Un piccolo saggio su due grandi poeti italiani e il loro rapporto con la lingua portoghese e portoghese-brasiliana. Attraverso alcuni aforismi di Pessoa e le canzoni di Gilberto Gil.
CON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla Cresima
Leopardi ed Ungaretti in Brasile - Luca Pelusi
1. Leopardi ed Ungaretti
in Brasile
A Taissa, che canta, balla e ride.
“Tristeza não tem fim/Felicidade sim/A felicidade é como a gota/De orvalho numa petala de
flor/Brilha tranquila/Depois de leve oscila/E cai como uma lagrima de amor/” (Tristezza non ha
fine/Felicità sì/La felicità è come una goccia/Di rugiada su un petalo di fiore/Brilla tranquilla/Poi
leggera oscilla/E cade come lacrima d’amor/).
Sono versi del poeta brasiliano Vinicius De Moraes, tratti dalla sua pièce teatrale: “Orfeo Negro”, la
versione carioca del mito classico. A comporre le musiche il musicista Antônio Carlos Jobim.
Cambia, ovviamente, la trama, molto più moderna: Orfeo è un giovane tranviere di Rio De Janeiro
che ama cantare e suonare la chitarra. Alla vigilia del carnevale arriva Euridice, una graziosa
ragazza di cui Orfeo si innamorerà. “Orfeo Negro” diventa anche un film, diretto dal francese
Marcel Camus che vince la Palma d’oro a Cannes nel ’59. Brasile chiama Europa e viceversa.
Il samba incontra la Grecia: per una volta tanto sono i sudamericani a colonizzare l’ Europa, certo:
una colonizzazione pacifica e letteraria, ma pur sempre colonizzazione. Il Brasile è il paese meticcio
per eccellenza, lì si incrociano indios, portoghesi, africani creando un magico incrocio di razze.
Forse per questo non stupisce più di tanto questo “conjunto” tra la Grecia e Rio De Janeiro. Il poeta
Vinicius De Moraes (autore di questa pièce teatrale) conosce bene Leopardi. Talmente bene che lo
traduce. Sua una traduzione de “L’ Infinito” in portoghese 1
. De Moraes ha ben presente il fascino
poetico del recanatese. Ci sono due versi di Vinicius che rievocano i versi di Leopardi: “E il
naufragar mi è dolce in questo mare”. “Como dentro do mar, liberrimos, os polvos/No lìquido luar
/” 2
(Come dentro il mare/liberissimi, i polipi/Nel fluido chiaro di luna/), scrive Vinicius De
Moraes.
Nelle Operette Morali di Leopardi viene affrontato il tema del futuro e del progresso. Lampante è
l’intuizione del dialogo tra un mercante di almanacchi e un passeggere. Passeggere: “A quale di
cotesti vent’anni vorreste che somigliasse l’anno venturo?”. Venditore: “Io? non saprei”.
Passeggere: “Non vi ricordate di nessun anno in particolare che vi paresse felice?” Venditor: “No,
in verità no illustrissimo” Passeggere: “E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?” Venditore:
1
Cfr. Russo Mariagrazia, Um só dorido coração, Implicazioni leopardiane, nella cultura letteraria di lingua portoghese,
Ed. Sette Città, luglio 2003, Viterbo. Pag.280.
2
Cfr. Russo Mariagrazia, Um só dorido coração, op. cit., pag. 224-225.
3
Aforismi tratti dal libro di Fernando Pessoa: “La divina irrealtà delle cose”, aforismi e dintorni, Passigli Editori, 2004,
Firenze.
2. “Cotesto si sa”. Se ci spostiamo in Portogallo (giusto per rimanere in tema di paesi lusofoni), questo
scetticismo ironico verso il futuro e il progresso sembrano quasi rimare con alcuni aforismi di
Pessoa 3
: “A nossa época industrial qualquer cousa há-de produzir” (La nostra epoca industriale
qualcosa dovrà pur produrre); “A triste confiança no futuro” (La triste fiducia nel futuro), “A vida é
um mal digno de ser gozado” (La vita è un male degno di essere goduto). E l’ironia verso il
progresso e il futuro non manca al cantautore brasiliano Gilberto Gil: “O cerebro elettronico faz
tudo/Faz quase tudo/Quase tudo/Mas ele è mudo” (Il cervello elettronico fa tutto/Fa quasi
tutto/Quasi tutto/Ma è muto/ ). 4
Pessoa e Leopardi rimano tra loro per alcuni temi, per le loro
ironie, per il loro scetticismo comico. Fernando Pessoa, “dilaniato come il poeta di Recanati dall’
insistente domanda sul quid che muove l’umanità”, dedica a Giacomo Leopardi un canto: “Canto a
Leopardi”, un canto che “sembra riproporre del poeta romantico l’affannata ricerca del destino dell’
uomo”. 5
Costretti all’ esilio in Europa dalla dittatura in Brasile, i cantautori brasiliani Gilberto Gil e Caetano
Veloso sono decisamente meno ironici e più drammatici, quando trattano i temi della patria.
Gilberto Gil nel suo brano: “Nos barracos da cidade” dà voce alla disperazione delle favelas e delle
periferie metropolitane: “Nos barracos da cidade/Ninguem mais tem a ilusão/No poder da
autoridade/De tomar a decisão/” (Nelle baracche della città/Nessuno ha più l’illusione/Che il potere
dell’ autorità/Prenda delle decisioni) 6
.
Un ironico malessere anima, invece, il canto leopardiano: “All’ Italia”: “O patria mia, vedo le mura
e gli archi/E le colonne e i simulacri e l’erme/Torri degli avi nostri,/Ma la gloria non vedo,/Non
vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi/I nostri patri antichi.”
Abbiamo già detto che Vinicius De Moraes traduce Leopardi in portoghese. A restituire la cortesia
ci pensa Giuseppe Ungaretti che conosce, nel 1937, Vinicius De Moraes 7
e traduce alcune poesie
del poeta brasiliano in italiano. Vinicius nel 1969 è in Italia, e registra il suo primo album in
italiano: “La vita, amico, è l’arte dell’incontro”, insieme a Sergio Endrigo e a Toquinho. In quel
disco Giuseppe Ungaretti recita alcune proprie traduzioni poetiche delle composizioni di De
Moraes. E in un brano: “Samba delle benedizioni”, Vinicius si ricorda dei grandi amici del samba in
Italia e di Ungaretti: “Benedizione, Ungaretti, che quando ti penso/M’illumino d’immenso/Tu che
sei immenso, tu che sei denso, tu che sei intenso,/Benedizione, Ungaretti, mio paparino e
fratello!/Benedizione, Ungaretti, che sto partendo/E devo dirti addio./Perché il samba è venuto da
Bahia/E se è bianco di pelle in poesia/E’ negro nell’anima e nel cuore./.8
4
Marco Molendini, “Caetano Veloso e Gilberto Gil”, Fratelli Brasile, Stampa Alternativa, 2004, Viterbo.
5
Cfr. Russo Mariagrazia, Um só dorido coração, op. cit., pag. 158,159.
6
Marco Molendini, “Caetano Veloso e Gilberto Gil” op. cit., p. 122.
7
Cfr. www.wikipedia.it , alla voce: “Vinicius De Moraes”.
8
“Samba delle benedizioni”, tratto dal 33 giri: “La vita, amico, è l’arte dell’incontro”. Produzione e realizzazione:
Sergio Bardotti, registrazione Studio 38, Roma; missaggio: Auditorio Fonit Cetra, Torino. Ristampato in cd nel 2005.
3. Nel 1976 Vinicius è affiancato da Ornella Vanoni in un album: “La voglia, la pazzia, l’allegria”,
insieme a Toquinho alla chitarra.
“Escravo da Alegria”, (Schiavo dell’ allegria), è il brano che Toquinho e il percussionista Mutinho
dedicano a Vinicius De Moraes.
Speriamo che il Brasile ci renda schiavi in questo. Schiavi dell’ allegria.
Con tutto il rispetto per Leopardi.
Luca Pelusi