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Cosa ho imparato dalla mia
esperienza di mobile
learning con una classe di
italiano L2.
Presentazione a cura di Marta Pavia
Italiano
mobile
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Chi sono
mi chiamo Marta Pavia
ho 31 anni
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con tesi “Italiano mobile.
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learning con studenti di italiano L2”
nella vita insegno e mi occupo di
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Mi trovate su martapavia.com
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Presentiamoci (via mobile!)
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Cos’è il mobile learning?
 Mobile learning = Apprendimento con il cellulare? Definizione
troppo tecnocentrica. (Ranieri 2014,Traxler 2007)
 Tre ere: stampa / televisione / era “mobile” (Arrigo 2013)
 Sono in corso mutamenti socioculturali che hanno cambiato il
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 Gli studenti sono in continuo movimento e risolvono i problemi nel
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 La conoscenza oggi si costruisce attraverso conversazioni, modalità
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 La scuola rifiuta i dispositivi mobili e li relega all’ambito
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 È un modello che descrive la costruzione del significato nella
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+
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Ma i nativi digitali?
 Teoria elaborata da Prensky nel 2001
 Gli studenti sono “madrelingua” dei videogiochi e sono in
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 L’autore stesso la rivede nel 2009 iniziando a parlare di
“saggezza digitale”
+
IL BYOD
 BYOD significa BringYour Own Device e consiste
nell’impiegare nella didattica i dispositivi di proprietà degli
studenti.
 È nominato anche nel Piano Nazionale Scuola Digitale,
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nell’ottobre del 2015
 Si supera il divieto precedente
«L’uso dei cellulari da parte degli studenti, durante lo
svolgimento delle attività didattiche, è vietato.
Il divieto deriva dai doveri sanciti dallo statuto delle
studentesse e degli studenti (D.P.R. n. 249/1998).»
+
La mia sperimentazione
Ho lavorato per sei mesi con un gruppo di ragazzi tra i 13 e i 17 anni
presso l’associazione ASAI di Torino (20 lezioni da un’ora e mezza).
+
Strumenti per il mobile learning
Le piattaforme apposite (Moodle, Edmodo,Weschool) sono
molto ben fatte ma spesso hanno alcuni di questi problemi:
 Obbligano a scaricare l’app
 Non funzionano bene su browser mobile (non sono responsive)
 Obbligano alla registrazione
 Non sempre sono in lingua italiana
 Hanno un brutto deisgn
 Non sono completamente gratuite
 Mancano di funzioni utili per l’insegnante (somministrazione di
quiz, creazione di gruppi, possibilità di condividere materiali)
Le cose probabilmente sono migliorate negli ultimi mesi, Weschool
ad esempio ha integrato alcune delle funzioni mancanti.
Ho preso in considerazione 86 webware e applicazioni mobili.
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+
Quindi che strumenti ho usato?
 sono già presenti sul telefono
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 funzionano da browser
 non richiedono registrazione
 sono semplici da usare
 funzionano bene su schermo di qualsiasi dimensione
Ho impiegato il più possibile app e software che
+
Facebook
 Funziona bene su
browser mobile
 Molti studenti hanno già
l’account
 È in italiano
 Da regolamento si può
usare sopra i 13 anni
 Permette la creazione di
gruppi (segreti) e lo
scambio di documenti
+
Kahoot
 App per fare quiz interattivi in tempo reale. I ragazzi l’hanno
apprezzata moltissimo.
+
Padlet
 Lavagna online semplice da usare che funziona bene anche
da browser.
+
Google forms
 Funziona su qualsiasi piattaforma senza installazione o
registrazione
+
Prezi
 Web app per preparare e condividere presentazioni animate
Il mio profilo https://prezi.com/user/duj5e-kaaho-/
+
Imgflip
 App che permette di editare le foto online. Noi l’abbiamo
usata per creare dei “meme”
+
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+
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+
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+
Non è tutto facile
 Tempi lunghi di progettazione e realizzazione dei materiali
 Problemi di connessione e altri problemi tecnici
 Difficoltà nel personalizzare l’apprendimento e il feedback
 Difficoltà nel lavoro di gruppo
 Problemi di connessione nel lavoro a distanza
 Scarse competenze informatiche degli studenti
 Dispositivi obsoleti
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Ecco i problemi che ho riscontrato più spesso:
+
Mettetevi alla prova!
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+
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+
Bibliografia
 ARRIGO M. (2013), Apprendere con le tecnologie mobili, in TD: Pedagogia nell'era digitale,
edizioni Menabò, Pescara, http://www.tdjournal.itd.cnr.it/allegatoTD60
 BACHMAIR B., COOK J., PACHLER N. E LONDON MOBILE LEARNING GROUP (2013), Mobilità
ubiquitaria con i telefoni cellulari in contesto scolastico formale – un approccio al mobile learning
basato su una cultura ecologica, in «Form@are Open Journal per la formazione in rete» n. 73, pp.4-
19 http://www.fupress.net/index.php/formare/article/view/12551  
 BACHMAIR B., PACHLER N (2014)., A Cultural Ecological Frame for Mobility and Learning, in «Open
journal MedienPädagogik», 24http
://www.medienpaed.com/globalassets/medienpaed/24/bachmair_pachler1409.pdf
 CASATI R. (2013), Contro il colonialismo digitale, Bari, Laterza
 GUI M. (2015), Le trasformazioni della disuguaglianza digitale tra gli adolescenti: evidenze da tre
indagini nel Nord Italia, Quaderni di Sociologia [Online], 69 http://qds.revues.org/515
 LAVE J.,WENGER E. (2006), L'apprendimento situato,Dall'osservazione alla partecipazione attiva nei
contesti sociali, Erickson
 PRENSKY M (2001), Digital Natives,Digital Immigrants Part I, in “On the Horizon” (MCB University
Press), vol. 9, n. 5, ottobre.Traduzione di Francesca Nicola.http
://www.laricerca.loescher.it/istruzione/666-nativi-digitali-e-immigrati-digitali-1.html
 PRENSKY M. (2010), H.Sapiens Digitale: dagli Immigrati digitali e nativi digitali alla saggezza
digitale. «TD-Tecnologie Didattiche», 50, pp. 17-24
http://www.tdjournal.itd.cnr.it/files/pdfarticles/PDF50/2_Prensky.pdf
+
Bibliografia
 RANIERI M. (2011), Le insidie dell’ovvio.Tecnologie educative e critica della retorica tecnocentrica, Pisa,
ETS, 2011
 RANIERI M., PIERI M. (2014), Mobile learning.Dimensioni teoriche,modelli didattici,scenari applicativi,
Milano, Unicolpi
 SARTORI L. (2006), Il divario digitale, Bologna, Il mulino
 SHARPLES M. (2005), Learning As Conversation:Transforming Education in the Mobile Age, in
Proceeding of conference on seeing, understanding, learning in the mobile age. Budapest, Hungary. pp.
147-152 http://www.hunfi.hu/mobil/2005/Sharples_final.pdf
 SHARPLES M.,TAYLOR J.,VAVOULA G. (2006). A Theory of Learning for the Mobile Age.R.Andrews and C.
Haythornthwaite. in The Sage Handbook of Elearning Research, Sage publications, pp.221-
247https://telearn.archives-
ouvertes.fr/file/index/docid/190276/filename/Sharples_et_al_Theory_of_Mobile_Learning_preprint.pd
f
 TRAXLER J. (2007), Defining,Discussing,and Evaluating Mobile Learning, International Review of Research
in «Open and Distance Learning»(IRRODL), 8 (2), 2007 http://files.eric.ed.gov/fulltext/EJ800946.pdf
 TRENTIN G. (2009), Insegnanti e nativi digitali, in «TD-Tecnologie didattiche», 47 numero
2https://www.researchgate.net/profile/Guglielmo_Trentin/publication/237150312_Insegnanti_e_nativi_
digitali/links/00b7d526407edd38e6000000.pdf

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  • 1. + Cosa ho imparato dalla mia esperienza di mobile learning con una classe di italiano L2. Presentazione a cura di Marta Pavia Italiano mobile
  • 2. + Chi sono mi chiamo Marta Pavia ho 31 anni sono laureata in Scienze linguistiche con tesi “Italiano mobile. Sperimentazione del mobile learning con studenti di italiano L2” nella vita insegno e mi occupo di comunicazione e social media. Mi trovate su martapavia.com
  • 3. + Presentiamoci (via mobile!) Aprite un browser e digitate questo indirizzo padlet.com/marta_pavia/presentiamoci
  • 4. + Cos’è il mobile learning?  Mobile learning = Apprendimento con il cellulare? Definizione troppo tecnocentrica. (Ranieri 2014,Traxler 2007)  Tre ere: stampa / televisione / era “mobile” (Arrigo 2013)  Sono in corso mutamenti socioculturali che hanno cambiato il modo di apprendere.
  • 5. + Cosa ha di diverso l’apprendimento mobile?  Gli smartphone sono media convergenti -> telefono, fotocamera, agenda, lettore mp.3, ecc... (Ben Bachmair - London Mobile learning Group)  Gli studenti sono in continuo movimento e risolvono i problemi nel momento in cui li incontrano (lifelong learning). (Sharples ,Taylor,Vavoula 2006)  La conoscenza oggi si costruisce attraverso conversazioni, modalità che si oppone all’istruzione scolastica istituzionale, in cui l’insegnante parla e gli studenti ascoltano. (Sharples ,Taylor,Vavoula 2006)
  • 6. + La prospettiva ecologica di Bachmair  Oggi l’apprendimento è informale, individualizzato, legato al contesto generato dall’utente (sociale, informativo, geografico)  La scuola rifiuta i dispositivi mobili e li relega all’ambito dell’intrattenimento. Per questo perde il 20% degli studenti.  È necessario opporsi al Taylorismo digitale = apprendente che punta all’auto-ottimizzazione di se stesso per avere successo nel mondo del lavoro  Le conoscenze dell’apprendente e gli strumenti tecnologici sono risorse culturali che vanno sfruttate in modo sostenibile ed equo(ecologia culturale)
  • 7. + Mobile complex (Bachmair 2014)  È un modello che descrive la costruzione del significato nella nostra società.  C’è una stretta correlazione tra quello che l’apprendente sa già (agency), gli strumenti tecnologici a disposizione (structures) e il contesto socio-antropologico in cui viviamo (cultural practices)
  • 8. + Che fare in pratica?  Non rifiutare le tecnologie e le modalità di apprendimento degli studenti  Valorizzare le loro competenze pregresse  Portare la loro competenza ingenua a un livello più alto di consapevolezza  Fare in modo che gli studenti costruiscano dei significati personali su ciò che stanno apprendendo (teoria costruttivista dell’apprendimento situato - Lave,Wenger 2006)  Fare in modo che nessuno venga lasciato indietro
  • 9. + Parliamone Rispondete al questionario linkato su Padlet https://goo.gl/forms/qb8PslKj23kEVhV12
  • 10. + Ma i nativi digitali?  Teoria elaborata da Prensky nel 2001  Gli studenti sono “madrelingua” dei videogiochi e sono in grado di usare la tecnologia in modo intuitivo, senza fatica, e praticando il multitasking  Gli adulti sono “immigrati digitali” e conserveranno sempre un “accento” diverso  Teoria criticata da molti studiosi, anche italiani (Trentin 2009, Casati 2013)  L’autore stesso la rivede nel 2009 iniziando a parlare di “saggezza digitale”
  • 11. + IL BYOD  BYOD significa BringYour Own Device e consiste nell’impiegare nella didattica i dispositivi di proprietà degli studenti.  È nominato anche nel Piano Nazionale Scuola Digitale, documento presentato a Roma dal ministro Giannini nell’ottobre del 2015  Si supera il divieto precedente «L’uso dei cellulari da parte degli studenti, durante lo svolgimento delle attività didattiche, è vietato. Il divieto deriva dai doveri sanciti dallo statuto delle studentesse e degli studenti (D.P.R. n. 249/1998).»
  • 12. + La mia sperimentazione Ho lavorato per sei mesi con un gruppo di ragazzi tra i 13 e i 17 anni presso l’associazione ASAI di Torino (20 lezioni da un’ora e mezza).
  • 13. + Strumenti per il mobile learning Le piattaforme apposite (Moodle, Edmodo,Weschool) sono molto ben fatte ma spesso hanno alcuni di questi problemi:  Obbligano a scaricare l’app  Non funzionano bene su browser mobile (non sono responsive)  Obbligano alla registrazione  Non sempre sono in lingua italiana  Hanno un brutto deisgn  Non sono completamente gratuite  Mancano di funzioni utili per l’insegnante (somministrazione di quiz, creazione di gruppi, possibilità di condividere materiali) Le cose probabilmente sono migliorate negli ultimi mesi, Weschool ad esempio ha integrato alcune delle funzioni mancanti. Ho preso in considerazione 86 webware e applicazioni mobili. Ne ho usate solo 17.
  • 14. + Quindi che strumenti ho usato?  sono già presenti sul telefono  occupano poco spazio  funzionano da browser  non richiedono registrazione  sono semplici da usare  funzionano bene su schermo di qualsiasi dimensione Ho impiegato il più possibile app e software che
  • 15. + Facebook  Funziona bene su browser mobile  Molti studenti hanno già l’account  È in italiano  Da regolamento si può usare sopra i 13 anni  Permette la creazione di gruppi (segreti) e lo scambio di documenti
  • 16. + Kahoot  App per fare quiz interattivi in tempo reale. I ragazzi l’hanno apprezzata moltissimo.
  • 17. + Padlet  Lavagna online semplice da usare che funziona bene anche da browser.
  • 18. + Google forms  Funziona su qualsiasi piattaforma senza installazione o registrazione
  • 19. + Prezi  Web app per preparare e condividere presentazioni animate Il mio profilo https://prezi.com/user/duj5e-kaaho-/
  • 20. + Imgflip  App che permette di editare le foto online. Noi l’abbiamo usata per creare dei “meme”
  • 21. + Pic collage  Applicazione per fare collage di foto. Noi l’abbiamo usata per raccontare aspetti della loro vita legati ai verbi voglio/devo/posso (digital storytelling)
  • 22. + Replay (ora Quik)  App per fare montaggio video semplice e veloce. I ragazzi hanno realizzato dei video nei quali hanno raccontato la propria storia.
  • 23. + Altre app  Whatsapp -> instant messaging  Quizalize -> quiz interattivi  Educaplay -> quiz interattivi  Tagul -> nuvole di parole (word cloud)  Slideshare -> condivisione di slides  Instagram -> editing e condivisione di foto
  • 24. + Non è tutto facile  Tempi lunghi di progettazione e realizzazione dei materiali  Problemi di connessione e altri problemi tecnici  Difficoltà nel personalizzare l’apprendimento e il feedback  Difficoltà nel lavoro di gruppo  Problemi di connessione nel lavoro a distanza  Scarse competenze informatiche degli studenti  Dispositivi obsoleti  Digital divide, anche nelle competenze (Sartori 2006, Gui 2016) Ecco i problemi che ho riscontrato più spesso:
  • 25. + Mettetevi alla prova! Cosa vi è rimasto impresso della lezione di oggi? Digitate sul browser del vostro telefono l’indirizzo kahoot.it Tranquilli, poi potete rileggere le slide sul mio profilo Slideshare
  • 26. + Intervista ai ragazzi Video-intervista di fine corso realizzata insieme ai ragazzi https://www.youtube.com/watch?v=77UhGCxzJQg
  • 27. + Bibliografia  ARRIGO M. (2013), Apprendere con le tecnologie mobili, in TD: Pedagogia nell'era digitale, edizioni Menabò, Pescara, http://www.tdjournal.itd.cnr.it/allegatoTD60  BACHMAIR B., COOK J., PACHLER N. E LONDON MOBILE LEARNING GROUP (2013), Mobilità ubiquitaria con i telefoni cellulari in contesto scolastico formale – un approccio al mobile learning basato su una cultura ecologica, in «Form@are Open Journal per la formazione in rete» n. 73, pp.4- 19 http://www.fupress.net/index.php/formare/article/view/12551    BACHMAIR B., PACHLER N (2014)., A Cultural Ecological Frame for Mobility and Learning, in «Open journal MedienPädagogik», 24http ://www.medienpaed.com/globalassets/medienpaed/24/bachmair_pachler1409.pdf  CASATI R. (2013), Contro il colonialismo digitale, Bari, Laterza  GUI M. (2015), Le trasformazioni della disuguaglianza digitale tra gli adolescenti: evidenze da tre indagini nel Nord Italia, Quaderni di Sociologia [Online], 69 http://qds.revues.org/515  LAVE J.,WENGER E. (2006), L'apprendimento situato,Dall'osservazione alla partecipazione attiva nei contesti sociali, Erickson  PRENSKY M (2001), Digital Natives,Digital Immigrants Part I, in “On the Horizon” (MCB University Press), vol. 9, n. 5, ottobre.Traduzione di Francesca Nicola.http ://www.laricerca.loescher.it/istruzione/666-nativi-digitali-e-immigrati-digitali-1.html  PRENSKY M. (2010), H.Sapiens Digitale: dagli Immigrati digitali e nativi digitali alla saggezza digitale. «TD-Tecnologie Didattiche», 50, pp. 17-24 http://www.tdjournal.itd.cnr.it/files/pdfarticles/PDF50/2_Prensky.pdf
  • 28. + Bibliografia  RANIERI M. (2011), Le insidie dell’ovvio.Tecnologie educative e critica della retorica tecnocentrica, Pisa, ETS, 2011  RANIERI M., PIERI M. (2014), Mobile learning.Dimensioni teoriche,modelli didattici,scenari applicativi, Milano, Unicolpi  SARTORI L. (2006), Il divario digitale, Bologna, Il mulino  SHARPLES M. (2005), Learning As Conversation:Transforming Education in the Mobile Age, in Proceeding of conference on seeing, understanding, learning in the mobile age. Budapest, Hungary. pp. 147-152 http://www.hunfi.hu/mobil/2005/Sharples_final.pdf  SHARPLES M.,TAYLOR J.,VAVOULA G. (2006). A Theory of Learning for the Mobile Age.R.Andrews and C. Haythornthwaite. in The Sage Handbook of Elearning Research, Sage publications, pp.221- 247https://telearn.archives- ouvertes.fr/file/index/docid/190276/filename/Sharples_et_al_Theory_of_Mobile_Learning_preprint.pd f  TRAXLER J. (2007), Defining,Discussing,and Evaluating Mobile Learning, International Review of Research in «Open and Distance Learning»(IRRODL), 8 (2), 2007 http://files.eric.ed.gov/fulltext/EJ800946.pdf  TRENTIN G. (2009), Insegnanti e nativi digitali, in «TD-Tecnologie didattiche», 47 numero 2https://www.researchgate.net/profile/Guglielmo_Trentin/publication/237150312_Insegnanti_e_nativi_ digitali/links/00b7d526407edd38e6000000.pdf