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“IL VENETO PER ME”
LIBRERIA ACQUA ALTA
LIBRERIA 1. Situata in una rara zona ancora non
contaminata dal turismo, la Libreria
Acqua Alta si trova nelle vicinanze della
Chiesa di Santa Maria Formosa, una
delle più belle di Venezia.
2. L’ originalità di questo luogo deriva
dal fatto che è perfettamente in grado
di far fronte all’innalzamento del livello
dell’ acqua. In altri termini, grazie ad
una serie di strutture capaci di
galleggiare (barche in disuso, gondole o
vasche da bagno) tutti i libri ubicati
nella Libreria possono salvarsi al
pericolo dell’ acqua alta (origine, per
l’appunto, del nome di questo luogo
così pittoresco).
“ACQUA ALTA”
Uno degli angoli più amati dai visitatori
della Libreria sono senza dubbio le due
corti dove vecchie enciclopedie
inutilizzate sembrano arrampicarsi sulle
pareti o vengono disposte in modo tale
da creare una scala che permette di
vedere oltre il muro di cinta che si
affaccia sul canale vicino.
Senza allontanarci da Venezia, un’ altra curiosità che
contraddistingue questa città è la festa del patrono,
l'evangelista Marco, giorno in cui i Veneziani seguono da
secoli la tradizione di regalare alla moglie o alla fidanzata un
bocciolo di rosa rossa (in dialetto veneziano ”bòcolo”).
Le origini di questa usanza sono antichissime: la leggenda
racconta infatti che Maria (detta “Vulcana” perché aveva i
capelli di un rosso fiammeggiante), figlia del Doge Orso I
Partecipazio, si era innamorata di un giovane di umili origini,
un certo Tancredi, ma l’amore tra i due giovani era
palesemente ostacolato dal Doge. La fanciulla consigliò
dunque all'amato di prendere parte alla guerra contro i
musulmani, in modo tale da ottenere la gloria necessaria per
aspirare alla sua mano. Tancredi si distinse valorosamente in
guerra ma venne ferito mortalmente in un roseto.
Prima di morire però affidò all'amico Orlando un bocciolo
tinto col il rosso del suo sangue perché lo consegnasse alla
sua amata come estremo pegno d'amore. Il 25 aprile, il
giorno dopo aver ricevuto da Orlando il messaggio d'amore
dell'innamorato, Maria fu trovata morta nel suo letto con il
bocciolo sul petto.
SCACCHI DI MAROSTICA
LEGGENDA DI MAROSTICA1. La leggenda della partita a scacchi
ha origini nel lontano 1454, quando
due coraggiosi guerrieri di
Marostica, Vieri da Vallonara e
Rinaldo d’ Algarano, si
innamorarono perdutamente della
stessa fanciulla, Lionora, figlia del
Castellano Taddeo Parisio. Per
conquistare la sua mano si sfidarono
a duello, come era usuale al tempo;
tuttavia, Taddeo Parisio, che voleva
evitare la morte dei due giovani,
ostacolò la battaglia riprendendo un
editto di Cangrande della Scala di
Verona, emanato in seguito alla
tragedia di Romeo e Giulietta. 2. Lionora sarebbe diventata la sposa di
colui che avesse vinto la partita al
nobile gioco degli scacchi; lo sconfitto
invece avrebbe sposato Oldrada, sorella
minore di Lionora. La partita si sarebbe
svolta in un giorno di festa nella piazza
del Castello da basso, alla presenza del
Castellano, della figlia e di tutto il
popolo. Si decise inoltre che la sfida si
sarebbe svolta con personaggi reali,
fanti, cavalieri, re, regine, torri e tutto il
necessario, mentre Rinaldo e Vieri si
occupavano di ordinare le mosse.
Oggi come allora viene organizzata una festa
resa unica dai preziosi costumi dei partecipanti,
dalle ammalianti dame e dagli audaci cavalieri,
dai giocolieri e dagli sputafuoco, e si riassapora
così il gusto antico di un’avvincente storia
d’amore. La Partita a Scacchi a personaggi
viventi è giocata oggi sulla Piazza di Marostica,
ogni secondo weekend del mese di Settembre
degli anni pari. Lo spettacolo, che dura circa 2
ore, vede la partecipazione di oltre 550
figuranti.
Piazza di Marostica, 1923
LA MALEDIZIONE
DI
CA’ DARIO
Ne sono un esempio lampante le morti di diversi
personaggi che vissero nella Casa: Giacomo Barbaro,
accoltellato, e la moglie Marietta Barbaro, suicidata; il
figlio della coppia fu invece vittima di un agguato; lo
studioso inglese Radon Brown si suicidò; stesso
destino toccò Charles Briggs e il suo amante; il poeta
francese Henry De Regnier fu colpito da una grave
malattia; Filippo Giordano delle Lanze ucciso dall’
amante; infine il celebre tenore Mario Del Monaco si
schiantò con la sua auto mentre stava andando a
confermare l’ acquisto della Casa.
Un’ antica maledizione sembrerebbe aleggiare attorno al
misterioso palazzo Ca’ Dario, sul Canal Grande: tutti coloro
che decidono di acquistare la Casa commettono suicidio,
muoiono per cause particolarmente strane o vengono
cruentemente uccisi.
Le ipotesi che spiegherebbero
queste morti violente sono
diverse: le più accreditate
riguardano il fatto che il Palazzo
sorgerebbe su un cimitero di
templari, e la convinzione che
Ca’ Dario sia fortemente
influenzata dal talismano sul
portone del palazzo adiacente,
esposto per allontanare gli
spiriti della negatività.
Si ritiene inoltre che il
Palazzo sia ancora abitato
dai fantasmi dei defunti
proprietari.
Quale sarà la verità?
“RECORDEVE
DEL POVARO
FORNARETO”
1. Solo alcuni veneziani conoscono un’antica leggenda ispirata ad
un fatto che sarebbe accaduto a Venezia nel 1507, quando un
povero fornaio, accusato di avere ucciso un nobile, venne
condannato a morte dopo aver confessato (solo sotto tortura) di
aver commesso tale delitto; il giovane fu quindi giustiziato
nonostante non fosse il colpevole dell'omicidio (il vero
responsabile confessò la sua colpa solo in articulo mortis poche
settimane dopo). In seguito a quell’ eclatante sbaglio giudiziario
nacque l’ espressione "Recordève del povaro fornareto", con la
quale il segretario del Consiglio dei Dieci, importante organo di
governo penale veneziano, ricordava ai consiglieri di agire nel
modo più corretto ed equo possibile.
2. Il concetto al cuore di
questa leggenda è il
tentativo di tramandare la
visione di una giustizia che
ricerca sempre la verità:
per questo ammette
pubblicamente l'errore
commesso nell'uccidere il
fornaretto. Sarebbe
proprio la grandezza del
governo veneziano, che
non esita ad affermare di
aver commesso un grande
errore, a trasformarsi così
nell'emblema del mito
della Repubblica.
Per questo ora due lumini
rossi vengono accesi tutte
le notti fra due archi della
Basilica, di fronte al punto
in cui c'era il patibolo,
simbolo del pentimento e
delle perenni scuse della
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  • 3. LIBRERIA 1. Situata in una rara zona ancora non contaminata dal turismo, la Libreria Acqua Alta si trova nelle vicinanze della Chiesa di Santa Maria Formosa, una delle più belle di Venezia. 2. L’ originalità di questo luogo deriva dal fatto che è perfettamente in grado di far fronte all’innalzamento del livello dell’ acqua. In altri termini, grazie ad una serie di strutture capaci di galleggiare (barche in disuso, gondole o vasche da bagno) tutti i libri ubicati nella Libreria possono salvarsi al pericolo dell’ acqua alta (origine, per l’appunto, del nome di questo luogo così pittoresco). “ACQUA ALTA”
  • 4.
  • 5.
  • 6. Uno degli angoli più amati dai visitatori della Libreria sono senza dubbio le due corti dove vecchie enciclopedie inutilizzate sembrano arrampicarsi sulle pareti o vengono disposte in modo tale da creare una scala che permette di vedere oltre il muro di cinta che si affaccia sul canale vicino.
  • 7. Senza allontanarci da Venezia, un’ altra curiosità che contraddistingue questa città è la festa del patrono, l'evangelista Marco, giorno in cui i Veneziani seguono da secoli la tradizione di regalare alla moglie o alla fidanzata un bocciolo di rosa rossa (in dialetto veneziano ”bòcolo”). Le origini di questa usanza sono antichissime: la leggenda racconta infatti che Maria (detta “Vulcana” perché aveva i capelli di un rosso fiammeggiante), figlia del Doge Orso I Partecipazio, si era innamorata di un giovane di umili origini, un certo Tancredi, ma l’amore tra i due giovani era palesemente ostacolato dal Doge. La fanciulla consigliò dunque all'amato di prendere parte alla guerra contro i musulmani, in modo tale da ottenere la gloria necessaria per aspirare alla sua mano. Tancredi si distinse valorosamente in guerra ma venne ferito mortalmente in un roseto. Prima di morire però affidò all'amico Orlando un bocciolo tinto col il rosso del suo sangue perché lo consegnasse alla sua amata come estremo pegno d'amore. Il 25 aprile, il giorno dopo aver ricevuto da Orlando il messaggio d'amore dell'innamorato, Maria fu trovata morta nel suo letto con il bocciolo sul petto.
  • 9. LEGGENDA DI MAROSTICA1. La leggenda della partita a scacchi ha origini nel lontano 1454, quando due coraggiosi guerrieri di Marostica, Vieri da Vallonara e Rinaldo d’ Algarano, si innamorarono perdutamente della stessa fanciulla, Lionora, figlia del Castellano Taddeo Parisio. Per conquistare la sua mano si sfidarono a duello, come era usuale al tempo; tuttavia, Taddeo Parisio, che voleva evitare la morte dei due giovani, ostacolò la battaglia riprendendo un editto di Cangrande della Scala di Verona, emanato in seguito alla tragedia di Romeo e Giulietta. 2. Lionora sarebbe diventata la sposa di colui che avesse vinto la partita al nobile gioco degli scacchi; lo sconfitto invece avrebbe sposato Oldrada, sorella minore di Lionora. La partita si sarebbe svolta in un giorno di festa nella piazza del Castello da basso, alla presenza del Castellano, della figlia e di tutto il popolo. Si decise inoltre che la sfida si sarebbe svolta con personaggi reali, fanti, cavalieri, re, regine, torri e tutto il necessario, mentre Rinaldo e Vieri si occupavano di ordinare le mosse.
  • 10. Oggi come allora viene organizzata una festa resa unica dai preziosi costumi dei partecipanti, dalle ammalianti dame e dagli audaci cavalieri, dai giocolieri e dagli sputafuoco, e si riassapora così il gusto antico di un’avvincente storia d’amore. La Partita a Scacchi a personaggi viventi è giocata oggi sulla Piazza di Marostica, ogni secondo weekend del mese di Settembre degli anni pari. Lo spettacolo, che dura circa 2 ore, vede la partecipazione di oltre 550 figuranti. Piazza di Marostica, 1923
  • 12. Ne sono un esempio lampante le morti di diversi personaggi che vissero nella Casa: Giacomo Barbaro, accoltellato, e la moglie Marietta Barbaro, suicidata; il figlio della coppia fu invece vittima di un agguato; lo studioso inglese Radon Brown si suicidò; stesso destino toccò Charles Briggs e il suo amante; il poeta francese Henry De Regnier fu colpito da una grave malattia; Filippo Giordano delle Lanze ucciso dall’ amante; infine il celebre tenore Mario Del Monaco si schiantò con la sua auto mentre stava andando a confermare l’ acquisto della Casa. Un’ antica maledizione sembrerebbe aleggiare attorno al misterioso palazzo Ca’ Dario, sul Canal Grande: tutti coloro che decidono di acquistare la Casa commettono suicidio, muoiono per cause particolarmente strane o vengono cruentemente uccisi.
  • 13.
  • 14. Le ipotesi che spiegherebbero queste morti violente sono diverse: le più accreditate riguardano il fatto che il Palazzo sorgerebbe su un cimitero di templari, e la convinzione che Ca’ Dario sia fortemente influenzata dal talismano sul portone del palazzo adiacente, esposto per allontanare gli spiriti della negatività. Si ritiene inoltre che il Palazzo sia ancora abitato dai fantasmi dei defunti proprietari. Quale sarà la verità?
  • 15. “RECORDEVE DEL POVARO FORNARETO” 1. Solo alcuni veneziani conoscono un’antica leggenda ispirata ad un fatto che sarebbe accaduto a Venezia nel 1507, quando un povero fornaio, accusato di avere ucciso un nobile, venne condannato a morte dopo aver confessato (solo sotto tortura) di aver commesso tale delitto; il giovane fu quindi giustiziato nonostante non fosse il colpevole dell'omicidio (il vero responsabile confessò la sua colpa solo in articulo mortis poche settimane dopo). In seguito a quell’ eclatante sbaglio giudiziario nacque l’ espressione "Recordève del povaro fornareto", con la quale il segretario del Consiglio dei Dieci, importante organo di governo penale veneziano, ricordava ai consiglieri di agire nel modo più corretto ed equo possibile. 2. Il concetto al cuore di questa leggenda è il tentativo di tramandare la visione di una giustizia che ricerca sempre la verità: per questo ammette pubblicamente l'errore commesso nell'uccidere il fornaretto. Sarebbe proprio la grandezza del governo veneziano, che non esita ad affermare di aver commesso un grande errore, a trasformarsi così nell'emblema del mito della Repubblica.
  • 16. Per questo ora due lumini rossi vengono accesi tutte le notti fra due archi della Basilica, di fronte al punto in cui c'era il patibolo, simbolo del pentimento e delle perenni scuse della città a quella vittima innocente.