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Proteina Gs alpha come
biomarker per la depressione

        Sabina Bucciarelli
            30/03/2012
Nonostante decenni di ricerca, le basi biologiche della
  depressione non sono note, e gli obiettivi molecolari
  e cellulari del trattamento antidepressivo rimangono
  sfuggenti.

Alcuni ricercatori dell’UIC (University of Illinois
   at Chicago) College of Medicine ed in particolare del
   dipartimento di Physiology and Biophysics hanno
   scoperto che un cambiamento nella posizione di una
   proteina nel cervello potrebbe fungere
   da biomarker per la depressione.

La proteina oggetto di studio è una proteina di
   membrana la Gs alpha implicata nella trasmissione
   degli impulsi nervosi, ed importante modulatore del
   segnale per la serotonina.
Gs Alpha



Le proteine G sono un sottogruppo di
una superfamiglia di GTP asi.
Possiamo distinguere due ampie
classi di GTPasi: le GTPasi
monomeriche e le proteine G
eterotrimeriche, costituite cioè da tre
subunità proteiche. Le subunità α, β e
γ vengono divise generalmente in
subunità α e complesso βγ, agendo
quest'ultimo come un'unità. Queste
proteine sono direttamente associate a
recettori di membrana, conosciuti
come recettori serpentina o recettori
collegati a proteine G.
Nello stato inattivo la subunità α lega
  GDP ed è strettamente legata al
  complesso βγ. Il legame di una
  molecola segnale con il recettore ne
  provoca un'alterazione
  conformazionale, che si riflette
  direttamente sulla subunità α che a
  sua volta cambia conformazione. Il
  cambiamento conformazionale
  determina una dissociazione della
  subunità α dal complesso βγ, per
  sostituire poi il GDP legato con un
  GTP assumendo così lo stato attivo.
Il Prof. Mark Rasenick, professore emerito dell’UIC di fisiologia e
    biofisica insieme alla sua equipe ha scoperto che la Gs alpha è
    disposta in modo anomalo sulla membrana delle cellule dei pazienti
    depressi e quindi funziona di meno, impedendo il corretto passaggio
    del segnale.

La Gs alpha si muove liberamente nelle membrane di pazienti normali,
   permettendo la trasmissione del segnale, cosa che non si verifica
   nelle persone con problemi di depressione.
La proteina Gs Alpha, sulla superficie delle cellule dei pazienti depressi
   è intrappolata in una 'palude' detta raft lipido (fig) di molecole di
   grasso e non può interagire con la serotonina. La viscosità della
   membrana può modificare lo stato delle Gs,un aumento
   (colesterolo, lipidi) diminuisce la mobilità o fluidità, e quindi la Gs
   rimane intrappolata.
La stabilità dell’umore è influenzata dalla perdita
  della fluidità della membrana, si perde la
  comunicazione tra le cellule, quindi si verificano
  fenomeni depressivi.

E’ stato inoltre dimostrato (M.Rasenick) che la Gs
  riprende la sua normale funzionalità dopo
  trattamenti antidepressivi che ripristinano la
  fluidità della membrana.
Nel recente studio patrocinato dalla Regione Marche, condotto negli
  Stati Uniti, presso il laboratorio del prof. Mark Rasenick, sono stati
  analizzati campioni di sangue, in particolare si è quantificata la Gs
  nelle membrane piastriniche.

E’ noto che esistono delle strette correlazioni enzimatiche, metaboliche
   e similitudini fra le piastrine e le cellule nervose.
   Molto verosimilmente perché le piastrine possiedono caratteristiche
   molto simili s’ipotizzano come derivate dallo stesso foglio
   embrionale del neurone.

Per tali motivi le piastrine da qualche tempo considerate dei markers
  biologici in psichiatria, vengono anche chiamate “neuroni circolanti”
  o “ambasciatrici del cervello” e potrebbero offrire un rilevante
  vantaggio nella comprensione della neurofisiologia di vari disordini
  psichiatrici.
Nel nostro studio sono state coinvolte diverse
 tipologie di pazienti per un totale di 92 campioni:
Estrazione Gs alpha
Separazione dei globuli rossi dalle piastrine,
  campioni conservati a -20°C
Tecnica del western blot
• Per analizzare i livelli di proteina
  Gs alpha abbiamo utilizzato la
  tecnica del western blot. Una
  tecnica in cui le proteine sono
  separate mediante elettroforesi su
  gel e successivamente trasferite
  su un supporto (membrana o
  filtro). Successivamente una
  specifica proteina viene
  identificata mediante la sua
  reazione specifica con un
  anticorpo.
Fasi di un western blot
Prima fase: elettroforesi su gel.
Le proteine sono separate in base alla dimensione
Terza fase: saturazione o “blocking”.
Per saturare i siti idrofobici liberi sulla membrana (BSA)


Quarta fase: legame dell’anticorpo primario.
Quinta fase: legame dell’anticorpo
 secondario.
A cosa serve il western blot?
 Quanta proteina di interesse c’è
                                                                                                     Proteina di
                                                                                                     interesse


50                                                                                                   Gs monoclonal
37
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                             A7114
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Conclusioni

Si potrebbe ,quindi, con una semplice analisi
   del sangue, provare a diagnosticare una
    sindrome depressiva. Utilizzare questo
  come ulteriore strumento per avvalorare le
        diagnosi mediche psichiatriche.

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Sabina Bucciarelli

  • 1. Proteina Gs alpha come biomarker per la depressione Sabina Bucciarelli 30/03/2012
  • 2. Nonostante decenni di ricerca, le basi biologiche della depressione non sono note, e gli obiettivi molecolari e cellulari del trattamento antidepressivo rimangono sfuggenti. Alcuni ricercatori dell’UIC (University of Illinois at Chicago) College of Medicine ed in particolare del dipartimento di Physiology and Biophysics hanno scoperto che un cambiamento nella posizione di una proteina nel cervello potrebbe fungere da biomarker per la depressione. La proteina oggetto di studio è una proteina di membrana la Gs alpha implicata nella trasmissione degli impulsi nervosi, ed importante modulatore del segnale per la serotonina.
  • 3. Gs Alpha Le proteine G sono un sottogruppo di una superfamiglia di GTP asi. Possiamo distinguere due ampie classi di GTPasi: le GTPasi monomeriche e le proteine G eterotrimeriche, costituite cioè da tre subunità proteiche. Le subunità α, β e γ vengono divise generalmente in subunità α e complesso βγ, agendo quest'ultimo come un'unità. Queste proteine sono direttamente associate a recettori di membrana, conosciuti come recettori serpentina o recettori collegati a proteine G.
  • 4. Nello stato inattivo la subunità α lega GDP ed è strettamente legata al complesso βγ. Il legame di una molecola segnale con il recettore ne provoca un'alterazione conformazionale, che si riflette direttamente sulla subunità α che a sua volta cambia conformazione. Il cambiamento conformazionale determina una dissociazione della subunità α dal complesso βγ, per sostituire poi il GDP legato con un GTP assumendo così lo stato attivo.
  • 5. Il Prof. Mark Rasenick, professore emerito dell’UIC di fisiologia e biofisica insieme alla sua equipe ha scoperto che la Gs alpha è disposta in modo anomalo sulla membrana delle cellule dei pazienti depressi e quindi funziona di meno, impedendo il corretto passaggio del segnale. La Gs alpha si muove liberamente nelle membrane di pazienti normali, permettendo la trasmissione del segnale, cosa che non si verifica nelle persone con problemi di depressione.
  • 6. La proteina Gs Alpha, sulla superficie delle cellule dei pazienti depressi è intrappolata in una 'palude' detta raft lipido (fig) di molecole di grasso e non può interagire con la serotonina. La viscosità della membrana può modificare lo stato delle Gs,un aumento (colesterolo, lipidi) diminuisce la mobilità o fluidità, e quindi la Gs rimane intrappolata.
  • 7. La stabilità dell’umore è influenzata dalla perdita della fluidità della membrana, si perde la comunicazione tra le cellule, quindi si verificano fenomeni depressivi. E’ stato inoltre dimostrato (M.Rasenick) che la Gs riprende la sua normale funzionalità dopo trattamenti antidepressivi che ripristinano la fluidità della membrana.
  • 8. Nel recente studio patrocinato dalla Regione Marche, condotto negli Stati Uniti, presso il laboratorio del prof. Mark Rasenick, sono stati analizzati campioni di sangue, in particolare si è quantificata la Gs nelle membrane piastriniche. E’ noto che esistono delle strette correlazioni enzimatiche, metaboliche e similitudini fra le piastrine e le cellule nervose. Molto verosimilmente perché le piastrine possiedono caratteristiche molto simili s’ipotizzano come derivate dallo stesso foglio embrionale del neurone. Per tali motivi le piastrine da qualche tempo considerate dei markers biologici in psichiatria, vengono anche chiamate “neuroni circolanti” o “ambasciatrici del cervello” e potrebbero offrire un rilevante vantaggio nella comprensione della neurofisiologia di vari disordini psichiatrici.
  • 9. Nel nostro studio sono state coinvolte diverse tipologie di pazienti per un totale di 92 campioni:
  • 10. Estrazione Gs alpha Separazione dei globuli rossi dalle piastrine, campioni conservati a -20°C
  • 11. Tecnica del western blot • Per analizzare i livelli di proteina Gs alpha abbiamo utilizzato la tecnica del western blot. Una tecnica in cui le proteine sono separate mediante elettroforesi su gel e successivamente trasferite su un supporto (membrana o filtro). Successivamente una specifica proteina viene identificata mediante la sua reazione specifica con un anticorpo.
  • 12. Fasi di un western blot Prima fase: elettroforesi su gel. Le proteine sono separate in base alla dimensione
  • 13.
  • 14. Terza fase: saturazione o “blocking”. Per saturare i siti idrofobici liberi sulla membrana (BSA) Quarta fase: legame dell’anticorpo primario.
  • 15. Quinta fase: legame dell’anticorpo secondario.
  • 16.
  • 17. A cosa serve il western blot? Quanta proteina di interesse c’è Proteina di interesse 50 Gs monoclonal 37 A7100 A7114 A7100 A7114 B7100 B7114 B7100 B7114 B7100 B7114 B7100 B7114
  • 18. Conclusioni Si potrebbe ,quindi, con una semplice analisi del sangue, provare a diagnosticare una sindrome depressiva. Utilizzare questo come ulteriore strumento per avvalorare le diagnosi mediche psichiatriche.