Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...IrinaBouros
Qual è a suo avviso il principale problema economico che ci troveremo di fronte a causa di questa crisi?
Il principale problema economico nel breve termine sarà un calo drammatico nella produzione. Stiamo osservando un calo della produzione economica annuale del 30-40 per cento per molti Paesi industrializzati. Sono dimensioni che non abbiamo mai vissuto prima e non c’è da sorprendersi che le industrie chiudano. Se l’industria non produce, il livello di debito del settore privato aumenterà e il debito del settore pubblico salirà a un livello insostenibile, a meno che non mettiamo in atto una sorta di grande piano di cancellazione del debito, o monetizzazione a livello macro, a livello micro. Mario Draghi parlava di un deleveraging (una riduzione della leva finanziaria, ndr) del settore privato che è estremamente importante. Anche il settore pubblico potrebbe farlo, se però viene supportato dalla Banca Centrale, in modo da poterne uscire con un modo molto diverso di pensare la politica economica rispetto a come abbiamo fatto in passato, con le norme sul deficit al 3%. Tutto questo non è più possibile, non solo per quest’anno, non può continuare a causa di questa crisi e delle precedenti crisi irrisolte. Ho sempre sostenuto che la crisi dell’Eurozona non è mai stata correttamente risolta: abbiamo imposto l’austerità, ma non ha aiutato.
Principali variabili economiche da monitorare giovanni facco
Perché e a quale scopo individuare e raccogliere i principali indicatori economici del nostro paese?Il motivo è molto semplice e banale: negli ultimi anni , complice il web, sono resi disponibili volumi incredibili di dati prima consultabili solo in forma cartacea e solo dopo mesi e mesi dalla loro pubblicazione o messa a disposizione;Oggi sono disponibili immediatamente siamo inondati e affoghiamo .. nei numeri. Dati e numeri sempre più articolati, sezionati , dettagliati … ma vi è il rischio di non capire più come stanno le cose proprio per un eccesso di informazione quantitativa e numerica.Questo documento quindi vuole rispondere a queste esigenze: avere in un report i principali indicatori a portata di mano e in qualsiasi momento poterli consultare e vederli tutti insieme; i dati sono collocati in un arco temperale (in funzione anche della disponibilità del dato ) consentendo quindi di misurare gli scostamenti e di capire se nel tempo questi valori migliorano o peggiorano;
aggiornare con frequenza i dati utilizzando sempre e solo fonti ufficiali in questo modo ognuno può farsi una idea e tirare le proprie conclusioni.
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...IrinaBouros
Qual è a suo avviso il principale problema economico che ci troveremo di fronte a causa di questa crisi?
Il principale problema economico nel breve termine sarà un calo drammatico nella produzione. Stiamo osservando un calo della produzione economica annuale del 30-40 per cento per molti Paesi industrializzati. Sono dimensioni che non abbiamo mai vissuto prima e non c’è da sorprendersi che le industrie chiudano. Se l’industria non produce, il livello di debito del settore privato aumenterà e il debito del settore pubblico salirà a un livello insostenibile, a meno che non mettiamo in atto una sorta di grande piano di cancellazione del debito, o monetizzazione a livello macro, a livello micro. Mario Draghi parlava di un deleveraging (una riduzione della leva finanziaria, ndr) del settore privato che è estremamente importante. Anche il settore pubblico potrebbe farlo, se però viene supportato dalla Banca Centrale, in modo da poterne uscire con un modo molto diverso di pensare la politica economica rispetto a come abbiamo fatto in passato, con le norme sul deficit al 3%. Tutto questo non è più possibile, non solo per quest’anno, non può continuare a causa di questa crisi e delle precedenti crisi irrisolte. Ho sempre sostenuto che la crisi dell’Eurozona non è mai stata correttamente risolta: abbiamo imposto l’austerità, ma non ha aiutato.
Principali variabili economiche da monitorare giovanni facco
Perché e a quale scopo individuare e raccogliere i principali indicatori economici del nostro paese?Il motivo è molto semplice e banale: negli ultimi anni , complice il web, sono resi disponibili volumi incredibili di dati prima consultabili solo in forma cartacea e solo dopo mesi e mesi dalla loro pubblicazione o messa a disposizione;Oggi sono disponibili immediatamente siamo inondati e affoghiamo .. nei numeri. Dati e numeri sempre più articolati, sezionati , dettagliati … ma vi è il rischio di non capire più come stanno le cose proprio per un eccesso di informazione quantitativa e numerica.Questo documento quindi vuole rispondere a queste esigenze: avere in un report i principali indicatori a portata di mano e in qualsiasi momento poterli consultare e vederli tutti insieme; i dati sono collocati in un arco temperale (in funzione anche della disponibilità del dato ) consentendo quindi di misurare gli scostamenti e di capire se nel tempo questi valori migliorano o peggiorano;
aggiornare con frequenza i dati utilizzando sempre e solo fonti ufficiali in questo modo ognuno può farsi una idea e tirare le proprie conclusioni.
Principali variabili economiche da monitorare r2.pptxgiovanni facco
monitoraggio delle principali variabili economiche: come stiamo andando ? qui sono raccolti e aggiornati i principali indicatori economici fonte Istat, Ocse, Bce, Bankitalia...
Economia Italiana: Un confronto per le elezioniricciolina85
Questo lavoro è fatto da un gruppo di ragazzi in master di economia all'università di Londra.
Consiste in un'analisi dell'economia italiana e di come gli ultimi governi abbiano operato sotto questo aspetto.
L’attacco alla democrazia in Europa: discussione al Centro studi Piero Gobetti
Il 6 febbraio 2014, Centro studi Piero Gobetti: “L’attacco alla democrazia in Europa” a partire dal libro del sociologo Luciano Gallino “Il colpo di stato di banche e governi” (Einaudi 2013). Con: Luciano Gallino, Pietro Polito, Antonio Caputo, Massimo L. Salvadori e Francesco Sylos Labini.
http://www.syloslabini.info/online/lattacco-alla-democrazia-in-europa-discussione-al-centro-studi-piero-gobetti/
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
Principali variabili economiche da monitorare r2.pptxgiovanni facco
monitoraggio delle principali variabili economiche: come stiamo andando ? qui sono raccolti e aggiornati i principali indicatori economici fonte Istat, Ocse, Bce, Bankitalia...
Economia Italiana: Un confronto per le elezioniricciolina85
Questo lavoro è fatto da un gruppo di ragazzi in master di economia all'università di Londra.
Consiste in un'analisi dell'economia italiana e di come gli ultimi governi abbiano operato sotto questo aspetto.
L’attacco alla democrazia in Europa: discussione al Centro studi Piero Gobetti
Il 6 febbraio 2014, Centro studi Piero Gobetti: “L’attacco alla democrazia in Europa” a partire dal libro del sociologo Luciano Gallino “Il colpo di stato di banche e governi” (Einaudi 2013). Con: Luciano Gallino, Pietro Polito, Antonio Caputo, Massimo L. Salvadori e Francesco Sylos Labini.
http://www.syloslabini.info/online/lattacco-alla-democrazia-in-europa-discussione-al-centro-studi-piero-gobetti/
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
In principio, la manovra e' sufficiente per ottenere pareggio di bilancio, ma ha 3 punti di debolezza: consiste principalmente di aumenti di tasse, che fanno male alla crescita; per la maggior parte, queste tasse colpiscono le famiglie a reddito medio-basso; e buona parte della manovra non e' ancora stata definita nei dettagli e la fragile maggioranza di Governo non garantisce che questa verra' definita. L'intervento manca quindi di credibilita’.
1. Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 Quando il latino lascia il posto all’economia Che fine ha fatto la crisi economica? Matteo Terrevazzi
2. Sommario La “crisi economica” va ancora di moda? Cronologia di una crisi già risolta Oltre le parole: uno sguardo ai numeri La crisi è finita? Voci e opinioni dal mondo 2 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
3. Che cosa vuol dire? PIL Recessione Default BRICs PIIGS 3 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
10. Piani di investimenti di stimolo per l’economiaFase VI: Aumento della disoccupazione e delle tensioni sociali Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
28. PIL India, Cina, Russia Italia Arabia Saudita Francia, Germania, Spagna Stati Uniti 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 http://data.worldbank.org 11 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
33. Quanto ci è costata la crisi in Italia? Bruciati più di 90 miliardi di euro di PIL Persi 1 milione di posti di lavoro, soprattutto tra i giovani e coloro impiegati a contratti a tempo determinato Esplosione del debito pubblico, passato dal 103% del 2007 al 118% del 2010: è come se ciascun italiano, compresi i neonati, in tre anni si fosse indebitato di 3000 euro in più 16 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
34. … e la ripresa? (1) Guardando ai consumi di petrolio, si sono raggiunti e superati i livelli pre-crisi 17 http://www.oilonline.it/ Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
35. … e la ripresa? (2) – i BRICs http://www.oilonline.it/ È però evidente che la maggior parte di questa ripresa nei consumi arriva dai BRICs! 18 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
36. … e la ripresa? (3) – Italia Produzione industriale italiana (Dicembre 2007 – Agosto 2010) 115.0 110.0 105.0 100.0 95.0 90.0 85.0 80.0 ott-08 ott-09 feb-08 feb-09 feb-10 giu-08 giu-09 giu-10 dic-07 dic-08 dic-09 apr-08 apr-09 apr-10 ago-08 ago-09 ago-10 http://www.istat.it/ A questi ritmi di ripresa, torneremo ai livelli del 2008 in 6-7 anni! 19 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
37. … e la ripresa? (4) – Italia Nel 2010 sono state autorizzate 1,2 miliardi di ore di cassa integrazione (+31.7% rispetto al 2009) Circa 2 milioni di lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione Una riduzione media di 8 mila euro di reddito per ogni lavoratore http://www.cgil.it/ 20 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
38. Parte III La crisi è finita? Voci e opinioni dal mondo
39.
40.
41. 7 Gennaio 2011: “Il ritmo di ripresa dell’economia mondiale, che è iniziato un anno e mezzo fa, è insufficiente a ridurre la disoccupazione in modo significativo”23 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
42.
43. 20 dicembre 2010: “E’ vero, la crescita globale per il 2011 sembra leggermente inferiore a quella del 2010, ma la ripresa continua e le possibilità di una ricaduta nella recessione mondiale, a questo punto possiamo dire che siano diminuite in maniera molto significativa”24 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
44. Jean-ClaudeTrichet Presidente della Banca Centrale Europea Ottobre 2010: “Noi siamo responsabili della M dell’Uem – Unione economica e monetaria – altri sono responsabili per la E” 25 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
45. Giulio Tremonti 6 Gennaio 2011: “La crisi non è ancora finita ed è stata affrontata salvando le banche e gli speculatori, riportando così le cose al punto di partenza. Ora tutto sembra andare bene, ma ne siamo sicuri? È come vivere in un videogame: compare un mostro, lo combatti, lo vinci, ti senti rilassato e spunta un altro mostro più forte del primo” 26 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
46. Sergio Marchionne 18 Gennaio 2011: “Tutti sanno che noi imprese italiane siamo fuori dalla competitività, non possiamo farcela: io metto sul piatto 20 miliardi, accetto la sfida, ma cambiamo le regole per garantire l'investimento attraverso il lavoro. E' l'unica strada.” 27 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
47. Italia 1 - Studio Aperto 25 ottobre 2010: “Si stima per l’Italia una crescita del PIL per il 2010 dell’1%: questo dato è però da confrontare con il dato del 2009 in cui c’era stato un calo del PIL del 5%, quindi nel corso del 2010 il PIL è aumentato del 6%” 28 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
53. Cina, India, Brasile: crisi alle spalle, si torna a correre30 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
54. Dove trovare le slides 31 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
55. Strumenti utili Siti internet: http://www.lavoce.info/ http://www.quattrogatti.info/ http://www.chicago-blog.it/ Una lettura consigliata: La crisi. Può la politica salvare il mondo? - Alberto Alesina, Francesco Giavazzi Un film: Wall Street 2 – Il denaro non dorme mai 32 Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 - Matteo Terrevazzi
56. Liceo Scientifico G.B. Grassi – Martedì 25 gennaio 2011 Quando il latino lascia il posto all’economia Che fine ha fatto la crisi economica? Matteo Terrevazzi