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PALERMO

EDITORIALE

A

IL GIORNALE DEL LICEO CANNIZZARO

11/11/2013

nche quest’anno
la redazione di
Obbiettivamente riapre, proponendosi
il compito di manifestare i vari aspetti della
“Vita Scolastica”del Liceo Scientifico Cannizzaro e le riflessioni di
noi ragazzi, che stiamo
iniziando a rapportarci in maniera concreta
e matura con la società
che ci sta intorno.
Per il nostro Liceo questo è un anno di novità
tra l’introduzione dei registri elettronici e l’arrivo del nuovo Dirigente
Scolastico.
In quest’edizione, quindi, ci occuperemo ci
confrontare le diverse
opinioni sulla rivoluzione informatica che sta
interessando le scuole
italiane, per analizzarne
i pericoli o i possibili
vantaggi.
Abbiamo inoltre inserito
un saluto che la Preside,
Prof.ssa Anna Bica, ha
voluto rivolgere a tutti i
ragazzi e alle varie componenti della scuola.
Ricordiamo che la redazione è aperta a tutti coloro che avessero
voglia di partecipare,
scrivendo,
scattando
fotografie, proponendo
nuovi spunti per gli articoli ecc. Per qualsiasi
domanda o consiglio
non esitate a scriverci al
nostro indirizzo e-mail:
obbiettivamente.cannizzaro@gmail.com

NUMERO 1

NO MUOS FINO ALLA VITTORIA! LA GUERRA NON
MICHELE MINARDI III B

CAMBIA MAI, NEANCHE IN SIRIA!

MANFREDI LAGUARDIA IV P

È
S

appiamo tutti cos’è il muos, il mobile user objective system,un
sistema di comunicazioni satellitari ad alta frequenza della marina militare statunitense per il controllo dei droni(aerei senza
pilota, utilizzati per scopi militari) e la comunicazione tra soldati di
terra, tra portaerei e aerei stessi. Le basi terrestri sono costruite in zone
desertiche non abitate, distanti svariati kilometri dai centri abitati per
i danni (leucemie, tumori, malformazioni nei bambini) che questo
muos(tro) crea, tant’è che i militari statunitensi vivono in bunker sotto terra, a diversi metri proprio per queste radiazioni. Diversi sono i
militari italiani che, avendo lavorato per un mese nelle vicinanze della
base hanno avuto leucemie e tumori. ►PAGINA 9

presto per attribuire un
colpevole
all’attacco
chimico avvenuto il 21
agosto a Damasco, in Siria,
poiché i complottisti da tastiera, bombardano il web con
le loro teorie e le loro ipotesi,
dando la colpa agli USA, paesi
occidentali o pro-occidentali
oppure ribelli siriani scontenti
del governo di Assad, seguendo
un copione già visto innumerevoli volte. ►PAGINA 11

WI-FI NELLE SCUOLE:
PROGRESSO O PERICOLO?
DAVIDE ANGELINI III C

U

na delle novità introdotte quest’anno
nelle scuole italiane è l’utilizzo dei registri elettronici e l’abbandono (parziale) del cartaceo. Quasi due anni fa, infatti, il
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha promulgato delle normative al fine di informatizzare l’intero sistema scolastico. La prima, emanata il 3 ottobre
2012, prevede la dematerializzazione delle attività delle segreterie scolastiche con l’introduzione di iscrizioni on-line, pagelle e invio delle
comunicazioni ad alunni e genitori in formato
elettronico. ►PAGINA 17
2

3

vita scolastica

vita scolastica

SALUTO DEL DIRIGENTE
SCOLASTICO PROF.SSA ANNA BICA

INTERVISTA ALLA PRESIDE
GLORIA VARRICA V R &
FEDERICA RESTIVO V R

A tutti gli studenti e famiglie
A tutto il personale dell’istituto

N

ell’assumere l’incarico di presidenza del Liceo Scientifico “S. Cannizzaro” di Palermo, istituto prestigioso, aperto all’innovazione nel rispetto della tradizione, con orgoglio, porgo il più cordiale saluto a tutti, con l’auspicio di una fattiva
collaborazione per il buon funzionamento del nostro istituto.
Esso offre la propria tradizione d’insegnamento qualificato e scientificamente rigoroso per condurre gli studenti ad acquisire una
formazione idonea ad affrontare le sfide lanciate dall’innovazione tecnico/scientifica e dal continuo sviluppo del saperi riconoscendo, valorizzando e promuovendo le potenzialità di ciascun allievo.
Un saluto va ai componenti del Consiglio d‘Istituto, al Comitato dei Genitori, alle Organizzazioni Sindacali e a tutti gli Interlocutori delle varie realtà istituzionali, culturali e sociali della città di Palermo.
Con molto piacere, cari ragazzi, desidero intraprendere insieme a voi questa nuova esperienza nella convinzione che la scuola,
luogo di tutela dei diritti e di esercizio di cittadinanza attiva, offre agli studenti le basi per diventare cittadini consapevoli, nella
propria città, nella propria nazione, nel mondo, responsabili del proprio e dell’altrui futuro.
Missione della nostra istituzione è:
Formare gli uomini del domani “impregnati di umanità”, capaci di affrontare la realtà in modo dinamico, e sapendo rispettare la
molteplicità dei soggetti e delle singole realtà.
Vi invito, quindi, a frequentare in modo assiduo, a partecipare attivamente alla vita scolastica con impegno, a rispettare le regole
della convivenza civile attraverso percorsi motivanti e progettati in sinergia con gli enti proposti.
Tutti siamo consapevoli del fatto che il mondo e la società, in cui viviamo, stanno cambiando ad una velocità mai conosciuta nel
passato.
La rivoluzione informatica degli ultimi decenni sta modificando completamente il volto del mondo, il nostro modo di essere e
percepire, le nostre abitudini , i nostri stili di vita.
A mio avviso, però, l’introduzione dei sistemi e dei dispositivi digitali nell’apprendimento non garantiscono un miglioramento
di qualità. Le tecnologie non sono mai una certezza ma rappresentano semmai una “possibilità”.
Il rispetto della legalità, le conoscenze dei principi costituzionali, l’osservanza dei diritti e dei doveri, sono i mezzi più adeguati
per far divenire voi giovani protagonisti di un progetto comune e solidale, volto allo sviluppo della società.
Compito della scuola è quello di favorire il passaggio dall’educazione alla legalità, alla cultura della Legalità, favorendo, quindi,
nei ragazzi una presa di coscienza dei valori costituzionali che sono alla base della convivenza civile.
Ecco, perché ritengo che la scuola debba essere il “laboratorio dei valori”.
Per affrontare la grave crisi culturale che stiamo vivendo abbiamo bisogno di riscoprire il significato autentico dei valori che sono
al centro della nostra Costituzione e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Quali sono questi valori: la non violenza, la giustizia, la libertà, la pace, i diritti umani, la responsabilità, la speranza.
Qualcuno diceva che il mondo sarà di chi saprà dare non certezze, ma Speranze.
“La Speranza ci aiuta a credere nel bene, ad avere fiducia negli altri, ad essere punti di riferimento”.
In questo preciso momento credo che gli adulti, la famiglia, la scuola debbano essere dei punti di riferimento, essere sostegno e
giuda perché voi giovani possiate affrontare il vostro futuro.
Cari ragazzi, l’augurio che vi faccio è questo: “Siate sempre voi stessi”, non pecore, ma aquile e volate sempre più in alto. Nel
vostro progetto di vita sicuramente sarete più soli, ma sarete più liberi.
Porgo un sentito ringraziamento per l’accoglienza e auguro buon anno scolastico a D.S.G.A, agli assistenti amministrativi, ai
collaboratori scolastici, agli assistenti tecnici e di laboratorio, al custode e a tutto il personale docente, invitandoli a lavorare in
un clima di dialogo, rispetto reciproco, condivisione, serenità, sincerità ed onestà, facendo leva sul senso di responsabilità, il tutto
per garantire il successo formativo dei nostri ragazzi.

Q

uali sono i primi provvedimenti che prenderà
all’interno della scuola?
Intanto la scuola allo stato attuale ha un problema di

fondo: la mancanza del personale ATA dal momento che il loro
lavoro dovrebbe essere retribuito dall’MIUR. Il ministero però
non ha ancora stanziato i fondi necessari alla scuola per pagare
la cooperativa “Comitini” responsabile del personale. In questo
liceo sono sei i collaboratori mancanti rispetto a quanto necessario e ciò comporta problemi sia per quanto riguarda la pulizia
dei locali, che la sorveglianza nelle ore curriculari e non [n.d.r.
il personale mancante è arrivato a scuola da qualche giorno].
In generale un tema fondamentale per me è la sicurezza dei
ragazzi, dei professori e di tutto il personale scolastico. Uno dei
primi provvedimenti che ho preso arrivando in questa scuola
è stato quello di nominare il Prof. Abbagnato come responsabile RSPP e di fare nuovamente richiesta alla Provincia per il
collaudo delle scale antincendio e dell’ascensore. Mi sto attivando per effettuare le prove di evacuazione il prima possibile
in modo che tutti siano a conoscenza delle norme di sicurezza
dell’istituto. Prima, però, ogni classe sarà convocata per essere
istruita a dovere sul nuovo piano di evacuazione. Mi piacerebbe
inoltre poter dare la possibilità ai miei studenti di ampliare le
proprie conoscenze nel campo della legalità e dell’educazione
ambientale, per esempio. Sono già in contatto con diversi enti
e professori di altre scuole al fine di organizzare progetti, convegni o gite a tale scopo.
Che rapporto vuole instaurare con i suoi alunni?
Un ottimo rapporto, basato innanzitutto sull’ascolto, dialogo e
reciproco rispetto. Aspetto il momento delle elezioni dei rappresentati per incontrarne almeno una rappresentanza per classe. In ogni caso, io sono sempre disponibile e presente a scuola
per chiunque avesse qualcosa da chiedermi o proposta da fare.
È disposta a mettere in discussione alcuni suoi provvedimenti nel caso in cui fossero causa del malcontento comune?
Certo, sempre che sia un malcontento lecito e venga portata

avanti una critica costruttiva. Come ho detto il dialogo e il
reciproco rispetto sono fondamentali per me.
Quale è la sua posizione su questi argomenti:
-	
Chiusura del traffico nelle ore d’uscita;
-	
Disposizione di un’aula autogestita;
-	
Gestione della raccolta differenziata.
Poco prima dell’inizio della scuola mi sono occupata personalmente di scrivere alla Polizia Municipale per chiedere la chiusura al traffico di via Generale Arimondi, in modo che fosse
assicurato durante le ore scolastiche il rispetto del divieto già
presente. Attendo risposta e se necessario farò nuovamente presente ciò a chi di dovere. In questi giorni, mi è stata chiesta
un’aula per la riunione del collettivo studentesco che è attualmente organizzano il sabato dopo le lezioni; per il momento la
mancanza di personale non mi permette di soddisfare questa
richiesta nel giorno da loro proposto. I locali scolastici sono
comunque disponibili nei pomeriggi settimanali dal lunedì al
venerdì fino alle ore 18:00. Per quanto riguarda l’effettiva aula
autogestita credevo che vi fosse già stata assegnata. Comunque
mi occuperò della questione in modo da provvedere all’identificazione dell’aula il prima possibile e poter così procedere con
l’assegnazione. Essendo prevista la gestione di questo spazio da
parte degli alunni, sarà necessario che venga presentato un regolamento che renda chiare le modalità di utilizzo dell’aula,
che vengano tenuti dei registri per le entrate e uscite e che venga scelto uno studente referente. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, in questa scuola sono già presenti gli appositi i
cestini dotati di rispettive targhette che spiegano come selezionare i rifiuti. È evidente come ciò venga assolutamente ignorato e noto con sdegno, dopo la ricreazione, lo stato indecente in
cui viene lasciato l’atrio e la strada davanti scuola. Provvederò
a fornire questi luoghi di ulteriori contenitori per i rifiuti in
modo da poter facilitare e invogliare il rispetto dell’ambiente
scolastico. Mi appello comunque al senso civico e civile di ogni
alunno affinchè la scuola possa di fatto essere un luogo quanto
più pulito e accogliente.
(L’intervista è stata effettuata giorno 8 ottobre 2013)
5

4

vita scolastica

INTERVISTA AD ALESSANDRO MORELLO
ALICE CALANDRA IV H

Q

uali sono i problemi del Cannizzaro, e come risolverli?

I problemi del Cannizzaro sono fondamentalmente
di due categorie: problemi di tipo strutturale, che riguardano
appunto la nostra scuola e affliggono la nostra vita dal punto di
vista fisico, e problemi di tipo culturale-sociale che riguardano
lo studentato stesso e la nostra vita sotto l’aspetto psicologicoemotivo . Per quanto riguarda i primi, parliamo delle infrastrutture, i calcinacci che cadono, i bagni che sono praticamente
fatiscenti, le cose che viviamo ogni giorno e che non sto qui
a spiegare. Per quanto riguarda
la componente sociale di queste problematiche, c’è una seria
deficienza per quanto riguarda
l’informazione perché vediamo
che molto spesso non si sanno
i motivi delle manifestazioni, le
motivazioni… ma al di là dei
cortei veri e propri, non conosciamo la situazione politica
attuale, ne siamo sempre poco
informati e poco aggiornati.
Per il problema dell’informazione avevamo elaborato il progetto della bacheca informativa,
che è per l’appunto una bacheca
di sughero che dovrebbe essere
affissa in ogni classe e provvederemo ad autofinanziarci:
saranno affisse delle informazioni politicamente neutre e
chiaramente cristalline riguardo
la situazione politica, i cortei e
anche eventi di tipo ludico che
pubblicizzeranno gli stessi studenti. Per quanto riguarda i problemi strutturali la proposta
trasversale è quella del “box proposte”, dove si possono raccogliere tutte le proposte e i problemi degli studenti che così possono farci mantenere l’attenzione in prima persona, in quanto,
come lista prima e come rappresentanti ora, noi non possiamo
essere consci dei problemi di tutti gli studenti e in generale di
tutte le classi. Questo è un breve accenno delle soluzioni che il
Movimento Autonomo Cannizzaro propone alla scuola e che si
trovano in modo completo nella nostra pagina Facebook.
Qual è il vero motivo che ti ha portato a candidarti, e con
quale entusiasmo affronterai l’incarico ottenuto?
Il vero motivo che mi ha portato a candidarmi è fondamentalmente la necessità di vedere applicati i miei ideali, la necessità di

provare a costruire una comunità che sia realmente democratica
dove venga applicato il principio del consenso e dell’autodeterminazione che più volte ho citato. Per me è una sperimentazione del mio ideale politico oltre che un modo come un altro per
migliorare la nostra scuola sotto qualsiasi aspetto.
L’entusiasmo è massimo, l’entusiasmo è di chi può provare
qualcosa che non viene concesso di provare a chiunque. Ho
una possibilità immensa tra le mani e altri tre, possiamo dire,
colleghi sicuramente molto ben disposti, con cui riuscirò a lavorare tranquillamente.
Qual è il punto della tua lista
che ti sta più a cuore?
Il punto della mia lista che mi
sta più a cuore, al di là della informazione che è fondamentale
e di cui abbiamo già parlato a
sufficienza, è l’autofinanziamento, e soprattutto ciò che
si evince dal motto: autodeterminazione e consenso. Noi
teniamo a creare una comunità
dove ognuno possa determinare l’ambiente da vivere, dove
ognuno possa fare delle proposte che i rappresentanti verificheranno per controllare se
siano attuabili nei confronti degli studenti, che parteciperanno
tramite il principio del consenso. Il principio del consenso è
una sorta del superamento del
principio di maggioranza, dove
tutti coloro che votano hanno
la possibilità di dire la propria
e la soluzione che viene elaborata è il frutto della sinergia tra le
varie proposte, un compromesso tra di esse.
Si cerca di fare contenti tutti con i modi di cui disponiamo e
utilizzando una buona dose di razionalità e coscienza nei riguardi degli studenti, che diventano individui, si può dire cittadini,
parlando di polis; si inseriscono in una vera e propria comunità.
Se l’unico eletto non appartenente alla lista 1 , cosa pensi a
proposito?
Sono state delle campagne particolari, io sono da un lato contento di essere salito non senza aver utilizzato carta e volantini
ma semplicemente esprimendo le mie idee, dall’altro molto dispiaciuto perché ovviamente mi sarebbe piaciuto avere qualcuno
della mia lista al mio fianco come per esempio Gabriele Sortino,

vita scolastica
che sicuramente è un elemento fondamentale perché è il mio risolutore e che comunque avrà un ruolo importante nella rappresentanza al di là della carica.
Sono molto felice, però gli avversari erano ottimi avversari, molto
preparati, poi Riccardo Bellavista ,il “frontman” della lista 1, ha
portato avanti l’anno scorso un ottimo programma, molti fatti.

Sono contento che siamo tutti molto preparati, molto decisi. La
mia speranza è quella di trovare sempre collaborazione e comunicazione con gli altri rappresentanti nella finalità di applicare
appieno quelli che sono secondo me i principi più condivisibili
della democrazia.

INTERVISTA A GIORGIO MASI
ALICE CALANDRA IV H

Q

uali sono i problemi del Cannizzaro, e come risolverli? Qual è il punto della tua lista che ti sta più a cuore?
Mi sembra superfluo sottolineare ancora come gli ultimi anni di governo abbiano martoriato la pubblica istruzione con
tagli,riduzioni e via dicendo...E questo, purtroppo,si evince anche dal nostro liceo che infatti rispecchia in modo perfet-

to tutta questa situazione. Pertanto alcuni dei problemi principali della nostra scuola, come ad esempio la riduzione del personale
ausiliario o la stessa situazione strutturale, necessitano
di ingenti somme di denaro che ,manco a dirlo, non
ci sono per niente. I nostri fondi scolastici sono ridotti
all’osso e la situazione non accenna comunque a migliorare. Noi comunque possiamo senz’altro contribuire ad
un miglioramento del nostro microcosmo scolastico in
svariati modi. Principalmente, a mio avviso, va risolta
nell’immediato la situazione della sicurezza scolastica,
con la messa a norma delle scale antincendio e la prova di evacuazione...Inoltre stiamo già provvedendo ad
effettuare una disinfestazione viste le scarse condizioni
igienico-sanitarie dell’istituto. Per quanto riguarda l’aula
autogestita ormai abbiamo fatto passi da gigante e in pochi giorni ci verrà concessa e finalmente riconosciuta; in
questo modo potremo anche migliorare le nostre attività
avendo questo spazio adibito solo a noi studenti..
Qual è il motivo che ti ha portato a candidarti, e con
quale entusiasmi affronterai l’incarico ottenuto?
Ho deciso di candidarmi poichè devo molto alla mia
scuola, dopo così tanti anni che mi funge da seconda
casa, e pertanto avevo voglia di rendermi il più possibile
utile ad essa, rappresentando tutti gli studenti che come
me vogliono una scuola sana e ben funzionante... Inoltre
gli altri rappresentanti sono dei cari amici e sapevo già
per certo che, se fossi salito, sarei senza dubbio andato
d’accordo con loro.
Ti aspettavi il successo ottenuto?
Sono rimasto quasi stupito della grande quantità di ragazzi che hanno scelto me per rivestire questo incarico e
questo mi ha dato una grande carica per affrontare questo mio compito. Sono consapevole delle responsabilità
che ne derivano ma sono molto sereno e determinato.
7

6

vita scolastica

INTERVISTA A LORENZO LA SPINA
SILVANA BENANTI V B

Q

uali sono le motivazione che ti hanno portato e
candidarti e con quale entusiasmo intendi affrontare l’incarico?

“In primo luogo devo dire che rispetto agli anni passati ho
notato un drastico diminuire dell’attenzione di noi ragazzi
nei confronti delle problematiche prima della scuola e poi del
mondo: si sa, la scuola è palestra di vita, chi si mette in prima
fila ora per qualcosa di piccolo, come la scuola, potenzialmente
lo farà poi per qualcosa di più grande come lo Stato o l’intera
società – afferma il neorappresentate – . Questo fatto nella
pratica ha portato in generale a un ridursi degli elementi validi
come possibili rappresentanti d’istituto per quest’anno (lo stesso numero di candidature presentate è stato significativamente
inferiore rispetto agli anni passati, ricordo che l’anno scorso
c’erano addirittura sette liste) ed è stato questo il principale
motivo che mi ha portato a candidarmi. Per quando riguarda
l’entusiasmo c’è poco da dire, i cannizzarini hanno riposto fiducia in me e non ho di certo intenzione di deluderli”.
Quali sono i problemi del Cannizzaro e come intendi risolverli?
“Quello che secondo me è il principale problema, che è anche
quello di più difficile soluzione, l’ho anticipato nella risposta
precedente e riguarda più gli alunni che la scuola. È il sempre
crescente disinteresse. Si tocca con mano quando viene convocata l’assemblea di istituto e una consistente maggioranza degli
alunni si dirige verso l’uscita senza nemmeno chiedersi di cosa
si parli all’assemblea, considerandola nient’altro che un giorno
di vacanza. Come ho già detto risolvere un problema di questa
portata è dura e l’unica soluzione è l’informazione, motivo per
cui ripongo una particolare fiducia nel giornalino (una fortuna
che dobbiamo tenerci stretta, di cui possono vantarsi solo pochi istituti). Come ho già detto uno studente informato oggi è
un cittadino partecipe domani”.
Qual è il punto della tua lista che ti sta più a cuore?
“Anche se non è stato incluso nel volantino il punto a cui tengo particolarmente è l’aula autogestita. Già prima delle elezioni
insieme a due persone della mia lista (tra cui Riccardo Bellavista, rappresentante uscente e rieletto quest’anno) mi sono
recato dalla preside per stipulare un accordo che ci permettesse
di avere questo spazio e lei si è mostrata abbastanza favorevole.
Oggi stesso, il nostro primo giorno in carica, insieme agli altri
rappresentanti neo-eletti abbiamo fatto mettere tra gli ordini
del giorno del prossimo consiglio di istituto la discussione, con
eventuale approvazione, del regolamento dell’aula autogestita”.

vita scolastica

INTERVISTA A RICCARDO BELLAVISTA
CARLO MODICA V E &
GIORGIO ALESSANDRO V A

Cosa si prova ad essere stato eletto sia come rappresentante di istituto che di consulta? Quando situazioni simili si
sono verificate in passato il rappresentante in questione ha
spesso mostrato una tendenza al volersi dimettere da uno
dei due ruoli, tu come pensi di muoverti?
“La consulta provinciale, anche se all’interno della scuola viene spesso dimenticata, è un organo molto più grande e
complesso, che gestisce dei fondi appositi, pertanto il ruolo di
rappresentante in consulta non va assolutamente sottovalutato.
Mi impegnerò al massimo nel ricoprire anche questo ruolo:
insieme ad Alberto Tudisca, ho già avviato una collaborazione
con i rappresentanti della consulta del Garibaldi, dell’Umberto
e del Catalano e ci sono già ottime proposte da portare avanti”.
“Per quanto riguarda le dimissioni – spiega Lorenzo – avevo
deciso già prima delle elezioni che se non fosse stato eletto Alberto (tra i soli tre candidati in consulta, l’unico a non essere di
quinta) mi sarei dimesso, cedendogli il mio seggio, in quanto
carica biennale, affinché il Cannizzaro non si ritrovasse senza rappresentante l’anno prossimo. Dal momento che è salito
escluderei questa eventualità”.

31 Ottobre, è il pomeriggio di Halloween. Noi due siamo seduti a un tavolino del “Bar Verde” di via Marchese di Villabianca,
davanti a noi c’è Riccardo Bellavista, uno dei 4 neo-rappresentanti del nostro istituto. Ma Riccardo, per i più “Richi” o “ Il
Presidente “, è già stato rappresentante l’anno scorso e sembra
proprio che i cannizzarini abbiano apprezzato il suo lavoro, il
numero dei voti di quest’anno lo conferma. Ordiniamo caffè
per tutti e iniziamo la nostra intervista:
Quali sono i problemi del cannizzaro e come risolverli?
“I punti del nostro volantino spiegano quali sono le maggiori
problematiche:
Tra le più importanti c’è sicuramente l’informazione, informazione che manca nella nostra scuola.
Per risolverla avremmo deciso di organizzare dei seminari e dei
convegni, ovviamente informando le persone di quello che accade.”
Poi continua : “Un’altro punto che secondo me è fondamentale
è quello della sicurezza scolastica. Per questo motivo tenteremo
di mettere a norma al più presto la scala anti-incendio e l’ascensore e di organizzare delle prove d’evaquazione.”
Il rappresentante ci parla anche della priorità dell’igiene e dice:
“ è importante che ci siano sia collaborazione da parte del personale ATA sia responsabilità dagli studenti”. “Soprattutto” sottolinea “è necessario fornire i bagni di sapone e carta igienica.”
Infine, conclude: “per migliorare la nostra vita a scuola vorremmo organizzare contest musicali e giornate dello studente. “
Quali sono le motivazioni che ti hanno portato a candidarti
e con quale entusiasmo intendi affrontare l’incarico?
Il nostro interlocutore risponde a bruciapelo. “Il potere”, ci dice
sarcasticamente. Noi ci fermiamo, lo guardiamo di traverso,
stupiti da questa risposta che non ci aspettavamo. Lui, volutamente ironico, ci ricambia l’occhiata, ci sorride e poi riprende
con fare più serio.
“ Io voglio cercare di creare delle coscienze all’interno della
scuola. Questi sono cinque anni in cui si deve crescere e per farlo si devono formare delle coscienze attraverso l’informazione.
L’entusiasmo è quello dell’anno scorso, penso che il lavoro che
ho fatto abbia fruttato e quest’anno abbiamo visto i risultati.
Credo in quello che sto facendo altrimenti non l’avrei fatto.”
Qual è il punto della lista che ti sta più a cuore?
“La sicurezza. Due anni fa c’è stato il terremoto ma prima non
era mai stata fatta nessuna prova di evacuazione e questo ha
comportato molta confusione. È importante non farsi trovare

impreparati. Inoltre sono stati fatti dei lavori di ristrutturazione
che hanno portato alla costruzione della scala anti-incendio e
dell’ascensore che però non sono ancora stati omologati, quindi
noi cercheremo di farli mettere a norma, speriamo entro gennaio.
In ogni caso, penso che tutti i punti siano molto importanti e
punteremo a ottenerli tutti.”
Ti aspettavi il successo della tua lista?
“Sì, me lo aspettavo. Sapevo che il lavoro dell’anno scorso era
stato fatto bene e speravo che gli elettori cannizzarini mi avrebbero ridato la loro fiducia. Comunque sono contento che sia
salito Morello della lista 4 che è una bravissima persona.
Il rappresentante per finire: “Mi sono impegnato tanto, anche
se sono consapevole che cambiare la scuola non sia una cosa
facile. Ma ci si prova.”
8

9

vita scolastica

ATTUALITÀ E CULTURA

LA RIVOLUZIONE
INFORMATICA DELLA SCUOLA
CRISTINA AIOSA III B

D

opo la recente introduzione dei
tablet a scuola, in sostituzione dei
vecchi registri cartacei, ho deciso
di intervistare alcuni professori per scoprire
quale fosse la loro opinione sulla più generale rivoluzione informatica che sta coinvolgendo un po’ tutte le scuole italiane.
Cosa ne pensate della rivoluzione informatica della scuola?
Prof.1: È una cosa molto utile, comoda, i
genitori possono controllare tutto e avere
notizie in tempo reale. Si potrebbero migliorare alcune cose come la connessione
perchè manca alcune volte. Nonostante
tutto, però, sono d’accordo con la rivoluzione informatica perchè si è rivelata molto
utile.
Prof.2: non sono d’accordo con la rivoluzione perchè ci sono sempre problemi ogni
volta. Prima, secondo me, si devono migliorare parecchie cose ancora. Forse quan-

do tutti i problemi si risolveranno potrei
essere d’accordo. Ma adesso dico no.
Prof.3: la rivoluzione informatica è stata
una novità dentro la scuola. È molto utile
perchè, fra l’altro, ognuno di noi può sapere tutto in ogni momento con un clic. È
vero che alcune volte ci sono dei problemi
di connessione, ma sono sicura che sia un
problema passeggero che si risolverà al più
presto.
Prof.4: la rivoluzione è una cosa bella,
nuova. I tablet sono un passo avanti per la
scuola ma a me non piace molto anche perché ci sono sempre dei problemi. Fra l’altro
perdiamo almeno mezz’ora del tempo che
abbiamo a disposizione per espletare tutti i
doveri istituzionali. Tutto sommato io non
sono d’accordo con la rivoluzione. Ancora
non siamo pronti alla rivoluzione almeno
secondo me perchè prima si devono risolvere un sacco di problemi. Forse un giorno saremo pronti e allora si potrà definire

una cosa utilissima. Anche perché adesso,
pur essendo sempre a portata di mano, è
sempre comunque poco obbiettivo e non si
può fare qualcosa che sia oltre allo schema
del registro.
Prof.5: sono favorevole con la rivoluzione
informatica. Il pc è molto utile, comodo,
lo uso sempre. Certo, alcune volte ci sono
vari problemi ma si possono risolvere. Sono
molto favorevole ai computer. Secondo me
serve anche a stimolare di più gli alunni, a
creare un rapporto tra alunni e professori;
ma alcune volte non va bene perché ci sono
delle distrazioni virtuali. Un domani forse
sarà meglio di oggi. Almeno cosi spero.
Prof.6: è una cosa buona, positiva, veloce
e ci alleggerisce da un sacco di lavoro a
condizione, però, che venga potenziata la
rete e vi sia la possibilità di avere un pc in
ogni classe. Il tablet a me non piace perchè
è scomodo e ci si litiga per ogni motivo.

FINO ALLA VITTORIA!
MICHELE MINARDI III B

S

appiamo tutti cos’è il
muos, il mobile user
objective system,un sistema di comunicazioni satellitari ad alta frequenza della
marina militare statunitense
per il controllo dei droni(aerei
senza pilota, utilizzati per scopi militari) e la comunicazione tra soldati di terra, tra portaerei e aerei stessi.
Le basi terrestri sono costruite
in zone desertiche non abitate, distanti svariati kilometri
dai centri abitati per i danni
(leucemie, tumori, malformazioni nei bambini) che
questo muos(tro) crea, tant’è
che i militari statunitensi vivono in bunker sotto terra, a
diversi metri proprio per queste radiazioni. Diversi sono i
militari italiani che, avendo
lavorato per un mese nelle vicinanze della base hanno avuto leucemie e tumori.
Tutto questo avviene nell’ Australia dell’ovest, nel Sud-Est
della Virginia, nelle isole Hawaii e in Sicil.. NO! La base
che verrà costruita in Sicilia,
precisamente a Niscemi, non
è lontana dai centri abitati e
non si trova in zone desertiche, anzi!
La base è stata costruita sulla
sughereta di Niscemi, un’area
naturale protetta. Il muos sta

modificando i fievoli rapporti
dell’habitat, distruggendolo!
La regione Sicilia, il nostro
caro Crocetta dunque, il 29
marzo 2013 revoca in via definitiva l’autorizzazione alla
costruzione della stazione
muos. Una vittoria direte voi,
e invece.. Il 25 luglio 2013,
la Regione Siciliana revoca lo
stop autorizzativo al muos,
permettendo il riavvio alla costruzione, azione imposta dal
partito, dallo stato Italiano e
dagli USA.
Non essendo ascoltati, non essendo rappresentati, i Siciliani
per fronteggiare l’assenza del-

le istituzioni danno vita ad un
movimento popolare, il movimento NoMuos.Il 9 Agosto,
dopo un corteo partecipatissimo (oltre 30000 persone)
la base viene occupata, mai
accaduto prima in tutto l’occidente, dimostrando la forza
e la tenacia dei NoMuos.
Il Movimento, che al suo interno raccoglie diverse realtà
già presenti sul territorio, accomunate dalla totale sfiducia alle istituzioni, libero da
ogni partito, si pone non solo
un’obiettivo, che è la revoca
delle autorizzazioni all’installazione e alla messa in fun-

zione del muos, ma anche,
proprio come il Movimento
NoTav(altro esempio di lotta
territoriale), il cambiamento
radicale dello stato, assieme
ai movimenti della lotta per la
casa, per il lavoro, per l’acqua,
e tutti gli altri. Il 19 Ottobre,
a Roma, i NoMuos sono stati, anzi, siamo stati presenti,
rivendicando il nostro diritto
al vivere sani, il nostro diritto
e dovere di dire no alla militarizzazione della NOSTRA
terra!
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ATTUALITÀ E CULTURA

ATTUALITÀ E CULTURA

LA GUERRA NON
CAMBIA MAI, NEANCHE IN SIRIA!

ASKAMI & OFFENDIMI
GASPARE IPPOLITO IV B

MANFREDI LAGUARDIA IV P

4) sei bruttissimo!( ma non è una domanda?!)
5)sei proprio stupido!
6) ti ho sempre visto a scuola e mi stai proprio lì!(ancora non
una domanda)

V

isto che ormai il mondo virtuale e i social network si
impegnano nella distruzione degli adolescenti , guarda
guarda cosa si sono inventati: “Ask”, che da quasi un
anno spopola nelle pagine di Facebook. Nasce nel Giugno del
2010, ma qui in Sicilia la vera diffusione è successiva. Questo
social network è di tipo “Q&A” o, letteralmente in inglese,
“Question& Answer “, una successione di domande e risposte
alle quali la persona iscritta deve o dovrebbe rispondere. Il particolare più importante e dal quale si puó comprendere perchè
questo social network sia diventato così cliccato ( basti pensare
che è tra i 100 siti più popolari in Italia) è proprio la possibilità
di fare qualunque domanda ad un account di ask con o senza
l’anonimo, a discrezione proprio di colui che vuole fare la domanda. Perciò potete ben immaginare che da semplici domande come “ le 5 persone più importanti della tua vita?” oppure
“ che ne pensi di pinco pallino jo?”, i ragazzi si possono SBIZZARRIRE con domande imbarazzanti, rivelazioni clamorose,
insinuazioni fastidiose,”curtigghi” e soprattutto offese. Offese
di quelle grosse! All’inizio ero un po’ scettico all’idea di creare
il mio account personale su ask, ma a causa della curiosità e dei
suggerimenti degli amici mi sono ritrovato davanti al computer
per accedervi. Per farti domandare qualcosa, basta condividere
il profilo di Ask su Facebook e, con la naturale velocità di qualunque social network, iniziano le domande, tutte anonime.
1) C’è qualcosa che mangi ogni giorno?(Ma cosa importerà alla
gente di cosa mangio?!)
1) Pasta!
2) Qual è il piatto migliore che cucini?
2) Caffé! È un piatto?
3) qual è il tuo posto preferito per mangiare?( che problemi
hanno con il mio cibo? Ma comunque..)
3) In pizzeria.
Fin qui nulla di strano. O forse si, visto le assurde domande che
mi inviavano. Ma poi…

7)sei bellissimo
Come vedete le domande o cercavano di scoprire cose imbarazzanti, oppure erano stupide o addirittura non erano domande,
solo offese e complimenti. Al che mi sono chiesto: “sarò l’unico
dei miei amici ad avere ricevuto delle offese?”. Direi proprio di
no, anzi mi sento fortunato! Non riuscirete mai ad immaginare
quanto la (piccola) società di oggi possa distruggere e sgretolare
l’autostima e la sicurezza di molti adolescenti. Premetto che
tradurrò tutto per rendere l’articolo più, come dire, fine. Le più
frequenti incitavano al suicidio; altre erano offese che riguardavano l’aspetto fisico, il comportamento ritenuto troppo “easy”
per molte ragazze, l’orientamento sessuale, e altre ancora che
se cominciassi a elencare non riuscirei a concludere. Un vero e
proprio bullismo virtuale senza faccia. Come se un onda enorme formata da tante piccole gocce ti travolgesse, senza nemmeno capire chi è che la forma. Queste sono le linee generali
di ask: un social network che partendo dai complimenti può
anche anche arrivare a schiaffeggiarti, uno schiaffo virtuale che
fa male, che ti ferisce. È risaputo che la discriminazione riesce
ad atterrire gli altri. Per puro divertimento, per rallegrarti la
giornata, prendere in giro è considerata la soluzione migliore.
Quando sei un adolescente pensi solo a te stesso, al tuo microcosmo che rappresenta la tua vita, con un padre, una madre, un
fratello, un professore, i tuoi compagni. Non pensi alle ferite
che puoi provocare agli altri, non lo sai. Un adolescente non
sa cosa sono le conseguenze di un azione. Non c’è più quella
lealtà nei rapporti , quel coraggio di dire le cose in faccia , di sapere non grazie all’anonimato bensì grazie all’onestà, che è alla
base di qualsiasi rapporto. Purtroppo tutto questo è un grosso
fardello che dobbiamo sostenere sempre, in quanto accompagna l’utilizzo dei social network. Perché so che non è con un
articolo, uno schiocco di dita, che si può risolvere la fame nel
mondo, la deforestazione, la discriminazione. Ma almeno è già
qualcosa, è informazione. È capire il peso delle proprie azioni.
Ma anche senza l’anonimato, ragazzi miei, cosa concludereste?
Dopo che vi siete “presi a parole” , dopo che vi siete offesi, qual
è il risultato? Soltanto una bacheca piena di inutili insulti.

È

presto per attribuire un colpevole
all’attacco chimico avvenuto il 21
agosto a Damasco, in Siria, poiché
i complottisti da tastiera, bombardano il
web con le loro teorie e le loro ipotesi,
dando la colpa agli USA, paesi occidentali o pro-occidentali oppure ribelli siriani
scontenti del governo di Assad, seguendo
un copione già visto innumerevoli volte.
Il rapporto dell’Onu afferma che lo stesso giorno è avvenuto un altro attacco
chimico a Ghouta, a pochi chilometri da
Damasco, adoperando 350 litri di gas Sarin (gas nervino). Ma la faccenda è molto
più complicata di quanto sembri, poiché,
in primis, i video degli USA che circolano in rete, al fine di mostrare le atrocità
dell’attacco, sono «costruiti in modo artificiale e manipolati».
Molte famiglie siriane di Lattakiah hanno affermato che alcuni dei bambini
mostrati nei video erano i loro figli rapiti
dai ribelli. Queste famiglie sono quelle

sopravvissute a un attacco dei qaedisti
di al-Nusra il 4 agosto 2013, che dopo
aver attaccato undici villaggi a Lattakiah,
hanno preso in ostaggio più di 150 persone tra donne e bambini. Alcuni di quegli ostaggi, secondo queste famiglie, sono
appunto stati visti tra le vittime dei video
dell’attacco a Ghouta.
Inoltre secondo le testimonianze locali,
l’attacco chimico è stato effettuato alle
2.30 del mattino nell’est di Ghouta, tra
Zaynia e Ein Tarma, una zona dove secondo testimoni non viveva quasi più
nessuno a causa della guerra civile in corso.
«La prima cosa che colpisce dei filmati –
si legge nel rapporto – è il gran numero
di bambini che sembrano dormire, che
vengono da nessun luogo, senza famiglie
o persi dai genitori e che non sono mai
stati identificati». Nei video, inoltre, ci
sono molti bambini abbracciati dal padre
che piange la loro morte. «Ma dov’era

lui?», si domanda l’Isteam nel rapporto.
«Dov’è la loro madre? Perché sono morti
solo loro e non i loro genitori? Il gas può
distinguere bambini e genitori?».
Per ora è certo che l’85% dei campioni
di sangue prelevati fra le vittime (diverse
migliaia) sono risultati positivi al sarin.
Prelievi di tessuti da 34 dei 36 persone
ricoverate hanno mostrato tracce di veleno. Quasi tutti sono risultati positivi al
sarin. Gli ispettori hanno anche esaminato i resti dei missili superficie-superficie,
che hanno colpito l’area, e nella maggior
parte dei frammenti è stata trovata traccia di sarin. Per questo, concludono che
sono state raccolte prove convincenti che
questi razzi superficie-superficie contenenti gas nervino sono stati usate nelle
aree di Ein Tarma, Moadamyah e Zalmaika a Ghouta». Ma passando ad un
altro fronte: Obama chiede al mondo
di non restare in silenzio davanti all’uso dei gas tossici in Siria; in una conferenza stampa tenutasi a Stoccolma con
il premier svedese Fredrik Reinfeld, affermando: “Noi siamo per la difesa dei
diritti umani fondamentali. Abbiamo
un’elevata certezza che il regime siriano
abbia fatto ricorso alle armi chimiche”.
L’ONU si trova spaccato: da una parte
c’è chi vuole intervenire militarmente
in Siria, punendo il presunto colpevole
Assad, ‘capeggiato’ dagli USA, e dal lato
opposto chi non vuole intervenire, come
la Russia che accusa i politici americani
di mentire nel dibattito sulla Siria, ma
non si limita a dissentire, bensì è pronto
a schierare le proprie navi per essa. Fortunatamente entrambi gli schieramenti
hanno concordato un trattato di fissare
una conferenza sulla pace (metà novembre) che vede come primo oggetto lo
smantellamento di armi, testate missilistiche e bombe chimiche in Siria.
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CARLO MODICA V E &
GIORGIO ALESSANDRO IV A

CARLO MODICA V E &
GIORGIO ALESSANDRO IV A

ALT-J

LEON

AN AWESOME WAVE

“A

n Awesome Wave” è l’unico album pubblicato dagli Alt-j fin ora, ma, in barba all’essere un gruppo emergente, il quartetto di Leeds ha già suonato in palchi come quello del
Glastonbury Festival, del T in the park, del Reading & Leeds festival in inghilterra; del
Lolapalooza e del Coachella negli Stati Uniti. Ma a che genere appartiene ”An Awesome Wave”? Se si
cerca su Wikipedia, vengono definiti come “indie rock, alternative rock, art rock, folk rock, musica
sperimentale”, ma ci sembra che tra questi aggettivi, solo “sperimentale” si possa ritenere adatto. Poi
c’è chi li descrive con il termine ““geek rock”,” ma più che alla loro musica sembra un termine riferito
al loro look. Ma lasciateci presentare questi magnifici quattro: Gwil Sainsbury (chitarra/basso), Joe
Newman (chitarra/voce), Gus Unger-Hamilton (tastiere/sintetizzatore) e Thom Green (batteria), si
incontrano a Leeds nel 2007, mentre studiano
all’università. Nei dormitori si sviluppa il gruppo, che ne 2011 firmerà un contratto con la Infectious Records. L’anno dopo sono già vincitori
del British Mercury Prize, e la BBC elegge An
Awesome Wave album dell’anno.
Un album finemente architettato, con tanto di
traccia intro e vari interludi, i cui collegamenti
tra una
canzone e l’altra sono talmente smussati che fanno di An Awesome Wave uno di quei album che
si ascoltano dal primo all’ultimo pezzo, come
se fosse tutto un unica traccia; allo stesso tempo ogni canzone è una storia diversa, un piccolo
micro-universo in cui nasce, cresce e muore una
vicenda indipendente, che sfuma poi nella canzone successiva. Le soluzioni musicali vanno da
cori a cappella, ai bassi di un sintetizzatore usato
a regola d’arte, ad un batteria priva di piatti ma con bonghi e campanacci, a vibranti arpeggi di chitarra, alla pianola elettrica, per poi ritornare dal synth alla batteria.
Ogni brano è un alternarsi di pause e riprese, di momenti di calma che poi esplodono in enormi fuochi
d’artificio musicali , di atmosfere sognanti ed eteree, come sospese nel tempo, e di sonorità elettroniche
potentissime, quasi Dubstep.
Perdonateci l’esagerazione poetica e lasciatecelo dire: An Awesome Wave è esattamente quel tipo di
album che ascolteresti davanti al mare in tempesta, quel tipo d’album che ti porta lì anche se sei chiuso
in una stanza. Particolarissimi anche i testi, al limite tra il non-sense e il misterioso, difficili dunque
da “decifrare” anche se è sicuro che il tema principale sia sempre quello, l’amore. Amore che non
è mai trattato con banalità ma evocato con immagini insolite ma straordinariamente suggestive: insomma non stiamo parlando delle solite canzoni dove “amore” fa rima con “fiore” e con “cuore”.
Inoltre i quattro di Leeds inseriscono nel loro piccolo capolavoro anche citazioni cinematografiche
come “Matilda”, la canzone ispirata all’ eccentrica ragazzina del film di Luc Besson di cui vi abbiamo
parlato, e compongono il brano (questo però non inserito nell’album) “ Leon “ chiaramente riferito al
protagonista. Insomma un esordio d’oro, possiamo dire impeccabile.
Adesso ci resta solamente da sperare che esca un altro album, e che sia all’altezza del primo.

S

e siete degli appassionati del puro film d’azione in stile americano questo film non fa per voi.
Nella Little Italy newyorkese degli anni ‘90 , tra affari di droga e sparatorie , si incrociano le
strade di due personaggi atipici, profondamente simili, ma allo stesso tempo diametralmente
opposti: Leon e Matilda.
Leon è un immigrato italo-americano dal passato burrascoso che conduce un’esistenza estremamente solitaria senza mai legarsi a niente e a nessuno, non soltanto perchè non vuole ma soprattutto
perchè non può. È un sicario di Tony, il principale boss del quartiere italiano , uno scorcio di città
denso di misteri, accordi segreti e vecchi rancori. Mentre la sua vita scorre lenta, portando fedelmente a termine le missioni affidategli dal capo e compensando la mancanza di affetti prendendosi
cura della sua amata pianta, incontra Mathilda, la ragazzina della porta accanto dall’animo ribelle, repressa dal padre troppo violento, ignorata dalla matrigna
e dalla sorellastra ma molto legata al piccolo fratello.
Mathilda è una piccola donna alla ricerca di affetto e
sicurezza, di una persona su cui poter contare che la
faccia sentire protetta e a casa; ma come trovare una
figura del genere in quella famiglia così tanto ostile
e a lei quasi estranea? Ecco, sarà proprio a questo
punto che la nostra protagonista si imbatterà nel suo
vicino dal cuore apparentemente di pietra, il sicario
Leon. Da questo momento la vita dei due non sarà
più la stessa, si renderanno conto di essere indispensabili l’uno per l’altra, complementari; ognuno darà
all’altro quello che questo non aveva mai avuto.
Un film che fa tenere gli occhi incollati allo schermo,
che fa comprendere quanto siano realmente importanti i legami nella vita di qualsiasi essere umano.
Una storia toccante, originale, affascinante, un continuo susseguirsi di situazioni, forse a volte un
po’ surreali, ma che mettono a nudo i meccanismi interni di due menti estremamente complesse.
Sfidiamo chiunque a non immedesimarsi un po’ in Leon e Mathilda (come farà Jon Newman,
frontman degli Alt-j), descritti attraverso inquadrature intelligenti, dialoghi sull’orlo del provocatorio e enfatizzati da una colonna musicale perfettamente assonante alle riprese. Se volete quindi
realmente scoprire come si sono incontrati i due personaggi e come finisce questa storia, vi consigliamo vivamente di vedere Leòn, perchè chissà, potreste imparare qualcosa anche voi.
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SCIENZA E TECNOLOGIA

SCIENZA E TECNOLOGIA

WI-FI NELLE SCUOLE

cOLONIZZARE MARTE
MANFREDI ALBERTO MONTI III C

C

olonizzare Marte … potrebbe sembrare un film
di fantascienza: ebbene, potrebbe essere il nostro
prossimo futuro. Inviare degli esseri umani per
colonizzare il Pianeta Rosso: si tratta di “Mars One’’. Il
progetto, proposto e guidato da due ricercatori olandesi, Bas Lansdorp e Arno Wielders, consiste nell’ inviare,
dopo alcuni passaggi intermedi, esseri umani sul pianeta
per avviare una colonia permanente nel 2023. Prima di
inviare i coloni bisognerà riprodurre su Marte le condizioni necessarie alla vita dell’uomo. Gli scienziati hanno
studiato diverse tecniche per la ‘’terraformazione’’ di
Marte, a seguito del quale il pianeta rosso potrebbe essere
reso abitabile e sostenere la vita umana senza la necessità
di tute protettive. Forse il metodo più semplice sarebbe
iniettare del gas metano (o un altro gas serra) nella sua
atmosfera, che di conseguenza potrebbe essere in grado
di intrappolare la luce del Sole, e innalzare la temperatura sopra il punto di fusione del ghiaccio in modo da
formare nuovamente oceani e laghi. Però ‘’terraformare’’
completamente Marte è un lunghissimo processo che raggiungerà la sua completezza soltanto tra la fine di questo
secolo e l’inizio del prossimo. Mars One quindi prevede di
mandare in avanscoperta una serie di moduli, con automi
che cominceranno a filtrare l’acqua di Marte per produrre ossigeno, e con rifornimenti di ogni genere, inclusi i
pannelli solari per l’energia necessaria per l’insediamento.
A loro volta, essi serviranno da “campo base” e faranno
da casa e laboratorio per i pionieri, che prima di partire saranno sottoposti a lungi e rigidi allenamenti fisici e
psicologici. Nel settembre del 2022 partiranno i primi
quattro, che impiegheranno circa sette mesi per raggiun-

gere Marte. Saranno seguiti da altre squadre di quattro a
intervalli di due anni, con l’aggiunta di altre spedizioni dei
moduli con il materiale necessario, supponendo dunque,
entro il 2033, di avere venti persone che vivono e lavorano su Marte. Alla fine ognuno dei ‘’colonizzatori’’ sarà di
fatto ingegnere, meccanico, agricoltore, medico... sarà in
grado di riparare un guasto ai moduli o agli impianti di
produzione di acqua e ossigeno, saprà coltivare alimenti,
potrà curare gli altri ed effettuare operazioni chirurgiche.
Ci saranno dei rischi? E’ ovvio: potrebbero esserci ritardi e
guasti nella preparazione sia delle navette spaziali che degli astronauti, i quali una volta fuori l’atmosfera terrestre
saranno esposti al rischio di essere contaminati da forti
radiazioni. Ma Lansdorp e Wielders non hanno dubbi:
«Andremo su Marte e costruiremo una nuova Terra». Ora
sorge spontanea la domanda: chi accetterà mai di partire
per un viaggio di sola andata, pieno di rischi, verso il Pianeta Rosso? Ebbene, sono già 200 mila i volontari pronti
a partire per Marte e non fare mai ritorno sulla Terra, e
tra questi ci sono anche diversi italiani. Per far fronte agli
stratosferici costi, è stato proposto un sistema di finanziamento apparentemente assurdo ma che potrebbe funzionare. I miliardi di dollari necessari (ne servono 6 solo per
la prima missione) verranno sia dagli sponsor, ansiosi di
essere parte del più grande progetto esplorativo della storia umana, ma anche dai media dei vari Paesi, desiderosi
di avere l’esclusiva di ogni avvenimento e dare così vita a
una specie di eccezionale reality show. Sembra proprio che
l’intera umanità sia destinata ad oltrepassare le frontiere
della Terra e a colonizzare gli altri pianeti, e in un futuro
remoto magari l’intero universo.

PROGRESSO O PERICOLO?

DAVIDE ANGELINI III C

U

na delle novità introdotte quest’anno nelle
scuole italiane è l’utilizzo dei registri elettronici e l’abbandono (parziale) del cartaceo. Quasi
due anni fa, infatti, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha promulgato delle normative al fine di informatizzare l’intero sistema
scolastico. La prima, emanata il 3 ottobre 2012, prevede la dematerializzazione delle attività delle segreterie scolastiche con l’introduzione di iscrizioni on-line,
pagelle e invio delle comunicazioni ad alunni e genitori
in formato elettronico. Lo scorso anno scolastico ha
rappresentato un periodo di transizione durante
il quale abbiamo visto sia i tradizionali registri di carta, sia i bidelli che passavano
e segnavano assenze ed entrate a seconda ora nel computer.
Da quest’anno i registri di classe hanno meno pagine e quelli personali dei docenti sono sostituiti dai tablet. Dal punto
di vista ecologico il risparmio è evidente, ma
il loro acquisto comporta chiaramente una spesa
maggiore rispetto a quella dei tradizionali registri. Il
collegamento ad internet, però, attualmente funziona
in determinate aule e non copre tutta la scuola. Non
si sa quando il problema sarà risolto, probabilmente il
segnale wi-fi verrà potenziato.
Il decreto sulla digitalizzazione, dunque, permette alla
scuola italiana di modificare se stessa a favore delle nuove tecnologie, ma tutto ciò ha dei lati negativi? La risposta, purtroppo, è affermativa: ciò che il MIUR non
ha considerato sono le direttive delle istituzioni internazionali.
Il 23 maggio 2011 l’Unione Europea invita i paesi aderenti a limitare il più possibile l’utilizzo del wi-fi e dei
telefonini nelle scuole. Questa scelta è di tipo precauzionale: dal momento che dei test in laboratorio dimostrano che le loro radiazioni provocano gravi complicazioni cerebrali sulle cavie animali, non sapendo se

ciò possa valere anche sull’uomo, è preferibile evitare o
quantomeno limitarne l’uso. Soltanto otto giorni dopo
questa proposta l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara che telefonini e wi-fi potrebbero provocare
tumori al sistema nervoso. Nonostante questi alarmi, il
governo italiano ha pensato bene di ignorarli del tutto
e procedere in nome della tecnologia e del progresso.
L’insieme delle onde elettromagnetiche prende il nome
di elettrosmog: si tratta di una vera forma di inquinamento della quale non si conoscono a fondo i pericoli. E’ noto che le radiazioni di apparecchi mobili
vengono assorbite a sufficienza dalla
corteccia cerebrale solo quando
si raggiunge la maggiore
età. Il problema sta nel
fatto che mentre in una
telefonata le radiazioni
giungono solo dalla parte dell’orecchio con cui ascoltiamo, con
l’elettrosmog siamo continuamente bombardati da qualsiasi parte poiché
i semplici muri non costituiscono degli
isolanti. E’ chiaro che una classe dove sono
presenti sia le radiazioni dei numerosi telefonini (che dovrebbero essere tenuti spenti),
sia il potente segnale wi-fi, diventa un forno
a microonde. In questo quadro bisogna essere rigorosamente cauti poiché sono sconosciuti i rischi derivanti
da un’esposizione a lungo termine alle onde elettromagnetiche.
La presenza del wi-fi a scuola, dunque, rappresenta
una possibile minaccia alla nostra salute. Come agire
per evitare ciò? Purtroppo non si può fare qualcosa di
concreto per questo specifico problema in mancanza di
rischi. L’unica cosa che possiamo (e che dobbiamo) fare
noi studenti è spegnere i telefonini durante le lezioni,
sia per il divieto categorico vigente di tenerli accesi, sia
per la nostra salute.
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RECENSIONI

RECENSIONI

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RUSH

FEDERICA RESTIVO V R

P

rofumo d’oriente e lacrime di solitudine... le emozioni si susseguono
tra le parole, si perdono fra le pagine. È la guerra afghana, nel secolo
delle bombe e delle finestre chiuse, dove nascere bambina può diventare
una colpa. È la storia di due donne, decise ad andare oltre la loro esistenza.
Miriam, piccola figlia illegittima tradita nell’affetto dal padre e costretta ad
una vita sgradevole ed umiliante; Laila, studentessa modello, figlia di insegnanti, dalla cultura europea e i vestiti alla moda. Due ragazze, giovani e
belle, costrette a pagare la colpa di essere cresciute nel momento sbagliato.
E tra i baci di un tenero amore e la speranza del figlio desiderato, il dolore
della guerra non risparmia nessuno. La vita sfugge e la felicità svanisce. Desiderose di riscattare la propria dignità, convivono la stessa casa e lo stesso
ruolo invidiose delle attenzioni dell’uomo che le possiede. E tra i dispetti
e le gelosie reciproche, nasce un amore sincero e incondizionato. Quando
la sorte vince le origini, quando il proprio destino si intreccia indissolubilmente a quello degli altri, non c’è modo di resistergli. Ed è così che da rivali
e contendenti di un affetto meschino, Miriam e Laila si ritrovano sorelle
di vita e di morte.
« Non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti, né i mille
splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri. »

ALICE CALANDRA IV H

P

robabilmente la maggior parte dell’amore che ci circonda è invisibile:
è questo che ci spiega, o di cui ci rassicura, Eric-Emmanuel Schmitt
nel suo nuovo libro di racconti, pubblicato per la prima volta in Italia
qualche mese fa. Il titolo originale è “Le deux messieurs de Bruxelles”, e
si compone di cinque piacevolissimi racconti: due omosessuali che giocano a vivere la vita di altri; un uomo con un rapporto misterioso e ossessivo con il proprio cane; un musicista che sembra innamorato, più che di
sua moglie, dell’ex marito di questa; una mamma che comprende, solo
alla fine, l’affetto che prova per il figlio; una coppia di anziani che trova
qualcosa nello sguardo di una ragazza.
Il protagonista ovviamente è l’amore: però quello “strano”, di cui non si
parla, che è dietro di noi ma non si mostra. Insomma, quello che ci sorregge in silenzio: <<L’architettura segreta che sottintende all’architettura
palese delle nostre vite, la pietra strategica e nascosta che tiene in piedi
l’arco, la trave invisibile che sostiene il tetto>>. In questo libro il sentimento, che ci viene presentato e ripresentato ogni giorno nelle sue mille
facce (spesso quelle più scontate), assume un nuovo significato, un nuovo carattere; sembra ovattato e coperto da un velo, e la sua forza consiste
nel sapere trovare una “seconda strada”, una scorciatoia per arrivare al
momento e nel luogo in cui rifiutiamo la sua esistenza…e sorprenderci.
I personaggi ci avvolgono con la loro romantica ingenuità e con la loro
capacità di costruirsi vite e storie surreali e intense.
La scrittura è elegantemente accessibile e soprattutto scorrevole. Non è il
miglior libro di questo particolarissimo autore francese, ma riesce a non
deludere grazie al fascino che sembra intrinsecamente impresso in ogni
frase di Schmitt.

ADRENALINA SU QUATTRO RUOTE
EMANUELE CALY II G

I

l nuovo film di Ron Howard, regista già famoso per diverse pellicole tra cui emerge “A Beautiful Mind”(per il quale ha anche vinto il premio oscar come miglior regista), è “Rush”, che racconta
la vera storia dei piloti Niki Lauda e James Hunt, interpretati rispettivamente da Daniel Bruhl e Chris Hemsworth (attore già conosciuto
per aver interpretato Thor nel fortunato film “The Avengers”). Sin
dal primo istante questo film ti cattura come un ragno cattura una
mosca. La storia, attraverso l’uso di voci fuori campo o voci pensiero,
ci viene narrata a turno dai due piloti che ci fanno vedere il mondo
attraverso i loro diversi punti di vista: pratico e piatto per Lauda e,
invece, selvaggio e pieno di sfide per Hunt. Questo capolavoro cinematografico attraverso originali riprese in movimento e ottimi effetti
sonori ci riempie di adrenalina sin dalla prima corsa , senza mai però
farla prevalere, in modo che si possa comprendere ogni sfumatura
di significato espresso sia dalle azioni e dalle parole dei protagonisti
sia, soprattutto, dal regista, che con un minimo spostamento della
cinepresa ci mostra un nuovo mondo. La drammaticità della vicenda
trapela durante il film e rimane come a fior di pelle anche nelle scene
più calme. Chris Hemsworth, che finora, nei suoi precedenti ruoli,
aveva molto deluso ed era sembrato essere un attore piuttosto mediocre, in questo film si riscatta regalando agli spettatori una prestazione
monumentale; lo stesso si può dire dell’attore tedesco Daniel Bruhl
che ritorna alla ribalta in questo film mostrando una bravura eccezionale, come aveva già mostrato nel film “Good Bye Lenin”. Nessuno potrebbe vedere questo film senza rimanerne estasiato o, quanto
meno, scosso; ogni scena riempie, infatti, gli spettatori di energia e
tensione, rendendo incapaci di pensare, dire o anche fare qualsiasi cosa diversa da un elogio al film e un inchino ammirato alla
storia su cui si basa, che forse in certi momenti è triste, ma che è capace di far sognare anche la parte più cinica del nostro essere.
Da sottolineare anche l’interpretazione dell’attore italiano Pierfrancesco Favino, come sempre all’altezza delle aspettative.
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pensieri e parole
02-13-1776
Valley Forge

	

Dear Susanne,

I am happy to finally say my term is almost over. They have been 34 weeks here in Valley Forge, but I never
stopped thinking about you. Every day spent here is a pain: sickness all over around me, day after day I stood
by several men dying. I am not really sure what exactly was wrong with them, but last week I must have
eaten something gone bad, because I can not stop vomiting since then. I never got the chance to tell you how
good of a cook you are but, dear, I would do anything for your special made pudding right now. My eyes
are almost spoiled with continual smoke, but do not worry, the most precious images of you and our son
William are already permanently stuck in my mind. I wish my new, young friend Simon could have amazing
memories like I do, to cheer him up and remind him what we all are here for. But how could he at such a
young age? You know, darling, I got close to him and now I am really worry he will not make it to tomorrow.
Thousands of Americans are dying, and others are coming to face the same faith. Only a few survive reaching
the end of the term or, more often, running away from the camp.
	
The war against the British is hard, but even harder is the one against hunger and cold. Here, in this
wet, cold, dark camp, I feel abandoned and the more time I spend here, the clearer is that the Congress gave
up on us. They do not realize the life we are forced to in here, and they do not even seem to care, but I still
have hope in our loved President and, even if I know you never really liked him, you should believe in him
too.
	
A couple times I actually faced death on that evil battle field, and every time I heard some of the
words my grandfather used to tell me “in the darkest period, of each era the humanity faces, a revolution is
needed, to let the sun shines again – then something used to change in him, making him look like he was
able to fly, and he always continued – it does not matter how hard it is to realize, because life is not worth
to be lived without freedom”. Those words always give me the straight I need and make me desire freedom
even harder, even if being free means dying free. Freedom is what our country deserves and I am proud I am
having the honor to fight for it, and getting the chance to be the one who participated in guaranteeing it to
both our children.
	
As already said, my term is going to be over in two weeks and, if I will make it to that day, helped
by the love I have for you, I need you to understand that every single one of us could make the difference.
And, since my family is the thing I love the most, I decided to stay. I am doing it for you, for our big boy,
William, and for Elisabeth, our baby, whose eyes I never got to see, but I still dream of every night. I promise
everything is going to be alright: I will win our freedom.
I love you.
See you in Heaven, my angel.
Sincerely yours, John.
Caro Susanne ,
Sono felice di dire finalmente che il mio termine è quasi finito . Sono passate 34 settimane qua a Valley Forge , ma non ho mai smesso di
pensarti. Ogni giorno passato qui è doloroso: malattia ovunque intorno a me , giorno dopo giorno vedo molti uomini morire. Non sono
certo di quale fosse il loro problema , ma la settimana scorsa devo aver mangiato qualcosa di andato a male , perché non riesco a smettere
di vomitare da allora . Non ho mai avuto l’occasione di dirti che gran cuoca tu sia ma , cara , farei di tutto per il tuo pudding speciale adesso. I miei occhi sono quasi rovinati dal continuo fumo , ma non preoccuparti , le più preziose immagini di te e nostro figlio William sono
già permanentemente impresse nella mia mente . Vorrei che il mio nuovo , giovane amico Simon potesse avere ricordi incredibili come i
miei, per rincuorarlo e ricordargli il motivo per cui tutti noi siamo qui. Ma come avrebbe potuto in così giovane età ? Sai , cara, mi sono
avvicinato a lui e ora mi ho davvero paura che non arriverà a domani. Migliaia di americani stanno morendo e altri stanno per incontrare
lo stesso destino . Solo pochi sopravvivono raggiungendo la fine del termine o , più spesso, fuggendo dal campo .
La guerra contro gli inglesi è difficile, ma ancora più difficile è quella contro la fame e il freddo . Qui, in questo umido , freddo , campo
scuro , mi sento abbandonato e più passa il tempo , più mi rendo conto che il Congresso ha rinunciato a noi. Non si rendono conto della
vita alla quale siamo costretti qui , e neppure sembrano curarsene , ma ho ancora speranza nel nostro amato Presidente e , anche se so che
non ti è mai veramente piaciuto , dovresti credere in lui anche tu.
Un paio di volte mi sono effettivamente avvicinato la morte sul quel malvagio campo di battaglia e ogni volta ho sentito alcune delle

pensieri e parole
parole che mio nonno mi diceva “nel periodo più buio , di ogni epoca di svolta dell’umanità, è necessaria una rivoluzione , per lasciare
che il sole brilla ancora – a quel punto qualcosa in lui cambiava , facendolo sentire come se fosse in grado di volare , e continuava non importa quanto sia difficile da realizzare, perché la vita non vale la pena di essere vissuta senza libertà “ . Quelle parole mi danno
sempre forza di cui ho bisogno e mi fanno desiderare la libertà ancora di più, anche se essere liberi significa morire liberi. La libertà è
ciò che il nostro paese merita e sono orgoglioso di avere l’onore di lottare per essa , e di avere la possibilità di essere colui che partecipa
nel garantirla ad entrambi i nostri figli .
Come già detto , il mio mandato finirà tra due settimane e , se arriverò a quel giorno perché aiutato dall’amore che nutro per te ,
ho bisogno che tu comprenda che ognuno di noi potrebbe fare la differenza . E , dato che la mia famiglia è la cosa che amo di più , ho
deciso di rimanere . Lo sto facendo per te , per il nostro ometto , William , e per Elisabeth , la nostra bambina, i cui occhi non ho mai
avuto modo di vedere , ma che sogno comunque ogni notte . Prometto che andrà tutto bene: vincerò la nostra libertà.
Ti amo.
Ci vediamo in cielo, angelo mio.
Sinceramente tuo, John.

DI:
Silvana Benanti V B

Poesie
Che pace,
Agata,
ora c’ è silenzio
ora è la fine
ora c’ è amore.

Sta finendo
-è finito il tempoAddio.
Agata.
Creola.

E l’ estate
È vicina proprio
Sul verde
Ma la musica
È lenta è calma
Agata

Ma tutto continua
D’ adagio anche i giorni,
anche le ginestre nei
cimiteri verdi.

I.
Questo freddo non è
ancora maturo
e tu hai messo in musica
il tempo.
Io mi affaccio
al buco e vedo il
fuoco.
È il vuoto che cresce
È la calma placida che cresce.
Senti come scalpita
Il cuore del giusto.
Io né ho cuore
Né morale.
E intanto però
Scalpita veloce

Come
un cavallino Persiano
al trotto.
È una bella stanza
È sottile
batte la goccia
sul lieve (la marea)
tempio dell’ aria
immota.
Qui intorno è tutto calmo
Finalmente.

EMANUELE MILAZZO III C

Picchettia il pianoforte
Picchettia la ninfea.
(Felice rimanersi Euridice
Placida con le iridi del cielo
E io t’ amo t’ amo
Come l’ ape il glicine)
Coraggio. È il male.
È fine a sè stesso

E intanto il vento soffia.
Forte.
Le farfalle scappano.
I grani si spezzano.

II.
Ma questo è
amore?
Mi fanno male
gli occhi
e sono viola.
Che sarà domani?
Che sarà domani?
C’è stato un morto,
un fiore
e una campana.
E tutti corrono
in questa strage veloce:
in questa distrazione.
E mangiano la terra.
E poi cadono.
FOTO DI: ALESSANDRO DI PIAZZA

REDAZIONE:
Caporedattore:
Alice Calandra IV H
Impaginazione e Grafica:
Antonino Faraone V E
Gloria Varrica V R
Docente Referente:
Prof.ssa Elena Santomarco

Hanno collaborato:
Federica Restivo V R
Silvana Benanti V B
Carlo Modica V E
Cristina Aiosa III B
Michele Minardi III B
Gaspare Ippolito IV B
Manfredi Laguardia IV P
Giorgio Alessandro IV A
Emanuele Milazzo III C
Manfredi Alberto Monti III C
Davide Angelini III C
Emanuele Caly II G

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Obbettivamente n°1

  • 1. PALERMO EDITORIALE A IL GIORNALE DEL LICEO CANNIZZARO 11/11/2013 nche quest’anno la redazione di Obbiettivamente riapre, proponendosi il compito di manifestare i vari aspetti della “Vita Scolastica”del Liceo Scientifico Cannizzaro e le riflessioni di noi ragazzi, che stiamo iniziando a rapportarci in maniera concreta e matura con la società che ci sta intorno. Per il nostro Liceo questo è un anno di novità tra l’introduzione dei registri elettronici e l’arrivo del nuovo Dirigente Scolastico. In quest’edizione, quindi, ci occuperemo ci confrontare le diverse opinioni sulla rivoluzione informatica che sta interessando le scuole italiane, per analizzarne i pericoli o i possibili vantaggi. Abbiamo inoltre inserito un saluto che la Preside, Prof.ssa Anna Bica, ha voluto rivolgere a tutti i ragazzi e alle varie componenti della scuola. Ricordiamo che la redazione è aperta a tutti coloro che avessero voglia di partecipare, scrivendo, scattando fotografie, proponendo nuovi spunti per gli articoli ecc. Per qualsiasi domanda o consiglio non esitate a scriverci al nostro indirizzo e-mail: obbiettivamente.cannizzaro@gmail.com NUMERO 1 NO MUOS FINO ALLA VITTORIA! LA GUERRA NON MICHELE MINARDI III B CAMBIA MAI, NEANCHE IN SIRIA! MANFREDI LAGUARDIA IV P È S appiamo tutti cos’è il muos, il mobile user objective system,un sistema di comunicazioni satellitari ad alta frequenza della marina militare statunitense per il controllo dei droni(aerei senza pilota, utilizzati per scopi militari) e la comunicazione tra soldati di terra, tra portaerei e aerei stessi. Le basi terrestri sono costruite in zone desertiche non abitate, distanti svariati kilometri dai centri abitati per i danni (leucemie, tumori, malformazioni nei bambini) che questo muos(tro) crea, tant’è che i militari statunitensi vivono in bunker sotto terra, a diversi metri proprio per queste radiazioni. Diversi sono i militari italiani che, avendo lavorato per un mese nelle vicinanze della base hanno avuto leucemie e tumori. ►PAGINA 9 presto per attribuire un colpevole all’attacco chimico avvenuto il 21 agosto a Damasco, in Siria, poiché i complottisti da tastiera, bombardano il web con le loro teorie e le loro ipotesi, dando la colpa agli USA, paesi occidentali o pro-occidentali oppure ribelli siriani scontenti del governo di Assad, seguendo un copione già visto innumerevoli volte. ►PAGINA 11 WI-FI NELLE SCUOLE: PROGRESSO O PERICOLO? DAVIDE ANGELINI III C U na delle novità introdotte quest’anno nelle scuole italiane è l’utilizzo dei registri elettronici e l’abbandono (parziale) del cartaceo. Quasi due anni fa, infatti, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha promulgato delle normative al fine di informatizzare l’intero sistema scolastico. La prima, emanata il 3 ottobre 2012, prevede la dematerializzazione delle attività delle segreterie scolastiche con l’introduzione di iscrizioni on-line, pagelle e invio delle comunicazioni ad alunni e genitori in formato elettronico. ►PAGINA 17
  • 2. 2 3 vita scolastica vita scolastica SALUTO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PROF.SSA ANNA BICA INTERVISTA ALLA PRESIDE GLORIA VARRICA V R & FEDERICA RESTIVO V R A tutti gli studenti e famiglie A tutto il personale dell’istituto N ell’assumere l’incarico di presidenza del Liceo Scientifico “S. Cannizzaro” di Palermo, istituto prestigioso, aperto all’innovazione nel rispetto della tradizione, con orgoglio, porgo il più cordiale saluto a tutti, con l’auspicio di una fattiva collaborazione per il buon funzionamento del nostro istituto. Esso offre la propria tradizione d’insegnamento qualificato e scientificamente rigoroso per condurre gli studenti ad acquisire una formazione idonea ad affrontare le sfide lanciate dall’innovazione tecnico/scientifica e dal continuo sviluppo del saperi riconoscendo, valorizzando e promuovendo le potenzialità di ciascun allievo. Un saluto va ai componenti del Consiglio d‘Istituto, al Comitato dei Genitori, alle Organizzazioni Sindacali e a tutti gli Interlocutori delle varie realtà istituzionali, culturali e sociali della città di Palermo. Con molto piacere, cari ragazzi, desidero intraprendere insieme a voi questa nuova esperienza nella convinzione che la scuola, luogo di tutela dei diritti e di esercizio di cittadinanza attiva, offre agli studenti le basi per diventare cittadini consapevoli, nella propria città, nella propria nazione, nel mondo, responsabili del proprio e dell’altrui futuro. Missione della nostra istituzione è: Formare gli uomini del domani “impregnati di umanità”, capaci di affrontare la realtà in modo dinamico, e sapendo rispettare la molteplicità dei soggetti e delle singole realtà. Vi invito, quindi, a frequentare in modo assiduo, a partecipare attivamente alla vita scolastica con impegno, a rispettare le regole della convivenza civile attraverso percorsi motivanti e progettati in sinergia con gli enti proposti. Tutti siamo consapevoli del fatto che il mondo e la società, in cui viviamo, stanno cambiando ad una velocità mai conosciuta nel passato. La rivoluzione informatica degli ultimi decenni sta modificando completamente il volto del mondo, il nostro modo di essere e percepire, le nostre abitudini , i nostri stili di vita. A mio avviso, però, l’introduzione dei sistemi e dei dispositivi digitali nell’apprendimento non garantiscono un miglioramento di qualità. Le tecnologie non sono mai una certezza ma rappresentano semmai una “possibilità”. Il rispetto della legalità, le conoscenze dei principi costituzionali, l’osservanza dei diritti e dei doveri, sono i mezzi più adeguati per far divenire voi giovani protagonisti di un progetto comune e solidale, volto allo sviluppo della società. Compito della scuola è quello di favorire il passaggio dall’educazione alla legalità, alla cultura della Legalità, favorendo, quindi, nei ragazzi una presa di coscienza dei valori costituzionali che sono alla base della convivenza civile. Ecco, perché ritengo che la scuola debba essere il “laboratorio dei valori”. Per affrontare la grave crisi culturale che stiamo vivendo abbiamo bisogno di riscoprire il significato autentico dei valori che sono al centro della nostra Costituzione e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Quali sono questi valori: la non violenza, la giustizia, la libertà, la pace, i diritti umani, la responsabilità, la speranza. Qualcuno diceva che il mondo sarà di chi saprà dare non certezze, ma Speranze. “La Speranza ci aiuta a credere nel bene, ad avere fiducia negli altri, ad essere punti di riferimento”. In questo preciso momento credo che gli adulti, la famiglia, la scuola debbano essere dei punti di riferimento, essere sostegno e giuda perché voi giovani possiate affrontare il vostro futuro. Cari ragazzi, l’augurio che vi faccio è questo: “Siate sempre voi stessi”, non pecore, ma aquile e volate sempre più in alto. Nel vostro progetto di vita sicuramente sarete più soli, ma sarete più liberi. Porgo un sentito ringraziamento per l’accoglienza e auguro buon anno scolastico a D.S.G.A, agli assistenti amministrativi, ai collaboratori scolastici, agli assistenti tecnici e di laboratorio, al custode e a tutto il personale docente, invitandoli a lavorare in un clima di dialogo, rispetto reciproco, condivisione, serenità, sincerità ed onestà, facendo leva sul senso di responsabilità, il tutto per garantire il successo formativo dei nostri ragazzi. Q uali sono i primi provvedimenti che prenderà all’interno della scuola? Intanto la scuola allo stato attuale ha un problema di fondo: la mancanza del personale ATA dal momento che il loro lavoro dovrebbe essere retribuito dall’MIUR. Il ministero però non ha ancora stanziato i fondi necessari alla scuola per pagare la cooperativa “Comitini” responsabile del personale. In questo liceo sono sei i collaboratori mancanti rispetto a quanto necessario e ciò comporta problemi sia per quanto riguarda la pulizia dei locali, che la sorveglianza nelle ore curriculari e non [n.d.r. il personale mancante è arrivato a scuola da qualche giorno]. In generale un tema fondamentale per me è la sicurezza dei ragazzi, dei professori e di tutto il personale scolastico. Uno dei primi provvedimenti che ho preso arrivando in questa scuola è stato quello di nominare il Prof. Abbagnato come responsabile RSPP e di fare nuovamente richiesta alla Provincia per il collaudo delle scale antincendio e dell’ascensore. Mi sto attivando per effettuare le prove di evacuazione il prima possibile in modo che tutti siano a conoscenza delle norme di sicurezza dell’istituto. Prima, però, ogni classe sarà convocata per essere istruita a dovere sul nuovo piano di evacuazione. Mi piacerebbe inoltre poter dare la possibilità ai miei studenti di ampliare le proprie conoscenze nel campo della legalità e dell’educazione ambientale, per esempio. Sono già in contatto con diversi enti e professori di altre scuole al fine di organizzare progetti, convegni o gite a tale scopo. Che rapporto vuole instaurare con i suoi alunni? Un ottimo rapporto, basato innanzitutto sull’ascolto, dialogo e reciproco rispetto. Aspetto il momento delle elezioni dei rappresentati per incontrarne almeno una rappresentanza per classe. In ogni caso, io sono sempre disponibile e presente a scuola per chiunque avesse qualcosa da chiedermi o proposta da fare. È disposta a mettere in discussione alcuni suoi provvedimenti nel caso in cui fossero causa del malcontento comune? Certo, sempre che sia un malcontento lecito e venga portata avanti una critica costruttiva. Come ho detto il dialogo e il reciproco rispetto sono fondamentali per me. Quale è la sua posizione su questi argomenti: - Chiusura del traffico nelle ore d’uscita; - Disposizione di un’aula autogestita; - Gestione della raccolta differenziata. Poco prima dell’inizio della scuola mi sono occupata personalmente di scrivere alla Polizia Municipale per chiedere la chiusura al traffico di via Generale Arimondi, in modo che fosse assicurato durante le ore scolastiche il rispetto del divieto già presente. Attendo risposta e se necessario farò nuovamente presente ciò a chi di dovere. In questi giorni, mi è stata chiesta un’aula per la riunione del collettivo studentesco che è attualmente organizzano il sabato dopo le lezioni; per il momento la mancanza di personale non mi permette di soddisfare questa richiesta nel giorno da loro proposto. I locali scolastici sono comunque disponibili nei pomeriggi settimanali dal lunedì al venerdì fino alle ore 18:00. Per quanto riguarda l’effettiva aula autogestita credevo che vi fosse già stata assegnata. Comunque mi occuperò della questione in modo da provvedere all’identificazione dell’aula il prima possibile e poter così procedere con l’assegnazione. Essendo prevista la gestione di questo spazio da parte degli alunni, sarà necessario che venga presentato un regolamento che renda chiare le modalità di utilizzo dell’aula, che vengano tenuti dei registri per le entrate e uscite e che venga scelto uno studente referente. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, in questa scuola sono già presenti gli appositi i cestini dotati di rispettive targhette che spiegano come selezionare i rifiuti. È evidente come ciò venga assolutamente ignorato e noto con sdegno, dopo la ricreazione, lo stato indecente in cui viene lasciato l’atrio e la strada davanti scuola. Provvederò a fornire questi luoghi di ulteriori contenitori per i rifiuti in modo da poter facilitare e invogliare il rispetto dell’ambiente scolastico. Mi appello comunque al senso civico e civile di ogni alunno affinchè la scuola possa di fatto essere un luogo quanto più pulito e accogliente. (L’intervista è stata effettuata giorno 8 ottobre 2013)
  • 3. 5 4 vita scolastica INTERVISTA AD ALESSANDRO MORELLO ALICE CALANDRA IV H Q uali sono i problemi del Cannizzaro, e come risolverli? I problemi del Cannizzaro sono fondamentalmente di due categorie: problemi di tipo strutturale, che riguardano appunto la nostra scuola e affliggono la nostra vita dal punto di vista fisico, e problemi di tipo culturale-sociale che riguardano lo studentato stesso e la nostra vita sotto l’aspetto psicologicoemotivo . Per quanto riguarda i primi, parliamo delle infrastrutture, i calcinacci che cadono, i bagni che sono praticamente fatiscenti, le cose che viviamo ogni giorno e che non sto qui a spiegare. Per quanto riguarda la componente sociale di queste problematiche, c’è una seria deficienza per quanto riguarda l’informazione perché vediamo che molto spesso non si sanno i motivi delle manifestazioni, le motivazioni… ma al di là dei cortei veri e propri, non conosciamo la situazione politica attuale, ne siamo sempre poco informati e poco aggiornati. Per il problema dell’informazione avevamo elaborato il progetto della bacheca informativa, che è per l’appunto una bacheca di sughero che dovrebbe essere affissa in ogni classe e provvederemo ad autofinanziarci: saranno affisse delle informazioni politicamente neutre e chiaramente cristalline riguardo la situazione politica, i cortei e anche eventi di tipo ludico che pubblicizzeranno gli stessi studenti. Per quanto riguarda i problemi strutturali la proposta trasversale è quella del “box proposte”, dove si possono raccogliere tutte le proposte e i problemi degli studenti che così possono farci mantenere l’attenzione in prima persona, in quanto, come lista prima e come rappresentanti ora, noi non possiamo essere consci dei problemi di tutti gli studenti e in generale di tutte le classi. Questo è un breve accenno delle soluzioni che il Movimento Autonomo Cannizzaro propone alla scuola e che si trovano in modo completo nella nostra pagina Facebook. Qual è il vero motivo che ti ha portato a candidarti, e con quale entusiasmo affronterai l’incarico ottenuto? Il vero motivo che mi ha portato a candidarmi è fondamentalmente la necessità di vedere applicati i miei ideali, la necessità di provare a costruire una comunità che sia realmente democratica dove venga applicato il principio del consenso e dell’autodeterminazione che più volte ho citato. Per me è una sperimentazione del mio ideale politico oltre che un modo come un altro per migliorare la nostra scuola sotto qualsiasi aspetto. L’entusiasmo è massimo, l’entusiasmo è di chi può provare qualcosa che non viene concesso di provare a chiunque. Ho una possibilità immensa tra le mani e altri tre, possiamo dire, colleghi sicuramente molto ben disposti, con cui riuscirò a lavorare tranquillamente. Qual è il punto della tua lista che ti sta più a cuore? Il punto della mia lista che mi sta più a cuore, al di là della informazione che è fondamentale e di cui abbiamo già parlato a sufficienza, è l’autofinanziamento, e soprattutto ciò che si evince dal motto: autodeterminazione e consenso. Noi teniamo a creare una comunità dove ognuno possa determinare l’ambiente da vivere, dove ognuno possa fare delle proposte che i rappresentanti verificheranno per controllare se siano attuabili nei confronti degli studenti, che parteciperanno tramite il principio del consenso. Il principio del consenso è una sorta del superamento del principio di maggioranza, dove tutti coloro che votano hanno la possibilità di dire la propria e la soluzione che viene elaborata è il frutto della sinergia tra le varie proposte, un compromesso tra di esse. Si cerca di fare contenti tutti con i modi di cui disponiamo e utilizzando una buona dose di razionalità e coscienza nei riguardi degli studenti, che diventano individui, si può dire cittadini, parlando di polis; si inseriscono in una vera e propria comunità. Se l’unico eletto non appartenente alla lista 1 , cosa pensi a proposito? Sono state delle campagne particolari, io sono da un lato contento di essere salito non senza aver utilizzato carta e volantini ma semplicemente esprimendo le mie idee, dall’altro molto dispiaciuto perché ovviamente mi sarebbe piaciuto avere qualcuno della mia lista al mio fianco come per esempio Gabriele Sortino, vita scolastica che sicuramente è un elemento fondamentale perché è il mio risolutore e che comunque avrà un ruolo importante nella rappresentanza al di là della carica. Sono molto felice, però gli avversari erano ottimi avversari, molto preparati, poi Riccardo Bellavista ,il “frontman” della lista 1, ha portato avanti l’anno scorso un ottimo programma, molti fatti. Sono contento che siamo tutti molto preparati, molto decisi. La mia speranza è quella di trovare sempre collaborazione e comunicazione con gli altri rappresentanti nella finalità di applicare appieno quelli che sono secondo me i principi più condivisibili della democrazia. INTERVISTA A GIORGIO MASI ALICE CALANDRA IV H Q uali sono i problemi del Cannizzaro, e come risolverli? Qual è il punto della tua lista che ti sta più a cuore? Mi sembra superfluo sottolineare ancora come gli ultimi anni di governo abbiano martoriato la pubblica istruzione con tagli,riduzioni e via dicendo...E questo, purtroppo,si evince anche dal nostro liceo che infatti rispecchia in modo perfet- to tutta questa situazione. Pertanto alcuni dei problemi principali della nostra scuola, come ad esempio la riduzione del personale ausiliario o la stessa situazione strutturale, necessitano di ingenti somme di denaro che ,manco a dirlo, non ci sono per niente. I nostri fondi scolastici sono ridotti all’osso e la situazione non accenna comunque a migliorare. Noi comunque possiamo senz’altro contribuire ad un miglioramento del nostro microcosmo scolastico in svariati modi. Principalmente, a mio avviso, va risolta nell’immediato la situazione della sicurezza scolastica, con la messa a norma delle scale antincendio e la prova di evacuazione...Inoltre stiamo già provvedendo ad effettuare una disinfestazione viste le scarse condizioni igienico-sanitarie dell’istituto. Per quanto riguarda l’aula autogestita ormai abbiamo fatto passi da gigante e in pochi giorni ci verrà concessa e finalmente riconosciuta; in questo modo potremo anche migliorare le nostre attività avendo questo spazio adibito solo a noi studenti.. Qual è il motivo che ti ha portato a candidarti, e con quale entusiasmi affronterai l’incarico ottenuto? Ho deciso di candidarmi poichè devo molto alla mia scuola, dopo così tanti anni che mi funge da seconda casa, e pertanto avevo voglia di rendermi il più possibile utile ad essa, rappresentando tutti gli studenti che come me vogliono una scuola sana e ben funzionante... Inoltre gli altri rappresentanti sono dei cari amici e sapevo già per certo che, se fossi salito, sarei senza dubbio andato d’accordo con loro. Ti aspettavi il successo ottenuto? Sono rimasto quasi stupito della grande quantità di ragazzi che hanno scelto me per rivestire questo incarico e questo mi ha dato una grande carica per affrontare questo mio compito. Sono consapevole delle responsabilità che ne derivano ma sono molto sereno e determinato.
  • 4. 7 6 vita scolastica INTERVISTA A LORENZO LA SPINA SILVANA BENANTI V B Q uali sono le motivazione che ti hanno portato e candidarti e con quale entusiasmo intendi affrontare l’incarico? “In primo luogo devo dire che rispetto agli anni passati ho notato un drastico diminuire dell’attenzione di noi ragazzi nei confronti delle problematiche prima della scuola e poi del mondo: si sa, la scuola è palestra di vita, chi si mette in prima fila ora per qualcosa di piccolo, come la scuola, potenzialmente lo farà poi per qualcosa di più grande come lo Stato o l’intera società – afferma il neorappresentate – . Questo fatto nella pratica ha portato in generale a un ridursi degli elementi validi come possibili rappresentanti d’istituto per quest’anno (lo stesso numero di candidature presentate è stato significativamente inferiore rispetto agli anni passati, ricordo che l’anno scorso c’erano addirittura sette liste) ed è stato questo il principale motivo che mi ha portato a candidarmi. Per quando riguarda l’entusiasmo c’è poco da dire, i cannizzarini hanno riposto fiducia in me e non ho di certo intenzione di deluderli”. Quali sono i problemi del Cannizzaro e come intendi risolverli? “Quello che secondo me è il principale problema, che è anche quello di più difficile soluzione, l’ho anticipato nella risposta precedente e riguarda più gli alunni che la scuola. È il sempre crescente disinteresse. Si tocca con mano quando viene convocata l’assemblea di istituto e una consistente maggioranza degli alunni si dirige verso l’uscita senza nemmeno chiedersi di cosa si parli all’assemblea, considerandola nient’altro che un giorno di vacanza. Come ho già detto risolvere un problema di questa portata è dura e l’unica soluzione è l’informazione, motivo per cui ripongo una particolare fiducia nel giornalino (una fortuna che dobbiamo tenerci stretta, di cui possono vantarsi solo pochi istituti). Come ho già detto uno studente informato oggi è un cittadino partecipe domani”. Qual è il punto della tua lista che ti sta più a cuore? “Anche se non è stato incluso nel volantino il punto a cui tengo particolarmente è l’aula autogestita. Già prima delle elezioni insieme a due persone della mia lista (tra cui Riccardo Bellavista, rappresentante uscente e rieletto quest’anno) mi sono recato dalla preside per stipulare un accordo che ci permettesse di avere questo spazio e lei si è mostrata abbastanza favorevole. Oggi stesso, il nostro primo giorno in carica, insieme agli altri rappresentanti neo-eletti abbiamo fatto mettere tra gli ordini del giorno del prossimo consiglio di istituto la discussione, con eventuale approvazione, del regolamento dell’aula autogestita”. vita scolastica INTERVISTA A RICCARDO BELLAVISTA CARLO MODICA V E & GIORGIO ALESSANDRO V A Cosa si prova ad essere stato eletto sia come rappresentante di istituto che di consulta? Quando situazioni simili si sono verificate in passato il rappresentante in questione ha spesso mostrato una tendenza al volersi dimettere da uno dei due ruoli, tu come pensi di muoverti? “La consulta provinciale, anche se all’interno della scuola viene spesso dimenticata, è un organo molto più grande e complesso, che gestisce dei fondi appositi, pertanto il ruolo di rappresentante in consulta non va assolutamente sottovalutato. Mi impegnerò al massimo nel ricoprire anche questo ruolo: insieme ad Alberto Tudisca, ho già avviato una collaborazione con i rappresentanti della consulta del Garibaldi, dell’Umberto e del Catalano e ci sono già ottime proposte da portare avanti”. “Per quanto riguarda le dimissioni – spiega Lorenzo – avevo deciso già prima delle elezioni che se non fosse stato eletto Alberto (tra i soli tre candidati in consulta, l’unico a non essere di quinta) mi sarei dimesso, cedendogli il mio seggio, in quanto carica biennale, affinché il Cannizzaro non si ritrovasse senza rappresentante l’anno prossimo. Dal momento che è salito escluderei questa eventualità”. 31 Ottobre, è il pomeriggio di Halloween. Noi due siamo seduti a un tavolino del “Bar Verde” di via Marchese di Villabianca, davanti a noi c’è Riccardo Bellavista, uno dei 4 neo-rappresentanti del nostro istituto. Ma Riccardo, per i più “Richi” o “ Il Presidente “, è già stato rappresentante l’anno scorso e sembra proprio che i cannizzarini abbiano apprezzato il suo lavoro, il numero dei voti di quest’anno lo conferma. Ordiniamo caffè per tutti e iniziamo la nostra intervista: Quali sono i problemi del cannizzaro e come risolverli? “I punti del nostro volantino spiegano quali sono le maggiori problematiche: Tra le più importanti c’è sicuramente l’informazione, informazione che manca nella nostra scuola. Per risolverla avremmo deciso di organizzare dei seminari e dei convegni, ovviamente informando le persone di quello che accade.” Poi continua : “Un’altro punto che secondo me è fondamentale è quello della sicurezza scolastica. Per questo motivo tenteremo di mettere a norma al più presto la scala anti-incendio e l’ascensore e di organizzare delle prove d’evaquazione.” Il rappresentante ci parla anche della priorità dell’igiene e dice: “ è importante che ci siano sia collaborazione da parte del personale ATA sia responsabilità dagli studenti”. “Soprattutto” sottolinea “è necessario fornire i bagni di sapone e carta igienica.” Infine, conclude: “per migliorare la nostra vita a scuola vorremmo organizzare contest musicali e giornate dello studente. “ Quali sono le motivazioni che ti hanno portato a candidarti e con quale entusiasmo intendi affrontare l’incarico? Il nostro interlocutore risponde a bruciapelo. “Il potere”, ci dice sarcasticamente. Noi ci fermiamo, lo guardiamo di traverso, stupiti da questa risposta che non ci aspettavamo. Lui, volutamente ironico, ci ricambia l’occhiata, ci sorride e poi riprende con fare più serio. “ Io voglio cercare di creare delle coscienze all’interno della scuola. Questi sono cinque anni in cui si deve crescere e per farlo si devono formare delle coscienze attraverso l’informazione. L’entusiasmo è quello dell’anno scorso, penso che il lavoro che ho fatto abbia fruttato e quest’anno abbiamo visto i risultati. Credo in quello che sto facendo altrimenti non l’avrei fatto.” Qual è il punto della lista che ti sta più a cuore? “La sicurezza. Due anni fa c’è stato il terremoto ma prima non era mai stata fatta nessuna prova di evacuazione e questo ha comportato molta confusione. È importante non farsi trovare impreparati. Inoltre sono stati fatti dei lavori di ristrutturazione che hanno portato alla costruzione della scala anti-incendio e dell’ascensore che però non sono ancora stati omologati, quindi noi cercheremo di farli mettere a norma, speriamo entro gennaio. In ogni caso, penso che tutti i punti siano molto importanti e punteremo a ottenerli tutti.” Ti aspettavi il successo della tua lista? “Sì, me lo aspettavo. Sapevo che il lavoro dell’anno scorso era stato fatto bene e speravo che gli elettori cannizzarini mi avrebbero ridato la loro fiducia. Comunque sono contento che sia salito Morello della lista 4 che è una bravissima persona. Il rappresentante per finire: “Mi sono impegnato tanto, anche se sono consapevole che cambiare la scuola non sia una cosa facile. Ma ci si prova.”
  • 5. 8 9 vita scolastica ATTUALITÀ E CULTURA LA RIVOLUZIONE INFORMATICA DELLA SCUOLA CRISTINA AIOSA III B D opo la recente introduzione dei tablet a scuola, in sostituzione dei vecchi registri cartacei, ho deciso di intervistare alcuni professori per scoprire quale fosse la loro opinione sulla più generale rivoluzione informatica che sta coinvolgendo un po’ tutte le scuole italiane. Cosa ne pensate della rivoluzione informatica della scuola? Prof.1: È una cosa molto utile, comoda, i genitori possono controllare tutto e avere notizie in tempo reale. Si potrebbero migliorare alcune cose come la connessione perchè manca alcune volte. Nonostante tutto, però, sono d’accordo con la rivoluzione informatica perchè si è rivelata molto utile. Prof.2: non sono d’accordo con la rivoluzione perchè ci sono sempre problemi ogni volta. Prima, secondo me, si devono migliorare parecchie cose ancora. Forse quan- do tutti i problemi si risolveranno potrei essere d’accordo. Ma adesso dico no. Prof.3: la rivoluzione informatica è stata una novità dentro la scuola. È molto utile perchè, fra l’altro, ognuno di noi può sapere tutto in ogni momento con un clic. È vero che alcune volte ci sono dei problemi di connessione, ma sono sicura che sia un problema passeggero che si risolverà al più presto. Prof.4: la rivoluzione è una cosa bella, nuova. I tablet sono un passo avanti per la scuola ma a me non piace molto anche perché ci sono sempre dei problemi. Fra l’altro perdiamo almeno mezz’ora del tempo che abbiamo a disposizione per espletare tutti i doveri istituzionali. Tutto sommato io non sono d’accordo con la rivoluzione. Ancora non siamo pronti alla rivoluzione almeno secondo me perchè prima si devono risolvere un sacco di problemi. Forse un giorno saremo pronti e allora si potrà definire una cosa utilissima. Anche perché adesso, pur essendo sempre a portata di mano, è sempre comunque poco obbiettivo e non si può fare qualcosa che sia oltre allo schema del registro. Prof.5: sono favorevole con la rivoluzione informatica. Il pc è molto utile, comodo, lo uso sempre. Certo, alcune volte ci sono vari problemi ma si possono risolvere. Sono molto favorevole ai computer. Secondo me serve anche a stimolare di più gli alunni, a creare un rapporto tra alunni e professori; ma alcune volte non va bene perché ci sono delle distrazioni virtuali. Un domani forse sarà meglio di oggi. Almeno cosi spero. Prof.6: è una cosa buona, positiva, veloce e ci alleggerisce da un sacco di lavoro a condizione, però, che venga potenziata la rete e vi sia la possibilità di avere un pc in ogni classe. Il tablet a me non piace perchè è scomodo e ci si litiga per ogni motivo. FINO ALLA VITTORIA! MICHELE MINARDI III B S appiamo tutti cos’è il muos, il mobile user objective system,un sistema di comunicazioni satellitari ad alta frequenza della marina militare statunitense per il controllo dei droni(aerei senza pilota, utilizzati per scopi militari) e la comunicazione tra soldati di terra, tra portaerei e aerei stessi. Le basi terrestri sono costruite in zone desertiche non abitate, distanti svariati kilometri dai centri abitati per i danni (leucemie, tumori, malformazioni nei bambini) che questo muos(tro) crea, tant’è che i militari statunitensi vivono in bunker sotto terra, a diversi metri proprio per queste radiazioni. Diversi sono i militari italiani che, avendo lavorato per un mese nelle vicinanze della base hanno avuto leucemie e tumori. Tutto questo avviene nell’ Australia dell’ovest, nel Sud-Est della Virginia, nelle isole Hawaii e in Sicil.. NO! La base che verrà costruita in Sicilia, precisamente a Niscemi, non è lontana dai centri abitati e non si trova in zone desertiche, anzi! La base è stata costruita sulla sughereta di Niscemi, un’area naturale protetta. Il muos sta modificando i fievoli rapporti dell’habitat, distruggendolo! La regione Sicilia, il nostro caro Crocetta dunque, il 29 marzo 2013 revoca in via definitiva l’autorizzazione alla costruzione della stazione muos. Una vittoria direte voi, e invece.. Il 25 luglio 2013, la Regione Siciliana revoca lo stop autorizzativo al muos, permettendo il riavvio alla costruzione, azione imposta dal partito, dallo stato Italiano e dagli USA. Non essendo ascoltati, non essendo rappresentati, i Siciliani per fronteggiare l’assenza del- le istituzioni danno vita ad un movimento popolare, il movimento NoMuos.Il 9 Agosto, dopo un corteo partecipatissimo (oltre 30000 persone) la base viene occupata, mai accaduto prima in tutto l’occidente, dimostrando la forza e la tenacia dei NoMuos. Il Movimento, che al suo interno raccoglie diverse realtà già presenti sul territorio, accomunate dalla totale sfiducia alle istituzioni, libero da ogni partito, si pone non solo un’obiettivo, che è la revoca delle autorizzazioni all’installazione e alla messa in fun- zione del muos, ma anche, proprio come il Movimento NoTav(altro esempio di lotta territoriale), il cambiamento radicale dello stato, assieme ai movimenti della lotta per la casa, per il lavoro, per l’acqua, e tutti gli altri. Il 19 Ottobre, a Roma, i NoMuos sono stati, anzi, siamo stati presenti, rivendicando il nostro diritto al vivere sani, il nostro diritto e dovere di dire no alla militarizzazione della NOSTRA terra!
  • 6. 10 11 ATTUALITÀ E CULTURA ATTUALITÀ E CULTURA LA GUERRA NON CAMBIA MAI, NEANCHE IN SIRIA! ASKAMI & OFFENDIMI GASPARE IPPOLITO IV B MANFREDI LAGUARDIA IV P 4) sei bruttissimo!( ma non è una domanda?!) 5)sei proprio stupido! 6) ti ho sempre visto a scuola e mi stai proprio lì!(ancora non una domanda) V isto che ormai il mondo virtuale e i social network si impegnano nella distruzione degli adolescenti , guarda guarda cosa si sono inventati: “Ask”, che da quasi un anno spopola nelle pagine di Facebook. Nasce nel Giugno del 2010, ma qui in Sicilia la vera diffusione è successiva. Questo social network è di tipo “Q&A” o, letteralmente in inglese, “Question& Answer “, una successione di domande e risposte alle quali la persona iscritta deve o dovrebbe rispondere. Il particolare più importante e dal quale si puó comprendere perchè questo social network sia diventato così cliccato ( basti pensare che è tra i 100 siti più popolari in Italia) è proprio la possibilità di fare qualunque domanda ad un account di ask con o senza l’anonimo, a discrezione proprio di colui che vuole fare la domanda. Perciò potete ben immaginare che da semplici domande come “ le 5 persone più importanti della tua vita?” oppure “ che ne pensi di pinco pallino jo?”, i ragazzi si possono SBIZZARRIRE con domande imbarazzanti, rivelazioni clamorose, insinuazioni fastidiose,”curtigghi” e soprattutto offese. Offese di quelle grosse! All’inizio ero un po’ scettico all’idea di creare il mio account personale su ask, ma a causa della curiosità e dei suggerimenti degli amici mi sono ritrovato davanti al computer per accedervi. Per farti domandare qualcosa, basta condividere il profilo di Ask su Facebook e, con la naturale velocità di qualunque social network, iniziano le domande, tutte anonime. 1) C’è qualcosa che mangi ogni giorno?(Ma cosa importerà alla gente di cosa mangio?!) 1) Pasta! 2) Qual è il piatto migliore che cucini? 2) Caffé! È un piatto? 3) qual è il tuo posto preferito per mangiare?( che problemi hanno con il mio cibo? Ma comunque..) 3) In pizzeria. Fin qui nulla di strano. O forse si, visto le assurde domande che mi inviavano. Ma poi… 7)sei bellissimo Come vedete le domande o cercavano di scoprire cose imbarazzanti, oppure erano stupide o addirittura non erano domande, solo offese e complimenti. Al che mi sono chiesto: “sarò l’unico dei miei amici ad avere ricevuto delle offese?”. Direi proprio di no, anzi mi sento fortunato! Non riuscirete mai ad immaginare quanto la (piccola) società di oggi possa distruggere e sgretolare l’autostima e la sicurezza di molti adolescenti. Premetto che tradurrò tutto per rendere l’articolo più, come dire, fine. Le più frequenti incitavano al suicidio; altre erano offese che riguardavano l’aspetto fisico, il comportamento ritenuto troppo “easy” per molte ragazze, l’orientamento sessuale, e altre ancora che se cominciassi a elencare non riuscirei a concludere. Un vero e proprio bullismo virtuale senza faccia. Come se un onda enorme formata da tante piccole gocce ti travolgesse, senza nemmeno capire chi è che la forma. Queste sono le linee generali di ask: un social network che partendo dai complimenti può anche anche arrivare a schiaffeggiarti, uno schiaffo virtuale che fa male, che ti ferisce. È risaputo che la discriminazione riesce ad atterrire gli altri. Per puro divertimento, per rallegrarti la giornata, prendere in giro è considerata la soluzione migliore. Quando sei un adolescente pensi solo a te stesso, al tuo microcosmo che rappresenta la tua vita, con un padre, una madre, un fratello, un professore, i tuoi compagni. Non pensi alle ferite che puoi provocare agli altri, non lo sai. Un adolescente non sa cosa sono le conseguenze di un azione. Non c’è più quella lealtà nei rapporti , quel coraggio di dire le cose in faccia , di sapere non grazie all’anonimato bensì grazie all’onestà, che è alla base di qualsiasi rapporto. Purtroppo tutto questo è un grosso fardello che dobbiamo sostenere sempre, in quanto accompagna l’utilizzo dei social network. Perché so che non è con un articolo, uno schiocco di dita, che si può risolvere la fame nel mondo, la deforestazione, la discriminazione. Ma almeno è già qualcosa, è informazione. È capire il peso delle proprie azioni. Ma anche senza l’anonimato, ragazzi miei, cosa concludereste? Dopo che vi siete “presi a parole” , dopo che vi siete offesi, qual è il risultato? Soltanto una bacheca piena di inutili insulti. È presto per attribuire un colpevole all’attacco chimico avvenuto il 21 agosto a Damasco, in Siria, poiché i complottisti da tastiera, bombardano il web con le loro teorie e le loro ipotesi, dando la colpa agli USA, paesi occidentali o pro-occidentali oppure ribelli siriani scontenti del governo di Assad, seguendo un copione già visto innumerevoli volte. Il rapporto dell’Onu afferma che lo stesso giorno è avvenuto un altro attacco chimico a Ghouta, a pochi chilometri da Damasco, adoperando 350 litri di gas Sarin (gas nervino). Ma la faccenda è molto più complicata di quanto sembri, poiché, in primis, i video degli USA che circolano in rete, al fine di mostrare le atrocità dell’attacco, sono «costruiti in modo artificiale e manipolati». Molte famiglie siriane di Lattakiah hanno affermato che alcuni dei bambini mostrati nei video erano i loro figli rapiti dai ribelli. Queste famiglie sono quelle sopravvissute a un attacco dei qaedisti di al-Nusra il 4 agosto 2013, che dopo aver attaccato undici villaggi a Lattakiah, hanno preso in ostaggio più di 150 persone tra donne e bambini. Alcuni di quegli ostaggi, secondo queste famiglie, sono appunto stati visti tra le vittime dei video dell’attacco a Ghouta. Inoltre secondo le testimonianze locali, l’attacco chimico è stato effettuato alle 2.30 del mattino nell’est di Ghouta, tra Zaynia e Ein Tarma, una zona dove secondo testimoni non viveva quasi più nessuno a causa della guerra civile in corso. «La prima cosa che colpisce dei filmati – si legge nel rapporto – è il gran numero di bambini che sembrano dormire, che vengono da nessun luogo, senza famiglie o persi dai genitori e che non sono mai stati identificati». Nei video, inoltre, ci sono molti bambini abbracciati dal padre che piange la loro morte. «Ma dov’era lui?», si domanda l’Isteam nel rapporto. «Dov’è la loro madre? Perché sono morti solo loro e non i loro genitori? Il gas può distinguere bambini e genitori?». Per ora è certo che l’85% dei campioni di sangue prelevati fra le vittime (diverse migliaia) sono risultati positivi al sarin. Prelievi di tessuti da 34 dei 36 persone ricoverate hanno mostrato tracce di veleno. Quasi tutti sono risultati positivi al sarin. Gli ispettori hanno anche esaminato i resti dei missili superficie-superficie, che hanno colpito l’area, e nella maggior parte dei frammenti è stata trovata traccia di sarin. Per questo, concludono che sono state raccolte prove convincenti che questi razzi superficie-superficie contenenti gas nervino sono stati usate nelle aree di Ein Tarma, Moadamyah e Zalmaika a Ghouta». Ma passando ad un altro fronte: Obama chiede al mondo di non restare in silenzio davanti all’uso dei gas tossici in Siria; in una conferenza stampa tenutasi a Stoccolma con il premier svedese Fredrik Reinfeld, affermando: “Noi siamo per la difesa dei diritti umani fondamentali. Abbiamo un’elevata certezza che il regime siriano abbia fatto ricorso alle armi chimiche”. L’ONU si trova spaccato: da una parte c’è chi vuole intervenire militarmente in Siria, punendo il presunto colpevole Assad, ‘capeggiato’ dagli USA, e dal lato opposto chi non vuole intervenire, come la Russia che accusa i politici americani di mentire nel dibattito sulla Siria, ma non si limita a dissentire, bensì è pronto a schierare le proprie navi per essa. Fortunatamente entrambi gli schieramenti hanno concordato un trattato di fissare una conferenza sulla pace (metà novembre) che vede come primo oggetto lo smantellamento di armi, testate missilistiche e bombe chimiche in Siria.
  • 7. 12 13 CARLO MODICA V E & GIORGIO ALESSANDRO IV A CARLO MODICA V E & GIORGIO ALESSANDRO IV A ALT-J LEON AN AWESOME WAVE “A n Awesome Wave” è l’unico album pubblicato dagli Alt-j fin ora, ma, in barba all’essere un gruppo emergente, il quartetto di Leeds ha già suonato in palchi come quello del Glastonbury Festival, del T in the park, del Reading & Leeds festival in inghilterra; del Lolapalooza e del Coachella negli Stati Uniti. Ma a che genere appartiene ”An Awesome Wave”? Se si cerca su Wikipedia, vengono definiti come “indie rock, alternative rock, art rock, folk rock, musica sperimentale”, ma ci sembra che tra questi aggettivi, solo “sperimentale” si possa ritenere adatto. Poi c’è chi li descrive con il termine ““geek rock”,” ma più che alla loro musica sembra un termine riferito al loro look. Ma lasciateci presentare questi magnifici quattro: Gwil Sainsbury (chitarra/basso), Joe Newman (chitarra/voce), Gus Unger-Hamilton (tastiere/sintetizzatore) e Thom Green (batteria), si incontrano a Leeds nel 2007, mentre studiano all’università. Nei dormitori si sviluppa il gruppo, che ne 2011 firmerà un contratto con la Infectious Records. L’anno dopo sono già vincitori del British Mercury Prize, e la BBC elegge An Awesome Wave album dell’anno. Un album finemente architettato, con tanto di traccia intro e vari interludi, i cui collegamenti tra una canzone e l’altra sono talmente smussati che fanno di An Awesome Wave uno di quei album che si ascoltano dal primo all’ultimo pezzo, come se fosse tutto un unica traccia; allo stesso tempo ogni canzone è una storia diversa, un piccolo micro-universo in cui nasce, cresce e muore una vicenda indipendente, che sfuma poi nella canzone successiva. Le soluzioni musicali vanno da cori a cappella, ai bassi di un sintetizzatore usato a regola d’arte, ad un batteria priva di piatti ma con bonghi e campanacci, a vibranti arpeggi di chitarra, alla pianola elettrica, per poi ritornare dal synth alla batteria. Ogni brano è un alternarsi di pause e riprese, di momenti di calma che poi esplodono in enormi fuochi d’artificio musicali , di atmosfere sognanti ed eteree, come sospese nel tempo, e di sonorità elettroniche potentissime, quasi Dubstep. Perdonateci l’esagerazione poetica e lasciatecelo dire: An Awesome Wave è esattamente quel tipo di album che ascolteresti davanti al mare in tempesta, quel tipo d’album che ti porta lì anche se sei chiuso in una stanza. Particolarissimi anche i testi, al limite tra il non-sense e il misterioso, difficili dunque da “decifrare” anche se è sicuro che il tema principale sia sempre quello, l’amore. Amore che non è mai trattato con banalità ma evocato con immagini insolite ma straordinariamente suggestive: insomma non stiamo parlando delle solite canzoni dove “amore” fa rima con “fiore” e con “cuore”. Inoltre i quattro di Leeds inseriscono nel loro piccolo capolavoro anche citazioni cinematografiche come “Matilda”, la canzone ispirata all’ eccentrica ragazzina del film di Luc Besson di cui vi abbiamo parlato, e compongono il brano (questo però non inserito nell’album) “ Leon “ chiaramente riferito al protagonista. Insomma un esordio d’oro, possiamo dire impeccabile. Adesso ci resta solamente da sperare che esca un altro album, e che sia all’altezza del primo. S e siete degli appassionati del puro film d’azione in stile americano questo film non fa per voi. Nella Little Italy newyorkese degli anni ‘90 , tra affari di droga e sparatorie , si incrociano le strade di due personaggi atipici, profondamente simili, ma allo stesso tempo diametralmente opposti: Leon e Matilda. Leon è un immigrato italo-americano dal passato burrascoso che conduce un’esistenza estremamente solitaria senza mai legarsi a niente e a nessuno, non soltanto perchè non vuole ma soprattutto perchè non può. È un sicario di Tony, il principale boss del quartiere italiano , uno scorcio di città denso di misteri, accordi segreti e vecchi rancori. Mentre la sua vita scorre lenta, portando fedelmente a termine le missioni affidategli dal capo e compensando la mancanza di affetti prendendosi cura della sua amata pianta, incontra Mathilda, la ragazzina della porta accanto dall’animo ribelle, repressa dal padre troppo violento, ignorata dalla matrigna e dalla sorellastra ma molto legata al piccolo fratello. Mathilda è una piccola donna alla ricerca di affetto e sicurezza, di una persona su cui poter contare che la faccia sentire protetta e a casa; ma come trovare una figura del genere in quella famiglia così tanto ostile e a lei quasi estranea? Ecco, sarà proprio a questo punto che la nostra protagonista si imbatterà nel suo vicino dal cuore apparentemente di pietra, il sicario Leon. Da questo momento la vita dei due non sarà più la stessa, si renderanno conto di essere indispensabili l’uno per l’altra, complementari; ognuno darà all’altro quello che questo non aveva mai avuto. Un film che fa tenere gli occhi incollati allo schermo, che fa comprendere quanto siano realmente importanti i legami nella vita di qualsiasi essere umano. Una storia toccante, originale, affascinante, un continuo susseguirsi di situazioni, forse a volte un po’ surreali, ma che mettono a nudo i meccanismi interni di due menti estremamente complesse. Sfidiamo chiunque a non immedesimarsi un po’ in Leon e Mathilda (come farà Jon Newman, frontman degli Alt-j), descritti attraverso inquadrature intelligenti, dialoghi sull’orlo del provocatorio e enfatizzati da una colonna musicale perfettamente assonante alle riprese. Se volete quindi realmente scoprire come si sono incontrati i due personaggi e come finisce questa storia, vi consigliamo vivamente di vedere Leòn, perchè chissà, potreste imparare qualcosa anche voi.
  • 8. 15 14 SCIENZA E TECNOLOGIA SCIENZA E TECNOLOGIA WI-FI NELLE SCUOLE cOLONIZZARE MARTE MANFREDI ALBERTO MONTI III C C olonizzare Marte … potrebbe sembrare un film di fantascienza: ebbene, potrebbe essere il nostro prossimo futuro. Inviare degli esseri umani per colonizzare il Pianeta Rosso: si tratta di “Mars One’’. Il progetto, proposto e guidato da due ricercatori olandesi, Bas Lansdorp e Arno Wielders, consiste nell’ inviare, dopo alcuni passaggi intermedi, esseri umani sul pianeta per avviare una colonia permanente nel 2023. Prima di inviare i coloni bisognerà riprodurre su Marte le condizioni necessarie alla vita dell’uomo. Gli scienziati hanno studiato diverse tecniche per la ‘’terraformazione’’ di Marte, a seguito del quale il pianeta rosso potrebbe essere reso abitabile e sostenere la vita umana senza la necessità di tute protettive. Forse il metodo più semplice sarebbe iniettare del gas metano (o un altro gas serra) nella sua atmosfera, che di conseguenza potrebbe essere in grado di intrappolare la luce del Sole, e innalzare la temperatura sopra il punto di fusione del ghiaccio in modo da formare nuovamente oceani e laghi. Però ‘’terraformare’’ completamente Marte è un lunghissimo processo che raggiungerà la sua completezza soltanto tra la fine di questo secolo e l’inizio del prossimo. Mars One quindi prevede di mandare in avanscoperta una serie di moduli, con automi che cominceranno a filtrare l’acqua di Marte per produrre ossigeno, e con rifornimenti di ogni genere, inclusi i pannelli solari per l’energia necessaria per l’insediamento. A loro volta, essi serviranno da “campo base” e faranno da casa e laboratorio per i pionieri, che prima di partire saranno sottoposti a lungi e rigidi allenamenti fisici e psicologici. Nel settembre del 2022 partiranno i primi quattro, che impiegheranno circa sette mesi per raggiun- gere Marte. Saranno seguiti da altre squadre di quattro a intervalli di due anni, con l’aggiunta di altre spedizioni dei moduli con il materiale necessario, supponendo dunque, entro il 2033, di avere venti persone che vivono e lavorano su Marte. Alla fine ognuno dei ‘’colonizzatori’’ sarà di fatto ingegnere, meccanico, agricoltore, medico... sarà in grado di riparare un guasto ai moduli o agli impianti di produzione di acqua e ossigeno, saprà coltivare alimenti, potrà curare gli altri ed effettuare operazioni chirurgiche. Ci saranno dei rischi? E’ ovvio: potrebbero esserci ritardi e guasti nella preparazione sia delle navette spaziali che degli astronauti, i quali una volta fuori l’atmosfera terrestre saranno esposti al rischio di essere contaminati da forti radiazioni. Ma Lansdorp e Wielders non hanno dubbi: «Andremo su Marte e costruiremo una nuova Terra». Ora sorge spontanea la domanda: chi accetterà mai di partire per un viaggio di sola andata, pieno di rischi, verso il Pianeta Rosso? Ebbene, sono già 200 mila i volontari pronti a partire per Marte e non fare mai ritorno sulla Terra, e tra questi ci sono anche diversi italiani. Per far fronte agli stratosferici costi, è stato proposto un sistema di finanziamento apparentemente assurdo ma che potrebbe funzionare. I miliardi di dollari necessari (ne servono 6 solo per la prima missione) verranno sia dagli sponsor, ansiosi di essere parte del più grande progetto esplorativo della storia umana, ma anche dai media dei vari Paesi, desiderosi di avere l’esclusiva di ogni avvenimento e dare così vita a una specie di eccezionale reality show. Sembra proprio che l’intera umanità sia destinata ad oltrepassare le frontiere della Terra e a colonizzare gli altri pianeti, e in un futuro remoto magari l’intero universo. PROGRESSO O PERICOLO? DAVIDE ANGELINI III C U na delle novità introdotte quest’anno nelle scuole italiane è l’utilizzo dei registri elettronici e l’abbandono (parziale) del cartaceo. Quasi due anni fa, infatti, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha promulgato delle normative al fine di informatizzare l’intero sistema scolastico. La prima, emanata il 3 ottobre 2012, prevede la dematerializzazione delle attività delle segreterie scolastiche con l’introduzione di iscrizioni on-line, pagelle e invio delle comunicazioni ad alunni e genitori in formato elettronico. Lo scorso anno scolastico ha rappresentato un periodo di transizione durante il quale abbiamo visto sia i tradizionali registri di carta, sia i bidelli che passavano e segnavano assenze ed entrate a seconda ora nel computer. Da quest’anno i registri di classe hanno meno pagine e quelli personali dei docenti sono sostituiti dai tablet. Dal punto di vista ecologico il risparmio è evidente, ma il loro acquisto comporta chiaramente una spesa maggiore rispetto a quella dei tradizionali registri. Il collegamento ad internet, però, attualmente funziona in determinate aule e non copre tutta la scuola. Non si sa quando il problema sarà risolto, probabilmente il segnale wi-fi verrà potenziato. Il decreto sulla digitalizzazione, dunque, permette alla scuola italiana di modificare se stessa a favore delle nuove tecnologie, ma tutto ciò ha dei lati negativi? La risposta, purtroppo, è affermativa: ciò che il MIUR non ha considerato sono le direttive delle istituzioni internazionali. Il 23 maggio 2011 l’Unione Europea invita i paesi aderenti a limitare il più possibile l’utilizzo del wi-fi e dei telefonini nelle scuole. Questa scelta è di tipo precauzionale: dal momento che dei test in laboratorio dimostrano che le loro radiazioni provocano gravi complicazioni cerebrali sulle cavie animali, non sapendo se ciò possa valere anche sull’uomo, è preferibile evitare o quantomeno limitarne l’uso. Soltanto otto giorni dopo questa proposta l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara che telefonini e wi-fi potrebbero provocare tumori al sistema nervoso. Nonostante questi alarmi, il governo italiano ha pensato bene di ignorarli del tutto e procedere in nome della tecnologia e del progresso. L’insieme delle onde elettromagnetiche prende il nome di elettrosmog: si tratta di una vera forma di inquinamento della quale non si conoscono a fondo i pericoli. E’ noto che le radiazioni di apparecchi mobili vengono assorbite a sufficienza dalla corteccia cerebrale solo quando si raggiunge la maggiore età. Il problema sta nel fatto che mentre in una telefonata le radiazioni giungono solo dalla parte dell’orecchio con cui ascoltiamo, con l’elettrosmog siamo continuamente bombardati da qualsiasi parte poiché i semplici muri non costituiscono degli isolanti. E’ chiaro che una classe dove sono presenti sia le radiazioni dei numerosi telefonini (che dovrebbero essere tenuti spenti), sia il potente segnale wi-fi, diventa un forno a microonde. In questo quadro bisogna essere rigorosamente cauti poiché sono sconosciuti i rischi derivanti da un’esposizione a lungo termine alle onde elettromagnetiche. La presenza del wi-fi a scuola, dunque, rappresenta una possibile minaccia alla nostra salute. Come agire per evitare ciò? Purtroppo non si può fare qualcosa di concreto per questo specifico problema in mancanza di rischi. L’unica cosa che possiamo (e che dobbiamo) fare noi studenti è spegnere i telefonini durante le lezioni, sia per il divieto categorico vigente di tenerli accesi, sia per la nostra salute.
  • 9. 16 RECENSIONI RECENSIONI 17 RUSH FEDERICA RESTIVO V R P rofumo d’oriente e lacrime di solitudine... le emozioni si susseguono tra le parole, si perdono fra le pagine. È la guerra afghana, nel secolo delle bombe e delle finestre chiuse, dove nascere bambina può diventare una colpa. È la storia di due donne, decise ad andare oltre la loro esistenza. Miriam, piccola figlia illegittima tradita nell’affetto dal padre e costretta ad una vita sgradevole ed umiliante; Laila, studentessa modello, figlia di insegnanti, dalla cultura europea e i vestiti alla moda. Due ragazze, giovani e belle, costrette a pagare la colpa di essere cresciute nel momento sbagliato. E tra i baci di un tenero amore e la speranza del figlio desiderato, il dolore della guerra non risparmia nessuno. La vita sfugge e la felicità svanisce. Desiderose di riscattare la propria dignità, convivono la stessa casa e lo stesso ruolo invidiose delle attenzioni dell’uomo che le possiede. E tra i dispetti e le gelosie reciproche, nasce un amore sincero e incondizionato. Quando la sorte vince le origini, quando il proprio destino si intreccia indissolubilmente a quello degli altri, non c’è modo di resistergli. Ed è così che da rivali e contendenti di un affetto meschino, Miriam e Laila si ritrovano sorelle di vita e di morte. « Non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti, né i mille splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri. » ALICE CALANDRA IV H P robabilmente la maggior parte dell’amore che ci circonda è invisibile: è questo che ci spiega, o di cui ci rassicura, Eric-Emmanuel Schmitt nel suo nuovo libro di racconti, pubblicato per la prima volta in Italia qualche mese fa. Il titolo originale è “Le deux messieurs de Bruxelles”, e si compone di cinque piacevolissimi racconti: due omosessuali che giocano a vivere la vita di altri; un uomo con un rapporto misterioso e ossessivo con il proprio cane; un musicista che sembra innamorato, più che di sua moglie, dell’ex marito di questa; una mamma che comprende, solo alla fine, l’affetto che prova per il figlio; una coppia di anziani che trova qualcosa nello sguardo di una ragazza. Il protagonista ovviamente è l’amore: però quello “strano”, di cui non si parla, che è dietro di noi ma non si mostra. Insomma, quello che ci sorregge in silenzio: <<L’architettura segreta che sottintende all’architettura palese delle nostre vite, la pietra strategica e nascosta che tiene in piedi l’arco, la trave invisibile che sostiene il tetto>>. In questo libro il sentimento, che ci viene presentato e ripresentato ogni giorno nelle sue mille facce (spesso quelle più scontate), assume un nuovo significato, un nuovo carattere; sembra ovattato e coperto da un velo, e la sua forza consiste nel sapere trovare una “seconda strada”, una scorciatoia per arrivare al momento e nel luogo in cui rifiutiamo la sua esistenza…e sorprenderci. I personaggi ci avvolgono con la loro romantica ingenuità e con la loro capacità di costruirsi vite e storie surreali e intense. La scrittura è elegantemente accessibile e soprattutto scorrevole. Non è il miglior libro di questo particolarissimo autore francese, ma riesce a non deludere grazie al fascino che sembra intrinsecamente impresso in ogni frase di Schmitt. ADRENALINA SU QUATTRO RUOTE EMANUELE CALY II G I l nuovo film di Ron Howard, regista già famoso per diverse pellicole tra cui emerge “A Beautiful Mind”(per il quale ha anche vinto il premio oscar come miglior regista), è “Rush”, che racconta la vera storia dei piloti Niki Lauda e James Hunt, interpretati rispettivamente da Daniel Bruhl e Chris Hemsworth (attore già conosciuto per aver interpretato Thor nel fortunato film “The Avengers”). Sin dal primo istante questo film ti cattura come un ragno cattura una mosca. La storia, attraverso l’uso di voci fuori campo o voci pensiero, ci viene narrata a turno dai due piloti che ci fanno vedere il mondo attraverso i loro diversi punti di vista: pratico e piatto per Lauda e, invece, selvaggio e pieno di sfide per Hunt. Questo capolavoro cinematografico attraverso originali riprese in movimento e ottimi effetti sonori ci riempie di adrenalina sin dalla prima corsa , senza mai però farla prevalere, in modo che si possa comprendere ogni sfumatura di significato espresso sia dalle azioni e dalle parole dei protagonisti sia, soprattutto, dal regista, che con un minimo spostamento della cinepresa ci mostra un nuovo mondo. La drammaticità della vicenda trapela durante il film e rimane come a fior di pelle anche nelle scene più calme. Chris Hemsworth, che finora, nei suoi precedenti ruoli, aveva molto deluso ed era sembrato essere un attore piuttosto mediocre, in questo film si riscatta regalando agli spettatori una prestazione monumentale; lo stesso si può dire dell’attore tedesco Daniel Bruhl che ritorna alla ribalta in questo film mostrando una bravura eccezionale, come aveva già mostrato nel film “Good Bye Lenin”. Nessuno potrebbe vedere questo film senza rimanerne estasiato o, quanto meno, scosso; ogni scena riempie, infatti, gli spettatori di energia e tensione, rendendo incapaci di pensare, dire o anche fare qualsiasi cosa diversa da un elogio al film e un inchino ammirato alla storia su cui si basa, che forse in certi momenti è triste, ma che è capace di far sognare anche la parte più cinica del nostro essere. Da sottolineare anche l’interpretazione dell’attore italiano Pierfrancesco Favino, come sempre all’altezza delle aspettative.
  • 10. 19 18 pensieri e parole 02-13-1776 Valley Forge Dear Susanne, I am happy to finally say my term is almost over. They have been 34 weeks here in Valley Forge, but I never stopped thinking about you. Every day spent here is a pain: sickness all over around me, day after day I stood by several men dying. I am not really sure what exactly was wrong with them, but last week I must have eaten something gone bad, because I can not stop vomiting since then. I never got the chance to tell you how good of a cook you are but, dear, I would do anything for your special made pudding right now. My eyes are almost spoiled with continual smoke, but do not worry, the most precious images of you and our son William are already permanently stuck in my mind. I wish my new, young friend Simon could have amazing memories like I do, to cheer him up and remind him what we all are here for. But how could he at such a young age? You know, darling, I got close to him and now I am really worry he will not make it to tomorrow. Thousands of Americans are dying, and others are coming to face the same faith. Only a few survive reaching the end of the term or, more often, running away from the camp. The war against the British is hard, but even harder is the one against hunger and cold. Here, in this wet, cold, dark camp, I feel abandoned and the more time I spend here, the clearer is that the Congress gave up on us. They do not realize the life we are forced to in here, and they do not even seem to care, but I still have hope in our loved President and, even if I know you never really liked him, you should believe in him too. A couple times I actually faced death on that evil battle field, and every time I heard some of the words my grandfather used to tell me “in the darkest period, of each era the humanity faces, a revolution is needed, to let the sun shines again – then something used to change in him, making him look like he was able to fly, and he always continued – it does not matter how hard it is to realize, because life is not worth to be lived without freedom”. Those words always give me the straight I need and make me desire freedom even harder, even if being free means dying free. Freedom is what our country deserves and I am proud I am having the honor to fight for it, and getting the chance to be the one who participated in guaranteeing it to both our children. As already said, my term is going to be over in two weeks and, if I will make it to that day, helped by the love I have for you, I need you to understand that every single one of us could make the difference. And, since my family is the thing I love the most, I decided to stay. I am doing it for you, for our big boy, William, and for Elisabeth, our baby, whose eyes I never got to see, but I still dream of every night. I promise everything is going to be alright: I will win our freedom. I love you. See you in Heaven, my angel. Sincerely yours, John. Caro Susanne , Sono felice di dire finalmente che il mio termine è quasi finito . Sono passate 34 settimane qua a Valley Forge , ma non ho mai smesso di pensarti. Ogni giorno passato qui è doloroso: malattia ovunque intorno a me , giorno dopo giorno vedo molti uomini morire. Non sono certo di quale fosse il loro problema , ma la settimana scorsa devo aver mangiato qualcosa di andato a male , perché non riesco a smettere di vomitare da allora . Non ho mai avuto l’occasione di dirti che gran cuoca tu sia ma , cara , farei di tutto per il tuo pudding speciale adesso. I miei occhi sono quasi rovinati dal continuo fumo , ma non preoccuparti , le più preziose immagini di te e nostro figlio William sono già permanentemente impresse nella mia mente . Vorrei che il mio nuovo , giovane amico Simon potesse avere ricordi incredibili come i miei, per rincuorarlo e ricordargli il motivo per cui tutti noi siamo qui. Ma come avrebbe potuto in così giovane età ? Sai , cara, mi sono avvicinato a lui e ora mi ho davvero paura che non arriverà a domani. Migliaia di americani stanno morendo e altri stanno per incontrare lo stesso destino . Solo pochi sopravvivono raggiungendo la fine del termine o , più spesso, fuggendo dal campo . La guerra contro gli inglesi è difficile, ma ancora più difficile è quella contro la fame e il freddo . Qui, in questo umido , freddo , campo scuro , mi sento abbandonato e più passa il tempo , più mi rendo conto che il Congresso ha rinunciato a noi. Non si rendono conto della vita alla quale siamo costretti qui , e neppure sembrano curarsene , ma ho ancora speranza nel nostro amato Presidente e , anche se so che non ti è mai veramente piaciuto , dovresti credere in lui anche tu. Un paio di volte mi sono effettivamente avvicinato la morte sul quel malvagio campo di battaglia e ogni volta ho sentito alcune delle pensieri e parole parole che mio nonno mi diceva “nel periodo più buio , di ogni epoca di svolta dell’umanità, è necessaria una rivoluzione , per lasciare che il sole brilla ancora – a quel punto qualcosa in lui cambiava , facendolo sentire come se fosse in grado di volare , e continuava non importa quanto sia difficile da realizzare, perché la vita non vale la pena di essere vissuta senza libertà “ . Quelle parole mi danno sempre forza di cui ho bisogno e mi fanno desiderare la libertà ancora di più, anche se essere liberi significa morire liberi. La libertà è ciò che il nostro paese merita e sono orgoglioso di avere l’onore di lottare per essa , e di avere la possibilità di essere colui che partecipa nel garantirla ad entrambi i nostri figli . Come già detto , il mio mandato finirà tra due settimane e , se arriverò a quel giorno perché aiutato dall’amore che nutro per te , ho bisogno che tu comprenda che ognuno di noi potrebbe fare la differenza . E , dato che la mia famiglia è la cosa che amo di più , ho deciso di rimanere . Lo sto facendo per te , per il nostro ometto , William , e per Elisabeth , la nostra bambina, i cui occhi non ho mai avuto modo di vedere , ma che sogno comunque ogni notte . Prometto che andrà tutto bene: vincerò la nostra libertà. Ti amo. Ci vediamo in cielo, angelo mio. Sinceramente tuo, John. DI: Silvana Benanti V B Poesie Che pace, Agata, ora c’ è silenzio ora è la fine ora c’ è amore. Sta finendo -è finito il tempoAddio. Agata. Creola. E l’ estate È vicina proprio Sul verde Ma la musica È lenta è calma Agata Ma tutto continua D’ adagio anche i giorni, anche le ginestre nei cimiteri verdi. I. Questo freddo non è ancora maturo e tu hai messo in musica il tempo. Io mi affaccio al buco e vedo il fuoco. È il vuoto che cresce È la calma placida che cresce. Senti come scalpita Il cuore del giusto. Io né ho cuore Né morale. E intanto però Scalpita veloce Come un cavallino Persiano al trotto. È una bella stanza È sottile batte la goccia sul lieve (la marea) tempio dell’ aria immota. Qui intorno è tutto calmo Finalmente. EMANUELE MILAZZO III C Picchettia il pianoforte Picchettia la ninfea. (Felice rimanersi Euridice Placida con le iridi del cielo E io t’ amo t’ amo Come l’ ape il glicine) Coraggio. È il male. È fine a sè stesso E intanto il vento soffia. Forte. Le farfalle scappano. I grani si spezzano. II. Ma questo è amore? Mi fanno male gli occhi e sono viola. Che sarà domani? Che sarà domani? C’è stato un morto, un fiore e una campana. E tutti corrono in questa strage veloce: in questa distrazione. E mangiano la terra. E poi cadono.
  • 11. FOTO DI: ALESSANDRO DI PIAZZA REDAZIONE: Caporedattore: Alice Calandra IV H Impaginazione e Grafica: Antonino Faraone V E Gloria Varrica V R Docente Referente: Prof.ssa Elena Santomarco Hanno collaborato: Federica Restivo V R Silvana Benanti V B Carlo Modica V E Cristina Aiosa III B Michele Minardi III B Gaspare Ippolito IV B Manfredi Laguardia IV P Giorgio Alessandro IV A Emanuele Milazzo III C Manfredi Alberto Monti III C Davide Angelini III C Emanuele Caly II G VUOI PARTECIPARE ANCHE TU? SEGUICI SU FACEBOOK, CERCA IL GRUPPO: Redazione di ObbiettivaMente! OPPURE INVIA UNA MAIL AD obbiettivamente.cannizzaro@gmail.com