1. Quarto numero !
Eccoci finalmente al quarto numero del giornalino
bimensile della nostra associazione, in cui trattiamo di
argomenti relativi al nostro corso, all’università, agli
interessi, articoli tecnici e non, consigli, opinioni,
recensioni…
A causa dei lavori di ristrutturazione della sede e varie
posticipazioni delle interviste, la data di uscita di questo
numero è stata purtroppo ritardata.
Ricordiamo che la nostra associazione è composta di ragazzi che si rendono
disponibili per offrire un servizio a tutti gli studenti, mettendo da parte a i loro
impegni di studio e lavoro.
Scrivete, mandateci i vostri articoli, saremo lieti di impaginarli nel prossimo
numero. Sapete dove trovarci !
sprite@sprite.csr.unibo.it
http://sprite.csr.unibo.it
Sommario
L’università degli intoccabili - Tommaso Dionigi Pag. 2
Carnival Party 2007 - Alessandro Nicotra Pag. 5
Intervista doppia S.Papi e M.Silimbani - Filippo Venturi Pag. 7
Suitable for (non) vegetarians - Matteo Battistelli Pag. 14
PHP Advanced Transfer Manager- Elvis Ciotti Pag. 19
Di che risveglio sei ?- Annalisa Fabrizi Pag. 22
Il disinformatico - Nicola De Marchi Pag. 25
Nuovi mondi, una manciata di parole - Filippo Venturi Pag. 26
Cruciverba con soluzioni – V. De Santis Pag. 31
Matemagica! Pag. 34
Ringraziamenti e anticipazioni prossimo numero Pag. 36
S.P.R.I.TE.
MAGAZINE
NUMERO IV
ANNO 2007
S.P.R.I.Te. Magazine IV
STUDENTI POLO ROMAGNOLO
INFORMATICA E TECNOLOGIE
2. SPRITE MAGAZINE
PAG 2
L’università degli intoccabili
considerazioni libere sulle attuali difficoltà del sistema universitario
di Tommaso Donigi <info@tommaso.dionigi.name>
L’Europa dovrà diventare entro il
2010 “la potenza economica basata
sulla conoscenza più competitiva e
dinamica del mondo, in grado di
realizzare una crescita economica
sostenibile con nuovi e migliori posti
di lavoro e una maggiore coesione
sociale”.
Quanto citato è alla base dell’Accordo
di Lisbona firmato nel 2000.
È indubbio che la fonte primaria di
conoscenza e ricerca in Italia sia
l’Università. Ciò che lascia perplessi è
che se sei anni fa la valorizzazione
della conoscenza sembrava l’obiettivo
fondamentale dell’intera Unione
Europea oggi sembra che questo
obiettivo sia stato dimenticato o
quantomeno messo da parte.
Alla domanda “l’Università italiana è
oggi in grado di assolvere al proprio
ruolo di ponte verso il futuro?” non è
possibile dare risposta diversa da NO.
Non completamente, non al cento per
cento, non del tutto, d’accordo, ma
sempre NO.
Dalla Relazione sullo stato delle
Università italiane 2006 presentata
da Guido Trombetti, Presidente della
Conferenza dei Rettori delle
Università Italiane, si può citare
quanto segue: “L’Italia spende per
ogni studente universitario 7.241
euro, contro ad esempio i 9.135 della
Francia e i 9.895 della Germania. È
ovvio, dunque, che lo studente
tedesco può disporre di servizi
migliori. Può utilizzare più laboratori.
Più postazioni di computer.
Usufruisce di più tutorato. Di più
borse di studio. Di più alloggi e servizi
connessi.”
Di fronte a questa situazione ci si
potrebbe aspettare un progetto di
revisione dell’Università italiana e
invece, attualmente, la tendenza è
unicamente quella di tagli al bilancio.
Il Fondo di Finanziamento Ordinario
che dovrebbe assicurare all’Università
la possibilità di svolgere nel
quotidiano la funzione di istituzione
pubblica per l’alta formazione è quasi
interamente assorbito dagli stupendi
del personale. Se consideriamo 100 il
FFO del 2001, il rapporto tra il 2001 e
il 2006 è salito a 112,4. Nello stesso
3. NUMERO IV
PAG 3
periodo il livello degli stipendi del
personale universitario è passato da
100 a 124. Il dislivello è carico
esclusivo degli Atenei.
L’inevitabile risultato di una
situazione di questo tipo è il totale
prosciugamento del sistema
universitario nel giro di pochi anni.
Questo ovviamente se non
interverranno misure di revisione
sostanziali.
Ad oggi l’Università italiana non
ricopre una posizione di prim’ordine
tra le Università mondiali. In una
graduatoria dei principali Atenei del
mondo stilata da webometrics
(www.webometrics.info) il primo
Ateneo italiano è quello di Bologna,
che compare soltanto al
centotrentaquattresimo posto. È lo
stesso ateneo che nel XIII e XIV
secolo era il migliore al mondo ed
attraeva studenti da tutta Europa!
È interessante, a questo proposito,
quanto il prof. Luigi Guiso afferma in
un articolo “Un’università allo
stremo” pubblicato sul magazine
online lavoce.info. “Alcuni anni fa,
durante una visita all'università
felsinea, mi fu riferito che l'allora
rettore stimava il distacco del suo
ateneo dalla frontiera della ricerca
accademica in 30-50 anni.
Significa che la ricerca che oggi
produce in media la miglior università
italiana è del livello di
quella che Harvard - la frontiera
odierna - produceva tra il 1950 e il
1970.
È come se nel 2006 la Fiat fosse solo
in grado di progettare e immettere nel
mercato l'850 color caffèlatte senza
marmitta catalitica o, al meglio, la
Fiat 127: gloriose (forse) allora,
invendibili oggi. Ma le auto caffèlatte
sono finite fuori mercato, i professori
no. Non c'è mercato che li minacci,
non c'è concorrenza che li disciplini.
Anzi, controllando gli accessi sono
anche in grado di eliminare pericolosi
concorrenti, ovvero i ricercatori più
bravi.”
Rivediamo: “Ma le auto caffèlatte
sono finite fuori mercato, i professori
no.”. Finalmente! Finalmente il
coraggio di affermare che il vero
punto debole del sistema universitario
è la totale mancanza di un minimo di
meritocrazia. La polverizzazione del
finanziamento e la mancanza di regole
adeguate a garantire il rispetto del
merito, sono innegabili fattori critici.
A che servirebbe uno sforzo
sostanziale per aumentare
considerevolmente il finanziamento a
Università e ricerca se non vengono
prima modificati i criteri di
assegnazione dello stesso?
E' logico ritenere che, in una
comunità scientifica in profonda
trasformazione, l'Università, la grande
4. SPRITE MAGAZINE
PAG 4
accusata, non riesca a darsi regole
trasparenti e costringa all'esilio, sia
pure con lodevoli eccezioni, alcuni dei
prodotti migliori, riservando verdi
praterie ad alcuni dei peggiori?
L'Università, se intende realmente
cambiare le regole, come pianificherà
le scelte future, per non disperdere
preziose risorse materiali ed umane?
In termini strategici, il disegno di
sviluppo del sapere universitario
dovrebbe tendere ad una filosofia di
mercato, ossia ad un'esplicita
responsabilizzazione e partecipazione
al progetto di tutti coloro che
partecipano alla produzione dei due
prodotti principali della macchina del
sapere: formazione e ricerca.
Un'impresa non semplice, se è vero
che, per la formazione, la resa è tanto
bassa che soltanto il 38% del milione
e mezzo di studenti iscritti giunge alla
laurea e che, mediamente, la durata
effettiva dei corsi supera di 2.5-3.5
anni l'ufficiale!
Per la ricerca… beh al momento è
meglio non parlarne neanche.
Quando sarà possibile valorizzare in
maniera sostanziale coloro che
realmente valgono, che portano avanti
un’attività didattica dei reale qualità
collegata ad una fervida ricerca
scientifica?
Quando si avrà il coraggio di dire
apertamente che l’università degli
intoccabili ci ha stancato?
Quando il sistema universitario si
potrà agevolmente liberare di chi, una
volta assurto al trono di ordinario si
adagia in una situazione di privilegio e
benessere senza preoccuparsi di
portare avanti la propria attività con
decenza e dignità?
Domande alle quali al momento è
difficile dare risposta.
Certo è che un sistema basato sulla
reale valorizzazione del merito e sulla
sostanziale eliminazione del demerito
è un “giro di boa” che il sistema
universitario, per sopravvivere, prima
o poi, dovrà compiere.
5. NUMERO IV
PAG 5
Carnival Party 2007 – Now lose yourself
Di Alessandro Nicotra <alnik81@yahoo.it>
Anche quest’anno è arrivato
Carnevale! La festa che la ami o la odi,
che ti diverta o meno giunge sempre
puntualmente…
È principalmente la festa dei bambini
che si mascherano… ma in fondo nel
proprio piccolo chi non lo è...!
È la festa del vestito comprato per
l’occasione o fatto in casa, di quello di
un personaggio del momento o di
quello vecchio di 10 anni, ereditato
dal fratello
maggiore… o
preso da
qualche
amico che l’ha
usato anni
addietro!
La festa che fa
sempre bel
tempo nei
giorni
precedenti e
poi dalla
domenica al
martedì
grasso piove a
dirotto con temperature siberiane che
però non affievolisco la voglia di
baldoria e di bolgia di noi
universitari… sempre pronti a
ritrovarci un sera al Vidia, tutti
insieme!
Insomma un festone che va onorato
alla grande, mascherandosi con
entusiasmo e creatività. Bisogna
essere surreali, estrosi ed originali.
Dall’università nascono idee bizzarre
e capaci di distinguersi dal resto del
mondo, che resteranno sulla bocca di
tutti anche nei giorni successivi o
verranno dimenticate subito, ma vale
la pena rischiare! Del resto la serata lo
impone…
La festa di carnevale 2007, dopo
queste premesse, si presentava piena
di interrogativi con soprattutto un
difficile dilemma da risolvere nella
mente degli organizzatori,
sapere se si fosse ripetuto il
successo dello scorso
anno…!
Le associazioni studentesche
A.St.I.Ce., Analysis,
My.S.T.A., Spazi e
S.P.R.I.Te. hanno accolto
questa sfida ed hanno
provveduto con le loro forze
interne a creare una
macchina organizzativa
molto molto affidabile e
precisa… Tutto questo grazie
anche alla collaborazione
della cooperativa Cyber
2000 e col patrocinio del comune di
Cesena…
L’impegno per la ricerca di nuovi
sponsor, e le idee per personalizzare il
locale hanno portato alla creazione di
un evento unico nel suo genere il big
CARNIVAL PARTY edizione 2007!
Il 20 Febbraio 2007, infatti si è svolta
la serata del carnevale universitario
presso il Vidia Club a San Vittore di
Cesena, un ambiente a cui gli
6. SPRITE MAGAZINE
PAG 6
universitari sono molto affezionati,
ma pieno di novità, a partire dal bar
degli shortini completamente
rinnovato…
La serata è cominciata con il gruppo
John Doe Ska Orchestra, che anima e
riscalda il numeroso pubblico con una
performance da brivido… tutti ballano
e si divertono…!
È proprio il caso di riscriverlo: NOW
LOSE YOURSELF, lo slogan che
capeggia su tutte le locandine della
serata e all’interno del locale, creando
così un clima di controllata euforia…
Dopo il concerto è iniziata la serata
danzante (fino a notte fonda), nei 3
diversi ambienti della serata, oltre alla
main room con musica rock, si sono
ritagliati 2 ambienti nuovi: la zona
chill out – relax (o di
decompressione!) e la zone con
musica elettronica che rappresenta la
vera novità della festa! La serata è
proseguita felice e senza intoppi tra
balli e canti, frattanto giungeva l'ora
dell'alba…
Al contrario delle aspettative,
l’impegno per la realizzazione della
festa è stato ancor più oneroso ma il
risultato ha premiato tutto questo
sforzo: era da molto tempo che non si
vedeva così tanti universitari, così
colorati e vestiti per fare una grande
baldoria tutti insieme.
La quasi totalità del pubblico pagante
infatti era travestita nelle più svariate
forme e i costumi passavano dalle
tradizionali maschere del carnevale a
costumi di sicuro più recenti come ad
esempio i tizi mascherati da Ipod!
L’intero utile è stato infatti devoluto
in beneficenza ad Educaid Onlus
(Rimini) per il progetto di
promozione dei diritti umani per
bambini lavoratori e di strada della
striscia di Gaza. Per rendere visibile
questo contributo, durante la serata in
uno stand dedicato, alcuni membri
della Educaid Onlus hanno mostrato i
loro progetti e proposto i loro gadget
e prodotti.
La riposta del pubblico universitario è
stata molto positiva infatti si è
superato di molto il numero di
persone dell'anno scorso.
A fine serata tutti a fare colazione e
prima di andare a dormire un
pensiero ad iniziative che fanno
divertire ma che nel contempo
servono anche a fare del bene agli
altri... farne di più e più spesso!
È questo l'augurio che tutti ci
facciamo sperando che queste serate
universitarie restino nel cuore di noi
studenti!
7. NUMERO IV
PAG 7
Intervista doppia
A cura di Filippo Venturi - <fil1980@virgilio.it>
Dott.ssa Serena Papi
Nome e Cognome? Serena Papi.
Titolo di studio? Dottorato in
Matematica Computazionale.
Materia di insegnamento?
Esercitazioni in Elaborazione di
Immagini 1 e 2, Matematica
Computazionale.
Qual è il suo ambito di ricerca?
Faccio ricerca soprattutto
sull’elaborazione di immagini: come il
denoising, la restoration, la
ricostruzione di dati tomografici.
Com’è arrivata fino a qui? Io sono
“cresciuta” qui! Mi sono laureata in
Scienze dell’Informazione vecchio
ordinamento, qui a Cesena, nel 1999.
Il dottorato di ricerca in Matematica
Computazionale, invece, l’ho fatto a
Padova perché a Bologna non c’era.
Luogo preferito per le vacanze?
Mare.
Piatto preferito? Uhm… le lasagne!
Ultimo libro letto? “Che animale
sei? Storia di una pennuta”, di Paola
Mastrocola. E' carino, semplice, ma
profondo nei contenuti e ricco di
metafore. E' il viaggio di un'anatra,
che, non sapendo di esserlo, va alla
ricerca della propria identità.
Libro consigliato? “I Malavoglia”,
di Giovanni Verga. E’ il mio preferito.
Ultimo film visto? “Gli Aristogatti”,
ieri sera, con mia figlia.
Film consigliato? Un bel film
intramontabile, da vedere, è l’”Attimo
Fuggente”!
Cosa fa nel tempo libero? Ne ho
poco… e quindi mi piace dedicarlo alla
mia famiglia.
Se vincesse un milione di euro,
cosa farebbe? Mmm, penso che in
parte lo userei per aiutare mio marito,
che ha appena messo su una attività…
così vivrebbe con meno stress questo
periodo. Se restassero abbastanza
soldi mi piacerebbe prendere un
monolocale al mare, magari nel sud
d’Italia, visto che è bellissimo.
Continuerebbe a lavorare?
Mi cambierebbe la vita, ma
certamente continuerei!
Cosa ne pensa del nostro Corso
di Laurea? Io, personalmente, non
posso che dare un giudizio positivo,
perché mi ha cresciuto e penso mi
abbia cresciuto bene. E’ ovvio, però,
8. SPRITE MAGAZINE
PAG 8
che, come tutti i corsi di laurea, abbia
bisogno di migliorarsi continuamente.
Il livello di difficoltà del corso è
calato, rispetto ad una volta,
come ha sostenuto qualche suo
collega? Penso che ai miei tempi
fosse più tosta la situazione. Ritengo
che la causa di questo calo sia dovuta,
in parte, al nuovo ordinamento. Io
preferivo il vecchio: appena si entrava
si impostavano le basi scientifiche
(matematiche, fisiche, …) e questo
rendeva anche più sicuri i docenti, in
seguito, sulle conoscenze dei loro
studenti. Purtroppo, col nuovo
ordinamento, è andato perso questo
aspetto: alcuni argomenti vengono
trascurati, nella convinzione che non
siano strettamente necessari nel
settore informatico. La mancanza di
certe basi ostacola anche i docenti
quando trattano certi argomenti.
E degli studenti di oggi, cosa ne
pensa? Mmm, credo che una volta gli
studenti avessero più “paura”. Non
che i docenti debbano incutere
terrore, però quel pizzico di paura che
ti fa prendere le cose sul serio, senza
leggerezza, oggi manca… In generale,
comunque, ho un buon giudizio degli
studenti.
Che rapporto ha con i suoi
studenti? Ho un buonissimo
rapporto con gli studenti dei miei
corsi e spero che anche loro lo
confermino. Cerco sempre di venire
incontro alle loro esigenze, anche a
livello di scadenze per la consegna di
elaborati, ecc… ma fermo sul nascere
le persone che dal dito cercano di
prendersi il braccio. Per me ci sono
due cose fondamentali: il rispetto,
ovviamente reciproco, e la
motivazione nel voler superare gli
esami senza ricorrere a “trucchi” che
non tollero assolutamente. A volte si
arriva al punto di sostituire i fogli a
protocollo! Non siamo alla scuola
dell’obbligo, quindi all’esame si viene
quando si è preparati. Certe cose non
le sopporto!
Ritiene che manchino una o più
materie nel nostro corso? Uhm…
secondo me copre tutti i sottosettori
dell’informatica: si va dall’ingegneria,
all’ottimizzazione, all’informatica
teorica, a quella computazionale,
ecc… e ultimamente viene trattato
anche il campo della sicurezza
informatica, che secondo me è
importante che ci sia. Per ampliare
ulteriormente il numero di corsi
bisognerebbe aumentare anche il
corpo docente, siamo un piccolo e
giovane corso, che secondo me non è
messo male.
Quali strutture mancano nel
nostro corso di laurea? Non
lamentiamoci delle strutture… già a
Bologna la realtà è diversa. Pensa, a
Padova noi assegnisti avevamo uno
sgabuzzino sotto al piano interrato,
senza finestre, con due PC anteguerra
che era quasi meglio non avere, da
dividere in 10 persone! Qui, come
strutture, se uno ha voglia di lavorare,
ha tutto il necessario. I laboratori oggi
sono addirittura tre, ai miei tempi ce
n’era solo uno (quello di sopra). Per
me non ci si può lamentare nella
panoramica dei corsi di laurea
italiani. Anche il corpo docente penso
si trovi bene, io mi sento in un’isola
felice, con uno studio tutto mio e
9. NUMERO IV
PAG 9
un’atmosfera, in generale, più che
gradevole.
Se si dovesse reimmatricolare,
quale facoltà sceglierebbe? In
Italia o all’estero? Esattamente
questa! L’estero lo scarto per
principio, non amo molto andare
all’estero, inoltre mi sono sposata
prima di laurearmi, quindi non ho
mai preso in considerazione
esperienze estere… Ci vado solo per
partecipare a qualche convegno.
E le facoltà estere che ha visitato
durante i convegni, che
impressione le hanno lasciato?
Allora, sono stata in belle facoltà,
come a Losanna, in Svizzera, che è
molto bella e moderna, ma anche po’
scomoda: c’è un mega polo
universitario, quasi una città, che però
rimane molto fuori da Losanna.
Un’altra bella facoltà è a Leuven, in
Belgio, dove ci sono molti italiani. In
negativo invece mi ha colpito Dundee,
in Scozia, ma è comunque difficile
giudicare perché non ho avuto
l’opportunità di visitarle bene e
conoscere la realtà di questi posti.
Comunque, Leuven ha il pregio,
proprio come Cesena, di essere una
cittadina piccola e quindi è una realtà
vivibile. A Milano, ad esempio, non
resisterei molto: è un ambiente
caotico e c’è molto distacco tra le
persone.
Per quanto riguarda le
differenze tra le facoltà italiane e
quelle estere? L’Italia, anzi il nostro
corso di laurea, perché posso parlare
soprattutto di questo, penso sia a
livello degli altri corsi europei, come
ho potuto verificare anche rispetto a
Marne la Vallée. Il vecchio
ordinamento penso che fosse
addirittura sopra la media, ora si sta
equilibrando con l’Europa. Se invece
ci riferiamo agli USA, è ben difficile
fare un paragone, i costi per gli studi
là sono molto più alti e quindi gli
studenti sono maggiormente motivati.
La retribuzione del corpo docente è
molto diversa e quindi anche il livello,
come al MIT (Massachusetts Institute
of Technology, NdR) dove ci sono
diversi Premi Nobel tra i docenti.
In che cosa dovrebbe migliorare
il nostro Corso di Laurea? In
tutto, perché per principio non
bisogna mai pensare di essere arrivati
all’ “ottimo”. Non vedo un punto
particolare. Abbiamo bellissime
strutture che però bisogna continuare
ad aggiornare, abbiamo un buon
corpo docente che però può sempre
essere aumentato, ecc…
Cosa ne pensa della nuova
riforma universitaria che mira a
diminuire il numero di corsi
aumentando il numero di crediti
e di conseguenza aumentare la
varietà dei contenuti di essi?
Penso che questo non ci interessi
direttamente, perché si riferisce a
corsi con meno di 6 crediti (qualcuno
addirittura da 1, 2 o 3 crediti). Ho
avuto un’esperienza diretta a Bologna,
dove ho fatto esercitazioni in un corso
da 3 crediti, in cui non si riusciva ad
impostare un problema che già erano
finite le ore e non riuscivo nemmeno a
far fare un elaborato agli studenti, i
quali erano demotivati visti i pochi
crediti. Si arriva alla formulazione del
10. SPRITE MAGAZINE
PAG 10
problema, alle tecniche di risoluzione,
ma senza dare una dignità al corso.
Quindi sono favorevole a questa
riforma.
Cosa ne pensa della associazione
S.P.R.I.Te.? Penso che sia una
associazione positiva per quanto
riguarda il discorso di aggregazione
degli studenti e di comunicazione. Ai
miei tempi non ho mai dedicato
tempo ad associazioni, perché non ne
avevo, ma penso che vada premiato
chi ne fa parte.
E del giornalino? Penso bene anche
di quello, ci guardo se mi capita, ma
non regolarmente. Un po’ meno
positivo il giudizio al Forum (dei
Rappresentanti, NdR)…
In che senso? Nel senso che mi
piace il discorso del forum, ma
preferisco che le persone parlino
direttamente. Non ho rancore verso
chi mi critica, ma vedere certe
osservazioni negative sui docenti,
espresse in modo anonimo, non mi
piace. Qualcuno si lascia prendere la
mano proprio per via
dell’anonimato… Invece la sezione
“Studio” va benissimo, è utile, ma
anche qui preferisco che gli studenti si
rivolgano direttamente a me, perché
sono sempre stata disponibile ad ogni
aiuto.
Eccoci all’ultima domanda,
presa dalle precedenti interviste
e di sapore marzulliano: si faccia
una domanda sul nostro Corso
di Laurea e si dia una risposta.
Cosa vorresti da te in questo Corso di
Laurea? E la risposta è che non vorrei
mai veder calare la mia voglia di fare e
di migliorarmi.
11. NUMERO IV
PAG 11
Dott. Matteo Silimbani
Nome e Cognome? Matteo
Silimbani.
Titolo di studio? Dottorato in
Matematica.
Materia di insegnamento?
Matematica Discreta 1 e, da
quest’anno, Complementi di
Matematica Discreta.
Qual è il suo ambito di ricerca?
Combinatoria algebrica ed
enumerativa.
Com’è arrivato fino a qui? Ho
iniziato facendo il tutor per il corso di
Matematica Discreta 1.
Luogo preferito per le vacanze?
Le capitali europee.
Piatto preferito? Pizza!
Ultimo libro letto? “I Segreti di
Roma”, di Corrado Augias.
Libro consigliato? Tutta la saga di
Harry Potter, ma consiglio anche di
aspettare l’uscita del settimo e ultimo
volume prima di avventurarsi nella
lettura! (21 luglio 2007 nei paesi
anglofoni, NdR)
Ultimo film visto? “Manuale
d’amore 2”, carino, ma era meglio il
primo…
Film consigliato? “American
beauty”.
Cosa fa nel tempo libero? I miei
hobby sono… i giochi da tavolo,
narrativa (una salvezza, per un
pendolare) e ultimamente mi sto
dedicando al bridge!
Se vincesse un milione di euro,
cosa farebbe? Sicuramente sarei
molto più tranquillo, aprirei un
agriturismo, assumerei tutti i miei
amici, così potremmo lavorare
insieme e, ovviamente, continuerei a
fare il matematico!
Cosa ne pensa del nostro Corso
di Laurea? Non mi sono laureato
qui, però mi sembra che sia un
prodotto ben confezionato e che ci sia
veramente una differenza tra questo
corso e quello di Informatica di
Bologna. Mi sembra che ci sia anche
un clima molto gradevole.
Il livello di difficoltà del corso è
calato, rispetto ad una volta,
come ha sostenuto qualche suo
collega? Anche io, come qualche
collega, penso che il vecchio
ordinamento fornisse una
preparazione se non più completa,
quantomeno più solida. I programmi
dei corsi a cui mi dedico erano più
completi e mi sembra che ci fossero
anche più ore. Ritengo anche che
bisognerebbe rendere obbligatorio
l’esame di Matematica Discreta 2; in
proposito, va detto che allo stato
12. SPRITE MAGAZINE
PAG 12
attuale passa quasi un anno tra i due
corsi (Matematica Discreta 1 e 2,
NdR) e questo non aiuta gli studenti
né li invoglia a inserire questa materia
nel piano di studio…
E degli studenti di oggi, cosa ne
pensa? Questo è un punto dolente.
Secondo me una volta c’era più
rispetto per i docenti (ovviamente
parlo in linea generale, qualche
eccezione, grazie al cielo, c’è). Ciò può
essere dovuto anche al fatto che
questa è una sede decentrata, quindi
molti ragazzi vengono da città vicine:
la sera tornano a casa e nella pratica
lo stile di vita non cambia, venendo
meno, così, lo “stacco” tra Scuola
superiore e Università. Certe volte
vengono richiesti spostamenti
d’orario ai professori per poter
prendere un treno, quando ce n’è uno
ogni ora, se non meno, e questa è una
grossa mancanza di rispetto. Ai miei
tempi passavo le giornate intere in
attesa di poter dare un esame o di
verbalizzare e qualche volta dovevo
ritornare il giorno seguente…
Che rapporto ha con i suoi
studenti? I primi anni mi lamentavo
perché non veniva mai nessuno a
ricevimento, mentre ora vengono in
tanti e questo mi rende felice e a volte,
anzi, faccio quasi amicizia con gli
studenti e mi piace il rapporto che si
instaura. Non so spiegarmi questo
cambiamento… ma molto
probabilmente è dovuto al fatto che
quest’anno ho tenuto una parte delle
lezioni del corso di raccordo alle
matricole e quindi mi hanno
conosciuto prima!
Ritiene che manchino una o più
materie nel nostro corso? Sapevo
che mancava il corso di Sicurezza
Informatica, ma da quest’anno è stato
inserito… e proprio il corso di
Complementi di Matematica Discreta
introduce le basi algebriche che
serviranno poi per la Sicurezza.
Quali strutture mancano nel
nostro corso di laurea? Non mi
sembra che ci siano mancanze, anzi, i
laboratori sono molto funzionali oltre
che aggiornati frequentemente. Ci
sono tante macchine e si trova posto
facilmente. Per quanto mi riguarda,
vengo molto più volentieri qui a
Cesena che a Bologna, visto che qui
almeno ho un computer a
disposizione (ma che questo resti il
nostro piccolo segreto…).
Se si dovesse reimmatricolare,
quale facoltà sceglierebbe? In
Italia o all’estero? Sono molto
contento della mia scelta, molto
probabilmente sceglierei nuovamente
Matematica, questa volta però
sceglierei l’indirizzo generale invece di
quello didattico. Ho anche pensato di
iscrivermi a Scienze
dell’Informazione, idea ancora valida,
ma per il tipo di contratto che ho non
posso iscrivermi, per il momento.
E le facoltà estere che ha visitato
che impressione le hanno
lasciato? Che differenze ha
notato con quelle italiane? Mi ha
molto colpito la precisione e
l’efficienza del sistema universitario
svedese. Una piccola curiosità: visto
che da quelle pari fa molto freddo, ci
sono anche delle stanze adibite a
camere da letto, a disposizione delle
13. NUMERO IV
PAG 13
persone che rimangono intrappolate
da bufere, ecc… Sono stato anche in
Francia, per partecipare a dei
convegni, che però non si tengono
all’interno delle facoltà, ma in
strutture dedicate. Nel complesso,
comunque, non mi sembra che ci sia
molto da invidiare alle facoltà
estere…basti pensare alla struttura di
cui l’Università di Bologna dispone a
Bertinoro: funzionale e incantevole.
Dal punto di vista della ricerca,
l’abbondanza e la qualità della
produzione dipendono pesantemente
dal settore di ricerca; come didattica
invece mi sembra che il livello sia
paragonabile.
In che cosa dovrebbe migliorare
il nostro Corso di Laurea? Come
forse si è già capito, aumenterei i corsi
obbligatori di matematica. Per quanto
riguarda i professori, a differenza di
altre sedi decentrate, qui non ci sono i
cosiddetti “professori con la valigia”, e
i docenti sono disponibili nei
confronti degli studenti; questo
contribuisce a creare un clima
positivo.
Cosa ne pensa della nuova
riforma universitaria che mira a
diminuire il numero di corsi
aumentando il numero di crediti
e di conseguenza aumentare la
varietà dei contenuti di essi? Sul
numero di prove che sono previste in
un corso di laurea si può discutere,
però, mi sembra che spezzettare gli
esami non favorisca assolutamente lo
studente, come ho avuto modo di
osservare personalmente alla facoltà
di Ingegneria. Un corso annuale,
secondo me, consente di impadronirsi
dei concetti più profondamente. La
riforma mi sembra giusta, quindi.
Cosa ne pensa della associazione
S.P.R.I.Te.? Io mi ricordo che
quando sono arrivato la Professoressa
Barnabei pubblicizzava molto
l’Associazione e devo dire che non ho
mai visto niente di simile a
Matematica, così come non ho mai
visto un giornalino fatto dagli
studenti. La mia opinione è positiva,
altrimenti non mi sarei fatto
intervistare! Va detto però che c’è il
“rischio” di farsi prendere fin troppo
da questa attività e dimenticarsi di
dare gli esami… (Non ha tutti i torti ;)
NdR)
E del giornalino? Non li ho letti
tutti, ma ho visto che ci sono articoli
interessanti e molto pertinenti con
l’informatica.
E del forum? Non ho un buon
rapporto con i forum in
generale…devo confessare di non
averlo mai visitato.
Eccoci all’ultima domanda,
presa dalle precedenti interviste
e di sapore marzulliano: si faccia
una domanda sul nostro Corso
di Laurea e si dia una risposta. E’
vero che il nostro Corso di Laurea è
adatto per gli studenti-lavoratori?
Sono rimasto gradevolmente colpito
dall’abbondanza di studenti-
lavoratori iscritti al nostro CdL e
dall’altissima qualità del loro profitto.
Ho riscontrato molta disponibilità nei
loro confronti da parte del corpo
docente. Mi pare assai sensato
incentivare gli studenti impiegati in
ambito informatico (e non) ad
ampliare le loro competenze.
14. SPRITE MAGAZINE
PAG 14
Suitable for (non) vegetarians
di Matteo Battistelli <matteo.battistelli2@studio.unibo.it>
Secondo le ultime statistiche il
numero di vegetariani in Italia si
aggira intorno ai 6 milioni. In questo
breve articolo cercherò di illustrare
quali sono i motivi che spingono
queste persone a smettere di
mangiare carne
compiendo una scelta che
ai più può sembrare
quanto meno bizzarra. Il
mio scopo non è, ben
inteso, convincervi a
prendere la mia strada
(anch’io faccio parte di
quei 6 milioni) o tanto
meno accusarvi, ma bensì
mostrarvi che mangiare
carne, tanto più
oggigiorno, non è una necessita ma
una scelta che, come tutte le scelte, ha
le sue conseguenze.
Ragioni Etiche
"Se i mattatoi avessero le pareti di
vetro tutti sarebbero vegetariani"
Linda McCartney
Generalmente la ragione principale
che spinge una persona a diventare
vegetariana è di carattere etico, cioè il
rispetto e l’amore per gli animali. Chi
segue questo stile di vita considera gli
animali non dei semplici oggetti, ma
esseri sensibili con un loro valore
intrinseco. Dato che un essere umano
può vivere in perfetta salute senza
cibarsi di carne un vegetariano
considera un’inutile crudeltà uccidere
animali per la propria alimentazione
tanto più nella nostra società in cui la
quantità e la varietà di cibo è talmente
vasta da trovare numerose alternative
alla bistecca.
Del resto che differenza c’è tra
gli animali che noi
consideriamo di compagnia e
quelli che invece vengono
allevati? Per un vegetariano
nessuna, entrambi sono esseri
viventi senzienti che
andrebbero semplicemente
lasciati vivere in pace. Chi di
voi mangerebbe il suo gatto o il
suo cane? Credo nessuno. Dato che la
carne non è affatto un alimento
essenziale per l'alimentazione se ne
può benissimo fare a meno evitando
la sofferenza e la morte di numerosi
animali. Nel corso della sua vita,
infatti, in media ogni italiano uccide
per cibarsene circa 1400 animali tra
bovini, polli, tacchini e altri volatili,
maiali, conigli, cavalli.
L’aspetto più rilevante, comunque,
sono le condizioni di vita degli animali
all'interno dei moderni allevamenti
che, nonostante ciò che la pubblicità
(non) ci mostri, non sono certo delle
migliori. La maggior parte della carne
oggi consumata viene prodotta
all'interno di allevamenti intensivi,
dove gli animali vengo trattati come
cose, tenuti in spazi ristrettissimi
15. NUMERO IV
PAG 15
senza avere la possibilità di uscire:
affinché l’attività di questi allevamenti
risulti economicamente compatibile
con i livelli produttivi richiesti dal
mercato è necessario che il prezzo di
carne, latte e uova rimanga accessibile
per il maggior numero possibile di
consumatori.
Per essere sostenibile la zootecnia
chimica e intensiva deve, quindi,
massimizzare i profitti basandosi sul
ribasso delle spese.
Un discorso analogo vale per i pesci
che, come gli animali “da carne”, sono
dotati di un sistema nervoso e quindi
senzienti. L'unica differenza è che non
lanciano grida di dolore quando
vengono uccisi (o meglio, non
abbiamo le orecchie adatte per
sentirle). I pesci catturati dalle reti
industriali hanno una sorte, per certi
versi, più crudele di quella degli
animali allevati poiché muoiono per
asfissia o per congelamento e in
alcuni casi vengono eviscerati o cotti
vivi, come le aragoste.
Ragioni salutistiche
“L’anno che ho ottenuto i migliori
risultati nella staffetta è stato quello
in cui ho iniziato a seguire una dieta
vegan.”
Carl Lewis
Molti sono erroneamente portati a
pensare che una dieta vegetariana
causi inevitabilmente carenze, e che
quindi non sia affatto sana. In realtà i
dati scientifici ottenuti da una
moltitudine di studi epidemiologici
mostrano che i vegetariani godono di
salute spesso migliore rispetto agli
onnivori. In particolare una dieta che
minimizzi o elimini completamente i
cibi animali è in grado di ridurre
considerevolmente l'incidenza di gravi
patologie quali tumori, ipertensione,
arteriosclerosi, infarto, ictus, diabete,
obesità, osteoporosi, calcoli e altre
patologie tipiche dei paesi
industrializzati.
Anche l'American Dietetic
Association ha recentemente ribadito
che le diete vegetariane correttamente
bilanciate comportano benefici per la
salute nella prevenzione e nel
trattamento di alcune patologie, in
quanto offrono molteplici vantaggi sul
piano nutrizionale, compresi ridotti
contenuti di acidi grassi saturi,
colesterolo e proteine animali, a
fronte di più elevati contenuti di
carboidrati, fibre, magnesio, potassio,
acido folico ed antiossidanti, come
16. SPRITE MAGAZINE
PAG 16
vitamine C ed E e le sostanze
fitochimiche. Se correttamente
bilanciata, quindi, questo tipo di
alimentazione non comporta affatto
carenze per l’organismo. L’importante
è avere un’alimentazione il più
possibile varia e sostituire la carne
con alimenti nutrienti come i legumi
e i derivati della soia.
Ragioni ecologiche
"Fin da giovane ho smesso di
mangiare carne, e ritengo che verrà
un tempo in cui considereremo
l'uccisione di un animale con lo stesso
biasimo con cui consideriamo oggi
quella di un uomo"
Leonardo da Vinci
Un altro dei motivi importati per
scegliere di non mangiare carne
riguarda il rispetto della natura.
E’ appurato che il moderno mondo
industrializzato sta provocando dei
seri danni al nostro ambiente e sono
numerosi gli studi che cercano di
trovare delle soluzione per ridurre e
limitare questi danni. Oltre a quelle
più note all’opinione pubblica, cause
di gravi danni ambientali sono anche i
moderni allevamenti su vasta scala,
sia di tipo intensivo (in grosse stalle
senza terra dove gli animali sono
stipati, come accade in Italia), sia di
tipo estensivo (i grandi ranch degli
Stati Uniti, o i pascoli nei paesi del
Sud del mondo).
Ormai la metà delle terre fertili del
pianeta viene usata per coltivare
cereali, semi oleosi, foraggi destinati
agli animali. Per far fronte a questa
immensa domanda in continuo
aumento (in quanto anche le
popolazioni che tradizionalmente
consumavano poca carne oggi
iniziano a consumarne sempre di più)
si distruggono ogni anno migliaia di
ettari di foresta pluviale per far spazio
a nuovi pascoli o a nuovi terreni da
coltivare per gli animali dove si fa un
uso smodato di prodotti chimici, per
cercare di ricavare raccolti sempre più
abbondanti.
Nella foresta dell'Amazzonia l'88% dei
terreni disboscati è adibito a pascolo,
quasi il 70% delle zone disboscate del
Costa Rica e del Panama sono state
trasformate in pascoli a partire dal
1960 oltre un quarto delle foreste del
centro America sono state abbattute
per ottenere spazio per gli
allevamenti.
Non ci sono dubbi che la produzione
di alimenti vegetali e' molto più
ecologica della produzione di carne,
latte, uova che, per consumo di
risorse, sono indiscutibilmente i cibi
più dispendiosi, inefficienti e
inquinanti. L'impatto ambientale di
miliardi di esseri umani che mangiano
carne è nettamente superiore rispetto
a quello di un’ipotetica società
vegetariana in cui non si
abbatterebbero le foreste per lasciare
spazio ai pascoli, si utilizzerebbe
meno energia sotto forma di
combustibili fossili per coltivare i
campi e per allevare gli animali, meno
pesticidi e meno fertilizzanti. Per
ottenere un chilogrammo di farina e'
necessario utilizzare circa 22 grammi
di petrolio, per produrre un
chilogrammo di carne e' necessario
17. NUMERO IV
PAG 17
impiegare 193 grammi di petrolio:
quasi nove volte tanto.
Quale vegetariano?
Sii il cambiamento che vuoi vedere
avvenire nel mondo.
Gandhi
Come abbiamo visto le ragioni che
spingono una persona a evitare o
limitare l’uso di prodotti di origine
animale sono numerose. Non tutti,
però, lo fanno allo stesso modo,
possiamo dire quindi che non tutti i
vegetariani sono uguali.
Con il termine vegetariano, infatti, si
indicano generalmente i “lacto-ovo
vegetariani” cioè quelle persone che
non mangiano carne e pesce, cioè tutti
quegli alimenti che derivano dalla
diretta uccisione di un animale, ma
che mangiano latticini e uova. Oltre a
questo gruppo esisto i “vegan”,
termine che è la contrazione di
"veg(etari)an" e che fu coinato da
Donald Watson che, insieme a un
gruppo di vegan inglesi, fondò la
Vegan Society a Londra nel 1944. Il
termine sta ad indicare coloro che
cercano di escludere tutte le forme di
sfruttamento e crudeltà sugli animali.
A differenza di un vegetariano, quindi,
un vegan esclude dalla propria
alimentazione ogni alimento di
origine animale, compresi latticini e
uova. In genere la rinuncia al
consumo di latticini e uova è motivata
principalmente da ragioni etiche. Non
è raro che a un vegan venga chiesto il
perché rinunci anche a uova e latte
dato che l’animale non viene ucciso.
In realtà questa è un mezza verità
dato che anche le mucche da latte o le
galline ovaiole vengono uccise quando
la produzione, di latte o di uova,
diminuisce al punto di non essere più
vantaggiosa per i produttori. E
comunque un vegan si oppone allo
sfruttamento degli animali, in tutte le
sue forme, e non solo alla loro
uccisione.
E allora che si mangia?
Riconosci nell’animale un soggetto,
non un oggetto? Allora sii coerente,
non domandare “che cosa”
mangiamo oggi, ma “chi” mangiamo
oggi.
Charlotte Probst
A molti, pensando a un un
vegetariano o a un vegan, viene in
mente qualcuno che mangi solamente
18. SPRITE MAGAZINE
PAG 18
verdura insipida e frutta. In realtà le
alternative alla carne sono tante. Per
avere un'alimentazione vegetariana
equilibrata che non porti a carenze
nutrizionali basta, in linea di
massima, sostituire la carne con
leguimi (ceci, facioli, piselli, soia, ecc.)
o con derivati della soia come tofu
(anche detto formaggio di soia, perché
ottenuto dal latte di soia), thempe
oppure seitan (preparato con il
glutine di grano). Al di là dei nomi che
suonano un po’ strani, questi alimenti
(in genere reperibili in negozi di
alimenti biologici), ricordano in
consistenza e in sapore alcuni tipi di
carne e possono essere sostituti ad
essa in molte ricette o usati per fare
polpette, cotolette o wurstel vegetali.
I vegani inoltre sostituiscono il latte
vaccino con “latte” vegetale come
quello di riso o di soia che può essere
usato per la preparazione di yogurt,
gelati, panna o dolci.
Per il resto le regole di base
rimangono quelle di una normale
alimentazione onnivora: variare il più
possibile la propria alimentazione e
mangiare verdura e frutta fresca ad
ogni pasto. Comunque, per
approfondire il modo in cui
organizzare i pasti e scegliere cosa
mangiare o per saperne di più sulla
filosofia che sta alla base del
vegetarianismo sappiate che internet
è un’ottima fonte di informazioni.
Di seguito vi lascio alcuni link ad
alcuni siti interessanti che mi sono
stati di enorme aiuto nello scrivere
questo articolo e, soprattutto,
nell’approcciarmi a questa filosofia di
vita.
www.scienzavegetariana.it
Sito della Società scientifica di
nutrizione vegetariana.
www.veganhome.it
Una comunity e un punto di incontro
per vegan e vegetariani
http://www.saicosamangi.info/
Una piccola guida alle ragioni che
stanno alla base del vegetarianismo.
http://www.vegetariani.it/
Sito dell’Avi (associazione vegetariana
italiana)
http://www.vegan3000.info/
Sito ricco di deliziose ricette.
19. NUMERO IV
PAG 19
PHP Advanced Transfer Manager
di Elvis Ciotti <info@elvisciotti.it>
Vediamo in questo articolo, come
installare e configurare PHP Advanced
Transfer Manager
(http://phpatm.free.fr/) per la
gestione dei nostri files online. Questo
script è scritto in PHP, è liberamente
utilizzabile e modificabile (nei termini
della nota GPL), non necessita di
MySQL, per utilizzarlo è sufficiente
disporre di uno spazio web con il solo
supporto PHP.
Attraverso una comoda interfaccia
(chiaramente accessibile tramite
password) possiamo caricare online i
nostri file, organizzarli in cartelle,
associarci una descrizione.
Automaticamente, per gli utenti
anonimi che visualizzano lo spazio web,
viene mostrata un’interfaccia per
visualizzare e scaricare i files, con
contatore di download, dimensione dei
files, data di upload, possibilità di
visualizzare il contenuto dei file zip,
ecc..
INTERFACCIA WEB DEL FILE MANAGER PHP ATM PER L’UTENTE ANONIMO
INTERFACCIA WEB DOPO IL LOGIN
FORM UPLOAD FILES FORM CREAZIONE DIRECTORY
20. SPRITE MAGAZINE
PAG 20
Installazione e configurazione
Dal sito http://phpatm.free.fr/
scarichiamo la “Full version” e
scompattiamo i file in una cartella
locale. Nel file docsreadme.txt
troviamo la sequenza dei passi da
effettuare.
Editiamo, prima di tutto, il file
includeconf.php. Impostiamo la
variabile $homeurl con l’url completo
allo script online (es:
http://www.nomesito.com/phpatm).
Reinseriamo l’url base del sito in
$domain_name
(http://www.nomesito.com) e solo il
nome della cartella (phpatm) in
$script_folder_path.
Il settaggio più importante è
sicuramente l’array bidimensionale
superglobale $grants. Qui dobbiamo
impostare i permessi (colonne array)
per i 5 tipi di utenti (righe array).
Lasciamo tutti i permessi a true per gli
ADMIN, settiamo invece a nostro
piacimento i permessi per gli
ANONYMOUS, cioè per i visitatori del
nostro file manager online. Consiglio di
impostare per essi solo i permessi di
view (vedere la lista dei files) e
download (scaricare i files). A scelta
possiamo anche permettere a
quest’ultimo tipo di utenti di caricare
file e creare cartelle, impostando
rispettivamente i permessi upload e
mkdir. Nei commenti del file che stiamo
modificando sono indicate le descrizioni
per gli altri tipi di permessi, ad esempio:
poter cambiare la descrizione dei files,
caricare i file specificando un indirizzo
http, gestire i files solo del proprio
gruppo.
Impostiamo il linguaggio di default (it)
nella variabile $dft_language, la
dimensione massima dei file caricati in
$max_allowed_filesize. Impostiamo
anche la dimensione massima dei nomi
dei files, e il filtro file accettati in upload
(non accettiamo ovviamente di far
caricare file php ad utenti anonimi !).
Controlliamo se altre variabili ci
possono interessare nel resto del file.
Se vogliamo, editiamo languagesit.php
personalizzando i messaggi che vengono
mostrati nell'interfaccia dello script.
Carichiamo ora tutti i file sul server
(nomesito.com) nella nostra cartella
(phpatm).
Importante: impostare per tutti i file e
cartelle il permesso 777.
Uso del file manager
A questo punto, lanciamo dal browser
l'interfaccia
(http://www.nomesito.com/phpatm ),
clicchiamo su Login in alto a destra.
Entriamo con:
Nome utente = Admin
Password = test
Siamo entrati adesso in modalità
amministratore. Cambiamo subito la
password nell'apposito modulo nella
gestione profilo (icona utente singolo).
Da qui possiamo anche gestire i vari
utenti che si registreranno,
cambiandone eventualmente il Ruolo
(cioè il tipo di utente). Per ogni utente
21. NUMERO IV
PAG 21
possiamo visualizzare anche il numero
di file caricati o scaricati, la data di
registrazione e relativa email.
Possiamo per esempio permettere ad un
nostro collaboratore di poter cambiare
la descrizione dei file, ma non di
cancellarli, oppure di aver accesso
completo a solo ai propri file caricati.
Torniamo alla homepage. Essendo
loggati come admin, vediamo in basso i
moduli per caricare files e creare nuove
directory. Accanto ai file già caricati,
nella colonna Operazioni, vediamo, in
ordine, i pulsanti per: cancellare il file,
cambiare le proprietà (nome,
descrizione), spedizione in allegato mail
alla nostra casella, download. I primi
due pulsanti sono ovviamente
disponibili anche per le directory.
Funzionalità
Lo script è configurabile in più lingue
(italiano compreso), è possibile
cambiare con pochi passi la grafica
dell'interfaccia. E' possibile anche
bloccare l'accesso da particolari indirizzi
IP. La registrazione utenti può avvenire
con conferma obbligatoria
dell'amministratore. Gli utenti possono
infine configurare l'invio automatico dei
file caricati per e-mail. Lo script è
comunque completamente editabile e
configurabile. Gli utenti possono vedere
i file più scaricati, o gli ultimi file
aggiunti. Nel file manager è possibile
visualizzare i file secondo i vari attributi
(nome, data, dimensione...) in ordine
crescente o decrescente.
L'amministratore può vedere varie
statistiche su download e utenti.
Dove installarlo ?
La scelta è essenzialmente fra un
servizio hosting gratuito (che
solitamente vuole qualcosa in cambio,
ad esempio la pubblicazione di un
banner del fornitore dello spazio) o a
pagamento.
Tra i primi, un ottimo spazio con
supporto PHP è fornito da
altervista.org, mentre per lo spazio web
a pagamento (che consiglio), tophost.it
offre 200 Mb con supporto PHP e
MySQL con poco più di 10
euro/annuali.
Note e conclusioni
I 5 tipi di utenti e l'impostazione di
permessi personalizzati permettono di
creare un file manager online fra più
utenti, in cui l'uploader non è
semplicemente il singolo utente. In
questo modo, oltre a creare un semplice
gestore di documenti personali, si può
anche creare una piccola risorsa
condivisa a più utenti.
Le funzioni di visualizzazione e
conteggio download senza database lo
rendono molto fruibile e alternativo a
soluzione più complesse.
Trovate sul sito tutte le informazioni
che vi possono interessare in merito,
oltre ad un forum di supporto.
22. SPRITE MAGAZINE
PAG 22
Di che risveglio sei ?
Di Annalisa Fabrizi <annalisa28483@libero.it>
Domenica.
Ore 11:47 a.m., temperatura costante,
rumore…… nessuno.
Sarebbe tutto immobile, compreso il
fagotto scomposto svenuto sul letto
qualche ora prima, se non fosse per un
rantolo fuori tempo che tradisce la
presenza di una forma di vita sotto
quella coperta.
La posizione un tantino… innaturale…
costringe il groviglio di braccia, testa,
schiena e gambe a rimettere il sangue in
circolo prima che il formicolio diventi
insensibilità totale e perdita di un arto.
E’ l’occhietto a sbottonarsi per primo
cercando di mettere a fuoco nel buio….
Una manina (che sia la destra?) scansa i
capelli stirati sulla faccia… azzarda la
presa su un lembo di lenzuolo
e……ZAAACK!!!
Un fascio di luce trapana l’unica retina
scoperta e per un quarto d’ora buono
resto accecata come un gatto sulla
strada che guarda la morte venirgli
incontro.
BUONGIORNO ANNALISA!!!!!!!
L’occhio curioso è stato punito, ora non
mi rimane che strizzarli entrambi
qualche momento per riabituarli alla
luce del giorno.
Tsé… Come se servisse a qualcosa……
A quanti di voi capita di vivere spesso il
risveglio come uno schiaffo?
E magari girare fino a sera col tamarrico
occhiale nero para luce/copri lividi
anche quando piove...
Bene, faccine stanche, con tutta
probabilità fate parte di quella
minoranza di anime che la
cronopsicologia chiama… GUFI!
Le Tipologie Circadiane
Per “ritmi circadiani” si intendono i cicli
sonno-veglia che, dovuti al diverso
funzionamento della surrenale
(ghiandola che attiva i meccanismi del
risveglio) tra le persone, dividono
queste in 3 gruppi: le Allodole, gli
Intermedi e i Gufi.
Ma vediamo meglio di che si tratta:
Le Allodole
Fanno parte di
questa categoria il
10-15% dei
soggetti, ovvero i
mattutini: coloro
che tendono a svegliarsi presto la
mattina, ad essere attivi nella prima
metà della giornata e a coricarsi presto
la sera. Sono in genere più soggetti al
“calo post-prandiale”: un abbassamento
dei livelli di vigilanza nel primo
pomeriggio, fase nella quale può essere
utile un breve riposo (non più di venti
minuti!) ed è consigliato, in particolare
23. NUMERO IV
PAG 23
tra le 14 e le 16, fare attenzione alla
guida o se possibile evitarla. I mattutini
si adattano con difficoltà a
modificazioni del ciclo attività-riposo
imposte da cause esterne, non a caso a
questo gruppo appartiene la
maggioranza dei bambini. Per
mantenere il benessere psicofisico è
quindi consigliabile adottare ritmi di
vita regolari, evitare per esempio lavori
a turno notturno o vacanze esotiche
(voli transmeridiani) di breve durata
che potrebbero portare più danni che
benefici.
Le allodole sono in genere socialmente
apprezzate perchè considerate persone
coscienziose, determinate, dotate di
senso del dovere, affidabili
ed…emotivamente stabili!
I Gufi
Sono considerati
tali il 15-20% degli
individui, più
comunemente detti
serotini: persone
che faticano non
poco a svegliarsi
presto la mattina, che sono più attive
verso sera e inclini a restare sveglie fino
a notte tarda. Di giorno non amano
troppo la luce e faticano a dare il
massimo nelle diverse attività.
Generalmente però, possiedono una
grande capacità di adattamento a
variazioni del ciclo attività-riposo, tanto
che per questi soggetti si parla di
elasticità del ciclo. Se ti ritrovi in questa
categoria è probabile che tu sia nato/a
in estate (o al limite primavera) e anche
che tu sia….maschio!
Gli Intermedi
Se credi di essere tra
questi ma al tuo gruppo
non è stato dato un
nome figo che pare
preso dalla Scuola di
Hogwarts non
preoccuparti! La tua
categoria costituisce la maggioranza del
popolo, difatti i soggetti che non
risultano né mattutini né serotini
sono nientemeno che il 65-75%! Devi
sapere poi che l’appartenenza ad una
data tipologia circadiana non rimane
costante per tutto l’arco di vita ma può
variare in base ad alcuni fattori (per
esempio l’età), cosa che invece succede
di rado ad un gufo o ad un allodola che
quasi sempre rimangono tali.
Ma come si fa a sapere di preciso a che
gruppo si appartiene?
Ovvio… Con un test!
I più utilizzati per questo scopo sono
solitamente due: la Composite Scale e il
Morningness-Eveningness
Questionnaire. Ti propongo la versione
ridotta del secondo, al quale puoi
rispondere semplicemente: o scegliendo
una sola opzione tra le risposte elencate,
o scrivendo un orario preciso dove
richiesto e…il più sinceramente
possibile.
24. SPRITE MAGAZINE
PAG 24
Si comincia:
1) Considerando solo i tuoi ritmi
personali, a che ora ti alzeresti la
mattina se fossi completamente libero/a
di organizzare la tua giornata?
Dalle ore 5 alle 12
2) Quanto ti senti stanco/a durante la
prima mezz’ora dopo il sveglio al
mattino?
a)Molto stanco/a
b)Abbastanza stanco/a
c)Abbastanza riposato/a
d)Molto riposato/a
3) A che ora la sera ti senti stanco/a e di
conseguenza hai bisogno di andare a
dormire?
Dalle 20 alle 3
4) A che ora del giorno pensi di
raggiungere la massima forma?
Dall’1 alle 24
5) Si sente parlare di due tipi di
persone, uno che è più attivo al mattino
e l’altro che è più attivo la sera. Quale di
questi tipi ti consideri?
a)Decisamente più attivo/a al mattino
b)Un po’ più attivo/a la mattina rispetto
alla sera
c)Un po’ più attivo/a la sera rispetto alla
mattina
d)Decisamente più attivo alla sera
I risultati li trovi sul prossimo
giornalino!
25. NUMERO IV
PAG 25
Il disinformatico
di Nicola De Marchi – <disinformatico@nicolademarchi.it>
Era nell'aria da qualche settimana, si
aspettava solo di saperlo "ufficialmente"
e di abbandonare le ultime, poco
razionali, speranze. Magari si era solo
allontanata, magari si era persa o
qualcuno l'aveva adottata: così
pensavamo io, il falegname con il suo
camioncino bianco, Angela della
copisteria e le decine di persone della
via o della facoltà che quotidianamente
da quasi quindici anni la incrociavano.
Invece Rosy, la micia adottiva di Scienze
dell’Informazione, ha scelto di morire,
probabilmente nel giorno di Ognissanti
o in quello successivo, sotto la siepe nel
giardino della facoltà, proprio dove
qualche anno fa le scattai questa foto.
Non si era mai allontanata da quel suo
piccolo mondo che aveva come punti
cardinali la soglia della biblioteca,
l'incrocio con via Pasolini, la villetta di
fronte al cancello della facoltà e quel
metro quadro della strada che fa da
vertice del cono orografico sopra cui
tutta via Sacchi poggia, da cui ogni
passo fatto in qualunque direzione è un
passo in discesa e su cui lei si sedeva
guardandoci allontanarci quando la
salutavamo alla fine della giornata. Non
si era mai allontanata e proprio per
questo in tanti abbiamo imparato a
volerle bene entrando nella sua vita alla
mattina e uscendone alla sera, giorno
dopo giorno per anni. In tanti, ora,
siamo un pochino più soli.
26. SPRITE MAGAZINE
PAG 26
Nuovi mondi, una manciata di parole
Di Venturi Filippo < fil1980@virgilio.it>
La famosa rivista americana “Wired”, nel numero di Novembre, ha proposto un
interessante articolo, nel quale, basandosi su un curioso aneddoto riguardante lo
scrittore Ernest Hemingway, ha chiesto a diversi scrittori / sceneggiatori / fumettisti /
ecc… di scrivere brevi racconti, utilizzando al massimo 6 parole.
Hemingway scrisse un racconto, composto da 6 parole soltanto, definendolo
(ironicamente?) il suo miglior lavoro:
“Vendesi scarpe da bambino, mai usate.”
(For sale: baby shoes, never used)
Ernest Hemingway, scrittore statunitense (1899-1961)
L’idea in sé può sembrare ridicola, eppure queste poche parole riescono, a mio avviso, a
creare una certa curiosità nel lettore nel sapere cosa si nasconda dietro la semplice frase.
A me viene in mente un background triste, magari nell’America della “grande
depressione” (visto l’anno di nascita dello scrittore), che ha colpito il venditore in
Wired Magazine (11/2006) Una delle sintesi grafiche dedicate all’iniziativa
27. NUMERO IV
PAG 27
questione, e che la sua iniziativa sia dovuta al bisogno di disfarsi di quel triste ricordo (le
scarpe), ma allo stesso tempo di racimolare qualche soldo, forse per una non rosea
situazione economica.
Siamo molto vicini alla fatidica “sega mentale”, ma se voi, come
me, pensate che vi sia una certa suggestione dietro questa frase,
credo che troverete interessante il seguito di questo articolo.
Un altro esempio è quello dello scrittore Augusto Monterroso:
“Quando si svegliò, il dinosauro era ancora lì.”
(Cuando despertò, el dinosauro todavia estaba allí)
Augusto Monterroso, scrittore guatemalteco (1921-2003)
Oppure Philip K. Dick che, pur non scrivendo niente di così
sintetico, potrebbe partecipare all’iniziativa con i titoli di alcuni
suoi famosi romanzi:
“Ma gli androidi sognano pecore elettriche?”
(Do Androids Dream of Electric Sheep?)
Philip K. Dick, scrittore statunitense (1928-1982)
“Scorrete lacrime, disse il poliziotto.”
(Flow my tears, the policeman said)
Philip K. Dick, scrittore statunitense (1928-1982)
Tornando a Wired, tra le tante persone coinvolte ci sono famosi scrittori contemporanei
(Bruce Sterling, William Gibson, David Brin) e fumettisti (Alan Moore, Stan Lee,
Frank Miller), i quali confermano la propria genialità con frasi che a volte rasentano il
demenziale, altre volte lasciano sbirciare un intero mondo nuovo.
Ecco alcuni di questi racconti (l’elenco completo, in inglese, è nel sito di Wired), in parte
tradotti da me (perdonatemi eventuali errori), cercando di rispettare il
limite di 6 parole. Purtroppo la lingua italiana non può fare a meno degli articoli, a volte
? :-)
“Internet prende coscienza? Ridico- connessione interrotta.”
(Internet “wakes up?” Ridicu - no carrier)
Charles Stross, scrittore scozzese
Ernest Hemingway
Philip K. Dick
28. SPRITE MAGAZINE
PAG 28
“Osama viaggia tempo. Presidente Gore preoccupato.”
(Osama’s time machine: President Gore concerned)
Charles Stross, scrittore scozzese
“Mozilla devasta Redmond; implicata atomica Google.”
(Mozilla devastates Redmond, Google’s nuke implicated)
Charles Stross, scrittore scozzese
“Computer, abbiamo portato le batterie? Computer?”
(Computer, did we bring batteries? Computer?)
Eileen Gunn, scrittrice statunitense
“Dinosauri sono tornati. Vogliono indietro petrolio.”
(Dinosaurs return. Want their oil back)
David Brin, scrittore statunitense
“Vuoto spaziale. Orbite divergono. Addio, amore.”
(Vacuum collision. Orbits diverge. Farewell, love)
David Brin, scrittore statunitense
“Test fallito. Università sfumata. Inventato razzo.”
(Failed SAT. Lost scholarship. Invented rocket)
William Shatner, attore statunitense
“Abito tolto delicatamente. La testa meno.”
(Gown removed carelessly. Head, less so)
Joss Whedon, scrittore/regista statunitense
“Tic Tac Tic Tac Tic Tic”
(Tick tock tick tock tick tick)
Neil Stephenson, scrittore statunitense
“Il pene si stacca; è incinto!”
(His penis snapped off; he’s pregnant!)
Rudy Rucker, matematico/scrittore statunitense
“Garanzia automobile scaduta. Scaduto anche motore.”
(Automobile warranty expires. So does engine)
Stan Lee, fumettista statunitense
Stan Lee
29. NUMERO IV
PAG 29
“… del tempo. Avrei inventato una macchina”
(Machine. Unexpectedly, I’d invented a time)
Alan Moore, scrittore/fumettista statunitense
“Con le mani insanguinate, dico addio”
(With bloody hands, I say good-bye)
Frank Miller, fumettista statunitense
“Giorno sprecato. Vita sprecata. Dessert, prego.”
(Wasted day. Wasted life. Dessert, please)
Steven Meretzky, scrittore/sviluppatore di videogame statunitense
“Steve ignora le restrizioni editoriali e”
(Steve ignores editor's word limit and)
Steven Meretzky, scrittore/sviluppatore di videogame statunitense
“Epitaffio: Sciocchi umani, mai scappati dalla terra.”
(Epitaph: Foolish humans, never escaped Earth)
Vernor Vinge, matematico/scrittore statunitense
“E’ troppo costoso, resta umano.”
(It cost too much, staying human)
Bruce Sterling, scrittore statunitense
“Bush diceva il vero. Inferno congelato.”
(Bush told the truth. Hell froze)
William Gibson, scrittore statunitense
“Dio alla Terra: Più lacrime, pivelli!”
(God to Earth: “Cry more, noobs!”)
Marc Laidlaw, scrittore statunitense
“Rilevatore di bugie perfezionato: Civiltà collassa.”
(Lie detector eyeglasses perfected: Civilization collapses)
Richard Powers, scrittore statunitense
30. SPRITE MAGAZINE
PAG 30
FONTI:
• http://wired.com/wired/archive/14.11/sixwords.html
• http://blog.wired.com/sixwords
• http://www.fantascienza.com/magazine/notizie/8659
FORUM STUDENTI
Ti ricordiamo che i rappresentanti degli studenti hanno messo a disposizione un forum,
dove trovi e puoi chiedere informazioni riguardanti lo studio, il corso di laurea, studio
all’estero, lavoro.. ecc.. USATELO !!
http://rappresentanti.csr.unibo.it/forum/
35. NUMERO IV
PAG 35
11 metodi per catturare un leone nel deserto
Tratto da G.Lolli - Il riso di Talete
Il metodo di Peano. Esiste una curva
che riempe lo spazio che passa per ogni
punto del deserto. Una tale curva può
essere percorsa in un tempo breve
quanto si vuole. Armato di una lancia in
resta, percorrila in un tempo minore di
quello che il leone impiega a spostarsi
della propria lunghezza.
Il metodo di Bolzano-Weierstrass.
Biseca il deserto in direzione nord-sud.
Il leone giace in una delle due metà.
Biseca questa metà con una linea in
direzione est-ovest. Il leone giace in una
di queste due metà. Continua il
processo indefinitamente, ogni volta
costruendo una recinzione. Il leone
viene rinchiuso entro una recinzione di
perimetro arbitrariamente piccolo.
Il metodo di Schrodinger. In ogni
istante, c'è una probabilità non nulla
che il leone sia nella gabbia. Aspetta.
Un metodo topologico. Dai al deserto la
topologia leonina, in cui un
sottoinsieme è chiuso se e solo se è
l'intero deserto, oppure non contiene
leoni. L'insieme dei leoni è denso in
questa topologia. Metti nel deserto una
gabbia aperta. Per la densità, contiene
un leone. Chiudila in fretta!
Un metodo geometrico. Colloca una
gabbia sferica nel deserto, entra e
chiudila bene. Esegui un'inversione
rispetto alla gabbia, il leone è allora
all'interno della gabbia e tu fuori.
Induzione. Dimostriamo per induzione
inversa l'enunciato L(n): «E possibile
catturare n leoni». Esso è vero per n
sufficientemente grande, perché allora i
leoni saranno numerosi e schiacciati
come sardine e non avranno la
possibilità di muoversi e scappare. Ma
banalmente L(n + i) implica. L(n)
perchè, se abbiamo catturato n + i leoni,
possiamo liberarne uno. Quindi L(1) è
vero.
Metodo di Bourbaki. La cattura di un
leone nel deserto è un caso particolare
di un problema molto più generale.
Formulate questo problema e trovate
condizioni necessarie e sufficienti per la
sua soluzione. La cattura di un leone è
ora un corollario della teoria generale,
che non è assolutamente il caso di
scrivere nei dettagli.
Fonte:
http://www1.mate.polimi.it/~bramanti/
caffe/materidere/leoni.htm
Matemagica e racconto suggeriti da Filippo
Venturi
36. SPRITE MAGAZINE
PAG 36
Fine !
Se hai commenti, suggerimenti sui contenuti del nostro giornalino, scrivici !!!
sprite@sprite.csr.unibo.it
Vieni a visitare il nostro sito
http://sprite.csr.unibo.it
trovi informazioni sulle attività della nostra
associazione, news, orari di apertura, servizi,
feste…
Hanno collaborato a questo numero:
Articoli : (ordine alfabetico)
• Battistelli Matteo
• Ciotti Elvis
• De Marchi Nicola
• Dionigi Tommaso
• Fabrizi Annalisa
• Nicotra Alessandro
• Venturi Filippo
Interviste:
• Dott. Matteo Silimbani
• Dott.ssa Serena Papi
Impaginazione, copertina, articolo introduttivo:
• Elvis Ciotti
Alcuni articoli del prossimo numero
• Sapevi che fare il dritto a volte fa più che bene? - Annalisa Fabrizi
• Ebay for dummies: come usarlo e come non farsi truffare – Elvis Ciotti
• Le potenzialità di Ajax – Simone Gentili (Demo)
• Code & Life Refactoring - Marco Bagnaresi
• […]
exit(0);
Associazione
S.p.r.i.Te.
Via sacchi 3, Cesena(FC)
Tel. 0547 338842
http://sprite.csr.unibo.it