Michele Lupo, Gianfranco Vincenzo Pandiscia
La risorsa idrica tra i fattori della questione meridionale: gli invasi in Basilicata
AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011
1. La risorsa idrica tra i fattori della questione
meridionale: gli invasi in Basilicata
Michele Lupo*, Gianfranco Vincenzo Pandiscia**
* geol. ing. Pomarico (MT), michel.lupo@alice.it
** dott. geol. Matera (MT), gpandiscia@libero.it
AIC Convegno 2011. Modena,11-13 maggio 2011.
2. INDICE
• Gli invasi
• Contestualizzazione storica della risorsa idrica
• Caratteri territoriali della Basilicata – cenni
• Il sistema idrico in Basilicata
• Gli invasi principali in Basilicata:
– Invaso di Monte Cotugno
– Invaso del Pertusillo
– Invaso di San Giuliano
– Invaso di Genzano
– Invaso di Acerenza
• Le opere, gli impatti e la valorizzazione del territorio
• Conclusioni
• Bibliografia
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3. GLI INVASI
• Gli invasi o dighe sono strutture antropiche di sbarramento
dei corsi d’acqua, di altezza superiore ai 10 m, costruite per
creare una riserva d’acqua il cui utilizzo può soddisfare varie
esigenze e necessità di vita:
1) produrre energia;
2) irrigare;
3) regolare le portate fluviali;
4) trattenere il materiale solido trasportato dal corso d'acqua;
5) costituire bacini di alimentazione di acquedotti ad uso
potabile.
• Se l’opera di sbarramento ha un dislivello tra monte e valle
inferiore ai 10 m si parla di traversa fluviale.
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5. GLI INVASI
• La costruzione di una diga comporta l’acquisizione di una
serie di conoscenze, di studi e indagini pluridisciplinari qui
sintetizzati:
– Studio Idrologico.
– Studio Geomorfologico.
– Studio Geologico.
– Studio Tettonico.
– Studio Idrogeologico.
– Indagini Geologico-Tecniche.
– Valutazione di Impatto Ambientale.
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6. GLI INVASI
• L’inserimento di una struttura produce una "perturbazione"
sul territorio circostante, in termini di:
– stabilità dei versanti;
– interferenza con l'idrogeologia locale;
– potenziali variazioni micro-climatiche;
– sismicità indotta;
– stabilità dei territori antropizzati;
– impatto paesaggistico (invaso, canali derivatori, condotte,
centrali ecc.);
– cave e discariche.
• La conoscenza adeguata dell’ambiente di inserimento
dell’opera favorisce:
– una progettazione razionale con un’adeguata scelta della
tipologia da adottare in modo da:
• ridurre l’impatto ambientale;
• favorire l’economia del territorio di interesse.
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7. CONTESTUALIZAZIONE STORICA DELLA
RISORSA IDRICA
• La definizione questione meridionale venne usata per la prima volta nel
1873 da Antonio Billia, intendendo la disastrosa situazione economica del
Mezzogiorno in confronto alle altre regioni dell‘Italia unificata.
• Il censimento del 1861 registrò 3 milioni di occupati nell'industria e
nell'artigianato contro 8 milioni di occupati nell'agricoltura.
• Il livello di produttività delle regioni italiane si differenziava molto sia per
cause naturali che per le diverse tecniche praticate.
• Tra le cause naturali un’influenza fondamentale è stata svolta dai corsi
d’acqua in relazione al loro andamento sia alle loro caratteristiche
idrauliche legate:
– Nel Sud i corsi d’acqua scorrono dagli Appennini, sono alimentati
essenzialmente dalle piogge invernali e per il loro carattere stagionale
condizionano le possibilità di coltivazione e lo sviluppo e crescita della
vegetazione.
– Nella pianura padana, invece, le acque correnti, alimentate dai
laghi prealpini, hanno un deflusso più regolare.
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8. CONTESTUALIZAZIONE STORICA DELLA
RISORSA IDRICA
• Altro significativo elemento di differenziazione della produttività tra le regioni italiane era il
loro sistema organizzativo e tecnologico:
– Nel regno delle due Sicilie vigeva il sistema feudale: latifondi coltivati da braccianti
producevano grano per il solo autoconsumo.
– Il nordest del paese viveva, al contrario, condizioni nettamente più favorevoli in quanto aveva
recepito, almeno in parte, le tecniche della rivoluzione agricola del nord Europa, introdotte
nel corso delle campagne napoleoniche.
• Nel marzo 2007 la Rivista di Economia Politica ha pubblicato una raccolta di saggi in cui
sono analizzati i dati regionali noti dal 1871 in poi. I risultati da un lato tendono a
ridimensionare le differenze economiche tra le varie regioni, dall'altro confermano quanto
noto sulla minore produttività dell'agricoltura meridionale e mostrano un'inferiorità
relativa negli indici di sviluppo sociale.
• Il grado di correlazione fra la questione meridionale e la disponibilità di acqua al Sud Italia,
con riflessi sulla ridotta possibilità di coltivazione, sulla limitazione della velocità di
crescita della vegetazione, e su un ecosistema più fragile rispetto all'erosione e al
secolare disboscamento, può dirsi altissimo.
• Da qui tutti gli interventi avvenuti negli anni che hanno segnato la
storia del nostro Paese e nel caso particolare della Regione Basilicata
oggetto del presente studio.
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9. CARATTERI TERRITORIALI DELLA
BASILICATA - CENNI
• La Basilicata si estende per 9992 kmq , conta solamente 609.596 (dati
1995) abitanti, è debolmente popolata: 61 abitanti per km2, meno di un
terzo della media nazionale.
• Di forma irregolare essa ha una posizione geografica marginale rispetto
ai centri propulsori della vita peninsulare italiana chiusa com’è dalle
regioni circostanti.
• Confina con la Campania ad ovest, la Puglia a nord e ad est, la Calabria a
sud; solo per brevi tratti si affaccia sui mari Ionio e Tirreno.
• Se si esclude la stretta pianura costiera che si affaccia sul golfo di Taranto
il territorio è quasi prevalentemente collinare e montuoso con rilievi
superiori ai 2000 metri.
• Essendo una regione tipicamente montana la Basilicata
presenta le caratteristiche peculiari dei luoghi alti:
- aria pulita;
- tranquillità;
- natura protetta.
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10. IL SISTEMA IDRICO DELLA BASILICATA
• La Basilicata è una delle poche regioni dell’Italia Meridionale che dispone di
una notevole quantità di risorsa idrica.
• Il sistema idrografico lucano è principalmente incentrato sui sei fiumi:
Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni, che si sviluppano da est verso ovest e
sfociano nel mar Jonio, e Noce che sfocia nel mar Tirreno.
• La restante parte della regione è interessata, a nord, dal bacino del fiume
Ofanto, che sfocia nel mar Adriatico e a sud dal bacini del fiume Sele che
sfocia nel Tirreno.
• Ai fiumi si aggiunge una estesa rete di corsi d’acqua minori, nonché
numerose sorgenti.
• La grande quantità idrica prodotta in Basilicata, stimabile in media in un
miliardo di metri cubi all’anno, è utilizzata mediante grandi opere idrauliche:
invasi, traverse, opere di captazione di sorgenti e falde, reti di adduzione e
distribuzione, impianti di sollevamento e potabilizzazione, sistema di
infrastrutture fu concepito e realizzato in gran parte negli anni ‘50 e ’60, con
l’obiettivo principale di sviluppare e valorizzare l’agricoltura.
• Negli anni ’70 il sistema è stato ampliato e integrato mediante la costruzione
di nuove opere.
• Il sistema di opere di sbarramento realizzato lungo i principali corsi
d’acqua ha tuttavia, comportato significative trasformazioni
delle caratteristiche ambientali del territorio e generato
alcune rilevanti criticità.
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11. IL SISTEMA IDRICO DELLA BASILICATA
Infrastrutture idriche primarie
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12. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
Invaso di Monte Cotugno
• La diga di Monte Cotugno, situata
vicino Senise, è la più grande diga
d'Europa costruita in Terra battuta.
• L'entrata in funzione della diga, che
sbarra il corso del fiume Sinni nella
zona in cui vi è un restringimento della
sua valle, è del 1983.
• L'acqua del fiume viene invasata per
poter essere utilizzata a scopo agricolo,
industriale e potabile.
• Il muro che costituisce la diga, la cui
capacità massima è di 530 milioni di
metri cubi, è lungo circa 1850 m., alto
60 m., e largo alla base 260 m.
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13. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
Invaso di Monte Cotugno
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14. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
Invaso del Pertusillo
• La diga del Pertusillo, posta nel medio
corso del fiume Agri, è stata costruita tra il
1957 ed il 1962.
• La diga, con un’altezza di 95 m, invasa
circa 155 milioni di mc di acqua per
destinarli ad uso irriguo, idroelettrico e
potabile.
• Per la sua capacità di invaso e per le
caratteristiche del suo bacino imbrifero
essa rappresenta uno dei punti di forza
dello schema idrico Jonico-Sinni.
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15. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
Invaso del Pertusillo
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16. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
Invaso di San Giuliano
• La Diga di San Giuliano nacque
sotto la spinta del programma
economico di aiuti del Piano
Marshall.
• Lo sbarramento sorge alla stretta
di San Giuliano, dove il fiume
Bradano si restringe bruscamente in
una forra rocciosa incisa nelle
formazioni calcaree in cui si svolge il
corso del fiume.
• L'estensione è di 1.000 ettari ed è
compresa nei territori comunali di
Grottole, Matera e Miglionico.
• Dal 1976 è Oasi naturale
regionale, e dal 1989 è Oasi del
WWF.
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17. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
Invaso di San Giuliano
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18. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
Invaso di Genzano
• La diga di Genzano sbarra il corso della
Fiumarella che sottende, fino alla zona dello
sbarramento, un bacino imbrifero di circa 37
kmq che si sviluppa fra i 400 e 600 msm.
• La diga è del tipo in terra ed è costituita
dalla stratificazione di diversi materiali terrosi
per un totale di circa 10 milioni di mc; il
coronamento ha lunghezza di circa 1 km e
l'altezza massima supera i 60 m.
• L'invaso alimentato, mediante un sistema
di adduzione sotterraneo, dal surplus della
diga di Acerenza.
• La diga è destinata ad alimentare
prevalentemente i distretti irrigui nella parte
pianeggiante del comune di Genzano.
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19. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
Invaso di Genzano
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20. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
Invaso di Acerenza
• L'invaso di Acerenza, con una
capacità di 47 milioni di mc, fa parte
dello schema idrico Basento-Bradano,
costituito da opere di accumulo
(invasi e traverse) e da opere di
adduzione.
• E' destinato alla irrigazione del
territorio sotteso alla diga dei comuni
di Acerenza, Oppido e Tolve.
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21. GLI INVASI PRINCIPALI DELLA BASILICATA
Invaso di Acerenza
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22. OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL
TERRITORIO
Invaso di Monte Cotugno
• L’invaso di Monte Cotugno è compreso all’interno dell’area protetta del
Parco Nazionale del Pollino.
• La tecnica di costruzione e il paesaggio circostante gli conferiscono
l’aspetto di un lago naturale.
•I terreni fertili sono stati invasi dalle acque della diga, e quelli che un tempo
erano calanchi sono stati rimboschiti per mettere in sicurezza le pareti
dell’invaso.
• Quando il livello dell’acqua è molto basso il fondale diventa un irreale
paesaggio desertico.
• Lo spettacolo del lago è dominato dall’alto dall’’ Osservatorio
Ovifaunistico, c’è un piccolo parco naturale con percorsi guidati,
area picnic, passeggiata al lago, aree di avvistamento mediante
capanni in legno. Il lago viene anche utilizzato per manifestazioni
sportive, come le gare di canottaggio, grazie alla
realizzazione di un centro polisportivo qui presente.
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24. OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL
TERRITORIO
Invaso del Pertusillo
• Nonostante l'opera abbia avuto
un notevole impatto ambientale,
la preservazione ed il rispetto per
l'ambiente ha permesso il
proliferare nella zona di
numerose specie animali anche
non comuni, che spesso
dimorano nel lago.
• Tra gli animali stanziali ci sono
le folaghe, i germani reali, i
moriglioni e una gran parte dei
rapaci presenti in Italia, mentre
nei tratti più isolati del lago è
presente anche l'airone cenerino.
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25. OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL
TERRITORIO
Invaso di San Giuliano
• L’invaso di San Giuliano ha visto la
costituzione dell’'oasi di San Giuliano che fa
parte del sistema di aree protette del WWF
Italia.
• La flora attorno al lago è molto varia e
alterna una fascia di conifere ed eucalipti a
zone con lembi di macchia mediterranea con
lentisco, perastro, paliuro, ginepro, fillirea,
biancospino, roverella.
• Anche la fauna è molto ricca grazie alla
presenza di aironi bianchi maggiori, aironi
rossi, cormorani, fischioni, alzavole, cicogne,
falchi pescatori, e mammiferi quali volpi,
tassi, istrici, cinghiali, e lontre.
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26. OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL
TERRITORIO
Invaso di Genzano
• L’invaso di Genzano è un campo gara
iscritto al circuito delle competizioni FIPSAS
ed ha la caratteristica di essere molto
tecnico.
• Il pesce, negli anni, ha subito una forte
pressione da parte dei pescatori i quali hanno
riversato enormi quantitativi di pastura
durante le competizioni, rendendolo molto
astuto e piuttosto “goloso” di alcuni aromi ed
additivi.
• A tredici metri si pesca benissimo, il fondale
degrada dolcemente, quindi non si incontrano
alte profondità da contrastrare.
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27. OPERE, IMPATTI, VALORIZZAZIONE DEL
TERRITORIO
Invaso di Acerenza
• L’invaso di ripropone un tratto
paesaggistico ricorrente sul territorio
lucano, rappresentato da specchi d'acqua
che colmano tratti oblunghi di strette valli
fluviali.
• Inizialmente gli invasi, elementi intrusivi
nel contesto orografico naturale, hanno
indotto significative alterazioni degli equilibri
eco sistemici con particolare riferimento agli
assetti climatici.
• Tuttavia, naturalizzandosi rapidamente,
hanno generato col tempo veri e propri
ambienti lacustri che, come nel caso
dell'invaso di Acerenza, si fondono con la
vegetazione circostante, contribuendo alla
costruzione di nuovi scenari paesaggistici
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28. CONCLUSIONI
•Le infrastrutture idriche, nel complesso ben inserite nel contesto territoriale,
hanno prodotto significative trasformazioni ambientali, ma anche qualche criticità.
Ricadute positive si sono avute, soprattutto, nell’agricoltura intensiva, nella
ridefinizione degli assetti antropici del territorio agrario e nello sviluppo di attività
ludico-ricreative con incremento della ricettività dei luoghi.
• L’importanza dell’agricoltura irrigua regionale è sempre più rilevante
nell’economia agricola della Regione Basilicata, incidendo per oltre il 59% di tutta
la produzione agricola vegetale (dati INEA, 2009).
• Nella slide successiva sono riportati:
• per il territorio lucano, la ripartizione della risorsa idrica tra i tre principali usi
(irriguo, potabile e industriale) in milioni di mq (fonte INEA, 2009);
•Dati del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale
del 2010 indicano per la Regione Basilicata il maggior volume
totale delle grandi dighe sul Distretto del Territorio Meridionale
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29. CONCLUSIONI
Ripartizione della risorsa idrica tra i
tre principali usi
Volume totale
delle grandi
dighe sul
Distretto del
Territorio
Meridionale
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30. CONCLUSIONI
•Effetti negativi si sono
ripercossi sul microclima e
sull’arretramento della linea
di costa, problema alquanto
complesso al quale
concorrono in maniera
significativa anche le correnti
marine.
•Dall’esame dell’andamento
della linea costiera dal 1873
al 2007 (Lupo, Pandiscia
2010), si evincono fasi
intermittenti di protendimento
e di arretramento che
stabiliscono una sorta di
equilibrio naturale su lunghi
periodi .
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32. BIBLIOGRAFIA
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BECCIU G. , “Dighe e traverse – Introduzione”.
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DISTRETTO IDROGRAFICO DELL’APPENNINO MERIDIONALE, “Piano di Gestione Acque (Direttiva
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relative Interconnessioni” (febbraio 2010).
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FEDERICO G, “Ma l’agricoltura meridionale era davvero arretrata?”. Rivista di Politica Economica. (Marzo-
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FELICE E, “I divari regionali in Italia sulla base degli indicatori sociali (1871-2001)”. Rivista di Politica
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http://www.paysmed.net/upl_punti_interesse/pdf_ita-61.pdf,
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