Il Segretario generale della camera di commercio italiana in Danimarca, Chiara dell'Oro, racconta l'avvicinamento al mondo dell'europrogettazione e i progetti che stanno avviando.
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Intervista a Chiara dell'Oro
1. CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN DANIMARCA
Per questo numero della Newsletter, abbiamo deciso di raccogliere l’esperienza di una Camera che si è
affacciata da pochissimo al mondo della progettazione e che per questo riteniamo possa dare informazioni
molto utili a quelle Camere che ancora non hanno affrontato la tematica. Abbiamo quindi fatto una
chiacchierata con il Segretario Generale della Camera di Commercio Italiana in Danimarca, Chiara Dell’Oro.
Buongiorno Dott.ssa Dell’Oro. Come è iniziato il vostro avvicinamento all’europrogettazione?
La Camera ha approcciato i progetti europei solo di recente, attraverso gli stimoli che ci sono venuti dalla rete
delle Camere Italiane all’estero. Ammetto che ci siamo approcciati a questo mondo con un po’ di scetticismo e
ci siamo trovati di fronte, nella fase iniziale, ad una serie di adempimenti burocratici piuttosto esigenti. In
realtà, una volta superata questa fase, ci siamo immersi nei progetti europei con molto interesse. Grazie allo
stimolo dei nostri colleghi, e in particolare delle Camere di Madrid e Marsiglia, siamo stati inclusi in alcuni
partenariati ed abbiamo vinto 4 progetti Erasmus+, sia Key Action 1 che Key Action 2. Tre di questi progetti
hanno già preso avvio nei mesi scorsi.
Ci parli un po’ dei progetti di Mobilità KA1 che state implementando. Qual è la vostra prima impressione?
In questa prima fase, abbiamo già individuato le potenzialità di questi progetti in termini di sviluppi futuri, ma
anche alcune problematiche relative soprattutto alle peculiari caratteristiche della Danimarca come Paese
ospitante. In particolare, il costo della vita molto elevato e la lingua danese pongono ostacoli abbastanza
importanti. Le borse che vengono offerte nell’ambito del programma sono abbastanza “magre”, soprattutto se
paragonate ai costi di una città come Copenaghen dove vogliono andare la maggioranza dei ragazzi ospitati. In
alcuni casi, abbiamo reperito delle aziende che integrano la borsa offrendo l’alloggio e/o il vitto, ma non
sempre risulta possibile. L’altro ostacolo, quello linguistico, limita il pool delle aziende interessate ad ospitare:
sebbene la lingua inglese sia ormai comunemente parlata, la conoscenza del danese rimane comunque una
richiesta fondamentale, soprattutto per le PMI. Inutile dire che gli studenti stranieri che conoscono bene il
danese già prima della partenza sono veramente pochi.
Ci parli invece del progetto che state avviando sulla Key Action 2. Di cosa si tratta?
Il progetto si chiama NET-NEET, A Network for NEET Mobility,
di cui la CCIE di Marsiglia è capofila e nel quale partecipano
anche le CCIE di Salonicco, di Madrid e di Francoforte. Lo scopo
del progetto è quello di incoraggiare e promuovere progetti di
mobilità per giovani a basso tasso di specializzazione,
identificando le loro specifiche capacità e qualifiche e
applicandole nel settore o nei settori e nei territori che più si
adattino al singolo profilo, dando la priorità alle PMI europee. I
settori principali saranno quelli dell’artigianato, anche artistico,
culturale, agricolo, ittico e nei servizi sociali. Al contempo, si
auspica di sviluppare nei giovani coinvolti competenze sociali e civiche.
Il progetto mira a creare una rete europea formata dalle CCIE, da PMI nei settori menzionati, e dalle agenzie
formative nei Paesi partecipanti (Italia, Francia, Danimarca, Spagna, Grecia, Germania). Questa rete verrà
valorizzata tramite una piattaforma web, dove i giovani e le imprese coinvolte potranno scambiare opinioni e
best practices. Si mira altresì a creare nuovi percorsi e modalità di mobilità europee, tramite la realizzazione di
un manuale ad hoc che illustri le migliori pratiche per lo svolgimento di progetti di mobilità europea.
Un progetto di questo tipo è molto utile alla Camera, poiché ci richiede di gestire attività che già sappiamo fare
bene (organizzare conferenze e seminari), ci permette di ampliare il nostro network di contatti e di sviluppare
nuove opportunità di business per i nostri soci.
Parlando del vostro network, posso chiederle come viene percepita la progettazione europea in Danimarca?
2. Ovviamente, il nostro network è molto ampio e comprende sia aziende e imprenditori, che tutto il mondo
dell’università, delle Associazioni e dei sindacati. Purtroppo, però, in Danimarca la tematica dei progetti
europei è poco conosciuta e poco perseguita. Pensi che il ministero danese ha inviato delle lettere ad enti
Danesi, fra cui anche noi, invitandoci a partecipare a sessioni informative e tendando di stimolarci a
partecipare ai progetti. Per questo motivo, la Danimarca può offrire grosse opportunità in ambito di
progettazione europea e noi già ci siamo!
Come vi state organizzando internamente per sfruttare queste opportunità?
Per il momento, essendo pochi i progetti che ci troviamo a dover gestire, abbiamo fatto affidamento
sull’organico esistente, senza aggiungere nuove risorse. È chiaro che prossimamente, qualora si voglia
proseguire sulla strada dei progetti europei, sarà indispensabile fare un investimento in termini di personale e
di expertise. La problematica più grossa in riferimento a questa possibilità è, ancora una volta, di tipo
linguistico. Se dovessimo, infatti, assumere a tempo pieno una persona per occuparsi di progettazione, questa
dovrebbe quantomeno conoscere la lingua danese, in modo da potersi occupare anche di altre attività della
camera. In caso contrario, dedicare una persona al 100% alla progettazione vorrebbe dire fare un investimento
forte e di lungo periodo, puntando in maniera decisa sulla progettazione europea. Non sono convinta che
possiamo permetterci di fare questo passo, almeno in questo momento. Una possibilità che stiamo tuttavia
considerando, almeno per un periodo iniziale, è quella dell’outsourcing, ovvero di affidarci ad un consulente
esterno che ci possa offrire supporto alla progettazione. Sarebbe una soluzione efficiente nel medio periodo e
ci permetterebbe di entrare in maniera decisa nel circolo della progettazione europea. Ma, come detto, la
riflessione a riguardo è tuttora in corso.
Fra l’altro, avere una persona dedicata alla progettazione o un consulente che vi supporti vi potrebbe
permettere di dedicarvi a tematiche di vostro maggiore interesse.
Esattamente. La nostra volontà è quella di essere anche propositivi, in modo da poter perseguire obbiettivi di
nostro specifico interesse. Penso ad esempio ad una serie di tematiche che sono di particolare rilevanza per la
Danimarca e, di conseguenza, per la nostra Camera: le Smart Cities, le energie rinnovabili, la sostenibilità
ambientale, ma anche le politiche agricole, i trasporti marittimi e le attività portuali. Sebbene non abbiamo
expertise specifiche su queste tematiche, si tratta di ambiti di lavoro che ci interessano molto e sui quali
vorremmo puntare per il futuro, sia agganciandoci a progettualità altrui che con nostri progetti. In questo
senso, citiamo l’esperienza che abbiamo avviato su due progetti Erasmus plus, tutt’ora in valutazione, sulla
Circular economy presentati in qualità di capofila in collaborazione con il GEIE – CBE, che collabora con la rete
delle Camere di Commercio italiane all’estero.
Concludo ponendo la domanda che rivolgo a tutti i Segretari Generali che intervistiamo: potresti dare tre
consigli alle altre Camere che, magari, non si sono ancora cimentate nella progettazione europea,
vorrebbero provarci, ma hanno ancora qualche perplessità?
Innanzitutto, direi di non farsi scoraggiare nelle fasi iniziali, soprattutto quando si viene messi di fronte ad
ostacoli di tipo burocratico. In secondo luogo, consiglierei di mettersi in gioco anche con progetti che possono
sembrare poco remunerativi da un punto di vista economico, poiché anche questi progetti sono utili per
acquisire esperienza, creare network e “farsi un nome” nell’ambito della progettazione europea. Terzo punto,
direi di non avere paura di passare da una fase passiva, in cui si viene solamente coinvolti in progetti altrui, ad
una fase propositiva, in cui si presentano progetti propri, magari coinvolgendo proprio quei partner che ci
hanno incluso nei loro progetti in passato.
Web site Camera di Commercio Italiana in Danimarca
www.danitacom.org