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L’esperienza della Camera di Commercio italiana in Argentina nei progetti europei
1. 1. I FONDI EUROPEI NEI PAESI TERZI: L’ESPERIENZA DELLA
CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA NELLA REPUBBLICA
ARGENTINA
Nell’ambito della progettazione (europea e non) nel contesto camerale italiano al di fuori
dell’Unione Europea, la Camera di Commercio Italiana a Buenos Aires può vantare
un’esperienza più che ventennale. Abbiamo quindi voluto parlare con il suo Segretario
Generale, Claudio Farabola, per capire com’è cambiata la progettazione europea e per
carpire qualche segreto per presentare progetti vincenti.
Buongiorno Dott. Farabola. Quando è iniziata l’esperienza della Camera Italiana di
Buenos Aires con i fondi europei?
Se non sbaglio, iniziammo già nel 1994 ad implementare progetti con fondi europei. I
programmi avevano delle sigle che ormai sono state dimenticate dai più, come ECIP.
Partecipammo allora anche al primo di AL-INVEST, che poi fu rinnovato per varie volte
fino ad epoche recenti. Vincemmo molti progetti, sette o otto, ma va detto che all’epoca gli
strumenti UE erano più semplici, in quanto si trattava spesso di finanziamenti a fondo
perduto per organizzare business meeting alle aziende, che sono alla base delle attività di
internazionalizzazione. Come detto, i progetti erano snelli, di poche pagine, e veniva
premiata soprattutto la capacità di implementazione. Noi avevamo come punto di forza la
nostra riconosciuto serietà a livello istituzionale e una forte rete sul territorio.
Quando ha cominciato a cambiare, per voi, l’approccio alla progettazione?
Sicuramente, dagli anni 2000, abbiamo iniziato a lavorare a progetti più articolati, come ad
esempio quelli a valere sul fondo sociale europeo per la formazione degli italiani all’estero.
Ovviamente non si trattava più di progetti “spot” in cui bastava organizzare degli incontri
B2B, ma di progetti più completi che richiedevano anche una maggiore organizzazione.
Per far fronte a ciò, ci siamo affidati ad altri per la scrittura dei progetti, mantenendo alla
Camera il ruolo di ideatore, creatore dei consorzi e coordinatore dei progetti.
Perché affidare ad altri la scrittura dei progetti?
I progetti UE sono diventati troppo complessi. Bisogna essere dei veri e propri
professionisti del mestiere ed essere in grado di gestire una mole impressionante di
2. documenti. Per questo preferiamo affidarci ai nostri partner strategici in Europa, che hanno
esperienza di europrogettazione, mentre noi mettiamo sul piatto la nostra rete di contatti sul
territorio. Internamente, preferiamo focalizzare le energie nella presentazione di progetti
per altri enti, quali il Banco Interamericano, la CAF (Banca di sviluppo dell’America
Latina) o del governo argentino.
Ci parli un po’ dei progetti europei che avete vinto più di recente.
Come ha visto, abbiamo partecipato e vinto un paio di progetti a valere sui programmi
ALFA e URB-AL, con budget di progetto significativi nell’ordine dei 2-3 Milioni di Euro.
Un progetto che sicuramente ci ha dato soddisfazione è quello che riguarda lo European
Enterprise Network per l’Argentina, vinto ponendo come capofila Eurocamara
(Associazione di 11 Camere bilaterali) e associandovi partner importanti quali l’Union
Industrial Argentina (UIA), il CONICET (che potremmo definire l’equivalente del CNR in
Italia) e il Ministero Argentino della scienza e della tecnica. EEN Argentina risulta ad oggi
un importantissimo nodo per il technology transfer e l’attività del consorzio vincitore del
bando è stata riconosciuta come best practice dalla Commissione Europea.
Mi parlava in precedenza anche di un progetto vinto recentissimamente sul nuovo
bando AL-INVEST…
Si, abbiamo vinto un finanziamento con un progetto di cross-clustering che si basa sulle
priorità strategiche per lo sviluppo industriale dell’Unione Europea. Il capofila del progetto
è PROMOS, l‘Azienda Speciale per le attività internazionali della Camera di Commercio
di Milano, che si è occupata anche della scrittura della proposta. Nel partenariato sono
presenti Eurocamara, la Fundacion Eurochile e ProCordoba. Consideri che sono pervenute
più di 126 proposte e ne sono state selezionate 26, fra cui la nostra.
In generale, come valuta la sua esperienza con i progetti europei finora?
Con i finanziamenti europei abbiamo lavorato bene e con profitto fino a qualche anno fa.
Ora sta diventando sempre più difficile ottenere i finanziamenti e porre in essere attività
con una certa coerenza. Mi spiego. I finanziamenti che riusciamo ad avere sono spesso per
attività di portata ristretta, mentre idee progettuali che provengono da noi e vogliono
perseguire determinati obbiettivi di lungo periodo non trovano riscontri in termini di
finanziamenti da parte della Commissione Europea.
Qual è la causa di questa mancanza di riscontri, secondo Lei?
Da un lato, la Commissione Europea lavora in maniera un po’ troppo burocratica e non
premia veramente le iniziative innovative che escono dai propri schemi. Se aggiunge a
questa motivazione anche la considerazione che l’Argentina non rientra più fra i Paesi in
via di sviluppo e beneficia, quindi, di molti meno fondi per la cooperazione allo sviluppo,
può capire come mai stiamo prediligendo enti finanziatori diversi dall’UE. Siamo usciti
anche dalla logica bilaterale Italia-Argentina, cooperando e vincendo finanziamenti da
donors tedeschi e svizzeri, per esempio sul tema della concentrazione solare e delle energie
rinnovabili.
3. Continuerete a presentare progetti in ambito europeo?
Certamente, se capiterà l’occasione, continueremo a lavorare con la nostra rete di partner in
Europa e in Sud America. Inoltre, grazie ad un contatto proveniente da Eurocamara,
avremo l’occasione di presentare alcune delle nostre idee progettuali direttamente a
Bruxelles, a membri della Commissione e alle DG interessate. La speranza è che si possa
stimolare l’apparato burocratico ad essere più ricettivo rispetto a delle progettualità diverse
ed innovative.
Con la delegazione dell’UE in Argentina avete buoni rapporti?
Con la delegazione i rapporti sono ottimi, tanto che implementiamo per conto loro alcune
attività, come seminari di alta formazione ed altri eventi. La delegazione è stata inoltre di
grande aiuto e supporto nella creazione di Eurocamara. Detto questo, però, l’impressione è
che la delegazione abbia poca influenza sui bandi che vengono aperti e, in alcuni casi,
nemmeno li conosca. È anche per questo motivo che andremo direttamente alla fonte a
Bruxelles per discutere di finanziamenti.
Come di consueto, concludiamo l’intervista chiedendole di darci 3 consigli su come
approcciare l’europrogettazione, soprattutto dal punto di vista di una camera extra-
UE.
Primo, individuate un partner forte al quale affidarvi per la scrittura e la rendicontazione
dei progetti. Avere una solida esperienza pregressa in questi ambiti è ormai un elemento
imprescindibile.
Secondo, identificate idee interessanti che volete proporre come progetti e lavorateci con
serietà. Non imbarcatevi in progetti tanto per fare e non aspettatevi di usare i finanziamenti
di progetto per coprire i costi di struttura o altri costi.
Terzo, fate della vostra Camera il nesso con le istituzioni locali e nazionali del vostro
Paese. Avere un network solido sul territorio è fondamentale per creare valore aggiunto nei
progetti.
Web site Camera di Commercio italiana nella Repubblica Argentina
http://ccibaires.com.ar/it/