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17 maggio 2022
Giornata
internazionale
contro l'omofobia,
la bifobia e la
transfobia
In occasione della «Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia»,
abbiamo letto e commentato il libro «Famiglie favolose», che, in modo semplice e delicato,
invita a riflettere sull’amore, la tolleranza ed il rispetto verso gli altri, indipendentemente dalla
razza e dal genere.
Le riflessioni e le discussioni guidate che sono seguite alla lettura di ogni singolo brano
hanno ispirato i bambini, che, in gruppo, hanno elaborato ed illustrato favole incentrate
prevalentemente sulla diversità e sulla necessità di rispettare ed amare gli altri.
Le attività cooperative hanno generato anche collaborazioni ed «aiuti» che hanno superato i
singoli gruppi iniziali, creando un piacevole ed armonioso ambiente di lavoro.
Momenti di attività cooperative: i bambini impegnati
nell’illustrazione delle sequenze delle favole create dai cinque
gruppi.
17 maggio 2022
17 maggio 2022
Autori: Loffredo Giuliana, Maione Maria,
Petrone Alena e Trapani Maddalena Classe V A – Plesso «Crisci»
C’erano una volta, una cagnolina di nome Nana e una gatta randagia di nome Grace.
Nana era un incrocio tra un labrador ed un boxer, era una cagnolina non piccola, però molto
dolce. Grace invece era una gatta non di razza, bianca con delle macchie grigie.
Grace era molto riservata, stava sempre sulle sue e non amava le carezze, mentre Nana le
adorava.
Un giorno, Grace e Nana si incontrano, quando la cagnolina la vide le disse: “E da dove sei
uscita tu? Non ti ho mai vista prima d’ora”. “Sono sempre stata qui, sei tu che non facevi caso
alla mia presenza!”, rispose Grace.
Il muso di Nana era diventato rosso pomodoro e cercava di avvicinarsi di più a Grace, mentre
la gatta manteneva le distanze, perché era un po’ timida.
Grace notò che Nana era arrossita e decise di parlarle per rompere il ghiaccio e le disse: “Ti
andrebbe qualche volta di uscire insieme a fare qualche passeggiata?”.
Rispose Nana: “Non so se mia mamma me lo permetterà, lei si preoccupa per me ed ha
paura che in qualche modo io mi possa far male”. “Non ti preoccupare, non fa niente, verrò io
a trovarti a casa tua” le disse Grace.
Nana le rispose con un sorriso.
Quando Grace se ne andò, capì di aver preso una cotta per Nana e le sembrava strano,
perché avrebbero dovuto piacerle i gatti, maschi, mentre Nana non era nulla di tutto ciò.
Pensò e ripensò che lei fosse sbagliata, strana, diversa e cercava di convincersi che quella
“cosa” tra lei e Nana fosse solo amicizia.
Il giorno dopo, Grace andò da Nana e la trovò più bella del solito e glielo disse.
Nana la ringraziò e per un attimo capì di provare qualcosa per lei e se ne vergognò molto.
Il loro incontro fu breve e molto imbarazzante. Nana dopo essersi viste, disse alla sua
mamma, con una voce dal tono basso e spaventato: “Mamma…ho paura di essermi
innamorata di una gatta”.
La mamma la rassicurò dicendole: “Tesoro, non importa se ti piace un maschio o una
femmina, un cane o un gatto, tu per me sarai sempre uguale e perfetta così, ti capisco…
Anch’io mi innamorai di una gatta femmina, ma mia mamma mi proibì di stare con lei. Io so
cosa ho provato, un dolore immenso e non voglio fartelo provare anche a te, perciò ti
appoggio ora e per sempre!”.
Nana si sentì super rassicurata e decise di dichiararsi.
Nana andò a cercare Grace e quando la trovò le diede un bacio e la abbracciò, le disse ciò
che provava per lei e Grace si dichiarò a sua volta e si fidanzarono. Dopo qualche anno si
sposarono e adottarono due gatti e due cani.
Era una famiglia diversa dalle altre, ma bellissima e felice.
Autori: Bianco Giuseppe, Di Domenico Claudio e Sparano Angelo
Classe V A – Plesso «Crisci»
Carla era una giraffa, ma non una giraffa come le altre, perché aveva il collo più
corto delle altre.
All’inizio i suoi genitori l’amavano perché pensavano che il collo, quando sarebbe
cresciuta e diventata grande, sarebbe cresciuto con lei.
Quando era bambina, era felice: giocava con le altre giraffe, che erano uguali a lei.
Però, quando tutti crebbero, lei rimase da sola e diversa dalle altre, poiché il suo
collo non si allungò.
A causa della sua diversità, i suoi genitori la abbandonarono nella parte più spoglia
della savana. All’inizio provò a cercare delle provviste da sola, come ad esempio
delle foglie, ma, avendo il collo corto, non riusciva ad arrivare alla chioma degli
alberi. Lei era già sola, ma questo la rese ancora più sola e chiusa con gli altri
animali; infatti quando altri animali la salutavano e provavano a scherzare con lei,
Carla non reagiva e rimaneva sempre triste.
Un bel giorno, mentre un ghepardo stava cacciando, la vide triste sotto uno dei pochi
alberi in quella pianura immersa nel nulla.
“Ehi! Che ci fai lì sotto?” le disse il ghepardo.
“Niente, i miei genitori mi hanno abbandonato per colpa del mio collo corto…”
rispose tristemente la giraffa.
Il ghepardo aveva in mente di fare di lei una preda, ma data la situazione, decise di
lasciar perdere ed aiutarla.
“Se vuoi, puoi venire a vivere con me, ho una grande tana!”
La giraffa accettò tutta felice e senza esitazione: anche quel ghepardo aveva le
macchie!
Camminarono fino alla tana del ghepardo; era una specie di grotta, non tanto ampia,
ma nemmeno tanto stretta e, dato che Carla aveva il collo corto, entrava
perfettamente dentro la grotta.
“Roar! Benvenuta nella mia “Casa”!” disse il ghepardo.
“Beeeeeella!” rispose affascinata la giraffa.
Il ghepardo mostrò la casa alla giraffa
“...E qui c’è una seconda “camera da letto” dove puoi stare a dormire!”
La giraffa rimase stupita e super-felice; era un ghepardo, un animale selvatico! Però,
aveva veramente un cuore d’oro.
La giraffa e il ghepardo vissero bene in quella spaziosa tana e divennero grandi
amici, sembravano quasi fratelli!
Autori: Crisci Jessica e Crisci Teresa Classe V A – Plesso «Crisci»
C’era una volta, un riccio femmina di nome Lory, che era nata senza spine a causa
di una malattia. Lei era così perché aveva la stessa malattia della mamma e, per
questo, veniva sempre presa in giro dai suoi compagni.
La piccola Lory ogni giorno si guardava allo specchio, vedeva che era senza spine e
ripensava a tutti gli insulti che le dicevano i compagni di scuola.
Lory, come tutti i giorni, andò a scuola… La maestra iniziò una discussione sulla
Diversità. I suoi compagni la guardavano in modo strano e si sentivano molto in
colpa per averla insultata per tutto questo tempo. Lory, dopo che la maestra aveva
spiegato questo argomento, ebbe il coraggio di dire alla maestra che lei si sentiva
diversa da tutti. La maestra, abbracciandola, le disse che lei era speciale dentro e
anche fuori e che non si doveva sentire diversa perché siamo tutti unici e speciali.
Il giorno dopo, arrivò un nuovo compagno di nome Eric, che aveva la stessa
malattia di Lory: non aveva le spine. Lory, vedendolo, si sentì felice come non era
mai stata in tutta la sua vita e si innamorò allo stesso tempo. Anche Eric, appena
vide la piccola Lory, si innamorò di lei. Lui si era trasferito nella nuova scuola perché
tutti lo prendevano in giro, quindi Eric si sentì sollevato quando vide Lory.
Diventarono molto amici ed andavano sempre a scuola insieme, fino a quando non
diventano grandi… Erano sempre insieme ed erano inseparabili.
Un giorno, quando compirono diciannove anni, decisero di festeggiare insieme.
Mentre festeggiavano il loro compleanno, Eric chiese a Lory di fidanzarsi con lui e
Lory accettò subito.
Una bellissima domenica si sposarono… La loro maestra andò al matrimonio e disse
a Lory che, vedendoli, finalmente aveva scoperto il significato della felicità.
KITE
Autori: Esposito Domenico, Fazio Christian, Ruggiero Vincenzo e Ventrone Aniello
Classe V A – Plesso «Crisci»
In un cortile di un palazzo di periferia, abita una numerosa famiglia di dalmata:
mamma, papà e sette figli. Kite è uno dei sette figli, ma ha una particolarità: le sue
macchie non sono nere, come i suoi genitori e fratelli, ma tutte colorate come un
arcobaleno.
Per questa caratteristica, tutti i cani del quartiere e del palazzo la deridono e la
evitano perché è diversa da loro.
Kite è molto brava a disegnare e ama moltissimo i colori, tra i suoi preferiti ci sono
l’azzurro ed il giallo.
Mentre i suoi fratelli giocano con gli altri cani del quartiere, Kite sta nella sua stanza
tutta sola e triste a pensare: "Perché tutti mi evitano e mi deridono?”.
Un giorno, nel quartiere arriva una nuova cagnolina di nome Malta.
Malta vede a scuola Kite sola, in un angolo, e decide di avvicinarsi.
Kite e Malta scoprono di avere molte cose in comune tra loro! Adorano gli stessi
colori e tutte e due amano disegnare e colorare l’arcobaleno!
Kite e Malta diventano migliori amiche, si confidano ogni segreto e decidono sempre
di giocare fuori dal quartiere ad acchiapparella.
Kite lascia sempre una scia di colori lucenti quando corre.
Grazie a Malta, tutti hanno scoperto la caratteristica speciale di Kite e vogliono
giocare con lei.
Malta ha guardato oltre la diversità ed ha fatto capire a tutti che la diversità è una
cosa che rende unici e speciali.
LA ZEBRA DIXIE
Autori: Basilicata Morena, De Rosa Alessandra e Fuccio Giulia
Classe V A – Plesso «Crisci»
C’era una volta, una zebra di nome Dixie. Questa zebra non aveva le strisce nere,
che tutte quante le altre zebre avevano; lei era tutta bianca e solo la sua criniera era
nera.
Ogni volta che andava a giocare, lei si sentiva esclusa e qualche volta la
prendevano in giro a scuola. Questa cosa la faceva stare molto male… Dixie, un
giorno, tornata da scuola, disse alla mamma che lei si sentiva esclusa e che veniva
presa in giro dai compagni. Così la madre le disse con un’aria disinteressata: ”Non
preoccuparti, piccola Dixie!”. Così la piccola zebra se ne andò nella cameretta
piangendo, perché anche alla mamma non importava del suo problema… Il giorno
dopo, tornò a scuola e subito alcune zebre si piantarono davanti a lei e la insultarono
dicendo: ‘’Sei bianca, non puoi stare con noi! Sei diversa, vai via!!!”.
Un giorno, Dixie era a scuola tutta triste ed una zebra le si avvicinò e le chiese:
”Perché sei sola? Vuoi stare con me?”.
Dixie rispose: ”Sì, certo, lo vorrei tanto! Sai, sono sola, non ho amici”. Allora l'altra
zebra si presentò: “Mi chiamo Chloe e mi piacciono le persone speciali come te!”.
Dixie, felice, si presentò e poi disse che voleva andare subito a giocare: non aveva
mai conosciuto nessuno a cui piacesse realmente la sua pelle!
Il giorno dopo, Dixie rivide l’amica e le disse che a scuola i compagni l'avevano
presa in giro per l’ennesima volta… Allora la sua amica Chloe le disse: ’’Stai
tranquilla, non importa quante volte ti prendono in giro, tu sarai sempre speciale, non
importa come sei fuori, ma quello che hai dentro, non importa la tua diversità, ti
amerò sempre, indipendentemente da come sei “.
Clemente Guida

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  • 1. 17 maggio 2022 Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia
  • 2. In occasione della «Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia», abbiamo letto e commentato il libro «Famiglie favolose», che, in modo semplice e delicato, invita a riflettere sull’amore, la tolleranza ed il rispetto verso gli altri, indipendentemente dalla razza e dal genere. Le riflessioni e le discussioni guidate che sono seguite alla lettura di ogni singolo brano hanno ispirato i bambini, che, in gruppo, hanno elaborato ed illustrato favole incentrate prevalentemente sulla diversità e sulla necessità di rispettare ed amare gli altri. Le attività cooperative hanno generato anche collaborazioni ed «aiuti» che hanno superato i singoli gruppi iniziali, creando un piacevole ed armonioso ambiente di lavoro.
  • 3. Momenti di attività cooperative: i bambini impegnati nell’illustrazione delle sequenze delle favole create dai cinque gruppi. 17 maggio 2022
  • 5.
  • 6. Autori: Loffredo Giuliana, Maione Maria, Petrone Alena e Trapani Maddalena Classe V A – Plesso «Crisci»
  • 7. C’erano una volta, una cagnolina di nome Nana e una gatta randagia di nome Grace. Nana era un incrocio tra un labrador ed un boxer, era una cagnolina non piccola, però molto dolce. Grace invece era una gatta non di razza, bianca con delle macchie grigie. Grace era molto riservata, stava sempre sulle sue e non amava le carezze, mentre Nana le adorava.
  • 8.
  • 9. Un giorno, Grace e Nana si incontrano, quando la cagnolina la vide le disse: “E da dove sei uscita tu? Non ti ho mai vista prima d’ora”. “Sono sempre stata qui, sei tu che non facevi caso alla mia presenza!”, rispose Grace. Il muso di Nana era diventato rosso pomodoro e cercava di avvicinarsi di più a Grace, mentre la gatta manteneva le distanze, perché era un po’ timida. Grace notò che Nana era arrossita e decise di parlarle per rompere il ghiaccio e le disse: “Ti andrebbe qualche volta di uscire insieme a fare qualche passeggiata?”. Rispose Nana: “Non so se mia mamma me lo permetterà, lei si preoccupa per me ed ha paura che in qualche modo io mi possa far male”. “Non ti preoccupare, non fa niente, verrò io a trovarti a casa tua” le disse Grace. Nana le rispose con un sorriso.
  • 10.
  • 11. Quando Grace se ne andò, capì di aver preso una cotta per Nana e le sembrava strano, perché avrebbero dovuto piacerle i gatti, maschi, mentre Nana non era nulla di tutto ciò. Pensò e ripensò che lei fosse sbagliata, strana, diversa e cercava di convincersi che quella “cosa” tra lei e Nana fosse solo amicizia.
  • 12.
  • 13. Il giorno dopo, Grace andò da Nana e la trovò più bella del solito e glielo disse. Nana la ringraziò e per un attimo capì di provare qualcosa per lei e se ne vergognò molto. Il loro incontro fu breve e molto imbarazzante. Nana dopo essersi viste, disse alla sua mamma, con una voce dal tono basso e spaventato: “Mamma…ho paura di essermi innamorata di una gatta”. La mamma la rassicurò dicendole: “Tesoro, non importa se ti piace un maschio o una femmina, un cane o un gatto, tu per me sarai sempre uguale e perfetta così, ti capisco… Anch’io mi innamorai di una gatta femmina, ma mia mamma mi proibì di stare con lei. Io so cosa ho provato, un dolore immenso e non voglio fartelo provare anche a te, perciò ti appoggio ora e per sempre!”. Nana si sentì super rassicurata e decise di dichiararsi.
  • 14.
  • 15. Nana andò a cercare Grace e quando la trovò le diede un bacio e la abbracciò, le disse ciò che provava per lei e Grace si dichiarò a sua volta e si fidanzarono. Dopo qualche anno si sposarono e adottarono due gatti e due cani. Era una famiglia diversa dalle altre, ma bellissima e felice.
  • 16.
  • 17. Autori: Bianco Giuseppe, Di Domenico Claudio e Sparano Angelo Classe V A – Plesso «Crisci»
  • 18. Carla era una giraffa, ma non una giraffa come le altre, perché aveva il collo più corto delle altre. All’inizio i suoi genitori l’amavano perché pensavano che il collo, quando sarebbe cresciuta e diventata grande, sarebbe cresciuto con lei. Quando era bambina, era felice: giocava con le altre giraffe, che erano uguali a lei. Però, quando tutti crebbero, lei rimase da sola e diversa dalle altre, poiché il suo collo non si allungò.
  • 19.
  • 20. A causa della sua diversità, i suoi genitori la abbandonarono nella parte più spoglia della savana. All’inizio provò a cercare delle provviste da sola, come ad esempio delle foglie, ma, avendo il collo corto, non riusciva ad arrivare alla chioma degli alberi. Lei era già sola, ma questo la rese ancora più sola e chiusa con gli altri animali; infatti quando altri animali la salutavano e provavano a scherzare con lei, Carla non reagiva e rimaneva sempre triste.
  • 21.
  • 22. Un bel giorno, mentre un ghepardo stava cacciando, la vide triste sotto uno dei pochi alberi in quella pianura immersa nel nulla. “Ehi! Che ci fai lì sotto?” le disse il ghepardo. “Niente, i miei genitori mi hanno abbandonato per colpa del mio collo corto…” rispose tristemente la giraffa. Il ghepardo aveva in mente di fare di lei una preda, ma data la situazione, decise di lasciar perdere ed aiutarla. “Se vuoi, puoi venire a vivere con me, ho una grande tana!” La giraffa accettò tutta felice e senza esitazione: anche quel ghepardo aveva le macchie!
  • 23.
  • 24. Camminarono fino alla tana del ghepardo; era una specie di grotta, non tanto ampia, ma nemmeno tanto stretta e, dato che Carla aveva il collo corto, entrava perfettamente dentro la grotta. “Roar! Benvenuta nella mia “Casa”!” disse il ghepardo. “Beeeeeella!” rispose affascinata la giraffa. Il ghepardo mostrò la casa alla giraffa “...E qui c’è una seconda “camera da letto” dove puoi stare a dormire!” La giraffa rimase stupita e super-felice; era un ghepardo, un animale selvatico! Però, aveva veramente un cuore d’oro. La giraffa e il ghepardo vissero bene in quella spaziosa tana e divennero grandi amici, sembravano quasi fratelli!
  • 25.
  • 26. Autori: Crisci Jessica e Crisci Teresa Classe V A – Plesso «Crisci»
  • 27. C’era una volta, un riccio femmina di nome Lory, che era nata senza spine a causa di una malattia. Lei era così perché aveva la stessa malattia della mamma e, per questo, veniva sempre presa in giro dai suoi compagni. La piccola Lory ogni giorno si guardava allo specchio, vedeva che era senza spine e ripensava a tutti gli insulti che le dicevano i compagni di scuola.
  • 28.
  • 29. Lory, come tutti i giorni, andò a scuola… La maestra iniziò una discussione sulla Diversità. I suoi compagni la guardavano in modo strano e si sentivano molto in colpa per averla insultata per tutto questo tempo. Lory, dopo che la maestra aveva spiegato questo argomento, ebbe il coraggio di dire alla maestra che lei si sentiva diversa da tutti. La maestra, abbracciandola, le disse che lei era speciale dentro e anche fuori e che non si doveva sentire diversa perché siamo tutti unici e speciali.
  • 30.
  • 31. Il giorno dopo, arrivò un nuovo compagno di nome Eric, che aveva la stessa malattia di Lory: non aveva le spine. Lory, vedendolo, si sentì felice come non era mai stata in tutta la sua vita e si innamorò allo stesso tempo. Anche Eric, appena vide la piccola Lory, si innamorò di lei. Lui si era trasferito nella nuova scuola perché tutti lo prendevano in giro, quindi Eric si sentì sollevato quando vide Lory.
  • 32.
  • 33. Diventarono molto amici ed andavano sempre a scuola insieme, fino a quando non diventano grandi… Erano sempre insieme ed erano inseparabili. Un giorno, quando compirono diciannove anni, decisero di festeggiare insieme. Mentre festeggiavano il loro compleanno, Eric chiese a Lory di fidanzarsi con lui e Lory accettò subito.
  • 34.
  • 35. Una bellissima domenica si sposarono… La loro maestra andò al matrimonio e disse a Lory che, vedendoli, finalmente aveva scoperto il significato della felicità.
  • 36.
  • 37. KITE Autori: Esposito Domenico, Fazio Christian, Ruggiero Vincenzo e Ventrone Aniello Classe V A – Plesso «Crisci»
  • 38. In un cortile di un palazzo di periferia, abita una numerosa famiglia di dalmata: mamma, papà e sette figli. Kite è uno dei sette figli, ma ha una particolarità: le sue macchie non sono nere, come i suoi genitori e fratelli, ma tutte colorate come un arcobaleno. Per questa caratteristica, tutti i cani del quartiere e del palazzo la deridono e la evitano perché è diversa da loro.
  • 39.
  • 40. Kite è molto brava a disegnare e ama moltissimo i colori, tra i suoi preferiti ci sono l’azzurro ed il giallo. Mentre i suoi fratelli giocano con gli altri cani del quartiere, Kite sta nella sua stanza tutta sola e triste a pensare: "Perché tutti mi evitano e mi deridono?”.
  • 41.
  • 42. Un giorno, nel quartiere arriva una nuova cagnolina di nome Malta. Malta vede a scuola Kite sola, in un angolo, e decide di avvicinarsi. Kite e Malta scoprono di avere molte cose in comune tra loro! Adorano gli stessi colori e tutte e due amano disegnare e colorare l’arcobaleno! Kite e Malta diventano migliori amiche, si confidano ogni segreto e decidono sempre di giocare fuori dal quartiere ad acchiapparella.
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  • 44. Kite lascia sempre una scia di colori lucenti quando corre. Grazie a Malta, tutti hanno scoperto la caratteristica speciale di Kite e vogliono giocare con lei. Malta ha guardato oltre la diversità ed ha fatto capire a tutti che la diversità è una cosa che rende unici e speciali.
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  • 46. LA ZEBRA DIXIE Autori: Basilicata Morena, De Rosa Alessandra e Fuccio Giulia Classe V A – Plesso «Crisci»
  • 47. C’era una volta, una zebra di nome Dixie. Questa zebra non aveva le strisce nere, che tutte quante le altre zebre avevano; lei era tutta bianca e solo la sua criniera era nera.
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  • 49. Ogni volta che andava a giocare, lei si sentiva esclusa e qualche volta la prendevano in giro a scuola. Questa cosa la faceva stare molto male… Dixie, un giorno, tornata da scuola, disse alla mamma che lei si sentiva esclusa e che veniva presa in giro dai compagni. Così la madre le disse con un’aria disinteressata: ”Non preoccuparti, piccola Dixie!”. Così la piccola zebra se ne andò nella cameretta piangendo, perché anche alla mamma non importava del suo problema… Il giorno dopo, tornò a scuola e subito alcune zebre si piantarono davanti a lei e la insultarono dicendo: ‘’Sei bianca, non puoi stare con noi! Sei diversa, vai via!!!”.
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  • 51. Un giorno, Dixie era a scuola tutta triste ed una zebra le si avvicinò e le chiese: ”Perché sei sola? Vuoi stare con me?”. Dixie rispose: ”Sì, certo, lo vorrei tanto! Sai, sono sola, non ho amici”. Allora l'altra zebra si presentò: “Mi chiamo Chloe e mi piacciono le persone speciali come te!”. Dixie, felice, si presentò e poi disse che voleva andare subito a giocare: non aveva mai conosciuto nessuno a cui piacesse realmente la sua pelle!
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  • 53. Il giorno dopo, Dixie rivide l’amica e le disse che a scuola i compagni l'avevano presa in giro per l’ennesima volta… Allora la sua amica Chloe le disse: ’’Stai tranquilla, non importa quante volte ti prendono in giro, tu sarai sempre speciale, non importa come sei fuori, ma quello che hai dentro, non importa la tua diversità, ti amerò sempre, indipendentemente da come sei “.
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