Variazioni climatiche estreme e strategie riorganizzative del Servizio Idrico Integrato
1. Codognè (TV) - 22 e 23 SETTEMBRE
Il Servizio Pubblico della distribuzione
in relazione ai cambiamenti
2. Elisa Brussolo, PhD
Ricercatrice – Centro Ricerche SMAT S.p.A.
Variazioni climatiche estreme e strategie riorganizzative del Servizio Idrico Integrato
3. Tra i principali fattori che stanno ponendo la risorsa idrica a uno stress senza precedenti vi è sicuramente il
cambiamento climatico.
Aumento in frequenza e intensità degli eventi estremi sono conseguenza della crisi climatica in atto:
crisi climatica in atto:
periodi di siccità estrema ad eventi pluviometrici particolarmente intensi da provocare dissesti idrogeologici,
inondazioni o problematiche estremamente localizzate (soprattutto in aree urbane fortemente
impermeabilizzate), si alternano sul nostro paese, localizzato nel mezzo di due hot-spot climatici: le Alpi
e il Mediterraneo.
Fiume Tanaro, Ormea, settembre 2021 – foto Roberto Sappa
Fenomeno di downbrust su Torino – 22/6/2021
Danni al cimitero monumentale, Torino, 22/6/2021
Elisa Brussolo – Centro Ricerche SMAT Variazioni climatiche estreme e strategie riorganizzative del Servizio Idrico Integrato
4. La Stampa
6 ottobre 2017
Elisa Brussolo – Centro Ricerche SMAT Variazioni climatiche estreme e strategie riorganizzative del Servizio Idrico Integrato
Crisi idrica in Piemonte - 2017
Dopo le scarse precipitazioni estive (eccetto pochi episodi temporaleschi localizzati per lo più nella parte nord orientale della regione), la
situazione di carenza idrica si è ulteriormente acuita nei primi due mesi autunnali del 2017.
Nel mese di ottobre, statisticamente il più piovoso in Piemonte, sull'intero bacino idrografico del Po, sono stati registrati appena 3 mm di
precipitazione media risultando l’ottobre più secco dal 1950.
La combinazione di scarse precipitazioni e l’utilizzo della risorsa idrica nel periodo estivo ha ulteriormente aggravato la situazione
dei deflussi superficiali del reticolo principale del bacino del Po. Il mese di ottobre 2017 è risultato tra i più scarsi a partire dagli anni ‘30
ad oggi con deficit della portata media mensile negativi e superiori al 60% per le sezioni idrometriche più significative.
Dati ed elaborazioni: ARPA Piemonte
5. La Stampa
6 ottobre 2017
Elisa Brussolo – Centro Ricerche SMAT Variazioni climatiche estreme e strategie riorganizzative del Servizio Idrico Integrato
Crisi idrica in Piemonte - 2017
La scarsità di precipitazioni prolungata
dell’estate-autunno 2017 ha portato a problemi di
approvvigionamento fino alla primavera del 2018.
Problemi: per lo più nei comuni alimentati da
sorgenti
Ma anche le falde ne hanno risentito:
.
6. Crisi idrica in Piemonte - 2021
Agosto 2021 è stato caratterizzato da precipitazioni molto scarse su tutta la regione ed in particolare nel sud, dove il deficit medio mensile è
stato superiore all’80%.
Complessivamente sull'intero bacino del Po chiuso alla confluenza col Ticino sono caduti in media circa 37 mm di pioggia, risultando così il
terzo agosto più secco degli ultimi 70 anni.
In generale un mese con temperature sostanzialmente nella norma rispetto al clima 1990-2020 e precipitazioni quasi del tutto assenti
se non sporadici episodi di instabilità convettiva ad inizio mese.
Elisa Brussolo – Centro Ricerche SMAT Variazioni climatiche estreme e strategie riorganizzative del Servizio Idrico Integrato
SPI a 3 mesi SPI a 6 mesi SPI a 12 mesi I dati dell’indice SPI a 6 mesi per la Bormida, l’alto Tanaro e l’Orba mostrano una
situazione di siccità rispettivamente severa ed estrema simili a quanto accaduto
nelle annate del 2017, 2003 e 1997.
Portate:
• i bacini settentrionali registrano valori in
media o leggermente superiori rispetto
a quelli storici di riferimento
• i bacini occidentali e meridionali
presentano un deficit diffuso con
scarti negativi anche inferiori al -50%.
Dati ed elaborazioni: ARPA Piemonte
7. Come si migliora la resilienza del servizio idrico?
• Utilizzo prioritario a scopi idropotabili dei grandi invasi esistenti (utilizzo plurimo delle risorse
idropotabile) es: Acquedotto di Valle (diga Rochemolles, giugno 2019), Acquedotto della valle
• Individuazione di aree per la creazione di bacini per la riserva di acque superficiali
(es. bacino di lagunaggio di La Loggia, alle porte di Torino) garantiscono un’adeguata
disponibilità idrica in previsione di periodi siccitosi e delle alterazioni del ciclo idrologico
• Interconnessioni tra reti acquedottistiche: la creazione di sinergie fra le diverse reti
acquedottistiche incrementa la possibilità di “soccorso idrico” durante periodi
siccitosi, aumentando la resilienza del servizio idrico.
Si supera la visione localistica che tende a mantenere la risorsa idrica ad esclusivo
uso del territorio in cui è presente.
Elisa Brussolo – Centro Ricerche SMAT Variazioni climatiche estreme e strategie riorganizzative del
Servizio Idrico Integrato
La diga di Rochemolles a Bardonecchia: disponibilità di acqua di
qualità anche in caso di persistenti periodi siccitosi.
• 41 comuni serviti (valore massimo di 180.000 abitanti serviti)
• oltre 85 km di condotte
• 16 milioni di mc/anno di acqua potabile di ottima qualità.
• tre centrali idroelettriche che sfrutteranno il differenziale altimetrico
fra la diga di Rochemolles e la rete di fondovalle con produzione di
energia elettrica per il sostentamento dell’acquedotto.
Il bacino di lagunaggio di La
Loggia
PRIMO BACINO
• Volume: 1.650.000 m3
• Profondità media: 10 m
• Tempo di permanenza: 7 g
SECONDO BACINO
• Volume: 6.000.000 m3
• Tempo di permanenza: 26 g
8. Elisa Brussolo – Centro Ricerche SMAT Variazioni climatiche estreme e strategie riorganizzative del Servizio Idrico Integrato
Come si migliora la resilienza del servizio idrico?
• Interventi di riduzione delle perdite mediante la normalizzazione e riduzione delle pressioni di rete ed ottimizzazione dei sistemi di
pompaggio
• Potenziamento e sdoppiamento delle reti fognarie per aumentare
la resilienza del sistema agli eventi di precipitazione estrema
l’aumento degli eventi meteo-pluviometrici estremi impatta sulle infrastrutture
di collettamento delle acque reflue da depurare
nuovo Collettore Mediano di Torino:
• percorso di circa 14.400 m (sul territorio del Comune di Torino)
• interesserà anche altri comuni (Beinasco, Bruino, Cambiano, Candiolo, La Loggia,
Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Piobesi, Piossasco, Poirino, Riva di Chieri, Rivalta di Torino, Sangano, Santena, Trana, Trofarello, Villastellone, Vinovo.
• Modellazione del comportamento della rete di fognatura bianca della città di Torino: per definire gli interventi necessari al fine di
prevenire possibili nuovi allagamenti a fronte di eventi meteo-pluviometrici estremi
9. LA RICERCAAPPLICATA: LA CAPACITÀ DI FARE
SISTEMA E DI GUIDARE IL CAMBIAMENTO
Le attività di ricerca sono la base conoscitiva per la definizione delle linee
guida e di sviluppo strategico: necessità di sviluppare partnership locali, nazionali
ed internazionali sviluppate tramite gli investimenti nelle attività di ricerca.
Elisa Brussolo – Centro Ricerche SMAT Variazioni climatiche estreme e strategie riorganizzative del Servizio Idrico Integrato
Impatti del cambiamento climatico sulle risorse idriche sotterranee
• Valutazione della vulnerabilità ai cambiamenti climatici delle risorse idriche sotterranee utilizzate per scopi idropotabili in
area ATO3 Torinese
• Evoluzione di tale vulnerabilità da utilizzare come supporto agli sviluppi strategici di SMAT
Due scenari CO2 (RCP8.5 e RCP4.5) stima dell’evoluzione probabilistica delle variabili
meteorologiche associate al bliancio idrico (2031-2050) valutazione degli scenari di ricarica
dell’acquifero e di criticità meteorologica
- situazione per lo più “stazionaria” di drenaggio annuale;
- potenziale criticità (deficit di drenaggio) nella seconda metà dell’anno e in particolare per
il quarto trimestre;
- forte variabilità interannuale delle precipitazioni.
Bilancio idrico ricarica dell’acquifero
Analisi dati storici (1959-2017)
la zona più a ovest (bacino della Dora Riparia e del
Pellice) dell’area di studio mostra trend annuali e
stagionali negativi (statisticamente significativi) di
precipitazione e drenaggio in quest’area è stato
costruito l’acquedotto della Valle di Susa
10. Elisa Brussolo – Centro Ricerche SMAT Variazioni climatiche estreme e strategie riorganizzative del Servizio Idrico Integrato
Approccio bottom-up per la gestione dei rischi legati alla scarsità
idrica in scenari di cambiamento climatico
INOPIA
• Sistema di supporto alle decisioni sviluppato da IRSA-CNR nell’ambito dell’Accordo di Collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile per
“Lo sviluppo di sistemi informativi per il preannuncio delle crisi idriche e la valutazione delle misure finalizzate all’approvvigionamento idrico in
emergenza”: recepisce le indicazioni delle Linee Guida sugli Indicatori di Siccità e Scarsità Idrica
• Strumento di early warning in grado di segnalare all’utente e al decisore, con il maggiore anticipo possibile, le differenti probabilità di insorgenza di
condizioni di deficit idrico determinato da condizioni di significativa diminuzione di risorsa idrica a seguito di anomalie di precipitazione persistenti.
• Sistema multirisorsa-multiutenza che permette di implementare lo schema topologico di un qualsiasi sistema idrico che attinga a diversi tipi di risorsa
(invasi superficiali, invasi sotterranei, sorgenti, potabilizzatori, ecc) e alimenti una molteplicità di risorse.
• Identificazione degli eventi di crisi
• Analisi dei dati meteorologici e degli opportuni indicatori di siccità e scarsità idrica che hanno caratterizzato gli eventi critici (e definizione di soglie
critiche)
• Calcolo della probabilità che tali soglie critiche si raggiungano (o vengano superate) in scenari di cambiamento climatico (utilizzando un ensemble di
previsioni/scenari)
• Definizione di potenziali azioni di mitigazione degli impatti