Presentazione dell'intervento tenuto al salone del libro di Torino il 16 maggio 2016: http://www.editricebibliografica.it/evento-la-biblioteca-come-laboratorio-di-information-literacy-2948.html
2. AGID, Programma nazionale per la cultura, la formazione e le competenze digitali.
Linee guida. Indicazioni strategiche e operative, 2014
La capacità di:
• RICONOSCERE UN BISOGNO informativo
• RICERCARE, VALUTARE, UTILIZZARE le
informazioni in modo consapevole
per CREARE NUOVA CONOSCENZA
Che cosa è l’information literacy?
3. L’indagine sull’information literacy nelle
biblioteche pubbliche: perché?
• Comprendere lo stato
dell’arte
• Diffondere e promuovere le
esperienze più significative
• Capire che cosa viene
considerato information
literacy nelle biblioteche
pubbliche
4. L’indagine sull’information literacy nelle
biblioteche pubbliche: le risposte
• 485 risposte
• 160 risposte valide
• 85 risposte descrivono
attività di information
literacy in senso stretto
6. AAT / la clusterizzazione dei testi
• Parole sì: lettura,
bambino, classe,
incontro, attività,
visita, storia, voce
• Parole no: uso,
motore ricerca,
internet,
informazione, OPAC,
fonte, risorsa
Cluster #1
ANIMAZIONI E
PROMOZIONE DELLA
LETTURA (39,5%)
• Parole sì: ricerca,
informazione, OPAC,
fonte, valutazione,
processo, strumento
• Parole no:
promozione, lettura,
bambino,
laboratorio,
alfabetizzazione
digitale, MLOL
•
Cluster #2
INFORMATION
LITERACY (35,6%)
• Parole sì: corso,
lezione,
alfabetizzazione,
digitale, base,
computer,
informatico, MLOL
• Parole no: lettura,
classe, ragazzo,
bambino, ricerca,
informazione, fonte,
libro, OPAC
Cluster #3
DIGITAL LITERACY
(24,9%)
7. L’analisi
qualitativa
DIDATTICA DELLE
FONTI
DIDATTICA DEL
PROCESSO DI RICERCA
ORIENTARSI NEL WEB LEGGERE E SCARICARE
EBOOK
ALFABETIZZAZIONE
INFORMATICA
CODING / ROBOTICA /
LINUX
ANIMAZIONI CON I
BAMBINI / LE SCUOLE
PROMOZIONE
LETTURA / INCONTRI
CON L’AUTORE
SERVIZIO DI
REFERENCE
INDIVIDUALE
EDUCAZIONE
ALL’IMMAGINE
GUIDA ALL’USO DELLA
BIBLIOTECA
13. «A tutti coloro che si iscrivono per utilizzare la postazione PC viene
proposto un servizio di assistenza alla navigazione su
appuntamento.
Il principale punto debole del servizio è che nel 50% dei casi si
rivela quasi inutile perché mancano le nozioni basilari:
• come si accende un pc
• come muovere efficacemente il mouse
• i principali comandi windows ecc.»
Biblioteca di Chiari (BS)
15. La biblioteca San
Giorgio di Pistoia
• Protocollo di intesa con
l'Ambasciata USA in Roma
per la realizzazione di un
American Corner – un
makerspace tecnologico –
con l'impegno a realizzare
eventi formativi destinati
alle diverse fasce d'età, allo
scopo di diffondere le
competenze digitali.
16. • alfabetizzazione e pronto soccorso informatico
per tutti.
• conoscenza delle licenze Creative Commons
• didattica dell'uso della suite Google
• come usare Open office
• come crearsi una casella di posta elettronica
• come si usano i tablet e si scaricano le app
• come si usa Prezi
• che cos'è il cloud e come si usa
• come si crea un account personale di Facebook
• come si gestisce una pagina FB per l'impresa
• come si gestisce una pagina FB per una
associazione no profit
• conoscere le impostazioni evolute di FB
• costruire la propria webreputation attraverso i
social network
• usare la stampante 3D
• digitalizzare un oggetto con lo scanner 3D,
rielaborarlo con Autocad (e altri programmi) e
stamparlo in 3D
• imparare la fotografia digitale
• imparare a creare un video
• usare i kit arduino per la domotica
• creare un puzzle in 3D
• the hour of code: imparare a programmare
• Scratch: imparare a programmare (per bambini)
• come si usa InDesign
• come si creano i cartoni animati
• come si costruisce un mostro con Lego
Mindstorm
• come si costruiscono i minimondi Lego
17. La biblioteca
comunale di Trento
• coderdojo
• e-book: laboratori di
approfondimento e uso pratico
della piattaforma di e-lending
• promozione delle risorse digitali
della biblioteca
• #tuttinrete: orientarsi nel web
• laboratori Wikisource e
Openstreetmap
18. • qualità e veridicità dell'informazione in rete
• big data: cosa sono, perché sono importanti, come li
usano le aziende, come esserne consapevoli
• le opportunità della rete in termini di creatività e riuso: le
licenze libere
• nozioni fondamentali sul software libero
• Linux: installazione e primi passi
• LibreOffice: l'alternativa libera e gratuita a Office
• grafica e multimedia con Linux
• formati dei dati: libertà, proprietà ed interoperabilità
19. UNESCO, 2007
Competenze vitali
(survival literacies)
del 21. secolo
Forest Woody Horton Jr, Understanding Information Literacy: A Primer, Paris, UNESCO,
2007 (http://www.uis.unesco.org/Communication/Documents/157020E.pdf).
20. La famiglia delle competenze vitali del 21.
secolo comprende:
• Basic literacy
• Computer + Media Literacy ICT literacy
• Information literacy
I confini tra le varie literacy si sovrappongono, e la si dovrebbe
considerare una famiglia molto unita. L’information Literacy non
deve essere considerata come una categoria a sé
24. UNESCO, 2007
L’information Literacy
non deve essere considerata
una categoria a sé
Forest Woody Horton Jr, Understanding Information Literacy: A Primer, Paris, UNESCO,
2007 (http://www.uis.unesco.org/Communication/Documents/157020E.pdf).
25. (Information) literacy.
Cosa si deve insegnare nella biblioteca
pubblica?
• La ICT literacy non può essere
completamente a carico delle biblioteche
pubbliche
MA
•Bisogna essere consapevoli che fare
information literacy non ha senso se non
sussistono i prerequisiti essenziali
26. • Gli studenti di ogni ordine e grado e i professionisti
dell’insegnamento possono contare su personale
bibliotecario qualificato che gli insegni a diventare
autonomi nella ricerca delle informazioni
• La maggioranza della popolazione ha bisogni
informativi e una tecnologia che cambia in
continuazione. Chi cerca informazioni rischia di
essere sopraffatto dalla vastità dell’infosfera: per
questo i bibliotecari pubblici devono fare di più.
• IFLA Public Library Service Guidelines, 2010.
Perché fare information literacy
nelle biblioteche pubbliche?
27. Perché fare information literacy nelle
biblioteche pubbliche?
Muoversi
consapevolmente e
criticamente nell’info-
sfera è una compe-
tenza essenziale.
Il digital divide
culturale è una delle
nuove frontiere della
discriminazione
sociale.
La maggioranza della
popolazione non sa
orientarsi nel
complesso mondo
dell’informazione
28. Perché fare information literacy nelle
biblioteche pubbliche?
(E questo è – oggi più che mai – un ruolo fondamentale per la comunità.)
Oggi la biblioteca è sempre meno
il luogo in cui cercare informazioni
MA
I bibliotecari continuano ad essere
dei professionisti
dell’informazione.
Esistono molte definizioni di information literacy, che per quanto diverse ruotano tutte intorno ai concetti di ricercare, valutare e usare le informazioni. Qui utilizziamo per comodità una definizione made in Italy, contenuta all’interno di un documento dell’Agenzia per l’Italia Digitale, che in diversi punti fa esplicito riferimento alle biblioteche.
Nelle biblioteche accademiche le attività di information literacy sono più o meno visibili nel portale del sistema bibliotecario di Ateneo.
Molte biblioteche pubbliche non hanno nemmeno un vero sito web.
Le biblioteche pubbliche in Italia sono più di 6000: l’indagine non vuole e non può avere pretese di validità statistica.
NON è una fotografia dell’esistente, bensì solo l’analisi delle risposte ricevute.
290 risposte non valide (77%): quelle compilate da biblioteche non di pubblica lettura (accademiche, speciali, di fondazioni ecc.) + 71% biblioteche pubbliche che hanno deciso di non continuare la compilazione.
L’analisi automatica del testo applica ai dati testuali un approccio metrico:
individua le parole utilizzate
le “conta”
Misura e rappresenta oggettivamente il contenuto del testo laddove l’analisi qualitativa punta invece a interpretarlo.
La nuvola di parole – primo livello di analisi – mostra le “parole tema”, e consente la percezione immediata delle tematiche sulle quali converge il testo.
Un secondo livello di analisi ha evidenziato i modi diversi in cui le persone parlano di IL. Il risultato rispecchia con impressionante fedeltà il risultato ottenuto attraverso l’analisi qualitativa.
L’analisi delle risposte alle domande aperte che chiedevano nome, descrizione e obiettivi dell’attività di information literacy realizzata ha portato EX POST all’individuazione di una serie di categorie.
DESCOLARIZZARE L’INFORMATION LITERACY!!!
Non è un dato sorprendente, ma su cui comunque vale la pena riflettere e soprattutto provare ad agire.
La competenza informativa – lo dice l’Unesco, lo dice IFLA, lo dice AgID – non è una cosa che riguarda solo studenti, ricercatori e professionisti dell’informazione. È una competenza vitale per muoversi nel mondo, per trovare un lavoro, per non pagare il doppio il prezzo di un biglietto aereo, per mantenere concorrenziale la propria impresa.
ICT literacy: literacy delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione
Ad esso vanno aggiunte la Computer Literacy e la Media Literacy, che insieme costituiscono le literacy delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT)
Hardware Literacy: accendere e spegnere un computer, usare la tastiera, il mouse, la stampante o uno scanner
Software Literacy: utilizzare un sistema operativo (Windows), un programma di videoscrittura, un foglio di calcolo ecc.; usare internet quel che basta per poter fare una semplice ricerca o gestire una casella e-mail.
Accesso= la capacità di utilizzare determinate funzioni, di muoversi nei media (cambiare canale alla TV, usare i link in internet), di controllare i media (compiere transazioni finanziarie in rete), la conoscenza delle norme che regolamentano questo campo.
Capire = avere la capacità sia di capire il contenuto veicolato dai media, e avere un atteggiamento critico.
Creare = l’esperienza di produrre materiale per i diversi tipi di media aiuta a formare una maggiore consapevolezza e un approccio critico al contenuto dei media.
ATTENZIONE: Parlando di computer e media literacy non voglio dire che le biblioteche debbano e possano farsi carico di tutto questo.
Quanto e cosa fare è una decisione che ciascuna biblioteca deve prendere in base all’analisi della propria utenza, in base alle proprie risorse (economiche, di spazi, di attrezzature, di personale), e in base al tipo di servizio su cui vuole puntare: sono tutte cose che possono variare molto da biblioteca a biblioteca.
Però è necessario prendere atto che fare IL senza alcuni prerequisiti essenziali non ha senso. E nel caso (per esempio) si possono attivare sinergie con altri soggetti del territorio che si occupano di formazione (scuole, ma anche associazioni varie, università della terza età ecc.)
L’immagine sullo sfondo è un tentativo di rendere graficamente il web.
Nell’epoca pre-Internet (un’epoca di relativa scarsità informativa) l’information literacy è rimasta prerogativa delle biblioteche accademiche e scolastiche e i suoi destinatari naturali erano studenti, ricercatori, professori e professionisti dell’informazione.
Oggi l’infosfera è diventata qualcosa di infinitamente più complesso, e sono nati nuovi bisogni informativi in nuove categorie di persone.
Digital divide: non si limita alla capacità di accendere un computer o mandare un’email
La maggioranza delle gente non ha nessuno che gli spieghi/insegni come fare.
Biblioteca: sempre meno l’unico / il principale luogo in cui cercare e trovare informazioni
Bibliotecari: professionisti altamente qualificati nel reperimento, valutazione e fornitura di informazioni attendibili e di qualità.