SlideShare a Scribd company logo
Intervista con
John Dewey
Dalla retorica classica al e-text…
…lo strumento IDEAM
Corso “Social media Strategies 2015”
Università degli Studi di Firenze
Progettista: Tutor:
Stella Rita Emmanuele Prof. Gianluca Simonetta
1/11
Stella Rita Emmanuele
Conoscenze e nuove tecnologie
Intervista con John Dewey
L’importanza delle Information Communication Technologies (ICT) in ambito
pedagogico-didattico, per facilitare il processo di insegnamento-apprendimento degli
studenti di ogni ordine e grado scolastico ed accademico, sia normodotati che non, sia
BES (Bisogni Educativi Speciali) che DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento).
Topics: comunicazione generativa, Gianluca Simonetta, John Dewey, Luca Toschi, social media, social media strategies 2015.
Photo credit: Arno Rafaesl Minkkinen_FOSTERS POND, 2000; 50x60 cm_Stampa b/n ai sali d'argento
2/11
Stella Rita Emmanuele
DOMANDA – Social media Strategies 2015:
Professor Dewey, ci aiuti ad esplicitare i concetti chiave del Suo pensiero; ben
strutturati nell’opera da Lei redatta “Il mio credo pedagogico”, al fine di
ricollegarli al focus della nostra intervista: l’uso delle ICT in ambito didattico…
Innanzitutto cosa intende Lei per educazione?
RISPOSTA – John Dewey:
Inizio con una breve premessa: L’interpretazione dei concetti trattati nell’opera da Lei
citata che racchiude il lungo lavoro da me condotto, si rifanno ad un pragmatismo
strumentalistico, con chiari riferimenti all’evoluzionismo che hanno portato alla
fondazione (insieme ad altri colleghi) della Scuola di Chicago; da qui ha preso avvio
il movimento dell’educazione progressiva che ha influenzato sia le politiche educative,
sia le istituzioni formative in chiave assolutamente democratica, da ciò siamo giunti ad
una grande svolta, “Attivismo”.
Per rispondere alla Sua domanda…
Io credo che – ogni educazione deriva dalla partecipazione dell’individuo alla
coscienza sociale della specie. Questo processo s’inizia inconsapevolmente quasi dalla
nascita e plasma continuamente le facoltà dell’individuo, formando i suoi abiti,
esercitando le sue idee e destando i suoi sentimenti e le sue emozioni. Mediante questa
educazione inconsapevole l’individuo giunge gradualmente a condividere le risorse
intellettuali e morali che l’umanità è riuscita ad accumulare.
In analisi il processo educativo ha due aspetti, l’uno psicologico e l’altro sociologico,
e nessuno dei due può venire subordinato all’altro o trascurato senza che ne conseguano
cattivi risultati. Di questi due aspetti quello psicologico è basilare. Gli istinti e le skills
del fanciullo forniscono il materiale e danno l’avvio a tutta l’educazione. Se gli sforzi
dell’educatore non si riallacciano a qualche attività che il discente compie di sua
propria iniziativa indipendentemente dall’educatore stesso, essa si riduce a una mera
pressione dall’esterno.
D’altra parte si insiste che la definizione sociale dell’educazione come “adattamento”
alla civiltà ne fa un processo forzato ed esterno e conduce a subordinare la libertà
dell’individuo ad una situazione sociale e politica presupposta. Ciascuna di queste
obiezioni è vera quando viene affacciata contro uno dei due aspetti isolato dall’altro.
Riassumendo, io credo che l’individuo che deve essere educato è un individuo sociale
e che la società è un’unione organica di individui. Se eliminiamo il fattore sociale dal
fanciullo si resta solo con un’astrazione; se eliminiamo il fattore individuale dalla
società, si resta solo con una massa inerte e senza vita. Perciò l’educazione deve
iniziarsi con una penetrazione psicologica delle capacità del fanciullo, dei suoi interessi
3/11
Stella Rita Emmanuele
e delle sue abitudini per esser tradotte nei loro equivalenti sociali e mostrare la loro
capacità, come organi di servizio sociale.
-Social media Strategies 2015:
Professor Dewey, quindi se la Pedagogia è stata da sempre considerata un’attività
teorica, parte minima della filosofia, dell’etica e addirittura della teologia come se
non potesse mai slegarsi da queste! Dalle sue parole si evince tutt’altro, qualcosa
di nuovo…
– John Dewey:
Assolutamente sì! L’evoluzione e la progressiva sperimentazione hanno concretizzato
tale definizione: “Pedagogia come scienza autonoma” che collabora con le altre
discipline (guai se così non fosse!), come allo stesso modo tutti gli operatori di un
setting formativo lavorano in équipe multidisciplinare; di certo la pedagogia non è parte
minima della filosofia ect… ma è parte costitutiva, come le altre scienze, di un unico
Sapere.
– Social media Strategies 2015:
Professor Dewey, proiettiamoci adesso verso un tema importante per la nostra
intervista ossia, la scuola e le agenzie di formazione. Le Sue posizioni teoriche e
pratiche pongono l’esperienza concreta dell’uomo come base fondamentale della
cultura e della conoscenza; tale conoscenza è frutto della “transazione” fra
soggetto ed oggetto che costituiscono la relazione stessa.
A tal proposito cos’è per Lei la scuola e quindi le varie agenzie formative?
– John Dewey:
Io credo che – la scuola è prima di tutto un’istituzione sociale. Essendo l’educazione
un processo sociale, la scuola è essenza di vita e di comunità in cui sono concentrati
tutti i mezzi che serviranno più efficacemente a rendere lo studente partecipe dei beni
ereditati dalla specie ed a far uso delle sue skills per finalità sociali; l’educazione è,
perciò, un processo di vita.
La scuola, come istituzione, deve semplificare la vita sociale esistente perché è così
complessa che il fanciullo non può venirvi portato a contatto senza confusione o
distrazione. Esso o è sopraffatto dalla molteplicità di attività che hanno luogo, sì che
smarrisce la sua capacità di reagire ordinatamente, oppure è stimolato da queste varie
4/11
Stella Rita Emmanuele
attività in modo tale che le sue facoltà vengono attivate prematuramente ed esso o
diventa indebitamente specializzato oppure si disintegra.
Intesa come vita sociale semplificata, la vita di scuola deve svolgersi gradualmente
dalla vita domestica, dalla quale riprendere e continuare le attività che già sono
familiari al fanciullo e riprodurle in modo che esso possa, a poco a poco, apprenderne
il significato e fare la sua parte in rapporto ad esse. Questa è sia una necessità
psicologica perché è il solo modo di assicurare la continuità dello sviluppo del
fanciullo, sia una necessità sociale perché la famiglia è l’agenzia di socializzazione
primaria nella quale il bambino è allevato ed in rapporto alla quale esso ha ricevuto la
sua educazione morale. Spetta alla scuola approfondire ed estendere il suo senso dei
valori.
– Social media Strategies 2015:
L’educazione, secondo il Suo punto di vista deve essere incentrata su forme di
attività pratica?
– John Dewey:
Non solo su forme di attività pratica, ma anche sociale e culturale che consentano alla
scuola e alle altre istituzioni di riprodurre in modo amplificato ed ordinato, quella
ricchezza ed immediatezza di esperienze proficue al cambiamento, al progresso; qui
riprendo il concetto di “transazione” poiché è scontato, addirittura necessario,
nell’incontro fra soggetto ed ambiente, natura e cultura, fatti e valori, filosofia e
scienza.
– Social media Strategies 2015:
Si deduce che rispetto a tali situazioni, lo strumento principale di cui il soggetto
dispone è la ragione come attività di ricerca data dall’esperienza…o erro?
– John Dewey:
Non si sbaglia, anzi ha colto in pieno il mio pensiero, voglio solo precisare che in
riferimento allo strumento di cui il soggetto dispone in situazioni pratiche ed
esperienziali, sostituisco al termine ragione quello di “attività intelligente” poiché
rende meglio il significato della sua funzione nel contesto formativo.
Io credo che – la materia dell’educazione dev’essere concepita come una ricostruzione
continua dell’esperienza; che il processo e il fine dell’educazione sono una sola ed
5/11
Stella Rita Emmanuele
identica cosa. Qualsiasi fine esterno ad essa equivale a privare il processo educativo di
gran parte del suo significato e tende a indurci a fare assegnamento su stimoli falsi ed
esterni nei nostri rapporti con lo studente.
Spesse volte, nella pratica del programma scolastico/accademico noi violiamo la natura
del discente e rendiamo difficili i migliori risultati morali gettandolo bruscamente in
una quantità di studi altamente specializzati. Invece, dobbiamo essere consapevoli e
diffondere l’idea che il vero centro di correlazione tra le discipline non è la scienza, né
la letteratura, né la storia o la geografia, ma sono le attività sociali del fanciullo stesso.
– Social media Strategies 2015:
Il nesso indissolubile che congiunge l’educazione all’esperienza è oggetto di studio
della Pedagogia che Lei definisce, in tempi ormai evoluti e consapevoli, come
“scienza autonoma”, quindi Professore ne consegue che la metodologia adottata è
scientifica...?
– John Dewey:
Certo, la metodologia adottata è scientifica, se la pedagogia è una scienza non può non
disporre di un metodo scientifico anzi, Le dirò di più, la natura del metodo è riducibile
alla questione dell’ordine dello sviluppo delle facoltà e degli interessi del fanciullo.
Io credo che – siano d’importanza suprema la consapevolezza che il lato attivo precorre
quello passivo; che l’espressione viene prima dell’impressione consapevole; che i
movimenti precedono le sensazioni consapevoli; anche le idee (i processi intellettivi e
mentali) derivano dall’azione e vengono trasmesse in vista di un migliore controllo
della stessa.
Solo mediante l’osservazione continua e sollecita degli interessi (segni e sintomi dello
sviluppo di capacità = sorgente) del giovane studente è dato all’educatore di penetrare
nella sua vita, di scorgere la disposizione e la materia su cui egli potrebbe operare più
prontamente e con miglior esito. L’interesse è sempre il segno di qualche potere celato,
la cosa importante è scoprirlo sotto la superficie.
In ogni contesto socio-culturale, un ambiente d'apprendimento è così un luogo in cui
gli studenti possono lavorare insieme ed aiutarsi a vicenda per imparare ad usare una
molteplicità di strumenti e risorse informative, nel comune perseguimento di obiettivi
d'apprendimento e di attività di problem solving.
6/11
Stella Rita Emmanuele
– Social media Strategies 2015:
Professore, come definirebbe oggi la scuola e le agenzie di formazione in
correlazione al progresso sociale e dunque alla società?
– John Dewey:
“Comunità di pratica educante” caratterizzata da una didattica efficace perché rivolta
a tutti gli studenti, ognuno di loro con bisogni e specifiche esigenze. Ecco perché la
scuola deve essere per tutti! La formazione di qualità dona allo studente un’eccellente
educazione di tipo esperienziale, garante di libertà nell’osservazione e nel giudizio
critico, ma non tutte le esperienze sono di qualità; essa è educativa se vivrà
fecondamente e creativamente in quelle che seguiranno.
Io credo che – l’educazione è il metodo fondamentale del progresso e dell’azione
sociale. Essa è individuale perché riconosce la formazione di un certo carattere come
la sola vera base del giusto vivere. È sociale perché riconosce che questo giusto
carattere non deve essere formato soltanto mediante precetti, esempi o esortazioni
individuali, ma piuttosto mediante l’influenza di una certa forma di vita istituzionale o
di comunità sull’individuo, e che l’organismo sociale mediante la scuola può dar luogo
a dei risultati morali.
– Social media Strategies 2015:
Nel corso XXI secolo la ricerca pedagogica ha prodotto numerose riflessioni sui
processi di apprendimento, nell’ottica di definire nuovi modelli di acquisizione di
conoscenza. Alcune di queste sono applicabili con maggiore successo all’utilizzo
delle nuove tecnologie nella didattica. Professore, ci aiuti ad analizzare
quest’ultimo tema della nostra intervista ossia, il ruolo delle ICT in ambito
pedagogico-didattico. Cosa ne pensa e quali sono, secondo Lei, gli aspetti positivi
e le difficoltà?
– John Dewey:
Dalle risposte precedenti si può dedurre che sono pienamente favorevole all’utilizzo
delle ICT in ambito pedagogico-didattico, altrimenti la mia teoria sull’apprendimento
per scoperta, che considera il contenuto da apprendere non dato a priori ma reso
significativo dallo studente, inserito nella struttura cognitiva personale e stratificato su
un sostrato di conoscenze precedenti, sarebbe futile! Questa teoria sposta l’attenzione
7/11
Stella Rita Emmanuele
sul processo piuttosto che sui contenuti, attiva le intelligenze di cui il bambino è più
dotato, rende la comprensione del processo e del risultato più profonda.
È chiaro come la gestione e l’organizzazione delle attività con supporti tecnologici
incida anche sull’approccio culturale all’insegnamento e all’apprendimento. La
metodologia didattica più efficace è indubbiamente elastica e pronta alla progettazione
congiunta con gli allievi, il che implica da parte dell’insegnante alcune attenzioni
specifiche al contesto.
In primo luogo, è necessario ripensare la classe in termini di comunità pratica educante,
prescindendo da una visione individualista che intende i soggetti come “risorse” del
contesto ed incoraggiando modalità di lavoro che prevedano supporto reciproco ed
effettiva co-progettazione.
In secondo luogo, l’inserimento delle tecnologie nella didattica impone una
rivisitazione dei linguaggi, in quanto esse non sono solo un aiuto esteriore, ma anche
trasformazioni interiori della coscienza. Infatti, le nuove tecnologie sollecitano abilità
metalinguistiche e metacognitive rispetto alla lettura e alla composizione partecipata
di testi scritti, prodotti multimediali, infografica; in un’ottica di negoziazione di
significati simbolici cui ogni alunno apporta attivamente il proprio contributo.
È evidente dal ragionamento sin qui condotto che le possibili difficoltà sono date dai
processi di rinnovamento ai quali alla scuola è richiesto di rispondere innanzitutto, con
un’analisi dei bisogni e uno studio approfondito della situazione di partenza. Bisogna
considerare l’introduzione della tecnologia un fattore di destabilizzazione per la scuola
che presenta una forte resistenza al cambiamento. La reazione dell’istituzione
scolastica è spesso quella di trincerarsi dietro autorità e disciplina, di ancorarsi a
modelli che poggiano sulla valorizzazione della scrittura e sulla mediazione orale del
docente, oppure di assumere un atteggiamento di impotenza, giustificato da mancanza
di tempo e onerosità dei programmi. Questo si spiega con diverse motivazioni, dal
timore di non avere competenze sufficienti, alla difficoltà di scardinare pratiche
didattiche consolidate, al non riscontro di una vera necessità.
Per quanto concerne gli aspetti positivi, il metodo didattico è in continua ricerca e
condivisione con la comunità dei docenti e degli allievi. Infatti, nella progettazione di
un intervento di implementazione di ICT in contesto scolastico è di fondamentale
importanza tenere conto del potenziale interesse nei confronti del progetto da parte dei
destinatari cui è rivolto, in quanto l’interesse è sintomo di un bisogno e il primo
motore della motivazione.
La tecnologia deve poter offrire una decisiva opportunità di riconfigurare
l’organizzazione esistente, in direzione di un cambiamento delle pratiche.
8/11
Stella Rita Emmanuele
– Social media Strategies 2015:
Professore Dewey, richiamando alla fase memoria della retorica classica che funge
da supporto al fine di “tenere a portata di mano la cosa giusta al momento giusto”,
condividendola con i membri di una comunità e collaboratori, come possiamo
riassumere questa intensa intervista?
– John Dewey:
Grazie alle key-words che riassumono l’intero processo di innovazione della scuola:
efficacia, flessibilità, sensibilità al contesto, responsabilità e l’ultima parola chiave
è tempo. Si tratta infatti di processi che non si risolvono nell’ambito di una
sperimentazione annuale, ma che – debitamente avviati secondo una progettazione
strutturata – ottengono risultati effettivi solo nel lungo termine.
– Social media Strategies 2015:
Vogliamo chiudere questa intervista con un consiglio bibliografico per i nostri
lettori?
– John Dewey:
Con immenso piacere, consiglio il mio volumetto Esperienza e Educazione redatto sul
modello delle “scuole nuove” ove l’esperienza è il banco di prova di ogni teoria
pedagogica e, allo stesso tempo, è ciò che permette di educare ogni uomo alla
responsabilità, alla partecipazione ad una società democratica fondata sull’integrazione
e non sull’esclusione.
Vi ringrazio e buona lettura!
9/11
Stella Rita Emmanuele
Riferimenti bibliografici
Dewey J., Esperienza e educazione, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014; (edizione originale Experience and Education, Kappa
Delta Pi, International Honor Society in Education, 1938).
Riflessioni sul modello IDEAM
Un modello operativo per la sceneggiatura di un e-text realizzato all'interno del
Communication Strategies Lab dell'Università degli Studi di Firenze, nato nel contesto
delle ricerche sul Digital Writing. IDEAM è stato infatti concepito come un
“dispositivo/strumento” in grado di attivare un percorso di graduale avvicinamento al
prodotto finito (l'elaborato finale) in un movimento di “traduzione” dell'idea in un
oggetto concreto.
Quello che segue è il resoconto della mia esperienza come studentessa del corso
“Social media Strategies 2015”.
*** *** ***
10/11
Stella Rita Emmanuele
L'elaborato prodotto è il risultato di un accurato studio delle opere scritte solo ed
esclusivamente da J. Dewey al fine di analizzarle per formulare delle possibili domande
e conseguenti risposte su una questione attuale: l’uso delle Information
Communication Technologies (ICT) in ambito pedagogico-didattico, per facilitare il
processo di insegnamento-apprendimento degli studenti di ogni ordine e grado
scolastico ed accademico.
Il flusso di lavoro previsto dal modello IDEAM è stato modellato sui principi della
Retorica Antica, le cui cinque parti (inventio, dispositio, elocutio, actio e memoria)
vengono evocate dall'acronimo i.d.e.a.m. Tale modello individua delle funzioni, isola
dei momenti, propone delle operazioni e fornisce degli strumenti, semplici,
personalizzabili e orientati alla creazione di contenuti. La scelta di insistere su quanto
di meno hi‐tech si potesse dare (strategie operative che risalgono all'antichità) è stata
dettata dalla volontà di svincolarsi dalla presunta “dipendenza tecnologica” del
processo creativo attivato dai nuovi media e dalle ICT.
Apocalittici? Tutt'altro... La tecnologia di cui gli sperimentatori avevano premura di
far emergere le potenzialità era la tecnologia “mentale” sottesa ad ogni processo
creativo (brainware vs software/hardware), perché la tecnologia della scrittura, per
poco hi‐tech che sia (word processor o lapis, non importa), resta assolutamente
formidabile: le letterature di tutti i tempi stanno lì a dimostrarlo…1
La sperimentazione è avvenuta in un lavoro molto intenso, duraturo, ragionato ma
piacevole e imprescindibile, di tutoraggio a distanza e in presenza con il Prof. G.
Simonetta, utilizzando anche gli strumenti di comunicazione offerti dalla piattaforma
di e‐learning adottata dal Communication Strategies Lab (forum di discussione,
cartelle di condivisione di file, messaggistica in sincrono).
Sin dall’inizio non ho riscontrato difficoltà alcuna nella comprensione delle cinque fasi,
(non per presunzione, ma per l’accessibilità e versatilità che il modello offre a chiunque
ci accinga ad utilizzarlo) e nell’inserimento dei contenuti nelle varie griglie/tabelle,
anzi l’aspetto che mi ha maggiormente coinvolta e sorpresa è stata la capacità, di tale
strumento, di far emergere da me contenuti e pensieri che senza l’input offertomi non
avrei mai scritto, così di getto, per poi rivederli e organizzarli. Dal momento in cui il
Prof. Simonetta mi ha invitata a non seguire ciascuna fase step by step bensì lavorarla
a mio modo, l’elaborato ha seguito un processo più fluido. Dato che la fase Inventio mi
ha permesso di “buttare giù” tutte le idee, le domande, i quesiti che mi sono posta
1
Simonetta G. www.comunicazionegenerativa.org/ideam
11/11
Stella Rita Emmanuele
intorno al tema: cosa penserebbe oggi J. Dewey dell’utilizzo delle ICT in ambito
didattico-pedagogico per facilitare il processo di insegnamento-apprendimento; quella
Dispositio di ordinare queste idee, domande, quesiti secondo uno schema di titoli e
sottotitoli (a tal proposito ho realizzato e usufruito di una legenda tipografica). Ho
deciso di ri-organizzare lo strumento in itinere creando una fusione tra le due
successive fasi Elocutio e Actio. La prima prevede la redazione delle singole parti
precedentemente individuate e ordinate, mentre la seconda funge da assemblaggio, in
cui si assiste alla generazione effettiva del testo elaborato.
L’unica critica è nella fase ultima Memoria poiché la continua rivisitazione dei
concetti, per me, è in itinere in quanto segue un andamento circolare.

More Related Content

What's hot

Bruner, gardner et ali
Bruner, gardner et aliBruner, gardner et ali
Bruner, gardner et aliimartini
 
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 3MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 3
raffaelebruno1
 
Peer education c
Peer education cPeer education c
Peer education cimartini
 
Peer oltre la scuola
Peer oltre la scuola Peer oltre la scuola
Peer oltre la scuola facc8
 
Competenze pedagogico didattiche[1]
Competenze pedagogico didattiche[1]Competenze pedagogico didattiche[1]
Competenze pedagogico didattiche[1]iluska71
 
Didattica attiva e tecniche innovative di apprendimento
Didattica attiva e tecniche innovative di apprendimento Didattica attiva e tecniche innovative di apprendimento
Didattica attiva e tecniche innovative di apprendimento
Antonetta Cimmarrusti
 
Presentazione prof. Moreno 2
Presentazione prof. Moreno 2Presentazione prof. Moreno 2
Presentazione prof. Moreno 2CumesMilano
 
Progettare Con Le Famiglie
Progettare Con Le FamiglieProgettare Con Le Famiglie
Progettare Con Le Famiglie
Massimo
 
educazione personalizzata Garcia Hoz
educazione personalizzata Garcia Hozeducazione personalizzata Garcia Hoz
educazione personalizzata Garcia Hozmaeroby
 
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 3MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 3
raffaelebruno1
 
Lezioni sviluppo07 08
Lezioni sviluppo07 08Lezioni sviluppo07 08
Lezioni sviluppo07 08iva martini
 
Didamatica 2012 - Ambienti virtuali per l'apprendimento permanente
Didamatica 2012 - Ambienti virtuali per l'apprendimento permanenteDidamatica 2012 - Ambienti virtuali per l'apprendimento permanente
Didamatica 2012 - Ambienti virtuali per l'apprendimento permanente
Flavia Giannoli
 

What's hot (17)

Jerome Bruner
Jerome BrunerJerome Bruner
Jerome Bruner
 
Introduzione
IntroduzioneIntroduzione
Introduzione
 
Bruner, gardner et ali
Bruner, gardner et aliBruner, gardner et ali
Bruner, gardner et ali
 
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 3MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 3
 
Peer education c
Peer education cPeer education c
Peer education c
 
Peer oltre la scuola
Peer oltre la scuola Peer oltre la scuola
Peer oltre la scuola
 
Competenze pedagogico didattiche[1]
Competenze pedagogico didattiche[1]Competenze pedagogico didattiche[1]
Competenze pedagogico didattiche[1]
 
1 lezionefi
1 lezionefi1 lezionefi
1 lezionefi
 
04
0404
04
 
Didattica attiva e tecniche innovative di apprendimento
Didattica attiva e tecniche innovative di apprendimento Didattica attiva e tecniche innovative di apprendimento
Didattica attiva e tecniche innovative di apprendimento
 
Vygotskij
VygotskijVygotskij
Vygotskij
 
Presentazione prof. Moreno 2
Presentazione prof. Moreno 2Presentazione prof. Moreno 2
Presentazione prof. Moreno 2
 
Progettare Con Le Famiglie
Progettare Con Le FamiglieProgettare Con Le Famiglie
Progettare Con Le Famiglie
 
educazione personalizzata Garcia Hoz
educazione personalizzata Garcia Hozeducazione personalizzata Garcia Hoz
educazione personalizzata Garcia Hoz
 
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 3MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 3
 
Lezioni sviluppo07 08
Lezioni sviluppo07 08Lezioni sviluppo07 08
Lezioni sviluppo07 08
 
Didamatica 2012 - Ambienti virtuali per l'apprendimento permanente
Didamatica 2012 - Ambienti virtuali per l'apprendimento permanenteDidamatica 2012 - Ambienti virtuali per l'apprendimento permanente
Didamatica 2012 - Ambienti virtuali per l'apprendimento permanente
 

Viewers also liked

Dia internacional da tolerância joaquim
Dia internacional da tolerância joaquimDia internacional da tolerância joaquim
Dia internacional da tolerância joaquim
Natercia
 
인터넷배팅 ⊙o⊙BABo79쩜⊙o⊙스포츠토토추천 WKOVO놀이터추천
인터넷배팅 ⊙o⊙BABo79쩜⊙o⊙스포츠토토추천 WKOVO놀이터추천인터넷배팅 ⊙o⊙BABo79쩜⊙o⊙스포츠토토추천 WKOVO놀이터추천
인터넷배팅 ⊙o⊙BABo79쩜⊙o⊙스포츠토토추천 WKOVO놀이터추천
thfdnagjh
 
21 mudial
21 mudial21 mudial
21 mudial
Natercia
 
Las drogas
Las drogasLas drogas
A arma do amor
A arma do amorA arma do amor
A arma do amor
Helio Cruz
 
2011 09 Potential New Development: Oldbury Nuclear Power Station – Chris Pearce
2011 09 Potential New Development: Oldbury Nuclear Power Station – Chris Pearce 2011 09 Potential New Development: Oldbury Nuclear Power Station – Chris Pearce
2011 09 Potential New Development: Oldbury Nuclear Power Station – Chris Pearce
SevernEstuary
 
Jim wheat dollarsandart artist statement & bio
Jim wheat dollarsandart artist statement & bioJim wheat dollarsandart artist statement & bio
Jim wheat dollarsandart artist statement & bio
Jim Wheat
 
Para quem serviria o evangelho
Para quem serviria o evangelhoPara quem serviria o evangelho
Para quem serviria o evangelho
Helio Cruz
 
Sr2 project overview
Sr2 project overviewSr2 project overview
Sr2 project overviewRFIC-IUMA
 
Cocteleria a 2016
Cocteleria a 2016Cocteleria a 2016
TÜBİTAK TÜSSİDE Tanımı Sunumu - 2016
TÜBİTAK TÜSSİDE Tanımı Sunumu - 2016TÜBİTAK TÜSSİDE Tanımı Sunumu - 2016
TÜBİTAK TÜSSİDE Tanımı Sunumu - 2016
TUBITAK TUSSIDE
 
Natal na Estónia
Natal na EstóniaNatal na Estónia
Natal na Estónia
Natercia
 
Reverse IMD
Reverse IMDReverse IMD
Reverse IMD
criterion123
 
RF Matching Guidelines for WIFI
RF Matching Guidelines for WIFIRF Matching Guidelines for WIFI
RF Matching Guidelines for WIFI
criterion123
 
Richard branson slideshare
Richard branson slideshareRichard branson slideshare
Richard branson slideshare
Crossprof.com
 
Resolución de conflictos
Resolución de conflictosResolución de conflictos
Resolución de conflictos
yolandagilmarco84
 

Viewers also liked (16)

Dia internacional da tolerância joaquim
Dia internacional da tolerância joaquimDia internacional da tolerância joaquim
Dia internacional da tolerância joaquim
 
인터넷배팅 ⊙o⊙BABo79쩜⊙o⊙스포츠토토추천 WKOVO놀이터추천
인터넷배팅 ⊙o⊙BABo79쩜⊙o⊙스포츠토토추천 WKOVO놀이터추천인터넷배팅 ⊙o⊙BABo79쩜⊙o⊙스포츠토토추천 WKOVO놀이터추천
인터넷배팅 ⊙o⊙BABo79쩜⊙o⊙스포츠토토추천 WKOVO놀이터추천
 
21 mudial
21 mudial21 mudial
21 mudial
 
Las drogas
Las drogasLas drogas
Las drogas
 
A arma do amor
A arma do amorA arma do amor
A arma do amor
 
2011 09 Potential New Development: Oldbury Nuclear Power Station – Chris Pearce
2011 09 Potential New Development: Oldbury Nuclear Power Station – Chris Pearce 2011 09 Potential New Development: Oldbury Nuclear Power Station – Chris Pearce
2011 09 Potential New Development: Oldbury Nuclear Power Station – Chris Pearce
 
Jim wheat dollarsandart artist statement & bio
Jim wheat dollarsandart artist statement & bioJim wheat dollarsandart artist statement & bio
Jim wheat dollarsandart artist statement & bio
 
Para quem serviria o evangelho
Para quem serviria o evangelhoPara quem serviria o evangelho
Para quem serviria o evangelho
 
Sr2 project overview
Sr2 project overviewSr2 project overview
Sr2 project overview
 
Cocteleria a 2016
Cocteleria a 2016Cocteleria a 2016
Cocteleria a 2016
 
TÜBİTAK TÜSSİDE Tanımı Sunumu - 2016
TÜBİTAK TÜSSİDE Tanımı Sunumu - 2016TÜBİTAK TÜSSİDE Tanımı Sunumu - 2016
TÜBİTAK TÜSSİDE Tanımı Sunumu - 2016
 
Natal na Estónia
Natal na EstóniaNatal na Estónia
Natal na Estónia
 
Reverse IMD
Reverse IMDReverse IMD
Reverse IMD
 
RF Matching Guidelines for WIFI
RF Matching Guidelines for WIFIRF Matching Guidelines for WIFI
RF Matching Guidelines for WIFI
 
Richard branson slideshare
Richard branson slideshareRichard branson slideshare
Richard branson slideshare
 
Resolución de conflictos
Resolución de conflictosResolución de conflictos
Resolución de conflictos
 

Similar to Intervista con John Dewey

Ldb Make Your Own Collaborative place_Che cos'è l'edutainment - Ruggiero Poi
Ldb Make Your Own Collaborative place_Che cos'è l'edutainment - Ruggiero Poi Ldb Make Your Own Collaborative place_Che cos'è l'edutainment - Ruggiero Poi
Ldb Make Your Own Collaborative place_Che cos'è l'edutainment - Ruggiero Poi
laboratoridalbasso
 
Le life skills e le competenze chiave di cittadinanza
Le life skills e le competenze chiave di cittadinanza Le life skills e le competenze chiave di cittadinanza
Le life skills e le competenze chiave di cittadinanza
Carmela Scarinzi
 
T&Q 312 -L'approccio educativo di Maria Montessori
T&Q 312 -L'approccio educativo di Maria MontessoriT&Q 312 -L'approccio educativo di Maria Montessori
T&Q 312 -L'approccio educativo di Maria Montessori
Michele Rucco
 
Presentazione feuerstein 2
Presentazione feuerstein 2Presentazione feuerstein 2
Presentazione feuerstein 2iva martini
 
MIILIV_M4C5 Appendice 1
MIILIV_M4C5 Appendice 1MIILIV_M4C5 Appendice 1
MIILIV_M4C5 Appendice 1
raffaelebruno1
 
Service Learning - Rita Garlaschelli – Brescia, 22 marzo 2018
Service Learning - Rita Garlaschelli – Brescia, 22 marzo 2018Service Learning - Rita Garlaschelli – Brescia, 22 marzo 2018
Service Learning - Rita Garlaschelli – Brescia, 22 marzo 2018
Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia
 
dagli obiettivi educativi alle competenze fondamentali
dagli obiettivi educativi alle competenze fondamentalidagli obiettivi educativi alle competenze fondamentali
dagli obiettivi educativi alle competenze fondamentalimaeroby
 
Cooperazione psicoeducativa02
Cooperazione psicoeducativa02Cooperazione psicoeducativa02
Cooperazione psicoeducativa02
milanmoon
 
Il contributo della formazione al rispetto della diversità
Il contributo della formazione al rispetto della diversitàIl contributo della formazione al rispetto della diversità
Il contributo della formazione al rispetto della diversità
Cecilia Bonacini
 
Prof. olga capirci vygotskij
Prof. olga capirci  vygotskijProf. olga capirci  vygotskij
Prof. olga capirci vygotskijiva martini
 
Prof. olga capirci vygotskij
Prof. olga capirci  vygotskijProf. olga capirci  vygotskij
Prof. olga capirci vygotskijimartini
 
Prof. olga capirci vygotskij
Prof. olga capirci  vygotskijProf. olga capirci  vygotskij
Prof. olga capirci vygotskijimartini
 
Franco Giori - La vita affettiva della classe
Franco Giori - La vita affettiva della classeFranco Giori - La vita affettiva della classe
Franco Giori - La vita affettiva della classeIstitutoMinotauro
 
Istruzione e promozione umana
Istruzione e promozione umanaIstruzione e promozione umana
Istruzione e promozione umana
Silvio Vitellaro
 
Definitiva
DefinitivaDefinitiva
Definitivaimartini
 
sviluppo sociale
 sviluppo sociale sviluppo sociale
sviluppo socialeimartini
 
1466 sviluppo sociale
1466 sviluppo sociale1466 sviluppo sociale
1466 sviluppo socialeimartini
 
466 sviluppo sociale
466 sviluppo sociale466 sviluppo sociale
466 sviluppo socialeimartini
 
Il Rinnovamento Della Didattica
Il Rinnovamento Della DidatticaIl Rinnovamento Della Didattica
Il Rinnovamento Della Didattica
Silvio Vitellaro
 
Apprendimento cooperativo
Apprendimento cooperativoApprendimento cooperativo
Apprendimento cooperativo
Ornella Castellano
 

Similar to Intervista con John Dewey (20)

Ldb Make Your Own Collaborative place_Che cos'è l'edutainment - Ruggiero Poi
Ldb Make Your Own Collaborative place_Che cos'è l'edutainment - Ruggiero Poi Ldb Make Your Own Collaborative place_Che cos'è l'edutainment - Ruggiero Poi
Ldb Make Your Own Collaborative place_Che cos'è l'edutainment - Ruggiero Poi
 
Le life skills e le competenze chiave di cittadinanza
Le life skills e le competenze chiave di cittadinanza Le life skills e le competenze chiave di cittadinanza
Le life skills e le competenze chiave di cittadinanza
 
T&Q 312 -L'approccio educativo di Maria Montessori
T&Q 312 -L'approccio educativo di Maria MontessoriT&Q 312 -L'approccio educativo di Maria Montessori
T&Q 312 -L'approccio educativo di Maria Montessori
 
Presentazione feuerstein 2
Presentazione feuerstein 2Presentazione feuerstein 2
Presentazione feuerstein 2
 
MIILIV_M4C5 Appendice 1
MIILIV_M4C5 Appendice 1MIILIV_M4C5 Appendice 1
MIILIV_M4C5 Appendice 1
 
Service Learning - Rita Garlaschelli – Brescia, 22 marzo 2018
Service Learning - Rita Garlaschelli – Brescia, 22 marzo 2018Service Learning - Rita Garlaschelli – Brescia, 22 marzo 2018
Service Learning - Rita Garlaschelli – Brescia, 22 marzo 2018
 
dagli obiettivi educativi alle competenze fondamentali
dagli obiettivi educativi alle competenze fondamentalidagli obiettivi educativi alle competenze fondamentali
dagli obiettivi educativi alle competenze fondamentali
 
Cooperazione psicoeducativa02
Cooperazione psicoeducativa02Cooperazione psicoeducativa02
Cooperazione psicoeducativa02
 
Il contributo della formazione al rispetto della diversità
Il contributo della formazione al rispetto della diversitàIl contributo della formazione al rispetto della diversità
Il contributo della formazione al rispetto della diversità
 
Prof. olga capirci vygotskij
Prof. olga capirci  vygotskijProf. olga capirci  vygotskij
Prof. olga capirci vygotskij
 
Prof. olga capirci vygotskij
Prof. olga capirci  vygotskijProf. olga capirci  vygotskij
Prof. olga capirci vygotskij
 
Prof. olga capirci vygotskij
Prof. olga capirci  vygotskijProf. olga capirci  vygotskij
Prof. olga capirci vygotskij
 
Franco Giori - La vita affettiva della classe
Franco Giori - La vita affettiva della classeFranco Giori - La vita affettiva della classe
Franco Giori - La vita affettiva della classe
 
Istruzione e promozione umana
Istruzione e promozione umanaIstruzione e promozione umana
Istruzione e promozione umana
 
Definitiva
DefinitivaDefinitiva
Definitiva
 
sviluppo sociale
 sviluppo sociale sviluppo sociale
sviluppo sociale
 
1466 sviluppo sociale
1466 sviluppo sociale1466 sviluppo sociale
1466 sviluppo sociale
 
466 sviluppo sociale
466 sviluppo sociale466 sviluppo sociale
466 sviluppo sociale
 
Il Rinnovamento Della Didattica
Il Rinnovamento Della DidatticaIl Rinnovamento Della Didattica
Il Rinnovamento Della Didattica
 
Apprendimento cooperativo
Apprendimento cooperativoApprendimento cooperativo
Apprendimento cooperativo
 

More from Chayn Italia

Relazione corso aggiornamento/UNESCO-Heritage 2016
Relazione corso aggiornamento/UNESCO-Heritage 2016Relazione corso aggiornamento/UNESCO-Heritage 2016
Relazione corso aggiornamento/UNESCO-Heritage 2016
Chayn Italia
 
Progettazione. 4
Progettazione. 4Progettazione. 4
Progettazione. 4
Chayn Italia
 
Didattica della sostenibilità. 3
Didattica della sostenibilità. 3Didattica della sostenibilità. 3
Didattica della sostenibilità. 3
Chayn Italia
 
Analisi critiche e operative delle proposte progettuali a livello istituziona...
Analisi critiche e operative delle proposte progettuali a livello istituziona...Analisi critiche e operative delle proposte progettuali a livello istituziona...
Analisi critiche e operative delle proposte progettuali a livello istituziona...
Chayn Italia
 
Scuola ambiente e territorio.1
Scuola ambiente e territorio.1Scuola ambiente e territorio.1
Scuola ambiente e territorio.1
Chayn Italia
 
Ho tel mappa teoria dell'apprendimento
Ho tel mappa teoria dell'apprendimentoHo tel mappa teoria dell'apprendimento
Ho tel mappa teoria dell'apprendimento
Chayn Italia
 
Biodiversità
BiodiversitàBiodiversità
Biodiversità
Chayn Italia
 
Relazione booktrailer Il Piccolo Principe
Relazione booktrailer Il Piccolo PrincipeRelazione booktrailer Il Piccolo Principe
Relazione booktrailer Il Piccolo Principe
Chayn Italia
 
Articolo di Sergio_Casiraghi e Stella_Emmanuele per BRICKS
Articolo di Sergio_Casiraghi e Stella_Emmanuele per BRICKSArticolo di Sergio_Casiraghi e Stella_Emmanuele per BRICKS
Articolo di Sergio_Casiraghi e Stella_Emmanuele per BRICKS
Chayn Italia
 
Benessere è/e empatia nell'arte-la fotografia
Benessere è/e empatia nell'arte-la fotografiaBenessere è/e empatia nell'arte-la fotografia
Benessere è/e empatia nell'arte-la fotografia
Chayn Italia
 
Tecnologie didattiche per la disabilita uditiva-4
Tecnologie didattiche per la disabilita uditiva-4Tecnologie didattiche per la disabilita uditiva-4
Tecnologie didattiche per la disabilita uditiva-4
Chayn Italia
 
Didattica integrata e strategie di intervento-3
Didattica integrata e strategie di intervento-3Didattica integrata e strategie di intervento-3
Didattica integrata e strategie di intervento-3
Chayn Italia
 
Cos'è LIS-2
Cos'è LIS-2Cos'è LIS-2
Cos'è LIS-2
Chayn Italia
 
La sordità e le tappe dello sviluppo-1
La sordità e le tappe dello sviluppo-1La sordità e le tappe dello sviluppo-1
La sordità e le tappe dello sviluppo-1
Chayn Italia
 
Tecnologie per le disabilità. 4
Tecnologie per le disabilità. 4Tecnologie per le disabilità. 4
Tecnologie per le disabilità. 4
Chayn Italia
 
Dsa lingua straniera. 3
Dsa lingua straniera. 3Dsa lingua straniera. 3
Dsa lingua straniera. 3
Chayn Italia
 
Dsa. 2
Dsa. 2Dsa. 2
Dsa. 2
Chayn Italia
 
Pnl. 1
Pnl. 1Pnl. 1
Pnl. 1
Chayn Italia
 

More from Chayn Italia (18)

Relazione corso aggiornamento/UNESCO-Heritage 2016
Relazione corso aggiornamento/UNESCO-Heritage 2016Relazione corso aggiornamento/UNESCO-Heritage 2016
Relazione corso aggiornamento/UNESCO-Heritage 2016
 
Progettazione. 4
Progettazione. 4Progettazione. 4
Progettazione. 4
 
Didattica della sostenibilità. 3
Didattica della sostenibilità. 3Didattica della sostenibilità. 3
Didattica della sostenibilità. 3
 
Analisi critiche e operative delle proposte progettuali a livello istituziona...
Analisi critiche e operative delle proposte progettuali a livello istituziona...Analisi critiche e operative delle proposte progettuali a livello istituziona...
Analisi critiche e operative delle proposte progettuali a livello istituziona...
 
Scuola ambiente e territorio.1
Scuola ambiente e territorio.1Scuola ambiente e territorio.1
Scuola ambiente e territorio.1
 
Ho tel mappa teoria dell'apprendimento
Ho tel mappa teoria dell'apprendimentoHo tel mappa teoria dell'apprendimento
Ho tel mappa teoria dell'apprendimento
 
Biodiversità
BiodiversitàBiodiversità
Biodiversità
 
Relazione booktrailer Il Piccolo Principe
Relazione booktrailer Il Piccolo PrincipeRelazione booktrailer Il Piccolo Principe
Relazione booktrailer Il Piccolo Principe
 
Articolo di Sergio_Casiraghi e Stella_Emmanuele per BRICKS
Articolo di Sergio_Casiraghi e Stella_Emmanuele per BRICKSArticolo di Sergio_Casiraghi e Stella_Emmanuele per BRICKS
Articolo di Sergio_Casiraghi e Stella_Emmanuele per BRICKS
 
Benessere è/e empatia nell'arte-la fotografia
Benessere è/e empatia nell'arte-la fotografiaBenessere è/e empatia nell'arte-la fotografia
Benessere è/e empatia nell'arte-la fotografia
 
Tecnologie didattiche per la disabilita uditiva-4
Tecnologie didattiche per la disabilita uditiva-4Tecnologie didattiche per la disabilita uditiva-4
Tecnologie didattiche per la disabilita uditiva-4
 
Didattica integrata e strategie di intervento-3
Didattica integrata e strategie di intervento-3Didattica integrata e strategie di intervento-3
Didattica integrata e strategie di intervento-3
 
Cos'è LIS-2
Cos'è LIS-2Cos'è LIS-2
Cos'è LIS-2
 
La sordità e le tappe dello sviluppo-1
La sordità e le tappe dello sviluppo-1La sordità e le tappe dello sviluppo-1
La sordità e le tappe dello sviluppo-1
 
Tecnologie per le disabilità. 4
Tecnologie per le disabilità. 4Tecnologie per le disabilità. 4
Tecnologie per le disabilità. 4
 
Dsa lingua straniera. 3
Dsa lingua straniera. 3Dsa lingua straniera. 3
Dsa lingua straniera. 3
 
Dsa. 2
Dsa. 2Dsa. 2
Dsa. 2
 
Pnl. 1
Pnl. 1Pnl. 1
Pnl. 1
 

Intervista con John Dewey

  • 1. Intervista con John Dewey Dalla retorica classica al e-text… …lo strumento IDEAM Corso “Social media Strategies 2015” Università degli Studi di Firenze Progettista: Tutor: Stella Rita Emmanuele Prof. Gianluca Simonetta
  • 2. 1/11 Stella Rita Emmanuele Conoscenze e nuove tecnologie Intervista con John Dewey L’importanza delle Information Communication Technologies (ICT) in ambito pedagogico-didattico, per facilitare il processo di insegnamento-apprendimento degli studenti di ogni ordine e grado scolastico ed accademico, sia normodotati che non, sia BES (Bisogni Educativi Speciali) che DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento). Topics: comunicazione generativa, Gianluca Simonetta, John Dewey, Luca Toschi, social media, social media strategies 2015. Photo credit: Arno Rafaesl Minkkinen_FOSTERS POND, 2000; 50x60 cm_Stampa b/n ai sali d'argento
  • 3. 2/11 Stella Rita Emmanuele DOMANDA – Social media Strategies 2015: Professor Dewey, ci aiuti ad esplicitare i concetti chiave del Suo pensiero; ben strutturati nell’opera da Lei redatta “Il mio credo pedagogico”, al fine di ricollegarli al focus della nostra intervista: l’uso delle ICT in ambito didattico… Innanzitutto cosa intende Lei per educazione? RISPOSTA – John Dewey: Inizio con una breve premessa: L’interpretazione dei concetti trattati nell’opera da Lei citata che racchiude il lungo lavoro da me condotto, si rifanno ad un pragmatismo strumentalistico, con chiari riferimenti all’evoluzionismo che hanno portato alla fondazione (insieme ad altri colleghi) della Scuola di Chicago; da qui ha preso avvio il movimento dell’educazione progressiva che ha influenzato sia le politiche educative, sia le istituzioni formative in chiave assolutamente democratica, da ciò siamo giunti ad una grande svolta, “Attivismo”. Per rispondere alla Sua domanda… Io credo che – ogni educazione deriva dalla partecipazione dell’individuo alla coscienza sociale della specie. Questo processo s’inizia inconsapevolmente quasi dalla nascita e plasma continuamente le facoltà dell’individuo, formando i suoi abiti, esercitando le sue idee e destando i suoi sentimenti e le sue emozioni. Mediante questa educazione inconsapevole l’individuo giunge gradualmente a condividere le risorse intellettuali e morali che l’umanità è riuscita ad accumulare. In analisi il processo educativo ha due aspetti, l’uno psicologico e l’altro sociologico, e nessuno dei due può venire subordinato all’altro o trascurato senza che ne conseguano cattivi risultati. Di questi due aspetti quello psicologico è basilare. Gli istinti e le skills del fanciullo forniscono il materiale e danno l’avvio a tutta l’educazione. Se gli sforzi dell’educatore non si riallacciano a qualche attività che il discente compie di sua propria iniziativa indipendentemente dall’educatore stesso, essa si riduce a una mera pressione dall’esterno. D’altra parte si insiste che la definizione sociale dell’educazione come “adattamento” alla civiltà ne fa un processo forzato ed esterno e conduce a subordinare la libertà dell’individuo ad una situazione sociale e politica presupposta. Ciascuna di queste obiezioni è vera quando viene affacciata contro uno dei due aspetti isolato dall’altro. Riassumendo, io credo che l’individuo che deve essere educato è un individuo sociale e che la società è un’unione organica di individui. Se eliminiamo il fattore sociale dal fanciullo si resta solo con un’astrazione; se eliminiamo il fattore individuale dalla società, si resta solo con una massa inerte e senza vita. Perciò l’educazione deve iniziarsi con una penetrazione psicologica delle capacità del fanciullo, dei suoi interessi
  • 4. 3/11 Stella Rita Emmanuele e delle sue abitudini per esser tradotte nei loro equivalenti sociali e mostrare la loro capacità, come organi di servizio sociale. -Social media Strategies 2015: Professor Dewey, quindi se la Pedagogia è stata da sempre considerata un’attività teorica, parte minima della filosofia, dell’etica e addirittura della teologia come se non potesse mai slegarsi da queste! Dalle sue parole si evince tutt’altro, qualcosa di nuovo… – John Dewey: Assolutamente sì! L’evoluzione e la progressiva sperimentazione hanno concretizzato tale definizione: “Pedagogia come scienza autonoma” che collabora con le altre discipline (guai se così non fosse!), come allo stesso modo tutti gli operatori di un setting formativo lavorano in équipe multidisciplinare; di certo la pedagogia non è parte minima della filosofia ect… ma è parte costitutiva, come le altre scienze, di un unico Sapere. – Social media Strategies 2015: Professor Dewey, proiettiamoci adesso verso un tema importante per la nostra intervista ossia, la scuola e le agenzie di formazione. Le Sue posizioni teoriche e pratiche pongono l’esperienza concreta dell’uomo come base fondamentale della cultura e della conoscenza; tale conoscenza è frutto della “transazione” fra soggetto ed oggetto che costituiscono la relazione stessa. A tal proposito cos’è per Lei la scuola e quindi le varie agenzie formative? – John Dewey: Io credo che – la scuola è prima di tutto un’istituzione sociale. Essendo l’educazione un processo sociale, la scuola è essenza di vita e di comunità in cui sono concentrati tutti i mezzi che serviranno più efficacemente a rendere lo studente partecipe dei beni ereditati dalla specie ed a far uso delle sue skills per finalità sociali; l’educazione è, perciò, un processo di vita. La scuola, come istituzione, deve semplificare la vita sociale esistente perché è così complessa che il fanciullo non può venirvi portato a contatto senza confusione o distrazione. Esso o è sopraffatto dalla molteplicità di attività che hanno luogo, sì che smarrisce la sua capacità di reagire ordinatamente, oppure è stimolato da queste varie
  • 5. 4/11 Stella Rita Emmanuele attività in modo tale che le sue facoltà vengono attivate prematuramente ed esso o diventa indebitamente specializzato oppure si disintegra. Intesa come vita sociale semplificata, la vita di scuola deve svolgersi gradualmente dalla vita domestica, dalla quale riprendere e continuare le attività che già sono familiari al fanciullo e riprodurle in modo che esso possa, a poco a poco, apprenderne il significato e fare la sua parte in rapporto ad esse. Questa è sia una necessità psicologica perché è il solo modo di assicurare la continuità dello sviluppo del fanciullo, sia una necessità sociale perché la famiglia è l’agenzia di socializzazione primaria nella quale il bambino è allevato ed in rapporto alla quale esso ha ricevuto la sua educazione morale. Spetta alla scuola approfondire ed estendere il suo senso dei valori. – Social media Strategies 2015: L’educazione, secondo il Suo punto di vista deve essere incentrata su forme di attività pratica? – John Dewey: Non solo su forme di attività pratica, ma anche sociale e culturale che consentano alla scuola e alle altre istituzioni di riprodurre in modo amplificato ed ordinato, quella ricchezza ed immediatezza di esperienze proficue al cambiamento, al progresso; qui riprendo il concetto di “transazione” poiché è scontato, addirittura necessario, nell’incontro fra soggetto ed ambiente, natura e cultura, fatti e valori, filosofia e scienza. – Social media Strategies 2015: Si deduce che rispetto a tali situazioni, lo strumento principale di cui il soggetto dispone è la ragione come attività di ricerca data dall’esperienza…o erro? – John Dewey: Non si sbaglia, anzi ha colto in pieno il mio pensiero, voglio solo precisare che in riferimento allo strumento di cui il soggetto dispone in situazioni pratiche ed esperienziali, sostituisco al termine ragione quello di “attività intelligente” poiché rende meglio il significato della sua funzione nel contesto formativo. Io credo che – la materia dell’educazione dev’essere concepita come una ricostruzione continua dell’esperienza; che il processo e il fine dell’educazione sono una sola ed
  • 6. 5/11 Stella Rita Emmanuele identica cosa. Qualsiasi fine esterno ad essa equivale a privare il processo educativo di gran parte del suo significato e tende a indurci a fare assegnamento su stimoli falsi ed esterni nei nostri rapporti con lo studente. Spesse volte, nella pratica del programma scolastico/accademico noi violiamo la natura del discente e rendiamo difficili i migliori risultati morali gettandolo bruscamente in una quantità di studi altamente specializzati. Invece, dobbiamo essere consapevoli e diffondere l’idea che il vero centro di correlazione tra le discipline non è la scienza, né la letteratura, né la storia o la geografia, ma sono le attività sociali del fanciullo stesso. – Social media Strategies 2015: Il nesso indissolubile che congiunge l’educazione all’esperienza è oggetto di studio della Pedagogia che Lei definisce, in tempi ormai evoluti e consapevoli, come “scienza autonoma”, quindi Professore ne consegue che la metodologia adottata è scientifica...? – John Dewey: Certo, la metodologia adottata è scientifica, se la pedagogia è una scienza non può non disporre di un metodo scientifico anzi, Le dirò di più, la natura del metodo è riducibile alla questione dell’ordine dello sviluppo delle facoltà e degli interessi del fanciullo. Io credo che – siano d’importanza suprema la consapevolezza che il lato attivo precorre quello passivo; che l’espressione viene prima dell’impressione consapevole; che i movimenti precedono le sensazioni consapevoli; anche le idee (i processi intellettivi e mentali) derivano dall’azione e vengono trasmesse in vista di un migliore controllo della stessa. Solo mediante l’osservazione continua e sollecita degli interessi (segni e sintomi dello sviluppo di capacità = sorgente) del giovane studente è dato all’educatore di penetrare nella sua vita, di scorgere la disposizione e la materia su cui egli potrebbe operare più prontamente e con miglior esito. L’interesse è sempre il segno di qualche potere celato, la cosa importante è scoprirlo sotto la superficie. In ogni contesto socio-culturale, un ambiente d'apprendimento è così un luogo in cui gli studenti possono lavorare insieme ed aiutarsi a vicenda per imparare ad usare una molteplicità di strumenti e risorse informative, nel comune perseguimento di obiettivi d'apprendimento e di attività di problem solving.
  • 7. 6/11 Stella Rita Emmanuele – Social media Strategies 2015: Professore, come definirebbe oggi la scuola e le agenzie di formazione in correlazione al progresso sociale e dunque alla società? – John Dewey: “Comunità di pratica educante” caratterizzata da una didattica efficace perché rivolta a tutti gli studenti, ognuno di loro con bisogni e specifiche esigenze. Ecco perché la scuola deve essere per tutti! La formazione di qualità dona allo studente un’eccellente educazione di tipo esperienziale, garante di libertà nell’osservazione e nel giudizio critico, ma non tutte le esperienze sono di qualità; essa è educativa se vivrà fecondamente e creativamente in quelle che seguiranno. Io credo che – l’educazione è il metodo fondamentale del progresso e dell’azione sociale. Essa è individuale perché riconosce la formazione di un certo carattere come la sola vera base del giusto vivere. È sociale perché riconosce che questo giusto carattere non deve essere formato soltanto mediante precetti, esempi o esortazioni individuali, ma piuttosto mediante l’influenza di una certa forma di vita istituzionale o di comunità sull’individuo, e che l’organismo sociale mediante la scuola può dar luogo a dei risultati morali. – Social media Strategies 2015: Nel corso XXI secolo la ricerca pedagogica ha prodotto numerose riflessioni sui processi di apprendimento, nell’ottica di definire nuovi modelli di acquisizione di conoscenza. Alcune di queste sono applicabili con maggiore successo all’utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica. Professore, ci aiuti ad analizzare quest’ultimo tema della nostra intervista ossia, il ruolo delle ICT in ambito pedagogico-didattico. Cosa ne pensa e quali sono, secondo Lei, gli aspetti positivi e le difficoltà? – John Dewey: Dalle risposte precedenti si può dedurre che sono pienamente favorevole all’utilizzo delle ICT in ambito pedagogico-didattico, altrimenti la mia teoria sull’apprendimento per scoperta, che considera il contenuto da apprendere non dato a priori ma reso significativo dallo studente, inserito nella struttura cognitiva personale e stratificato su un sostrato di conoscenze precedenti, sarebbe futile! Questa teoria sposta l’attenzione
  • 8. 7/11 Stella Rita Emmanuele sul processo piuttosto che sui contenuti, attiva le intelligenze di cui il bambino è più dotato, rende la comprensione del processo e del risultato più profonda. È chiaro come la gestione e l’organizzazione delle attività con supporti tecnologici incida anche sull’approccio culturale all’insegnamento e all’apprendimento. La metodologia didattica più efficace è indubbiamente elastica e pronta alla progettazione congiunta con gli allievi, il che implica da parte dell’insegnante alcune attenzioni specifiche al contesto. In primo luogo, è necessario ripensare la classe in termini di comunità pratica educante, prescindendo da una visione individualista che intende i soggetti come “risorse” del contesto ed incoraggiando modalità di lavoro che prevedano supporto reciproco ed effettiva co-progettazione. In secondo luogo, l’inserimento delle tecnologie nella didattica impone una rivisitazione dei linguaggi, in quanto esse non sono solo un aiuto esteriore, ma anche trasformazioni interiori della coscienza. Infatti, le nuove tecnologie sollecitano abilità metalinguistiche e metacognitive rispetto alla lettura e alla composizione partecipata di testi scritti, prodotti multimediali, infografica; in un’ottica di negoziazione di significati simbolici cui ogni alunno apporta attivamente il proprio contributo. È evidente dal ragionamento sin qui condotto che le possibili difficoltà sono date dai processi di rinnovamento ai quali alla scuola è richiesto di rispondere innanzitutto, con un’analisi dei bisogni e uno studio approfondito della situazione di partenza. Bisogna considerare l’introduzione della tecnologia un fattore di destabilizzazione per la scuola che presenta una forte resistenza al cambiamento. La reazione dell’istituzione scolastica è spesso quella di trincerarsi dietro autorità e disciplina, di ancorarsi a modelli che poggiano sulla valorizzazione della scrittura e sulla mediazione orale del docente, oppure di assumere un atteggiamento di impotenza, giustificato da mancanza di tempo e onerosità dei programmi. Questo si spiega con diverse motivazioni, dal timore di non avere competenze sufficienti, alla difficoltà di scardinare pratiche didattiche consolidate, al non riscontro di una vera necessità. Per quanto concerne gli aspetti positivi, il metodo didattico è in continua ricerca e condivisione con la comunità dei docenti e degli allievi. Infatti, nella progettazione di un intervento di implementazione di ICT in contesto scolastico è di fondamentale importanza tenere conto del potenziale interesse nei confronti del progetto da parte dei destinatari cui è rivolto, in quanto l’interesse è sintomo di un bisogno e il primo motore della motivazione. La tecnologia deve poter offrire una decisiva opportunità di riconfigurare l’organizzazione esistente, in direzione di un cambiamento delle pratiche.
  • 9. 8/11 Stella Rita Emmanuele – Social media Strategies 2015: Professore Dewey, richiamando alla fase memoria della retorica classica che funge da supporto al fine di “tenere a portata di mano la cosa giusta al momento giusto”, condividendola con i membri di una comunità e collaboratori, come possiamo riassumere questa intensa intervista? – John Dewey: Grazie alle key-words che riassumono l’intero processo di innovazione della scuola: efficacia, flessibilità, sensibilità al contesto, responsabilità e l’ultima parola chiave è tempo. Si tratta infatti di processi che non si risolvono nell’ambito di una sperimentazione annuale, ma che – debitamente avviati secondo una progettazione strutturata – ottengono risultati effettivi solo nel lungo termine. – Social media Strategies 2015: Vogliamo chiudere questa intervista con un consiglio bibliografico per i nostri lettori? – John Dewey: Con immenso piacere, consiglio il mio volumetto Esperienza e Educazione redatto sul modello delle “scuole nuove” ove l’esperienza è il banco di prova di ogni teoria pedagogica e, allo stesso tempo, è ciò che permette di educare ogni uomo alla responsabilità, alla partecipazione ad una società democratica fondata sull’integrazione e non sull’esclusione. Vi ringrazio e buona lettura!
  • 10. 9/11 Stella Rita Emmanuele Riferimenti bibliografici Dewey J., Esperienza e educazione, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014; (edizione originale Experience and Education, Kappa Delta Pi, International Honor Society in Education, 1938). Riflessioni sul modello IDEAM Un modello operativo per la sceneggiatura di un e-text realizzato all'interno del Communication Strategies Lab dell'Università degli Studi di Firenze, nato nel contesto delle ricerche sul Digital Writing. IDEAM è stato infatti concepito come un “dispositivo/strumento” in grado di attivare un percorso di graduale avvicinamento al prodotto finito (l'elaborato finale) in un movimento di “traduzione” dell'idea in un oggetto concreto. Quello che segue è il resoconto della mia esperienza come studentessa del corso “Social media Strategies 2015”. *** *** ***
  • 11. 10/11 Stella Rita Emmanuele L'elaborato prodotto è il risultato di un accurato studio delle opere scritte solo ed esclusivamente da J. Dewey al fine di analizzarle per formulare delle possibili domande e conseguenti risposte su una questione attuale: l’uso delle Information Communication Technologies (ICT) in ambito pedagogico-didattico, per facilitare il processo di insegnamento-apprendimento degli studenti di ogni ordine e grado scolastico ed accademico. Il flusso di lavoro previsto dal modello IDEAM è stato modellato sui principi della Retorica Antica, le cui cinque parti (inventio, dispositio, elocutio, actio e memoria) vengono evocate dall'acronimo i.d.e.a.m. Tale modello individua delle funzioni, isola dei momenti, propone delle operazioni e fornisce degli strumenti, semplici, personalizzabili e orientati alla creazione di contenuti. La scelta di insistere su quanto di meno hi‐tech si potesse dare (strategie operative che risalgono all'antichità) è stata dettata dalla volontà di svincolarsi dalla presunta “dipendenza tecnologica” del processo creativo attivato dai nuovi media e dalle ICT. Apocalittici? Tutt'altro... La tecnologia di cui gli sperimentatori avevano premura di far emergere le potenzialità era la tecnologia “mentale” sottesa ad ogni processo creativo (brainware vs software/hardware), perché la tecnologia della scrittura, per poco hi‐tech che sia (word processor o lapis, non importa), resta assolutamente formidabile: le letterature di tutti i tempi stanno lì a dimostrarlo…1 La sperimentazione è avvenuta in un lavoro molto intenso, duraturo, ragionato ma piacevole e imprescindibile, di tutoraggio a distanza e in presenza con il Prof. G. Simonetta, utilizzando anche gli strumenti di comunicazione offerti dalla piattaforma di e‐learning adottata dal Communication Strategies Lab (forum di discussione, cartelle di condivisione di file, messaggistica in sincrono). Sin dall’inizio non ho riscontrato difficoltà alcuna nella comprensione delle cinque fasi, (non per presunzione, ma per l’accessibilità e versatilità che il modello offre a chiunque ci accinga ad utilizzarlo) e nell’inserimento dei contenuti nelle varie griglie/tabelle, anzi l’aspetto che mi ha maggiormente coinvolta e sorpresa è stata la capacità, di tale strumento, di far emergere da me contenuti e pensieri che senza l’input offertomi non avrei mai scritto, così di getto, per poi rivederli e organizzarli. Dal momento in cui il Prof. Simonetta mi ha invitata a non seguire ciascuna fase step by step bensì lavorarla a mio modo, l’elaborato ha seguito un processo più fluido. Dato che la fase Inventio mi ha permesso di “buttare giù” tutte le idee, le domande, i quesiti che mi sono posta 1 Simonetta G. www.comunicazionegenerativa.org/ideam
  • 12. 11/11 Stella Rita Emmanuele intorno al tema: cosa penserebbe oggi J. Dewey dell’utilizzo delle ICT in ambito didattico-pedagogico per facilitare il processo di insegnamento-apprendimento; quella Dispositio di ordinare queste idee, domande, quesiti secondo uno schema di titoli e sottotitoli (a tal proposito ho realizzato e usufruito di una legenda tipografica). Ho deciso di ri-organizzare lo strumento in itinere creando una fusione tra le due successive fasi Elocutio e Actio. La prima prevede la redazione delle singole parti precedentemente individuate e ordinate, mentre la seconda funge da assemblaggio, in cui si assiste alla generazione effettiva del testo elaborato. L’unica critica è nella fase ultima Memoria poiché la continua rivisitazione dei concetti, per me, è in itinere in quanto segue un andamento circolare.