Il PPT illustra alcune modalità didattiche attraverso cui progettare possibili alleanze tra strumenti multimediali e non (on-line e off-line) partendo, sempre, dalla chiara esplicitazione dei bisogni, obiettivi, strategie e risorse a disposizione.
Il PPT illustra alcune modalità didattiche attraverso cui progettare possibili alleanze tra strumenti multimediali e non (on-line e off-line) partendo, sempre, dalla chiara esplicitazione dei bisogni, obiettivi, strategie e risorse a disposizione.
Ripensare la professionalità dell’insegnante nella scuola dell’infanzia, prim...Arianna Lazzari
La presentazione si propone di offrire un contributo al dibattito sulla professionalità docente da una prospettiva inedita e relativamente poco esplorata in letteratura, quella della continuità tra i diversi gradi del sistema scolastico. Se da un lato la letteratura sulla professionalità degli insegnanti risulta essere piuttosto ricca e variegata – facendo riferimento ai molteplici paradigmi, da quello manageriale a quello del professionista riflessivo, che ne caratterizzano la ricerca empirica – dall’altro essa appare contraddistinta da una certa settorialità che delimita il campo di indagine a quello di ciascun grado scolastico in cui tale professionalità viene esercitata.
L’elaborazione di questo contributo ‘a tre voci’ nasce dunque dalla volontà comune delle autrici di riflettere sul tema della professionalità a partire da una prospettiva piuttosto inusuale, che mette in relazione gli esiti di tre ricerche empiriche i cui soggetti protagonisti sono insegnanti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. La riflessione sui risultati di tali ricerche costituisce il punto di approdo di un confronto scaturito all’interno di un percorso di dottorato che ciascuna delle tre autrici ha intrapreso all’interno Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna tra il 2008 e il 2013. Il presente contributo si propone dunque di innescare un dialogo tra le molteplici concettualizzazioni che emergono dai vissuti professionali degli insegnanti coinvolti nei tre studi con l’intento di esplorare nuove piste di ricerca e, al contempo, di creare un terreno comune che renda possibile il confronto tra queste diversi sguardi sul tema della professionalità docente.
Ripensare la professionalità dell’insegnante nella scuola dell’infanzia, prim...Arianna Lazzari
La presentazione si propone di offrire un contributo al dibattito sulla professionalità docente da una prospettiva inedita e relativamente poco esplorata in letteratura, quella della continuità tra i diversi gradi del sistema scolastico. Se da un lato la letteratura sulla professionalità degli insegnanti risulta essere piuttosto ricca e variegata – facendo riferimento ai molteplici paradigmi, da quello manageriale a quello del professionista riflessivo, che ne caratterizzano la ricerca empirica – dall’altro essa appare contraddistinta da una certa settorialità che delimita il campo di indagine a quello di ciascun grado scolastico in cui tale professionalità viene esercitata.
L’elaborazione di questo contributo ‘a tre voci’ nasce dunque dalla volontà comune delle autrici di riflettere sul tema della professionalità a partire da una prospettiva piuttosto inusuale, che mette in relazione gli esiti di tre ricerche empiriche i cui soggetti protagonisti sono insegnanti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. La riflessione sui risultati di tali ricerche costituisce il punto di approdo di un confronto scaturito all’interno di un percorso di dottorato che ciascuna delle tre autrici ha intrapreso all’interno Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna tra il 2008 e il 2013. Il presente contributo si propone dunque di innescare un dialogo tra le molteplici concettualizzazioni che emergono dai vissuti professionali degli insegnanti coinvolti nei tre studi con l’intento di esplorare nuove piste di ricerca e, al contempo, di creare un terreno comune che renda possibile il confronto tra queste diversi sguardi sul tema della professionalità docente.
LIM: principali caratteristiche tecnicheGennaro Piro
Breve analisi dei principali aspetti tecnologici dei "Kit" LIM. Presentazione tenuta nel corso della riunione presso l'USR Campania ad uso dei rappresentanti dei Punti Ordinanti del "Piano Nazionale di Diffusione LIM" del MIUR
Insegnare nel XXI secolo: una breve riflessione in occasione del secondo Meeting dei Docenti Digitali ed Insegnanti 2.0 alla Città della Scienza di Napoli.
Un grazie specialissimo a Piera, Iole e Giuseppe che hanno permesso di incontrarci «dal vero»! Un abbraccio a tutti i colleghi che hanno condiviso gratuitamente, durante questi tre giorni di festa, le proprie competenze, le scoperte, la passione dell’insegnare ed hanno regalato la propria esperienza perché altri ne possano trarre ispirazione.
Le tecnologie didattiche nella classe di lingua italiana per stranieri. Il ca...Alessandra Giglio
UniMoodleMoot 2007, 18-19 ottobre 2007, Genova.
Slide della presentazione sul Progetto Marco Polo dell'Università di Genova: le tecnologie didattiche nella classe di italiano per cinesi.
In recent decades, the emphasis of the educational scientific debate has shifted to on-line learning experiences, highlighting their power and criticality. For example, on-line learning experiences in the workplace are often considered as a new way to promote innovation and organizational learning, decreasing the costs of the educational or training programmes. Blended education in schools, is considered a parallel teaching practice that can support all levels of learning too. In every day life people learn sharing information by and through the mediation of technological artefacts, social networks or smartphones. Any learning process is always a mediated experience (Engeström, Miettinen, Punamaki, 1999). However, what happens when learning is mediated by technologies?
Didattica senza barriere (libro di Andrea Mangiatordi)Simone Aliprandi
Titolo: Didattica senza barriere
Sottotitolo: Universal design, tecnologie e risorse sostenibili
Autore: Andrea Mangiatordi (www.mangiatordi.net)
Editore: ETS -- Collana: Education -- Anno edizione: 2017
Pagine: 124 p., ill. , Brossura -- EAN: 9788846747754
Abstract
L'uso che si può fare delle tecnologie nella didattica è vario, così come sono molto diversi i contesti in cui ci si può trovare a operare. Questo dipende da molteplici aspetti, spesso derivanti dal fatto di coinvolgere persone portatrici di concezioni, pratiche e abilità diverse. Un elemento che invece rimane costante, a prescindere dalla situazione, è il fatto che con le tecnologie digitali sia possibile offrire molteplici possibilità di interazione con i contenuti didattici. Un elemento interessante per tutti, non soltanto per chi ha una difficoltà. Un ambiente di apprendimento che tenga in considerazione la diversità, fin dalla sua progettazione, può fare la differenza in ottica di inclusione. Eppure la realizzazione di risorse digitali accessibili non è sempre semplice né immediata: richiede conoscenza delle problematiche di un contesto, competenza nell'uso degli strumenti, disponibilità di risorse materiali e non. Leggendo queste problematiche attraverso la lente della progettazione universale è possibile anticipare la presenza di barriere nei contesti di apprendimento, individuare possibili soluzioni e metterle in pratica. Questo libro vuole essere una guida in questo senso, con particolare attenzione alla sostenibilità dell'intervento, nella convinzione che per cambiare sia importante una maggiore consapevolezza delle potenzialità presenti negli strumenti e nelle pratiche che già conosciamo. Prefazione di Marco Lazzari.
Il "Viaggio della memoria" che Roma Capitale ha organizzato per 140 studenti di 35 scuole romane dal 12 al 14 aprile ha l’obiettivo di ripercorrere il drammatico cammino degli ebrei deportati, nel corso del 1944, nel campo di concentramento e di transito situato a 6 chilometri da Carpi, località Fossoli: campo utilizzato dalle SS come anticamera dei Lager del Reich e rievocato anche da Primo Levi nei primi capitoli di "Se questo è un uomo".
1. Facoltà di Scienze della Formazione IWB: Uno strumento per l ' innovazione della didattica? Dott. Giovanni Bonaiuti DSEPCF - Dipartimento di Scienze dell’Educazione e dei Processi Culturali e Formativi, Università di Firenze
2. Inquadriamo la questione • La ricca letteratura scientifica (su cui si basa questo intervento) non fornisce evidenze forti sull’efficacia delle IWBs ( interactive whiteboards ) nell’apprendimento; • esistono soprattutto dati relativi alla percezione che ne hanno docenti e studenti, ma non indicazioni chiare sulle ricadute a medio-lungo termine; • ci sono inoltre oggettive difficoltà a separare gli apporti specifici delle IWBs dagli effetti promossi dagli strumenti ICT e di presentazione (Smith et. al., 2005) LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
3. Possibilismo critico La lavagna interattiva digitale (IWB) è uno strumento e, come tale, non è sufficiente da solo a migliorare l’insegnamento • Questo contributo, sviluppato assieme al prof. Antonio Calvani, cerca di promuovere un atteggiamento di " possibilismo critico ”, ovvero di sostanziale prudenza nei confronti di una introduzione incontrollata nella scuola di uno strumento interessante, ma anche fonte di possibili rischi... • Non significa che non ci siano elementi d’interesse, quanto che sia necessario focalizzare bene il “valore aggiunto” • Appare soprattutto necessario investire in quelle aree capaci di consentire le esperienze metodologiche più ricche • Sembra infine doveroso avviare, anche in Italia, indagini e sperimentazioni controllate LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
4. Una lunga serie di successi? Nella scuola ci si interroga sui vantaggi: • della lavagna della scuola negli anni ’30 • degli audiovisivi negli anni ’60 • dei computer negli anni ’80 • della multimedialità negli anni ’90, mentre oggi sono centrali le reti… LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
5. L’uso della lavagna in una ricerca del 1935 Fildes R.E., Blackboards and Their Use , “ The Elementary School Journal”, Vol. 35, No. 10. (Jun., 1935), pp. 760-767. LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
6. … una interessante conclusione La qualità dell’insegnamento può essere migliorata utilizzando la lavagna per evidenziare punti importanti e difficoltosi. Le illustrazioni grafiche, in particolare gli schizzi, rappresentano un metodo efficace per chiarire i punti oscuri. Fildes R.E. (1935), op. cit. LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
7. Negli ultimi anni … • … prima dell’avvento delle IWBs, si era perso interesse per l’utilizzo della lavagna • Nei licei, ad esempio, l’uso è pressoché circoscritto a rari momenti in alcune materie dell’area scientifico-matematica • Uno degli “effetti” più interessanti della IWB è quello di aver rilanciato il dibattito sulla multimedialità , sull’uso di approcci multimodali e, più in generale, sui “metodi” di insegnamento LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
8. Ma attenzione! C’è modo e modo… • Molti dei benefici presupposti sono in realtà i benefici della comunicazione visiva • In casi migliori si tratta di mostrare alla classe quelle che sono le potenzialità dell’ informatica applicata ai diversi domini La IWB, in molti casi, consegna solo l’illusione di fornire agli allievi modalità di apprendimento interattive … LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
9. Un esempio Il disco di Newton. Vari modi per spiegarne il funzionamento. Qual è il più efficace? Sono modalità del tutto analoghe? Lo strumento ideato da Isaac Newton nel 1666 mostra che la luce solare è frutto della sintesi additiva dei colori. Ruotando in modo sufficientemente veloce il disco esso diventa bianco. Videogioco interattivo. Meccanismo a disposizione dei (fonte: Museo Traversi) Dopo una introduzione filmata si può bambini. interagire con la ruota cambiando la (fonte: Museo della scienza di Napoli) quantità e collocazione dei colori. (fonte: http://www.cittadellascienza.it/) Comunicazione didattica Sperimentazione mediata. Sperimentazione diretta LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
10. Multimediale sì, ma… Clifford Stoll , in un caustico libro edito da Garzanti (2001): Confessioni di un eretico high-tech, perché i computer nelle scuole non servono ed altre considerazioni sulle nuove tecnologie , critica l’uso delle presentazioni • “ Questi software consentono a chiunque di approntare presentazioni a video piene di disegnini, sfondi color pastello, grafici multiformi…” • ma “…cosa motiva un pubblico? Emozione. Passione. Focosità. Un senso di calore, di eccitazione, di condivisione di un’avventura. Una presentazione multimediale offre fredda, precotta videografica” • “ La computer grafica abbassa il livello di attenzione della gente. Anziché guardare voi, il pubblico fissa lo schermo ” (pp. 146-148) LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
11. Inoltre… • Sono ipotizzabili criticità di diverso tipo. • Vediamole al fine di individuarne un uso sufficientemente adeguato LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
12. Alcuni problemi riscontrati dagli allievi Nello studio effettuato da Kate Wall, Steve Higgins e Heather Smith su gruppi di bambini di dodici scuole primarie risultano, accanto a risultati del tutto positivi, i seguenti aspetti negativi (12% sul totale): Wall K., Higgins S., Smith H. (2005), 'The visual helps me understand the complicated things': pupil views of teaching and learning with interactive whiteboards , “British Journal of Educational Technology”, 36 (5), 851-867 LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
13. Problemi tecnici Le interruzioni, l’esigenza di ricalibrare, la cattiva visibilità e le perdite di tempo connesse con l’uso infastidiscono gli studenti Wall K., Higgins S., Smith H. (2005), op. cit. LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
14. Altre questioni su cui interrogarsi • A parte: - la sostenibilità dell’investimento su larga scala e nel tempo (es. costo lampade) - i problemi di manutenzione/vandalismo - i problemi legati al fatto che la tecnologia non è del tutto matura • Sono critici i seguenti aspetti dell’uso della IWB: - Può sollecitare il narcisismo del docente - Rischia di rafforzare un modello didattico “trasmissivo” - Può passivizzare l’ascolto - Può indurre ad accelerare i tempi sui singoli argomenti e semplificare eccessivamente - Può rallentare i ritmi con intralci di tipo tecnico - Può ridurre la lezione ad uno show - Può rendere banale tutto il resto - Può stancare la vista degli allievi LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
15. Indicazioni spicciole… Probabilmente sarebbe prudente: • non usare la lavagna per troppo tempo nel corso della settimana • non usarla per attività troppo brevi (il tempo di avvio è comunque rilevante) • non usarla quando non apporta un reale valore aggiunto lasciamo in classe • non usarla finché non la si padroneggia sufficientemente bene (e usiamo) anche la vecchia lavagna !!! LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
16. Un esempio concreto Sprecare la IWB per mostrare una carta geografica… … non apporta valore aggiunto LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
17. Un esempio concreto … diversamente può diventare un modo per esplorare il pianeta LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
18. Un esempio concreto … ma soprattutto per farlo assieme LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
19. Specificità percepite positivamente Wall e colleghi, usando la tecnica delle vignette per raccogliere dai bambini opinioni esplicite (fumetto di dialogo) ed implicite (fumetto di pensiero) evidenziano due principali categorie di efficacia della IWB: • Facilitazione dell’apprendimento • Avvio dell’apprendimento Wall K., Higgins S., Smith H. (2005), op. cit. LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
20. Cosa pensano i bambini Sottolineano che facilita la comprensione (con l’uso di software, la grafica, il gioco) e la motivazione (89% nel fumetto di pensiero) soprattutto connessa all’idea di poterla utilizzare direttamente. Wall K., Higgins S., Smith H. (2005), op. cit. LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
21. Due aree di utilizzo • Esposizione - Presentazione di filmati, risorse internet - Applicazioni software - Modellizzazione di forme e oggetti (2D e 3D) - Riproduzione di fenomeni e modelli dinamici - Analisi di risorse (visive, musicali, linguistiche) • Sviluppo di esperienze - collaborative - metacognitive - di problem solving LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
22. Esposizione È l’utilizzo più scontato (e quello in cui si nascondono le insidie maggiori): • I filmati, i software e le animazioni possono aiutare a mostrare in maniera chiara il funzionamento di fenomeni (fisici, chimici, ecc.). • È però necessario integrare bene le diverse risorse nel processo di insegnamento facendole diventare parte organica della spiegazione. • Attenzione poi alle molteplici occasioni di distrazione, al sovraccarico, alla perdita del focus , all’ipersemplificazione… • Già negli anni ’60, su questo fronte, venivano proposte “buone pratiche” Come usare i film in classe (1963) LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
23. Una buona idea? Anche l’esposizione dovrebbe lasciare spazio agli interventi … Iniziano a farsi strada strumenti che consentano agli studenti il controllo remoto. L’assunto è che solitamente gli studenti rimangono in silenzio senza esprimere i loro dubbi… Probabilmente utile, anche se il nome del congegno è “clicker”… LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
24. Collaborare con la IWB • Una possibilità di esperienza collaborativa è quello della “scrittura a più mani” • Può essere utile impiegare strumenti di editing disponibili in rete che offrono funzioni di scrittura condivise: wiki, blog o applicativi come GoogleDoc. LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
25. Promuovere la metacognizione Lo sviluppo della riflessività e della progressiva consapevolezza dei propri processi di pensiero è un obiettivo primario per la scuola • Si possono rivedere insieme i lavori fatti a casa: revisiondoli, commentandoli, ampliandoli … • Si può usare la lavagna per strutturare assieme mappe concettuali e reti ipertestuali • Si possono rivedere i lavori svolti, in laboratorio o a casa, con strumenti CSCL come FLE3 o Synergeia. Questi software consentono, tra l’altro, di etichettare i propri contributi con degli “ scaffold ” o “ knowledge type” per promuovere la riflessione sulla tipologia LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
26. Costruire assieme una simulazione • Si ritiene che usare i software per simulare fenomeni rappresenti un modo interessante per favorire la comprensione di un fenomeno o un modello di un sistema reale o immaginario. • Il software riproduce il modello attraverso leggi matematiche e/o proposizioni logiche. • L’utente interagisce con esso variando alcuni parametri ed osservando le modificazioni. LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze
27. Costruire … • Ma piuttosto che usare simulazioni già costruite, una modalità più interessante è senz’altro quella di costruire un modello assieme. • Questo significa interrogarsi sulle regole che soprassiedono al fenomeno per poterle riprodurre. Esistono vari strumenti … Le “reti di Petri” (su cui sta Stella, systems dynamic (ambiente lavorando in particolare Giorgio con cui lavora, ad esempio, David Olimpo del CNR di Genova) Johnassen, Missoury University) LTE Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università degli Studi di Firenze