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Raimondo Villano
Sovrano Militare Ordine di Malta:
gli Ordini illegittimi
“Dunque chi vuole comprendere il mondo - e la Chiesa - di oggi,
chi vuole contribuire con piena coscienza delle proprie responsabilità
alla costruzione del loro futuro, deve conoscere il loro passato,
deve porsi di fronte alla loro storia.
Nessun albero può crescere in altezza se è privo di radici”
Mons. Walter Brandmüller
2
ISBN 978-88-904235-43, CDD 900 VIL tui 2008, 4^ edizione (esaurita), pp. 390, Pergamena,
ottobre 2009.
Con il patrocinio dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria (Mi.B.A.C.). Secondo S.E. Ven. Balì
Gran Croce di Giustizia Fra’ Franz Von Lobstein, già Gran Priore di Roma e Membro del Sovrano
Consiglio del Sovrano Militare Ordine di Malta, “il libro si distingue per approfondita informazione
e scorrevolezza di esposizione”. Apprezzato da numerose Autorità civili, religiose e melitensi, tra cui:
il Capo dello Stato, il Santo Padre, S.A. E.ma il Principe e Gran Maestro del SMOM, vari regnanti
d’Europa e Alti Prelati.
“Non c’è nulla che spaventi di più l’uomo
che prendere coscienza dell’immensità
di cosa è capace di fare e diventare”
Søren Aabye Kierkegarard
GLI ORDINI ILLEGITTIMI
Il prestigio, il fascino, la gloria di cui alcuni Ordini Cavallereschi sono
ammantati fa sì che siano migliaia le richieste di adesione che però sono
vagliate con grande severità anche per evitare il più possibile di accogliere
tra le proprie file soggetti poco raccomandabili, che in passato hanno
nociuto alla vita di alcuni ordini cavallereschi ben più delle traversie della
storia.
“Evidentemente proprio per venire incontro alla grande richiesta di
“cavalleria”, di titoli nobiliari e di diplomi, alcuni gentiluomini molto attenti
alle richieste del mercato, hanno pensato di dare vita ad ordini cavallereschi
fasulli che, con il pagamento di forti cifre di danaro, offrono cerimonie dalla
3
medioevaleggiante atmosfera, diplomi, mantelli e variopinte croci che, se
sul momento appagano i sogni dei neocavalieri, successivamente lasciano
l’amaro in bocca quando si scopre di essere stati insigniti di un ordine
inesistente o privo di legittimità.
I casi sono i più svariati.
Sono stati creati ordini con nome e storia del tutto inventata.
In altri casi si è resuscitato un ordine sciolto molti secoli fa tentando, con
false documentazioni di attestarne la sopravvivenza e la legittimità. Altre
volte ancora si è provveduto, e qui siamo alla truffa bella e buona, ad imitare
il nome e paramenti di ordini cavallereschi esistenti e legittimi dotati di
storia e tradizioni prestigiosissime(1)
”.
Il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme,
detto di Rodi, detto di Malta, oltre ad essere una delle più antiche e
prestigiose istituzioni cavalleresche oggi esistenti, è di gran lunga la più
imitata.
L’Ordine Religioso Militare Gerosolimitano è l’unico ad essere
sopravvissuto dei vari ordini simili dalla metà del secolo XVI; infatti, i
quattro ordini religioso-militari spagnoli Calatrava (1164), Alcantara
4
(1176), Montesa (1317) e la Milizia di Cristo (1319), che osservano la regola
cistercense, non furono ritenuti Ordini religiosi.
Ciascuno di questi ordini iberici aveva un proprio gran maestro, riconosciuto
di volta in volta dalla Sede Apostolica, il quale, sotto la propria autorità
sovrana, esercitava 1’imperium ecclesiastico, civile, monastico e militare.
La Sede Apostolica, ritenuto più coerente abolire la loro qualifica canonica,
profittò di ogni vacanza di gran maestro per rimetterli al re di Spagna finché
Papa Adriano VI li concesse a Carlo V e suoi successori.
Dagli inizi del XIX secolo fino ai nostri giorni sono apparse, un po’ in tutto
il mondo, associazioni a fini di lucro che utilizzando abusivamente nome e
simboli del vero Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, hanno carpito la
buona fede di moltissime persone e sono state spesso coinvolte in scandali
rilevanti (vendite di falsi passaporti diplomatici, raccolte fondi per
opere umanitarie
inesistenti, ecc.) che hanno spesso leso la reputazione degli Ordini
Giovanniti autentici(2)
.
Ciò che rende particolare l'Ordine di Malta e che lo distingue da tutti gli altri
ordini cavallereschi è il fatto che esso è allo stesso tempo un ordine religioso
della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, un ordine cavalleresco ed
5
un'istituzione ospedaliera e caritativa, e che gode di personalità giuridica
internazionale. Questa tripla identità è, poi, fondamentale e va tenuta sempre
presente quando vengono esaminate le motivazioni di altri enti e istituzioni
facenti riferimento all'ordine fondato in Terrasanta dal Beato Gerardo al fine
di valutare la loro legittimità storica e giuridica.
Proprio questo suo carattere di organismo internazionale, riconosciuto come
tale dalla maggior parte degli Stati del mondo con diritto di avere suoi
ambasciatori, di battere moneta e di avere servizio postale proprio, fa sì che
l’appartenenza allo SMOM sia ambita al di sopra di qualsiasi altro ordine
cavalleresco.
È logico, dunque, che i falsari puntassero ad imitare l’Ordine di Malta più
di qualsiasi altro organismo.
Attualmente sono circa una ventina le organizzazioni che in varia maniera
tentano di farsi passare per lo storico Ordine di Malta. Qualcuno di questi
“surrogati” dello SMOM tenta addirittura di accreditarsi per il vero ed unico
valido discendente dell’Ordine medioevale costituito nel 1099. Nonostante
la stampa italiana e anche internazionale abbiano più volte messo in guardia
contro i falsi ordini cavallereschi, sono in molti ad esserci cascati. A volte
6
nomi famosi o, soprattutto, ricchi imprenditori. Talora in cerca di ottenere
un passaporto diplomatico dell’Ordine(3)
.
Va considerato, inoltre, che appropriarsi di un finto titolo nobiliare o
cavalleresco, pur non suscettibile di conseguenze penali eccetto casi molto
particolari, non solo è fonte di confusione ma, in fin dei conti, concorre
gravemente alla distruzione del patrimonio storico rappresentato dagli
ordini cavallereschi e dalle famiglie nobili nonché dalle loro plurisecolari
tradizioni.
Il moltiplicarsi un po’ ovunque di organismi e associazioni che, usando
simboli e nomi non dissimili da quelli dell’Ordine, cercano con ogni mezzo
di ottenere legittimazione e riconoscimento ufficiali persegue, anche a
fianco di possibili finalità assistenziali, scopi soprattutto di lucro, avanzando
a volte anche proposte di transazioni finanziarie apparentemente attrattive
(in qualche caso sono state rivelate vicende fraudolente e denunciate alle
pertinenti autorità giudiziarie) che, oltre a danneggiare la buona fede di
quanti vi finiscono coinvolti, rischiano di creare equivoci e confusione.
Questi organismi ed associazioni, pertanto, non hanno alcuna attinenza o
connessione né accordi programmatici di sorta con il Sovrano Militare
Ordine di Malta con sede a Roma in via dei Condotti, 68 che intrattiene
7
rapporti diplomatici formali ed ufficiali con oltre 90 Stati ed Organizzazioni
Internazionali ed a cui è stato riconosciuto lo Status di Osservatore
Permanente presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite con la risoluzione
N. 48/265 nell’agosto del 1994.
Molta cautela, quindi, è consigliabile nel considerare proposte allettanti,
eventualmente controllandone l’autenticità e legittimità presso la Missione
dell’Ordine accreditata presso le Nazioni Unite o presso l’Ambasciata
dell’Ordine nel rispettivo Paese(4)
.
In molte occasioni, inoltre, vi sono stati pronunciamenti della Santa Sede
Apostolica Romana sugli ordini considerati illegittimi.
Il 15-16 aprile 1935 sull’Osservatore Romano si rileva che “Da tempo viene
svolta attività intesa a far rivivere e ad introdurre in Italia l’Ordine Militare
ed Ospedaliero di San Lazzaro ramo di Boigny, sia con l’offerta di
onorificenze dell’Ordine per cavalieri e signore, sia con articoli diretti a
sostenere l’esistenza dell’Ordine quale ramo francese dell’antico Ordine di
San Lazzaro di Gerusalemme, il cui ramo italiano venne fuso nel 1572 con
l’Ordine di San Maurizio. Poiché l’Ordine di San Lazzaro di Boigny, non
soltanto non è riconosciuto in Italia, ma risulta, anzi, definitivamente
soppresso, per lo meno sin dal 1608, ad opera del Pontefice Paolo V e del
8
re Enrico IV, l’azione suindicata deve ritenersi illegale e sono state,
pertanto, impartite le necessarie istruzioni perché sia fatta cessare,
procedendo, ove occorra, nei confronti dei responsabili, ai sensi di legge.
Abbiamo già più volte avuto occasione di accennare alla fioritura di
pseudo-Ordini cavallereschi, che si è notata in questi ultimi tempi in Italia
e fuori. Qualunque sia la denominazione assunta da questi cosiddetti Ordini
(S. Giorgio di Miolans o del Belgio, S. Maria di Nazareth, S. Maria di
Bethlem, S. Lazzaro, e simili), si tratta sempre di riesumazioni di antichi
Ordini cavallereschi, che sono completamente estinti, fatte da persone
private le quali svolgono generalmente un’azione intensa, che finisce col
sorprendere la buona fede di moltissimi, che non possono valutare al giusto
punto queste iniziative sprovviste di ogni legittimità.
Il fenomeno è tanto più grave se si considera che queste iniziative, essendo
poste abilmente sotto titoli di Istituzioni religiose storiche, per il più delle
persone, anziché private - come sono in realtà - possono apparire sotto
l’egida della Chiesa e della Santa Sede.
Non tutti sono tenuti a sapere che gli antichi Ordini cavallereschi erano dei
veri e propri Ordini religiosi, dipendenti dall’Autorità Ecclesiastica, come
ogni altro Ordine religioso, e costituiti da professi che emettevano i voti
9
sacri prescritti dalle Regole, e godevano i redditi dei benefici ecclesiastici
di cui erano investiti. Ma questi antichi Ordini non hanno di comune se non
il loro antico titolo (quando questo è stato conservato) con le moderne
decorazioni Equestri, le quali per una completa trasformazione giuridica
del primitivo istituto possono sussistere in quanto un Sovrano o Capo di
Stato nei limiti della propria giurisdizione dà ad esse la legittima
consistenza civile.
Nulla di tutto questo nel preteso Ordine di S. Lazzaro. Sotto tale
denominazione canonicamente per la Santa Sede non esiste più alcun
Ordine da vari secoli. Lo aveva infatti già soppresso e incorporato
all’Ordine di S. Giovanni (attuale Ordine di Malta) sin dal secolo decimo
quinto; poi nel secolo decimo sesto, dopo una parziale e temporanea
resurrezione, lo soppresse nuovamente come ente a sé e lo incorporò
all’Ordine di S. Maurizio (a. 1572) dando origine così all’attuale Ordine
dei Ss. Maurizio e Lazzaro.
A causa poi delle ardenti questioni politiche del tempo in Francia,
nonostante le tassative disposizioni della Santa Sede, la casa priorale di
Boigny, col relativo godimento di benefici ecclesiastici, riuscì a mantenersi
in vita in forza esclusiva di decreti dell’autorità regia e civile. Come si vede
10
era una posizione tutt’altro che canonica e regolare per un Ordine
religioso, sia pure cavalleresco...! Ma poi quando nel 1608 il re di Francia
Enrico IV, ad eliminare le continue difficoltà che sorgevano a questo
proposito, ottenne dal Pontefice Paolo V il riconoscimento del nuovo
Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo, attribuì anche a questo nuovo
Ordine i beni, le case e le persone, che nei confini dei suoi Stati avevano già
appartenuto all’Ordine di S. Lazzaro. Da ciò è avvenuto che in Francia sino
alla Rivoluzione sia esistito un Ordine cavalleresco che veniva chiamato
cumulativamente di Nostra Signora del Carmelo e di S. Lazzaro; mentre
tale Ordine per la Santa Sede e per la Curia Romana era soltanto l’Ordine
di Nostra Signora del Monte Carmelo. Ognuno comprende su quali labili
arene sia stato costruito l’Edifizio del preteso Ordine di S. Lazzaro, oggetto
del comunicato surriferito; e come siano destituiti di fondamento e di realtà
i titoli di Cavalieri, Commendatori, ecc. (per i laici) e di Monsignori (per
gli ecclesiastici) che si attribuiscono coloro che vengono ascritti sia ad esso,
come a qualunque altro dei pretesi Ordini sopra accennati”.
Il 21 marzo 1952 sull’Osservatore Romano si afferma che “Da qualche
tempo si avverte il deplorevole fenomeno del sorgere di pretesi Ordini
cavallereschi ad opera di iniziative private, che hanno il fine di sostituirsi
11
alle forme legittime di onorificenze cavalleresche. Come altre volte già si è
avvertito, questi sedicenti Ordini assumono il loro nome sia da Ordini
realmente esistenti, ma da secoli estinti, sia da Ordini rimasti allo stato di
progetto, sia infine da Ordini veramente fittizi e che non hanno mai avuto
un qualsiasi precedente nella storia.
Per maggior confusione di idee poi da coloro, che ignorano la vera storia
degli Ordini cavallereschi e la loro evoluzione giuridica, a queste iniziative
private, che si dichiararono autonome, vengono anche attribuite qualifiche,
che ebbero la loro ragione d’essere nel passato, o che furono proprie di
Ordini autentici, approvati a suo tempo dalla Santa Sede.
Perciò, con una terminologia quasi monotona, questi così detti Ordini si
attribuiscono, chi più chi meno, il titolo di Sacri, Militari, Equestri,
Cavallereschi, Costantiniani, Capitolari, Sovrani, Nobiliari, Religiosi,
Celesti, Angelici, Lascaridi, Imperiali, Reali, Delcassiani, ecc.
Nell’ambito di tali iniziative private, che non hanno in alcun modo una
approvazione o un riconoscimento qualsiasi dalla Santa Sede, si possono
annoverare i cosiddetti Ordini di: S. Maria o Nostra Signora di Betlem, S.
Giovanni d’Acri, detto anche semplicemente di S. Giovanni Battista, S.
Tommaso, S. Lazzaro, S. Giorgio di Borgogna, detto anche del Belgio o di
12
Miolans, di S. Giorgio di Carinzia, del costantiniano di S. Stefano, del
costantiniano Lascaride Angelico della Milizia Aurata, della Corona di
Spine, del Leone della Croce Nera, di Sant’Uberto di Lorena o di Bar, della
Concordia, di Nostra Signora della Pace... (a tutti questi e altri simili
cosiddetti Ordini cavallereschi con le annesse Associazioni di Croci d’Oro,
d’Argento, Azzurre, ecc. più o meno internazionali, devono certamente
aggiungersi quelli che con qualcuno degli appellativi su accennati hanno
assunto il titolo: dalla Mercede, da S. Brigida di Svezia, da S. Rita da
Cascia, dalla Legion d’Onore dell’Immacolata, da S. Giorgio d’Antiochia,
da S. Michele, da S. Marco, da S. Sebastiano, da S. Guglielmo, dallo storico
non più esistente Ordine del Tempio, dall’Aquila rossa di S. Cirillo di
Gerusalemme ecc.).
Ad evitare equivoci purtroppo possibili, anche a causa dell’uso indebito di
documenti pontifici o ecclesiastici, già rilasciati per fini religiosi, o per
Ordini semplicemente monastici, e ad impedire la continuazione di abusi,
che poi risultano a danno di molte persone di buona fede, siamo autorizzati
a dichiarare che la Santa Sede non riconosce alcun valore ai diplomi e alle
relative insegne, che siano rilasciati da così detti su indicati Ordini”.
13
Il 1° dicembre 1976 sull’Osservatore Romano a riguardo del “Sovrano
Ordine di San Giovanni di Gerusalemme”, si precisa che “... Domande sono
state ricevute da varie parti richiedenti ulteriori informazioni riguardo al
Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme ed in particolare
riguardo a come la Santa Sede vede quest’Ordine. Siamo autorizzati a
ripetere le chiarificazioni al riguardo precedentemente pubblicate su
L’Osservatore Romano. La Santa Sede, in aggiunta ai suoi propri Ordini
Equestri, riconosce solamente due Ordini cavallereschi: il Sovrano
Militare Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, denominato Ordine di
Malta, e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nessun
altro Ordine, sia esso istituito nuovamente o derivante da un Ordine
medievale avente lo stesso nome, gode tale riconoscimento, poiché la Santa
Sede non è in una posizione per garantire la sua legittimità storica e
giuridica. Questo è anche il caso riguardante il premenzionato Sovrano
Ordine di San Giovanni di Gerusalemme che assume, in una forma quasi
identica e in tale modo da causare ambiguità, il nome di Sovrano Militare
Ordine di Malta”.
Il 4 luglio 2002 sull’Osservatore Romano si precisa che “Vari lettori ci
hanno chiesto informazioni circa l’atteggiamento della Santa Sede nei
14
confronti degli Ordini Equestri dedicati a Santi o aventi intitolazioni sacre.
Al riguardo, siamo autorizzati a confermare quanto già pubblicato in
passato dal nostro giornale: la Santa Sede, oltre ai propri Ordini Equestri,
riconosce e tutela due soli Ordini Cavallereschi: il Sovrano Militare Ordine
di Malta – ovvero Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di
Gerusalemme, di Rodi e di Malta – e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro
di Gerusalemme(5)
”.
Il 27 aprile 2004, poi, una Lettera della Segreteria di Stato della Santa
Sede dichiara che “A partire dal dopoguerra è andato crescendo in forma
esponenziale l’interesse per gli Ordini cavallereschi, le Onorificenze e i
Sistemi premiali da parte di tutte le classi sociali, comprese quelle che
tradizionalmente ne sono state escluse. Più volte abbiamo voluto fare capire
che gli Ordini cavallereschi sono istituzioni che affondano le loro radici nel
buio del medioevo con una struttura militare e religiosa, mentre d’altro
canto le Onorificenze vanno considerate come strumenti di onore moderni.
A differenza del passato la ricezione negli Ordini cavallereschi appare oggi
essere un’esigenza individuale non propriamente legata, anche se il
fenomeno ancora esiste, a una tradizione familiare; non dobbiamo infatti
dimenticare che anticamente gli Ordini cavallereschi erano esclusivo luogo
15
d’accesso della classe nobiliare che in questo modo dava la possibilità a
membri della propria famiglia di godere di un certo status connesso ad un
elevato rispetto sociale e al godimento di benefici oggettivi. Nel corso dei
secoli gli Ordini cavallereschi hanno subito cambiamenti sostanziali, tanto
che alcuni sono stati soppressi, oppure lasciati morire, altri addirittura
abbandonati; oppure per vivere nei nostri tempi si sono adeguati alla realtà
odierna e in molti casi hanno mutato gli originari scopi, o ne hanno fornito
una nuova interpretazione, tanto che alcuni persino si sono trasformati in
Ordini solamente religiosi, perdendo l’aspetto militare tipicamente
cavalleresco. Gli Ordini cavallereschi superstiti non hanno di fatto più
nulla a che vedere con quanto rappresentavano nei secoli scorsi ma ancora
oggi il loro fascino persiste nell’immaginario collettivo, incantando un folto
pubblico che li collega ad un passato che ormai non è più quello. Per il
prestigio da sempre connesso agli Ordini cavallereschi, si sono
ripetutamente verificati nel corso della storia fenomeni di imitazione,
compiuti ad opera di persone che volevano trarre da essi un qualche
beneficio morale od economico... Ebbene è necessario affermare subito con
chiarezza che trattandosi di istituzioni di carattere religioso, unicamente
alla Santa Sede spetta il diritto di tutela e di riconoscimento degli Ordini
16
cavallereschi, diritto attualmente esercitato solo nei confronti dell’Ordine
Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e del Sovrano Militare Ordine
di S. Giovanni detto di Malta.
In merito all’esistenza attuale degli Ordini cavallereschi la Santa Sede
tramite L’Osservatore Romano si è espressa più volte dal 15-16 aprile
1952 sino all’ultima in data 14 dicembre 1970, che ribadiva quanto già
espresso il 22 marzo 1923 sulla legittimità di alcune organizzazioni, le
quali si autodefiniscono "Ordini cavallereschi" generando l’apparenza di
essere legate a Santa Romana Chiesa, vuoi per la somiglianza del nome con
Ordini religiosi estinti, vuoi per l’appartenenza ad essi di esponenti anche
di una certa importanza del clero; mentre potrebbero più propriamente e
correttamente definirsi, qualora effettivamente avessero una certa
tradizione storica e scopi di aggregazione umanitari, benefici e sociali,
come Organizzazioni di ispirazione cavalleresca, senza ingenerare così
nessuna confusione con Ordini cavallereschi inesistenti. Nel nostro XXI
secolo gli Ordini cavallereschi costituiscono ben altra cosa da quello che
furono nel medioevo, ed usare il termine Organizzazione di ispirazione
cavalleresca sarebbe finalmente una soluzione sincera, corretta ed
onorevole che permetterebbe di richiamarsi nella nostra epoca alla storia
17
di quell’ordine a cui ci si ispira e di cui si imitano i modelli e gli scopi, senza
però millantare di essere quell’Ordine cavalleresco che nella realtà
oggettiva è stato abolito, abbandonato o è scomparso. Del resto per
svolgere meritoriamente un insieme di azioni umanitarie non è certo
necessario essere un Ordine cavalleresco a tutti i costi... bene ce lo insegna
la Croce Rossa! ”.
È necessario, tuttavia, un’ulteriore intervento della Segreteria di Stato
della Santa Sede in cui si ammonisce che “I membri del Governo e i
Diplomatici non aderiscano ad Ordini equestri che non sono
riconosciuti dalla Santa Sede”: “Nonostante il comunicato riguardante gli
Ordini ufficialmente riconosciuti dalla Santa Sede apparso su
L’Osservatore Romano del 4 luglio 20021
, la Segreteria di Stato ha
continuato a ricevere lettere da Ambasciate, richiedenti conferma della
validità di Ordini equestri che si richiamano ad istituzioni del passato, e la
stampa ha dato ampia pubblicità all’accettazione da parte di importanti
autorità ecclesiastiche di onorificenze provenienti da Ordini non
riconosciuti dalla Santa Sede. Ciò ha fatto aumentare da parte di queste
organizzazioni le richieste per ottenere il riconoscimento di tali Ordini.
18
Così il 27 aprile 2004 la Segreteria di Stato - Prima Sezione - Affari
Generali ha dovuto inviare a tutte le Missioni Diplomatiche accreditate
presso la Santa Sede, con comunicazione n. 555.477, la seguente lettera:
"La Segreteria di Stato presenta i suoi complimenti alle Missioni
diplomatiche presso la Santa Sede ed ha l’onore di informarle di quanto
segue, in risposta alla domanda di alcune Ambasciate riguardo alle
tradizioni da osservarsi a proposito dell’uso e dell’accettazione di
decorazioni. È costume che durante le cerimonie ufficiali, i Diplomatici
accreditati sfoggino, oltre alle decorazioni ufficiali e agli Ordini nazionali,
le insegne di Ordini equestri riconosciuti dalla Santa Sede, che, come si sa
sono solamente in numero di due: il Sovrano Militare Ordine di Malta e
l’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. La pratica vuole che
i Diplomatici accreditati si astengano dall’aderire a degli Ordini equestri che
non sono legati alla Santa Sede, anche se essi sono dedicati a dei santi o
hanno dei titoli religiosi. Secondo la medesima tradizione, le alte personalità
membri del Governo, durante la loro presenza a Roma per delle Udienze
pontificie, non accetteranno distinzioni onorifiche di Ordini che non sono
riconosciuti dalla Santa Sede. La Segreteria coglie questa occasione per
19
rinnovare alle Missioni diplomatiche presso la Santa Sede l’assicurazione
della sua alta considerazione”.
Rispetto alla precisazione del 4 luglio 2002 qui troviamo in aggiunta un
chiaro ed esplicito invito ad astenersi dall’accettare Ordini non riconosciuti
dalla Santa Sede rivolto ai membri del governo in visita al Santo Padre ed
ai diplomatici, ponendo allo stesso livello sia quegli Ordini che in qualche
modo si sono detti successori di Ordini appartenenti al patrimonio storico-
araldico di Stati non più esistenti o sono oggi considerati dagli studiosi come
Ordini dinastici appartenenti al patrimonio storico di dinastie non più sul
trono, sia quegli "Ordini" che provengono da organizzazioni truffaldine(6)
.
La lettera esprime con chiarezza e ribadisce il pensiero della Santa Sede
sulla materia, non facendo altro che attualizzare quanto già espresso su
L’Osservatore Romano dal 15-16 aprile 1935 in poi.
In Italia invece la Legge 3 marzo 1951, n. 178 all’articolo 7 impedisce solo
di accettare onorificenze non autorizzabili e di recente sono state individuate
le onorificenze degli "Ordini non nazionali" meritorie di autorizzazione(7)
.
Gli eventi, dunque, imporrebbero forse ai rappresentanti di quelle istituzioni
con degno passato di accettare definitivamente il pensiero della Santa Sede
in materia, cercando di darsi una nuova veste più consona ai tempi: se
20
desiderano salvare la tradizione, rispettare la storia e svolgere ancora in altro
modo la propria attività (che sebbene non consenta loro di venir considerati
veri Ordini equestri, e godere così di un rapporto preferenziale, può tuttavia
permettergli di perpetrare gli scopi per i quali sono stati originariamente
istituiti) si considerino oggi come Associazioni private di fedeli, e quindi
chiedano il riconoscimento dal competente Ordinario diocesano, che
sicuramente concederà un assistente spirituale.
La Commissione Internazionale permanente per lo Studio degli Ordini
Cavallereschi, infine, con lungimiranza da tempo vede in altra ottica queste
istituzioni e, mostrandosi sensibile al problema, ha allo studio la riforma dei
principi di Edinburgo, già dall’inizio non completamente corretti, ma oggi
divenuti ormai obsoleti e non più legati alla realtà dei tempi. Tutto questo al
solo scopo di trovare una giusta e seria collocazione a queste benemerite
istituzioni che oggi, non essendo tutelate dalla Santa Sede, hanno assunto
carattere meramente privato, ma tanta importanza hanno rivestito nel loro
glorioso passato.
“Se Egli (il Signore)
richiamasse a sé il suo spirito
e a sé ritirasse il suo soffio,
ogni carne morirebbe all’istante
e l’uomo tornerebbe in polvere”
Giobbe, 34, 14-15
21
_______________
(1) Parisi Antonio, Ordini cavallereschi e venditori di patracche.
(2) I tre quarti dei finti Ordini di San Giovanni o di Malta derivano dall'ente fondato negli anni 50 da
Charles Louis Thourot Pichel e Paul Granier de Cassagnac; ente che pretendeva essere il discendente
diretto ed immediato del priorato dell'Ordine di Malta fondato nel 1908 negli Stati Uniti con il volere
ed il consenso dello Zar di Russia: questa ricostruzione e tutti i documenti su cui essa si basa sono
falsi, come venne riconosciuto dai più stretti collaboratori di Pichel. Ben presto questo Ordine si
divise esponenzialmente in molte diramazioni, alcune delle quali riuscirono ad ottenere una sorta di
patronato da parte dell'esiliato Re Pietro II di Jugoslavia e poi, dopo la sua morte, da altri membri
cadetti della Casa: tale "patronato", comunque formalmente illegittimo per il mancato visto, da parte
del Ministro della Real Casa, degli atti regi, è stato ritirato dal Sovrano illirico prima di morire nel
1970. Sovereign Order of the Orthodox Knights Hospitaller of St.John of Jerusalem è indicato come
il gruppo più attivo, fondato nel 1977 dal Conte Nicholas Bobrinskoy e dal Principe Serge
Troubetzkoy, entrambi già aderenti secessionisti degli Ordini sotto protezione jugoslava.
Discenderebbe dalla Associazione dei Commendatori Ereditari del Gran Priorato Russo del Sovrano
Ordine di San Giovanni costituita a Parigi nel 1928 da esuli russi e ormai scomparsa: la legittimità di
questo ente si basa su tre presupposti storicamente e giuridicamente errati: che la nuova fondazione
dell'Ordine di San Giovanni voluta dallo Zar Paolo I sia rimasta in vita dopo la rottura delle relazioni
fra l'Ordine di Malta e l'Impero Russo; che le Commende di Giuspatronato di cui era stato dotato
questo Priorato Russo fossero rette dal diritto nobiliare russo e, quindi, fossero trasmissibili anche
come semplice dignità (Editto di Caterina) anziché dalle norme dell'Ordine di Malta di cui pure era
parte integrante; che l'adesione all'associazione del 1977 di soli tre membri signatari della
dichiarazione del 1928 sia sufficiente per garantire una continuità. Tali premesse sono false, come
dimostrato da S.E. il compianto Fra' Cyrill Toumanoff nel suo brillante L'Ordre de Malte et l'Empire
de Russie. Su internet, invece, la questione è stata approfonditamente discussa da James J. Algrant,
Gran Croce del Most Venerable Order britannico, in risposta ad un articolo del Rev. Michael John
Foster, membro di questa organizzazione. Questo Ordine conta fra i suoi aderenti alcuni membri della
nobiltà russa, come il Principe Serge Belosselsky-Belozersky, firmatario della dichiarazione del 1928
assieme al fratello del Conte Bobrinskoy.
(3) Inutile ribadire che l’unico organismo cavalleresco in grado di rilasciare un vero passaporto
diplomatico è lo SMOM di via Condotti a Roma in quanto Ente Internazionale.
(4) “Comunicato sulle organizzazioni imitatrici dell’Ordine di Malta”, Osservatore Romano, 17
maggio 1998.
22
(5) L’Osservatore Romano, “Precisazioni sul riconoscimento degli ordini cavallereschi” - 4 luglio
2002.
(6) Pier Felice degli Uberti, Precisazione sugli Ordini Cavallereschi riconosciuti dalla Santa Sede,
in Il Mondo del Cavaliere, n° 7, luglio-settembre 2002, pp. 67-68.
(7) Alberto Lembo, Gli Ordini "non nazionali" nell’Ordinamento Italiano, in Il Mondo del Cavaliere,
n. 13, gennaio-marzo 2004, pp. 11-25.
23
Prefazione
Estremamente affascinato, da sempre, dal ruolo storico dell’Ordine e, dal
momento della mia ricezione come Donato sette anni fa, dalla sua splendida
dimensione ecclesiale e poliedricità esistenziale, ne ho approfondito le
tematiche arricchendole anche con riflessioni, per estrapolazioni e collazioni
compilative personali o di illustri Autori, elaborando un lavoro che, pur senza
particolari pretese, avendo costituito per me un buon momento integrativo
iniziatico, ritengo essere di un certo interesse.
Non escludendo, tuttavia, che l’informazione possa divenire esperienza e che
l’esperienza si trasformi in conoscenza, se l’approccio empirico del lettore non
si consuma nella distrazione, come avvertiva Walter Benjamin, allora questo
libro può avere un’ulteriore valenza inserendosi, sia pur marginalmente, nel
solco di quelle Opere la cui vocazione esistenziale, la cui funzione
antropologica è quella di concorrere a trasformare la memoria in
esperimento, in costruzione dell’uomo.
Questo libro, infatti, ha una sua utilità sia se ci si avvale del valore attivo delle
sue enunciazioni, sperimentandolo e intendendolo come un momento di
prassi o di essa eziologico, sia prendendo coscienza del proprio tempo e del
proprio ruolo, aprendo spazi inusitati di senso tra il possibile e le sofferte
certezze del mondo reale della vita quotidiana.
Del resto, per dirla con Wittgenstein, i problemi della vita restano insolubili
finchè si pensa di coglierli in superficie: essi devono essere percepiti e afferrati
nella profondità, immersi nel flusso dell’esperienza e dell’esistenza.
Una tale esperienza funge, quindi, anche da “acceleratore della coscienza”
costituendo un’assicurazione morale di cui una società può disporre.
24
D’altro canto, si può giungere alla scoperta del proprio volto non comune, pur
nella sostanziale eguaglianza della coscienza, rintracciando una propria
singolarità scrutando nella propria storia.
Ovviamente, istituzionalizzandosi nell’intimo di ciascuno una oggettiva
argomentazione critica, non si può non scoprire l’inquietudine per la
riaffermazione della propria finitudine, ma nel contempo si affievolisce la
propria solitudine giacchè immersi nel coacervo solidale della
confratellanza melitense e, soprattutto, grazie ad un più profondo e
consapevole percorso di fede, anche attraverso ognuna delle pagine della
storia della salvezza costituite dalle Sacre Scritture, progressivamente si è
condotti verso orizzonti di amore più alti e perfetti spalancando gli occhi su
quell’abisso di luce che è Cristo mentre l’incertezza lascia il posto alla
consapevolezza, appunto, che “ solo da Dio viene la vera rivoluzione, il
cambiamento decisivo per il mondo”.
Dunque, non solo d’estasi tratta il percorso del Cavaliere, bensì del vero e
proprio innesto di un seme che germinando “apre la sua strada sotto il terreno
sordo e opaco dell’esistenza terrena(1)”: ciascun passo “è da considerarsi
come espressione della paziente educazione di Dio nei confronti della durezza
di cuore o del collo indurito dell’uomo(2)”.
Mi auguro, pertanto, che il lettore, rintracciando l’impulso nativo di questo
lavoro che, direbbe Fuentes, obbliga a renderci conto della nostra immersione
nel tempo tra vita, morte e memoria, scopra che “il significato del libro non è
dietro di noi bensì che il suo volto ci guarda dal futuro(3)”.
Mi auguro, infine, che questo lavoro possa “contribuire a rafforzare il fervore
e la disponibilità dei Cavalieri e induca quanti aspirano a far parte della
milizia giovannita a cogliere la palpitante attualità dei suoi ideali e a far
propria la difesa dei principi cristiani(4)”.
Cav. di Grazia Magistrale Raimondo Villano
_______________
(1) Gianfranco Ravasi, I Colleghi del Vangelo, Sole 24 Ore, 2007.
(2) Ibid.
(3) Ezio Raimondi, Un’etica del lettore, Voci, Mulino, 2007.
(4) S.A.E. il Principe e Gran Maestro Fra’ Andrew Bertie; (Roma, dal Palazzo Magistrale, il 24 giugno 1995)
Presentazione della pubblicazione “Cavalieri di Malta. Una leggenda verso il futuro”, a cura del
Cavaliere di Onore e Devozione Barone Marcello Maria Marrocco Trischitta, Acismom, 1995.
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Raimondo Villano
“Non cercare di diventare un uomo di successo,
ma piuttosto un uomo di valore”
Albert Einstein
Raimondo Villano - Nato nel 1960. Vive tra Roma e Torre Ann.ta. La moglie è biologa, farmacista,
assistente sociale e valente docente di ruolo di Scienze nei Licei Classico e Scientifico statali; il
figlio è un brillante matematico universitario magistrale. Ruoli: Diplomatico (Roma, dal 2011);
Operatore economico internazionale (Roma, dal 2004); General manager Villano International
Business Team, con attività in 16 ambiti di business, consulting & service, tra cui: affari
internazionali, immobiliare d’alta gamma, edilizia-restauro, import-export, informatica, sanità, arte e cultura
(Roma, dal 2012); Membro (dal 2013), Hon. Associate Professor in History of Health Administration
Pharmaceutical Department (dal 2014) e Membro Onorario dell’University of Florida State (dal 2015); Trader
(dal 1976), Trader immobiliare (1980-81), Trader operativo finanziario indipendente di borse e forex (dal
1983), Donato di Devozione (dal 2002) e Cavaliere di Grazia Magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta
(dal 2007), presentato dal Cav. di Giustizia Fra’ Giorgio Maria Castriota Scanderbeg (discendente dell’Eroe
fondatore del Regno d’Albania); Presidente della Fondazione di attività internazionale sociosanitaria,
umanitaria e culturale Chiron (dal 1985); Amministratore Unico Chiron Editore (dal 2006); Farmacista
(iscritto all’Albo dal 1986). Accademie: International Society History Pharmacy (dal 2001), Acc. Italiana
Storia Farmacia (dal 2001), Studi Melitensi (dal 2002), Storia Arte Sanitaria-Ministero B.C. (dal 2006), già
pontificia Tiberina (dal 2009), Medical Tradition Smithsonian Institution-USA (dal 2011), Fondazione
Treccani (dal 2016), Fondazione Italia USA (dal 2019); ad honorem Nobile Collegio Chimico Farmaceutico
(dal 2006). Sul piano basilare e determinante dei comportamenti, si è sempre distinto nell’esercitare qualunque
carica con disciplina e onore, con autentico disinteresse personale e con rigoroso rispetto deontologico. Oltre
100 conferenze e chairman in decine di congressi. Collabora con importanti Riviste nazionali e
internazionali. È Advisory Board Member per l’Editore statunitense DPC, che pubblica in oltre 150 nazioni; è
stato Direttore del Notiziario A.Gi.Far. (1986-90) e del Bollettino Rotary Club (1990-94). Studi: classici;
laurea e abil.: Farmacia (1985); corsi certificati di: Piante officinali, Tecniche cosmetiche, Sicurezza aziendale,
Haccp, Storia, Dottrina sociale Chiesa, Teologia. Lauree h.c.: Scienze Umane e Sociali (2009); Storia e
Filosofia (2010); Scienze Comunicazione (2013); Diplomazia e Studi internazionali (2015). Master h.c.:
Science Medical Ethics (2010). È stato: autore, organizzatore e chairman Corso Sicurezza e Qualità per
imprenditori e manager, ottenendo Alti Patronati dal Capo dello Stato Scalfaro e dalle Nazioni Unite (2000),
Consigliere Diplomatico dpt ENVA (2011-15), Segretario International Committee Biothecnologies Wabt-
Unesco (2008-13), membro della World Academy Biomedical Technology (Unesco 2007-12), membro del
Gruppo di Studio “History and definition of pharmacopoeias” dell’International Society for the History of
Pharmacy, coordinato dal Prof. François Ledermann, dell’Università di Berna e Presidente internazionale
Emerito ISHP (Berna, 2012-13), 11 anni in Comitato scientifico sicurezza sanitaria di IBD (azienda
responsabile della sicurezza dei Tribunali della Corte d’Appello di Napoli), Consigliere di Amministrazione
della Fondazione Beaumont Onlus per le ricerche sul cancro, presieduta dallo scienziato Tarro e con il Prefetto
di Napoli (2011-12), Accademico Europeo per Relazioni Economiche e Culturali (2004-15). Socio (1978-
85), contitolare (1986-97) e titolare (1997-2010) di un’importante farmacia privata territoriale urbana. Nel
Rotary International è: Socio del Club Pompei Oplonti Vesuvio Est (1990-2007); Segretario a 29 anni (1990-
95), tra i più giovani d’Italia; Presidente (2000-01); per 14 anni Delegato unico dei Governatori per l’Archivio
del Distretto 2100-Italia (oltre 3.000 rotariani e circa 80 Club) e presso l’Istituto Culturale Rotariano per il
Rotary di tutta l’Italia; membro dell’Institute, massimo organo amministrativo per le Regioni di Europa e
Africa (Luzern, CH, 2000); in Commissioni Distretto 2100-Italia: Etica professionale, Azione Mondiale,
Informatica; tra i molti ruoli internazionali: archeologia Pompei-Cartagine; Comitato Premio Magna Grecia;
autore e presentatore al Consiglio Mondiale di Legislazione del Rotary della Proposta di istituzione della
Giornata internazionale a tutela della Vita (2001-04); Fondatore Rotaract (1999) e Interact (2001), Socio
Onorario Rotaract (2000). Scout Rover Asci e Agesci (anni ’70). Dal 1986 al 1990 Presidente a Napoli,
Coordinatore nazionale e cofondatore Federazione Nazionale Giovani Farmacisti Fenagifar; Rappresentante
nazionale Sindacato Federativo. Rappresentante nazionale onorario Agifar Na c/o Fenagifar (dal 1990).
Istituisce in farmacia un apprezzatissimo centro di ascolto riservato e di assistenza sociosanitaria (anche
personalizzata e/o domiciliare) per anziani stabilmente operativo negli anni senza soluzione di continuità
(1978-2010); da dirigente locale e nazionale dei giovani Farmacisti italiani e del Sindacato sostiene con
convinzione la diffusione e l’ampliamento di tali iniziative sul territorio, auspicando e favorendo (tra i pochi
34
antesignani degli anni ‘80) l’avvento di un’effettiva ‘farmacia dei servizi’ (1985-90). Assist. Prof.
Microbiologia Fac. F.cia Na (1985-90, cattedra Prof. Lembo-Ist. Sup. Sanità), Effettivo della Società
Napoletana di Storia Patria, ammesso sotto la presidenza dallo storico di fama internazionale e Accademico
dei Lincei On. Prof. Giuseppe GALASSO (Napoli, Maschio Angioino 2009-15). Proponente e padrino di
vari Soci Onorari, tra cui: Arciv. di Pompei Mons. Francesco Saverio TOPPI, dal 2013 Servo di Dio in Causa
di Beatificazione e Canonizzazione (Rotary, 1992); Dino DE LAURENTIIS (proposto nel 2000), produttore
cinematografico di Hollywood e Premio Oscar alla carriera (Rotary, 2001); Antonio GRECO, Presidente
Tribunale Civile e Penale TA (Rotary, 2000); Giulio TARRO, virologo candidato al Premio Nobel per la
Medicina nel 2000 e nel 2015 (Asas, 2011); Gianni RIVERA, Vice Campione del Mondo di Calcio (Aerec,
2012); Luigi CASTIELLO, Cappellano Magistrale SMOM e Operatore Pastorale Salute-Conferenza
Episcopale Italiana (Asas, 2014); Gualtiero RICCIARDI, Presidente Istituto Superiore di Sanità (Asas, 2016);
Patrizio POLISCA, già aiutante dei medici di Paolo VI e Giovanni Paolo II e Medico del Papa con Benedetto
XVI e Francesco e Direttore Sanitario del Vaticano (Asas, 2016). Premi internazionali: Diploma d’Onore
per Servizi eccezionali a titolo individuale nelle 5 Vie di Azione da Presidente Rotary International (Evanston
2001: solo 100/anno/1,5 mln soci); Benemerenza Anticrimine-Task Force Rotary Italia, Albania, ex-
Jugoslavia, S. Marino (Zurigo 2001); Sapientia Mundi-Etica (Rm 2008); Unione Legion d’Oro-Lavoro (Rm
2010); Veritas in Charitate-Religione (2011); Bonifaciano-Cultura e Società (2011); Norman Ac.-Editoria
Medaglia aurata (Rm 2014); Norman Ac.-Sanità Galeno di Pergamo (Rm 2014); Norman Ac.-Sanità 2^ ed.
Galeno di Pergamo (Rm 2015); Norman Ac.-Arte fotografica Medaglia aurata (Rm 2015). Premi nazionali:
Aesculapius-Sanità Patroc. Presidenza Consiglio Ministri (Rm 1987); LXVIII Piccinini Asas-Mi.BAC-Ricerca
storico-scientifica (Rm 2006); LXV Stramezzi-Sanità (Rm 2007); Capitolino-Attività umanitaria (Rm 2010);
Tiberino- Cultura (Rm 2012); LXXIV Serono-Storia e Letteratura (Rm 2012), Aerec-Cultura (Rm 2013);
Benemerenza al merito Sanità pubblica (Roma, DPR 2013): solo 269 dal 1800 al 2013, Tiberino-Scienza (Rm
2014); LXXIV Piccinini Asas-Mi.BACT-Ricerca storico-scientifica (Rm 2014); Medaglia Argento al merito
Sanità pubblica (Roma, DPR 2016); Asas-Mi.BACT-Speciale Storia Scienze Biomediche (Rm 2016); Asas-
Mi.BACT-Speciale Menzione storico-scientifica (Rm 2019). Autore di un’ampia e qualificata produzione
letteraria che ammonta a oltre 900 pubblicazioni sanitarie, professionali, scientifiche, storiche, religiose,
artistiche, di cui gran parte su riviste dotate di revisione critica, indexate e con impact factor, particolarmente
apprezzati per l’originalità, la capacità argomentativa e la logica del pensiero, l’ampiezza e l’approfondimento
delle analisi (con risultati anche di riconosciuto elevato contenuto teorico), la finezza delle intuizioni e la
raffinatezza della prosa; oltre 50 libri (di cui 15, nella sola versione italiana, con complessive 36 edizioni e 22
ristampe; numerosi tradotti anche in inglese, francese, tedesco e spagnolo) con editori prestigiosi come
Zanichelli, con patrocini da Ministero Beni Culturali, Unesco, Rotary, Università, Accademie, Istituzioni
professionali, Enti Morali, ecc., recensiti da Testate di rilievo nazionale, presenti in oltre 120 Biblioteche
italiane (tra cui: Quirinale, Accademia Nazionale delle Scienze, Ministeri) e in più di 60 biblioteche di oltre
quaranta altre Nazioni (tra cui: National Institute Health-USA, Nationale de France, Congress USA), in Istituti
di Cultura, Università, Musei, Istituzioni pontificie e vaticane. Alla Fiera di Francoforte ha debuttato un suo
libro (2004). Oltre 200 opere multimediali (in varie lingue e più edizioni e ristampe) spesso di notevole pregio
e pubblicate con editori e patrocini prestigiosi (tra cui Bayer S.p.A.). È autore in oltre 40 anni anche di centinaia
di opere fotografiche realizzate con vena innata, apprezzato talento e particolare sensibilità che lo inducono
a guardare il mondo con originale e, tutt’altro che di rado, unica inclinazione. È in molti Cataloghi
internazionali scientifici, accademici, istituzionali, pontifici e religiosi tra cui: Scheda Authority File di U.S.A.
Library of Congress (NACO) no2006049598; Bibliothèque nationale de France; Deutsche Nationalbibliothek;
Library of National Institutes of Health (NIH) U.S.A.; Wellcome Library UK; Biblioteca Magistrale S.M.
Ordine di Malta; Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL (Italia); Biblioteca Romana della
Fondazione Joseph Ratzinger-Benedetto XVI (Vaticano); 2000 Outstanding Intellectuals IBC-Cambridge UK
dal 2010; Biblioteche Centrali dei Ministeri: Beni Culturali; Grazia e Giustizia; Istruzione, Università e
Ricerca; Salute. Opac Sbn con oltre 300 opere; Scheda di Autorità Ministero BAC dal 2010. Vari libri hanno
apprezzamenti da autorità istituzionali, tra cui alcuni Sovrani di Paesi europei e più volte il Capo dello Stato
e il Santo Padre.
* * *
Alcuni libri: Verso la Società globale informazione (patr. Rotary, pres. Governatore Carosella, 2 ediz.,
1996); Rotary per l’Uomo (patr. Rotary, 2 ediz., 2001); La gestione della sicurezza in Farmacia (pres. Dr.
Renzulli, già Consulente della Sicurezza all’ONU, 2004); Arte e storia della Farmacia (pres. Prof.
Ledermann, Presid. International Society History Pharmacy, 2 ediz., 2006); Storia e attività del SMOM (patr.
Asas-Mi.BAC; pres. Mons. Prof. Ferriero, 4 ediz., 2007); Meridiani farmaceutici tra etica laica e morale
cattolica (patr. Asas-Mi.BAC; pres. Prof. Tarro, Comm. Naz.le Bioetica, 3 ediz., 2008); Thesaurus Pharmacologicus
35
(patr.: Accad. Tiberina, Asas-Mi.BAC, Nobile Collegio Chimico Farmaceutico, Aerec; pres.: Presid. Farmacisti Italiani
Dr. Mandelli, 2 ed., 2009); Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità. Riflessioni sull’indagine diacronica per la memoria
dell’homo faber (Alto patroc.: Ministero B.A.C.; patroc.: Acc. Tiberina, Asas-Mi.BAC, Nobile Collegio Chimico
Farmaceutico, Aerec, Univ. Ruggero II - Florida, J. Monnet Univ. Europenne, Univ. Telem. Pegaso, Norman Academy;
pres. eminenti storico Fra’ von Lobstein e critico Prof. Carosella, 6 rist., 2010); Attività farmaceutiche nel Regno di Napoli
(pres.: Presid. Acc. It. Storia Farmacia Dr. Corvi, 2010); Logos e teofania nel tempo digitale (patr. Acc. Tiberina e Aerec;
pres. Mons. Trafny, Presid. Dpt Scienza-Fede Pontificio Consiglio Cultura, 2012); Aspetti religiosi e dimensione
ecclesiale del SMOM (2013); Musei di farmacia: eco del passato per un riscatto futuro (pres. Prof. Ledermann, Direttore
Biblioteca Svizzera, 2015); Fotografie - circa 200 sue opere, selezionate per temi filosofici e creativi tra quelle realizzate
in oltre 40 anni (2015); Magistero ecclesiastico ai farmacisti da Pio XII a Benedetto XVI (patroc. Nobile Collegio Chimico
Farmaceutico; pres. Sen. Garavaglia, già Ministro Sanità - 2 ediz., 2019). Alcuni multimedia: Cenni di arte e storia della
farmacia (patroc. AISF e Rotary, 2002); Influenza A/H1N1 (patroc. Unesco, 2009).
“Ho imparato così tanto da voi, Uomini…
Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna,
senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata”
Gabriel Garcia Marquez

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  • 1. 1 Raimondo Villano Sovrano Militare Ordine di Malta: gli Ordini illegittimi “Dunque chi vuole comprendere il mondo - e la Chiesa - di oggi, chi vuole contribuire con piena coscienza delle proprie responsabilità alla costruzione del loro futuro, deve conoscere il loro passato, deve porsi di fronte alla loro storia. Nessun albero può crescere in altezza se è privo di radici” Mons. Walter Brandmüller
  • 2. 2 ISBN 978-88-904235-43, CDD 900 VIL tui 2008, 4^ edizione (esaurita), pp. 390, Pergamena, ottobre 2009. Con il patrocinio dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria (Mi.B.A.C.). Secondo S.E. Ven. Balì Gran Croce di Giustizia Fra’ Franz Von Lobstein, già Gran Priore di Roma e Membro del Sovrano Consiglio del Sovrano Militare Ordine di Malta, “il libro si distingue per approfondita informazione e scorrevolezza di esposizione”. Apprezzato da numerose Autorità civili, religiose e melitensi, tra cui: il Capo dello Stato, il Santo Padre, S.A. E.ma il Principe e Gran Maestro del SMOM, vari regnanti d’Europa e Alti Prelati. “Non c’è nulla che spaventi di più l’uomo che prendere coscienza dell’immensità di cosa è capace di fare e diventare” Søren Aabye Kierkegarard GLI ORDINI ILLEGITTIMI Il prestigio, il fascino, la gloria di cui alcuni Ordini Cavallereschi sono ammantati fa sì che siano migliaia le richieste di adesione che però sono vagliate con grande severità anche per evitare il più possibile di accogliere tra le proprie file soggetti poco raccomandabili, che in passato hanno nociuto alla vita di alcuni ordini cavallereschi ben più delle traversie della storia. “Evidentemente proprio per venire incontro alla grande richiesta di “cavalleria”, di titoli nobiliari e di diplomi, alcuni gentiluomini molto attenti alle richieste del mercato, hanno pensato di dare vita ad ordini cavallereschi fasulli che, con il pagamento di forti cifre di danaro, offrono cerimonie dalla
  • 3. 3 medioevaleggiante atmosfera, diplomi, mantelli e variopinte croci che, se sul momento appagano i sogni dei neocavalieri, successivamente lasciano l’amaro in bocca quando si scopre di essere stati insigniti di un ordine inesistente o privo di legittimità. I casi sono i più svariati. Sono stati creati ordini con nome e storia del tutto inventata. In altri casi si è resuscitato un ordine sciolto molti secoli fa tentando, con false documentazioni di attestarne la sopravvivenza e la legittimità. Altre volte ancora si è provveduto, e qui siamo alla truffa bella e buona, ad imitare il nome e paramenti di ordini cavallereschi esistenti e legittimi dotati di storia e tradizioni prestigiosissime(1) ”. Il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, detto di Rodi, detto di Malta, oltre ad essere una delle più antiche e prestigiose istituzioni cavalleresche oggi esistenti, è di gran lunga la più imitata. L’Ordine Religioso Militare Gerosolimitano è l’unico ad essere sopravvissuto dei vari ordini simili dalla metà del secolo XVI; infatti, i quattro ordini religioso-militari spagnoli Calatrava (1164), Alcantara
  • 4. 4 (1176), Montesa (1317) e la Milizia di Cristo (1319), che osservano la regola cistercense, non furono ritenuti Ordini religiosi. Ciascuno di questi ordini iberici aveva un proprio gran maestro, riconosciuto di volta in volta dalla Sede Apostolica, il quale, sotto la propria autorità sovrana, esercitava 1’imperium ecclesiastico, civile, monastico e militare. La Sede Apostolica, ritenuto più coerente abolire la loro qualifica canonica, profittò di ogni vacanza di gran maestro per rimetterli al re di Spagna finché Papa Adriano VI li concesse a Carlo V e suoi successori. Dagli inizi del XIX secolo fino ai nostri giorni sono apparse, un po’ in tutto il mondo, associazioni a fini di lucro che utilizzando abusivamente nome e simboli del vero Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, hanno carpito la buona fede di moltissime persone e sono state spesso coinvolte in scandali rilevanti (vendite di falsi passaporti diplomatici, raccolte fondi per opere umanitarie inesistenti, ecc.) che hanno spesso leso la reputazione degli Ordini Giovanniti autentici(2) . Ciò che rende particolare l'Ordine di Malta e che lo distingue da tutti gli altri ordini cavallereschi è il fatto che esso è allo stesso tempo un ordine religioso della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, un ordine cavalleresco ed
  • 5. 5 un'istituzione ospedaliera e caritativa, e che gode di personalità giuridica internazionale. Questa tripla identità è, poi, fondamentale e va tenuta sempre presente quando vengono esaminate le motivazioni di altri enti e istituzioni facenti riferimento all'ordine fondato in Terrasanta dal Beato Gerardo al fine di valutare la loro legittimità storica e giuridica. Proprio questo suo carattere di organismo internazionale, riconosciuto come tale dalla maggior parte degli Stati del mondo con diritto di avere suoi ambasciatori, di battere moneta e di avere servizio postale proprio, fa sì che l’appartenenza allo SMOM sia ambita al di sopra di qualsiasi altro ordine cavalleresco. È logico, dunque, che i falsari puntassero ad imitare l’Ordine di Malta più di qualsiasi altro organismo. Attualmente sono circa una ventina le organizzazioni che in varia maniera tentano di farsi passare per lo storico Ordine di Malta. Qualcuno di questi “surrogati” dello SMOM tenta addirittura di accreditarsi per il vero ed unico valido discendente dell’Ordine medioevale costituito nel 1099. Nonostante la stampa italiana e anche internazionale abbiano più volte messo in guardia contro i falsi ordini cavallereschi, sono in molti ad esserci cascati. A volte
  • 6. 6 nomi famosi o, soprattutto, ricchi imprenditori. Talora in cerca di ottenere un passaporto diplomatico dell’Ordine(3) . Va considerato, inoltre, che appropriarsi di un finto titolo nobiliare o cavalleresco, pur non suscettibile di conseguenze penali eccetto casi molto particolari, non solo è fonte di confusione ma, in fin dei conti, concorre gravemente alla distruzione del patrimonio storico rappresentato dagli ordini cavallereschi e dalle famiglie nobili nonché dalle loro plurisecolari tradizioni. Il moltiplicarsi un po’ ovunque di organismi e associazioni che, usando simboli e nomi non dissimili da quelli dell’Ordine, cercano con ogni mezzo di ottenere legittimazione e riconoscimento ufficiali persegue, anche a fianco di possibili finalità assistenziali, scopi soprattutto di lucro, avanzando a volte anche proposte di transazioni finanziarie apparentemente attrattive (in qualche caso sono state rivelate vicende fraudolente e denunciate alle pertinenti autorità giudiziarie) che, oltre a danneggiare la buona fede di quanti vi finiscono coinvolti, rischiano di creare equivoci e confusione. Questi organismi ed associazioni, pertanto, non hanno alcuna attinenza o connessione né accordi programmatici di sorta con il Sovrano Militare Ordine di Malta con sede a Roma in via dei Condotti, 68 che intrattiene
  • 7. 7 rapporti diplomatici formali ed ufficiali con oltre 90 Stati ed Organizzazioni Internazionali ed a cui è stato riconosciuto lo Status di Osservatore Permanente presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite con la risoluzione N. 48/265 nell’agosto del 1994. Molta cautela, quindi, è consigliabile nel considerare proposte allettanti, eventualmente controllandone l’autenticità e legittimità presso la Missione dell’Ordine accreditata presso le Nazioni Unite o presso l’Ambasciata dell’Ordine nel rispettivo Paese(4) . In molte occasioni, inoltre, vi sono stati pronunciamenti della Santa Sede Apostolica Romana sugli ordini considerati illegittimi. Il 15-16 aprile 1935 sull’Osservatore Romano si rileva che “Da tempo viene svolta attività intesa a far rivivere e ad introdurre in Italia l’Ordine Militare ed Ospedaliero di San Lazzaro ramo di Boigny, sia con l’offerta di onorificenze dell’Ordine per cavalieri e signore, sia con articoli diretti a sostenere l’esistenza dell’Ordine quale ramo francese dell’antico Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme, il cui ramo italiano venne fuso nel 1572 con l’Ordine di San Maurizio. Poiché l’Ordine di San Lazzaro di Boigny, non soltanto non è riconosciuto in Italia, ma risulta, anzi, definitivamente soppresso, per lo meno sin dal 1608, ad opera del Pontefice Paolo V e del
  • 8. 8 re Enrico IV, l’azione suindicata deve ritenersi illegale e sono state, pertanto, impartite le necessarie istruzioni perché sia fatta cessare, procedendo, ove occorra, nei confronti dei responsabili, ai sensi di legge. Abbiamo già più volte avuto occasione di accennare alla fioritura di pseudo-Ordini cavallereschi, che si è notata in questi ultimi tempi in Italia e fuori. Qualunque sia la denominazione assunta da questi cosiddetti Ordini (S. Giorgio di Miolans o del Belgio, S. Maria di Nazareth, S. Maria di Bethlem, S. Lazzaro, e simili), si tratta sempre di riesumazioni di antichi Ordini cavallereschi, che sono completamente estinti, fatte da persone private le quali svolgono generalmente un’azione intensa, che finisce col sorprendere la buona fede di moltissimi, che non possono valutare al giusto punto queste iniziative sprovviste di ogni legittimità. Il fenomeno è tanto più grave se si considera che queste iniziative, essendo poste abilmente sotto titoli di Istituzioni religiose storiche, per il più delle persone, anziché private - come sono in realtà - possono apparire sotto l’egida della Chiesa e della Santa Sede. Non tutti sono tenuti a sapere che gli antichi Ordini cavallereschi erano dei veri e propri Ordini religiosi, dipendenti dall’Autorità Ecclesiastica, come ogni altro Ordine religioso, e costituiti da professi che emettevano i voti
  • 9. 9 sacri prescritti dalle Regole, e godevano i redditi dei benefici ecclesiastici di cui erano investiti. Ma questi antichi Ordini non hanno di comune se non il loro antico titolo (quando questo è stato conservato) con le moderne decorazioni Equestri, le quali per una completa trasformazione giuridica del primitivo istituto possono sussistere in quanto un Sovrano o Capo di Stato nei limiti della propria giurisdizione dà ad esse la legittima consistenza civile. Nulla di tutto questo nel preteso Ordine di S. Lazzaro. Sotto tale denominazione canonicamente per la Santa Sede non esiste più alcun Ordine da vari secoli. Lo aveva infatti già soppresso e incorporato all’Ordine di S. Giovanni (attuale Ordine di Malta) sin dal secolo decimo quinto; poi nel secolo decimo sesto, dopo una parziale e temporanea resurrezione, lo soppresse nuovamente come ente a sé e lo incorporò all’Ordine di S. Maurizio (a. 1572) dando origine così all’attuale Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro. A causa poi delle ardenti questioni politiche del tempo in Francia, nonostante le tassative disposizioni della Santa Sede, la casa priorale di Boigny, col relativo godimento di benefici ecclesiastici, riuscì a mantenersi in vita in forza esclusiva di decreti dell’autorità regia e civile. Come si vede
  • 10. 10 era una posizione tutt’altro che canonica e regolare per un Ordine religioso, sia pure cavalleresco...! Ma poi quando nel 1608 il re di Francia Enrico IV, ad eliminare le continue difficoltà che sorgevano a questo proposito, ottenne dal Pontefice Paolo V il riconoscimento del nuovo Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo, attribuì anche a questo nuovo Ordine i beni, le case e le persone, che nei confini dei suoi Stati avevano già appartenuto all’Ordine di S. Lazzaro. Da ciò è avvenuto che in Francia sino alla Rivoluzione sia esistito un Ordine cavalleresco che veniva chiamato cumulativamente di Nostra Signora del Carmelo e di S. Lazzaro; mentre tale Ordine per la Santa Sede e per la Curia Romana era soltanto l’Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo. Ognuno comprende su quali labili arene sia stato costruito l’Edifizio del preteso Ordine di S. Lazzaro, oggetto del comunicato surriferito; e come siano destituiti di fondamento e di realtà i titoli di Cavalieri, Commendatori, ecc. (per i laici) e di Monsignori (per gli ecclesiastici) che si attribuiscono coloro che vengono ascritti sia ad esso, come a qualunque altro dei pretesi Ordini sopra accennati”. Il 21 marzo 1952 sull’Osservatore Romano si afferma che “Da qualche tempo si avverte il deplorevole fenomeno del sorgere di pretesi Ordini cavallereschi ad opera di iniziative private, che hanno il fine di sostituirsi
  • 11. 11 alle forme legittime di onorificenze cavalleresche. Come altre volte già si è avvertito, questi sedicenti Ordini assumono il loro nome sia da Ordini realmente esistenti, ma da secoli estinti, sia da Ordini rimasti allo stato di progetto, sia infine da Ordini veramente fittizi e che non hanno mai avuto un qualsiasi precedente nella storia. Per maggior confusione di idee poi da coloro, che ignorano la vera storia degli Ordini cavallereschi e la loro evoluzione giuridica, a queste iniziative private, che si dichiararono autonome, vengono anche attribuite qualifiche, che ebbero la loro ragione d’essere nel passato, o che furono proprie di Ordini autentici, approvati a suo tempo dalla Santa Sede. Perciò, con una terminologia quasi monotona, questi così detti Ordini si attribuiscono, chi più chi meno, il titolo di Sacri, Militari, Equestri, Cavallereschi, Costantiniani, Capitolari, Sovrani, Nobiliari, Religiosi, Celesti, Angelici, Lascaridi, Imperiali, Reali, Delcassiani, ecc. Nell’ambito di tali iniziative private, che non hanno in alcun modo una approvazione o un riconoscimento qualsiasi dalla Santa Sede, si possono annoverare i cosiddetti Ordini di: S. Maria o Nostra Signora di Betlem, S. Giovanni d’Acri, detto anche semplicemente di S. Giovanni Battista, S. Tommaso, S. Lazzaro, S. Giorgio di Borgogna, detto anche del Belgio o di
  • 12. 12 Miolans, di S. Giorgio di Carinzia, del costantiniano di S. Stefano, del costantiniano Lascaride Angelico della Milizia Aurata, della Corona di Spine, del Leone della Croce Nera, di Sant’Uberto di Lorena o di Bar, della Concordia, di Nostra Signora della Pace... (a tutti questi e altri simili cosiddetti Ordini cavallereschi con le annesse Associazioni di Croci d’Oro, d’Argento, Azzurre, ecc. più o meno internazionali, devono certamente aggiungersi quelli che con qualcuno degli appellativi su accennati hanno assunto il titolo: dalla Mercede, da S. Brigida di Svezia, da S. Rita da Cascia, dalla Legion d’Onore dell’Immacolata, da S. Giorgio d’Antiochia, da S. Michele, da S. Marco, da S. Sebastiano, da S. Guglielmo, dallo storico non più esistente Ordine del Tempio, dall’Aquila rossa di S. Cirillo di Gerusalemme ecc.). Ad evitare equivoci purtroppo possibili, anche a causa dell’uso indebito di documenti pontifici o ecclesiastici, già rilasciati per fini religiosi, o per Ordini semplicemente monastici, e ad impedire la continuazione di abusi, che poi risultano a danno di molte persone di buona fede, siamo autorizzati a dichiarare che la Santa Sede non riconosce alcun valore ai diplomi e alle relative insegne, che siano rilasciati da così detti su indicati Ordini”.
  • 13. 13 Il 1° dicembre 1976 sull’Osservatore Romano a riguardo del “Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme”, si precisa che “... Domande sono state ricevute da varie parti richiedenti ulteriori informazioni riguardo al Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme ed in particolare riguardo a come la Santa Sede vede quest’Ordine. Siamo autorizzati a ripetere le chiarificazioni al riguardo precedentemente pubblicate su L’Osservatore Romano. La Santa Sede, in aggiunta ai suoi propri Ordini Equestri, riconosce solamente due Ordini cavallereschi: il Sovrano Militare Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, denominato Ordine di Malta, e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nessun altro Ordine, sia esso istituito nuovamente o derivante da un Ordine medievale avente lo stesso nome, gode tale riconoscimento, poiché la Santa Sede non è in una posizione per garantire la sua legittimità storica e giuridica. Questo è anche il caso riguardante il premenzionato Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme che assume, in una forma quasi identica e in tale modo da causare ambiguità, il nome di Sovrano Militare Ordine di Malta”. Il 4 luglio 2002 sull’Osservatore Romano si precisa che “Vari lettori ci hanno chiesto informazioni circa l’atteggiamento della Santa Sede nei
  • 14. 14 confronti degli Ordini Equestri dedicati a Santi o aventi intitolazioni sacre. Al riguardo, siamo autorizzati a confermare quanto già pubblicato in passato dal nostro giornale: la Santa Sede, oltre ai propri Ordini Equestri, riconosce e tutela due soli Ordini Cavallereschi: il Sovrano Militare Ordine di Malta – ovvero Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta – e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme(5) ”. Il 27 aprile 2004, poi, una Lettera della Segreteria di Stato della Santa Sede dichiara che “A partire dal dopoguerra è andato crescendo in forma esponenziale l’interesse per gli Ordini cavallereschi, le Onorificenze e i Sistemi premiali da parte di tutte le classi sociali, comprese quelle che tradizionalmente ne sono state escluse. Più volte abbiamo voluto fare capire che gli Ordini cavallereschi sono istituzioni che affondano le loro radici nel buio del medioevo con una struttura militare e religiosa, mentre d’altro canto le Onorificenze vanno considerate come strumenti di onore moderni. A differenza del passato la ricezione negli Ordini cavallereschi appare oggi essere un’esigenza individuale non propriamente legata, anche se il fenomeno ancora esiste, a una tradizione familiare; non dobbiamo infatti dimenticare che anticamente gli Ordini cavallereschi erano esclusivo luogo
  • 15. 15 d’accesso della classe nobiliare che in questo modo dava la possibilità a membri della propria famiglia di godere di un certo status connesso ad un elevato rispetto sociale e al godimento di benefici oggettivi. Nel corso dei secoli gli Ordini cavallereschi hanno subito cambiamenti sostanziali, tanto che alcuni sono stati soppressi, oppure lasciati morire, altri addirittura abbandonati; oppure per vivere nei nostri tempi si sono adeguati alla realtà odierna e in molti casi hanno mutato gli originari scopi, o ne hanno fornito una nuova interpretazione, tanto che alcuni persino si sono trasformati in Ordini solamente religiosi, perdendo l’aspetto militare tipicamente cavalleresco. Gli Ordini cavallereschi superstiti non hanno di fatto più nulla a che vedere con quanto rappresentavano nei secoli scorsi ma ancora oggi il loro fascino persiste nell’immaginario collettivo, incantando un folto pubblico che li collega ad un passato che ormai non è più quello. Per il prestigio da sempre connesso agli Ordini cavallereschi, si sono ripetutamente verificati nel corso della storia fenomeni di imitazione, compiuti ad opera di persone che volevano trarre da essi un qualche beneficio morale od economico... Ebbene è necessario affermare subito con chiarezza che trattandosi di istituzioni di carattere religioso, unicamente alla Santa Sede spetta il diritto di tutela e di riconoscimento degli Ordini
  • 16. 16 cavallereschi, diritto attualmente esercitato solo nei confronti dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e del Sovrano Militare Ordine di S. Giovanni detto di Malta. In merito all’esistenza attuale degli Ordini cavallereschi la Santa Sede tramite L’Osservatore Romano si è espressa più volte dal 15-16 aprile 1952 sino all’ultima in data 14 dicembre 1970, che ribadiva quanto già espresso il 22 marzo 1923 sulla legittimità di alcune organizzazioni, le quali si autodefiniscono "Ordini cavallereschi" generando l’apparenza di essere legate a Santa Romana Chiesa, vuoi per la somiglianza del nome con Ordini religiosi estinti, vuoi per l’appartenenza ad essi di esponenti anche di una certa importanza del clero; mentre potrebbero più propriamente e correttamente definirsi, qualora effettivamente avessero una certa tradizione storica e scopi di aggregazione umanitari, benefici e sociali, come Organizzazioni di ispirazione cavalleresca, senza ingenerare così nessuna confusione con Ordini cavallereschi inesistenti. Nel nostro XXI secolo gli Ordini cavallereschi costituiscono ben altra cosa da quello che furono nel medioevo, ed usare il termine Organizzazione di ispirazione cavalleresca sarebbe finalmente una soluzione sincera, corretta ed onorevole che permetterebbe di richiamarsi nella nostra epoca alla storia
  • 17. 17 di quell’ordine a cui ci si ispira e di cui si imitano i modelli e gli scopi, senza però millantare di essere quell’Ordine cavalleresco che nella realtà oggettiva è stato abolito, abbandonato o è scomparso. Del resto per svolgere meritoriamente un insieme di azioni umanitarie non è certo necessario essere un Ordine cavalleresco a tutti i costi... bene ce lo insegna la Croce Rossa! ”. È necessario, tuttavia, un’ulteriore intervento della Segreteria di Stato della Santa Sede in cui si ammonisce che “I membri del Governo e i Diplomatici non aderiscano ad Ordini equestri che non sono riconosciuti dalla Santa Sede”: “Nonostante il comunicato riguardante gli Ordini ufficialmente riconosciuti dalla Santa Sede apparso su L’Osservatore Romano del 4 luglio 20021 , la Segreteria di Stato ha continuato a ricevere lettere da Ambasciate, richiedenti conferma della validità di Ordini equestri che si richiamano ad istituzioni del passato, e la stampa ha dato ampia pubblicità all’accettazione da parte di importanti autorità ecclesiastiche di onorificenze provenienti da Ordini non riconosciuti dalla Santa Sede. Ciò ha fatto aumentare da parte di queste organizzazioni le richieste per ottenere il riconoscimento di tali Ordini.
  • 18. 18 Così il 27 aprile 2004 la Segreteria di Stato - Prima Sezione - Affari Generali ha dovuto inviare a tutte le Missioni Diplomatiche accreditate presso la Santa Sede, con comunicazione n. 555.477, la seguente lettera: "La Segreteria di Stato presenta i suoi complimenti alle Missioni diplomatiche presso la Santa Sede ed ha l’onore di informarle di quanto segue, in risposta alla domanda di alcune Ambasciate riguardo alle tradizioni da osservarsi a proposito dell’uso e dell’accettazione di decorazioni. È costume che durante le cerimonie ufficiali, i Diplomatici accreditati sfoggino, oltre alle decorazioni ufficiali e agli Ordini nazionali, le insegne di Ordini equestri riconosciuti dalla Santa Sede, che, come si sa sono solamente in numero di due: il Sovrano Militare Ordine di Malta e l’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. La pratica vuole che i Diplomatici accreditati si astengano dall’aderire a degli Ordini equestri che non sono legati alla Santa Sede, anche se essi sono dedicati a dei santi o hanno dei titoli religiosi. Secondo la medesima tradizione, le alte personalità membri del Governo, durante la loro presenza a Roma per delle Udienze pontificie, non accetteranno distinzioni onorifiche di Ordini che non sono riconosciuti dalla Santa Sede. La Segreteria coglie questa occasione per
  • 19. 19 rinnovare alle Missioni diplomatiche presso la Santa Sede l’assicurazione della sua alta considerazione”. Rispetto alla precisazione del 4 luglio 2002 qui troviamo in aggiunta un chiaro ed esplicito invito ad astenersi dall’accettare Ordini non riconosciuti dalla Santa Sede rivolto ai membri del governo in visita al Santo Padre ed ai diplomatici, ponendo allo stesso livello sia quegli Ordini che in qualche modo si sono detti successori di Ordini appartenenti al patrimonio storico- araldico di Stati non più esistenti o sono oggi considerati dagli studiosi come Ordini dinastici appartenenti al patrimonio storico di dinastie non più sul trono, sia quegli "Ordini" che provengono da organizzazioni truffaldine(6) . La lettera esprime con chiarezza e ribadisce il pensiero della Santa Sede sulla materia, non facendo altro che attualizzare quanto già espresso su L’Osservatore Romano dal 15-16 aprile 1935 in poi. In Italia invece la Legge 3 marzo 1951, n. 178 all’articolo 7 impedisce solo di accettare onorificenze non autorizzabili e di recente sono state individuate le onorificenze degli "Ordini non nazionali" meritorie di autorizzazione(7) . Gli eventi, dunque, imporrebbero forse ai rappresentanti di quelle istituzioni con degno passato di accettare definitivamente il pensiero della Santa Sede in materia, cercando di darsi una nuova veste più consona ai tempi: se
  • 20. 20 desiderano salvare la tradizione, rispettare la storia e svolgere ancora in altro modo la propria attività (che sebbene non consenta loro di venir considerati veri Ordini equestri, e godere così di un rapporto preferenziale, può tuttavia permettergli di perpetrare gli scopi per i quali sono stati originariamente istituiti) si considerino oggi come Associazioni private di fedeli, e quindi chiedano il riconoscimento dal competente Ordinario diocesano, che sicuramente concederà un assistente spirituale. La Commissione Internazionale permanente per lo Studio degli Ordini Cavallereschi, infine, con lungimiranza da tempo vede in altra ottica queste istituzioni e, mostrandosi sensibile al problema, ha allo studio la riforma dei principi di Edinburgo, già dall’inizio non completamente corretti, ma oggi divenuti ormai obsoleti e non più legati alla realtà dei tempi. Tutto questo al solo scopo di trovare una giusta e seria collocazione a queste benemerite istituzioni che oggi, non essendo tutelate dalla Santa Sede, hanno assunto carattere meramente privato, ma tanta importanza hanno rivestito nel loro glorioso passato. “Se Egli (il Signore) richiamasse a sé il suo spirito e a sé ritirasse il suo soffio, ogni carne morirebbe all’istante e l’uomo tornerebbe in polvere” Giobbe, 34, 14-15
  • 21. 21 _______________ (1) Parisi Antonio, Ordini cavallereschi e venditori di patracche. (2) I tre quarti dei finti Ordini di San Giovanni o di Malta derivano dall'ente fondato negli anni 50 da Charles Louis Thourot Pichel e Paul Granier de Cassagnac; ente che pretendeva essere il discendente diretto ed immediato del priorato dell'Ordine di Malta fondato nel 1908 negli Stati Uniti con il volere ed il consenso dello Zar di Russia: questa ricostruzione e tutti i documenti su cui essa si basa sono falsi, come venne riconosciuto dai più stretti collaboratori di Pichel. Ben presto questo Ordine si divise esponenzialmente in molte diramazioni, alcune delle quali riuscirono ad ottenere una sorta di patronato da parte dell'esiliato Re Pietro II di Jugoslavia e poi, dopo la sua morte, da altri membri cadetti della Casa: tale "patronato", comunque formalmente illegittimo per il mancato visto, da parte del Ministro della Real Casa, degli atti regi, è stato ritirato dal Sovrano illirico prima di morire nel 1970. Sovereign Order of the Orthodox Knights Hospitaller of St.John of Jerusalem è indicato come il gruppo più attivo, fondato nel 1977 dal Conte Nicholas Bobrinskoy e dal Principe Serge Troubetzkoy, entrambi già aderenti secessionisti degli Ordini sotto protezione jugoslava. Discenderebbe dalla Associazione dei Commendatori Ereditari del Gran Priorato Russo del Sovrano Ordine di San Giovanni costituita a Parigi nel 1928 da esuli russi e ormai scomparsa: la legittimità di questo ente si basa su tre presupposti storicamente e giuridicamente errati: che la nuova fondazione dell'Ordine di San Giovanni voluta dallo Zar Paolo I sia rimasta in vita dopo la rottura delle relazioni fra l'Ordine di Malta e l'Impero Russo; che le Commende di Giuspatronato di cui era stato dotato questo Priorato Russo fossero rette dal diritto nobiliare russo e, quindi, fossero trasmissibili anche come semplice dignità (Editto di Caterina) anziché dalle norme dell'Ordine di Malta di cui pure era parte integrante; che l'adesione all'associazione del 1977 di soli tre membri signatari della dichiarazione del 1928 sia sufficiente per garantire una continuità. Tali premesse sono false, come dimostrato da S.E. il compianto Fra' Cyrill Toumanoff nel suo brillante L'Ordre de Malte et l'Empire de Russie. Su internet, invece, la questione è stata approfonditamente discussa da James J. Algrant, Gran Croce del Most Venerable Order britannico, in risposta ad un articolo del Rev. Michael John Foster, membro di questa organizzazione. Questo Ordine conta fra i suoi aderenti alcuni membri della nobiltà russa, come il Principe Serge Belosselsky-Belozersky, firmatario della dichiarazione del 1928 assieme al fratello del Conte Bobrinskoy. (3) Inutile ribadire che l’unico organismo cavalleresco in grado di rilasciare un vero passaporto diplomatico è lo SMOM di via Condotti a Roma in quanto Ente Internazionale. (4) “Comunicato sulle organizzazioni imitatrici dell’Ordine di Malta”, Osservatore Romano, 17 maggio 1998.
  • 22. 22 (5) L’Osservatore Romano, “Precisazioni sul riconoscimento degli ordini cavallereschi” - 4 luglio 2002. (6) Pier Felice degli Uberti, Precisazione sugli Ordini Cavallereschi riconosciuti dalla Santa Sede, in Il Mondo del Cavaliere, n° 7, luglio-settembre 2002, pp. 67-68. (7) Alberto Lembo, Gli Ordini "non nazionali" nell’Ordinamento Italiano, in Il Mondo del Cavaliere, n. 13, gennaio-marzo 2004, pp. 11-25.
  • 23. 23 Prefazione Estremamente affascinato, da sempre, dal ruolo storico dell’Ordine e, dal momento della mia ricezione come Donato sette anni fa, dalla sua splendida dimensione ecclesiale e poliedricità esistenziale, ne ho approfondito le tematiche arricchendole anche con riflessioni, per estrapolazioni e collazioni compilative personali o di illustri Autori, elaborando un lavoro che, pur senza particolari pretese, avendo costituito per me un buon momento integrativo iniziatico, ritengo essere di un certo interesse. Non escludendo, tuttavia, che l’informazione possa divenire esperienza e che l’esperienza si trasformi in conoscenza, se l’approccio empirico del lettore non si consuma nella distrazione, come avvertiva Walter Benjamin, allora questo libro può avere un’ulteriore valenza inserendosi, sia pur marginalmente, nel solco di quelle Opere la cui vocazione esistenziale, la cui funzione antropologica è quella di concorrere a trasformare la memoria in esperimento, in costruzione dell’uomo. Questo libro, infatti, ha una sua utilità sia se ci si avvale del valore attivo delle sue enunciazioni, sperimentandolo e intendendolo come un momento di prassi o di essa eziologico, sia prendendo coscienza del proprio tempo e del proprio ruolo, aprendo spazi inusitati di senso tra il possibile e le sofferte certezze del mondo reale della vita quotidiana. Del resto, per dirla con Wittgenstein, i problemi della vita restano insolubili finchè si pensa di coglierli in superficie: essi devono essere percepiti e afferrati nella profondità, immersi nel flusso dell’esperienza e dell’esistenza. Una tale esperienza funge, quindi, anche da “acceleratore della coscienza” costituendo un’assicurazione morale di cui una società può disporre.
  • 24. 24 D’altro canto, si può giungere alla scoperta del proprio volto non comune, pur nella sostanziale eguaglianza della coscienza, rintracciando una propria singolarità scrutando nella propria storia. Ovviamente, istituzionalizzandosi nell’intimo di ciascuno una oggettiva argomentazione critica, non si può non scoprire l’inquietudine per la riaffermazione della propria finitudine, ma nel contempo si affievolisce la propria solitudine giacchè immersi nel coacervo solidale della confratellanza melitense e, soprattutto, grazie ad un più profondo e consapevole percorso di fede, anche attraverso ognuna delle pagine della storia della salvezza costituite dalle Sacre Scritture, progressivamente si è condotti verso orizzonti di amore più alti e perfetti spalancando gli occhi su quell’abisso di luce che è Cristo mentre l’incertezza lascia il posto alla consapevolezza, appunto, che “ solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo per il mondo”. Dunque, non solo d’estasi tratta il percorso del Cavaliere, bensì del vero e proprio innesto di un seme che germinando “apre la sua strada sotto il terreno sordo e opaco dell’esistenza terrena(1)”: ciascun passo “è da considerarsi come espressione della paziente educazione di Dio nei confronti della durezza di cuore o del collo indurito dell’uomo(2)”. Mi auguro, pertanto, che il lettore, rintracciando l’impulso nativo di questo lavoro che, direbbe Fuentes, obbliga a renderci conto della nostra immersione nel tempo tra vita, morte e memoria, scopra che “il significato del libro non è dietro di noi bensì che il suo volto ci guarda dal futuro(3)”. Mi auguro, infine, che questo lavoro possa “contribuire a rafforzare il fervore e la disponibilità dei Cavalieri e induca quanti aspirano a far parte della milizia giovannita a cogliere la palpitante attualità dei suoi ideali e a far propria la difesa dei principi cristiani(4)”. Cav. di Grazia Magistrale Raimondo Villano _______________ (1) Gianfranco Ravasi, I Colleghi del Vangelo, Sole 24 Ore, 2007. (2) Ibid. (3) Ezio Raimondi, Un’etica del lettore, Voci, Mulino, 2007. (4) S.A.E. il Principe e Gran Maestro Fra’ Andrew Bertie; (Roma, dal Palazzo Magistrale, il 24 giugno 1995) Presentazione della pubblicazione “Cavalieri di Malta. Una leggenda verso il futuro”, a cura del Cavaliere di Onore e Devozione Barone Marcello Maria Marrocco Trischitta, Acismom, 1995.
  • 25. 25
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  • 33. 33 Raimondo Villano “Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore” Albert Einstein Raimondo Villano - Nato nel 1960. Vive tra Roma e Torre Ann.ta. La moglie è biologa, farmacista, assistente sociale e valente docente di ruolo di Scienze nei Licei Classico e Scientifico statali; il figlio è un brillante matematico universitario magistrale. Ruoli: Diplomatico (Roma, dal 2011); Operatore economico internazionale (Roma, dal 2004); General manager Villano International Business Team, con attività in 16 ambiti di business, consulting & service, tra cui: affari internazionali, immobiliare d’alta gamma, edilizia-restauro, import-export, informatica, sanità, arte e cultura (Roma, dal 2012); Membro (dal 2013), Hon. Associate Professor in History of Health Administration Pharmaceutical Department (dal 2014) e Membro Onorario dell’University of Florida State (dal 2015); Trader (dal 1976), Trader immobiliare (1980-81), Trader operativo finanziario indipendente di borse e forex (dal 1983), Donato di Devozione (dal 2002) e Cavaliere di Grazia Magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta (dal 2007), presentato dal Cav. di Giustizia Fra’ Giorgio Maria Castriota Scanderbeg (discendente dell’Eroe fondatore del Regno d’Albania); Presidente della Fondazione di attività internazionale sociosanitaria, umanitaria e culturale Chiron (dal 1985); Amministratore Unico Chiron Editore (dal 2006); Farmacista (iscritto all’Albo dal 1986). Accademie: International Society History Pharmacy (dal 2001), Acc. Italiana Storia Farmacia (dal 2001), Studi Melitensi (dal 2002), Storia Arte Sanitaria-Ministero B.C. (dal 2006), già pontificia Tiberina (dal 2009), Medical Tradition Smithsonian Institution-USA (dal 2011), Fondazione Treccani (dal 2016), Fondazione Italia USA (dal 2019); ad honorem Nobile Collegio Chimico Farmaceutico (dal 2006). Sul piano basilare e determinante dei comportamenti, si è sempre distinto nell’esercitare qualunque carica con disciplina e onore, con autentico disinteresse personale e con rigoroso rispetto deontologico. Oltre 100 conferenze e chairman in decine di congressi. Collabora con importanti Riviste nazionali e internazionali. È Advisory Board Member per l’Editore statunitense DPC, che pubblica in oltre 150 nazioni; è stato Direttore del Notiziario A.Gi.Far. (1986-90) e del Bollettino Rotary Club (1990-94). Studi: classici; laurea e abil.: Farmacia (1985); corsi certificati di: Piante officinali, Tecniche cosmetiche, Sicurezza aziendale, Haccp, Storia, Dottrina sociale Chiesa, Teologia. Lauree h.c.: Scienze Umane e Sociali (2009); Storia e Filosofia (2010); Scienze Comunicazione (2013); Diplomazia e Studi internazionali (2015). Master h.c.: Science Medical Ethics (2010). È stato: autore, organizzatore e chairman Corso Sicurezza e Qualità per imprenditori e manager, ottenendo Alti Patronati dal Capo dello Stato Scalfaro e dalle Nazioni Unite (2000), Consigliere Diplomatico dpt ENVA (2011-15), Segretario International Committee Biothecnologies Wabt- Unesco (2008-13), membro della World Academy Biomedical Technology (Unesco 2007-12), membro del Gruppo di Studio “History and definition of pharmacopoeias” dell’International Society for the History of Pharmacy, coordinato dal Prof. François Ledermann, dell’Università di Berna e Presidente internazionale Emerito ISHP (Berna, 2012-13), 11 anni in Comitato scientifico sicurezza sanitaria di IBD (azienda responsabile della sicurezza dei Tribunali della Corte d’Appello di Napoli), Consigliere di Amministrazione della Fondazione Beaumont Onlus per le ricerche sul cancro, presieduta dallo scienziato Tarro e con il Prefetto di Napoli (2011-12), Accademico Europeo per Relazioni Economiche e Culturali (2004-15). Socio (1978- 85), contitolare (1986-97) e titolare (1997-2010) di un’importante farmacia privata territoriale urbana. Nel Rotary International è: Socio del Club Pompei Oplonti Vesuvio Est (1990-2007); Segretario a 29 anni (1990- 95), tra i più giovani d’Italia; Presidente (2000-01); per 14 anni Delegato unico dei Governatori per l’Archivio del Distretto 2100-Italia (oltre 3.000 rotariani e circa 80 Club) e presso l’Istituto Culturale Rotariano per il Rotary di tutta l’Italia; membro dell’Institute, massimo organo amministrativo per le Regioni di Europa e Africa (Luzern, CH, 2000); in Commissioni Distretto 2100-Italia: Etica professionale, Azione Mondiale, Informatica; tra i molti ruoli internazionali: archeologia Pompei-Cartagine; Comitato Premio Magna Grecia; autore e presentatore al Consiglio Mondiale di Legislazione del Rotary della Proposta di istituzione della Giornata internazionale a tutela della Vita (2001-04); Fondatore Rotaract (1999) e Interact (2001), Socio Onorario Rotaract (2000). Scout Rover Asci e Agesci (anni ’70). Dal 1986 al 1990 Presidente a Napoli, Coordinatore nazionale e cofondatore Federazione Nazionale Giovani Farmacisti Fenagifar; Rappresentante nazionale Sindacato Federativo. Rappresentante nazionale onorario Agifar Na c/o Fenagifar (dal 1990). Istituisce in farmacia un apprezzatissimo centro di ascolto riservato e di assistenza sociosanitaria (anche personalizzata e/o domiciliare) per anziani stabilmente operativo negli anni senza soluzione di continuità (1978-2010); da dirigente locale e nazionale dei giovani Farmacisti italiani e del Sindacato sostiene con convinzione la diffusione e l’ampliamento di tali iniziative sul territorio, auspicando e favorendo (tra i pochi
  • 34. 34 antesignani degli anni ‘80) l’avvento di un’effettiva ‘farmacia dei servizi’ (1985-90). Assist. Prof. Microbiologia Fac. F.cia Na (1985-90, cattedra Prof. Lembo-Ist. Sup. Sanità), Effettivo della Società Napoletana di Storia Patria, ammesso sotto la presidenza dallo storico di fama internazionale e Accademico dei Lincei On. Prof. Giuseppe GALASSO (Napoli, Maschio Angioino 2009-15). Proponente e padrino di vari Soci Onorari, tra cui: Arciv. di Pompei Mons. Francesco Saverio TOPPI, dal 2013 Servo di Dio in Causa di Beatificazione e Canonizzazione (Rotary, 1992); Dino DE LAURENTIIS (proposto nel 2000), produttore cinematografico di Hollywood e Premio Oscar alla carriera (Rotary, 2001); Antonio GRECO, Presidente Tribunale Civile e Penale TA (Rotary, 2000); Giulio TARRO, virologo candidato al Premio Nobel per la Medicina nel 2000 e nel 2015 (Asas, 2011); Gianni RIVERA, Vice Campione del Mondo di Calcio (Aerec, 2012); Luigi CASTIELLO, Cappellano Magistrale SMOM e Operatore Pastorale Salute-Conferenza Episcopale Italiana (Asas, 2014); Gualtiero RICCIARDI, Presidente Istituto Superiore di Sanità (Asas, 2016); Patrizio POLISCA, già aiutante dei medici di Paolo VI e Giovanni Paolo II e Medico del Papa con Benedetto XVI e Francesco e Direttore Sanitario del Vaticano (Asas, 2016). Premi internazionali: Diploma d’Onore per Servizi eccezionali a titolo individuale nelle 5 Vie di Azione da Presidente Rotary International (Evanston 2001: solo 100/anno/1,5 mln soci); Benemerenza Anticrimine-Task Force Rotary Italia, Albania, ex- Jugoslavia, S. Marino (Zurigo 2001); Sapientia Mundi-Etica (Rm 2008); Unione Legion d’Oro-Lavoro (Rm 2010); Veritas in Charitate-Religione (2011); Bonifaciano-Cultura e Società (2011); Norman Ac.-Editoria Medaglia aurata (Rm 2014); Norman Ac.-Sanità Galeno di Pergamo (Rm 2014); Norman Ac.-Sanità 2^ ed. Galeno di Pergamo (Rm 2015); Norman Ac.-Arte fotografica Medaglia aurata (Rm 2015). Premi nazionali: Aesculapius-Sanità Patroc. Presidenza Consiglio Ministri (Rm 1987); LXVIII Piccinini Asas-Mi.BAC-Ricerca storico-scientifica (Rm 2006); LXV Stramezzi-Sanità (Rm 2007); Capitolino-Attività umanitaria (Rm 2010); Tiberino- Cultura (Rm 2012); LXXIV Serono-Storia e Letteratura (Rm 2012), Aerec-Cultura (Rm 2013); Benemerenza al merito Sanità pubblica (Roma, DPR 2013): solo 269 dal 1800 al 2013, Tiberino-Scienza (Rm 2014); LXXIV Piccinini Asas-Mi.BACT-Ricerca storico-scientifica (Rm 2014); Medaglia Argento al merito Sanità pubblica (Roma, DPR 2016); Asas-Mi.BACT-Speciale Storia Scienze Biomediche (Rm 2016); Asas- Mi.BACT-Speciale Menzione storico-scientifica (Rm 2019). Autore di un’ampia e qualificata produzione letteraria che ammonta a oltre 900 pubblicazioni sanitarie, professionali, scientifiche, storiche, religiose, artistiche, di cui gran parte su riviste dotate di revisione critica, indexate e con impact factor, particolarmente apprezzati per l’originalità, la capacità argomentativa e la logica del pensiero, l’ampiezza e l’approfondimento delle analisi (con risultati anche di riconosciuto elevato contenuto teorico), la finezza delle intuizioni e la raffinatezza della prosa; oltre 50 libri (di cui 15, nella sola versione italiana, con complessive 36 edizioni e 22 ristampe; numerosi tradotti anche in inglese, francese, tedesco e spagnolo) con editori prestigiosi come Zanichelli, con patrocini da Ministero Beni Culturali, Unesco, Rotary, Università, Accademie, Istituzioni professionali, Enti Morali, ecc., recensiti da Testate di rilievo nazionale, presenti in oltre 120 Biblioteche italiane (tra cui: Quirinale, Accademia Nazionale delle Scienze, Ministeri) e in più di 60 biblioteche di oltre quaranta altre Nazioni (tra cui: National Institute Health-USA, Nationale de France, Congress USA), in Istituti di Cultura, Università, Musei, Istituzioni pontificie e vaticane. Alla Fiera di Francoforte ha debuttato un suo libro (2004). Oltre 200 opere multimediali (in varie lingue e più edizioni e ristampe) spesso di notevole pregio e pubblicate con editori e patrocini prestigiosi (tra cui Bayer S.p.A.). È autore in oltre 40 anni anche di centinaia di opere fotografiche realizzate con vena innata, apprezzato talento e particolare sensibilità che lo inducono a guardare il mondo con originale e, tutt’altro che di rado, unica inclinazione. È in molti Cataloghi internazionali scientifici, accademici, istituzionali, pontifici e religiosi tra cui: Scheda Authority File di U.S.A. Library of Congress (NACO) no2006049598; Bibliothèque nationale de France; Deutsche Nationalbibliothek; Library of National Institutes of Health (NIH) U.S.A.; Wellcome Library UK; Biblioteca Magistrale S.M. Ordine di Malta; Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL (Italia); Biblioteca Romana della Fondazione Joseph Ratzinger-Benedetto XVI (Vaticano); 2000 Outstanding Intellectuals IBC-Cambridge UK dal 2010; Biblioteche Centrali dei Ministeri: Beni Culturali; Grazia e Giustizia; Istruzione, Università e Ricerca; Salute. Opac Sbn con oltre 300 opere; Scheda di Autorità Ministero BAC dal 2010. Vari libri hanno apprezzamenti da autorità istituzionali, tra cui alcuni Sovrani di Paesi europei e più volte il Capo dello Stato e il Santo Padre. * * * Alcuni libri: Verso la Società globale informazione (patr. Rotary, pres. Governatore Carosella, 2 ediz., 1996); Rotary per l’Uomo (patr. Rotary, 2 ediz., 2001); La gestione della sicurezza in Farmacia (pres. Dr. Renzulli, già Consulente della Sicurezza all’ONU, 2004); Arte e storia della Farmacia (pres. Prof. Ledermann, Presid. International Society History Pharmacy, 2 ediz., 2006); Storia e attività del SMOM (patr. Asas-Mi.BAC; pres. Mons. Prof. Ferriero, 4 ediz., 2007); Meridiani farmaceutici tra etica laica e morale cattolica (patr. Asas-Mi.BAC; pres. Prof. Tarro, Comm. Naz.le Bioetica, 3 ediz., 2008); Thesaurus Pharmacologicus
  • 35. 35 (patr.: Accad. Tiberina, Asas-Mi.BAC, Nobile Collegio Chimico Farmaceutico, Aerec; pres.: Presid. Farmacisti Italiani Dr. Mandelli, 2 ed., 2009); Il tempo scolpito nel silenzio dell’eternità. Riflessioni sull’indagine diacronica per la memoria dell’homo faber (Alto patroc.: Ministero B.A.C.; patroc.: Acc. Tiberina, Asas-Mi.BAC, Nobile Collegio Chimico Farmaceutico, Aerec, Univ. Ruggero II - Florida, J. Monnet Univ. Europenne, Univ. Telem. Pegaso, Norman Academy; pres. eminenti storico Fra’ von Lobstein e critico Prof. Carosella, 6 rist., 2010); Attività farmaceutiche nel Regno di Napoli (pres.: Presid. Acc. It. Storia Farmacia Dr. Corvi, 2010); Logos e teofania nel tempo digitale (patr. Acc. Tiberina e Aerec; pres. Mons. Trafny, Presid. Dpt Scienza-Fede Pontificio Consiglio Cultura, 2012); Aspetti religiosi e dimensione ecclesiale del SMOM (2013); Musei di farmacia: eco del passato per un riscatto futuro (pres. Prof. Ledermann, Direttore Biblioteca Svizzera, 2015); Fotografie - circa 200 sue opere, selezionate per temi filosofici e creativi tra quelle realizzate in oltre 40 anni (2015); Magistero ecclesiastico ai farmacisti da Pio XII a Benedetto XVI (patroc. Nobile Collegio Chimico Farmaceutico; pres. Sen. Garavaglia, già Ministro Sanità - 2 ediz., 2019). Alcuni multimedia: Cenni di arte e storia della farmacia (patroc. AISF e Rotary, 2002); Influenza A/H1N1 (patroc. Unesco, 2009). “Ho imparato così tanto da voi, Uomini… Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata” Gabriel Garcia Marquez