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…una laguna
Il Veneto per noi è…
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navigando da Venezia verso Nord
BAREN
E
Le barene sono
terreni di forma
tabulare tipici delle
lagune.
Dal 1901 al 2003 la loro
superficie è passata da 170
km2 a 47 Km2
per una
riduzione di oltre il 70%.
Ci sono diversi tipi di barene, che si
distinguono sia per i processi che ne
hanno determinato la formazione
sia per il percorso evolutivo che
esse seguono.
Le barene sono soggette ad un
preoccupante fenomeno di erosione,
con serio rischio per l’intero
ecosistema lagunare.
Presentano un suolo pesante,
periodicamente sommerso dalle maree
definito “suolo salso”.
Le funzioni delle barene:
●
Favoriscono la biodiversità;
●
Abbattono gli agenti inquinanti;
●
Moderano le correnti e il moto ondoso;
●
Supportano attività economiche di cui
pesca, caccia ed eco-turismo;
●
Hanno un’elevata valenza paesaggistica.
Cosa si sta facendo per proteggerle?
•
Progetto Life Vimine;
•
“Fascinate”: pali e fascine lungo il
•
bordo delle barene;
•
“Pennelli”: Pali e fascine inseriti perpendicolarmente al bordo
delle barene;
•
Barriere e Frangi-onda: protezioni posizionate a 15 o 20
metri dalla sponda della barena;
•
Aree di prelievo sedimento: aree in cui vengono prelevati i
sedimenti per ricostruire le barene danneggiate;
•
Aree di refluimento: deposito di sedimento mediante
refluimento, in totale coprirà 150 m2
.
Immagine: lifevimine.eu
Il procedimento delle
maree
Immagine: live.comune.venezia.it
Le maree sono moti periodici, ossia
alternanze ritmiche con l’aumento del
flusso e la diminuzione del livello del
mare. La fase più intensa dell
´innalzamento del mare è l’alta marea
e quella più bassa la bassa marea (o
“marea viva” e “marea morta”). Le
maree non dipendono soltanto da Luna
e Sole, ma anche altri fattori (morfologia
dei fondali, etc.).
“Acqua alta” Venezia
Il fenomeno dell’“acqua alta” (alta marea) è una delle peculiarità più famose della
città di Venezia
Il colombo, meglio noto come “piccione
selvatico occidentale” (Columba livia, ha 15
sottospecie), è una specie di Columbide molto
diffusa ed è tipico dell'Europa Meridionale,
del Nord Africa e del Medio Oriente.
L'uccello è lungo 30-35 cm, con un’apertura alare di
62–68 cm. La parte bianca sotto le ali e le due linee
nere sulle ali grigie sono le migliori caratteristiche
identificative del piccione. Esso è resistente e veloce
nel volo e la sua vita comune varia dai 3 ai 5 anni allo
stato selvatico, ma può raggiungere anche i 15 anni
per le razze domestiche o addomesticate.
Non è facile distinguere i due sessi, solo quando stanno insieme si può
osservare il tipico comportamento del maschio,inoltre a volte è possibile
anche distinguere la femmina dalla statura, spesso leggermente più
piccola, e dal fatto che a volte si lascia rincorrere dal pretendente.
Riguardo alla cultura, ci sono molte leggende.
Si pensava, per esempio, che i primi colombi
fossero stati donati ad una dogaressa (moglie
del doge) della città, triste per la lontananza
continua dal suo uomo. I colombi, una coppia
formata da un esemplare maschio e una
femmina, avrebbero dovuto, in un modo o
nell'altro, allietare la donna, garantendole un po'
di compagnia. Questo spiegherebbe la
presenza dei colombi in laguna. Altri
sostengono che i primi colombi fossero stati
inviati a Venezia dal doge Enrico Dandolo per
annunciare la vittoria a Costantinopoli e la
relativa conquista della città: per la gioia, i due
animali sarebbero poi stati nutriti dalla
popolazione in festa e di lì in poi sarebbero
proliferati.
Il piccione
Caratteristiche:Caratteristiche:
L’orata è un pesce di medie
dimensioni (20-70 cm, fino a 10 kg)
e di forma ovale, che deve il suo
nome ad una banda dorata che si
trova fra i suoi occhi. Le orate sono
ermafrodite proterandriche, la
riproduzione avviene tra ottobre e
dicembre
Alimentazione:Alimentazione:
Si nutre prevalentemente di
molluschi e crostacei di cui
sminuzza il guscio con le forti
mascelle
Cucina:Cucina:
È un pesce dalle carni molto pregiate, prive o quasi di
lische, è paragonabile al branzino. Può essere cotto
intero al forno, al sale, farcito, alla griglia o in court-
bouillon, ma può anche essere sfilettato e cotto a filetti
Habitat:Habitat:
L'orata è presente in tutto il bacino del
Mediterraneo e nell'Atlantico orientale, a sud
delle isole Britanniche a Capo Verde. È un
pesce strettamente costiero e vive tra i 5 e i 150
m dalla costa; frequenta sia fondali duri che
sabbiosi.
Immagine tratta da: www.ismea.it
Habitat
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suolo poco permeabile e ad alta salinità: un raro
ecosistema di piante riesce a resistere all’
ambiente salino, che per questa caratteristica si
dicono “alofite”.
Immagine tratta da: www.wikipedia.it
La salicornia
L’“orto” di Venezia
Le isole della laguna a
Nord di Venezia, in
particolar modo quella di
Sant’Erasmo, sono
considerate “l’orto di
Venezia” per le sue
prosperose coltivazioni e
per le antiche tradizioni
agricole che le
contraddistinguono.
Le “castraure”
Sulle isole di Sant’Erasmo, Lio
Piccolo, Mazzorbo e Vignole
si coltiva una specie
particolare di carciofo,
chiamata “carciofo violetto”.
La prima gemma di questa
pianta, anche detta
“castraura”, matura tra la fine
Aprile e l’inizio di Maggio.
La tradizione vuole che le
castraure si consumino crude,
condita con olio, limone e
scaglie di grana.
La salicornia in cucina
La salicornia viene raccolta da
Maggio a Settembre. Al gusto si
presenta simile agli spinaci e
agli asparagi.
L’ asparago di mare si sposa
bene con i sapori di pesce,
in particolare ostriche e
zuppe.
Molte persone, per conservare la
salicornia, la mettono sott’olio o
sotto aceto. L’ asparago di mare
eccelle nelle ricette stive e fresche
soprattutto come contorno.
La salicornia ha delle foglie carnose,
anche il fusto è buono da mangiare.
Le foglie si possono gustare cotte e
condite con olio e le prime foglie
fritte sono una prelibatezza.
Una ricetta con la salicornia
Cuocete le linguine al dente.
Nel frattempo mettete le vongole in un
tegame coperto e fatele aprire a fuoco vivo
scuotendole spesso.
Eliminate il pezzettino finale scuro dei gambi
di salicornia, spezzettatela e cuocetela per un
1 minuto in acqua salata.
LINGUINE ALLA SALICORNIA E VONGOLE
Immagine: www.grazia.it
Sgusciate una parte delle vongole, delle altre
(quelle rotte, o chiuse) recuperate il liquido
che hanno emesso.
Scolate la pasta e saltatela a fuoco alto con 3
cucchiai d'olio insieme alla salicornia, poi
aggiungetevi le vongole con il loro liquido
filtrato, mescolate e servite.
Il miele di barena
Il miele di barena
viene prodotto a partire
della pianta di limonio (Limonium
vulgare),
caratteristica
delle barene lagunari.
Questo miele ha una consistenza media e un colore
giallognolo e opaco.
Il suo sapore è particolarmente dolce con un
retrogusto salato.
Immagine: www.lifevimine.eu
Immagine: www.imgrum.pw
I territori interessati a questa produzione sono soprattutto l’isola di Sant’Erasmo e
tutta la zona di Cavallino-Treporti.
La “fraima”
La “fraima” è uno dei momenti più
importanti nella vita nelle valli da pesca
della laguna. Essa consiste nel catturare il
pesce adulto che, in autunno, migra dalle
acque basse della laguna verso il mare
aperto. Con grande abilità, i valligiani
selezionano il pesce catturato
nei lavorieri: gli esemplari della giusta
taglia vengono pescati, mentre i più piccoli
saranno nuovamente immessi nell'acqua o
indirizzati nelle peschiere, dove
trascorreranno l’inverno.
In questo periodo, in
alcune zone, ad
esempio a Lio
Piccolo, si possono
osservare degli
spettacoli naturali
come le migrazioni
dei fenicotteri.
“El pesse novelo”
In primavera il pesce appena nato migra dal mare aperto verso la laguna,
dove si ferma per crescere in acque più calde. La cattura del “pesce
novello” era un momento molto importante della vita dei pescatori. Oggi,
in alcune isole della laguna Nord, durante le sagre è ancora possibile
gustare questo pesce di piccola taglia, di solito fritto.
Si sa che il processo di
urbanizzazione avvenne in
maniera lenta, iniziando nella
seconda metà del VI secolo
d.C. sulla spinta delle
invasioni degli Unni che
costrinsero la popolazione
delle coste a rifugiarsi nelle
isole lagunari, a cominciare da
quelle più a Nord.
Qui essi intrapresero nuove
attività, come la pesca e il
commercio del sale.
Alle origini di Venezia
Le origini dei primi insediamenti
della laguna veneta settentrionale
sono ancora un capitolo oscuro
della storia antica, su cui poco ci
dicono le fonti di cui disponiamo,
spesso tra l’altro mescolando in
modo inestricabile realtà e
leggenda.
È dalla lenta evoluzione di questi
insediamenti che nacque, pian piano,
Venezia.
Basilica di Santa Maria Assunta a
Torcello
Sulla cupola si può vedere
l’immagine di una vergine su
uno sfondo oro; al di sotto si
trovano gli apostoli su un prato
fiorito. I mosaici sono stati
realizzati da maestranze
bizantine. 
È la costruzione più
antica presente in
laguna. Fondata nel
639 d.C., è un
esempio di stile
veneto-bizantino.
L’architettura, paleo-cristiana,
risente dell’influsso orientale
(soprattutto per la pianta a croce
greca).
Al suo interno custodisce dei
mosaici datati tra il VII e il XII
sec. d.C. I mosaici avrebbero
sostituito le decorazioni
scultoree. Oggi restano i mosaici
della cupola mentre si è persa la
parte del timpano e dell’arco
trionfale.
Il merletto di Burano
Burano e anche conosciuta per la
lavorazione artigianale dei merletti.
I primi merletti di Burano risalgono al
1500. All'epoca la lavorazione del
merletto si svolgeva solo in case
signorili, utilizzando ago e filo senza il
supporto di una tela.
Successivamente fu aperta una
scuola di ricamo, che ora e la sede
del Museo del Merletto.
Nella parte settentrionale estrema della
laguna di Venezia si trova l’ isola di Burano,
nota per le case colorate che i pescatori
dell’isola hanno creato per riconoscerle
anche durante la nebbia.
Negli anni a seguire il vetro divenne un
vero e proprio gioiello di altissimo valore,
commerciato in tutto il mondo da Egiziani,
Fenici, Greci e molte altre civiltà.
Furono i Crociati a portare il vetro a Venezia, dove vennero
subito edificate delle fornaci. Poiché le continue lavorazioni
provocavano un forte inquinamento dell’aria e spesso incendi
nel centro storico, un decreto del 1291 impose lo spostamento
di tutte le fornaci sull’isola di Murano, dove ancora oggi viene
lavorato il vetro.
Murano, una delle isole principali
della laguna veneta settentrionale, è
nota in tutto il mondo per l’arte del
vetro, che viene qui lavorato da più
di 700 anni.
Secondo una leggenda, il vetro è stato scoperto dai Fenici,
quando due mercanti posizionarono intorno al fuoco per la notte
delle pietre di nitro, che si trasformarono in una massa vetrosa
per via del contatto con il calore.
Il vetro di Murano
Tecniche di lavorazione
FORNACE
È la tecnica di lavorazione principale, che viene eseguita da uno
staff di circa quattro persone, le quali seguono un ordine
gerarchico. A svolgere la lavorazione è il maestro (colui che
possiede il grado più alto) che realizza opere come lampadari, vasi,
bicchieri e oggetti artistici o ornamentali di ogni tipo.
VETRO FUSIONE
è una tecnica del vetro antichissima,
consiste in una lavorazione a freddo ,
a differenza di lume o fornace che
invece utilizzano una fiamma. Delle
lastre di vetro semilavorate, vengono
tagliate e decorate con l’utilizzo di
graniglie colorate, o pezzi di altre
lastre, che disposti uno vicino all’altro
formano quello che viene chiamato
“mosaico”.
SOFFIATURA
Consiste in una lavorazione che consiste in una
canna da soffio della quale il lavoratore,
soffiandoci all’interno riesce a produrre una
pressione tale da creare un vuoto d’aria
all’interno della massa vetrosa.
VETRO A LUME
anche se non è possibile determinare con precisione una data di nascita del
vetro a lume, poiché molte delle tecniche ad esso associate furono scoperte
molto prima di questa lavorazione, si sa con certezza che è una tecnica
applicata già nel Rinascimento a Venezia e poi sviluppata nel XVIII sec. È
una lavorazione del vetro eseguita tramite un canello, che produce una
fiamma composta da da gas metano (o propano) e ossigeno, abbastanza
calda da fondere delle bacchette in vetro.
MURRINA
Sezioni di canna che presentano al
loro interno, per tutta la lunghezza,
disegni astratti o anche figurativi come
volti, fiori e animali.
VETRO MASSICCIO
Consiste nel plasmare il vetro
ancora allo stato pastoso con
l’ausilio di particolari strumenti,
senza ricorrere alla soffiatura
PERLE
È una tecnica di lavorazione di vetro a lume,
che utilizza delle bacchette di ferro con una
parte coperta da un separatore, nel quale
viene colato il vetro della canna, che
continuando a girare mantiene la sua forma
per poter essere decorato. Successivamente,
la perla viene separata dalla bacchetta per
ottenere il foro.
Fonti:
www.venezia-help.com
www.focus.it
www.it.wikipedia.org
www.venetoworld.com
www.slowvenice.it
www.saporie.com
www.istitutoveneto.org
www.treccani.it
www.lifevimine.eu
www.24.fish.it
www.agrodolce.it
www.enciclopediambiente.com 
www.energia-blog.it
www.studiarapido.it
www.online.scuola.zanichelli.it
Immagini realizzate in proprio, ove
non diversamente specificato.
Realizzato dalle classi 1^A, 2^A e 3^A
dell’Istituto Tecnico Tecnologico
di Grafica e Comunicazione
con specializzazione in Arte del Vetro
“A. Zanetti” di Murano
nell’ambito del concorso “Il Veneto per me”
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Navigando nella laguna nord di Venezia

  • 1. …una laguna Il Veneto per noi è… Immagine: google.it/maps navigando da Venezia verso Nord
  • 2.
  • 3. BAREN E Le barene sono terreni di forma tabulare tipici delle lagune. Dal 1901 al 2003 la loro superficie è passata da 170 km2 a 47 Km2 per una riduzione di oltre il 70%. Ci sono diversi tipi di barene, che si distinguono sia per i processi che ne hanno determinato la formazione sia per il percorso evolutivo che esse seguono. Le barene sono soggette ad un preoccupante fenomeno di erosione, con serio rischio per l’intero ecosistema lagunare. Presentano un suolo pesante, periodicamente sommerso dalle maree definito “suolo salso”.
  • 4. Le funzioni delle barene: ● Favoriscono la biodiversità; ● Abbattono gli agenti inquinanti; ● Moderano le correnti e il moto ondoso; ● Supportano attività economiche di cui pesca, caccia ed eco-turismo; ● Hanno un’elevata valenza paesaggistica. Cosa si sta facendo per proteggerle? • Progetto Life Vimine; • “Fascinate”: pali e fascine lungo il • bordo delle barene; • “Pennelli”: Pali e fascine inseriti perpendicolarmente al bordo delle barene; • Barriere e Frangi-onda: protezioni posizionate a 15 o 20 metri dalla sponda della barena; • Aree di prelievo sedimento: aree in cui vengono prelevati i sedimenti per ricostruire le barene danneggiate; • Aree di refluimento: deposito di sedimento mediante refluimento, in totale coprirà 150 m2 . Immagine: lifevimine.eu
  • 5. Il procedimento delle maree Immagine: live.comune.venezia.it Le maree sono moti periodici, ossia alternanze ritmiche con l’aumento del flusso e la diminuzione del livello del mare. La fase più intensa dell ´innalzamento del mare è l’alta marea e quella più bassa la bassa marea (o “marea viva” e “marea morta”). Le maree non dipendono soltanto da Luna e Sole, ma anche altri fattori (morfologia dei fondali, etc.).
  • 6. “Acqua alta” Venezia Il fenomeno dell’“acqua alta” (alta marea) è una delle peculiarità più famose della città di Venezia
  • 7. Il colombo, meglio noto come “piccione selvatico occidentale” (Columba livia, ha 15 sottospecie), è una specie di Columbide molto diffusa ed è tipico dell'Europa Meridionale, del Nord Africa e del Medio Oriente. L'uccello è lungo 30-35 cm, con un’apertura alare di 62–68 cm. La parte bianca sotto le ali e le due linee nere sulle ali grigie sono le migliori caratteristiche identificative del piccione. Esso è resistente e veloce nel volo e la sua vita comune varia dai 3 ai 5 anni allo stato selvatico, ma può raggiungere anche i 15 anni per le razze domestiche o addomesticate. Non è facile distinguere i due sessi, solo quando stanno insieme si può osservare il tipico comportamento del maschio,inoltre a volte è possibile anche distinguere la femmina dalla statura, spesso leggermente più piccola, e dal fatto che a volte si lascia rincorrere dal pretendente. Riguardo alla cultura, ci sono molte leggende. Si pensava, per esempio, che i primi colombi fossero stati donati ad una dogaressa (moglie del doge) della città, triste per la lontananza continua dal suo uomo. I colombi, una coppia formata da un esemplare maschio e una femmina, avrebbero dovuto, in un modo o nell'altro, allietare la donna, garantendole un po' di compagnia. Questo spiegherebbe la presenza dei colombi in laguna. Altri sostengono che i primi colombi fossero stati inviati a Venezia dal doge Enrico Dandolo per annunciare la vittoria a Costantinopoli e la relativa conquista della città: per la gioia, i due animali sarebbero poi stati nutriti dalla popolazione in festa e di lì in poi sarebbero proliferati. Il piccione
  • 8. Caratteristiche:Caratteristiche: L’orata è un pesce di medie dimensioni (20-70 cm, fino a 10 kg) e di forma ovale, che deve il suo nome ad una banda dorata che si trova fra i suoi occhi. Le orate sono ermafrodite proterandriche, la riproduzione avviene tra ottobre e dicembre Alimentazione:Alimentazione: Si nutre prevalentemente di molluschi e crostacei di cui sminuzza il guscio con le forti mascelle Cucina:Cucina: È un pesce dalle carni molto pregiate, prive o quasi di lische, è paragonabile al branzino. Può essere cotto intero al forno, al sale, farcito, alla griglia o in court- bouillon, ma può anche essere sfilettato e cotto a filetti Habitat:Habitat: L'orata è presente in tutto il bacino del Mediterraneo e nell'Atlantico orientale, a sud delle isole Britanniche a Capo Verde. È un pesce strettamente costiero e vive tra i 5 e i 150 m dalla costa; frequenta sia fondali duri che sabbiosi. Immagine tratta da: www.ismea.it
  • 9. Habitat Le barene della Laguna veneta presentano un suolo poco permeabile e ad alta salinità: un raro ecosistema di piante riesce a resistere all’ ambiente salino, che per questa caratteristica si dicono “alofite”. Immagine tratta da: www.wikipedia.it La salicornia
  • 10.
  • 11. L’“orto” di Venezia Le isole della laguna a Nord di Venezia, in particolar modo quella di Sant’Erasmo, sono considerate “l’orto di Venezia” per le sue prosperose coltivazioni e per le antiche tradizioni agricole che le contraddistinguono.
  • 12. Le “castraure” Sulle isole di Sant’Erasmo, Lio Piccolo, Mazzorbo e Vignole si coltiva una specie particolare di carciofo, chiamata “carciofo violetto”. La prima gemma di questa pianta, anche detta “castraura”, matura tra la fine Aprile e l’inizio di Maggio. La tradizione vuole che le castraure si consumino crude, condita con olio, limone e scaglie di grana.
  • 13. La salicornia in cucina La salicornia viene raccolta da Maggio a Settembre. Al gusto si presenta simile agli spinaci e agli asparagi. L’ asparago di mare si sposa bene con i sapori di pesce, in particolare ostriche e zuppe. Molte persone, per conservare la salicornia, la mettono sott’olio o sotto aceto. L’ asparago di mare eccelle nelle ricette stive e fresche soprattutto come contorno. La salicornia ha delle foglie carnose, anche il fusto è buono da mangiare. Le foglie si possono gustare cotte e condite con olio e le prime foglie fritte sono una prelibatezza.
  • 14. Una ricetta con la salicornia Cuocete le linguine al dente. Nel frattempo mettete le vongole in un tegame coperto e fatele aprire a fuoco vivo scuotendole spesso. Eliminate il pezzettino finale scuro dei gambi di salicornia, spezzettatela e cuocetela per un 1 minuto in acqua salata. LINGUINE ALLA SALICORNIA E VONGOLE Immagine: www.grazia.it Sgusciate una parte delle vongole, delle altre (quelle rotte, o chiuse) recuperate il liquido che hanno emesso. Scolate la pasta e saltatela a fuoco alto con 3 cucchiai d'olio insieme alla salicornia, poi aggiungetevi le vongole con il loro liquido filtrato, mescolate e servite.
  • 15. Il miele di barena Il miele di barena viene prodotto a partire della pianta di limonio (Limonium vulgare), caratteristica delle barene lagunari. Questo miele ha una consistenza media e un colore giallognolo e opaco. Il suo sapore è particolarmente dolce con un retrogusto salato. Immagine: www.lifevimine.eu Immagine: www.imgrum.pw I territori interessati a questa produzione sono soprattutto l’isola di Sant’Erasmo e tutta la zona di Cavallino-Treporti.
  • 16. La “fraima” La “fraima” è uno dei momenti più importanti nella vita nelle valli da pesca della laguna. Essa consiste nel catturare il pesce adulto che, in autunno, migra dalle acque basse della laguna verso il mare aperto. Con grande abilità, i valligiani selezionano il pesce catturato nei lavorieri: gli esemplari della giusta taglia vengono pescati, mentre i più piccoli saranno nuovamente immessi nell'acqua o indirizzati nelle peschiere, dove trascorreranno l’inverno. In questo periodo, in alcune zone, ad esempio a Lio Piccolo, si possono osservare degli spettacoli naturali come le migrazioni dei fenicotteri.
  • 17. “El pesse novelo” In primavera il pesce appena nato migra dal mare aperto verso la laguna, dove si ferma per crescere in acque più calde. La cattura del “pesce novello” era un momento molto importante della vita dei pescatori. Oggi, in alcune isole della laguna Nord, durante le sagre è ancora possibile gustare questo pesce di piccola taglia, di solito fritto.
  • 18.
  • 19. Si sa che il processo di urbanizzazione avvenne in maniera lenta, iniziando nella seconda metà del VI secolo d.C. sulla spinta delle invasioni degli Unni che costrinsero la popolazione delle coste a rifugiarsi nelle isole lagunari, a cominciare da quelle più a Nord. Qui essi intrapresero nuove attività, come la pesca e il commercio del sale. Alle origini di Venezia Le origini dei primi insediamenti della laguna veneta settentrionale sono ancora un capitolo oscuro della storia antica, su cui poco ci dicono le fonti di cui disponiamo, spesso tra l’altro mescolando in modo inestricabile realtà e leggenda. È dalla lenta evoluzione di questi insediamenti che nacque, pian piano, Venezia.
  • 20. Basilica di Santa Maria Assunta a Torcello Sulla cupola si può vedere l’immagine di una vergine su uno sfondo oro; al di sotto si trovano gli apostoli su un prato fiorito. I mosaici sono stati realizzati da maestranze bizantine.  È la costruzione più antica presente in laguna. Fondata nel 639 d.C., è un esempio di stile veneto-bizantino. L’architettura, paleo-cristiana, risente dell’influsso orientale (soprattutto per la pianta a croce greca). Al suo interno custodisce dei mosaici datati tra il VII e il XII sec. d.C. I mosaici avrebbero sostituito le decorazioni scultoree. Oggi restano i mosaici della cupola mentre si è persa la parte del timpano e dell’arco trionfale.
  • 21. Il merletto di Burano Burano e anche conosciuta per la lavorazione artigianale dei merletti. I primi merletti di Burano risalgono al 1500. All'epoca la lavorazione del merletto si svolgeva solo in case signorili, utilizzando ago e filo senza il supporto di una tela. Successivamente fu aperta una scuola di ricamo, che ora e la sede del Museo del Merletto. Nella parte settentrionale estrema della laguna di Venezia si trova l’ isola di Burano, nota per le case colorate che i pescatori dell’isola hanno creato per riconoscerle anche durante la nebbia.
  • 22. Negli anni a seguire il vetro divenne un vero e proprio gioiello di altissimo valore, commerciato in tutto il mondo da Egiziani, Fenici, Greci e molte altre civiltà. Furono i Crociati a portare il vetro a Venezia, dove vennero subito edificate delle fornaci. Poiché le continue lavorazioni provocavano un forte inquinamento dell’aria e spesso incendi nel centro storico, un decreto del 1291 impose lo spostamento di tutte le fornaci sull’isola di Murano, dove ancora oggi viene lavorato il vetro. Murano, una delle isole principali della laguna veneta settentrionale, è nota in tutto il mondo per l’arte del vetro, che viene qui lavorato da più di 700 anni. Secondo una leggenda, il vetro è stato scoperto dai Fenici, quando due mercanti posizionarono intorno al fuoco per la notte delle pietre di nitro, che si trasformarono in una massa vetrosa per via del contatto con il calore. Il vetro di Murano
  • 23. Tecniche di lavorazione FORNACE È la tecnica di lavorazione principale, che viene eseguita da uno staff di circa quattro persone, le quali seguono un ordine gerarchico. A svolgere la lavorazione è il maestro (colui che possiede il grado più alto) che realizza opere come lampadari, vasi, bicchieri e oggetti artistici o ornamentali di ogni tipo.
  • 24. VETRO FUSIONE è una tecnica del vetro antichissima, consiste in una lavorazione a freddo , a differenza di lume o fornace che invece utilizzano una fiamma. Delle lastre di vetro semilavorate, vengono tagliate e decorate con l’utilizzo di graniglie colorate, o pezzi di altre lastre, che disposti uno vicino all’altro formano quello che viene chiamato “mosaico”. SOFFIATURA Consiste in una lavorazione che consiste in una canna da soffio della quale il lavoratore, soffiandoci all’interno riesce a produrre una pressione tale da creare un vuoto d’aria all’interno della massa vetrosa. VETRO A LUME anche se non è possibile determinare con precisione una data di nascita del vetro a lume, poiché molte delle tecniche ad esso associate furono scoperte molto prima di questa lavorazione, si sa con certezza che è una tecnica applicata già nel Rinascimento a Venezia e poi sviluppata nel XVIII sec. È una lavorazione del vetro eseguita tramite un canello, che produce una fiamma composta da da gas metano (o propano) e ossigeno, abbastanza calda da fondere delle bacchette in vetro.
  • 25. MURRINA Sezioni di canna che presentano al loro interno, per tutta la lunghezza, disegni astratti o anche figurativi come volti, fiori e animali. VETRO MASSICCIO Consiste nel plasmare il vetro ancora allo stato pastoso con l’ausilio di particolari strumenti, senza ricorrere alla soffiatura PERLE È una tecnica di lavorazione di vetro a lume, che utilizza delle bacchette di ferro con una parte coperta da un separatore, nel quale viene colato il vetro della canna, che continuando a girare mantiene la sua forma per poter essere decorato. Successivamente, la perla viene separata dalla bacchetta per ottenere il foro.
  • 27. Realizzato dalle classi 1^A, 2^A e 3^A dell’Istituto Tecnico Tecnologico di Grafica e Comunicazione con specializzazione in Arte del Vetro “A. Zanetti” di Murano nell’ambito del concorso “Il Veneto per me” promosso da