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L’autore si vale della circostanza della pubblicazione
di questo volume per rendere onore:
a Sua Altezza Eminentissima Fra’ Matthew Festing
settantanovesimo Principe e Gran Maestro.
9
10
Copia n. _____________
L’autore
__________________________
© Copyright Raimondo Villano
© Ricerche, elaborazioni, copertina a cura di Raimondo Villano.
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi,
fotocopie, microfilm o altro, senza il permesso scritto dell’editore.
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publisher.
Realizzazione editoriale: Prof. Dott. Maria Rosaria Giordano.
Redazione: mobile 338 59 60 222; e-mail: farmavillano@libero.it
Edizioni Chiron Found. - Hystart dpt.
© 2009 Fondazione Chiron, via Maresca 12, scala A - 80058 Torre Annunziata (Napoli)
Vendite: Prof. Dott. Annamaria Giordano mobile 347 61 71 669; e-mail: annamaria.g10@alice.it;
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Stampa EFFEGIBI.
Prima Edizione, febbraio 2008. Prima Ristampa, marzo 2008. Finito di scrivere il dodici gennaio 2008.
Seconda Edizione, aprile 2008. Finito di scrivere il venti marzo 2008.
Terza Edizione, dicembre 2008. Finito di scrivere il dieci settembe 2008.
Quarta Edizione, luglio 2009.
Finito di scrivere il 25 febbraio 2009.
Serie numerata.
Questo volume, privo del numero di serie e della firma dell’autore, è da ritenersi contraffatto.
ISBN 978-88-904235-43
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“Si sente dire che un nuovo genere di cavalieri è apparso sulla terra
e proprio in quei medesimi luoghi visitati da Colui che incarnatosi,
come il sole ad oriente si leva in alto”
“Un nuovo genere di cavalieri, dico,
che le età precedenti non hanno conosciuto
e che infaticabile conduce una lotta parallela
sia contro la carne e il sangue
sia contro gli spiriti maligni sparsi nell’aria”
“Fanno a gara nell’onorarsi a vicenda,
si sollevano reciprocamente dalle fatiche,
per compiere così la Legge di Cristo”
Bernardo di Chiaravalle
13
INDICE
Presentazione 43
Prefazione 45
Storia 47
Le origini gerosolimitane 49
Il periodo di Acri 54
L’epoca cipriota 56
Il governo rodiense 58
L’epopea maltese 68
Le vicende di transizione 77
L’approdo romano 80
L’epoca contemporanea 83
Struttura e ordinamento 89
Caratteristiche e finalità 91
Organi di governo 95
Organi ecclesiastici 101
Ordinamento giuridico 104
Carta Costituzionale 106
Strutture ed Enti governativi 114
Gran Priorati 120
Corpo di Soccorso Internazionale 122
Ecom 124
Bandiere e Stemmi 126
Aspetti religiosi e dimensione ecclesiale 129
Carattere religioso 131
Dimensioni ecclesiali 136
L’impegno: Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum 138
Pellegrinaggi 143
Cenni di magistero pontificio 145
San Giovanni Battista Patrono dell’Ordine 156
Le Reliquie dell’Ordine 160
La Madonna di Filermo 161
Beati e Santi dell’Ordine 162
Preghiere melitensi 175
Simbologia della Croce ottagona 159
Ceti e carattere nobiliare 177
I membri dell’Ordine 179
14
Aspetti nobiliari 191
Carattere militare 195
Aspetti militari 197
Corpo militare 211
Aspetti socioculturali e tecnici 217
Aspetti sociali 219
Aspetti culturali 222
Aspetti urbanistici 224
Aspetti economici 226
Ordini illegittimi 231
Sovranità 239
Sovranità 241
Soggettività internazionale 243
Attività 245
Attività diplomatica 247
Attività internazionale 265
Attività sanitaria 279
Attività sociale 300
Eroi melitensi 318
Strutture italiane 321
Acismom 323
Ospedale San Giovanni Battista 325
Cisom 328
Statuto Acismom 342
Regolamento Cisom 347
Norme di applicazione Cisom 352
Appendice 357
Cronologia dei Gran Maestri e dei Luogotenenti 359
Gran Priorati e Sottopriorati con data di fondazione 362
Successione dei Gran Priori di Roma 363
Successione dei Gran Priori di Lombardia e Venezia 368
Successione dei Gran Priori di Napoli e Sicilia 371
Indirizzi 372
Presidenti Acismon 380
Onorificenze melitensi 381
Gerarchia melitense essenziale 382
Libri consigliati sull’Ordine di Malta 383
15
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19
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403
“Non mi importa della tua pelle,
non mi curo del tuo credo religioso,
non mi curo della tua fede politica.
Solo ti chiedo: qual’è la tua sofferenza?”
Albert Schweitzer,
missionario laico di Lambarené
47
Storia
“Il tempo è una finzione mobile dell’eternità”
Platone
68
L’epopea maltese
Il 23 marzo 1530, dopo sette anni di prolungate trattative, per intercessione di Papa Adriano VI(30)
che
accoglie i Giovanniti a Civitavecchia, dall’Imperatore Carlo V nella sua veste di Re delle Due Sicilie
con Diploma imperiale Cum pro restaurandis firmato a Castelfranco presso Bologna(31)
sono
concede all’Ordine, e suoi successori, le isole di Tripoli, Malta e Gozo in feudo perpetuo, nobile,
libero e franco con piena giurisdizione, alta e media giustizia, come riportato nella Bolla Etsi ex
sollecitudinis di Papa Clemente VII che recita: “Sane, sicut nobis plene innonuit nuper, cum
charissimus in Christo filius noster Carolus V, Romanorum imperatori semper augustus, qui etiam
rex Siciliae existit, pro sua munificentia et pietate ac Religionis hospitalis praedicti devotione, ne
dilecti filii Philippus de Villers Lieladam, magister, et conventus ipsius hospitalis, qui superioribus
annis, expugnata per Turcos, sanctissimi nominis Christi nefandissimos hostes, vi et armis insula
Rhodi olim eiusdem hospitalis, insulam ipsam relinquere coacti fuerunt, amplius per alienas sedes
vagari contigeret, sed, pro vetusto eorum more et laudabili consuetudine, locum, ubi contra ipsos
fidei hostes, praesertim classe maritima, arma exercere possent, obtinerent, eisdem hospitali ac
Philippo magistro, et conventui civitates, castra et insulas Tripolis, Melittae et Gaudisiis in feudum
perpetuum, nobile, liberum et francum, sub conditionibus infrascriptis, quas, pro inviolabili
observatione per ipsos et magistri et conventum in statua et stabilimenta perpetua redigit voluit et
mandavit, per has authentica litteras, manu ipsius Caroli imperatoris subscriptas et illius sigillo, quo
in regno suo superioris Siciliae utitur; munitas, sub data videlicet vigesimatertia mensis martii
proxime praeteriti, donasset et concessisset(32)
.
A fronte di notevoli vantaggi che l’Ordine Gerosolimitano trae dal possesso feudale di Malta e dalla
sua relativa sudditanza alla Corona napoletana, altro non deve al Re che un servizio di polizia sulle
rotte del Mediterraneo e l’offerta di un Falcone ogni anno in segno di soggezione e di tributo(33)
.
Con quest’atto, in effetti, l’Imperatore non intende fare alcun favore all’Ordine, bensì liberarsi di una
grave responsabilità: assegnando Malta e Tripoli all’Ordine, infatti, Carlo V riversa sui Cavalieri la
responsabilità della loro difesa essendo tali isole lungo la linea di demarcazione fra il mondo cristiano
e quello islamico(34)
.
La cessione di Malta da parte dell’Imperatore Carlo V ai Cavalieri giovanniti, poi, riceve dal Sommo
Pontefice Adriano IV l’indispensabile Approbatio con Bolla: infatti, l’isola è nel Regno di Sicilia di
cui l’Imperatore è Re mentre la dipendenza feudale del Regnum Sicilae è in capo al Papa cui i Re
Normanni e Svevi espressamente in più occasioni l’hanno riconosciuta ammettendone anche la
concessione a loro direttamente dalla Santa Sede.
Il Consiglio dei Cavalieri, tuttavia, rifiuta di prestare giuramento di fedeltà all’Imperatore
ritenendo che l’assunzione di un vincolo di obbedienza militare comporti una perdita dell’autonomia
o attenuazione dell’autonomia. I rapporti di carattere militare sono definiti anziché con un giuramento
di fedeltà con un impegno dei Cavalieri ad evitare conflitti contro l’Impero e, del resto, assolutamente
in ossequio al vigente divieto melitense di intraprendere azioni belliche contro regnanti e popoli
_______________
30) L’Imperatore, concepito come depositario del glaidus materialis affidatogli dalla Chiesa, è sottomesso al Papa che ha il
potere di deporlo.
(31) Richiamato nel testo della Bolla Etsi ex sollecitudinis di Papa Clemente VII.
(32) In Bullarium Diplomatum et Privilegiorum Sanctorum Romanorum Pontificum, VI, Torino, 1861, 140.
(33) Ma taluni Autori non concordano sul numero di Falconi presentati alla Corona nel corso degli anni. In effetti varia di
anno in anno.
(34) Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte S.
Angelo 11-12 dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense.
69
cristiani. Il territorio di Malta e Gozo è dato ai Cavalieri con Bolla Etsi ex sollecitudinis del Sommo
Pontefice Clemente VII “in pheudum perpetuum, nobile, liberum et francum, (…) mero et mixto
Imperio (…) ac gladii potestate in hominibus et foeminis”. L’unico obbligo di quest’originale
vassallaggio è il dono simbolico unius Accipitris seu Falchonis alla festa di Ognissanti mentre l’unica
limitazione è intrasferibilità o la non alienabilità dei territori nel caso in cui “contingerit Religionem
recuperare Insulam Rhodum, et ea ratione, aut alia ex causa ipsam Religionem ab huismodi Insulis et
locis infeudatis discendere, et alibi mansionem, et sedem eorum stabilire”.
Prima di giungere a Malta, l’Ordine incarica una speciale Commissione di stilare un rapporto sulla
situazione nelle isole. Tra le altre cose, lo stato di salute degli abitanti delle isole è valutato molto
positivamente; il rapporto descrive la popolazione locale come “..ordinariamente di lunga vita,
vedendovi quivi una grande moltitudine di vecchioni che passano gli ottanta e anche i novant’anni,
rubicondi, rigorosi e robusti” e spiega i due fattori principali che svolgono un ruolo favorevole agli
abitanti di Malta: “la bontà dell’aria” e l’alimentazione frugale(35)
.
Il 26 ottobre 1530 il Gran Maestro Philippe Villiers de l’Isle-Adam approda a Malta, al Borgo,
con una flotta di 5 galere ed altre navi ausiliarie, e vent’anni dopo a Mdina, su una croce portata da
Rodi, presta il solenne giuramento che l’Ordine avrebbe rispettato i diritti e i privilegi dei maltesi. I
Cavalieri, stabilendosi nell’isola di Malta, portano parte del tesoro e dell’archivio(36)
.
Vari problemi, però, sono connessi all’arrivo dei Cavalieri a Malta: innanzitutto se Malta viene
considerata tappa transitoria, intesa come base militare per tentare di recuperare l’amatissima Rodi,
la cui perdita costituirà sempre per gli Ospitalieri un cocente dolore; oppure se l’isola viene intesa fin
dal primo momento come sede stabile e permanente per l’Ordine. Forse la prima ipotesi è la più
probabile se si considera che la flotta è posta subito in assetto di guerra e spedita a Modon nel sud
della Grecia per creare una base da cui puntare, poi, verso Rodi. La dura sconfitta che ne consegue è,
probabilmente, l’elemento decisivo che spinge il Gran Maestro Filippo de Villiers de l’Isle Adam ad
abbandonare questo progetto e a dedicarsi a consolidare la presenza dell’Ordine a Malta.
A seguito dell’insediamento su Malta l’Ordine dei Giovanniti appare rinato: sono erette imponenti
fortificazioni, sono fondati la meravigliosa capitale La Valletta (1566) e il magnifico Ospedale cui
sono annesse la Scuola di Anatomia e Chirurgia e la Scuola di Farmacia che, in poco tempo,
raggiungono fama mondiale.
Nel 1532 inizia la costruzione del primo Ospedale fatto erigere dall’Ordine a Malta(37)
e di cui è il
primo Ospedaliere il Cavaliere francese Fra’ Bertrand Le Grant. Tra i primi medici maltesi si
annoverano il chirurgo Salvo Schembri e i medici Rainiero Bonello e Giuseppe Callus.
Inoltre, il Primo Capitolo Generale che si celebra nel Forte a Malta dispone che i medici al servizio
dell’Ordine visitino gli infermi nelle loro case, senza ricevere alcun compenso extra dai malati stessi.
L’Ordine, dunque, è già dedito ai malati, presumibilmente nell’area del Borgo, di Zejtun e dei villaggi
circostanti, ma certamente non a Mdina, troppo lontana. Si dispone anche che i medici colti in
flagranza nell’atto di chiedere denaro ai loro pazienti incorrono in severe sanzioni: sono, infatti,
obbligati a pagare quattro volte la somma che hanno riscosso dai pazienti. Inoltre, l’Ospedaliere
riceve espresse istruzioni di controllare la qualità dei farmaci dispensati e di verificare che i malati
_______________
(35) Al tempo i maltesi consumano pochissima carne e la loro dieta consiste essenzialmente di pane, olio, pasta, pomodori,
verdure e pesce.
(36) Come testimonia una Bolla papale del 2 gennaio 1524 di conferma dei privilegi, in cui si dice che l’Ordine fu costretto
a lasciare libri, documenti antichi e privilegi che andarono perduti; in seguito 1’archivio fu portato a Malta, dove ancora
oggi si conserva.
(37) Prima che vi giungono gli Ospedalieri, le isole maltesi sono servite, dal punto di vista sanitario, soltanto da due piccoli
ospedali (il Santo Spirito e il San Giuliano) per complessivi venti posti letto circa.
70
siano adeguatamente curati. L’Ordine, poi, presta particolare attenzione ai farmaci che acquista e non
risparmia sforzi né denaro per rifornirsi dei migliori: per acquistare i farmaci sono inviati farmacisti
fino a Soria (in Spagna centrale), centro rinomato per la produzione di farmaci. L’ospedale ha istituito
standard elevati e li tiene sotto attento controllo. Grande attenzione, ancora, è riservata alla qualità
delle cure, al numero di visite che i medici devono effettuare sui pazienti, alle ispezioni a sorpresa che
l’Ospedaliere è tenuto a svolgere nella farmacia dell’ospedale ed alla qualità del cibo servito ai
pazienti. I medici, infine, devono visitare i malati in ospedale almeno due volte al giorno(38)
.
Caratteristiche, poi, sono le Pittanziere, una sorta di assistenti sociali, che fanno base nell’Ospedale
per produrre quotidianamente fino a 160 forme di pane da distribuire alle donne povere di La Valletta
e fornire medicinali, biancheria e sostegno finanziario alle donne impossibilitate a muoversi da casa.
Nel 1534 è eletto Gran Maestro Fra’ Pietrino del Ponte il cui curriculum conventuale è abbastanza
emblematico: nobile piemontese in servizio a Rodi, governatore di Cos al momento dell’ultimo
assedio turco del 1522, partecipante ai confusi e travagliati spostamenti italiani dal 1523 al 1530.
Nel 1548 è emessa una direttiva dell’Ordine molto importante: si ordina ai medici dell’Ospedale di
tenere una riunione clinica collegiale settimanale nella quale discutere le condizioni dei pazienti
affidati alle loro cure, un indiscutibile progresso per gli standard sanitari dell’epoca.
Nel 1561 Papa Pio IV invita il Gran Maestro all’ultima fase del Concilio di Trento (la prima fase è
dedicata a problematiche estranee all’Ordine, come quelle dogmatiche relative a controversie con i
Protestanti); in rappresentanza dei Cavalieri giunge il cappellano spagnolo Martin Rojas de
Portalrubeo che fa richiesta di collocazione tra i rappresentanti dei Principi regnanti mentre i
Vescovi di Germania elevano una vibrata protesta(39)
: il caso è risolto concedendo al cappellano
dell’Ordine la posizione tra i rappresentanti dei Sovrani. Inoltre, i pivilegi e le immunità sono
conservate e l’indipendenza sovrana dell’Ordine tutelata e, addirittura, rafforzata nella conquista della
posizione del rappresentante con il medesimo rango degli ambasciatori dei Principi regnanti(40)
.
Nel 1565 Malta corre il pericolo più grande per la sua indipendenza: è il celebre assedio ottomano
durante il quale i 6000/9000 combattenti del Gran Maestro Jean de La Valette respingono oltre
29.000 ottomani, circa 150 navi da combattimento ed oltre 50 altre navi partiti da Istambul(41)
.
Questa strenua e valorosa difesa giovannita di Malta quasi certamente impedisce ai Turchi di
stabilire una base navale a poca distanza dalla Sicilia.
Dopo il grande assedio del 1565 si decide di edificare una città nuova e meglio difesa: La Valletta.
Nel contempo, ormai le leggi economiche di mercato cominciano ad ampliare gli orizzonti degli
occidentali anche verso i loro tradizionali nemici, gli Ottomani, e la Repubblica di Venezia è
antesignana nell’instaurazione in qualità di Stato di un rapporto commerciale con i Turchi
nonostante la disapprovazione dell’Ordine che giunge finanche alla rottura con la Repubblica e la cui
ricucitura dei rapporti, tesi sovente per l’intercettazione di navi del Doge battenti bandiera turca, è
paziente e costante opera del papato.
_______________
(38) Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte S.
Angelo 11-12 dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense.
(39) Impossibilitati a presenziare al Concilio in quanto Principi dell’Impero, ma avendo avuto in precedenza il posto tra gli
ecclesiastici e giacchè i loro signori sono ecclesiastici, chiedono una perequazione nel senso che o il rappresentante
giovannita sia posto tra gli ecclesiastici o che tutti siano sistemati tra i laici.
(40) F. T.Colonna, Sovranità e indipendenza nel Sovrano Militare Ordine di Malta, Lib. Ed. Vaticana, 2002, pag. 48.
(41) Masala Anna, Malta e gli Ottomani - Studi Melitensi IX, 2001, Gran Priorato di Napoli e Sicilia del Sovrano Militare
Ordine di Malta, Centro Studi Melitensi - Taranto, 2002, pag. 45.
71
Nel 1574 con il Capitolo Generale presieduto dal gran Maestro La Cassiere si decreta che “si edifichi
la Sacra Infermeria nella città nuova di Valletta in luogo comodo”. È così fondata una nuova Sacra
Infermeria che è a lungo considerata uno dei migliori ospedali in Europa(42)
.
Agli inizi del XVIII secolo l’Ordine di Malta è ormai un punto di riferimento in campo medico per
l’Europa continentale ed a numerosi medici maltesi sono conferiti importanti incarichi oltremare. Tra
essi figurano, ad esempio: Michelangelo Magri, dapprima nominato Pubblico Incisore in uno dei
principali ospedali europei, quello di Santa Maria Nuova a Firenze ed in seguito titolare della
Cattedra di Anatomia e Chirurgia presso il Regio Ospedale di Messina; Emanuele Grillet, titolare
della cattedra di Ostetricia e Ginecologia a Palermo; Josef Barth, titolare della prima Cattedra di
Oftalmologia in Europa presso l’Università di Vienna (il figlio dell’Imperatrice Imperatrice Maria
Teresa, che le sarebbe succeduto al trono come Giuseppe II, soffriva di una malattia agli occhi che i
migliori dottori dell’epoca non avevano saputo curare. Josef Barth riuscì a curarla e, in segno di
gratitudine, nel 1773 l’Imperatrice istituì apposta per lui la cattedra di oftalmologia all’Università di
Vienna, cattedra che Josef Barth occupò sino alla morte)(43)
.
Inoltre, il servizio sanitario gratuito è usufruibile non solo dai residenti ma anche dai marinai e dai
viaggiatori che si ammalano durante il loro soggiorno a Malta: a tutti si prestano cure senza alcuna
distinzione di razza, colore o religione.
I servizi sanitari istituiti dall’Ordine (due ospedali, la scuola medica, l’uso e la stipula di una
protocollo operativo del personale medico qualificato, la diffusione di una buona pratica
farmaceutica) sono a tutti gli effetti i primi servizi sociali istituiti sull’isola.
Nel 1592 il Gran Maestro Hugues Loubenx de Verdalle fonda a Malta l’istituto di studi superiori
Collegium Melitense, retto dai Gesuiti, che è il punto di partenza dell’Università sull’isola.
Nel 1594 è pubblicato il primo volume del grande lavoro di Giacomo Bosio, storiografo ufficiale
dell’Ordine. Bosio lavora a Roma nel suo palazzo in Via Condotti e, come suo fratello Fra’
Giovannottone Bosio è vice-Cancelliere a Malta e perciò ha accesso ad un’eccellente
documentazione. Il primo volume di Bosio non ha più molto valore perchè alla sua epoca i documenti
siriani dell’Ordine si trovano sempre in Provenza e, quindi, non sono a sua disposizione. Il secondo
volume, invece, è sempre di grande aiuto se utilizzato nella seconda edizione, rifatta dopo che Bosio
trova molte ulteriori informazioni nell’Archivio Vaticano. Il terzo volume, dedicato al periodo
maltese fino al 1571, basato in parte sulle memorie di persone contemporanee, risulta forse il meno
oggettivo: Bosio presenta la versione ufficiale dell’assedio di Malta ignorando il brillante contributo
del Vicerè Garcia de Toledo e del soccorso spagnolo.
Il lavoro di Bosio, continuato da Bartolomeo dal Pozzo, è stato molto copiato e tradotto.
Nel 1607 e nel 1620 dall’Imperatore è conferito ai Gran Maestri il titolo di Principe del Sacro
Romano Impero con l’appellativo di Altezza Serenissima, ulteriore conferma della qualità di sovrani.
Il 20 giugno 1643 è stilato l’atto con cui si ha l’istituzione del primo ospedale femminile
dell’Ordine a La Valletta, dedicato a Santa Maria della Scala e chiamato La Casetta, ad opera della
gentildonna senese Caterina Scappi. L’atto specifica, inoltre, che il Gran Maestro deve scegliere due
Cavalieri di Siena per amministrare i fondi lasciati dalla Scappi. Tuttavia, in pochi anni i fondi
risultano insufficienti per finanziare l’Ospedale per cui si ricorre a donazioni di privati ed a sussidi del
Comun Tesoro dell’Ordine.
_______________
(42) Gli ospedali dell’Ordine, però, accolgono solo pazienti maschi (fino alla prima metà del ‘600).
(43) Abs. da: Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte
S. Angelo 11-12 dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense.
72
Il 7 luglio 1647 a Napoli, allo scoppio dei “moti masanielliani”, tutta la nobiltà si coalizza in difesa
della monarchia spagnola. Il Priore dell’Ordine Gregorio Carafa porta in salvo il Vicerè Duca
d’Arcos nel convento di San Luigi e due giorni dopo il Vicerè lo invia al Mercato per far leggere al
popolo un suo scritto riportante copia dei privilegi concessi dal Re Carlo V; Masaniello, tuttavia,
esige di vedere gli originali per cui il Priore Carafa ritorna con un secondo scritto del Vicerè ritenuto,
però, ugualmente insoddisfacente sia da Masaniello che da Genoino. Il Priore, pertanto, liberatosi a
stento “da quella infuriata moltitudine, che già cominciava dispettevolmente ad adirarsi con lui”,
torna dal Vicerè per informarlo della rischiosità di un eventuale ritorno al Mercato non tanto per la
paura della folla quanto pechè è venuto, nel frattempo, a conoscenza dell’esistenza di una lista di case
di ben 36 Cavalieri a breve destinate al rogo, tra cui sia la casa dello stesso Priore che quella del
Principe suo padre(44)
.
Nel 1652 i Cavalieri effettuano anche una estensione dei domini territoriali dell’Ordine
acquistando da una compagnia mercantile di protettorato francese le isole di San Cristoforo,
Martinica, Guadalupe, San Bartolomeo, San Martino e Santa Crus nelle Antille la cui vendita è
ratificata con Diploma da Luigi XIV nel marzo 1653.
A partire dal 1652, inoltre, malgrado l’esiguo numero di Gran Maestri italiani (solo quattro su 28), la
lingua ufficiale adottata a Malta, accanto a quella latina, è quella italiana.
Nel 1665 i Cavalieri, su pressioni francesi, devono effettuare la vendita dei possedimenti acquistati
nel 1652 alla Compagnia Francese delle Indie Occidentali.
Nel 1676 il Gran Maestro Nicolò Cotoner, docente di medicina presso l’Ospedale dell’Ordine, fonda
a Malta una Scuola di Chirurgia e Anatomia.
Nel XVII secolo la reputazione dei servizi medici e delle scuole degli ospedali dell’Ordine è
altissima. Numerosi sono i malati che si recano a Malta per un consulto o per essere curati
prevalentemente a livello oftalmico (anche per interventi di cataratta) o per ferite belliche e traumi
ortopedici e, sovente, anche per le malattie veneree nel totale anonimato: l’ospedale di La Valletta,
infatti, possiede uno speciale reparto, la Falanga, dove tali patologie curate con tecniche moderne in
assoluta segretezza e riservatezza. Molti, poi, sono gli studenti che giungono a Malta per studiare o
far pratica di medicina e chirurgia.
Nel 1680 appena eletto Gran Maestro Gregorio Carafa (1680-1690), si pone l’obiettivo di
riorganizzare l’economia isolana, in grave crisi, disponendo la coniazione di zecchini e tarì.
Il 24 giugno 1680 il Gran Maestro Gregorio Carafa, rivolgendo la sua attenzione in particolare alla
situazione politica europea e soprattutto a quella mediterranea e continuando i turchi ad imperversare
ponendo in pericolo tutte le flotte e, in particolar modo, quella maltese, si pone l’obiettivo di tessere
una trama di alleanze e, a tal proposito, in una sua lettera al Re di Spagna Carlo II pone in evidenza
la necessità di creare una “sagrada union de armas Christianas contra la Ottomana potenzia
sempre infesta y sempre formidable al Pueblo de Dio”, cioè una “liga Cattholica(45)
”.
Nel XVIII secolo sono sempre più numerose le richieste di servizi sanitari inoltrate ai Gran Maestri,
ad esempio: nel 1723 il Principe Don Carlo Albani di Roma e tre anni dopo il Senato di Catania
chiedono di inviare un chirurgo e il Gran Maestro manda Giuseppe Grillet; nel 1746 l’ospedale di
Messina fa analoga richiesta ed è inviato il figlio di Giuseppe, Michele; nel 1755 uno dei migliori
chirurghi che Malta abbia mai avuto, Michelangelo Grima, è inviato a curare il Duca di Floridia; nel
1770 nella Repubblica di Venezia è inviato Antonio Grillet. A volte perfino i vicini musulmani,
_______________
(44) Abs. rimaneggiato da: Maria Sirago, Gregorio Carafa Gran Maestro Dell’Ordine di Malta. Il ruolo di Gregorio Carafa
durante la “rivolta di Masaniello” (1647-1648) - Melitensia 6 (monografie con l’alto patrocinio del Gran Priore), Gran
Priorato di Napoli e Sicilia del SMOM, Centro Studi Melitensi, Taranto - Palazzo Ameglio, 2001, pag 23.
(45) Come quella formatasi nel 1571.
73
quando i rapporti con loro sono meno tesi, chiedono aiuto: nel 1754, ad esempio, il medico Capania è
inviato per richiesta del Bey di Bengasi mentre nel 1788 il Pascià di Tripoli chiede aiuto all’Ordine e
gli è inviato il medico Giuseppe De Marco(46)
.
Nel 1701 il Gran Maestro Perrellos y Roccaful riesuma il progetto, vecchio di cinquant’anni e tenuto
nei cassetti costituendo uno sforzo enorme potenzialmente in grado di svenare economicamente
l’Ordine: l’acquisizione dei mezzi navali alturieri, i Vascelli, il cui costo unitario è circa tre volte
maggiore di quello delle unità navali in servizio, le Galere, che, al limite, potrebbero ancora essere
considerate operativamente valide almeno in acque costiere. I Cavalieri di Malta, grazie ai vascelli
“San Giovanni”, “San Giacomo” e “Santa Caterina” tornano ad essere qualitativamente
competitivi nel combattere gli Ottomani sul mare con pari dignità rispetto ai Collegati.
Nel Settecento, in effetti, nonostante l’asse dei traffici marittimi si sia spostato ormai da tempo
nell’Oceano Atlantico, avendo l’Europa ancora una sua centralità e continuando il Mediterraneo ad
essere, a fronte di una pur diminuita importanza soprattutto in ambito economico, teatro di confronto
fra Occidente ed Oriente(47)
, la posizione e la funzione strategica dell’Isola di Malta in questo
scacchiere restano, dunque, evidenti e difficilmente misconoscibili: i suoi Signori, i Cavalieri di S.
Giovanni, pertanto, continuano a non poter essere ignorati!
Nel solo primo ventennio di attività i vascelli dell’Ordine catturano o affondano 14 navi a vela, di
cui ben 8 sono vascelli, il che è un risultato tutt’altro che trascurabile, a dispetto delle apparenze,
giacché gli effetti che una Marina produce non sono esclusivamente le vittorie in combattimento
bensì l’influenza sul destino di interi Paesi: a partire dal 1725 la continua presenza (244 giorni l’anno)
dei vascelli giovanniti riduce drasticamente gli eventi bellici per mare e scoraggia i traffici marittimi
mussulmani determinandone la rarefazione e costringe al ricorso alle carovane dei cammelli
attraverso il deserto(48)
. Un blocco del commercio marittimo di tale portata, in effetti, allora come ora,
porta inevitabilmente il Paese vittima alla rovina economica giacché il mezzo di trasporto terrestre
smaltisce solo una percentuale infinitesimale delle merci trasportabili via mare e tale drastica
riduzione degli interscambi sortisce ben due effetti drammatici: fa ripiombare l’Africa settentrionale
nel medioevo(49)
(la Libia, in particolare, circa due secoli dopo non casualmente ha ancora
un’economia poco al di là del medioevo “scandita dal ritmo delle colture e dal passo delle
carovane(50)
” ed è ridotta ad un milione di abitanti, 80.000 ettari coltivati, pochi traffici tradizionali,
non ultimo quello degli schiavi) e priva l’Ordine della voce principale delle entrate in bilancio per
mancanza di prede impoverendolo gradualmente in assenza di altri cespiti compensativi.
Nel 1732 il Gran Maestro portoghese de Vilhena fonda a Malta la Casa di Carità che offre cura e
ulteriori servizi agli anziani, sia uomini che donne.
Ancora nel 1732 un’abitazione di Floriana è trasformata in Ospizio per anziani, uomini e donne.
Fino a quando l’Ordine Gerosolimitano tratta con la Spagna i propri interessi nell’Italia meridionale
_______________
(46) Abs. da: Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte
S. Angelo 11-12 dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense.
(47) La battaglia di Vienna è del 1683 appena.
(48) Giovani Scarabelli, “L’Ordine di Malta nel Settecento: un dibattito tra polemica e apologia” - Studi Melitensi - VI,
1998, Centro Studi Melitensi, sotto l’Alto Patronato del Gran Priore di Napoli e Sicilia, 1999, pag. 149.
(49) Anche in Italia meridionale, in effetti, allontanandosi dal mare ed arroccandosi in piccole comunità sui cocuzzoli delle
montagne, i nostri antenati si ridussero alla povertà, con un’economia di sopravvivenza ed un progressivo inaridimento
culturale frutto anche della impossibilità di rapide ed affidabili comunicazioni.
(50) Ambasciatore Romano nel libro “La quarta sponda”.
74
perché Madrid guarda ai suoi possedimenti maltesi con occhi e valutazioni di carattere colonialista.
L’Ordine, inoltre, come Stato Sovrano, investito di speciali compiti e doveri, fornisce alla Corona ed
insulare, le cose vanno bene non soltanto perché i rapporti con la Corte sono buoni, ma anche
spagnola apprezzabili contributi politici ed utile assistenza nel bacino del Mediterraneo, benché non
in grado di sopperire totalmente alla debolezza della marina militare napoletana.
Sopravvenuta la conquista delle contrade meridionali d’Italia da parte di Carlo di Borbone, entrato
questi in Palermo per esservi incoronato, trova ad attenderlo in rada quattro galere della Religione
Gerosolimitana comandate dal Conte di S. Simon con il compito di ossequiarlo e di riconoscerlo in
nome del Gran Maestro nella solennità della sua incoronazione quale vero e legittimo Sovrano delle
Due Sicilie di cui la stessa Malta e le Isole adiacenti fanno parte.
A partire dal 1734, conseguentemente, l’Ordine Gerosolimitano per gli affari che interessano il
Regno abbandona l’antico canale diplomatico con Madrid per trattare direttamente con Napoli.
Carlo, pur confermando genericamente all’Ordine i suoi antichi privilegi nel Regno, deve subito
impegnarsi nel rafforzamento delle prerogative spettanti alla Corona e, conseguentemente, ogni
provvedimento finalizzato a tale scopo non può non colpire antichi privilegi che in un modo o
nell’altro risultino dannosi o limitativi al potere del Re. Ed anche per il potente Ordine
Gerosolimitano di Malta diventa difficile evitare conflitti e collusioni, nonostante la sincera volontà
da entrambe le parti di mantenere rapporti amichevoli. Re Carlo, in realtà, fin dal 1739 dimostra tutta
la sua disponibilità verso l’Ordine Gerosolimitano dando indubbia prova di moderazione e buona
disposizione e permettendo anche al Gran Maestro Frà Raimondo Despuig di destinare, nelle cause
passive dei suoi Cavalieri nel Regno, un Cavaliere Commissario in Napoli con appello presso il Gran
Priorato di Capua. Quando, poi, il Re Carlo lascia il Regno delle Due Sicilie per assumere la Corona
di Spagna, il suo terzogenito Ferdinando designato suo successore in Napoli, in quanto minore, è
sostituito fino alla sua maggiore età da una Reggenza soggetta per gli affari più importanti alle
direttive di Madrid. Tra le prime cure di Ferdinando, divenuto maggiorenne, vi è la cerimonia della
riconferma del feudo maltese in godimento all’Ordine Gerosolimitano ed il contemporaneo atto di
sudditanza del Gran Maestro, come Capo dell’Isola, al Re delle Due Sicilie(51)
.
Nel 1733 e 1737 è pubblicato il Codice Diplomatico in due volumi di Sebastiano Paoli che, dopo
l’opera del Bosio, è il più importante contributo storiografico frutto dell’utilizzo del ricco fondo
giovannita portato fuori della Siria prima del 1291 ed inviato dalla Provenza a Malta nel Seicento.
Nel gennaio 1742 si ha la istituzione da parte del Gran Maestro Finto di due scuole, l’una “per
insegnare a’ Proeri di leggere e scrivere e l'Aritmetica”, l'altra per insegnare “la nautica a’ Proeri e
Marinai ammaestrati nel leggere, scrivere e nell'Aritmetica”. Vengono fissati esami ed anche premi.
Il 23 marzo 1747 Papa Benedetto XIV concede all’incaricato d’affari dell’Ordine, che inizia ad
essere chiamato ambasciatore, di “aggregarsi” agli altri ambasciatori nelle funzioni pubbliche e
private(52)
.
Il 12 marzo 1753 il Sommo Pontefice Benedetto XIV con Lettera Apostolica Inter Illustria
dichiara l’Ordine soggetto esclusivamente alla protezione della Santa Sede ed immune da
qualsiasi altra giurisdizione.
_______________
(51) Alfredo D’Auria, L’Ordine di Malta nel Mezzogiorno d’Italia (1734-1913) - Melitensia 9 (monografie con l’alto
patrocinio del Gran Priore), Gran Priorato di Napoli e Sicilia del Sovrano Militare Ordine di Malta, Centro Studi Melitensi,
Taranto - Palazzo Ameglio, 2002, pagg. 7-12 .
(52) Annibale Ilari, Il Granpriorato Giovannita di Roma: ricerche storiche ed ipotesi - Vat. Lat. 10.372: il catasto più
antico del Gran Priorato Gerosolimitano di Roma (1333), (cfr. M.A.F. Frangulkis, Dictionnaire diplomatique, Il, Paris s.d.,
p.12), Melitensia 4, Gran Priorato di Napoli e Sicilia del SMOM, Centro Studi Melitensi - Taranto, 1998, pag. 122.
75
Nel 1761 a La Valletta l’Ordine fonda la Biblioteca Pubblica e l’Università.
Nel 1776, sotto il governo di Fra’ Emanuele de Rohan-Polduc (1775-1797), il Capitolo Generale
redige il Codice del Sacro Militare Ordine Gerosolimitano, noto come Codice di Rohan, che
disciplina ogni forma e aspetto dell’Ordine ma non dello Stato di Malta in XXII titoli che trattano:
consuetudini, norme e sanzioni dei Fran Maestri (Titolo I); ricevimento dei Cavalieri, dei Donati e dei
Cappellani Conventuali (Titolo II); culto nella chiesa conventuale (Titolo III); ospitalità e cura degli
infermi (Titolo IV); Commun Tesoro, imposizioni e spese (Titolo V); Capitolo Generale e Provinciale
(Titolo VI); Consiglio Magistrale e Giudizi innanzi ad esso (Titolo VII); Sguardio per rendere più
spedita la decisione delle cause (Titolo VIII); requisiti per l’elezione del Gran Maestro (Titolo IX);
alte cariche dell’Ordine (Titolo X); gerarchia ecclesiastica e Priore (Titolo XI); obbligo di esercitare
gli uffici ricevuti (Titolo XII); elezioni (Titolo XIII); conferimento delle Commende (Titolo XIV-
XVII); Codice Penale (Titolo XVIII); ufficio di Gran Cancelliere (Titolo XIX); albergie (Titolo XX);
Galere dell’Ordine (Titolo XXI); linguaccio usato nella consuetudine dell’Ordine (Titolo XXII).
Il 13 agosto 1779 il Codice è approvato (e resta in vigore fino al XX secolo) da Papa Pio VI con
Bolla Pastoralium nobis che sancisce: “Nos igitur erga tam inclytum Ordinem de universa
Christiana Republica optime meritum peculiare studium ac debita exstimatione profitentes (...), Motu
proprio & de Apostolica potestatis plenitudine nova Statuta, & Ordinationes sic correcta, emendata
hujusmodi Apostolica Auctoritate prefata tenore presentium perpetuo approbamus, confirmamus, &
emendatis, & singulos tam juris, quam facti, & solemnitatum, aliosque quantumvis substantiales
defectus, si qui desuper quomodolibet intervenerint in iisdem supplemus”.
Nel 1776, il Re Luigi XVI convoca gli Stati Generali e chiama a partecipare per l’elezione dei
rappresentanti del proprio ceto nobiliare molti Cavalieri giovanniti residenti a Malta e il Gran
Maestro de Rohan invano cerca di dissuaderli a non partire alla volta di Parigi ricordando loro la
neutralità e l’internazionalità dell’Ordine. Alla vigilia della rivoluzione francese de Rohan parla di
secolarizzazione dei beni ecclesiastici, si appella al principio che l’Ordine è una potenza straniera
anche con finalità caritative ed i suoi collaboratori suggeriscono di donare alla Francia un’ingente
somma di denaro. Il Gran Maestro de Rohan, infine, si oppone decisamente e fino alla sua morte nel
1791 si sobbarca tutte le spese per il mantenimento dei numerosi Cavalieri francesi, totalmente
spogliati dai rivoluzionari(53)
.
Il 20 luglio 1779 è approvato da Papa Pio VI con la Pastoralium Nobis il Codice di Rohan,
riordinato nel 1776 sotto gli auspici di S. A. il Gran Maestro Emmanuele de Rohan, che rappresenta
un eccellente riassetto normativo del diritto melitense e, con l’approvazione anche in quello canonico,
dei principi costituzionali relativi al fine ed all’unitaria sua essenza religioso-militare(54)
.
Sempre nel 1779 il Gran Maestro De Rohan aggiunge fra gli studi dell’Università Nautica istituita
dal suo predecessore le Scuole di matematiche superiori e di navigazione non più destinate soltanto
ai piloti ed ai marinai ma anche agli stessi Cavalieri e la cui frequenza è di fatto resa obbligatoria e
richiesta per le promozioni e gli avanzamenti nella carriera.
Nel 1781, dopo aver recuperato possessioni nel ducato di Ostrog in Polonia ed in Volvinia,
Emmanuele de Rohan ristabilisce temporaneamente come Lingua Anglo-Bavara(55)
la Lingua
d’Inghilterra, composta dai Priorati di Inghilterra e di Irlanda(56)
e soppressa da Enrico VIII che ne
_______________
(53) F. Turriziani Colonna, ibid., pag. 55.
(54) Fabrizio Turriziani Colonna, ibid., pagg. 74, 75.
(55) Più tardi, accettata la protezione della Russia, sarà detta Lingua Anglo-Bavara-Russa con la gestione del Priorato
cattolico ed un ed un altro di fede scismatica.
(56) E dotata di 54 Commende più il Baliaggio dell’Aquila ed il titolo di quella di Armenia.
76
aveva confiscato i beni.
Il 2 novembre 1789 nella tornata dell’Assemblea Costituente a Parigi, su proposta del cittadino
Mirabeau, è decretato l’incameramento dei beni della Chiesa allo Stato.
Nel contempo le teorie scaturite dall’illuminismo e dalla rivoluzione ritengono non più giustificabile
l’impegno istituzionale melitense di polizia nel Mediterraneo considerandolo uno stato di guerra
permanente contro i popoli musulmani per mera disparità di religione.
Sul finire del XVIII secolo a Malta gli abitanti non Cavalieri cominciano ad esser pervasi dalle
nuove ideologie francesi e ad amare meno l’Ordine di cui, tra l’altro, non possono far parte.
Nel 1797, finiti i conflitti con i Turchi, persa la flotta ridotta a poche vecchie e inefficienti navi,
compromessi diversi rapporti internazionali con i nuovi Stati, emergendo nuove potenze dagli effetti
della rivoluzione francese, si ha il termine della neutralità dell’Ordine (mantenuta nonostante i
nazionalismi monarchici europei avessero generato lotte durissime, soprattutto tra Francia e Spagna,
con la conseguente crisi delle Lingue che vivevano in questi Stati) che è isolato nei confronti delle
grandi potenze europee.
Il 12 giugno 1798 l’Ordine ha la perdita della sovranità territoriale quando il Primo Console di
Francia Generale Napoleone Bonaparte occupa a tradimento l’isola durante la sua Campagna di
Egitto violando la sua neutralità fino ad allora riconosciuta e garantita internazionalmente senza che
vi fosse alcuna resistenza poichè nella tradizione giovannita si ritiene empio levare le armi contro altri
cristiani. Infatti, uno dei punti deboli in questa occasione si rivela esser proprio il voto dal sapore
crociato pronunciato dai Cavalieri all’atto della ricezione di non combattere mai contro Principi
cattolici.
La capitolazione è firmata alle due di notte a bordo della nave francese Orient dove è al comando
della flotta Napoleone Bonaparte. Gli articoli del Trattato così recitano:
I. I Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme cederanno all’armata francese la città e i
forti di Malta. Essi rinunciano, a favore della Repubblica francese, ai diritti di sovranità
e di proprietà che essi hanno, sia in questa città, che sulle isole di Malta, Gozo e
Comino.
II. La Repubblica farà valere la sua influenza al congresso di Rastadt per fare avere al
Gran Maestro, per la durata della sua vita, un principato equivalente a quello che perde,
e in attesa, si impegna a dargli una pensione di 300.000 franchi. Gli sarà inoltre dato il
valore di due annate della sopraddetta pensione a titolo di indennità per gli arredi.
Finchè resterà a Malta, conserverà gli onori militari di cui godeva.
III. I Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme che sono francesi, attualmente
a Malta, e il cui stato sarà decretato dal generale in capo, potranno rientrare in patria e
la loro residenza a Malta sarà loro computata con una residenza in Francia. La
Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le repubbliche cisalpine, ligure,
romana ed elvetica affinchè il presente articolo sia dichiarato comune ai Cavalieri delle
corrispondenti nazioni.
IV. La Repubblica francese assegnerà una pensione vitalizia di 700 franchi ai Cavalieri
francesi attualmente a Malta. La Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le
repubbliche cisalpine, ligure, romana ed elvetica, affinchè concedano la medesima
pensione ai cavalieri delle corrispondenti nazioni.
V. La Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le altre potenze d’Europa
affinchè esse mantengano, per i Cavalieri della loro Nazione, l’esercizio sui beni
dell’Ordine di Malta nei loro Stati.
77
VI. La Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le altre potenze d’Europa
affinchè esse mantengano, per i Cavalieri della loro Nazione, l’esercizio sui beni
dell’Ordine di Malta nei loro Stati.
VII. I Cavalieri conserveranno le proprietà che possiedono nell’isola di Malta e Gozo a titolo
di proprietà personale.
VIII. Gli abitanti delle isole di Malta e Gozo continueranno a godere, come nel passato, del
libero esercizio della religione cattolica e apostolica romana; conserveranno i privilegi
che possiedono; nonsaranno soggetti a nessun contributo straordinario.
IX. Tutti gli atti civili passati sotto il governo dell’Ordine saranno validi e avranno la loro
esecuzione.
Nel contempo, gli Stati Uniti d’America offrono terre e protezione all’Ordine.
Le vicende di transizione
Il Gran Maestro Fra’ Ferdinando von Hompesch, dopo essere stato costretto a firmare il trattato di
cessione dell’isola alla Francia, va in esilio a Trieste, sotto la protezione austriaca, stabilendovi la
Sede Provvisoria dell’Ordine tra l’indifferenza della popolazione il 27 luglio 1798.
Intanto i Priorati di Polonia e Russia consentono allo Zar Paolo I, che ha già intentato delle trattative
con il Gran Maestro de Rohan-Pulduc, di concludere un accordo per porre l’Ordine sotto il palese
protettorato russo teso, in effetti, ad impadronirsi dei beni dei Giovanniti. Conseguentemente, il 6
settembre 1798 il Gran Maestro von Hompesch è deposto da un nutrito gruppo di Cavalieri
capeggiati dal Gran Priorato di Russia, con l’accusa di aver consegnato con troppa solerzia Malta alle
truppe napoleoniche, ed è nominato da un ridotto Capitolo il 7 novembre 1798 a San Pietroburgo lo
Zar di Russia Paolo I (1798-1801) che, però, benché riconosciuto dalla maggioranza dei Priorati
d’Europa come il LXXII Gran Maestro e pur continuando le maggiori potenze europee ad ospitare
le ambasciate giovannite, non riceve l’approvazione della Santa Sede (e non sarà mai confermato
dal Sommo Pontefice) in quanto è appartenente alla Chiesa Ortodossa e, quindi, è incompatibile con il
governo di un ordine religioso cattolico e, per giunta, è sposato.
Il contraccolpo degli effetti napoleonici è ovunque devastante per l’Ordine; il 6 marzo 1799, 16
ventoso dell’anno VII, il membro del Governo Provvisorio napoletano Cesare Paribelli (1763-
1847), tra i più attivi repubblicani, così scrive, tra l’altro, alla Deputazione Napoletana presso il
Direttorio di Parigi: “le commende di Malta si devono riguardare come di proprietà nazionale in
virtù della capitolazione stessa di Malta, che le dichiarava tali, coll’obbligo che fa la Francia,
d’interporre i suoi uffici presso le repubbliche amiche, affine che queste accordino sul di lei esempio
una pensione ai cavalieri, che vengono spogliati dei diritti ai beni dell’Ordine (57)
”.
Con la mediazione dell’Ammiraglio Orazio Nelson è organizzata una spedizione anglo-russo-
napoletana che al comando del Capitano Alessandro Giovanni Ball che cinge d’assedio l’isola di
_______________
(57) V. Cuoco, Saggio Storico della Rivoluzione Napoletana del 1799, introduzione e note di N. Cortese, Firenze, 1926, pag.
186 (cit. in: Alfredo D’Auria, L’Ordine di Malta nel Mezzogiorno d’Italia (1734-1913) - Melitensia 9 (monografia con l’alto
patrocinio del Gran Priore), Gran Priorato di Napoli e Sicilia del SMOM, Centro Studi Melitensi, Taranto - Palazzo
Ameglio, 2002, pag. 17.

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  • 1.
  • 2. 404
  • 3. 5 L’autore si vale della circostanza della pubblicazione di questo volume per rendere onore: a Sua Altezza Eminentissima Fra’ Matthew Festing settantanovesimo Principe e Gran Maestro.
  • 4. 9
  • 5. 10 Copia n. _____________ L’autore __________________________ © Copyright Raimondo Villano © Ricerche, elaborazioni, copertina a cura di Raimondo Villano. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il permesso scritto dell’editore. All right reserved. No part of this book shall be reproduced, stored in a retrieval system, or transmitted by ani means, electronic, mechanical, photocopying, recording or otherwise, withoutwritten permission from the publisher. Realizzazione editoriale: Prof. Dott. Maria Rosaria Giordano. Redazione: mobile 338 59 60 222; e-mail: farmavillano@libero.it Edizioni Chiron Found. - Hystart dpt. © 2009 Fondazione Chiron, via Maresca 12, scala A - 80058 Torre Annunziata (Napoli) Vendite: Prof. Dott. Annamaria Giordano mobile 347 61 71 669; e-mail: annamaria.g10@alice.it; http://www.chiron-found.org Stampa EFFEGIBI. Prima Edizione, febbraio 2008. Prima Ristampa, marzo 2008. Finito di scrivere il dodici gennaio 2008. Seconda Edizione, aprile 2008. Finito di scrivere il venti marzo 2008. Terza Edizione, dicembre 2008. Finito di scrivere il dieci settembe 2008. Quarta Edizione, luglio 2009. Finito di scrivere il 25 febbraio 2009. Serie numerata. Questo volume, privo del numero di serie e della firma dell’autore, è da ritenersi contraffatto. ISBN 978-88-904235-43
  • 6. 11 “Si sente dire che un nuovo genere di cavalieri è apparso sulla terra e proprio in quei medesimi luoghi visitati da Colui che incarnatosi, come il sole ad oriente si leva in alto” “Un nuovo genere di cavalieri, dico, che le età precedenti non hanno conosciuto e che infaticabile conduce una lotta parallela sia contro la carne e il sangue sia contro gli spiriti maligni sparsi nell’aria” “Fanno a gara nell’onorarsi a vicenda, si sollevano reciprocamente dalle fatiche, per compiere così la Legge di Cristo” Bernardo di Chiaravalle
  • 7. 13 INDICE Presentazione 43 Prefazione 45 Storia 47 Le origini gerosolimitane 49 Il periodo di Acri 54 L’epoca cipriota 56 Il governo rodiense 58 L’epopea maltese 68 Le vicende di transizione 77 L’approdo romano 80 L’epoca contemporanea 83 Struttura e ordinamento 89 Caratteristiche e finalità 91 Organi di governo 95 Organi ecclesiastici 101 Ordinamento giuridico 104 Carta Costituzionale 106 Strutture ed Enti governativi 114 Gran Priorati 120 Corpo di Soccorso Internazionale 122 Ecom 124 Bandiere e Stemmi 126 Aspetti religiosi e dimensione ecclesiale 129 Carattere religioso 131 Dimensioni ecclesiali 136 L’impegno: Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum 138 Pellegrinaggi 143 Cenni di magistero pontificio 145 San Giovanni Battista Patrono dell’Ordine 156 Le Reliquie dell’Ordine 160 La Madonna di Filermo 161 Beati e Santi dell’Ordine 162 Preghiere melitensi 175 Simbologia della Croce ottagona 159 Ceti e carattere nobiliare 177 I membri dell’Ordine 179
  • 8. 14 Aspetti nobiliari 191 Carattere militare 195 Aspetti militari 197 Corpo militare 211 Aspetti socioculturali e tecnici 217 Aspetti sociali 219 Aspetti culturali 222 Aspetti urbanistici 224 Aspetti economici 226 Ordini illegittimi 231 Sovranità 239 Sovranità 241 Soggettività internazionale 243 Attività 245 Attività diplomatica 247 Attività internazionale 265 Attività sanitaria 279 Attività sociale 300 Eroi melitensi 318 Strutture italiane 321 Acismom 323 Ospedale San Giovanni Battista 325 Cisom 328 Statuto Acismom 342 Regolamento Cisom 347 Norme di applicazione Cisom 352 Appendice 357 Cronologia dei Gran Maestri e dei Luogotenenti 359 Gran Priorati e Sottopriorati con data di fondazione 362 Successione dei Gran Priori di Roma 363 Successione dei Gran Priori di Lombardia e Venezia 368 Successione dei Gran Priori di Napoli e Sicilia 371 Indirizzi 372 Presidenti Acismon 380 Onorificenze melitensi 381 Gerarchia melitense essenziale 382 Libri consigliati sull’Ordine di Malta 383
  • 9. 15
  • 10. 17
  • 11. 19
  • 12. 21
  • 13. 23
  • 14. 25
  • 15. 27
  • 16. 29
  • 17. 403 “Non mi importa della tua pelle, non mi curo del tuo credo religioso, non mi curo della tua fede politica. Solo ti chiedo: qual’è la tua sofferenza?” Albert Schweitzer, missionario laico di Lambarené
  • 18. 47 Storia “Il tempo è una finzione mobile dell’eternità” Platone
  • 19. 68 L’epopea maltese Il 23 marzo 1530, dopo sette anni di prolungate trattative, per intercessione di Papa Adriano VI(30) che accoglie i Giovanniti a Civitavecchia, dall’Imperatore Carlo V nella sua veste di Re delle Due Sicilie con Diploma imperiale Cum pro restaurandis firmato a Castelfranco presso Bologna(31) sono concede all’Ordine, e suoi successori, le isole di Tripoli, Malta e Gozo in feudo perpetuo, nobile, libero e franco con piena giurisdizione, alta e media giustizia, come riportato nella Bolla Etsi ex sollecitudinis di Papa Clemente VII che recita: “Sane, sicut nobis plene innonuit nuper, cum charissimus in Christo filius noster Carolus V, Romanorum imperatori semper augustus, qui etiam rex Siciliae existit, pro sua munificentia et pietate ac Religionis hospitalis praedicti devotione, ne dilecti filii Philippus de Villers Lieladam, magister, et conventus ipsius hospitalis, qui superioribus annis, expugnata per Turcos, sanctissimi nominis Christi nefandissimos hostes, vi et armis insula Rhodi olim eiusdem hospitalis, insulam ipsam relinquere coacti fuerunt, amplius per alienas sedes vagari contigeret, sed, pro vetusto eorum more et laudabili consuetudine, locum, ubi contra ipsos fidei hostes, praesertim classe maritima, arma exercere possent, obtinerent, eisdem hospitali ac Philippo magistro, et conventui civitates, castra et insulas Tripolis, Melittae et Gaudisiis in feudum perpetuum, nobile, liberum et francum, sub conditionibus infrascriptis, quas, pro inviolabili observatione per ipsos et magistri et conventum in statua et stabilimenta perpetua redigit voluit et mandavit, per has authentica litteras, manu ipsius Caroli imperatoris subscriptas et illius sigillo, quo in regno suo superioris Siciliae utitur; munitas, sub data videlicet vigesimatertia mensis martii proxime praeteriti, donasset et concessisset(32) . A fronte di notevoli vantaggi che l’Ordine Gerosolimitano trae dal possesso feudale di Malta e dalla sua relativa sudditanza alla Corona napoletana, altro non deve al Re che un servizio di polizia sulle rotte del Mediterraneo e l’offerta di un Falcone ogni anno in segno di soggezione e di tributo(33) . Con quest’atto, in effetti, l’Imperatore non intende fare alcun favore all’Ordine, bensì liberarsi di una grave responsabilità: assegnando Malta e Tripoli all’Ordine, infatti, Carlo V riversa sui Cavalieri la responsabilità della loro difesa essendo tali isole lungo la linea di demarcazione fra il mondo cristiano e quello islamico(34) . La cessione di Malta da parte dell’Imperatore Carlo V ai Cavalieri giovanniti, poi, riceve dal Sommo Pontefice Adriano IV l’indispensabile Approbatio con Bolla: infatti, l’isola è nel Regno di Sicilia di cui l’Imperatore è Re mentre la dipendenza feudale del Regnum Sicilae è in capo al Papa cui i Re Normanni e Svevi espressamente in più occasioni l’hanno riconosciuta ammettendone anche la concessione a loro direttamente dalla Santa Sede. Il Consiglio dei Cavalieri, tuttavia, rifiuta di prestare giuramento di fedeltà all’Imperatore ritenendo che l’assunzione di un vincolo di obbedienza militare comporti una perdita dell’autonomia o attenuazione dell’autonomia. I rapporti di carattere militare sono definiti anziché con un giuramento di fedeltà con un impegno dei Cavalieri ad evitare conflitti contro l’Impero e, del resto, assolutamente in ossequio al vigente divieto melitense di intraprendere azioni belliche contro regnanti e popoli _______________ 30) L’Imperatore, concepito come depositario del glaidus materialis affidatogli dalla Chiesa, è sottomesso al Papa che ha il potere di deporlo. (31) Richiamato nel testo della Bolla Etsi ex sollecitudinis di Papa Clemente VII. (32) In Bullarium Diplomatum et Privilegiorum Sanctorum Romanorum Pontificum, VI, Torino, 1861, 140. (33) Ma taluni Autori non concordano sul numero di Falconi presentati alla Corona nel corso degli anni. In effetti varia di anno in anno. (34) Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte S. Angelo 11-12 dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense.
  • 20. 69 cristiani. Il territorio di Malta e Gozo è dato ai Cavalieri con Bolla Etsi ex sollecitudinis del Sommo Pontefice Clemente VII “in pheudum perpetuum, nobile, liberum et francum, (…) mero et mixto Imperio (…) ac gladii potestate in hominibus et foeminis”. L’unico obbligo di quest’originale vassallaggio è il dono simbolico unius Accipitris seu Falchonis alla festa di Ognissanti mentre l’unica limitazione è intrasferibilità o la non alienabilità dei territori nel caso in cui “contingerit Religionem recuperare Insulam Rhodum, et ea ratione, aut alia ex causa ipsam Religionem ab huismodi Insulis et locis infeudatis discendere, et alibi mansionem, et sedem eorum stabilire”. Prima di giungere a Malta, l’Ordine incarica una speciale Commissione di stilare un rapporto sulla situazione nelle isole. Tra le altre cose, lo stato di salute degli abitanti delle isole è valutato molto positivamente; il rapporto descrive la popolazione locale come “..ordinariamente di lunga vita, vedendovi quivi una grande moltitudine di vecchioni che passano gli ottanta e anche i novant’anni, rubicondi, rigorosi e robusti” e spiega i due fattori principali che svolgono un ruolo favorevole agli abitanti di Malta: “la bontà dell’aria” e l’alimentazione frugale(35) . Il 26 ottobre 1530 il Gran Maestro Philippe Villiers de l’Isle-Adam approda a Malta, al Borgo, con una flotta di 5 galere ed altre navi ausiliarie, e vent’anni dopo a Mdina, su una croce portata da Rodi, presta il solenne giuramento che l’Ordine avrebbe rispettato i diritti e i privilegi dei maltesi. I Cavalieri, stabilendosi nell’isola di Malta, portano parte del tesoro e dell’archivio(36) . Vari problemi, però, sono connessi all’arrivo dei Cavalieri a Malta: innanzitutto se Malta viene considerata tappa transitoria, intesa come base militare per tentare di recuperare l’amatissima Rodi, la cui perdita costituirà sempre per gli Ospitalieri un cocente dolore; oppure se l’isola viene intesa fin dal primo momento come sede stabile e permanente per l’Ordine. Forse la prima ipotesi è la più probabile se si considera che la flotta è posta subito in assetto di guerra e spedita a Modon nel sud della Grecia per creare una base da cui puntare, poi, verso Rodi. La dura sconfitta che ne consegue è, probabilmente, l’elemento decisivo che spinge il Gran Maestro Filippo de Villiers de l’Isle Adam ad abbandonare questo progetto e a dedicarsi a consolidare la presenza dell’Ordine a Malta. A seguito dell’insediamento su Malta l’Ordine dei Giovanniti appare rinato: sono erette imponenti fortificazioni, sono fondati la meravigliosa capitale La Valletta (1566) e il magnifico Ospedale cui sono annesse la Scuola di Anatomia e Chirurgia e la Scuola di Farmacia che, in poco tempo, raggiungono fama mondiale. Nel 1532 inizia la costruzione del primo Ospedale fatto erigere dall’Ordine a Malta(37) e di cui è il primo Ospedaliere il Cavaliere francese Fra’ Bertrand Le Grant. Tra i primi medici maltesi si annoverano il chirurgo Salvo Schembri e i medici Rainiero Bonello e Giuseppe Callus. Inoltre, il Primo Capitolo Generale che si celebra nel Forte a Malta dispone che i medici al servizio dell’Ordine visitino gli infermi nelle loro case, senza ricevere alcun compenso extra dai malati stessi. L’Ordine, dunque, è già dedito ai malati, presumibilmente nell’area del Borgo, di Zejtun e dei villaggi circostanti, ma certamente non a Mdina, troppo lontana. Si dispone anche che i medici colti in flagranza nell’atto di chiedere denaro ai loro pazienti incorrono in severe sanzioni: sono, infatti, obbligati a pagare quattro volte la somma che hanno riscosso dai pazienti. Inoltre, l’Ospedaliere riceve espresse istruzioni di controllare la qualità dei farmaci dispensati e di verificare che i malati _______________ (35) Al tempo i maltesi consumano pochissima carne e la loro dieta consiste essenzialmente di pane, olio, pasta, pomodori, verdure e pesce. (36) Come testimonia una Bolla papale del 2 gennaio 1524 di conferma dei privilegi, in cui si dice che l’Ordine fu costretto a lasciare libri, documenti antichi e privilegi che andarono perduti; in seguito 1’archivio fu portato a Malta, dove ancora oggi si conserva. (37) Prima che vi giungono gli Ospedalieri, le isole maltesi sono servite, dal punto di vista sanitario, soltanto da due piccoli ospedali (il Santo Spirito e il San Giuliano) per complessivi venti posti letto circa.
  • 21. 70 siano adeguatamente curati. L’Ordine, poi, presta particolare attenzione ai farmaci che acquista e non risparmia sforzi né denaro per rifornirsi dei migliori: per acquistare i farmaci sono inviati farmacisti fino a Soria (in Spagna centrale), centro rinomato per la produzione di farmaci. L’ospedale ha istituito standard elevati e li tiene sotto attento controllo. Grande attenzione, ancora, è riservata alla qualità delle cure, al numero di visite che i medici devono effettuare sui pazienti, alle ispezioni a sorpresa che l’Ospedaliere è tenuto a svolgere nella farmacia dell’ospedale ed alla qualità del cibo servito ai pazienti. I medici, infine, devono visitare i malati in ospedale almeno due volte al giorno(38) . Caratteristiche, poi, sono le Pittanziere, una sorta di assistenti sociali, che fanno base nell’Ospedale per produrre quotidianamente fino a 160 forme di pane da distribuire alle donne povere di La Valletta e fornire medicinali, biancheria e sostegno finanziario alle donne impossibilitate a muoversi da casa. Nel 1534 è eletto Gran Maestro Fra’ Pietrino del Ponte il cui curriculum conventuale è abbastanza emblematico: nobile piemontese in servizio a Rodi, governatore di Cos al momento dell’ultimo assedio turco del 1522, partecipante ai confusi e travagliati spostamenti italiani dal 1523 al 1530. Nel 1548 è emessa una direttiva dell’Ordine molto importante: si ordina ai medici dell’Ospedale di tenere una riunione clinica collegiale settimanale nella quale discutere le condizioni dei pazienti affidati alle loro cure, un indiscutibile progresso per gli standard sanitari dell’epoca. Nel 1561 Papa Pio IV invita il Gran Maestro all’ultima fase del Concilio di Trento (la prima fase è dedicata a problematiche estranee all’Ordine, come quelle dogmatiche relative a controversie con i Protestanti); in rappresentanza dei Cavalieri giunge il cappellano spagnolo Martin Rojas de Portalrubeo che fa richiesta di collocazione tra i rappresentanti dei Principi regnanti mentre i Vescovi di Germania elevano una vibrata protesta(39) : il caso è risolto concedendo al cappellano dell’Ordine la posizione tra i rappresentanti dei Sovrani. Inoltre, i pivilegi e le immunità sono conservate e l’indipendenza sovrana dell’Ordine tutelata e, addirittura, rafforzata nella conquista della posizione del rappresentante con il medesimo rango degli ambasciatori dei Principi regnanti(40) . Nel 1565 Malta corre il pericolo più grande per la sua indipendenza: è il celebre assedio ottomano durante il quale i 6000/9000 combattenti del Gran Maestro Jean de La Valette respingono oltre 29.000 ottomani, circa 150 navi da combattimento ed oltre 50 altre navi partiti da Istambul(41) . Questa strenua e valorosa difesa giovannita di Malta quasi certamente impedisce ai Turchi di stabilire una base navale a poca distanza dalla Sicilia. Dopo il grande assedio del 1565 si decide di edificare una città nuova e meglio difesa: La Valletta. Nel contempo, ormai le leggi economiche di mercato cominciano ad ampliare gli orizzonti degli occidentali anche verso i loro tradizionali nemici, gli Ottomani, e la Repubblica di Venezia è antesignana nell’instaurazione in qualità di Stato di un rapporto commerciale con i Turchi nonostante la disapprovazione dell’Ordine che giunge finanche alla rottura con la Repubblica e la cui ricucitura dei rapporti, tesi sovente per l’intercettazione di navi del Doge battenti bandiera turca, è paziente e costante opera del papato. _______________ (38) Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte S. Angelo 11-12 dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense. (39) Impossibilitati a presenziare al Concilio in quanto Principi dell’Impero, ma avendo avuto in precedenza il posto tra gli ecclesiastici e giacchè i loro signori sono ecclesiastici, chiedono una perequazione nel senso che o il rappresentante giovannita sia posto tra gli ecclesiastici o che tutti siano sistemati tra i laici. (40) F. T.Colonna, Sovranità e indipendenza nel Sovrano Militare Ordine di Malta, Lib. Ed. Vaticana, 2002, pag. 48. (41) Masala Anna, Malta e gli Ottomani - Studi Melitensi IX, 2001, Gran Priorato di Napoli e Sicilia del Sovrano Militare Ordine di Malta, Centro Studi Melitensi - Taranto, 2002, pag. 45.
  • 22. 71 Nel 1574 con il Capitolo Generale presieduto dal gran Maestro La Cassiere si decreta che “si edifichi la Sacra Infermeria nella città nuova di Valletta in luogo comodo”. È così fondata una nuova Sacra Infermeria che è a lungo considerata uno dei migliori ospedali in Europa(42) . Agli inizi del XVIII secolo l’Ordine di Malta è ormai un punto di riferimento in campo medico per l’Europa continentale ed a numerosi medici maltesi sono conferiti importanti incarichi oltremare. Tra essi figurano, ad esempio: Michelangelo Magri, dapprima nominato Pubblico Incisore in uno dei principali ospedali europei, quello di Santa Maria Nuova a Firenze ed in seguito titolare della Cattedra di Anatomia e Chirurgia presso il Regio Ospedale di Messina; Emanuele Grillet, titolare della cattedra di Ostetricia e Ginecologia a Palermo; Josef Barth, titolare della prima Cattedra di Oftalmologia in Europa presso l’Università di Vienna (il figlio dell’Imperatrice Imperatrice Maria Teresa, che le sarebbe succeduto al trono come Giuseppe II, soffriva di una malattia agli occhi che i migliori dottori dell’epoca non avevano saputo curare. Josef Barth riuscì a curarla e, in segno di gratitudine, nel 1773 l’Imperatrice istituì apposta per lui la cattedra di oftalmologia all’Università di Vienna, cattedra che Josef Barth occupò sino alla morte)(43) . Inoltre, il servizio sanitario gratuito è usufruibile non solo dai residenti ma anche dai marinai e dai viaggiatori che si ammalano durante il loro soggiorno a Malta: a tutti si prestano cure senza alcuna distinzione di razza, colore o religione. I servizi sanitari istituiti dall’Ordine (due ospedali, la scuola medica, l’uso e la stipula di una protocollo operativo del personale medico qualificato, la diffusione di una buona pratica farmaceutica) sono a tutti gli effetti i primi servizi sociali istituiti sull’isola. Nel 1592 il Gran Maestro Hugues Loubenx de Verdalle fonda a Malta l’istituto di studi superiori Collegium Melitense, retto dai Gesuiti, che è il punto di partenza dell’Università sull’isola. Nel 1594 è pubblicato il primo volume del grande lavoro di Giacomo Bosio, storiografo ufficiale dell’Ordine. Bosio lavora a Roma nel suo palazzo in Via Condotti e, come suo fratello Fra’ Giovannottone Bosio è vice-Cancelliere a Malta e perciò ha accesso ad un’eccellente documentazione. Il primo volume di Bosio non ha più molto valore perchè alla sua epoca i documenti siriani dell’Ordine si trovano sempre in Provenza e, quindi, non sono a sua disposizione. Il secondo volume, invece, è sempre di grande aiuto se utilizzato nella seconda edizione, rifatta dopo che Bosio trova molte ulteriori informazioni nell’Archivio Vaticano. Il terzo volume, dedicato al periodo maltese fino al 1571, basato in parte sulle memorie di persone contemporanee, risulta forse il meno oggettivo: Bosio presenta la versione ufficiale dell’assedio di Malta ignorando il brillante contributo del Vicerè Garcia de Toledo e del soccorso spagnolo. Il lavoro di Bosio, continuato da Bartolomeo dal Pozzo, è stato molto copiato e tradotto. Nel 1607 e nel 1620 dall’Imperatore è conferito ai Gran Maestri il titolo di Principe del Sacro Romano Impero con l’appellativo di Altezza Serenissima, ulteriore conferma della qualità di sovrani. Il 20 giugno 1643 è stilato l’atto con cui si ha l’istituzione del primo ospedale femminile dell’Ordine a La Valletta, dedicato a Santa Maria della Scala e chiamato La Casetta, ad opera della gentildonna senese Caterina Scappi. L’atto specifica, inoltre, che il Gran Maestro deve scegliere due Cavalieri di Siena per amministrare i fondi lasciati dalla Scappi. Tuttavia, in pochi anni i fondi risultano insufficienti per finanziare l’Ospedale per cui si ricorre a donazioni di privati ed a sussidi del Comun Tesoro dell’Ordine. _______________ (42) Gli ospedali dell’Ordine, però, accolgono solo pazienti maschi (fino alla prima metà del ‘600). (43) Abs. da: Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte S. Angelo 11-12 dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense.
  • 23. 72 Il 7 luglio 1647 a Napoli, allo scoppio dei “moti masanielliani”, tutta la nobiltà si coalizza in difesa della monarchia spagnola. Il Priore dell’Ordine Gregorio Carafa porta in salvo il Vicerè Duca d’Arcos nel convento di San Luigi e due giorni dopo il Vicerè lo invia al Mercato per far leggere al popolo un suo scritto riportante copia dei privilegi concessi dal Re Carlo V; Masaniello, tuttavia, esige di vedere gli originali per cui il Priore Carafa ritorna con un secondo scritto del Vicerè ritenuto, però, ugualmente insoddisfacente sia da Masaniello che da Genoino. Il Priore, pertanto, liberatosi a stento “da quella infuriata moltitudine, che già cominciava dispettevolmente ad adirarsi con lui”, torna dal Vicerè per informarlo della rischiosità di un eventuale ritorno al Mercato non tanto per la paura della folla quanto pechè è venuto, nel frattempo, a conoscenza dell’esistenza di una lista di case di ben 36 Cavalieri a breve destinate al rogo, tra cui sia la casa dello stesso Priore che quella del Principe suo padre(44) . Nel 1652 i Cavalieri effettuano anche una estensione dei domini territoriali dell’Ordine acquistando da una compagnia mercantile di protettorato francese le isole di San Cristoforo, Martinica, Guadalupe, San Bartolomeo, San Martino e Santa Crus nelle Antille la cui vendita è ratificata con Diploma da Luigi XIV nel marzo 1653. A partire dal 1652, inoltre, malgrado l’esiguo numero di Gran Maestri italiani (solo quattro su 28), la lingua ufficiale adottata a Malta, accanto a quella latina, è quella italiana. Nel 1665 i Cavalieri, su pressioni francesi, devono effettuare la vendita dei possedimenti acquistati nel 1652 alla Compagnia Francese delle Indie Occidentali. Nel 1676 il Gran Maestro Nicolò Cotoner, docente di medicina presso l’Ospedale dell’Ordine, fonda a Malta una Scuola di Chirurgia e Anatomia. Nel XVII secolo la reputazione dei servizi medici e delle scuole degli ospedali dell’Ordine è altissima. Numerosi sono i malati che si recano a Malta per un consulto o per essere curati prevalentemente a livello oftalmico (anche per interventi di cataratta) o per ferite belliche e traumi ortopedici e, sovente, anche per le malattie veneree nel totale anonimato: l’ospedale di La Valletta, infatti, possiede uno speciale reparto, la Falanga, dove tali patologie curate con tecniche moderne in assoluta segretezza e riservatezza. Molti, poi, sono gli studenti che giungono a Malta per studiare o far pratica di medicina e chirurgia. Nel 1680 appena eletto Gran Maestro Gregorio Carafa (1680-1690), si pone l’obiettivo di riorganizzare l’economia isolana, in grave crisi, disponendo la coniazione di zecchini e tarì. Il 24 giugno 1680 il Gran Maestro Gregorio Carafa, rivolgendo la sua attenzione in particolare alla situazione politica europea e soprattutto a quella mediterranea e continuando i turchi ad imperversare ponendo in pericolo tutte le flotte e, in particolar modo, quella maltese, si pone l’obiettivo di tessere una trama di alleanze e, a tal proposito, in una sua lettera al Re di Spagna Carlo II pone in evidenza la necessità di creare una “sagrada union de armas Christianas contra la Ottomana potenzia sempre infesta y sempre formidable al Pueblo de Dio”, cioè una “liga Cattholica(45) ”. Nel XVIII secolo sono sempre più numerose le richieste di servizi sanitari inoltrate ai Gran Maestri, ad esempio: nel 1723 il Principe Don Carlo Albani di Roma e tre anni dopo il Senato di Catania chiedono di inviare un chirurgo e il Gran Maestro manda Giuseppe Grillet; nel 1746 l’ospedale di Messina fa analoga richiesta ed è inviato il figlio di Giuseppe, Michele; nel 1755 uno dei migliori chirurghi che Malta abbia mai avuto, Michelangelo Grima, è inviato a curare il Duca di Floridia; nel 1770 nella Repubblica di Venezia è inviato Antonio Grillet. A volte perfino i vicini musulmani, _______________ (44) Abs. rimaneggiato da: Maria Sirago, Gregorio Carafa Gran Maestro Dell’Ordine di Malta. Il ruolo di Gregorio Carafa durante la “rivolta di Masaniello” (1647-1648) - Melitensia 6 (monografie con l’alto patrocinio del Gran Priore), Gran Priorato di Napoli e Sicilia del SMOM, Centro Studi Melitensi, Taranto - Palazzo Ameglio, 2001, pag 23. (45) Come quella formatasi nel 1571.
  • 24. 73 quando i rapporti con loro sono meno tesi, chiedono aiuto: nel 1754, ad esempio, il medico Capania è inviato per richiesta del Bey di Bengasi mentre nel 1788 il Pascià di Tripoli chiede aiuto all’Ordine e gli è inviato il medico Giuseppe De Marco(46) . Nel 1701 il Gran Maestro Perrellos y Roccaful riesuma il progetto, vecchio di cinquant’anni e tenuto nei cassetti costituendo uno sforzo enorme potenzialmente in grado di svenare economicamente l’Ordine: l’acquisizione dei mezzi navali alturieri, i Vascelli, il cui costo unitario è circa tre volte maggiore di quello delle unità navali in servizio, le Galere, che, al limite, potrebbero ancora essere considerate operativamente valide almeno in acque costiere. I Cavalieri di Malta, grazie ai vascelli “San Giovanni”, “San Giacomo” e “Santa Caterina” tornano ad essere qualitativamente competitivi nel combattere gli Ottomani sul mare con pari dignità rispetto ai Collegati. Nel Settecento, in effetti, nonostante l’asse dei traffici marittimi si sia spostato ormai da tempo nell’Oceano Atlantico, avendo l’Europa ancora una sua centralità e continuando il Mediterraneo ad essere, a fronte di una pur diminuita importanza soprattutto in ambito economico, teatro di confronto fra Occidente ed Oriente(47) , la posizione e la funzione strategica dell’Isola di Malta in questo scacchiere restano, dunque, evidenti e difficilmente misconoscibili: i suoi Signori, i Cavalieri di S. Giovanni, pertanto, continuano a non poter essere ignorati! Nel solo primo ventennio di attività i vascelli dell’Ordine catturano o affondano 14 navi a vela, di cui ben 8 sono vascelli, il che è un risultato tutt’altro che trascurabile, a dispetto delle apparenze, giacché gli effetti che una Marina produce non sono esclusivamente le vittorie in combattimento bensì l’influenza sul destino di interi Paesi: a partire dal 1725 la continua presenza (244 giorni l’anno) dei vascelli giovanniti riduce drasticamente gli eventi bellici per mare e scoraggia i traffici marittimi mussulmani determinandone la rarefazione e costringe al ricorso alle carovane dei cammelli attraverso il deserto(48) . Un blocco del commercio marittimo di tale portata, in effetti, allora come ora, porta inevitabilmente il Paese vittima alla rovina economica giacché il mezzo di trasporto terrestre smaltisce solo una percentuale infinitesimale delle merci trasportabili via mare e tale drastica riduzione degli interscambi sortisce ben due effetti drammatici: fa ripiombare l’Africa settentrionale nel medioevo(49) (la Libia, in particolare, circa due secoli dopo non casualmente ha ancora un’economia poco al di là del medioevo “scandita dal ritmo delle colture e dal passo delle carovane(50) ” ed è ridotta ad un milione di abitanti, 80.000 ettari coltivati, pochi traffici tradizionali, non ultimo quello degli schiavi) e priva l’Ordine della voce principale delle entrate in bilancio per mancanza di prede impoverendolo gradualmente in assenza di altri cespiti compensativi. Nel 1732 il Gran Maestro portoghese de Vilhena fonda a Malta la Casa di Carità che offre cura e ulteriori servizi agli anziani, sia uomini che donne. Ancora nel 1732 un’abitazione di Floriana è trasformata in Ospizio per anziani, uomini e donne. Fino a quando l’Ordine Gerosolimitano tratta con la Spagna i propri interessi nell’Italia meridionale _______________ (46) Abs. da: Roger Ellul-Micallef, “Lo Sviluppo dei servizi medici a Malta durante la presenza dell’Ordine” - Malta, Forte S. Angelo 11-12 dicembre 2000; abs da: Peregrinationes III, pubblicazione dell’Accademia Internazionale Melitense. (47) La battaglia di Vienna è del 1683 appena. (48) Giovani Scarabelli, “L’Ordine di Malta nel Settecento: un dibattito tra polemica e apologia” - Studi Melitensi - VI, 1998, Centro Studi Melitensi, sotto l’Alto Patronato del Gran Priore di Napoli e Sicilia, 1999, pag. 149. (49) Anche in Italia meridionale, in effetti, allontanandosi dal mare ed arroccandosi in piccole comunità sui cocuzzoli delle montagne, i nostri antenati si ridussero alla povertà, con un’economia di sopravvivenza ed un progressivo inaridimento culturale frutto anche della impossibilità di rapide ed affidabili comunicazioni. (50) Ambasciatore Romano nel libro “La quarta sponda”.
  • 25. 74 perché Madrid guarda ai suoi possedimenti maltesi con occhi e valutazioni di carattere colonialista. L’Ordine, inoltre, come Stato Sovrano, investito di speciali compiti e doveri, fornisce alla Corona ed insulare, le cose vanno bene non soltanto perché i rapporti con la Corte sono buoni, ma anche spagnola apprezzabili contributi politici ed utile assistenza nel bacino del Mediterraneo, benché non in grado di sopperire totalmente alla debolezza della marina militare napoletana. Sopravvenuta la conquista delle contrade meridionali d’Italia da parte di Carlo di Borbone, entrato questi in Palermo per esservi incoronato, trova ad attenderlo in rada quattro galere della Religione Gerosolimitana comandate dal Conte di S. Simon con il compito di ossequiarlo e di riconoscerlo in nome del Gran Maestro nella solennità della sua incoronazione quale vero e legittimo Sovrano delle Due Sicilie di cui la stessa Malta e le Isole adiacenti fanno parte. A partire dal 1734, conseguentemente, l’Ordine Gerosolimitano per gli affari che interessano il Regno abbandona l’antico canale diplomatico con Madrid per trattare direttamente con Napoli. Carlo, pur confermando genericamente all’Ordine i suoi antichi privilegi nel Regno, deve subito impegnarsi nel rafforzamento delle prerogative spettanti alla Corona e, conseguentemente, ogni provvedimento finalizzato a tale scopo non può non colpire antichi privilegi che in un modo o nell’altro risultino dannosi o limitativi al potere del Re. Ed anche per il potente Ordine Gerosolimitano di Malta diventa difficile evitare conflitti e collusioni, nonostante la sincera volontà da entrambe le parti di mantenere rapporti amichevoli. Re Carlo, in realtà, fin dal 1739 dimostra tutta la sua disponibilità verso l’Ordine Gerosolimitano dando indubbia prova di moderazione e buona disposizione e permettendo anche al Gran Maestro Frà Raimondo Despuig di destinare, nelle cause passive dei suoi Cavalieri nel Regno, un Cavaliere Commissario in Napoli con appello presso il Gran Priorato di Capua. Quando, poi, il Re Carlo lascia il Regno delle Due Sicilie per assumere la Corona di Spagna, il suo terzogenito Ferdinando designato suo successore in Napoli, in quanto minore, è sostituito fino alla sua maggiore età da una Reggenza soggetta per gli affari più importanti alle direttive di Madrid. Tra le prime cure di Ferdinando, divenuto maggiorenne, vi è la cerimonia della riconferma del feudo maltese in godimento all’Ordine Gerosolimitano ed il contemporaneo atto di sudditanza del Gran Maestro, come Capo dell’Isola, al Re delle Due Sicilie(51) . Nel 1733 e 1737 è pubblicato il Codice Diplomatico in due volumi di Sebastiano Paoli che, dopo l’opera del Bosio, è il più importante contributo storiografico frutto dell’utilizzo del ricco fondo giovannita portato fuori della Siria prima del 1291 ed inviato dalla Provenza a Malta nel Seicento. Nel gennaio 1742 si ha la istituzione da parte del Gran Maestro Finto di due scuole, l’una “per insegnare a’ Proeri di leggere e scrivere e l'Aritmetica”, l'altra per insegnare “la nautica a’ Proeri e Marinai ammaestrati nel leggere, scrivere e nell'Aritmetica”. Vengono fissati esami ed anche premi. Il 23 marzo 1747 Papa Benedetto XIV concede all’incaricato d’affari dell’Ordine, che inizia ad essere chiamato ambasciatore, di “aggregarsi” agli altri ambasciatori nelle funzioni pubbliche e private(52) . Il 12 marzo 1753 il Sommo Pontefice Benedetto XIV con Lettera Apostolica Inter Illustria dichiara l’Ordine soggetto esclusivamente alla protezione della Santa Sede ed immune da qualsiasi altra giurisdizione. _______________ (51) Alfredo D’Auria, L’Ordine di Malta nel Mezzogiorno d’Italia (1734-1913) - Melitensia 9 (monografie con l’alto patrocinio del Gran Priore), Gran Priorato di Napoli e Sicilia del Sovrano Militare Ordine di Malta, Centro Studi Melitensi, Taranto - Palazzo Ameglio, 2002, pagg. 7-12 . (52) Annibale Ilari, Il Granpriorato Giovannita di Roma: ricerche storiche ed ipotesi - Vat. Lat. 10.372: il catasto più antico del Gran Priorato Gerosolimitano di Roma (1333), (cfr. M.A.F. Frangulkis, Dictionnaire diplomatique, Il, Paris s.d., p.12), Melitensia 4, Gran Priorato di Napoli e Sicilia del SMOM, Centro Studi Melitensi - Taranto, 1998, pag. 122.
  • 26. 75 Nel 1761 a La Valletta l’Ordine fonda la Biblioteca Pubblica e l’Università. Nel 1776, sotto il governo di Fra’ Emanuele de Rohan-Polduc (1775-1797), il Capitolo Generale redige il Codice del Sacro Militare Ordine Gerosolimitano, noto come Codice di Rohan, che disciplina ogni forma e aspetto dell’Ordine ma non dello Stato di Malta in XXII titoli che trattano: consuetudini, norme e sanzioni dei Fran Maestri (Titolo I); ricevimento dei Cavalieri, dei Donati e dei Cappellani Conventuali (Titolo II); culto nella chiesa conventuale (Titolo III); ospitalità e cura degli infermi (Titolo IV); Commun Tesoro, imposizioni e spese (Titolo V); Capitolo Generale e Provinciale (Titolo VI); Consiglio Magistrale e Giudizi innanzi ad esso (Titolo VII); Sguardio per rendere più spedita la decisione delle cause (Titolo VIII); requisiti per l’elezione del Gran Maestro (Titolo IX); alte cariche dell’Ordine (Titolo X); gerarchia ecclesiastica e Priore (Titolo XI); obbligo di esercitare gli uffici ricevuti (Titolo XII); elezioni (Titolo XIII); conferimento delle Commende (Titolo XIV- XVII); Codice Penale (Titolo XVIII); ufficio di Gran Cancelliere (Titolo XIX); albergie (Titolo XX); Galere dell’Ordine (Titolo XXI); linguaccio usato nella consuetudine dell’Ordine (Titolo XXII). Il 13 agosto 1779 il Codice è approvato (e resta in vigore fino al XX secolo) da Papa Pio VI con Bolla Pastoralium nobis che sancisce: “Nos igitur erga tam inclytum Ordinem de universa Christiana Republica optime meritum peculiare studium ac debita exstimatione profitentes (...), Motu proprio & de Apostolica potestatis plenitudine nova Statuta, & Ordinationes sic correcta, emendata hujusmodi Apostolica Auctoritate prefata tenore presentium perpetuo approbamus, confirmamus, & emendatis, & singulos tam juris, quam facti, & solemnitatum, aliosque quantumvis substantiales defectus, si qui desuper quomodolibet intervenerint in iisdem supplemus”. Nel 1776, il Re Luigi XVI convoca gli Stati Generali e chiama a partecipare per l’elezione dei rappresentanti del proprio ceto nobiliare molti Cavalieri giovanniti residenti a Malta e il Gran Maestro de Rohan invano cerca di dissuaderli a non partire alla volta di Parigi ricordando loro la neutralità e l’internazionalità dell’Ordine. Alla vigilia della rivoluzione francese de Rohan parla di secolarizzazione dei beni ecclesiastici, si appella al principio che l’Ordine è una potenza straniera anche con finalità caritative ed i suoi collaboratori suggeriscono di donare alla Francia un’ingente somma di denaro. Il Gran Maestro de Rohan, infine, si oppone decisamente e fino alla sua morte nel 1791 si sobbarca tutte le spese per il mantenimento dei numerosi Cavalieri francesi, totalmente spogliati dai rivoluzionari(53) . Il 20 luglio 1779 è approvato da Papa Pio VI con la Pastoralium Nobis il Codice di Rohan, riordinato nel 1776 sotto gli auspici di S. A. il Gran Maestro Emmanuele de Rohan, che rappresenta un eccellente riassetto normativo del diritto melitense e, con l’approvazione anche in quello canonico, dei principi costituzionali relativi al fine ed all’unitaria sua essenza religioso-militare(54) . Sempre nel 1779 il Gran Maestro De Rohan aggiunge fra gli studi dell’Università Nautica istituita dal suo predecessore le Scuole di matematiche superiori e di navigazione non più destinate soltanto ai piloti ed ai marinai ma anche agli stessi Cavalieri e la cui frequenza è di fatto resa obbligatoria e richiesta per le promozioni e gli avanzamenti nella carriera. Nel 1781, dopo aver recuperato possessioni nel ducato di Ostrog in Polonia ed in Volvinia, Emmanuele de Rohan ristabilisce temporaneamente come Lingua Anglo-Bavara(55) la Lingua d’Inghilterra, composta dai Priorati di Inghilterra e di Irlanda(56) e soppressa da Enrico VIII che ne _______________ (53) F. Turriziani Colonna, ibid., pag. 55. (54) Fabrizio Turriziani Colonna, ibid., pagg. 74, 75. (55) Più tardi, accettata la protezione della Russia, sarà detta Lingua Anglo-Bavara-Russa con la gestione del Priorato cattolico ed un ed un altro di fede scismatica. (56) E dotata di 54 Commende più il Baliaggio dell’Aquila ed il titolo di quella di Armenia.
  • 27. 76 aveva confiscato i beni. Il 2 novembre 1789 nella tornata dell’Assemblea Costituente a Parigi, su proposta del cittadino Mirabeau, è decretato l’incameramento dei beni della Chiesa allo Stato. Nel contempo le teorie scaturite dall’illuminismo e dalla rivoluzione ritengono non più giustificabile l’impegno istituzionale melitense di polizia nel Mediterraneo considerandolo uno stato di guerra permanente contro i popoli musulmani per mera disparità di religione. Sul finire del XVIII secolo a Malta gli abitanti non Cavalieri cominciano ad esser pervasi dalle nuove ideologie francesi e ad amare meno l’Ordine di cui, tra l’altro, non possono far parte. Nel 1797, finiti i conflitti con i Turchi, persa la flotta ridotta a poche vecchie e inefficienti navi, compromessi diversi rapporti internazionali con i nuovi Stati, emergendo nuove potenze dagli effetti della rivoluzione francese, si ha il termine della neutralità dell’Ordine (mantenuta nonostante i nazionalismi monarchici europei avessero generato lotte durissime, soprattutto tra Francia e Spagna, con la conseguente crisi delle Lingue che vivevano in questi Stati) che è isolato nei confronti delle grandi potenze europee. Il 12 giugno 1798 l’Ordine ha la perdita della sovranità territoriale quando il Primo Console di Francia Generale Napoleone Bonaparte occupa a tradimento l’isola durante la sua Campagna di Egitto violando la sua neutralità fino ad allora riconosciuta e garantita internazionalmente senza che vi fosse alcuna resistenza poichè nella tradizione giovannita si ritiene empio levare le armi contro altri cristiani. Infatti, uno dei punti deboli in questa occasione si rivela esser proprio il voto dal sapore crociato pronunciato dai Cavalieri all’atto della ricezione di non combattere mai contro Principi cattolici. La capitolazione è firmata alle due di notte a bordo della nave francese Orient dove è al comando della flotta Napoleone Bonaparte. Gli articoli del Trattato così recitano: I. I Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme cederanno all’armata francese la città e i forti di Malta. Essi rinunciano, a favore della Repubblica francese, ai diritti di sovranità e di proprietà che essi hanno, sia in questa città, che sulle isole di Malta, Gozo e Comino. II. La Repubblica farà valere la sua influenza al congresso di Rastadt per fare avere al Gran Maestro, per la durata della sua vita, un principato equivalente a quello che perde, e in attesa, si impegna a dargli una pensione di 300.000 franchi. Gli sarà inoltre dato il valore di due annate della sopraddetta pensione a titolo di indennità per gli arredi. Finchè resterà a Malta, conserverà gli onori militari di cui godeva. III. I Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme che sono francesi, attualmente a Malta, e il cui stato sarà decretato dal generale in capo, potranno rientrare in patria e la loro residenza a Malta sarà loro computata con una residenza in Francia. La Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le repubbliche cisalpine, ligure, romana ed elvetica affinchè il presente articolo sia dichiarato comune ai Cavalieri delle corrispondenti nazioni. IV. La Repubblica francese assegnerà una pensione vitalizia di 700 franchi ai Cavalieri francesi attualmente a Malta. La Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le repubbliche cisalpine, ligure, romana ed elvetica, affinchè concedano la medesima pensione ai cavalieri delle corrispondenti nazioni. V. La Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le altre potenze d’Europa affinchè esse mantengano, per i Cavalieri della loro Nazione, l’esercizio sui beni dell’Ordine di Malta nei loro Stati.
  • 28. 77 VI. La Repubblica francese userà i suoi buoni uffici presso le altre potenze d’Europa affinchè esse mantengano, per i Cavalieri della loro Nazione, l’esercizio sui beni dell’Ordine di Malta nei loro Stati. VII. I Cavalieri conserveranno le proprietà che possiedono nell’isola di Malta e Gozo a titolo di proprietà personale. VIII. Gli abitanti delle isole di Malta e Gozo continueranno a godere, come nel passato, del libero esercizio della religione cattolica e apostolica romana; conserveranno i privilegi che possiedono; nonsaranno soggetti a nessun contributo straordinario. IX. Tutti gli atti civili passati sotto il governo dell’Ordine saranno validi e avranno la loro esecuzione. Nel contempo, gli Stati Uniti d’America offrono terre e protezione all’Ordine. Le vicende di transizione Il Gran Maestro Fra’ Ferdinando von Hompesch, dopo essere stato costretto a firmare il trattato di cessione dell’isola alla Francia, va in esilio a Trieste, sotto la protezione austriaca, stabilendovi la Sede Provvisoria dell’Ordine tra l’indifferenza della popolazione il 27 luglio 1798. Intanto i Priorati di Polonia e Russia consentono allo Zar Paolo I, che ha già intentato delle trattative con il Gran Maestro de Rohan-Pulduc, di concludere un accordo per porre l’Ordine sotto il palese protettorato russo teso, in effetti, ad impadronirsi dei beni dei Giovanniti. Conseguentemente, il 6 settembre 1798 il Gran Maestro von Hompesch è deposto da un nutrito gruppo di Cavalieri capeggiati dal Gran Priorato di Russia, con l’accusa di aver consegnato con troppa solerzia Malta alle truppe napoleoniche, ed è nominato da un ridotto Capitolo il 7 novembre 1798 a San Pietroburgo lo Zar di Russia Paolo I (1798-1801) che, però, benché riconosciuto dalla maggioranza dei Priorati d’Europa come il LXXII Gran Maestro e pur continuando le maggiori potenze europee ad ospitare le ambasciate giovannite, non riceve l’approvazione della Santa Sede (e non sarà mai confermato dal Sommo Pontefice) in quanto è appartenente alla Chiesa Ortodossa e, quindi, è incompatibile con il governo di un ordine religioso cattolico e, per giunta, è sposato. Il contraccolpo degli effetti napoleonici è ovunque devastante per l’Ordine; il 6 marzo 1799, 16 ventoso dell’anno VII, il membro del Governo Provvisorio napoletano Cesare Paribelli (1763- 1847), tra i più attivi repubblicani, così scrive, tra l’altro, alla Deputazione Napoletana presso il Direttorio di Parigi: “le commende di Malta si devono riguardare come di proprietà nazionale in virtù della capitolazione stessa di Malta, che le dichiarava tali, coll’obbligo che fa la Francia, d’interporre i suoi uffici presso le repubbliche amiche, affine che queste accordino sul di lei esempio una pensione ai cavalieri, che vengono spogliati dei diritti ai beni dell’Ordine (57) ”. Con la mediazione dell’Ammiraglio Orazio Nelson è organizzata una spedizione anglo-russo- napoletana che al comando del Capitano Alessandro Giovanni Ball che cinge d’assedio l’isola di _______________ (57) V. Cuoco, Saggio Storico della Rivoluzione Napoletana del 1799, introduzione e note di N. Cortese, Firenze, 1926, pag. 186 (cit. in: Alfredo D’Auria, L’Ordine di Malta nel Mezzogiorno d’Italia (1734-1913) - Melitensia 9 (monografia con l’alto patrocinio del Gran Priore), Gran Priorato di Napoli e Sicilia del SMOM, Centro Studi Melitensi, Taranto - Palazzo Ameglio, 2002, pag. 17.