Giornata tecnica da Acque del Chiampo, 27 marzo 2024 | MAZZOLA Rosario
Nuove pratiche adottate per la manutenzione di vecchi acquedotti
1. Nuove pratiche adottate
per la manutenzione di
vecchi acquedotti
Innovazione e best practice
Ecomondo, 5 novembre 2019
Luciano Venditti, Responsabile Area Grandi Vettori,
Serbatoi e Impianti
Acquedotto Pugliese S.p.A.
2. 1
LE FONTI DI APPROVVIGIONAMENTO
Tipologie e distribuzione
Il sistema di approvvigionamento idropotabile è
alimentato da tre tipologie di fonti:
• sorgenti
• falda (mediante pozzi)
• laghi artificiali (mediante potabilizzatori)
Le sorgenti sono localizzate in Campania, i pozzi in Puglia e gli
invasi in parte in Basilicata, in parte in Puglia e in parte in
Campania.
Prelievi medi
Invasi 57% Sorgenti 29%
Falda 14%
Prelievi 2018
Invasi 56% Sorgenti 29%
Falda 15%
Fabbisogno
(Mm3)
Import
(Mm3)
Export
(Mm3)
Fabbisogno coperto da
fuori regione
528 437 0 83% di cui
• da Basilicata 40%
• da Molise 12%
• da Campania 31%
AQP garantisce l’approvvigionamento idrico a:
• 2% della Campania
• 25% della Basilicata
• 100% della Puglia
Fabbisogno
e
provenienza
della risorsa
Puglia
3. 2
LE FONTI DI APPROVVIGIONAMENTO
Fonti e usi plurimi
I gruppi sorgentizi sono due:le sorgenti
del Sele ( Caposele (AV)) e quelle del
Calore (Cassano Irpino e Montella (AV))
(Volume prelevato nel 2018: 150 Mmc)
Gli impianti di potabilizzazione:
Fortore
Conza
Locone
Pertusillo
Sinni
(Volume prelevato nel 2018: 293 Mmc)
Per il prelievo dell’acqua, AQP utilizza
mediamente, da 180 a 200 pozzi.
Il maggior contributo in termini di portata
è fornito dai pozzi nel Salento
(Volume prelevato nel 2018: 77 Mmc)
4. 3
LE FONTI DI APPROVVIGIONAMENTO
Tipologie e distribuzione
La produzione delle diverse fonti di approvvigionamento
La produzione delle fonti gestite da AQP, negli anni, si è sempre mantenuta superiore ai 600 mln di m3
Negli anni passati, il contributo degli invasi artificiali si è sempre aggirato tra il 45% e il 50% del volume
totalmente prodotto:
286 301 324 324 349 331
297 304 294 320
289 291 308 301
334
293
129
148
150 155 132
126 178 180 176 145
169 164 153 150
117
150
109
91 69 64 77 100
106 94 92 89 84 82 71 71 77 77
200
250
300
350
400
450
500
550
600
Mm3
Anni
Volumi prodotti per tipologia di fonti riferiti all'approvvigionamento
idrico per il sistema AQP
Pozzi
Sorgenti
Invasi
5. 4
GLI SCHEMI IDRICI
Il sistema dei grandi vettori
Il sistema integrato di approvvigionamento e
trasporto è tra i più lunghi del mondo:
5.700 km.
Sei schemi di grande adduzione:
• Sele-Calore
• Pertusillo
• Sinni
• Fortore
• Locone
• Ofanto
Caratteristiche principali:
• Forte interconnessione: capacità di
trasferire la risorsa seguendo le variazioni
di domanda e compensando tassi di
produzione variabili delle diverse fonti;
• Elevata capacità di trasporto: il sistema è
capace di trasportare complessivamente
790 Mm3 ogni anno
• Età avanzata dei vettori: l’età ponderale
dei vettori (pesata sul loro sviluppo
lineare) è di oltre 40 anni
6. 5
GLI SCHEMI IDRICI
Il sistema dei grandi vettori
Schema grande adduzione
Il sistema di approvvigionamento si suddivide in vettori primari e
diramazioni e si sviluppa per complessivi 5,700 km:
i vettori primari sono le opere di adduzione principale quelle
che in genere fanno capo ad una fonte di
approvvigionamento, o sono il prolungamento di tale adduttrici
o ne costituiscono le opere di interconnessione
le diramazioni sono le cosiddette strutture intermedie che
collegano i vettori primari alle distribuzioni periferiche
(serbatoi, suburbane e reti di distribuzione)
Sviluppo chilometrico delle componenti del sistema di
approvvigionamento idrico
0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000
Vettori primari
Diramazioni
km
7. 6
GLI SCHEMI IDRICI
Il sistema dei grandi vettori
Fortore
L’acquedotto del Fortore costituisce la principale via di alimentazione idropotabile della provincia di Foggia.
Il sistema è alimentato dalle acque derivate dall’invaso artificiale di Occhito realizzato sul corso medio del
fiume Fortore al confine tra le regioni Puglia e Molise. Le acque invasate vengono rese potabili nell’impianto
di potabilizzazione di Finocchito. Dall’impianto si diparte l’acquedotto potabile con due condotte fino al nodo
di Foggia
Costruito negli anni ’70, l’acquedotto si sviluppa per circa 400 km, in acciaio e cemento armato, con
diametri che vanno dal DN1900 a DN900 per la condotta maestra e da DN 800 a DN 250 per le
diramazioni, esso è interconnesso all’acquedotto del Sele.
Acquedotto del Fortore – Corografia
Acquedotto del Fortore - Torrino di Torre Guiducci (FG)
8. 7
GLI SCHEMI IDRICI
Il sistema dei grandi vettori
Pertusillo
L’acquedotto del Pertusillo trae origine dall’invaso lucano di Pietra del Pertusillo sul fiume Agri.
Successivamente le acque vengono potabilizzate nell’impianto di Missanello e, da qui, immesso in un
serbatoio della capacità di 100.000 mc dal quale parte l’acquedotto
L’acquedotto del Pertusillo è entrato in funzione nel 1974, serve diversi comuni sia pugliesi che lucani ed è
interconnesso con altri sistemi di approvvigionamento tra cui l’acquedotto del Sele. La sua condotta principale
è stata realizzata in acciaio e cemento armato precompresso e si sviluppa per 282 km con diametri che vanno
dal DN 2200 al DN1200, le pressioni di esercizio variano da 1 a 27 atmosfere. Lungo questo tracciato si trova
la stazione “Parco del Marchese” con serbatoi di accumulo per complessivi 220,000 metri cubi ed un impianto
di sollevamento che con 15 megawatt di potenza ed una portata sollevabile di 6 metri cubi è una delle
principali d’Europa
Acquedotto del Pertusillo – Condotta lungo la strada statale Val d’Agri Acquedotto del Pertusillo – Torre piezometrica Ginosa (TA)
9. 8
GLI SCHEMI IDRICI
Il sistema dei grandi vettori
Sinni
L’acquedotto del Sinni, destinato anche all’uso irriguo ed industriale, è la quarta grande opera che va ad
integrare i volumi idrici trasportati dallo schema Sele-Calore, le altre sono appunto il Fortore, il Pertusillo e
l’Ofanto
Quest’acquedotto utilizza l’acqua del fiume Sinni accumulata nel grande lago artificiale ottenuto sbarrando il
fiume a Monte Cotugno con una diga in terra omogenea che è la più grande in Europa.
L’acqua viene successivamente potabilizzata nell’impianto del Sinni e attraverso una condotta lunga 19 km
trasportata alla stazione di “Parco del Marchese” dove viene miscelata con le acque del Pertusillo.
Acquedotto del Sinni – Corografia
10. 9
GLI SCHEMI IDRICI
Il sistema dei grandi vettori
Ofanto
L’acquedotto dell’Ofanto viene alimentato sia dall’acqua potabilizzata dall’impianto di Conza sia dagli esuberi
delle sorgenti del Sele e del Calore che non sono convogliabili con il Canale Principale con il quale è
interconnesso sia in corrispondenza del nodo idraulico di Padula (Pescopagano) sia in quello di Contista
(Venosa)
L’acquedotto dell’Ofanto serve ad integrare gli schemi idrici della Puglia Centrale che fanno tutti capo al nodo
idraulico di monte Carafa (Andria), punto terminale dell'acquedotto dell'Ofanto, inoltre costituisce, per
l’adduzione in Puglia e parte della Basilicata, l’alternativa per l’adduzione delle acque delle sorgenti Sele -
Calore
L’acquedotto dell’Ofanto è stato realizzato in due lotti nel 1982 e nel 1986, la sua lunghezza è di circa 90 km,
totalmente in acciaio e di diametri variabili dal DN2400, DN2200 e DN2000.
Acquedotto del Ofanto – Profilo idraulico
11. 10
GLI SCHEMI IDRICI
Il sistema dei grandi vettori
Locone
L'impianto del Locone, con potenzialità produttiva massima di 1.800 l (1,8 m³) al secondo, è ubicato in
contrada Lamalunga in agro di Minervino Murge (BT) e potabilizza l'acqua del torrente Locone, invasata nella
diga del Locone - Minervino Murge (BT).
L'acqua potabilizzata è convogliata, mediante sollevamento, al nodo idrico di Monte Carafa e viene immessa
nella rete adduttrice idrica dell'acquedotto pugliese ad integrazione delle disponibilità idriche della Puglia
centrale con una condotta in acciaio DN1600 lunga 12,5 km.
Nel 2009 è entrato in funzione il primo lotto funzionale dell'acquedotto del Locone a gravità che termina in
corrispondenza del nodo idraulico di Barletta. La condotta è in acciaio DN1600 della lunghezza di 30 km. È
previsto un secondo lotto che terminerà nel serbatoio di Bari (lato Modugno) al fine di alimentare a gravità gli
abitati costieri del nord-barese.
Acquedotto del Locone – Profilo della premente
12. 11
GLI SCHEMI IDRICI
Il sistema dei grandi vettori
Sele - Calore
Lo schema Sele – Calore è costituito dai due acquedotti omonimi
L’acquedotto del Sele è’ il più vecchio ed il più lungo gestito da AQP. Esso è alimentato dalle sorgenti
dell’omonimo fiume situate nel territorio del Comune di Caposele (provincia di Avellino). La sua costruzione
è compresa tra il 1906 ed il 1939. Il tratto più importante di quest’acquedotto è chiamato “Canale
Principale”.
Successivamente, per integrare la portata dell’acquedotto del Sele, si è costruito l’acquedotto del Calore.
Alimentato dalle sorgenti del fiume omonimo poste nel territorio dei comuni avellinesi di Cassano Irpino e
Montella, l’acquedotto del Calore è stato costruito tra il 1958 e il 1964
Acquedotto Sele – Calore – Corografia
13. 12
GLI SCHEMI IDRICI
Il sistema dei grandi vettori
Sele
Sorgenti del Sele prima dei lavori
L’acquedotto del Sele ha origine dalla sorgente Sanità sita in agro di
Caposele (AV). La sua costruzione ha avuto inizio nel 1906 ed è stata
terminata nel 1939.
Dimensionato per trasportare fino a 6,3 m3/s, l’acquedotto del Sele
attraversa tre territori regionali (Campania, Basilicata e Puglia) al suo
completamento contava:
Un canale, con funzionamento prevalente a pelo libero,
denominato Canale Principale (lunghezza 245 km);
76 Diramazioni (lunghezza complessiva 1105 km);
189 Subdiramazioni (lunghezza complessiva 854 km)
Corografia dell’acquedotto del Sele
Confronto tra l’Acquedotto del Sele ed i principali acquedotti
del mondo - 1928
14. 13
GLI SCHEMI IDRICI
Il sistema dei grandi vettori
Calore
L’Acquedotto del Calore è molto più breve del precedente . Esso ha origine da due gruppi di sorgenti del fiume
Calore posti nei comuni di Montella e Cassano Irpino nell’avellinese e confluisce nel Canale Principale
dell’acquedotto del Sele all’altezza di Caposele dopo 18 km.
Tipologie dei diversi tratti Sviluppo
(km)
%
trincea 1,29 7,08%
galleria 16,70 91,82%
sifoni 0,15 0,82%
ponti-canale 0,05 0,27%
TOTALI 18,19 100,00%
Sviluppo dell'acquedotto del Calore
Lavori di costruzione della galleria di collegamento tra i due gruppi
sorgentizi
15. 14
Il Canale Principale
Il Canale Principale
Canale Principale – Profilo schematico 1938
Tipologie dei diversi
tratti
Sviluppo (km) %
captazione dalle sorgenti
0,22
0,09%
trincea 120,33 48,93%
galleria 109,08 44,35%
sifoni e condotte tubi 8,97 3,65%
ponti-canale 6,97 2,83%
salti motori ed edifici 0,37 0,15%
TOTALI
245,94 100,00%
Sviluppo del Canale Principale
Canale Principale – Diverse sezioni tipo
Da Caposele parte il Canale Principale dell'Acquedotto Pugliese, vera e propria spina dorsale dell’acquedotto del Sele e, più in
generale, dell'intero sistema idrico di AQP. Lungo 245 chilometri, dal massiccio del Cervialto (AV) a Montefellone, nell’agro di Villa
Castelli (BR), la sua costruzione ha avuto inizio nel 1906 ed è terminata nel 1915.
L’acqua sprofonda in gallerie per 109 chilometri, corre in trincee per 120, si solleva su ponti per 7 chilometri e mezzo, scende e
risale nei sifoni per più di 8. Con una pendenza media di circa 44 millimetri al chilometro. Il fiume segreto della Puglia.
Il Canale Principale ha funzionamento a pelo libero ed è stato realizzato quasi interamente in muratura, con sezione chiusa di
forma geometrica varia a seconda dei terreni attraversati (policentrica, circolare, ecc.)
16. 15
Il Canale Principale
Il Canale Principale fin dall’inizio della sua costruzione ha presentato problematiche di carattere strutturali.
Tali problematiche hanno riguardato, in particolar modo, gran parte delle gallerie che attraversano l’Appennino nel tratto
che dall’imbocco della sorgente Sanità in agro di Caposele (AV) alla galleria Ginestra in agro di Venosa (PZ) per una
lunghezza di 55 km.
In questo tratto si contano 19 galleria di cui 4 di lunghezza superiore ai 5 km. Gran parte delle gallerie in questione furono
oggetto di vaste opere di ricostruzione e riparazione.
Canale Principale – Profilo relativo ai tratti oggetto di riparazione - 1924
Canale Principale – Tabella riassuntiva dei lavori di ricostruzione
delle gallerie - 1928
17. 16
Il Canale Principale
Frontespizio della relazione di collaudo del primo tronco del
Canale Principale – 1928
Cupola del fornello che ha interessato la galleria Pavoncelli –
gennaio 1999
Dissesto dell’arco rovescio e dei piedritti interessante la galleria
Croce del Monaco– febbraio 2019
Dissesto dell’arco rovescio interessante la galleria Toppo
Pescione– febbraio 2019
Lesione longitudinale lungo il piedritto interessante la galleria
Mesole Ciccolungo – maggio 2014
Le attività di ricostruzione e riparazione delle gallerie hanno interessato in un modo o nell’altro tutti le parti delle gallerie: arco
rovescio, piedritti e calotta.
Nella relazione di collaudo del 1928 la commissione così concludeva: «data la natura e giacitura dei terreni quanto mai infidi
attraversati per la quasi totalità della sua lunghezza dal primo tronco del canale principale ……. non è possibile a questa
Commissione affermare che non si verificheranno in avvenire dissesti nei tratti di galleria dove essi non si sono finora
presentati», e quindi «i rimanenti tratti di gallerie (non riparati) dovranno rimanere in attenta osservazione.»
18. 17
Il Canale Principale – Attenta osservazione
Nel corso degli otre 113 anni da quando è iniziata la costruzione del Canale Principale l’EAAP, prima, e l’AQP, dopo, hanno
sempre condotto attività di attenta osservazione dei tratti del Canale che, storicamente, presentavano difficoltà.
Tali attività prevedevano inevitabilmente l’interruzione del flusso idrico all’interno del vettore. Questo imponeva tempi di
ispezione ed, eventualmente, di intervento assai brevi
In particolare, fino a quando non si ebbero a disposizione fonti e acquedotti alternativi, primi anni ’70, per poter allungare i
tempi dell’interruzione fu deciso di rendere gli ultimi 190 km di Canale, il tratto più tranquillo, un serbatoio, attraverso la
realizzazione di paratie in legno e ferro, ottenendo una capacità di accumulo complessiva di oltre 300.000 mc di gran lunga
superiore della capacità complessiva dei serbatoi veri e propri all’epoca disponibili
Telaio di una riserva - 2019
19. 18
Il Canale Principale – Attenta osservazione
Rapporto di ispezione – novembre 1999
Ai giorni d’oggi l’interruzione del flusso idrico nel Canale presenta le seguenti principali criticità:
sicurezza per le maestranze AQP che operano in ambienti confinati soggetti a dissesti;
durata ridotta delle interruzioni per non ridurre il livello di servizio garantito da AQP
tratto del Canale Principale ispezionabile ridotto (nel modo descritto si possono ispezionare solo i primi 55 km del
Canale Principale senza creare disservizi)
impatto ambientale connesso: al maggior consumo di energia elettrica dovuto ai maggiori sollevamenti che si devono
sostenere per compensare in parte la risorsa idrica mancante e ai volumi idrici tecnici persi (per ogni interruzione si
stimano dagli 800.000 al 1.000.000 di mc)
costi ingenti che AQP sostiene per ogni interruzione (dai 200.000 ai 250.000 euro per ogni interruzione)
difficoltà dei tecnici incaricati dell’ispezione di dare informazioni «ripetibili» in modo da avere una storicità dei rilievi
svolti.
Rapporto di ispezione – gennaio 2008 Rapporto di ispezione – febbraio 2019
20. 19
Il Canale Principale – Attenta osservazione con
innovazione
Alla luce delle criticità elencate in precedenza si è deciso di verificare la possibilità di procedere all’ispezione delle diverse
gallerie in modo meno invasivo.
A partire dal 2015 si è dato inizio ad una sperimentazione che vede l’utilizzo di un ROV (remote operative vehicle) comandato a
distanza attraverso un cavo ombelicale in fibra ottica
L’attività aveva la finalità di effettuare una ispezione visiva subacquea all’interno di una galleria dell’Acquedotto Pugliese lunga
circa 2,5 km sita nel comune di Venosa, Potenza. Sono state registrare le condizioni interne della galleria ed individuati possibili
deterioramenti focalizzando le inquadrature video in punti determinati e referenziando le posizioni rispetto la precamera
d’accesso da dove la galleria inizia. Le operazioni sono state svolte da un sistema ROV preparato ad hoc, lanciato e gestito
dalle due camere di intercettazione lungo la galleria: Lapilloso e Contista. Le ispezioni effettuate tramite robot tele controllato
sono state visive supportate dall’impiego di sonar panoramico; non hanno comportato l’impiego di personale subacqueo e
hanno necessitato unicamente di sistema di sollevamento, lancio, recupero e traino del veicolo in acqua
Veicolo utilizzato: ROV Saab seaeye modello Falcon
2015 – Sperimentazione della tecnica: vettore Canale Principale -
tratto ispezionato: Lapilloso – Contista
21. 20
Il Canale Principale – Attenta osservazione con
innovazione
Alla luce dei risultati conseguiti si è proceduto ad implementare tale metodica per l’ispezione di altre gallerie.
BLUE ROBOTIC PRO-TUNNEL ROV
14–18 Novembre 2017 Vettore Canale Principale - Tratto
ispezionato: Galleria di Santa Maria dei Santi
12–16 Giugno 2017 e 17–20 Ottobre 2017 Vettore Galleria di Valico -
Tratto ispezionato: da progr. m 5.751,75 a progr. m 5.571,75
Sistema CRAWLER RDC-1
22. 21
Il Canale Principale – Attenta osservazione con
innovazione
A gennaio del 2019 si è proceduto all’ispezione della galleria denominata Croce del Monaco.
La galleria in questione è lunga 7,3 km. Per poter procedere alla sua ispezione si è dovuto costruire un veicolo ad hoc
denominato «Caravella» comandato a distanza attraverso un cavo ombelicale in fibra ottica realizzato per l’occasione di
lunghezza pari a 7 chilometri, che ha permesso di eguagliare un intervento con un ROV eseguito per la prima volta in
Danimarca, primo caso in assoluto a livello italiano
Rispetto ai precedenti ROV, la Caravella galleggia, mentre gli altri erano sommergibili.
Immagini del ROV utilizzato per l’ispezione della galleria Croce
del Monaco - gennaio 2019
23. 22
Il Canale Principale – Attenta osservazione con
innovazione
L’attività svolta in questo modo presenta i seguenti vantaggi:
assenza di interruzione del flusso idrico in canale;
alta qualità del dato e sua standardizzazione (ovvero la valutazione di un eventuale dissesto è direttamente demandata
ad un dato oggettivo, e non ad una valutazione individuale del tecnico che in quel momento sta effettuando l’ispezione);
la possibilità di ispezionare tratti del Canale che non sono ispezionati ormai da tempo;
la possibilità di effettuare l’ispezioni in ogni periodo e non solo durante i periodi dell’anno caratterizzati da una domanda
idrica bassa.
Video realizzato durante un’ispezione in galleria – febbraio 2019
24. 23
Il Canale Principale – Attenta osservazione con
innovazione
Video realizzato nella galleria Santa Maria dei Santi– novembre 2017 Video realizzato nella galleria Croce del Monaco– gennaio 2019
25. 24
Il Canale Principale – Attenta osservazione con
innovazione
Scale di deflusso delle diverse sezioni del Canale Principale - giugno 1916
L’interruzione del flusso nel Canale Principale può risultare sempre necessario per entrare nelle gallerie e:
fare indagini, rilievi, misurazioni di eventuali dissesti rilevati a seguito di una ispezione effettuata mediante ROV
effettuare riparazioni e/o ricostruzioni
Per poter «progettare» un’interruzione la prima cosa da conoscere è il funzionamento del Canale Principale.
Il progetto del Canale Principale prevedeva il suo funzionamento secondo regole idrauliche basilari partendo da ben
determinante ipotesi.
26. 25
Il Canale Principale – Attenta osservazione con
innovazione
Nel tempo le regole sono rimaste immutate, mentre sono cambiate le ipotesi.
Il tempo, gli eventi calamitosi e l’azione dell’uomo hanno determinato cambiamenti, in alcuni casi significativi, delle
condizioni di funzionamento del Canale.
Da un po’ di tempo a questa parte AQP ha incominciato a sviluppare un modello idraulico che simuli il
funzionamento del sistema dei grandi vettori. Il primo vettore che è stato prescelto per la modellizzazione è stato il
“Canale Principale”.
27. 26
Fasi seguite per la realizzazione del modello:
a. Raccolta Dati
Questa fase ha previsto il reperimento di tutti i dati necessari per la costruzione del modello dello schema
pilota:
andamento planimetrico del tracciato;
quote del terreno e del fondo canale;
pendenza del canale;
sezioni del canale (tipo di condotta - circolare, policentrica o rettangolare - e relative dimensioni);
presenza di centine;
presenza di sifoni;
distanze progressive in cui avviene il cambio di pendenza e/o di sezione.
b. Costruzione del modello
Il modello è stato costruito in ambiente Infoworks della HR Wallingford
c. Calibrazione
In questa fase si è verificato se il modello rappresenta correttamente le portate-tiranti in gioco con riferimento
a misure reali eseguite sul sistema. Per fare ciò si è utilizzato il telecontrollo di AQP. Si è fatto riferimento sia a
regimi ordinari che ad eventuali manovre operate sul sistema e che hanno creato dei transitori che
rappresentano le condizioni più interessanti per dimostrare l’affidabilità e l’accuratezza del modello.
d. Simulazione di alcuni scenari di riferimento
In modo analogo al punto c) si sono, successivamente, simulate anche operazioni o manovre che, pur non
essendo mai state sperimentare sul sistema reale, sono di interesse per AQP. Per esempio si potrà testare
l’effetto di un potenziamento, della messa fuori servizio temporanea di un manufatto ecc.
Il Canale Principale – Attenta osservazione con
innovazione
28. 27
Il Canale Principale – Attenta osservazione con
innovazione
Sistema rappresentato nel modello idraulico
Rappresentazione modellata dell’interruzione del flusso idrico nel CP
29. 28
A parte le gallerie, le opere più importanti lungo il Canale Principale sono i ponti canale
La scelta dei ponti canale veniva effettuata ogniqualvolta il loro costo, confrontato a quello dei sifoni, non
risultava troppo elevato
I ponti sono per la maggior parte in muratura e, in genere, la luce delle arcate non supera i 15 m
Il ponte canale di Atella è il più lungo, 376 m, ha 20 arcate, una delle quali di luce pari a 20, mentre tutte le
altre sono di 10 m, l’altezza massima è pari a 22 m. Il ponte è situato a 38 km dalle sorgenti. La pendenza
lungo il ponte è stata aumentata a 0,5 per cento in modo da ridurre la sezione rispetto a quelle del canale alle
due estremità con la conseguente riduzione delle opere murarie richieste per la costruzione del ponte inserire
descrizione inserire descrizione del ponte
Il Canale Principale – Ipotesi di intervento in un ponte
canale
Ponte Canale di Atella
30. 29
La sezione del ponte è costruita in modo che il canale in cui scorre l’acqua è indipendente dal ponte vero e
proprio.
Il canale è costruito in calcestruzzo con una proporzione di cemento elevata, separato dalla struttura
principale da uno strato di bitume.
Il canale è protetto dal calore estivo mediante uno strato di terra nella parte superiore e da camere d’aria sui
fianchi, formate inserendo nel calcestruzzo della struttura principale una parete di mattoni forati su ciascun
lato
Il Canale Principale – Ipotesi di intervento in un ponte
canale
Ponte canale di Atella - sezione
Ponte canale di Atella - particolare Ponte canale di Atella - prospetto
31. 30
Il tempo e, probabilmente, cedimenti localizzati hanno messo in crisi la separazione tra il canale nel quale scorre
l’acqua e le pareti di mattoni forati
Si sono venute a creare così delle vie di comunicazione tra questi due elementi che determinano pesanti
fenomeni di infiltrazioni e ammaloramenti
Il Canale Principale – Ipotesi di intervento in un ponte
canale
Ponte canale di Atella - infiltrazioni
Ponte canale di Atella – ammaloramenti Ponte canale di Atella – ammaloramenti
Ponte canale di Atella - infiltrazioni
32. 31
Gli interventi in corso di valutazione relativi al ponte canale di Atella sono di due tipi:
valutazione della sicurezza strutturale dell’opera ed realizzazione degli interventi di consolidamento
eventualmente necessari
ripristino della tenuta idraulica del canale interno al ponte
Per il secondo intervento si è presa in considerazione l’ipotesi, atteso il carente stato manutentivo dell’opera,
di procedere con un intervento che possa essere realizzato prima di quelli di consolidamento
In quest’ottica si sta valutando l’ipotesi di adottare delle tecniche di relining che consentano il ripristino della
tenuta idraulica e il suo mantenimento anche in caso di eventuali piccoli spostamenti relativi
Il Canale Principale – Ipotesi di intervento in un ponte
canale
Esempio di relining di un canale Esempio di relining di un canale
33. 32
Il Canale Principale – Ipotesi di intervento in un ponte
canale
GRAZIE PER L’ATTENZIONE.
Ing. Luciano Venditti
Responsabile
Area Grandi Vettori, Serbatoi e Impianti
Acquedotto Pugliese S.p.A
Viale Vittorio Emanuele Orlando, 8 - 70123 Bari (BA)
Tel. 080 5723630
Fax 080 5723793
Cell. 320 4387856
E-mail l.venditti@aqp.it