazione di strutture turistico-
alberghiere attraverso il restauro di immobili di interesse artistico e storico o di edifici
rurali, masserie, trulli, torri e fortificazioni, la realizzazione di strutture e impianti che
migliorano l'offerta turistica. L’intensità dell’aiuto è del 25% per le grandi imprese, del
35% per le medie imprese e del 45% per le piccole imprese.
I Programmi Integrati di Agevolazioni – Pia Medie Imprese hanno un budget iniziale
pari a 20 milioni di euro. Destinatarie delle agevolazioni sono medie imprese singole
o con eventuali piccole e medie imprese aderenti. L’incentivo si propone di creare
occupazione e costituire un fattore di stabilità sociale e dinamismo economico.
L’agevolazione rende possibile la realizzazione di nuove unità produttive,
l’ampliamento di quelle esistenti, la diversificazione della produzione, un
cambiamento fondamentale del processo di produzione complessivo.
L’investimento deve essere compreso tra 1 e 40 milioni di euro. L’intensità dell’aiuto
varia dal 20% al 70% a seconda della grandezza dell’impresa e della tipologia di
investimento. I Programmi Integrati di Agevolazioni – Pia Piccole Imprese, con una
dotazione iniziale di 15 milioni di euro, hanno l’obiettivo di coinvolgere le piccole
imprese nei processi di sviluppo.
L’incentivo favorisce la realizzazione di nuove unità produttive, l’ampliamento di
quelle esistenti, la diversificazione della produzione, un cambiamento fondamentale
del processo di produzione complessivo. Gli investimenti possono essere compresi tra
1 e 20 milioni di euro. L’intensità dell’aiuto varia dal 25% al 70% a seconda della
tipologia dell’investimento.
Fonte: regione.puglia.it
Aumentano gli aiuti a fondo perduto per le imprese che investono nel risparmio
energetico.
La Regione Puglia aumenta le agevolazioni a fondo perduto per le imprese che
risparmiano energia. Gli aiuti passano così dal 20% al 30% dell'investimento e
proporzionalmente si riducono i mutui necessari a realizzare i progetti.
Questa modifica del Piano delle Attività, approvata oggi dalla Giunta, è stata
promossa dall'assessorato allo Sviluppo economico dopo la consultazione del
partenariato istituzionale del PO FESR.
Gli "Aiuti agli investimenti delle PMI nel risparmio energetico" avranno dunque un
budget totale di oltre 92,3 milioni di euro, diviso tra Fondo Mutui (prestito con
condivisione del rischio erogato dalla società regionale Puglia Sviluppo Spa),
sovvenzioni dirette (a fondo perduto) e mutui erogati dalle banche. Per effetto
dell'aumento delle agevolazioni a fondo perduto, sia l'intervento del Fondo Mutui
che delle banche finanziatrici si riducono rispettivamente del 5%, passando
entrambi dal 40% al 35% dell'investimento delle imprese.
Si tratta del primo avviso varato in Italia per ridurre i costi energetici, una delle voci di
spesa più onerose per le aziende. Con l'aumento dell'intervento per il fondo
perduto, lo strumento viene ulteriormente migliorato in favore del tessuto produttivo
pugliese.
Per le piccole imprese saranno ammessi investimenti fino a 2 milioni di euro e per le
medie fino a 4 milioni. Grazie alle agevolazioni promosse dall'assessorato Sviluppo
economico le aziende pugliesi potranno investire per la cogenerazione, il risparmio
energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili.
L'adozione della delibera di oggi era il passo necessario per la predisposizione
dell'avviso che Puglia Sviluppo Spa, in qualità di soggetto finanziatore, pubblicherà
a breve.
Proprio con questo intervento si completa il quadro degli strumenti finanziari
finalizzati alla condivisione del finanziamento del rischio attuata dalla stessa Puglia
Sviluppo, per incarico della Regione Puglia, con interventi come Nidi (Nuove
iniziative di impresa), Avviso Internazionalizzazione, Microcredito/Microprestito,
Tranched cover e Fondo finanziamento del rischio e sale a 284 milioni il valore dei
fondi gestiti dalla Società regionale per aiutare le imprese a superare le criticità
della crisi attraverso investimenti per lo sviluppo, la competitività, il risparmio
energetico.
Fonte: regione.puglia.it

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  • 1. News 20/SSL/2015 Lunedì, 25 Maggio 2015 La validità del verbale dell’ispettore del lavoro quale atto non ripetibile. Il verbale redatto da un ispettore del lavoro, contenendo l'accertamento di una situazione di fatto suscettibile di modifica, va annoverato tra gli atti non ripetibili compiuti dalla polizia giudiziaria ed è utilizzabile come fonte di prova. Si è espressa la Corte di Cassazione in questa breve sentenza in merito alla validità del verbale redatto da un ispettore del lavoro quale atto non ripetibile compiuto dalla polizia giudiziaria. Il verbale dell'ispettore del lavoro ha sostenuto, infatti, la suprema Corte, non costituisce una mera informativa di reato ai sensi dell'art. 347 c.p.p. poiché contiene l'accertamento o la descrizione di una situazione di fatto suscettibile di modifica nel tempo per effetto di comportamenti umani o di eventi naturali. Lo stesso, pertanto, va annoverato tra gli atti non ripetibili compiuti dalla polizia giudiziaria (art. 431 c.p.p., lett. b) e come tale, va inserito nel fascicolo per il dibattimento e ne va data lettura a richiesta di parte o su iniziativa del giudice (art. 511 c.p.p., comma 1), essendo utilizzabile come fonte di prova. (Articolo di Gerardo Porreca) Fonte: puntosicuro.it Durc, dal 1° luglio via alla procedura per il rilascio online La nuova procedura di rilascio online del Durc,utilizzabile dal 1° luglio, è stata “resa possibile dall’impegno congiunto del Ministero del Lavoro, dell’Inps, dell’Inail e delle Casse Edili per la completa informatizzazione delle attuali procedure e la creazione di collegamenti tra le diverse banche dati”. Nella conferenza stampa del 21 maggio si sono illustrate le caratteristiche, le modalità di funzionamento ed i tempi di avvio del nuovo sistema di rilascio. Alle imprese “basterà un semplice clic” per scaricare da internet e quindi in tempo reale (al momento l’attesa del Durc era anche superiore a 1 mese), la certificazione di regolarità contributiva, che: - avrà una validità di 120 giorni;
  • 2. - potrà essere utilizzata per a) l’ erogazione di sovvenzioni, contributi ecc., b) nell’ambito delle procedure di appalto c) nei lavori privati dell’edilizia, d) per il rilascio dell’attestazione Soa*). Tra i vantaggi pratici, l’uso della certificazione per più di una circostanza successiva e anche se la certificazione è già stata rilasciata ad altri soggetti. Il rinvio della certificazione può avvenire a causa di carenze contributive che il sistema comunicherà nel giro di 72 ore. Durante la conferenza stampa si sono anche sottolineati i risparmi, valutati nell’ordine di 100 milioni di euro all’anno, sia per le Amministrazioni e i soggetti tenuti al rilascio del Durc , che per le imprese. Le pubbliche amministrazioni vedranno ridursi i costi di 80 milioni (5.200.000 Durc/anno x € 16 – costo orario medio lordo di un dipendente pubblico – nella previsione che l’attuale lavorazione non informatica del documento comporti un’ora di tempo). Le imprese risparmieranno, invece, 25 milioni di euro, tenuto conto dei “costi medi del personale addetto o degli intermediari”. * Società Organismi di Attestazione. Per partecipare a gare d’appalto con importi superiori a 150mila euro, le imprese devono essere in possesso dell’attestato rilasciato da una Soa che sono “società per azioni di natura privatistica che svolgono pubblica funzione”. (Articolo di Enzo Gonano) Fonte: quotidianosicurezza.it Legionellosi negli stabilimenti termali, aggiornate le precedenti linee guida. Tra le professioni associate al “rischio Legionella” elencate nel documento approvato in Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 7 maggio 2015 con lo scopo di “riunire, aggiornare e integrare tutte le indicazioni riportate nelle precedenti linee guida nazionali e normative” sulla legionellosi, sono presenti anche gli operatori deglistabilimenti termali. Trattati gli aspetti generali (fonti di infezione, modalità di trasmissione, fattori di rischio, frequenza della malattia, sintomatologia, diagnosi di laboratorio, metodi di valutazione) e la terapia, la sorveglianza-indagine epidemiologica, il protocollo di controllo del rischio legionellosi (articolato in 3 fasi, la valutazione del rischio, la gestione del rischio e la comunicazione del rischio), nel punto 3.3. il documento approvato dalla Commissione Stato-Regioni tratta in modo specifico della valutazione e della gestione del rischio della malattia negli stabilimenti termali.
  • 3. “Le caratteristiche della microflora tipica delle acque termali ed il fatto che queste siano utilizzate a temperature per lo più comprese tra i 30 ed i 40°C costituiscono condizioni favorenti lo sviluppo e la sopravvivenza di legionella”. Le apparecchiature/le cure termali per le quali maggiore è il rischio di trasmissione possono essere: 1. le cure inalatorie (inalazioni, aerosol-humages, nebulizzazioni, docce nasali), sia per le caratteristiche delle apparecchiature utilizzate che per la tipologia egli utenti (soggetti a rischio per patologie croniche dell’apparato respiratorio); 2. i bagni con idromassaggio; 3. le docce d’annettamento (se previste). Peraltro, rappresentano una fonte di pericolo tutte le prestazioni erogate con acqua termale o non termale, nei reparti “benessere” degli stabilimenti termali che comportano la formazione di aerosol. Inoltre, anche negli stabilimenti termali possono rappresentare una fonte di pericolo gli impianti di condizionamento e quelli idrosanitari. Come riportato nel TU 81/08 sicurezza sul lavoro, il rischio di esposizione alla Legionella in qualsiasi ambiente di lavoro, richiede l’attuazione di “tutte le misure di sicurezza appropriate per esercitare la più completa attività di prevenzione e protezione nei confronti di tutti i soggetti presenti”*. Le misure di sicurezza si dovranno realizzare a seguito della valutazione del rischio**, che va regolarmente aggiornato e documentato formalmente, si dovranno attuare in conformità ai disposti del Tit. I del TU (artt. 15 e 18). È necessario che la valutazione ed il conseguente Piano di autocontrollo comprendano: 1. gli impianti di distribuzione ed erogazione delle acque termali 2. gli altri impianti idrici e aeraulici a rischio. (Articolo di Enzo Gonano) Fonte: quotidianosicurezza.it Diamoci una mano #diamociunamano è il «claim» scelto per lanciare un'iniziativa che nasce nel segno di valorizzare il coinvolgimento attivo della persona. Chi beneficia di una misura di sostegno al reddito potrà svolgere un'attività volontaria di utilità sociale in favore della propria comunità di appartenenza, nell'ambito di progetti realizzati congiuntamente da organizzazioni di terzo settore e da comuni o enti locali. Gli oneri della relativa copertura assicurativa, attivata dall'Inail, saranno sostenuti da un apposito Fondo, di durata biennale, istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
  • 4. Lo prevede un decreto ministeriale, firmato dal Ministro Poletti e registrato dagli organi di controllo per la registrazione, che disciplina le modalità di attuazione della misura sperimentale introdotta dall'articolo 12 del decreto-legge 90 del 2014. Il decreto prevede che i soggetti beneficiari di misure di sostegno al reddito possano essere invitati a rendersi disponibili, in forma volontaria, per essere coinvolti in attività di volontariato a fini di utilità sociale in favore della propria comunità, nell'ambito di progetti realizzati congiuntamente da organizzazioni di terzo settore e da comuni o enti locali. Per avviare concretamente questa iniziativa ed assicurare la verifica dei risultati, è importante che i comuni e le organizzazioni forniscano ai cittadini ogni utile informazione sulle finalità e sulle caratteristiche di questa nuova misura. Per tali volontari è prevista la copertura assicurativa Inail in deroga a quanto previsto dalla legge quadro sul volontariato. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha messo a disposizione un Fondo finalizzato a reintegrare l'Inail dell'onere conseguente alla copertura degli obblighi assicurativi. Sulla home page del portale istituzionale Inail è inserito il contatore che segnala l'importo residuo del Fondo messo a disposizione, consentendone l'aggiornamento costante. La copertura assicurativa è garantita nei limiti della disponibilità finanziaria. Modalità di richiesta ed erogazione La richiesta di attivazione della copertura assicurativa deve essere inoltrata esclusivamente per via telematica almeno 10 giorni prima dell'inizio effettivo dell'attività da parte del volontario. In presenza dei requisiti previsti dal decreto ministeriale e verificata la capienza del Fondo per il 2015, l'Inail comunica tramite Pec ai soggetti promotori l'attivazione della copertura assicurativa per i volontari e per il numero di giornate indicati nella richiesta. A tale fine, il servizio telematico effettua il calcolo degli oneri assicurativi, tenendo conto delle disponibilità del Fondo, che sono quindi aggiornate a seguito di ogni richiesta e indicate nell'apposito "contatore". La copertura assicurativa, pur in presenza dell'avvenuta comunicazione nei termini dell'inizio delle attività, opera però esclusivamente dalla data in cui l'Inail ne comunica l'attivazione. Tutte le informazioni necessarie all’attivazione della copertura assicurativa sono contenute nella sezione del sito dell’INAIL dedicata all’iniziativa.
  • 5. Chi può prestare attività volontaria in favore della propria comunità Il decreto individua le modalità di utilizzo del Fondo istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, stabilendo anche i requisiti soggettivi per poter beneficiare della copertura assicurativa attivata dall'Inail. In concreto, può accedere alla misura sperimentale chi beneficia di una delle seguenti prestazioni di sostegno al reddito: a) cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, anche in deroga alla vigente normativa; b) integrazione salariale e contributo a seguito di stipula di contratti di solidarietà; c) indennità di mobilità, anche in deroga alla vigente normativa, Aspi e mini-Aspi; d) prestazioni, legate alla cessazione del rapporto di lavoro o alla sospensione o riduzione dell'attività lavorativa, anche a carico dei Fondi di solidarietà; e) altre prestazioni di natura assistenziale finalizzate a rimuovere e superare condizioni di bisogno e di difficoltà della persona, erogate a livello nazionale e locale. Questi i principali settori di intervento: Accoglienza e inserimento sociale di soggetti svantaggiati e vulnerabili Accompagnamento e assistenza sociale Assistenza sanitaria e socio-sanitaria Cultura, turismo e ricreazione Educazione ed istruzione Inclusione sociale e pari opportunità Promozione della cittadinanza attiva e partecipata Protezione civile Protezione dell'ambiente Sport Sviluppo economico e coesione sociale Tutela e protezione dei diritti e contrasto alle discriminazioni Tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e cultura Fonte:inail.it Pubblicati 4 nuovi avvisi per le imprese: 155 milioni le risorse iniziali Dal 3 giugno le domande Valgono 155 milioni i quattro nuovi incentivi in favore delle imprese grandi, medie e piccole e dell'attrazione degli investimenti in Puglia. Varati dall'assessorato regionale allo Sviluppo economico, sono stati pubblicati oggi sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia. Si tratta di Contratti di Programma (principalmente per le grandi
  • 6. imprese), Pia Medie Imprese, Pia Turismo e Pia Piccole Imprese. Quattro interventi che rappresentano per le aziende pugliesi opportunità di investimento per innovare processi e prodotti, fare ricerca industriale e sviluppo sperimentale, internazionalizzare, lanciarsi nell'e-business e diventare più competitive sui mercati. Per il territorio sono strumenti per l'attrazione degli investimenti, che possono convincere un investitore estero o di altre regioni d'Italia ad aprire un insediamento in Puglia, garantendo nuove opportunità di sviluppo e di lavoro. Per i lavoratori sono occasioni di buona occupazione perché aiutano a mantenere i posti di lavoro esistenti e a realizzarne di nuovi. Le risorse disponibili derivano dal Fsc-Apq Sviluppo Locale 2007-2013, cioè il Fondo Sviluppo e Coesione, in pratica l'ex Fas (Fondo aree sottoutilizzate) ma si tratta solo di una dotazione iniziale che verrà ulteriormente arricchita con la nuova programmazione 2014-2020. Gli avvisi saranno attivi a partire dal 3 giugno 2015 con procedura telematica sul portale www.sistema.puglia.it. Non c'è scadenza perché sono a sportello, quindi aperti finché le risorse sono disponibili. Gli incentivi, gestiti dalla Regione Puglia, vengono attuati attraverso la società regionale Puglia Sviluppo Spa, in qualità di soggetto intermediario. Vediamoli nel dettaglio. I Contratti di Programma con una dotazione iniziale di 80 milioni di euro, si rivolgono a grandi imprese singole e con piccole e medie imprese (Pmi) aderenti. Favoriscono lo sviluppo rafforzando la competitività e l'attrattività dei territori e promuovendo l'innovazione e l'occupazione. Gli investimenti possono essere compresi tra i 5 e i 100 milioni di euro e riguardare attivi materiali (acquisto di suolo, macchinari e attrezzature, opere murarie e assimilabili), ricerca e sviluppo, acquisizione di servizi per l'innovazione delle imprese, tutela dell'ambiente. L'intensità dell'aiuto varia dal 15% al 70% a seconda della grandezza dell'impresa, del valore e della tipologia dell'investimento. L'agevolazione rende possibile la realizzazione di nuove unità produttive, l'ampliamento di quelle esistenti, la diversificazione della produzione, un cambiamento fondamentale del processo di produzione complessivo. I Programmi Integrati di Agevolazione - Pia Turismo dispongono di risorse iniziali pari a 40 milioni di euro e si rivolgono a grandi e medie imprese, singole o associate con Pmi, e a piccole imprese. Gli investimenti devono avere l'obiettivo di migliorare l'offerta turistica territoriale per favorire la destagionalizzazione e possono essere compresi tra 3 milioni e 40 milioni di euro per le grandi imprese, tra 2 milioni e 30 milioni per le medie imprese, tra 1 milione e 20 milioni per le piccole imprese, per le Pmi aderenti all'iniziativa della grande o della media impresa l'importo complessivo degli investimenti deve partire da 1 milione di euro. L'incentivo rende possibile l'apertura di nuove attività turistico-alberghiere, l'ampliamento e l'ammodernamento di quelle esistenti, la realizzazione di strutture turistico-
  • 7. alberghiere attraverso il restauro di immobili di interesse artistico e storico o di edifici rurali, masserie, trulli, torri e fortificazioni, la realizzazione di strutture e impianti che migliorano l'offerta turistica. L’intensità dell’aiuto è del 25% per le grandi imprese, del 35% per le medie imprese e del 45% per le piccole imprese. I Programmi Integrati di Agevolazioni – Pia Medie Imprese hanno un budget iniziale pari a 20 milioni di euro. Destinatarie delle agevolazioni sono medie imprese singole o con eventuali piccole e medie imprese aderenti. L’incentivo si propone di creare occupazione e costituire un fattore di stabilità sociale e dinamismo economico. L’agevolazione rende possibile la realizzazione di nuove unità produttive, l’ampliamento di quelle esistenti, la diversificazione della produzione, un cambiamento fondamentale del processo di produzione complessivo. L’investimento deve essere compreso tra 1 e 40 milioni di euro. L’intensità dell’aiuto varia dal 20% al 70% a seconda della grandezza dell’impresa e della tipologia di investimento. I Programmi Integrati di Agevolazioni – Pia Piccole Imprese, con una dotazione iniziale di 15 milioni di euro, hanno l’obiettivo di coinvolgere le piccole imprese nei processi di sviluppo. L’incentivo favorisce la realizzazione di nuove unità produttive, l’ampliamento di quelle esistenti, la diversificazione della produzione, un cambiamento fondamentale del processo di produzione complessivo. Gli investimenti possono essere compresi tra 1 e 20 milioni di euro. L’intensità dell’aiuto varia dal 25% al 70% a seconda della tipologia dell’investimento. Fonte: regione.puglia.it Aumentano gli aiuti a fondo perduto per le imprese che investono nel risparmio energetico. La Regione Puglia aumenta le agevolazioni a fondo perduto per le imprese che risparmiano energia. Gli aiuti passano così dal 20% al 30% dell'investimento e proporzionalmente si riducono i mutui necessari a realizzare i progetti. Questa modifica del Piano delle Attività, approvata oggi dalla Giunta, è stata promossa dall'assessorato allo Sviluppo economico dopo la consultazione del partenariato istituzionale del PO FESR. Gli "Aiuti agli investimenti delle PMI nel risparmio energetico" avranno dunque un budget totale di oltre 92,3 milioni di euro, diviso tra Fondo Mutui (prestito con condivisione del rischio erogato dalla società regionale Puglia Sviluppo Spa), sovvenzioni dirette (a fondo perduto) e mutui erogati dalle banche. Per effetto dell'aumento delle agevolazioni a fondo perduto, sia l'intervento del Fondo Mutui che delle banche finanziatrici si riducono rispettivamente del 5%, passando entrambi dal 40% al 35% dell'investimento delle imprese.
  • 8. Si tratta del primo avviso varato in Italia per ridurre i costi energetici, una delle voci di spesa più onerose per le aziende. Con l'aumento dell'intervento per il fondo perduto, lo strumento viene ulteriormente migliorato in favore del tessuto produttivo pugliese. Per le piccole imprese saranno ammessi investimenti fino a 2 milioni di euro e per le medie fino a 4 milioni. Grazie alle agevolazioni promosse dall'assessorato Sviluppo economico le aziende pugliesi potranno investire per la cogenerazione, il risparmio energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili. L'adozione della delibera di oggi era il passo necessario per la predisposizione dell'avviso che Puglia Sviluppo Spa, in qualità di soggetto finanziatore, pubblicherà a breve. Proprio con questo intervento si completa il quadro degli strumenti finanziari finalizzati alla condivisione del finanziamento del rischio attuata dalla stessa Puglia Sviluppo, per incarico della Regione Puglia, con interventi come Nidi (Nuove iniziative di impresa), Avviso Internazionalizzazione, Microcredito/Microprestito, Tranched cover e Fondo finanziamento del rischio e sale a 284 milioni il valore dei fondi gestiti dalla Società regionale per aiutare le imprese a superare le criticità della crisi attraverso investimenti per lo sviluppo, la competitività, il risparmio energetico. Fonte: regione.puglia.it