24. R. Villano “Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum. Storia, spiritualità e sovranità nelle tradizioni e nella modernità del Sovrano Militare Ordine di Malta” con presentazione di Mons. Prof. Raffaele Ferriero, Penitenziere del Duomo di Napoli e Rettore della Chiesa di San Ferdinando di Napoli; con il patrocinio dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria e di Chiron dpt Hystart. Secondo S.E. Ven. Balì Gran Croce di Giustizia Fra’ Franz VON LOBSTEIN, già Gran Priore di Roma e Membro del Sovrano Consiglio del Sovrano Militare Ordine di Malta, “il libro si distingue per approfondita informazione e scorrevolezza di esposizione”. Apprezzato da numerose Autorità civili, religiose e melitensi, tra cui: il Capo dello Stato, il Santo Padre, S.A. E.ma il Principe e Gran Maestro del SMOM, vari regnanti d’Europa e Alti Prelati. È in varie prestigiose istituzioni governative, scientifiche, storiche, professionali, in molti Istituti Italiani di Cultura, in diverse istituzioni religiose, pontificie e vaticane, in molte Biblioteche specialistiche, civiche e nazionali in Italia e all’estero, tra cui: Città del Vaticano; Casa de la Zarzuela, Madrid-Spagna. (Digitall, pag. 335, 1^ edizione feb 2008; 2^ ed. Pergamena, mar 2008; 3^ ed., pag. 360, Pergamena, dic 2008; 4^ ed., ISBN 978-88-904235-43, LCC DG 831, CDD 900 VIL tui 2008, pp. 390, Pergamena, ott 2009);
3. 5
L’autore si vale della circostanza della pubblicazione
di questo volume per rendere onore:
a Sua Altezza Eminentissima Fra’ Matthew Festing
settantanovesimo Principe e Gran Maestro.
6. 11
“Si sente dire che un nuovo genere di cavalieri è apparso sulla terra
e proprio in quei medesimi luoghi visitati da Colui che incarnatosi,
come il sole ad oriente si leva in alto”
“Un nuovo genere di cavalieri, dico,
che le età precedenti non hanno conosciuto
e che infaticabile conduce una lotta parallela
sia contro la carne e il sangue
sia contro gli spiriti maligni sparsi nell’aria”
“Fanno a gara nell’onorarsi a vicenda,
si sollevano reciprocamente dalle fatiche,
per compiere così la Legge di Cristo”
Bernardo di Chiaravalle
7. 13
INDICE
Presentazione 43
Prefazione 45
Storia 47
Le origini gerosolimitane 49
Il periodo di Acri 54
L’epoca cipriota 56
Il governo rodiense 58
L’epopea maltese 68
Le vicende di transizione 77
L’approdo romano 80
L’epoca contemporanea 83
Struttura e ordinamento 89
Caratteristiche e finalità 91
Organi di governo 95
Organi ecclesiastici 101
Ordinamento giuridico 104
Carta Costituzionale 106
Strutture ed Enti governativi 114
Gran Priorati 120
Corpo di Soccorso Internazionale 122
Ecom 124
Bandiere e Stemmi 126
Aspetti religiosi e dimensione ecclesiale 129
Carattere religioso 131
Dimensioni ecclesiali 136
L’impegno: Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum 138
Pellegrinaggi 143
Cenni di magistero pontificio 145
San Giovanni Battista Patrono dell’Ordine 156
Le Reliquie dell’Ordine 160
La Madonna di Filermo 161
Beati e Santi dell’Ordine 162
Preghiere melitensi 175
Simbologia della Croce ottagona 159
Ceti e carattere nobiliare 177
I membri dell’Ordine 179
8. 14
Aspetti nobiliari 191
Carattere militare 195
Aspetti militari 197
Corpo militare 211
Aspetti socioculturali e tecnici 217
Aspetti sociali 219
Aspetti culturali 222
Aspetti urbanistici 224
Aspetti economici 226
Ordini illegittimi 231
Sovranità 239
Sovranità 241
Soggettività internazionale 243
Attività 245
Attività diplomatica 247
Attività internazionale 265
Attività sanitaria 279
Attività sociale 300
Eroi melitensi 318
Strutture italiane 321
Acismom 323
Ospedale San Giovanni Battista 325
Cisom 328
Statuto Acismom 342
Regolamento Cisom 347
Norme di applicazione Cisom 352
Appendice 357
Cronologia dei Gran Maestri e dei Luogotenenti 359
Gran Priorati e Sottopriorati con data di fondazione 362
Successione dei Gran Priori di Roma 363
Successione dei Gran Priori di Lombardia e Venezia 368
Successione dei Gran Priori di Napoli e Sicilia 371
Indirizzi 372
Presidenti Acismon 380
Onorificenze melitensi 381
Gerarchia melitense essenziale 382
Libri consigliati sull’Ordine di Malta 383
17. 403
“Non mi importa della tua pelle,
non mi curo del tuo credo religioso,
non mi curo della tua fede politica.
Solo ti chiedo: qual’è la tua sofferenza?”
Albert Schweitzer,
missionario laico di Lambarené
19. 77
VI. La Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le altre potenze d’Europa
affinchè esse mantengano, per i Cavalieri della loro Nazione, l’esercizio sui beni
dell’Ordine di Malta nei loro Stati.
VII. I Cavalieri conserveranno le proprietà che possiedono nell’isola di Malta e Gozo a titolo
di proprietà personale.
VIII. Gli abitanti delle isole di Malta e Gozo continueranno a godere, come nel passato, del
libero esercizio della religione cattolica e apostolica romana; conserveranno i privilegi
che possiedono; nonsaranno soggetti a nessun contributo straordinario.
IX. Tutti gli atti civili passati sotto il governo dell’Ordine saranno validi e avranno la loro
esecuzione.
Nel contempo, gli Stati Uniti d’America offrono terre e protezione all’Ordine.
Le vicende di transizione
Il Gran Maestro Fra’ Ferdinando von Hompesch, dopo essere stato costretto a firmare il trattato di
cessione dell’isola alla Francia, va in esilio a Trieste, sotto la protezione austriaca, stabilendovi la
Sede Provvisoria dell’Ordine tra l’indifferenza della popolazione il 27 luglio 1798.
Intanto i Priorati di Polonia e Russia consentono allo Zar Paolo I, che ha già intentato delle trattative
con il Gran Maestro de Rohan-Pulduc, di concludere un accordo per porre l’Ordine sotto il palese
protettorato russo teso, in effetti, ad impadronirsi dei beni dei Giovanniti. Conseguentemente, il 6
settembre 1798 il Gran Maestro von Hompesch è deposto da un nutrito gruppo di Cavalieri
capeggiati dal Gran Priorato di Russia, con l’accusa di aver consegnato con troppa solerzia Malta alle
truppe napoleoniche, ed è nominato da un ridotto Capitolo il 7 novembre 1798 a San Pietroburgo lo
Zar di Russia Paolo I (1798-1801) che, però, benché riconosciuto dalla maggioranza dei Priorati
d’Europa come il LXXII Gran Maestro e pur continuando le maggiori potenze europee ad ospitare
le ambasciate giovannite, non riceve l’approvazione della Santa Sede (e non sarà mai confermato
dal Sommo Pontefice) in quanto è appartenente alla Chiesa Ortodossa e, quindi, è incompatibile con il
governo di un ordine religioso cattolico e, per giunta, è sposato.
Il contraccolpo degli effetti napoleonici è ovunque devastante per l’Ordine; il 6 marzo 1799, 16
ventoso dell’anno VII, il membro del Governo Provvisorio napoletano Cesare Paribelli (1763-
1847), tra i più attivi repubblicani, così scrive, tra l’altro, alla Deputazione Napoletana presso il
Direttorio di Parigi: “le commende di Malta si devono riguardare come di proprietà nazionale in
virtù della capitolazione stessa di Malta, che le dichiarava tali, coll’obbligo che fa la Francia,
d’interporre i suoi uffici presso le repubbliche amiche, affine che queste accordino sul di lei esempio
una pensione ai cavalieri, che vengono spogliati dei diritti ai beni dell’Ordine (57)
”.
Con la mediazione dell’Ammiraglio Orazio Nelson è organizzata una spedizione anglo-russo-
napoletana che al comando del Capitano Alessandro Giovanni Ball che cinge d’assedio l’isola di
_______________
(57) V. Cuoco, Saggio Storico della Rivoluzione Napoletana del 1799, introduzione e note di N. Cortese, Firenze, 1926, pag.
186 (cit. in: Alfredo D’Auria, L’Ordine di Malta nel Mezzogiorno d’Italia (1734-1913) - Melitensia 9 (monografia con l’alto
patrocinio del Gran Priore), Gran Priorato di Napoli e Sicilia del SMOM, Centro Studi Melitensi, Taranto - Palazzo
Ameglio, 2002, pag. 17.
20. 78
Malta che capitola per fame. Sloggiati i francesi, Nelson con straordinario tempismo, sollecita
presso il Gran Maestro ed Imperatore di tutte le Russie Paolo I una Croce di Onore per la sua amante
Emma ed una di Devozione gerosolimitana per il valoroso Ball, celando una accorta operazione
diplomatica: Ball, in effetti, assumendo la funzione di Governatore dell’arcipelago maltese con tale
decorazione si vede implicitamente riconosciuta la nomina dall’Ordine, già estromesso dal suo
dominio, e di conseguenza ciò consente alla Corona britannica il consolidamento dell’occupazione
militare di Malta e delle sue isole dipendenti. Il Magistero, in conseguenza di questa Croce tanto
leggermente accordata, immette il Ball nei ruoli dei suoi Cavalieri avallandone le operazioni e
trascurando di valutare sia che egli è un protestante che scarsamente considera non solo l’Ordine ma
anche il Pontefice sia che è e rimane un marinaio britannico non soggetto ad altri che al servizio della
Corona britannica. Con l’insediamento del Governatore Ball sull’Isola, è concesso ad un deputato
dell’Ordine di rimanere con l’ufficio di Conservatore dei registri, delle strutture e dell’Archivio
Generale dell’Ordine. In seguito a tali eventi lo Zar chiede a Londra la restituzione di Malta ai
Cavalieri ma Lodra si rifiuta. A questo punto lo Zar, anziché mobilitare la sua flotta e porre sotto
assedio l’isola, opta per un aleatorio sequestro di bastimenti inglesi ancora presenti nei porti del suo
Paese, non mettendo in crisi l’opzione strategica britannica di ampio respiro e, nel contempo,
portando a convinzione Re Ferdinando(58)
della definitiva perdita del suo possedimento maltese(59)
.
Nel 1800, dunque, gli inglesi instaurano il controllo su Malta per accordo con i francesi mentre Paolo
I reclama la restituzione del territorio all’Ordine ma, alla vigilia dello scoppio delle ostilità con
l’Inghilterra, lo Zar è assassinato e suo figlio Alessandro I rinuncia alla carica di Gran Maestro
auspicando sia restaurata la tradizionale sua elezione.
Sul piano strettamente diplomatico lo Zar di tutte le Russie si limita a nominare suo Luogotenente il
Balio Conte Nicola Soltykoff ritenendo, invece, per sé la carica di Gran Maestro sino alla tragica fine
per regicidio il 29 marzo 1801. Il figlio e successore Alessandro I, poi, decide di non assumere la
Dignità Magistrale di conserva con la Corona ed opta per la simbolica assunzione della veste di Gran
Protettore della Religione quale titolo puramente onorifico.
Il 25 marzo 1802 Francia e Inghilterra con il Trattato di Amiens stabiliscono il ritorno di Malta
sotto la sovranità dell’Ordine cosa che, invece, non accade; l’articolo 10 delle deliberazioni assunte al
Congresso di Amiens prevede la restituzione dell’arcipelago maltese all’Ordine a fronte della
soppressione delle Lingue francese ed inglese e la creazione di una Lingua maltese non vincolata alle
prove di nobiltà per l’appartenenza: una sorta di escamotage, in effetti, teso all’inaccettabile
infiltrazione di fatto dei cittadini “territoriali” nel corpus di quelli “istituzionali” e dalla tendenziale
potenzialità istitutrice di uno Stato promiscuo unico maltese caratterizzato dall’indistinguibilità
dell’originaria matrice peculiare melitense, ivi compresa quella religiosa.
Il 16 settembre 1802, sollevato dalla fine ingloriosa del Magistero scismatico delle Russie e nel
tentativo di restaurare il governo dell’Ordine, Papa Pio VII (1800-1823) eleva a 72° Gran Maestro
Fra’ Bartolomeo Ruspoli e, dopo sua rinuncia(60)
, con Breve del 9 febbraio 1803, Fra’ Giovanni
_______________
(58) A tal proposito è indicativa una lettera di Emma Hamilton, verosimilmente suggerita da Nelson, in cui si afferma: “Il Re
di Napoli può desiderare che né la Francia, né l’Inghilterra possegga Malta. Con la prima potenza egli perderebbe la
Sicilia, con la seconda potrebbe essere avviluppato da una guerra se la Francia e l’Inghilterra venissero ad una contesa, e
questo sarebbe, a mio credere il motivo razionale per il Re di Napoli di andare soggetto a gravi spese per possedere Malta.
Se nessuno di questi piani può effettuarsi, non abbiamo altra scelta che tenerci Malta”.
(59) Alfredo D’Auria, L’Ordine di Malta nel Mezzogiorno d’Italia (1734-1913) - Melitensia 9, pag. 19.
(60) Vissuta dai Cavalieri contemporanei (nell’assemblea convocata nella chiesa priorale dell’Ordine a Messina per la
seconda elezione) più come atto di viltà.
21. 79
Battista Tommasi (1803-1805) che stabilisce la sede a Messina, riconosciuta da tutti i Cavalieri e
dagli Stati (e senza alcuna reazione da parte dei cavalieri polacchi ignorati).
Giovan Battista Tommasi subito trasporta il Convento a Messina, ricostituisce a rigore di Statuti il
Consiglio; la sede scelta, sgradita agli inglesi, è interpretata come strategica per un rientro maltese e,
in effetti, il Gran Maestro si adopera prima di tutto per un ritorno dei Cavalieri di San Giovanni a
Malta e, dopo essersi scontrato con gli interessi francesi, inglesi e dello stesso Zar di Russia nel
Mediterraneo, progetta finanche uno sbarco dell’Ordine nelle isole joniche, strappate dai francesi ai
veneziani e recuperate dagli anglo-turchi.
Il 23 giugno 1804 il Gran Maestro Giovan Battista Tommasi, costretto dagli inglesi ad andar via
da Messina, si stabilisce a Catania ospite della bella dimora del Duca Caraci mentre il Convento e
il Tribunale sono sistemati nel Convento di Maria Santissima Nuova Luce.
Il 21 ottobre 1805 alla morte del Gran Maestro Fra’ Giovanni Battista Tommasi il Sacro Consiglio
designa a succedergli il Balio Fra’ Giuseppe Caracciolo di Santeramo ma il Pontefice Pio VII,
essendo venuta meno la sovranità e l’indipendenza della Religione cavalleresca costretta ad accettare
per grazia l’ospitalità di un Sovrano (che, tra l’altro le attribuiva parte delle responsabilità delle sue
disgrazie politiche e del dissanguamento dell’erario), per Lettera Apostolica differisce l’elezione del
Gran Maestro ed inaugura un lungo periodo di Luogotenenza. Il Luogotenente, in effetti,
rappresentando solo per un determinato periodo e non a vita la carica alla guida dell’Ordine, rimane
lo strumento migliore per condurlo sia verso situazioni giuridiche ed organizzative più stabili, per
aprire ad esso nuove possibilità di vita e di attività nel consesso dei soggetti internazionali(61)
. È
nominato Luogotenente Innico Maria Guevara Suardo, di principesca famiglia napoletana, che con
approvazione pontificia governa fino al 1814.
Ciò genera un serio dissidio tra tra il Caracciolo, la Sede Apostolica ed il vertice elettivo che cagiona
non poche amarezze al Guevara. L’esasperato Caracciolo, lasciata Catania con pochi suoi sostenitori,
si trasferisce a Messina dove, nonostante le fabbriche del Priorato siano ancora in riparazione per i
danni del terremoto del 1783, vi prende dimora proclamandosi legittimo Gran Maestro come da
elezione del Sacro Consiglio Compito. Si apre, così, un vero e proprio scisma che dura fino al 1806
sostenuto dalla Corte Napoletana e dalla Russia che riconoscono nel Caracciolo il vero Gran Maestro.
Il 3 novembre 1806 con decreto di Re Ferdinando si fa divieto all’Ordine ogni attività nel Regno
di Napoli e si fa confisca dei beni che in parte vanno al demanio ed in parte al neocostituito Ordine
delle Due Sicilie.
Nel 1807 dal Re di Svezia è offerta all’Ordine l’isola di Sotland nel Mar Baltico ma è rifiutata.
Il 21 ottobre 1807 Papa Pio VII con Breve conferma a Guevara-Soardo il titolo di Luogotenente
generale dell’Ordine e dichiara di voler ristabilire il Gran Maestro.
il 26 aprile 1814 il Consiglio di Stato, morto il Guevara-Soardo a Catania il 25 aprile, elegge
Luogotenente Andrea de Giovanni-Centelles, di cospicua e nobile famiglia messinese, ed il 25
giugno il Pontefice Pio VII conferma l’elezione.
Alle sedute dei Congressi di Vienna nel 1814, Aix-la Chapelle nel 1818 e di Verona nel 1822 i
rappresentanti dell’Ordine sono esclusi.
Nel 1814 al Congresso di Parigi si stabilisce in via definitiva la revoca del trasferimento
all’Ordine della sovranità territoriale di Malta e l’attribuzione dell’isola al pieno dominio della
Gran Bretagna. Ussia e Prussia siedono al tavolo della trattativa quali convitati di pietra: muti
testimoni di un’abilissima prevaricazione politica.
Con decreti del 19 settembre e 7 ottobre 1815 nonché del 6 maggio e 5 luglio 1816 Re Ferdinando
_______________
(61) F. Turriziani Colonna, ibid., pag. 65.
22. 80
di Napoli riconferma una sua volontà pacificatrice nei confronti della Luogotenenza del Magistero
dell’Ordine ed avvia un risarcimento parziale ad alcuni Cavalieri che hanno sofferto la confisca
delle loro Commende. I beni, però, restano comunque nell’amministrazione del Demanio Regio e,
quindi, la Luogotenenza, benché non se ne avvantaggi, trae pur sempre il beneficio della riscossione
delle responsioni (importanti per le esauste casse del Comun Tesoro) dai Cavalieri reintegrati(62)
.
Nel 1818 l’articolo 15 del Concordato tra Santa Sede e Governo delle Due Sicilie stabilisce che
nessun Ordine Monastico può essere definito soppresso nel Regno in assenza di placet congiunto
tra il Sovrano ed il Sommo Pontefice, correggendosi di fatto il divario esistenziale dell’Ordine tra
Sicilia e Napoli.
Nel 1821 dai Greci insorti contro i Turchi è offerta all’Ordine l’isola di Rodi ma non è accettata.
Nel 1822 al Congresso di Verona emerge l’orientamento a concedere all’Ordine una delle isole
Ionie.
Il 18 luglio 1823 è stipulato con il governo insurrezionale greco un trattato che prevede la cessione
all’Ordine delle isole di Rodi, Scarpanto e Strampalia. In epoche successive, poi, si sviluppano
trattative con il governo napoletano per la cessione dell’isola di Ponza mentre con l’Impero
austroungarico per la cessione di una delle isole dalmate.
Il 10 settembre 1825 l’erede di Re Ferdinando, Francesco, emette un Real Rescritto con cui è
disposto che per la nomina di nuovi Cavalieri occorre l’approvazione del Sovrano di Napoli e che
le Commende vacanti per la morte dei titolari devono essere trasferite al fisco.
Nel 1826 l’Ordine si trasferisce a Ferrara.
Nel gennaio 1832 la Corte Suprema nega l’effettiva esistenza dell’Ordine nelle Due Sicilie
perché disorganizzato, privo di sovranità territoriale e sfornito di soggettività giuridica. In effetti, ad
eccezione dell’Imperatore d’Austria, gli antichi Stati alleati decretano l’estinsione dell’Ordine e lo
stesso Luogotenente Antonio Brusca, convinto dell’inutilità della sua azione politica presso le
Cancellerie europee, dopo un drammatico Consiglio Compito fa pervenire al Papa una formale
richiesta di dichiarazione di abolizione dell’Ordine. Il sussessore Luogotenente Candida, invece,
eccellente tessitore di complesse trame delle diffidenti Cancellerie del tempo, accantonando ogni
pretesa su Malta, rafforza la presenza dell’Ordine nei pensieri del Papa e dell’Imperatore d’Austria
riuscendo ad ottenere da quest’ultimo l’apertura del Priorato di Venezia per la Lingua d’Italia e,
poco dopo, il ripristino dell’Ordine e l’apertura del Priorato nelle Due Sicilie(63)
.
L’approdo romano
Nel 1834 l’Ordine si trasferisce a Roma, in territorio pontificio.
Nel 1839 sono ricostituiti gli antichi Gran Priorati di Lombardia e di Venezia in un unico Gran
Priorato di Lombardia e Venezia con giurisdizione anche nei territori di Parma, Modena e Lucca,
con sede in Venezia.
_______________
(62) Alfredo D’Auria, L’Ordine di Malta nel Mezzogiorno d’Italia (1734-1913) - Melitensia 9 (monografia con l’alto
patrocinio del Gran Priore), Gran Priorato di Napoli e Sicilia del Sovrano Militare Ordine di Malta, Centro Studi Melitensi,
Taranto - Palazzo Ameglio, 2002, pag. 27.
(63) Con sede a Largo San Ferdinando n.48 (fino all’apertura nei locali messi a disposizione del Sovrano a San Giuseppe dei
Nudi) ed otto antiche Commende a beneficio dei più rappresentativi ed antichi Commendatori ancora viventi.