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Il Sangue e il Sistema Linfatico
POLARIS SHIATSU INSTITUTE
Scuola professionale Triennale per Operatori Shiatsu
Nel nostro organismo circolano, in media,
cinque litri di sangue.
Al suo movimento e alla sua efficienza è
legata la nostra vita.
Il Sangue
Emostasi e coagulazione
Lesione della parete di un vaso sanguigno
Contrazione
Tromboplastina tessutaleCollagene
TrombinaAggregazione piastrinica
Avvio della coagulazioneReazioni piastriniche
Tappo emostatico temporaneo Tappo emostatico definitivo
La lesione di un vaso innesca il processo dell’emostasi che necessario per limitare ed arrestare l’emorragia.
Questo processo inizia con la costrizione vasale, poi la formazione di un tappo piastrinico (trombo bianco)
In pochi minuti si costituisce il coagulo costituito da una rete di fibrina in cui si fermano globuli rossi e bianchi
(trombo rosso). Avvenuta la riparazione della lesione vascolare il coagulo progressivamente si dissolve
(fibrinolisi)
Emostasi e coagulazione
Il processo coagulativo si svolge attraverso tre meccanismi indipendenti, ma sinergici.
Primo meccanismo
Provoca la contrazione della muscolatura liscia del vaso danneggiato con riduzione dell’emorragia
Secondo meccanismo
Provoca due fenomeni l’adesione delle piastrine e la loro aggregazione in corrispondenza della
lesione che viene in questo modo tappata (tappo piastrinico)
Terzo meccanismo
Innesca il processo coagulativo vero e proprio che culmina con la formazione di un reticolo di
Fibrina attorno al tappo piastrinico che diventa più consistente ed adeso alla parete lesionata
Organi emopoietici: midollo osseo e milza
Midollo osseo
Si trova negli spazi midollari del tessuto osseo spugnoso, si distingue in:
Midollo rosso ricco di cellule emopoietiche
Midollo giallo costituito prevalentemente da tessuto adiposo.
Nel midollo osseo è presente il tessuto produttore di eritrociti, granulociti, monociti e
piastrine, per cui si ritroveranno oltre a cellule mature di riserva anche elementi
cellulari intermedi delle diverse serie.
Eritropoiesi insieme di meccanismi che portano alla formazione degli eritrociti
La Milza
Milza
Organo parenchimatoso posto nell’ipocondrio sinistro è provvisto di capsula fibro-elastica.
Il parenchima è composto da tessuto linfoide di colore grigiastro (polpa bianca) e da particolari
strutture vascolari (polpa rossa).
La milza ha le seguenti funzioni
Filtrazione e rimozione mediante la fagocitosi di elementi non desiderati quali:
Globuli rossi vecchi, anormali o danneggiati
Eritrociti e leucociti resi estranei dal rivestimento con anticorpi
Batteri
Detriti cellulari
Azione immunitaria
Intrappola antigeni e li mette a contatto con i linfociti effettori;
la milza nella sua componente linfoide contiene linfociti T e B
che attuano la risposta immunitaria
Emopoiesi
Cessa normalmente prima della nascita ma in condizioni patologiche può essere riattivata.
Normalmente produce linfociti e macrofagi
Costituisce un distretto di deposito contiene infatti il 30-40% degli eritrociti circolanti ed
il 30-40% delle piastrine, Inoltre rappresenta il distretto di maggiore immagazzinamento
del ferro derivato dalla lisi dei globulo rossi
Gruppi Sanguigni
Ogni globulo rosso presenta sulla sua superficie una sostanza chiamata agglutinogeno
Esistono due tipi di agglutinogeno (tipo A e tipo B), ognuna riconosciuta da un anticorpo specifico,
chiamato agglutinina (rispettivamente anti-A e anti-B)
Il legame tra agglutinogeno e la corrispondente agglutinina causa la morte (emolisi) della cellula
Nel sangue di ogni individuo sono presenti globuli rossi con agglutinogeno di un solo tipo, mentre nel
plasma si ritrovano agglutinine opposte
SI INDIVIDUANO 4 GRUPPI SANGUIGNI
Gruppo sanguigno Agglutinogeni Agglutinine
O --- anti A+anti B
A A anti B
B B anti A
AB A+B ---
Fattore Rh
costituito anch’esso da una sostanza che può essere presente (soggetto Rh-positivo o Rh+) o meno
(soggetto Rh-negativo o Rh-) sui globuli rossi di un individuo fin dalla nascita
un soggetto Rh- che venga a contatto con i globuli rossi di un soggetto Rh+ (p.es. in seguito ad una
trasfusione) può produrre anticorpi specifici contro questa sostanza e causare una reazione di tipo
immunitario, con conseguente emolisi
Gruppi Sanguigni
LIMITAZIONI TRA DONATORI E RICEVENTI
• il gruppo AB, non possedendo agglutinine nel plasma, è
detto recettore universale
• Il gruppo 0, non avendo agglutinogeni sui globuli rossi, è
detto donatore universale
RICEVENTI
DONATORI A B AB 0
A sì no sì no
B no sì sì no
AB no no sì no
0 sì sì sì sì
Gruppi Sanguigni e trasfusioni
Approfondimenti
Il sangue
Anemie
Patologie caratterizzate dalla riduzione del numero di globuli rossi ed alla riduzione di emoglobina
La sintomatologia è riportabile alla riduzione di apparto di ossigeno ai tessuti ed ai meccanismi di
compenso messi in atto dall’organismo consistenti in:
Incremento della portata circolatoria
Incremento della frequenza respiratoria
Cause di anemia Forme di anemia
Eccessiva perdita di sangue Post-emorragica acuta o cronica
Insufficienza eritropoietica Aplastica
Difetto di sintesi del DNA Megaloblastica
Da deficit vitamina B12 (anemia perniciosa)
Alterata maturazione delle cellule Alterazione del metabolismo del ferro
(ipocromiche, siderobalastiche)
Da insufficienza renale cronica
Insufficiente produzione di eritropoietina
Alterata sintesi dell’emoglobina Talassemia
Eccessiva distruzione di globuli rossi Difetti della membrana eritrocitaria
Cause immunopatologiche
Insufficienza eritropoietica
Sono le anemie da ridotta produzione di eritrociti e/o emoglobina per:
• comparto proliferativo sostituito da cellule neoplastiche (leucemie, mieloma multuplo, metastasi)
• alterazione delle cellule staminali (Aplasia midollare) per:
cause congenite, iatrogene (radiazioni, farmaci immunosoppressori, antibiotici),
tossiche (insetticidi, pesticidi), infettive (infezioni virali)
idiopatiche
Difetto di sintesi del DNA
Scarsa replicazione del DNA che comporta errori nel processo proliferativo e maturativo (eritropoiesi
inefficace) per la carenza di vitamina B12 (anemia perniciosa) o di acido folico indispensabili per la
corretta sintesi del DNA.
L’anemia da carenza di vitamina B12 è dovuta a
Mancata o ridotta assunzione alimentare (dieta vegetariana, iponutrizione del lattante)
Alterazione dell’assorbimento intestinale (mancanza del fattore intrinseco, patologie da malassorbimento)
Depauperamento dei depositi per aumentato fabbisogno (tumori, gravidanza)
L’anemia da carenza di acido folico è dovuta a
Dieta povera di frutta e verdura
Alterazione dell’assorbimento intestinale
Aumentato fabbisogno (gravidanza)
Alterata maturazione delle cellule emopoietiche
E’ indispensabile un’adeguata disponibilità di ferro e l’integrità genetica per la sintesi dei costituenti
dell’emoglobina (Hb):
Anemie da carenza di ferro (ipocromiche) caratterizzata dalla presenza nel sangue di un ridotto numero di
globuli rossi con dimensioni inferiori alla norma (microcitosi) e con un basso contenuto di emoglobina.
La sideremia (concentrazione del ferro nel siero) è generalmente bassa.
Le cause principali dell’anemia da carenza di ferro sono:
Deficienza di ferro nella dieta
Alterato assorbimento del ferro per malattie intestinali
Anemia post emorragica cronica
Deficiente sintesi della transferrina
Le anemie da alterazione dell’emoglobina sono malattie ereditarie che si distinguono in
Emoglobinopatie (circa 400 varietà) dovute ad alterazione della struttura primaria delle
catene globiniche. La più diffusa è l’anemia falciforme così definita perché i globuli rossi
assumono una forma a falce; questo comporta che le emazie quando passano nei piccoli
Vasi li occludono facilmente in quanto aderiscono alla parete danneggiandola ed innescando
Processi trombotici. Inoltre hanno vita limitata (10-15 giorni)
Talassemie (Microcitemia o anemia mediterranea) legata alla riduzione o l’assenza di sintesi di una
o più catene globiniche. I globuli rossi messi in circolo sono ipocromici in quanto contengono una
quantità inferiore di emoglobina e di dimensioni ridotte (microciti); inoltre per un difetto sulla membrana
si rompono facilmente durante il passaggio nei capillari.
Eccessiva distruzione periferica di eritrociti
Le anemie emolitiche possono essere da difetti ereditari o da forme secondarie
Le forme ereditarie più frequenti sono legate a
Alterazioni strutturali della membrana
Deficit enzimatici ereditari
Emoglobinopatie
Talassemie
Le forme secondarie sono legate a
Danno anticorpo mediato della membrana
(ittero emolitico neonatale)
(incompatibilità di gruppo sanguigno)
Infezioni ed intossicazioni di vario tipo
Policitemie
Aumento del numero dei globuli rossi nel sangue che può essere di tipo
Primario (policitemia vera fino ad oltre 8.000.000 di GR m/l ) con aumento della viscosità del sangue
Secondario conseguente a varie forme di ipossia che induce stimolazione di eritropoiesi
Leucocitosi Aumento del numero dei globuli bianchi
Leucopenie Diminuzione del numero dei globuli bianchi
Le variazioni numeriche dei leucociti possono presentarsi senza che si verifichino nel contempo variazioni
significative della formula leucocitaria oppure risultare dall’aumento o dalla riduzione di una sola linea
leucocitaria (granulocitosi/granulocitopenia, monocitosi/monocitopenia, linfocitosi/linfopenia)
Alterazione della coagulazione
In condizioni fisiologiche il sangue si mantiene liquido all’interno dei vasi sanguigni, ma assume una
consistenza gelatinosa in corrispondenza di una lesione vascolare o quando è fuoriuscito da un vaso
formando il coagulo.
La coagulazione intravasale non avviene mai nel vivente , si verifica solo nel periodo agonico e dopo
la morte. Se si verifica in vita è sempre una condizione patologica molto grave.
Piastrinopenie
Condizioni patologiche ereditarie o acquisite che provocano manifestazioni emorragiche per riduzione
del numero delle piastrine circolanti causata da
Alterazione del processo di proliferazione maturazione dei precursori nel midollo osseo
Accentuata distruzione nel sangue circolante
Piastrinopatie
Malattie ereditarie o acquisite caratterizzate da manifestazioni emorragiche causate da alterazioni
Funzionali delle piastrine la cui concentrazione ematica è immodificata. Le alterazioni possono
Riguardare l’adesività, l’aggregazione, la forma ecc:
Piastrinosi
Patologie ad eziologia non definita caratterizzata dall’aumento del numero delle piastrine circolanti
(oltre 600.000 ml) che causa incremento dell’aggregazione piastrinica con rischio trombosi.
Alterazioni piastriniche
Alterazioni processo coagulativo
Sono state identificate numerose malattie emorragiche, su base ereditaria o acquisita, da alterazione
di una delle tappe del processo coagulativo.
Tra le forme ereditarie la più frequente è la mancanza del fattore VIII (ottavo) (emofilia A).
La malattia legata ad una mutazione di un gene di un cromosoma X si manifesta esclusivamente sul
50% dei discendenti maschili (XY) mentre le femmine (XX) si comportano da portatrici esenti da malattia
in quanto il cromosoma X alterato viene compensato dal cromosoma X integro.
Altra forma ereditaria simile è la carenza di fattore X (decimo) (emofilia B) anch’esso presente
nel cromosoma X. Le due forme si presentano con la stessa sintomatologia emorragica
Le forme acquisite sono riconducibili principalmente a tre cause
Ipovitaminosi K da deficiente assunzione alimentare o mancata sintesi da parte della flora
batterica intestinale con conseguente riduzione od alterazione della sintesi epatica dei fattori
vitamina K dipendenti (fattore VIII, IX, X e protrombina) risolvibile con l’assunzione di vitamina K
Epatopatie di vario tipo per cui nel fegato non avviene la sintesi di uno o più fattori della coagulazione
Terapia con anticoagulanti
Malattie autoimmuni con produzione di anticorpi verso uno o più fattori della coagulazione
Circolazione linfatica
Il sistema linfatico è costituito dai vasi linfatici e dai linfonodi.
Vasi linfatici: prendono origine in periferia dagli spazi intercellulari con i
Capillari linfatici
costituiti da semplice strato di cellule endoteliali circondate da cellule contrattili mioepiteliali
I capillari convergono nei
Vasi linfatici
di calibro maggiore con valvole a nido di rondine, circondati da connettivo e fibre muscolari lisce.
I vasi linfatici trasportano la linfa nei linfonodi (vasi afferenti) dai quali fuoriescono vasi più grandi
(vasi efferenti) che confluiscono nei
Dotti linfatici
Condotto toracico e il dotto linfatico destro che sboccano in grossi vasi venosi alla base del collo
(vena succlavia dx e sn)
Sistema linfatico
Una parte di questo liquido viene recuperato dai vasi linfatici dove prende il nome
di linfa.
La linfa che contiene grassi, cellule e proteine scorre in vasi linfatici via via piu’
grandi che alla fine confluiscono nelle vene.
A causa della pressione idrostatica, una parte di liquido diffonde dai capillari
all’ambiente extracellulare e da qui alle cellule
Il sistema linfatico riporta al sangue
1,5 L al giorno
garantendo la
OMEOSTASI IDRODINAMICA
Funzioni del sistema linfatico:
•mantiene costante la presenza di liquidi e soluti nel
sangue garantendo l’omeostasi idrodinamica
dell’organismo
•trasporta proteine, lipidi, vitamine liposolubili
assorbite dall’intestino
•trasporta LEUCOCITI, batteri, virus e collabora con
il sistema immunitario
• i capillari linfatici iniziano a fondo cieco negli
spazi intercellulari dei tessuti
• i capillari linfatici confluiscono in vasi
linfatici via via più grandi e attraversano milza,
timo, linfonodi, tonsille e adenoidi
• nel timo e nel midollo osseo rosso avviene la
maturazione delle cellule linfoidi
• in linfonodi, milza e i noduli linfatici, i
linfociti maturi acquisiscono la loro competenza
I vasi linfatici confluiscono
due grandi dotti:
dotto linfatico destro
dotto toracico
che confluiscono nelle vene
succlavie
Non esiste un cuore
linfatico! Il movimento della
linfa è conseguenza della
contrazione muscolare e il
riflusso è impedito da
valvole
Tessuti linfoidi
Linfonodi
Il tessuto linfoide è presente in numerosi organi (milza, timo, placche di Peyer, linfonodi,
tonsille) con i follicoli linfatici che si distinguono in
Follicoli primari (presenti nel neonato) costituiti da piccoli linfociti
Follicoli secondari formati da un centro chiaro o germinativo dove sono presenti cellule
con attività linfopoietica e fagocitaria circondato da un mantello di linfociti
I linfonodi sono strutture di varie dimensioni intercalate lungo il decorso dei vasi linfatici
I linfonodi hanno funzione di filtro della linfa trattenendo corpi estranei in particolare batteri
Gruppi linfonodali
I linfonodi sono in genere riuniti in Pacchetti linfonodali o Catene linfonodali che si dispongono
in genere lungo il percorso di grossi vasi.
La linfa prima di immettersi nella circolazione venosa attraversa sempre almeno un linfonodo.
Linfonodi iliaci
Raccolgono la linfa proveniente dall’arto inferiore, bacino e visceri pelvici
Linfonodi paraintestinali > intermediari > centrali
Raccolgono la linfa provenente dall’intestino tenue e dal colon
Linfonodi celiaci
Posti davanti all’aorta raccolgono la linfa proveniente da tutti gli organi endoaddominali
dopo aver attraversato le stazioni linfonodali dei vari organi e quella proveniente dai linfonodi iliaci
I vasi linfatici efferenti dei linfonodi celiaci si gettano nella Cisterna del Pequet
Linfonodi ghiandola mammaria
La ghiandola mammaria ha un plesso linfatico sottoareolare che drena nei
Linfonodi ascellari inferiori > ascellari centrali > linfonodi succlavi
ed uno profondo sottofasciale laterale che drena nei
Linfonodo brachiali > linfonodi di Rotter (sotto il grande pettorale) >linfonodi succlavi
mediale che drena
Linfonodi mammari interni > mediastinici
Inferiore che drena
Linfonodi sottodiaframmatici e mammella controlaterale
Linfonodi toracici
Linfonodi tracheali e tracheobronchiali, infracardiacie retrocardiaci, intercostali e diaframmatici
Drenano in alto nei linfonodi giugulari
In basso nei linfonodi gastrici e celiaci
Linfonodi toracici
Linfonodi tracheali e tracheobronchiali, infracardiacie retrocardiaci, intercostali e diaframmatici
Drenano in alto nei linfonodi giugulari
In basso nei linfonodi gastrici e celiaci
Linfonodi testa e collo
linfonodi occipitali retroauricolari parotidei sottomandibolari > catena laterale profonda >
Catena giugulare interna > catena succlavia
La Linfa
Liquido circolante nel sistema linfatico contenente tutte le proteine plasmatiche, globuli rossi
linfociti e chilomicroni ed altro materiale cellulare (batteri).
La circolazione della linfa è determinata dalle contrazioni muscolari
e favorita dalla presenza delle valvole. È una via accessoria di deflusso del liquido
interstiziale non drenato dai capillari venosi.
Linfocitopoiesi
Le cellule staminali linfoidi si formano nel sacco vitellino e raggiungono
gli organi immunocompetenti (timo, fegato fetale, midollo osseo)
Nel Timo
si formano i T linfociti (vita lunga, parecchi mesi) che raggiungono poi
la parte corticale dei linfonodi e nella milza deputati alla risposta immunitaria cellulare
Nel Midollo osseo
si formano i B linfociti (vita breve 4-5 giorni)
Deputati alla risposta immunitaria umorale con produzione di anticorpi
I linfociti circolano nel sangue e nella linfa e negli organi immunocompetenti periferici
Con una uniforme distribuzione di cellule deputate alla risposta immunitaria
Approfondimenti
Linfoedema
Per edema si intende la presenza in eccesso di liquido in un tessuto che crea una condizione di turgore
Il linfoedema in genere localizzato in un distretto è conseguenza di un insufficiente drenaggio linfatico
frequente nei malati neoplastici in quanto i vasi linfatici possono essere occlusi da cellule neoplastiche,
compressi dalla retrazione fibrotica conseguente a radioterapia o ad ampie resezioni chirurgiche.
Linfoangiti-linfoadeniti
Processi infiammatori in genere acuti a carico dei vasi linfatici secondari a lesioni infette tipo ferite,
punture di insetti, ustioni con interessamento del sistema superficiale o collettori maggiori con sede
nel derma o nel sottocute. Si manifestano come strie rossastre disposte longitudinalmente sugli arti
a decorso rettilineodolenti alla palpazione. Alla linfangite si associa sempre una linfoadenite regionale
Tumori del sistema emopoietico
I tumori del sistema emopoietico sono classificati in tre gruppi
Leucemie
Neoplasie delle cellule emopoietiche con blocco del processo maturativo, proliferazione intramidollare
del clone cellulare neoplastico passaggio degli stessi nel sangue. Possono essere
Acute le quali in assenza di terapia determinano rapidamente la morte e caratterizzate dalla presenza
di cellule tumorali ferme in una fase precoce del processo maturativo e distinte in
Leucemie acute linfoidi
Leucemie acute non linfoidi
Croniche con un decorso più lento e con un blocco maturativo in una tappa molto vicina a quella delle
cellule terminali e distinte in
Leucemie linfoidi croniche
Leucemie mieloidi croniche
Linfomi
Gruppo eterogeneo di neoplasie solide a localizzazione prevalentemente, ma non esclusivamente
linfoghiandolare, a vario grado di malignità, che si formano in seguito alla trasformazione neoplastica
di un linfocita maturo o di un istiocita. I linfomi più importanti sono il linfoma di Hodgkin ed il non Hodgkin
Tumori plasmacellulari
Linfoma di Hodgkin
Si manifesta in genere tra i 15 ed i 30 anni e tra i 50 ed i 70 insorge quasi sempre in un linfonodo
e si diffonde col tempo ad altri linfonodi ed anche allo scheletro
Linfomi non Hodgkin
Costituiscono un insieme di neoplasie che originano in un linfonodo cervicale o inguinale o in un
qualunque agglomerato linfoide (cute, intestino) ed invadono successivamente tutto l’organismo.
I linfomi non Hodgkin possono prendere origine dai linfociti B o linfociti T e presentarsi a basso o
ad elevato tasso di malignità
Tumori che prendono origine dalla trasformazione neoplastica di una plasmacellula, cellula derivata
da un linfocita B stimolato dall’antigene e che sintetizza immunoglobuline, proprietà che viene
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Il sangue e il sistema linfatico

  • 1. Il Sangue e il Sistema Linfatico POLARIS SHIATSU INSTITUTE Scuola professionale Triennale per Operatori Shiatsu
  • 2. Nel nostro organismo circolano, in media, cinque litri di sangue. Al suo movimento e alla sua efficienza è legata la nostra vita. Il Sangue
  • 3. Emostasi e coagulazione Lesione della parete di un vaso sanguigno Contrazione Tromboplastina tessutaleCollagene TrombinaAggregazione piastrinica Avvio della coagulazioneReazioni piastriniche Tappo emostatico temporaneo Tappo emostatico definitivo La lesione di un vaso innesca il processo dell’emostasi che necessario per limitare ed arrestare l’emorragia. Questo processo inizia con la costrizione vasale, poi la formazione di un tappo piastrinico (trombo bianco) In pochi minuti si costituisce il coagulo costituito da una rete di fibrina in cui si fermano globuli rossi e bianchi (trombo rosso). Avvenuta la riparazione della lesione vascolare il coagulo progressivamente si dissolve (fibrinolisi)
  • 4. Emostasi e coagulazione Il processo coagulativo si svolge attraverso tre meccanismi indipendenti, ma sinergici. Primo meccanismo Provoca la contrazione della muscolatura liscia del vaso danneggiato con riduzione dell’emorragia Secondo meccanismo Provoca due fenomeni l’adesione delle piastrine e la loro aggregazione in corrispondenza della lesione che viene in questo modo tappata (tappo piastrinico) Terzo meccanismo Innesca il processo coagulativo vero e proprio che culmina con la formazione di un reticolo di Fibrina attorno al tappo piastrinico che diventa più consistente ed adeso alla parete lesionata
  • 5. Organi emopoietici: midollo osseo e milza Midollo osseo Si trova negli spazi midollari del tessuto osseo spugnoso, si distingue in: Midollo rosso ricco di cellule emopoietiche Midollo giallo costituito prevalentemente da tessuto adiposo. Nel midollo osseo è presente il tessuto produttore di eritrociti, granulociti, monociti e piastrine, per cui si ritroveranno oltre a cellule mature di riserva anche elementi cellulari intermedi delle diverse serie. Eritropoiesi insieme di meccanismi che portano alla formazione degli eritrociti
  • 7. Milza Organo parenchimatoso posto nell’ipocondrio sinistro è provvisto di capsula fibro-elastica. Il parenchima è composto da tessuto linfoide di colore grigiastro (polpa bianca) e da particolari strutture vascolari (polpa rossa). La milza ha le seguenti funzioni Filtrazione e rimozione mediante la fagocitosi di elementi non desiderati quali: Globuli rossi vecchi, anormali o danneggiati Eritrociti e leucociti resi estranei dal rivestimento con anticorpi Batteri Detriti cellulari Azione immunitaria Intrappola antigeni e li mette a contatto con i linfociti effettori; la milza nella sua componente linfoide contiene linfociti T e B che attuano la risposta immunitaria Emopoiesi Cessa normalmente prima della nascita ma in condizioni patologiche può essere riattivata. Normalmente produce linfociti e macrofagi Costituisce un distretto di deposito contiene infatti il 30-40% degli eritrociti circolanti ed il 30-40% delle piastrine, Inoltre rappresenta il distretto di maggiore immagazzinamento del ferro derivato dalla lisi dei globulo rossi
  • 8. Gruppi Sanguigni Ogni globulo rosso presenta sulla sua superficie una sostanza chiamata agglutinogeno Esistono due tipi di agglutinogeno (tipo A e tipo B), ognuna riconosciuta da un anticorpo specifico, chiamato agglutinina (rispettivamente anti-A e anti-B) Il legame tra agglutinogeno e la corrispondente agglutinina causa la morte (emolisi) della cellula Nel sangue di ogni individuo sono presenti globuli rossi con agglutinogeno di un solo tipo, mentre nel plasma si ritrovano agglutinine opposte SI INDIVIDUANO 4 GRUPPI SANGUIGNI Gruppo sanguigno Agglutinogeni Agglutinine O --- anti A+anti B A A anti B B B anti A AB A+B --- Fattore Rh costituito anch’esso da una sostanza che può essere presente (soggetto Rh-positivo o Rh+) o meno (soggetto Rh-negativo o Rh-) sui globuli rossi di un individuo fin dalla nascita un soggetto Rh- che venga a contatto con i globuli rossi di un soggetto Rh+ (p.es. in seguito ad una trasfusione) può produrre anticorpi specifici contro questa sostanza e causare una reazione di tipo immunitario, con conseguente emolisi
  • 10. LIMITAZIONI TRA DONATORI E RICEVENTI • il gruppo AB, non possedendo agglutinine nel plasma, è detto recettore universale • Il gruppo 0, non avendo agglutinogeni sui globuli rossi, è detto donatore universale RICEVENTI DONATORI A B AB 0 A sì no sì no B no sì sì no AB no no sì no 0 sì sì sì sì Gruppi Sanguigni e trasfusioni
  • 12. Il sangue Anemie Patologie caratterizzate dalla riduzione del numero di globuli rossi ed alla riduzione di emoglobina La sintomatologia è riportabile alla riduzione di apparto di ossigeno ai tessuti ed ai meccanismi di compenso messi in atto dall’organismo consistenti in: Incremento della portata circolatoria Incremento della frequenza respiratoria Cause di anemia Forme di anemia Eccessiva perdita di sangue Post-emorragica acuta o cronica Insufficienza eritropoietica Aplastica Difetto di sintesi del DNA Megaloblastica Da deficit vitamina B12 (anemia perniciosa) Alterata maturazione delle cellule Alterazione del metabolismo del ferro (ipocromiche, siderobalastiche) Da insufficienza renale cronica Insufficiente produzione di eritropoietina Alterata sintesi dell’emoglobina Talassemia Eccessiva distruzione di globuli rossi Difetti della membrana eritrocitaria Cause immunopatologiche
  • 13. Insufficienza eritropoietica Sono le anemie da ridotta produzione di eritrociti e/o emoglobina per: • comparto proliferativo sostituito da cellule neoplastiche (leucemie, mieloma multuplo, metastasi) • alterazione delle cellule staminali (Aplasia midollare) per: cause congenite, iatrogene (radiazioni, farmaci immunosoppressori, antibiotici), tossiche (insetticidi, pesticidi), infettive (infezioni virali) idiopatiche Difetto di sintesi del DNA Scarsa replicazione del DNA che comporta errori nel processo proliferativo e maturativo (eritropoiesi inefficace) per la carenza di vitamina B12 (anemia perniciosa) o di acido folico indispensabili per la corretta sintesi del DNA. L’anemia da carenza di vitamina B12 è dovuta a Mancata o ridotta assunzione alimentare (dieta vegetariana, iponutrizione del lattante) Alterazione dell’assorbimento intestinale (mancanza del fattore intrinseco, patologie da malassorbimento) Depauperamento dei depositi per aumentato fabbisogno (tumori, gravidanza) L’anemia da carenza di acido folico è dovuta a Dieta povera di frutta e verdura Alterazione dell’assorbimento intestinale Aumentato fabbisogno (gravidanza)
  • 14. Alterata maturazione delle cellule emopoietiche E’ indispensabile un’adeguata disponibilità di ferro e l’integrità genetica per la sintesi dei costituenti dell’emoglobina (Hb): Anemie da carenza di ferro (ipocromiche) caratterizzata dalla presenza nel sangue di un ridotto numero di globuli rossi con dimensioni inferiori alla norma (microcitosi) e con un basso contenuto di emoglobina. La sideremia (concentrazione del ferro nel siero) è generalmente bassa. Le cause principali dell’anemia da carenza di ferro sono: Deficienza di ferro nella dieta Alterato assorbimento del ferro per malattie intestinali Anemia post emorragica cronica Deficiente sintesi della transferrina Le anemie da alterazione dell’emoglobina sono malattie ereditarie che si distinguono in Emoglobinopatie (circa 400 varietà) dovute ad alterazione della struttura primaria delle catene globiniche. La più diffusa è l’anemia falciforme così definita perché i globuli rossi assumono una forma a falce; questo comporta che le emazie quando passano nei piccoli Vasi li occludono facilmente in quanto aderiscono alla parete danneggiandola ed innescando Processi trombotici. Inoltre hanno vita limitata (10-15 giorni) Talassemie (Microcitemia o anemia mediterranea) legata alla riduzione o l’assenza di sintesi di una o più catene globiniche. I globuli rossi messi in circolo sono ipocromici in quanto contengono una quantità inferiore di emoglobina e di dimensioni ridotte (microciti); inoltre per un difetto sulla membrana si rompono facilmente durante il passaggio nei capillari.
  • 15. Eccessiva distruzione periferica di eritrociti Le anemie emolitiche possono essere da difetti ereditari o da forme secondarie Le forme ereditarie più frequenti sono legate a Alterazioni strutturali della membrana Deficit enzimatici ereditari Emoglobinopatie Talassemie Le forme secondarie sono legate a Danno anticorpo mediato della membrana (ittero emolitico neonatale) (incompatibilità di gruppo sanguigno) Infezioni ed intossicazioni di vario tipo Policitemie Aumento del numero dei globuli rossi nel sangue che può essere di tipo Primario (policitemia vera fino ad oltre 8.000.000 di GR m/l ) con aumento della viscosità del sangue Secondario conseguente a varie forme di ipossia che induce stimolazione di eritropoiesi Leucocitosi Aumento del numero dei globuli bianchi Leucopenie Diminuzione del numero dei globuli bianchi Le variazioni numeriche dei leucociti possono presentarsi senza che si verifichino nel contempo variazioni significative della formula leucocitaria oppure risultare dall’aumento o dalla riduzione di una sola linea leucocitaria (granulocitosi/granulocitopenia, monocitosi/monocitopenia, linfocitosi/linfopenia)
  • 16. Alterazione della coagulazione In condizioni fisiologiche il sangue si mantiene liquido all’interno dei vasi sanguigni, ma assume una consistenza gelatinosa in corrispondenza di una lesione vascolare o quando è fuoriuscito da un vaso formando il coagulo. La coagulazione intravasale non avviene mai nel vivente , si verifica solo nel periodo agonico e dopo la morte. Se si verifica in vita è sempre una condizione patologica molto grave. Piastrinopenie Condizioni patologiche ereditarie o acquisite che provocano manifestazioni emorragiche per riduzione del numero delle piastrine circolanti causata da Alterazione del processo di proliferazione maturazione dei precursori nel midollo osseo Accentuata distruzione nel sangue circolante Piastrinopatie Malattie ereditarie o acquisite caratterizzate da manifestazioni emorragiche causate da alterazioni Funzionali delle piastrine la cui concentrazione ematica è immodificata. Le alterazioni possono Riguardare l’adesività, l’aggregazione, la forma ecc: Piastrinosi Patologie ad eziologia non definita caratterizzata dall’aumento del numero delle piastrine circolanti (oltre 600.000 ml) che causa incremento dell’aggregazione piastrinica con rischio trombosi. Alterazioni piastriniche
  • 17. Alterazioni processo coagulativo Sono state identificate numerose malattie emorragiche, su base ereditaria o acquisita, da alterazione di una delle tappe del processo coagulativo. Tra le forme ereditarie la più frequente è la mancanza del fattore VIII (ottavo) (emofilia A). La malattia legata ad una mutazione di un gene di un cromosoma X si manifesta esclusivamente sul 50% dei discendenti maschili (XY) mentre le femmine (XX) si comportano da portatrici esenti da malattia in quanto il cromosoma X alterato viene compensato dal cromosoma X integro. Altra forma ereditaria simile è la carenza di fattore X (decimo) (emofilia B) anch’esso presente nel cromosoma X. Le due forme si presentano con la stessa sintomatologia emorragica Le forme acquisite sono riconducibili principalmente a tre cause Ipovitaminosi K da deficiente assunzione alimentare o mancata sintesi da parte della flora batterica intestinale con conseguente riduzione od alterazione della sintesi epatica dei fattori vitamina K dipendenti (fattore VIII, IX, X e protrombina) risolvibile con l’assunzione di vitamina K Epatopatie di vario tipo per cui nel fegato non avviene la sintesi di uno o più fattori della coagulazione Terapia con anticoagulanti Malattie autoimmuni con produzione di anticorpi verso uno o più fattori della coagulazione
  • 18. Circolazione linfatica Il sistema linfatico è costituito dai vasi linfatici e dai linfonodi. Vasi linfatici: prendono origine in periferia dagli spazi intercellulari con i Capillari linfatici costituiti da semplice strato di cellule endoteliali circondate da cellule contrattili mioepiteliali I capillari convergono nei Vasi linfatici di calibro maggiore con valvole a nido di rondine, circondati da connettivo e fibre muscolari lisce. I vasi linfatici trasportano la linfa nei linfonodi (vasi afferenti) dai quali fuoriescono vasi più grandi (vasi efferenti) che confluiscono nei Dotti linfatici Condotto toracico e il dotto linfatico destro che sboccano in grossi vasi venosi alla base del collo (vena succlavia dx e sn)
  • 20. Una parte di questo liquido viene recuperato dai vasi linfatici dove prende il nome di linfa. La linfa che contiene grassi, cellule e proteine scorre in vasi linfatici via via piu’ grandi che alla fine confluiscono nelle vene. A causa della pressione idrostatica, una parte di liquido diffonde dai capillari all’ambiente extracellulare e da qui alle cellule
  • 21. Il sistema linfatico riporta al sangue 1,5 L al giorno garantendo la OMEOSTASI IDRODINAMICA
  • 22. Funzioni del sistema linfatico: •mantiene costante la presenza di liquidi e soluti nel sangue garantendo l’omeostasi idrodinamica dell’organismo •trasporta proteine, lipidi, vitamine liposolubili assorbite dall’intestino •trasporta LEUCOCITI, batteri, virus e collabora con il sistema immunitario
  • 23. • i capillari linfatici iniziano a fondo cieco negli spazi intercellulari dei tessuti • i capillari linfatici confluiscono in vasi linfatici via via più grandi e attraversano milza, timo, linfonodi, tonsille e adenoidi • nel timo e nel midollo osseo rosso avviene la maturazione delle cellule linfoidi • in linfonodi, milza e i noduli linfatici, i linfociti maturi acquisiscono la loro competenza
  • 24. I vasi linfatici confluiscono due grandi dotti: dotto linfatico destro dotto toracico che confluiscono nelle vene succlavie Non esiste un cuore linfatico! Il movimento della linfa è conseguenza della contrazione muscolare e il riflusso è impedito da valvole
  • 25. Tessuti linfoidi Linfonodi Il tessuto linfoide è presente in numerosi organi (milza, timo, placche di Peyer, linfonodi, tonsille) con i follicoli linfatici che si distinguono in Follicoli primari (presenti nel neonato) costituiti da piccoli linfociti Follicoli secondari formati da un centro chiaro o germinativo dove sono presenti cellule con attività linfopoietica e fagocitaria circondato da un mantello di linfociti I linfonodi sono strutture di varie dimensioni intercalate lungo il decorso dei vasi linfatici I linfonodi hanno funzione di filtro della linfa trattenendo corpi estranei in particolare batteri
  • 26. Gruppi linfonodali I linfonodi sono in genere riuniti in Pacchetti linfonodali o Catene linfonodali che si dispongono in genere lungo il percorso di grossi vasi. La linfa prima di immettersi nella circolazione venosa attraversa sempre almeno un linfonodo. Linfonodi iliaci Raccolgono la linfa proveniente dall’arto inferiore, bacino e visceri pelvici Linfonodi paraintestinali > intermediari > centrali Raccolgono la linfa provenente dall’intestino tenue e dal colon Linfonodi celiaci Posti davanti all’aorta raccolgono la linfa proveniente da tutti gli organi endoaddominali dopo aver attraversato le stazioni linfonodali dei vari organi e quella proveniente dai linfonodi iliaci I vasi linfatici efferenti dei linfonodi celiaci si gettano nella Cisterna del Pequet
  • 27. Linfonodi ghiandola mammaria La ghiandola mammaria ha un plesso linfatico sottoareolare che drena nei Linfonodi ascellari inferiori > ascellari centrali > linfonodi succlavi ed uno profondo sottofasciale laterale che drena nei Linfonodo brachiali > linfonodi di Rotter (sotto il grande pettorale) >linfonodi succlavi mediale che drena Linfonodi mammari interni > mediastinici Inferiore che drena Linfonodi sottodiaframmatici e mammella controlaterale Linfonodi toracici Linfonodi tracheali e tracheobronchiali, infracardiacie retrocardiaci, intercostali e diaframmatici Drenano in alto nei linfonodi giugulari In basso nei linfonodi gastrici e celiaci
  • 28. Linfonodi toracici Linfonodi tracheali e tracheobronchiali, infracardiacie retrocardiaci, intercostali e diaframmatici Drenano in alto nei linfonodi giugulari In basso nei linfonodi gastrici e celiaci Linfonodi testa e collo linfonodi occipitali retroauricolari parotidei sottomandibolari > catena laterale profonda > Catena giugulare interna > catena succlavia
  • 29. La Linfa Liquido circolante nel sistema linfatico contenente tutte le proteine plasmatiche, globuli rossi linfociti e chilomicroni ed altro materiale cellulare (batteri). La circolazione della linfa è determinata dalle contrazioni muscolari e favorita dalla presenza delle valvole. È una via accessoria di deflusso del liquido interstiziale non drenato dai capillari venosi.
  • 30. Linfocitopoiesi Le cellule staminali linfoidi si formano nel sacco vitellino e raggiungono gli organi immunocompetenti (timo, fegato fetale, midollo osseo) Nel Timo si formano i T linfociti (vita lunga, parecchi mesi) che raggiungono poi la parte corticale dei linfonodi e nella milza deputati alla risposta immunitaria cellulare Nel Midollo osseo si formano i B linfociti (vita breve 4-5 giorni) Deputati alla risposta immunitaria umorale con produzione di anticorpi I linfociti circolano nel sangue e nella linfa e negli organi immunocompetenti periferici Con una uniforme distribuzione di cellule deputate alla risposta immunitaria
  • 32. Linfoedema Per edema si intende la presenza in eccesso di liquido in un tessuto che crea una condizione di turgore Il linfoedema in genere localizzato in un distretto è conseguenza di un insufficiente drenaggio linfatico frequente nei malati neoplastici in quanto i vasi linfatici possono essere occlusi da cellule neoplastiche, compressi dalla retrazione fibrotica conseguente a radioterapia o ad ampie resezioni chirurgiche. Linfoangiti-linfoadeniti Processi infiammatori in genere acuti a carico dei vasi linfatici secondari a lesioni infette tipo ferite, punture di insetti, ustioni con interessamento del sistema superficiale o collettori maggiori con sede nel derma o nel sottocute. Si manifestano come strie rossastre disposte longitudinalmente sugli arti a decorso rettilineodolenti alla palpazione. Alla linfangite si associa sempre una linfoadenite regionale
  • 33. Tumori del sistema emopoietico I tumori del sistema emopoietico sono classificati in tre gruppi Leucemie Neoplasie delle cellule emopoietiche con blocco del processo maturativo, proliferazione intramidollare del clone cellulare neoplastico passaggio degli stessi nel sangue. Possono essere Acute le quali in assenza di terapia determinano rapidamente la morte e caratterizzate dalla presenza di cellule tumorali ferme in una fase precoce del processo maturativo e distinte in Leucemie acute linfoidi Leucemie acute non linfoidi Croniche con un decorso più lento e con un blocco maturativo in una tappa molto vicina a quella delle cellule terminali e distinte in Leucemie linfoidi croniche Leucemie mieloidi croniche
  • 34. Linfomi Gruppo eterogeneo di neoplasie solide a localizzazione prevalentemente, ma non esclusivamente linfoghiandolare, a vario grado di malignità, che si formano in seguito alla trasformazione neoplastica di un linfocita maturo o di un istiocita. I linfomi più importanti sono il linfoma di Hodgkin ed il non Hodgkin Tumori plasmacellulari Linfoma di Hodgkin Si manifesta in genere tra i 15 ed i 30 anni e tra i 50 ed i 70 insorge quasi sempre in un linfonodo e si diffonde col tempo ad altri linfonodi ed anche allo scheletro Linfomi non Hodgkin Costituiscono un insieme di neoplasie che originano in un linfonodo cervicale o inguinale o in un qualunque agglomerato linfoide (cute, intestino) ed invadono successivamente tutto l’organismo. I linfomi non Hodgkin possono prendere origine dai linfociti B o linfociti T e presentarsi a basso o ad elevato tasso di malignità Tumori che prendono origine dalla trasformazione neoplastica di una plasmacellula, cellula derivata da un linfocita B stimolato dall’antigene e che sintetizza immunoglobuline, proprietà che viene mantenuta dalle plasmacellule neoplastiche. La forma a maggiore incidenza è il plasmocitoma o mieloma multiplo

Editor's Notes

  1. 18
  2. 20
  3. 21
  4. 22
  5. 23
  6. 24
  7. 25
  8. 26
  9. 27
  10. 28
  11. 29
  12. 30