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Le problematiche fisiatriche 
e la riabilitazione 
S. Masiero 
U.O.C. Riabilitazione Ortopedica 
Università - Azienda Ospedaliera di Padova
Sommario 
 Introduzione generale sulla riabilitazione 
 Aspetti di interesse riabilitativo in Sindrome di 
Prader-Willi 
 Aspetti riabilitativi 
 Conclusione
RIABILITAZIONE 
Processo di soluzione dei problemi e di educazione nel corso del 
quale si porta una persona a raggiungere il miglior livello di 
vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed 
emozionale, con la minor restrizione possibile delle sue 
scelte operative. 
Il processo riabilitativo coinvolge anche la famiglia del soggetto e 
quanti sono a lui vicini. 
Di conseguenza, il processo riabilitativo riguarda, oltre che 
aspetti strettamente clinici anche aspetti psicologici e 
sociali. 
Linee-guida del Ministro della Sanità per le attività di riabilitazione - 
(in GU 30 maggio 1998, n. 124) 
Piano di Indirizzo per La Riabilitazione , 2011
RIABILITAZIONE GLOBALE: Interazione di 2 modelli ICF 
Stati di salute Stati correlati alla salute 
Modello medico: Medicina Riabilitativa Modello sociale: Riabilitazione sociale 
interventi interventi 
Interventi volti a rispondere ai bisogni 
sanitari 
Interventi atti a rispondere ai bisogni 
sociali (permettere al soggetto la 
massima partecipazione alla vita sociale 
ed economica, con la minor restrizione 
delle sue scelte operative)
Ministero della Salute, 2011 
LA RIABILITAZIONE…OGGI: …dall’ erogazione di una “pillola” o 
prestazione…riabilitazione d’organo …alla vera “presa in carico globale” 
Piano di indirizzo per la Riabilitazione 
Modello Bio-Psico-Sociale (ICF) 
Governo clinico - Dipartimento di Riabilitazione 
Percorso Riabilitativo Unico- Rete di Riabilitazione 
Approccio interdisciplinare - Team riabilitativo 
Appropriatezza dei percorsi 
Coinvolgimento paziente e suoi familiari 
Creazione di nuove Unità dedicate 
Attività Fisica Adattata (AFA)
INFERMIERE 
MEDICO 
FISIATRA 
FAMIGLIA 
AMICI 
PSICOLOGO 
ASSISTENTE 
SOCIALE 
OPERATORE 
SOCIOSANITARIO 
TEAM RIABILITATIVO 
 FISIOTERAPISTA 
 LOGOPEDISTA 
 TER. OCCUPAZIONALE 
 TECNICO ORTOPEDICO 
 BIOINGEGNERE 
 Ecc. 
PERSONA 
…...
U.O.C. Riabilitazione Ortopedica 
(Recupero e Riabilitazione Funzionale) 
Come eravamo Come siamo
U.O.C. Riabilitazione Ortopedica 
Dipartimento di Neuroscienze 
Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa 
Università degli Studi di Padova
Strumentazione del nostro Laboratorio di Gait Analysis 
Modulo di analisi cinematica comprensivo di 10 
telecamere optoelettroniche ad infrarossi 
2 piattaforme di forza tri-assiali con amplificatore 
analogico e cavo dimensioni 600x400x100. 
Modulo di videocontrollo completo di 3 TVC colori 
pilotabili direttamente dal sistema centrale e 
sincronizzate automaticamente con tutto il 
laboratorio 
Sistema per effettuare l’elettromiografia dinamica 
con 16 canali e frequenza di campionamento di 1KHz 
per ogni canale. Comunicazione con il sistema 
centrale con protocollo certificato 802.11b (WI-FI 
standard) 
Sistema portatile wireless per l’analisi 
baropodometrica con solette a sensori capacitivi 
per la misurazione delle pressioni tra i piedi e le 
scarpe 
2 piattaforme baropodometriche per 
l'acquisizione e la valutazione della distribuzione 
di pressione del piede in statica e dinamica
Soggetti con PWS hanno una riduzione della forza muscolare comparata con 
soggetti con obesità simile (BMI) non su base genetica, inclusi i mm del torace. 
La debolezza muscolare è alla base della precoce fatica muscolare e riduzione 
dell’attività motoria 
[Capodaglio et al. BMC Musculoskelet Disord 2009] 
Soggetti con PWS ha ridotto controllo dell’equilibrio Vs soggetti con obesità 
non geneticamente indotta con aumentato rischio di caduta 
[Capodaglio P, et al. Research in Developmental Disabilities 2010] 
Soggetti con PWS hanno un pattern deambulatorio alterato differente 
rispetto ai soggetti obesi a parità di BMI non su base genetica. 
[Vismara L, et al. Journal of NeuroEngineering and Rehabilitation 2007]
Non chiaro quanto il problema muscolare sia legato ad 
alterazioni corticali / alterazioni muscolari o correlate alla 
sindrome da disuso
TESSUTO ADIPOSO 
 Leptina: 
 Livello ematico aumentato in patologie degenerative cartilaginee o osteo-tendinee 
> se alto BMI 
 Probabilmente contrasta la proliferazione condrocitaria, induce la produzione di 
IL-1b e l’espressione di MMP-9 e MMP-13 (≈ citochina pro-infiammatoria per 
tessuto cartilagineo) 
 L’effetto metabolico della leptina associato al sovraccarico meccanico (con 
attivazione dei meccano-recettori sulla superficie condrocitaria), possono essere 
concause nello sviluppo dell’osteoartrosi precoce 
Dumond H, et al. Arthritis Rheum 2003 
Simopoulou T, et al. Cartilage 2007
OSTEOARTROSI 
Interessa tutte le componenti articolari: 
 CARTILAGINE 
 MEMBRANA SINOVIALE 
 OSSO SUBCONDRALE 
 LIQUIDO SINOVIALE 
Frizziero L, 1991
OSTEOARTROSI 
Manifestazioni Cliniche: 
 DOLORE 
 RIGIDITA’ 
 LIMITAZIONE FUNZIONALE 
Dieppe, 2006
ALTERAZIONI A CARICO DEI TESSUTI MOLLI 
Tessuto muscolare 
Sarcopenia 
 Diminuzione della massa 
magra con contemporaneo 
aumento relativo del tessuto 
adiposo totale con 
deposizione di grasso 
all’interno del tessuto 
muscolare 
Waters DL and Baumgartner, RN. Clin GeriatrMed 2011 
Stenholm S,, et al. Curr Opin Clin NutrMetab Care 2008 
Donini LM, et al. PLoS One 2013
ALTERAZIONI A CARICO DEI TESSUTI MOLLI 
Tendini 
 Sovrappeso e obesità sono fattori 
di rischio per lo sviluppo di 
tendinopatie 
 Diversi studi hanno dimostrato 
come le tendinopatie siano più 
frequenti nei soggetti obesi o in 
sovrappeso 
 I tendini “portanti”, come il tendine 
d’Achille, il Patellare ed i tendini 
della Fascia Plantare, sono quelli 
maggiormente coinvolti 
 Anche i tendini non “portanti”, 
come quelli della cuffia dei rotatori 
e del gomito, possono essere 
interessati da segni di tendinopatia 
Gaida JE, et al. Disabil Rehabil. 2008 Holmes GB and Lin J. Foot Ankle Int. 2006
TENDINOPATIA 
 Nei soggetti con obesità vi sono persistenti elevati livelli di 
Prostaglandina E2 e Leucotriene B4 che contribuiscono ad 
alimentare uno stato di infiammazione cronica dannoso per il 
tessuto tendineo 
Conde J, et al. Ann Rheum Dis 2011 Battery L, Maffulli N. Sports Med Arthrosc 2011
FISIOPATOLOGIA DELLA TENDINOPATIA 
Modificazione delle fibre collagene e della matrice extracellulare 
in risposta a stress da sovraccarico: 
 Degenerazione delle fibre collagene con disorientamento ed 
assottigliamento 
 Aumento della degradazione del collagene rispetto alla sintesi 
 Aumento dei GAG interfibrillari 
 Riduzione del contenuto di collagene di tipo I 
 Aumento del contenuto di collagene di tipo III 
 Alterazione della vascolarizzazione 
Battery L, Maffulli N. Sports Med Arthrosc 2011
ASPETTI DI INTERESSE RIABILITATIVO 
in Sindrome di Prader-Willi 
 Apparato muscolo-scheletrico 
 Osteoartrosi 
 Alterazioni a carico della colonna vertebrale (scoliosi vertebrale) 
 Alterazioni a carico dei tessuti molli 
 Osteoporosi (Riduzione della attività motoria) 
 Alterazione della stabilità posturale in statica e dinamica 
 Tendinopatia 
 Ipotonia – Sarcopenia - Fatica 
 Apparato respiratorio 
 Linfedema 
Anandacoomarasamy A, et al. Int J Obes (Lond) 2008
RIABILITAZIONE in PWS 
Non percorsi riabilitativi condivisi! 
L’intervento riabilitativo deve avere carattere di 
Multi-Interdisciplinarietà
Rete assistenziale 
Il progetto terapeutico - riabilitativo del soggetto deve articolarsi su 
servizi/strutture di: 
 I livello: Ambulatoriale 
 II livello: Riabilitazione intensiva / day hospital, day service 
 quando il livello di gravità e comorbosità medica e/o psichiatrica dell’obesità 
è elevato 
 l’impatto sulla disabilità e sulla qualità di vita del paziente è significativo 
 gli interventi da mettere in atto diventano numerosi ed è opportuno 
concentrarli in tempi relativamente brevi secondo un progetto coordinato
Trattamenti 
 Esercizio fisico 
 Terapie fisiche
Obesità ed esercizio fisico (concetti generali) 
1. L’allenamento di resistenza (aerobico) può ridurre la perdita di 
massa magra durante la restrizione calorica 
2. L’attività fisica come terapia unica determina in valore assoluto 
un modesto incremento del dispendio energetico 
3. L’attività fisica può determinare ampi benefici metobolici e 
psicologici generali (in relazione al tipo di esercizio: a secco o in 
acqua (Idrochinesiterapia) 
. 
W.J. Rejeski et al. N Engl J Med 2011; 364:1218-29
Esercizio aerobico 
 Esercizio cardiovascolare (camminata sostenuta, cyclette – 40- 
50 minuti 4-5 giorni alla settimana) a intensità progressiva 
 Esercizio di resistenza (programma di esercizi che coinvolgono 
gruppi di muscoli con frequenza di almeno 3 volte alla 
settimana: importante è il numero di ripetizioni e le pause non 
eccessivamente prolungate): 10-12 ripetizioni con intervalli di 2 
-3 minuti con gruppi di ripetizioni i di almeno 10 sequenze (a 
secco o in acqua) 
Med Sci Sports Exerc. 2011. 
American College of Sports Medicine position stand. Quantity and quality of 
exercise for developing and maintaining cardiorespiratory, musculoskeletal, and 
neuromotor fitness in apparently healthy adults: guidance for prescribing exercise. 
Garber CE, Blissmer B, Deschenes MR, Franklin BA, Lamonte MJ, Lee IM, Nieman DC, 
Swain DP; American College of Sports Medicine.
Intensità dell’esercizio 
Disabil Rehabil. 2011;33(19-20):1837-47 
Specific treatment of Prader-Willi syndrome through cyclical rehabilitation 
programmes. 
Grolla E, Andrighetto G, Parmigiani P, Hladnik U, Ferrari G, Bernardelle R, Lago MD, 
Albarello A, Baschirotto G, Filippi G, Lovato R, Dolcetta D. 
49 pazienti (21 femmine e 28 maschi) tardo-adolescenti e adulti con 
Sindrome di Prader-Willi. Cicli di riabilitazione residenziali, trimestrali, della 
durata di 4 settimane. Con dieta giornaliera di 1500 Kcal associata a prolungata 
attività fisica (6h 30'/die), psicomotricità, musicoterapia, attività 
educativo/occupazionali e ricreative. 
Conclusione: cicli di riabilitazione intensiva (esercizi di resistenza) hanno 
determinato una significativa perdita di peso (i soggetti con SPW presentano un 
consumo calorico ridotto di circa il 20% rispetto agli obesi generici
Intensità dell’esercizio 
Un programma riabilitativo in soggetti 
con PWS con dieta di 1.200 calorie, 
comprendente un training per l’equilibrio 
e propriocettivo a domicilio per 6 mesi 
(30 minuti / 2 volte settimana) dopo una 
fase intensiva ospedaliera di 2 settimane 
non produceva nessun beneficio clinico 
(casistica ridotta) 
Un programma riabilitativo in soggetti con 
PWS con dieta di 1.200 calorie, 
comprendente un training per l’equilibrio e 
propriocettivo a domicilio per 6 mesi (30 
minuti / 2 volte settimana) dopo una fase 
intensiva ospedaliera di 2 settimane 
risultava un’efficace strategia terapeutica 
contro la debolezza muscolare e l’alterato 
pattern motorio della deambulazione
ESERCIZIO ECCENTRICO 
Tendinopatia 
Porta ad una normalizzazione della struttura tendinea con riallineamneto delle 
fibre collagene, riduzione della neovascolarizzazione, dello spessore del tendine 
e delle aree ipoecogene (esame ecografico) 
Ohber L, Knee Surg Sport 2001 
Tipo di esercizio
Strumenti per 
esercizio fisico
Trattamento idrochinesiterapico 
 Esercizi in assenza di gravità / gravità modulabile 
Nei primi giorni di allenamento si può osservare un incremento della 
sintomatologia dolorosa 
 - Supini 
 - In Acqua 
 Esercizi a resistenza progressiva in arco di movimento non doloroso 
 Esercizi propriocettivi 
 Utilizzo di ausili appropriati (bastone, bendaggi, busti, ecc…) 
 Aumento del ritorno venoso e linfatico
OBESITÀ E PROBLEMI RESPIRATORI 
Elementi per la riabilitazione 
• Ridotta compliance dei muscoli respiratori 
• Aumento costo energetico respiratorio 
• Ridotta forza dei muscoli inspiratori ed espiratori 
• Escursione diaframmatica ridotta 
• > Fatica Muscolare 
 Gourash LM, et al. 2006 Inpatient crisis intervention for persons with 
Prader-Willi syndrome. In: Butler MG, Lee PDK, Whitman BY, eds. 
Management of Prader-Willi syndrome. 3rd ed. New York: Springer; 
 A. Lissoni – Riabilitazione respiratoria
Onde d’urto: onda acustica che si caratterizza per un valore di 
pressione che passa, nell’arco di pochi nanosecondi, 
dalla pressione atmosferica ad un picco massimo. 
Stimolo sovraliminare
Onde d’urto –Tendinopatie 
 Stimolazione della proliferazione cellulare mediante l’aumento della produzione fattori di crescita 
(IGF-1, TGF-b) 
 Modificazione della permeabilità della membrana cellulare 
 Stimolazione degli osteoblasti 
 Stimolazione angiogenetica intratissutale 
 Reclutamento e differenziazione di cellule staminali 
 Produzione di fattori di crescita 
 … 
VetranoM et al. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc 2011 
Chen YJ et al. J Ortop Res 2004 
DUOLITH® SD1 »T-Top«
TRATTAMENTO CON VIBRAZIONI MECCANO-SONORE 
Le vibrazioni determinano un susseguirsi di contrazioni concentriche 
ed eccentriche di piccola ampiezza (Rittweger e coll., 2001) 
Le vibrazioni possono produrre potenziamenti plastici della rete 
propriocettiva utilizzando stimoli meccanici (Wolpaw JR, Tennissen AM. 
Ann Rev Neurosci 2001) 
Sede di azione delle vibrazioni 
• fusi neuro-muscolari 
• corpuscoli del Pacini 
• corpuscoli di Meissner 
• meccanocettori a lento adattamento localizzati nel derma, corrispondono 
ai dischi di Merkel o SA-1 (Slow Adaptation1)
TERAPIA VIBRATORIA 
EFFETTO DELLE VIBRAZIONI SU 
MUSCOLI E TENDINI 
EFFETTO DELLE VIBRAZIONI SUI 
MUSCOLI 
Attivazione dei recettori dei fusi 
neuromuscolari, sia a livello del 
complesso muscolo-tendineo 
direttamente sollecitato, che dei gruppi 
muscolari adiacenti (con frequenze 
comprese tra 10-200 Hz) 
(Hagbarth e Eklund, 1985; Seidel, 1988) 
Favorisce un aumento del reclutamento 
delle unità motorie tramite 
un’attivazione dei fusi neuromuscolari 
ed i pattern di attivazione polisinaptici 
(Hagbarth e Eklund, 1996) 
De Gail e coll., 1996)
STIMOLAZIONE CEREBRALE 
E’ una metodica di stimolazione cerebrale non invasiva a bassa intensità di 
corrente volta a modulare in senso INIBITORIO o FACILITATORIO l’attività neuronale 
Stimolazione elettrica 
transcranica 
Stimolazione 
magnetica 
transcranica (TMS) 
Stimolatori elettrici 
BrainSTIM 
Fatica muscolare, dolore, …
CONCLUSIONE 
 Scarse evidenze sul percorso riabilitativo idoneo (tipo, 
frequenza, intensità, ecc.) 
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tecnologie
GRAZIE 
PER L’ATTENZIONE

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Stefano Masiero. Le problematiche fisiatriche e la riabilitazione.

  • 1. Le problematiche fisiatriche e la riabilitazione S. Masiero U.O.C. Riabilitazione Ortopedica Università - Azienda Ospedaliera di Padova
  • 2. Sommario  Introduzione generale sulla riabilitazione  Aspetti di interesse riabilitativo in Sindrome di Prader-Willi  Aspetti riabilitativi  Conclusione
  • 3. RIABILITAZIONE Processo di soluzione dei problemi e di educazione nel corso del quale si porta una persona a raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, con la minor restrizione possibile delle sue scelte operative. Il processo riabilitativo coinvolge anche la famiglia del soggetto e quanti sono a lui vicini. Di conseguenza, il processo riabilitativo riguarda, oltre che aspetti strettamente clinici anche aspetti psicologici e sociali. Linee-guida del Ministro della Sanità per le attività di riabilitazione - (in GU 30 maggio 1998, n. 124) Piano di Indirizzo per La Riabilitazione , 2011
  • 4. RIABILITAZIONE GLOBALE: Interazione di 2 modelli ICF Stati di salute Stati correlati alla salute Modello medico: Medicina Riabilitativa Modello sociale: Riabilitazione sociale interventi interventi Interventi volti a rispondere ai bisogni sanitari Interventi atti a rispondere ai bisogni sociali (permettere al soggetto la massima partecipazione alla vita sociale ed economica, con la minor restrizione delle sue scelte operative)
  • 5. Ministero della Salute, 2011 LA RIABILITAZIONE…OGGI: …dall’ erogazione di una “pillola” o prestazione…riabilitazione d’organo …alla vera “presa in carico globale” Piano di indirizzo per la Riabilitazione Modello Bio-Psico-Sociale (ICF) Governo clinico - Dipartimento di Riabilitazione Percorso Riabilitativo Unico- Rete di Riabilitazione Approccio interdisciplinare - Team riabilitativo Appropriatezza dei percorsi Coinvolgimento paziente e suoi familiari Creazione di nuove Unità dedicate Attività Fisica Adattata (AFA)
  • 6. INFERMIERE MEDICO FISIATRA FAMIGLIA AMICI PSICOLOGO ASSISTENTE SOCIALE OPERATORE SOCIOSANITARIO TEAM RIABILITATIVO  FISIOTERAPISTA  LOGOPEDISTA  TER. OCCUPAZIONALE  TECNICO ORTOPEDICO  BIOINGEGNERE  Ecc. PERSONA …...
  • 7. U.O.C. Riabilitazione Ortopedica (Recupero e Riabilitazione Funzionale) Come eravamo Come siamo
  • 8. U.O.C. Riabilitazione Ortopedica Dipartimento di Neuroscienze Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa Università degli Studi di Padova
  • 9. Strumentazione del nostro Laboratorio di Gait Analysis Modulo di analisi cinematica comprensivo di 10 telecamere optoelettroniche ad infrarossi 2 piattaforme di forza tri-assiali con amplificatore analogico e cavo dimensioni 600x400x100. Modulo di videocontrollo completo di 3 TVC colori pilotabili direttamente dal sistema centrale e sincronizzate automaticamente con tutto il laboratorio Sistema per effettuare l’elettromiografia dinamica con 16 canali e frequenza di campionamento di 1KHz per ogni canale. Comunicazione con il sistema centrale con protocollo certificato 802.11b (WI-FI standard) Sistema portatile wireless per l’analisi baropodometrica con solette a sensori capacitivi per la misurazione delle pressioni tra i piedi e le scarpe 2 piattaforme baropodometriche per l'acquisizione e la valutazione della distribuzione di pressione del piede in statica e dinamica
  • 10. Soggetti con PWS hanno una riduzione della forza muscolare comparata con soggetti con obesità simile (BMI) non su base genetica, inclusi i mm del torace. La debolezza muscolare è alla base della precoce fatica muscolare e riduzione dell’attività motoria [Capodaglio et al. BMC Musculoskelet Disord 2009] Soggetti con PWS ha ridotto controllo dell’equilibrio Vs soggetti con obesità non geneticamente indotta con aumentato rischio di caduta [Capodaglio P, et al. Research in Developmental Disabilities 2010] Soggetti con PWS hanno un pattern deambulatorio alterato differente rispetto ai soggetti obesi a parità di BMI non su base genetica. [Vismara L, et al. Journal of NeuroEngineering and Rehabilitation 2007]
  • 11. Non chiaro quanto il problema muscolare sia legato ad alterazioni corticali / alterazioni muscolari o correlate alla sindrome da disuso
  • 12. TESSUTO ADIPOSO  Leptina:  Livello ematico aumentato in patologie degenerative cartilaginee o osteo-tendinee > se alto BMI  Probabilmente contrasta la proliferazione condrocitaria, induce la produzione di IL-1b e l’espressione di MMP-9 e MMP-13 (≈ citochina pro-infiammatoria per tessuto cartilagineo)  L’effetto metabolico della leptina associato al sovraccarico meccanico (con attivazione dei meccano-recettori sulla superficie condrocitaria), possono essere concause nello sviluppo dell’osteoartrosi precoce Dumond H, et al. Arthritis Rheum 2003 Simopoulou T, et al. Cartilage 2007
  • 13. OSTEOARTROSI Interessa tutte le componenti articolari:  CARTILAGINE  MEMBRANA SINOVIALE  OSSO SUBCONDRALE  LIQUIDO SINOVIALE Frizziero L, 1991
  • 14. OSTEOARTROSI Manifestazioni Cliniche:  DOLORE  RIGIDITA’  LIMITAZIONE FUNZIONALE Dieppe, 2006
  • 15. ALTERAZIONI A CARICO DEI TESSUTI MOLLI Tessuto muscolare Sarcopenia  Diminuzione della massa magra con contemporaneo aumento relativo del tessuto adiposo totale con deposizione di grasso all’interno del tessuto muscolare Waters DL and Baumgartner, RN. Clin GeriatrMed 2011 Stenholm S,, et al. Curr Opin Clin NutrMetab Care 2008 Donini LM, et al. PLoS One 2013
  • 16. ALTERAZIONI A CARICO DEI TESSUTI MOLLI Tendini  Sovrappeso e obesità sono fattori di rischio per lo sviluppo di tendinopatie  Diversi studi hanno dimostrato come le tendinopatie siano più frequenti nei soggetti obesi o in sovrappeso  I tendini “portanti”, come il tendine d’Achille, il Patellare ed i tendini della Fascia Plantare, sono quelli maggiormente coinvolti  Anche i tendini non “portanti”, come quelli della cuffia dei rotatori e del gomito, possono essere interessati da segni di tendinopatia Gaida JE, et al. Disabil Rehabil. 2008 Holmes GB and Lin J. Foot Ankle Int. 2006
  • 17. TENDINOPATIA  Nei soggetti con obesità vi sono persistenti elevati livelli di Prostaglandina E2 e Leucotriene B4 che contribuiscono ad alimentare uno stato di infiammazione cronica dannoso per il tessuto tendineo Conde J, et al. Ann Rheum Dis 2011 Battery L, Maffulli N. Sports Med Arthrosc 2011
  • 18. FISIOPATOLOGIA DELLA TENDINOPATIA Modificazione delle fibre collagene e della matrice extracellulare in risposta a stress da sovraccarico:  Degenerazione delle fibre collagene con disorientamento ed assottigliamento  Aumento della degradazione del collagene rispetto alla sintesi  Aumento dei GAG interfibrillari  Riduzione del contenuto di collagene di tipo I  Aumento del contenuto di collagene di tipo III  Alterazione della vascolarizzazione Battery L, Maffulli N. Sports Med Arthrosc 2011
  • 19. ASPETTI DI INTERESSE RIABILITATIVO in Sindrome di Prader-Willi  Apparato muscolo-scheletrico  Osteoartrosi  Alterazioni a carico della colonna vertebrale (scoliosi vertebrale)  Alterazioni a carico dei tessuti molli  Osteoporosi (Riduzione della attività motoria)  Alterazione della stabilità posturale in statica e dinamica  Tendinopatia  Ipotonia – Sarcopenia - Fatica  Apparato respiratorio  Linfedema Anandacoomarasamy A, et al. Int J Obes (Lond) 2008
  • 20. RIABILITAZIONE in PWS Non percorsi riabilitativi condivisi! L’intervento riabilitativo deve avere carattere di Multi-Interdisciplinarietà
  • 21. Rete assistenziale Il progetto terapeutico - riabilitativo del soggetto deve articolarsi su servizi/strutture di:  I livello: Ambulatoriale  II livello: Riabilitazione intensiva / day hospital, day service  quando il livello di gravità e comorbosità medica e/o psichiatrica dell’obesità è elevato  l’impatto sulla disabilità e sulla qualità di vita del paziente è significativo  gli interventi da mettere in atto diventano numerosi ed è opportuno concentrarli in tempi relativamente brevi secondo un progetto coordinato
  • 22. Trattamenti  Esercizio fisico  Terapie fisiche
  • 23. Obesità ed esercizio fisico (concetti generali) 1. L’allenamento di resistenza (aerobico) può ridurre la perdita di massa magra durante la restrizione calorica 2. L’attività fisica come terapia unica determina in valore assoluto un modesto incremento del dispendio energetico 3. L’attività fisica può determinare ampi benefici metobolici e psicologici generali (in relazione al tipo di esercizio: a secco o in acqua (Idrochinesiterapia) . W.J. Rejeski et al. N Engl J Med 2011; 364:1218-29
  • 24. Esercizio aerobico  Esercizio cardiovascolare (camminata sostenuta, cyclette – 40- 50 minuti 4-5 giorni alla settimana) a intensità progressiva  Esercizio di resistenza (programma di esercizi che coinvolgono gruppi di muscoli con frequenza di almeno 3 volte alla settimana: importante è il numero di ripetizioni e le pause non eccessivamente prolungate): 10-12 ripetizioni con intervalli di 2 -3 minuti con gruppi di ripetizioni i di almeno 10 sequenze (a secco o in acqua) Med Sci Sports Exerc. 2011. American College of Sports Medicine position stand. Quantity and quality of exercise for developing and maintaining cardiorespiratory, musculoskeletal, and neuromotor fitness in apparently healthy adults: guidance for prescribing exercise. Garber CE, Blissmer B, Deschenes MR, Franklin BA, Lamonte MJ, Lee IM, Nieman DC, Swain DP; American College of Sports Medicine.
  • 25. Intensità dell’esercizio Disabil Rehabil. 2011;33(19-20):1837-47 Specific treatment of Prader-Willi syndrome through cyclical rehabilitation programmes. Grolla E, Andrighetto G, Parmigiani P, Hladnik U, Ferrari G, Bernardelle R, Lago MD, Albarello A, Baschirotto G, Filippi G, Lovato R, Dolcetta D. 49 pazienti (21 femmine e 28 maschi) tardo-adolescenti e adulti con Sindrome di Prader-Willi. Cicli di riabilitazione residenziali, trimestrali, della durata di 4 settimane. Con dieta giornaliera di 1500 Kcal associata a prolungata attività fisica (6h 30'/die), psicomotricità, musicoterapia, attività educativo/occupazionali e ricreative. Conclusione: cicli di riabilitazione intensiva (esercizi di resistenza) hanno determinato una significativa perdita di peso (i soggetti con SPW presentano un consumo calorico ridotto di circa il 20% rispetto agli obesi generici
  • 26. Intensità dell’esercizio Un programma riabilitativo in soggetti con PWS con dieta di 1.200 calorie, comprendente un training per l’equilibrio e propriocettivo a domicilio per 6 mesi (30 minuti / 2 volte settimana) dopo una fase intensiva ospedaliera di 2 settimane non produceva nessun beneficio clinico (casistica ridotta) Un programma riabilitativo in soggetti con PWS con dieta di 1.200 calorie, comprendente un training per l’equilibrio e propriocettivo a domicilio per 6 mesi (30 minuti / 2 volte settimana) dopo una fase intensiva ospedaliera di 2 settimane risultava un’efficace strategia terapeutica contro la debolezza muscolare e l’alterato pattern motorio della deambulazione
  • 27. ESERCIZIO ECCENTRICO Tendinopatia Porta ad una normalizzazione della struttura tendinea con riallineamneto delle fibre collagene, riduzione della neovascolarizzazione, dello spessore del tendine e delle aree ipoecogene (esame ecografico) Ohber L, Knee Surg Sport 2001 Tipo di esercizio
  • 29. Trattamento idrochinesiterapico  Esercizi in assenza di gravità / gravità modulabile Nei primi giorni di allenamento si può osservare un incremento della sintomatologia dolorosa  - Supini  - In Acqua  Esercizi a resistenza progressiva in arco di movimento non doloroso  Esercizi propriocettivi  Utilizzo di ausili appropriati (bastone, bendaggi, busti, ecc…)  Aumento del ritorno venoso e linfatico
  • 30. OBESITÀ E PROBLEMI RESPIRATORI Elementi per la riabilitazione • Ridotta compliance dei muscoli respiratori • Aumento costo energetico respiratorio • Ridotta forza dei muscoli inspiratori ed espiratori • Escursione diaframmatica ridotta • > Fatica Muscolare  Gourash LM, et al. 2006 Inpatient crisis intervention for persons with Prader-Willi syndrome. In: Butler MG, Lee PDK, Whitman BY, eds. Management of Prader-Willi syndrome. 3rd ed. New York: Springer;  A. Lissoni – Riabilitazione respiratoria
  • 31. Onde d’urto: onda acustica che si caratterizza per un valore di pressione che passa, nell’arco di pochi nanosecondi, dalla pressione atmosferica ad un picco massimo. Stimolo sovraliminare
  • 32. Onde d’urto –Tendinopatie  Stimolazione della proliferazione cellulare mediante l’aumento della produzione fattori di crescita (IGF-1, TGF-b)  Modificazione della permeabilità della membrana cellulare  Stimolazione degli osteoblasti  Stimolazione angiogenetica intratissutale  Reclutamento e differenziazione di cellule staminali  Produzione di fattori di crescita  … VetranoM et al. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc 2011 Chen YJ et al. J Ortop Res 2004 DUOLITH® SD1 »T-Top«
  • 33. TRATTAMENTO CON VIBRAZIONI MECCANO-SONORE Le vibrazioni determinano un susseguirsi di contrazioni concentriche ed eccentriche di piccola ampiezza (Rittweger e coll., 2001) Le vibrazioni possono produrre potenziamenti plastici della rete propriocettiva utilizzando stimoli meccanici (Wolpaw JR, Tennissen AM. Ann Rev Neurosci 2001) Sede di azione delle vibrazioni • fusi neuro-muscolari • corpuscoli del Pacini • corpuscoli di Meissner • meccanocettori a lento adattamento localizzati nel derma, corrispondono ai dischi di Merkel o SA-1 (Slow Adaptation1)
  • 34. TERAPIA VIBRATORIA EFFETTO DELLE VIBRAZIONI SU MUSCOLI E TENDINI EFFETTO DELLE VIBRAZIONI SUI MUSCOLI Attivazione dei recettori dei fusi neuromuscolari, sia a livello del complesso muscolo-tendineo direttamente sollecitato, che dei gruppi muscolari adiacenti (con frequenze comprese tra 10-200 Hz) (Hagbarth e Eklund, 1985; Seidel, 1988) Favorisce un aumento del reclutamento delle unità motorie tramite un’attivazione dei fusi neuromuscolari ed i pattern di attivazione polisinaptici (Hagbarth e Eklund, 1996) De Gail e coll., 1996)
  • 35. STIMOLAZIONE CEREBRALE E’ una metodica di stimolazione cerebrale non invasiva a bassa intensità di corrente volta a modulare in senso INIBITORIO o FACILITATORIO l’attività neuronale Stimolazione elettrica transcranica Stimolazione magnetica transcranica (TMS) Stimolatori elettrici BrainSTIM Fatica muscolare, dolore, …
  • 36. CONCLUSIONE  Scarse evidenze sul percorso riabilitativo idoneo (tipo, frequenza, intensità, ecc.)  Multidisciplinarietà è necessaria  In futuro un ruolo interessante con le nuove tecnologie