Un'altra pietanza di chiara origine greca o macedone in generale entrata da secoli nella nostra tradizione.Splendida!!! Aflo

1. monsù Tina by Aflo “ Accademia d’ ‘o mmusc’ magnà” Seppie con i piselli, antica ricetta Napoletana

2. La stagione non è adatta quindi useremo per tre persone 400 gr.di piselli surgelati

3. Queste sono le nostre seppie

4. Un primo piano per le signorine

5. Due seppie di circa 400 gr ogni una ,queste appaiono un po’ maltrattate perché sono di paranza

6. Ovviamente sarebbe preferibile non rompere la vescichetta del nero,Tina non ci è riuscita ed il nero di seppia è un po’ duro da eliminare

7. Apriamole sul dorso con un coltellino o forbici da cucina

8. Attraverso quella incisione eliminiamo il cosiddetto osso di seppia,in parole povere quello che appare nelle gabbie di tutti i nostri canarini

9. Dopo aver pulito del tutto dal nero di seppia

10. Tagliamo a pezzi e striscioline la sacca ed i tentacoli

11. Mettiamo in una padella antiaderente una cipolla bianca tagliata a fettine sottili e facciamola imbiondire con un filo di olio di ev di oliva

12. Nel frattempo diamo un bollo ai nostri piselli

13. E teniamoli da parte

14. Una volta imbiondita la cipolla

15. Mettiamo le seppie nella padella

16. Cominciamo il lavoro vero

17. Lasciamo cuocere a fuoco medio

18. Lasciamo cuocere coperto per una decina di minuti a fuoco medio

19. Le seppie si stanno rosolando

20. In questa fase non dobbiamo dimenticare di aggiungere un mezzo bicchiere di vino bianco secco e lasciarlo evaporare

21. A questo punto possiamo aggiungere i piselli che abbiamo scottato

22. Dovranno stufare per bene

23. Soltanto ora aggiustiamo di sale

24. Maciniamo un po’ di pepe

25. A me piace abbondare un pochino

26. Diamo una prima rimestata

27. Continuiamo a farlo spesso

28. Proseguiamo a fuoco vivace almeno per altri 10-15 minuti

29. Aggiungiamo con abbondanza prezzemolo tritato

30. La padellata di seppie e piselli è bene stufata e pronta per i piatti

31. Iniziamo a riempire un piatto

32. Ci raccomandiamo all’equità dell’operatore

33. Il nostro dipinto in tre dimensioni è finito

34. Ammiriamo ancora una volta l’armonia dei colori dei profumi fragranti

35. E finalmente possiamo iniziare la nostra degustazione non senza augurare buona fame a tutti i nostri amici degli amanti d’’o mmusc’ magnà. Fortunatamente questi antichi piatti tradizionali si riscoprono nuovamente anche nella ristorazione rivolta ad un pubblico esigente e alla ricerca dei nostri sapori dimenticati monsù Tina by Aflo [email_address]