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Apparato Digerente
POLARIS SHIATSU INSTITUTE
Scuola professionale Triennale per Operatori Shiatsu
Nel suo insieme, l'apparato digerente decorre dall'estremità
buccale all'orifizio anale, passando per la regione del collo,
del torace, dell'addome, della pelvi e del perineo,
prendendo
rapporto, sostanzialmente, con tutti gli organi e le strutture
contenute in queste sedi anatomiche.
La fisiologia dell'apparato digerente è particolarmente
articolata, intervenendo a questo livello processi meccanici,
endocrini e metabolici straordinariamente complessi.
Apparato digerente
L'apparato digerente è quella parte dell'organismo umano preposto alla digestione ed
all'assimilazione dei nutrienti introdotti con gli alimenti. Ad esso si associano altre strutture di
supporto e alcune ghiandole accessorie (ghiandole salivari, fegato, pancreas)
Il tratto digerente origina nella cavità orale con i denti, preposti a sminuzzare i
cibi introdotti, e la lingua, che interviene nel rimescolare il bolo alimentare e
lo sospinge verso l'esofago. Le ghiandole salivari secernono saliva nella
bocca, al fine di umidificare il bolo alimentare e facilitarne il passaggio
nell'esofago attraverso i meccanismo della deglutizione. La saliva presenta
altresì una iniziale azione digestiva a livello degli amidi. Il tratto prosegue poi
nel collo con l'esofago e giunge a livello dello stomaco, che è situato nella
cavità addominale.
Bocca
Cavità situata nella parte inferiore della faccia divisa in due parti dalle arcate dentarie
Il vestibolo
spazio compreso tra le guance, le labbra e le arcate alveolo dentarie superiore (costituita
dai processi alveolari dei mascellare) e inferiore (costituita dai processi alveolari della mandibola)
rivestite dalle gengive (mucosa orale ispessita e resistente)
La cavità orale
ricoperta da mucosa ricca di ghiandole con epitelio piatto pluristratificato, è delimitata in alto dal palato
in basso dalla lingua lateralmente dalle arcate dentarie, posteriormente è in comunicazione con l’orofaringe
delimitato dal velo palatino.
La lingua è un organo a forma di cono, costituito essenzialmente da muscoli, presenta una radice
(posteriore e verticale), un corpo ed un apice (orizzontali) liberi nella cavità ma uniti al pavimento
dal frenulo ai lati del quale sboccano i dotti delle ghiandole salivari sottomandibolari.
Denti
L’uomo presenta una doppia dentatura: una decidua (da latte)
che prevede 20 denti (8 incisivi, 4 canini,8 molari) che a partire
dal quinto anno di età viene sostituita dalla dentatura permanente
composta da 32 denti (8 incisivi, 4 canini, 8 premolari e 12 molari)
Gusto
I recettori del gusto sono costituiti dalle gemme gustative o calici gustativi, (circa 10000)
Disseminati nelle papille gustative situate nella lingua, palato molle, guance,faringe ed epiglottide.
Le cellule gustative indovate nell’epitelio piatto stratificato,sono fornite di peli gustativi e sono avvolte
da fibre nervose sensoriali che giungono al bulbo con i nervi facciale,glossofaringeo e vago.
Le papille gustative possono essere raggruppate in quattro tipi fondamentali
Papille filiformi coniche disposte in serie lineari
Papille fungiformi cilindriche con rigonfiamento apicale
Papille vallate eminenza cilindrica circondata da un solco
Papille fogliate esili pieghe separate da solchi
Le alterazioni del gusto comprendono
Ageusia (mancanza del senso del gusto)
Ipogeusia (diminuita sensibilità gustativa)
Disgeusia (distorsione del senso del gusto)
L’uomo distingue quattro sapori fondamentali
Dolce sentito sulla punta
Acido sentito lungo i bordi e sul palato
Amaro sentito sulla parte posteriore della
lingua e palato
Salato sentito sul margine antero-laterale
Tutte e quattro i sapori sono percepiti anche
dalla faringe e dall’epiglottide
Il palato è la volta della cavità orale ed è formato da uno scheletro osseo nella parte anteriore
(palato duro) e da una struttura fibromuscolare (palato molle) posteriormente che si continua
con il velo palatino che presenta nella sua parte mediana l’ugula e lateralmente due pliche
Mucose che formano i pilastri anteriori e posteriori delle fosse tonsillari.
Ghiandole salivari
deputate alla produzione di un secreto, la saliva, che ha la funzione di imbibire gli alimenti solidi
Durante la masticazione per facilitarne la deglutizione e di pre-digerire gli amidi. Si distinguono, per
il tipo di secrezione, in sierose, mucose e miste; alcune sono contenute nella mucosa della bocca
(ghiandole parietali) altre (extraparietali) posizionate all’esterno e comunicanti con la bocca mediante
dei dotti escretori.
Ghiandola parotide
È la più voluminosa, puramente sierosa, posizionata in uno spazio
retromandibolare (loggia parotidea) bilateralmente; è in comunicazione
con la bocca mediante il dotto parotideo (di Stenone) che si apre
nel vestibolo a livello del secondo molare superiore
Ghiandola sottomandibolare
Di tipo misto posizionata nella loggia sottomascellare con il dotto
escretore che sbocca nella caruncola sottolinguale
Ghiandola sottolinguale
È un aggregato di piccole ghiandole miste posizionata nella
loggia sottolinguale con il dotto escretore che sbocca ai lati della
caruncola sottolinguale
Esofago
Condotto di forma cilindrica con restringimenti (cricoideo all’origine dell’esofago, bronco aortico
a ridosso dell’aorta e del bronco sinistro, diaframmatico nel punto di passaggio nel diaframma)
e dilatazioni (crico-aortica, bronco-diaframmatica, sotto-diaframmatica) che fa seguito alla faringe,
percorre il collo ed il torace e passa nella cavità addominale attraverso il diaframma (iatus esofageo)
per continuarsi nello stomaco.
È costituito da uno strato Mucoso formato da epitelio piatto pluristratificato con ghiandole mucose
e da un doppio strato Muscolare interno circolare ed esterno longitudinale e permette il passaggio
del bolo alimentare dalla bocca allo stomaco.
Il bolo alimentare si forma nella bocca mediante la masticazione, cioè la triturazione degli alimenti
da parte dei denti e mediante l’insalivazione.
Una volta formato il bolo alimentare avviene la deglutizione che prevede:
Una prima fase volontaria consistente nell’innalzamento
della lingua contro il palato e la spinta del bolo verso
l’istmo delle fauci
Una seconda fase in cui i cui il bolo raggiunge
la faringe, il palato molle si innalza così da impedire
il passaggio del cibo nelle fosse nasali, nella laringe
si abbassa l’epiglottide per impedire il passaggio del
bolo nelle vie aeree
Una terza fase in cui il bolo percorre l’esofago spinto
dalle contrazioni del doppio strato muscolare (peristalsi)
fino a raggiungere il cardias che si rilascia per consentirne
il passaggio.
La deglutizione dei liquidi avviene mediante la spinta nella faringe e nell’esofago
e la successiva progressione per gravità fino al cardias
Stomaco
Composto da una parte superiore verticale ed una parte inferiore orizzontale,
occupa gran parte dell’epigastrio e dell’ipocondrio di sn; presenta una faccia
anteriore ed una posteriore, un margine destro (piccola curva) ed uno sinistro
(grande curva) un orifizio superiore (cardias) che lo mette in comunicazione
con l’esofago, ed uno inferiore (piloro) comunicante con il duodeno.
Nello stomaco distinguiamo il
Fondo (a forma di cupola al di sopra del cardias)
Corpo (a forma di tronco di cono)
Antro pilorico (orizzontale ed imbutiforme) che si continua con il canale pilorico
La parete gastrica è formata da quattro strati o tuniche:
Sierosa dipendente dal peritoneo
Muscolare con uno strato esterno longitudinale
medio circolare che va a formare lo sfintere pilorico
Interno obliquo
Sottomucosa costituita da tessuto connettivo lasso
Mucosa gastrica che presenta pliche ondulate
(pliche gastriche) con alla superficie di fossette
gastriche nel cui fondo sboccano le ghiandole gastriche.
L’epitelio di rivestimento è di tipo prismatico semplice con:
Ghiandole secernenti muco neutro e pepsinogeno
(ghiandole cardiali in prossimità del cardias e piloriche)
Ghiandole secernenti acido cloridrico, fattore intrinseco,
Pepsinogeno (ghiandole del corpo e del fondo gastrico)
Intestino tenue
È il segmento più lungo del canale digerente (6-8 metri) e si estende dal piloro alla valvola ileocecale
(colon destro). Si divide in:
Duodeno (circa 25 cm.) fa seguito alla valvola pilorica
a forma di C aperta in alto che abbraccia nella sua
concavità la testa del pancreas, viene distinto in un:
Tratto superiore (bulbo duodenale) diretto verso destra
Tratto discendente quasi verticale nel quale sboccano
il coledoco proveniente dal fegato ed il dotto pancreatico.
Tratto orizzontale diretto verso sinistra
Tratto ascendente
Si continua quindi con il digiuno
L’angolo duodeno digiunale, posto a livello della I e II vertebra lombare è fissato mediante un
legamento fibromuscolare che nasce dal pilastro destro del diaframma
Intestino mesenteriale (digiuno ed ileo) per adattarsi alla cavità
peritoneale forma una grande quantità di anse, è legato alla parete
Posteriore dell’addome dalla radice del mesentere (lamina sierosa
triangolare) che si presenta come un ventaglio adeso all’intestino
sul margine mesenteriale.
La parete dell’intestino tenue è composto da quattro tuniche
Tunica sierosa (formata dal peritoneo)
Tunica muscolare
strato esterno longitudinale, strato interno circolare
Tunica sottomucosa (connettivo lasso)
Tunica mucosa con:
Pliche circolari creste permanenti di 6-8 mm.
sporgenti nel lume intestinale:
Villi intestinali piccole sporgenze di 1 mm.
della mucosa a forma di creste, lamelle o
coni estesi su tutta la superficie della mucosa
Follicoli solitari Formazioni linfoidi distribuiti per
tutta la lunghezza dell’intestino
L’epitelio di rivestimento della mucosa è di tipo prismatico semplice costituito
da:
Cellule assorbenti
Cellule caliciformi (mucipare)
Ghiandole intestinali secernenti enzimi
Cellule endocrine che producono sostanze ormonali
Intestino crasso
Ultimo tratto del tubo digerente, lungo 1,5-2 metri inizia dalla valvola ileocecale e termina con
l’orifizio anale. Nel grosso intestino possiamo distinguere:
Il cieco porzione che si trova al di sotto dello sbocco dell’ileo a forma di ampolla con un piccolo
prolungamento cilindrico (appendice vermiforme).
Il colon ascendente, percorre il lato destro della cavità addominale fino al fegato dove forma un
angolo a sinistra(flessura epatica)
Il colon trasverso dalla flessura epatica si dirige a sinistra fino in prossimità della milza dove si
piega ad angolo verso il basso (flessura splenica)
Il colon discendente percorre il lato sinistro della cavità addominale fino alla fossa iliaca sinistra
Il colon sigmoideo (sigma) è costituito da un segmento posto nella fossa iliaca sinistra (segmento
iliaco) ed un segmento posto nello scavo pelvico (segmento pelvico)
Il retto decorre verticalmente davanti al sacro ed al coccige, è composto da una porzione dilatata
(ampolla rettale) e dal canale anale che sbocca all’esterno con l’apertura anale dopo aver attraversato
il piano perineale
La superficie esterna del colon presenta tre nastri longitudinali (tenie del colon) e solchi trasversali
Che vanno a formare tre serie di gibbosità lungo tutta la lunghezza.
La superficie interna presenta le tre sporgenze longitudinali delle tenie e tre serie di tasche separate
da pieghe semilunari .
Anche il colon presenta quattro tuniche
Tunica sierosa (formata dal peritoneo)
Tunica muscolare
strato esterno longitudinale disposto in tre fasci nastriformi (tenie)
strato interno circolare
Tunica sottomucosa (connettivo lasso)
Tunica mucosa rivestita da epitelio prismatico semplice con cellule caliciformi mucipare numerosi e
voluminosi noduli linfatici.
Cieco appendice
Lungo 6-12 cm. a forma di ampolla, la valvola ileocecale, apertura
puntiforme costituita da un anello muscolare sfinterico che impedisce
il reflusso dal cieco all’ileo e permette un passaggio intermittente del
contenuto ileale segna il passaggio dal cieco al colon ascendente.
L’appendice lunga 8-10 cm. Parte dal fondo del cieco con un decorso
vario (discendente, ascendente, retrocecale, mediale o laterale)
La mucosa è ricca di follicoli linfatici solitari.
Retto ano
È la porzione terminale del grosso intestino è formato
da una parte superiore dilatata (ampolla) lunga 13-15 cm.
ed una inferiore (canale anale) composta da:
Porzione colonnare costituita da 5-8 valvole semilunari
che si prolungano verso l’alto formando le colonne anali
Ano con una porzione superiore liscia ed una inferiore
con ghiandole e peli pigmentata con pliche a raggiera.
Nel tratto colonnare la tunica mucosa è rivestita da epitelio
pavimentoso stratificato mentre il tratto anale è rivestito di cute
con peli e ghiandole sebacee e sudoripare
La vascolarizzazione del retto è assicurata da tre paia di arterie ampiamente
anastomizzate tra di loro
Rettali superiori (rami dell’arteria mesenterica inferiore)
Rettali medie (rami dell’arteria iliaca interna)
Rettali inferiori (rami delle arterie pudende interne)
Il sangue venoso si raccoglie nel
Plesso emorroidale interno (drenante nella vena mesenterica inferiore)
Plesso emorroidale esterno (drenante nelle vene pudende interne, rami delle vene iliache
interne).
Funzione motoria
Necessaria per la progressione
unidirezionale del contenuto alimentare
È sempre di tipo riflesso involontario
Funzione di assorbimento
Necessaria perché l’acqua ed i prodotti
della digestione vengano assorbiti dal sangue
e ulteriormente modificati a livello epatico
Funzione secretiva
Necessaria per la digestione
enzimatica degli alimenti
Funzione espulsiva
Eliminazione attraverso l’apertura anale
dei residui non assorbiti con le feci
Funzione ormonale
Espletata da ormoni secreti da
cellule presenti nella mucosa
intestinale
Fegato
Organo voluminoso del peso di 1-1,5 Kg. di colore rosso bruno, occupa
la gran parte dell’ipocondrio di destra e si estende all’epigastrio ed
all’ipocondrio sinistro.
Presenta una faccia superiore (diaframmatica) divisa in due lobi (dx e
sn) dal legamento falciforme, una faccia inferiore dove si riconoscono i
due lobi dx e sn ed in mezzo anteriormente il lobo quadrato e
posteriormente il lobo caudato, tra i quali è presente l’ilo del fegato sulla
faccia inferiore del lobo di destra si ritrova una depressione dove è
accolta la cistifellea (fossa della colecisti).
Il fegato è avvolto in gran parte dal peritoneo e da una sottile capsula
fibrosa.
Da un punto di vista microscopico il fegato è costituito dai lobuli epatici, strutture ghiandolari
a forma esagonale formato da lamine epiteliali di epatociti disposte radialmente convergenti
verso la vena centrolobulare, fra le lamine epiteliali decorrono dei canali vascolari (sinusoidi
epatici) delimitati da cellule ad intensa attività macrofagica. Ogni lobulo epatico è circondato
da una lamina epiteliale presenta in ogni angolo dell’esagono uno spazio portale composto
da ramificazioni della vena porta, dell’arteria epatica, dotto biliari e vasi linfatici.
Il sangue (venoso e arterioso) percorre i sinusoidi e
si riversa nella vena centrolubulare, i capillari linfatici
raccolgono la linfa che si forma negli spazi intercellulari
(spazi di Disse) ed i dotti biliari raccolgono la bile dai
capillari biliari che decorrono fra le cellule epatiche.
Nel lobulo epatico arriva sangue dall’arteria epatica e
dalla vena porta che si riversa nella vena centrolobulare
per poi giungere nella vena cava inferiore attraverso le
vene sovraepatiche (2-4).
La circolazione linfatica confluisce nelle ghiandole dell’ilo.
La circolazione biliare confluisce nei dotti biliari poi nel
dotto epatico per raccogliersi poi nella colecisti.
Metabolismo biliare
Giornalmente nella milza, nel fegato e nel midollo osseo vengono distrutti un certo
numero di globuli rossi ad opera delle cellule del sistema reticolo endoteliale; da
questa distruzione si libera l’emoglobina che viene demolita in ferro e globina che
andranno a formare la biliverdina che si trasforma poi in bilirubina.
La bilirubina legata all’albumina (bilirubina indiretta) arriva attraverso i sinusoidi alle cellule epatiche
dove si libera dall’albumina, si lega all’acido glicuronico (bilirubina diretta) e viene secreta nei
canalicoli biliari. Raggiunge il duodeno con la bile e quando giunge nel grosso intestino viene
trasformata dalla flora batterica in urobilinogeno eliminato con le feci (stercobilinogeno).
Una piccola parte passa nel circolo sanguigno e viene eliminata dal rene nelle urine, un’altra parte
viene riassorbita e torna al fegato tramite la vena porta.
Funzione escretoria
il fegato e' in grado di eliminare, tramite
la bile, alcuni elementi come farmaci e
coloranti che prima fissa e poi elimina
Funzione metabolica
Provvede
alla sintesi di proteine
al controllo del metabolismo
glicidico lipidico e proteico
Funzione vascolare
Provvede alla depurazione
del sangue ed al suo stoccaggio
Funzione di degradazione
interessano sia sostanze esogene (farmaci)
che endogene (insulina estrogeni)
Funzioni protettive
rimozione per fagocitosi di particelle,
batteri virus distruzione emazie vecchie
formazione bilirubina dall'eme
Funzione di coniugazione
per motivi di trasporto e metabolici il fegato
coniuga varie sostanze endogene e esogene
come glicina ac. glucuronico ac. acetico etc.
Funzione secretoria
Provvede alla secrezione della bile
nelle vie biliari
Cistifellea e vie biliari
Il dotto epatico uscito dall’ilo del fegato dopo circa 4-5 cm riceve il dotto cistico proveniente dalla
cistifellea e prosegue come coledoco (4-5 cm.) che dopo aver attraversato la parete del duodeno
sbocca nel suo lume insieme al dotto pancreatico (papilla di Vater).
La tunica mucosa è ricoperta da epitelio prismatico semplice con numerose ghiandole mucose.
La tunica muscolare discontinua nel dotto epatico nella parte terminale (papilla di Vater) forma insieme
a quella del dotto pancreatico lo sfintere di Oddi.
Cistifellea o colecisti
Vescichetta di 7-12 cm. A forma di pera con fondo
rivolto in basso si continua in alto con il dotto cistico
che si immette nel coledoco, presenta una
Tunica sierosa (di origine peritoneale)
Tunica muscolare (ricca di fibre elastiche)
Tunica mucosa (sollevata in pieghe ricoperta da epitelio
prismatico con ghiandole mucose)
Il dotto cistico di struttura simile presenta delle pieghe a
spirale che rendono il suo lume tortuoso
Pancreas
Voluminosa ghiandola lunga circa 15 cm. Posizionata trasversalmente dietro il peritoneo
posteriore a livello della I-II vertebra lombare formata da
Testa (inserita nella concavità della C duodenale)
Corpo (posizionato davanti alla colonna vertebrale)
Coda (porzione assottigliata che arriva fino all’ilo della milza)
È composto da
una porzione esocrina (a secrezione esterna) formato da piccoli acini rotondeggianti che
produce circa 1200 ml. di succo pancreatico nelle 24 ore che viene convogliato in due dotti
escretori: uno principale (di Wirsung) che attraversa tutta la ghiandola ed uno secondario (di
Santorini) che si distacca dal primo in corrispondenza della testa e che sboccano nel duodeno
una porzione endocrina (a secrezione interna) formata da piccoli ammassi di cellule (isole di
Langerhans) distribuiti in tutto il pancreas che producono insulina e glucagone
Peritoneo
Lamina sierosa (analoga al pericardio ed alla
pleura) che ricopre tutta la cavità addominale
con tutti suoi organi (canale digerente, fegato,
milza , pancreas).
Si distingue in un foglietto:
Parietale (riveste tutte le pareti della cavità
addominale e pelvica, posteriormente ed in
basso si appoggia all’apparato urogenitale
che rimane pertanto in una posizione
extraperitoneale)
Viscerale (in continuità con il primo riveste la
superficie esterna dei visceri creando una
cavità virtuale; questi due foglietti si fondono
in corrispondenza del pancreas, duodeno,
colon ascendente e discendente, che
divengono retroperitoneali).
Due foglietti viscerali accollati danno origine
al mesentere, che partendo dalla parete
posteriore dell’addome rivestono tutto
l’intestino mesenteriale.
Gli organi della cavità addominale posti nella
porzione al di sopra dell’ombellico sono
collegati dagli epiploon (lamine connettivo-
vascolari ricoperte dal peritoneo)
Epiploon gastro-lienale (stomaco-milza)
Epiploon pancreatico-lienale (pancreas-milza)
Epiploon gastro-epatico o piccolo
omento(stomaco-fegato)
Epiploon gastro-colico o grande omento
(stomaco-colon trasverso) che scende come
un grembiule a ricoprire tutto l’intestino fino
alla cavità pelvica.
Motilità intestinale
Il movimento del tubo digerente (movimento peristaltico), dovuto alle tuniche muscolari consistente in una
contrazione circolare della parete con andamento progressivo distale, prodotta dalla presenza di materiale
nel canale intestinale è finalizzato al rimescolamento del materiale alimentare con i succhi digestivi, un
contatto con la mucosa intestinale e la spinta verso l’estremità distale dell’intestino.
Il bolo alimentare deglutito viene spinto dalle onde peristaltiche dell’esofago determinando l’apertura
del cardias; penetra quindi nello stomaco dove viene mescolato con il succo gastrico, ed assume
l'aspetto di una poltiglia omogenea che prende il nome di chimo, che attraversa successivamente lo
sfintere pilorico per entrare nella prima porzione dell’intestino il duodeno.
Dopo un pasto normale lo svuotamento dello stomaco si completa in 2-4 ore a seconda essenzialmente
della sua composizione in grassi e proteine
La progressione del chimo nell’intestino tenue è determinata dai movimenti peristaltici della
parete, mentre il rimescolamento è dovuta alla presenza di anelli di contrazione e rilasciamento
(movimenti di segmentazione). Le pliche circolari ed i villi intestinali permettono un ampio contatto
del chimo con la mucosa.
Il transito dal duodeno alla valvola ileocecale (intestino crasso) si completa in circa 6 ore.
I movimenti del grosso intestino
differiscono nelle diverse sezioni:
Colon ascendente prevalgono i
movimenti peristaltici con episodici
movimenti antiperistaltici;
Colon trasverso prevalgono i movimenti
di segmentazione e pendolari che
fanno progredire il
contenuto intestinale molto lentamente;
Colon discendente e sigma si verifica
una forte contrazione della parete per
lunghi tratti (movimento di massa) che
spinge grosse quantità di feci verso il
retto.
La defecazione non è altro che l’espulsione di feci all’esterno dell’organismo. La distensione del
retto determina il rilasciamento dello sfintere interno (muscolo liscio) seguita da una contrazione e
rilasciamento dello sfintere esterno (muscolo striato). Collaborano alla spinta della massa fecale
anche la contrazione del diaframma e dei muscoli addominali
Tutto l’intestino è provvisto di innervazione intrinseca (cellule nervose disposte nella tunica
muscolare e sottomucosa) come sistema locale di coordinamento dell’attività motoria e
secretoria.
Innervazione estrinseca parasimpatica (stimola la motilità); ortosimpatica (deprime la motilità)
Digestione
Consiste in una serie di processi chimico enzimatici (mediante sostanze secrete dalle ghiandole
presenti nell’intestino) e meccanici (triturazione e rimescolamento) che si verificano
prevalentemente nello stomaco e nell’intestino tenue, atte a trasformare le molecole complesse
(proteine, zuccheri e grassi alimentari) in molecole semplici per poter essere assorbite ed
utilizzate dall’organismo.
Saliva
Liquido filante prodotto dalle ghiandole salivari (1200-1500 ml/24 h) ad alto contenuto acquoso
a pH neutro contenenti mucina (lubrificante) e ptialina (amilasi che scinde l’amido
prevalentemente in maltosio).
La secrezione salivare è controllata per via nervosa riflessa (mucosa orale, nasale, vista,
evocazione psichica)
Succo gastrico
Liquido ad alto contenuto acquoso prodotto nello stomaco (circa 3000 ml/24h) fortemente acido
(pH 1-2). Contiene:
Acido cloridrico prodotto dalle cellule parietali denatura le proteine e trasforma il
Pepsinogeno (secreto dalle cellule principali) trasformato dall’acido cloridrico in pepsina
enzima necessario per degradare le proteine
Lipasi enzima che scinde i grassi
Muco presente su tutta la superficie della mucosa dove crea la barriera gastrica di protezione
Fattore antipernicioso intrinseco glicoproteina prodotta dalle cellule parietali che si lega alla
vitamina B12 (fattore estrinseco) ingerita con gli alimenti permettendone l’assorbimento nell’ileo
La secrezione gastrica è regolata da meccanismi nervosi Parasimpatico (nervo vago)
ha azione stimolante la secrezione.
Ortosimpatico riduce la secrezione di acido cloridrico e pepsina ed aumenta la
produzione di muco ed ormonali Gastrina (prodotta dalle cellule dell’antro pilorico) che
attraverso il sangue stimola la secrezione delle ghiandole del corpo e del fondo
gastrico.
La secrezione avviene attraverso tre fasi:
-Fase cefalica (riflesso di tipo condizionato a stimoli visivi, olfattivi, gustativi e tattili)
-Fase gastrica (inizia al giungere degli alimenti nello stomaco) regolata con meccanismo
nervoso ed ormonale
- Fase intestinale inizia con il passaggio del chimo nel duodeno e continua per tutta la
digestione intestinale
Proteine
La digestione dei protidi (mediante la pepsina)
porta alla formazione di amminoacidi assorbiti
riversati nel sangue
Zuccheri
La digestione dei glucidi inizia nella bocca ,
continua nello stomaco e termina nell’intestino
con la liberazione di monosaccaridi assorbiti
e trasferiti nella circolazione ematica
Grassi
La digestione del lipidi riguarda sostanze non solubili in acqua
con formazione di molti prodotti di scissione mediante un processo
di emulsione effettuato dalla bile per facilitare l’azione delle lipasi.
Le molecole dei grassi vengono poi immesse nel circolo ematico
e linfatico.
Digestione nell’intestino tenue
Nell’intestino si riversano tre succhi digestivi
Succo pancreatico
Liquido incolore alcalino (pH 8 500-1500 ml/24h) ricco di bicarbonato di sodio e contenenti enzimi
atti a scindere proteine, amidi e grassi.
Tripsinogeno (inattivo) trasformato in tripsina (enzima attivo) dall’enterochinasi (enzima prodotto
dall’intestino), che scinde le proteine in peptoni e polipeptidi scissi in amminoacidi da altri enzimi
Amilasi scinde l’amido in maltosio
Lipasi scinde i grassi neutri in acidi grassi e glicerolo.
La secrezione pancreatica è regolata da meccanismi nervosi
Parasimpatico (vago) che stimola la secrezione di succo con molti enzimi e poco bicarbonato
Ortosimpatico che agisce sull’irrorazione sanguigna;
e da meccanismi ormonali:
Secretina (prodotta a livello duodenale) stimola la secrezione del succo pancreatico ricco di acqua
e bicarbonati che riduce l’acidità a livello del duodeno
Altri ormoni gastrointestinali eccitano o inibiscono la secrezione pancreatica
Bile
Liquido viscoso di colore verdastro prodotta dal fegato
(600 ml/24 h) in modo continuo, costituita da acqua,
elettroliti, sali e pigmenti biliari, colesterolo; defluisce in
duodeno tramite il coledoco durante la digestione, durante
la quale i sali biliari determinano l’emulsione delle sostanze
lipidiche rendendo possibile l’azione della lipasi.
Nei periodi interdigestivi la bile si riversa nella colecisti la
quale dopo circa ½ ora dal pasto si contrae per mandare
la bile nel duodeno.
La secrezione biliare è controllata da meccanismi nervosi
(parasimpatico, ortosimpatico) e ormonali prodotti dalla
mucosa gastrodigiunale) che stimolano la secrezione di bile
ricca di acqua e bicarbonato (Secretina, Colecistochinina,
Gastrina)
Succo enterico
Liquido incolore a reazione neutra secreto nel duodeno e nell’ileo (3000 ml/24h) contiene acqua,
elettroliti, enterochinasi (enzima che trasforma il tripsinogeno in tripsina), peptidasi, amilasi, maltasi,
lattasi, saccarasi, lipasi, nucleasi, fosfatasi.
La regolazione della secrezione intestinale è legata all’azione meccanica del contenuto sulla parete,
ed all’azione ormonale (secretina).
Digestione nell’intestino crasso
Nel colon si verificano complessi processi che portano
all’assorbimento di acqua ed elettroliti, la produzione da parte della
mucosa un secreto alcalino ricco di mucina ma privo di enzimi; la
demolizione da parte della ricca flora batterica (escherichia coli,
aerobattero aerogeno, cocchi, clostridi) delle molecole residue del
chimo e di sostanze (esosi/monosaccaridi) con produzione di
idrogeno solforato anidride carbonica e metano.
La demolizione putrefattiva delle proteine che da come residui
terminali ammoniaca, indolo e scatolo (responsabili dell’odore delle
feci).
Inoltre la flora batterica è indispensabile per la sintesi della vitamina
K ed altre vitamine del gruppo B.
Il contenuto del colon aumenta di consistenza man mano che si sposta verso il retto assumendo
le caratteristiche delle feci composte dal 75% di acqua e per il rimanente da residui alimentari,
secreti digestivi, muco, cellule desquamate della parete intestinale, microrganismi.
Hanno un pH leggermente alcalino se formate, leggermente acido se pastose; vengono espulse
in quantità media di circa 150 gr/die.
Il colore è molto variabile, normalmente bruno (stercobilina), nerastro per assunzione di mirtilli,
carbone, ferro; nero piceo in presenza di ematina (emorragie digestive), grigiastre per alterata
digestione dei grassi.
Assorbimento
L’assorbimento delle sostanze avviene anche se con intensità diversa in tutto il tubo digerente;
minimo nella bocca, modesto nello stomaco (alcol, glucosio) massimo nell’intestino tenue.
La superficie assorbente della parete intestinale raggiunge i 43 mq. (pliche, villi intestinali), inoltre
la permeabilità dell’epitelio permette il passaggio sia delle sostanze liposolubili che idrosolubili,
E la velocità del circolo ematico e linfatico è tale da portar via rapidamente le sostanze assorbite.
Le sostanze superano l’epitelio della mucosa intestinale per:
Diffusione passiva (regolata dal gradiente di concentrazione) senza dispendi energetico
Diffusione facilitata valida solo per alcune sostanze (regolata dal gradiente di concentrazione)
senza dispendio energetico
Trasporto attivo (contro il gradiente di concentrazione) specifico per alcune sostanze, richiede
spesa energetica da parte delle cellule e l’intervento di trasportatori che permette alle sostanze
di superare la membrana cellulare.
Pinocitosi le particelle vengono inglobate per invaginazione della membrana cellulare con
formazione di vescicole e rese diffusibili.
Le sostanze assorbite raggiungono il circolo generale tramite i capillari chiliferi che confluiscono nel
dotto toracico o i capillari sanguigni che confluiscono nelle vene mesenteriche e poi nella vena porta.
DOMANDE
Approfondimenti
Regioni del corpo
9 regione epigastrica 10 mesogastrica 11ipogastrica
12 fianco 13 fossa iliaca 16lombare
Epigastrio mesogastrio
Ipocondrio fianco dx Ipocondrio fianco sn
Fossa iliaca dx
Fossa iliaca sn
Stomaco
Pancreas
Cuore
Colon
traverso
Tenue
Colecisti
Duodeno
Pancreas
Colon trasverso
Rene destro
Milza
Cuore
Pancreas
Colon trasverso
Rene sinistro
Appendice
Colon destro
Annessi
Uretere destro
Ernie
Colon sinistro
Annessi
Uretere sinistro
Ernie
Apparato digerente
Sede del dolore
Patologie dell’apparato digerente
Masticazione e deglutizione possono essere alterate per patologie a carico del sistema nervoso
centrale o periferico (trigemino, facciale, glossofaringeo, ipoglosso) secondari ad accicenti vascolari
o traumatici o pert ostacolo (stenosi) del lume faringeo od esofageo (neoplasie, fibrosi, cicatrici).
La difficoltà alla deglutizione viene definita disfagia.
Cavo orale
La cavità orale è spesso sede di neoplasie la più frequente delle quali è il cancro della lingua
(epitelioma spinocellulare) che si diffonde rapidamente ai linfonodi del collo e a scendere ai
polmoni ed altri organi.
Nella maggior parte dei casi si presenta come ulcerazione, più raramente in forma vegetativa.
Calcolosi salivare
Interessa quasi sempre la ghiandola sottomascellare e più raramente la sottolinguale, molto rara nella parotide.
Si manifesta con la “colica salivare”, cioè dolore che compare in coincidenza dei pasti; al dolore si può associare
tumefazione della ghiandola (retromascellare o sottomascellare) durante la masticazione.
Le ghiandole salivari possono andare incontro a
processi infiammatori (scialoadeniti)
processi tumorali (tumori misti, carcinomi, adenolinfoma, linfocitoma parotideo)
Esofago
L’esofago può essere sede di patologie
Congenite
quali l’incompleta canalizzazione dell’esofago (atresia) o
la fistola esofago tracheale Queste malformazioni sono
di gravissima prognosi e spesso sono associate ad altre
malformazioni(labbro leporino, palatoschisi, atresia rettale,
imperforazione anale)
Acquisite
Stenosi dell’esofogo secondarie a diversi processi morbosi
Cardiospasmo è il restringimento funzionale più frequente
secondario a incoordinamento della peristalsi con mancato
rilasciamento del cardias dove si osserva un ispessimento
a manicotto della parete da ipertrofia delle tuniche muscolari;
ne consegue una dilatazione dell’esofago (megaesofago)si
manifesta con una disfagia progressiva e nelle fasi avanzate
rigurgito di alimenti fermentati ma non digeriti.
Esofagiti acute da ingestione di acidi/alcali.
Queste sostanze determinano anche
gravi alterazioni a livello della bocca
e dello stomaco. Le lesioni ulcerative
a carico della mucosa esofagea
( se non determinano perforazione)
evolvono in sclerosi cicatriziale stenosante
Esofagiti croniche peptiche
Interessano in genere il terzo inferiore
dell’esofago ed è determinata dall’azione
enzimatica e chimica del succo gastrico
che viene a contatto con la mucosa
esofagea (reflusso gastroesofageo)
In genere il reflusso è dovuto ad una
incontinenza cardiale secondaria in
genere ad una ernia iatale
L’esofagite peptica si manifesta con una
disfagia dolorosa, l’ingestione di cibo
determina sensazione di arresto del bolo
con dolore intenso
Tumori dell’esofago
Benigni (poco frequenti)
originano dai tessuti connettivali delle pareti comprese le tuniche
muscolari (lipomi, fibromi, fibromixomi) possono sporgere nel lume esofageo (polipi) o
rimanere intramurali
Maligni
Carcinoma dell’esofago si localizza più frequentemente al terzo medio ed al terzo inferiore
data la ricca rete linfatica che circonda l’esofago la diffusione avviene facilmente e precocemente
I sintomi sono spesso tardivi e si manifestano solo quando inizia il restringimento (disfagia
oppressione retrosternale)
Varici esofagee
Ectasie dei plessi venosi sottomucosi, sono dovute ad un ostacolo
del flusso venoso della vena porta (ipertensione portale); queste
varici determinano spesso gravi emorragie acute anche mortali
I sintomi sono in genere assenti e l’emorragia può essere l’unico
ed improvviso sintomo
Stomaco
Lo stomaco può essere sede di patologie
Congenite
Stenosi congenita del piloro, caratterizzata da un restringimento del lume pilorico causato da ipertrofia
Della muscolatura liscia con accentuato spasmo. I sintomi non si manifestano prima di dieci giorni dalla
Nascita e consistono nel vomito, sempre privo di bile, subito dopo il pasto.
Ernia iatale :
protrusione di una porzione dello stomaco nel torace attraverso
lo hiatus esofageo del diaframmala più frequente è l’ernia iatale
da scivolamento dovuto ad un indebolimento e slargamento dello
hiatus diaframmatico, in genere secondario ad obesità, gravidanza.
I disturbi possono essere assenti o possono presentarsi con reflusso
gastroesofageo con possibili esofagiti, disfagia dolorosa con bruciori
e dolori retrosternali,
Acquisite
Ulcera gastrica e duodenale
Processo distruttivo circoscritto della mucosa dello stomaco o del duodeno con tendenza ad approfondirsi
negli strati sottostanti ed a divenire cronico
Malattia frequente con localizzazione prevalente a livello duodenale, spesso preceduta da processi
Infiammatori (gastrite, duodenite) l’Helicobacter pilori appare strettamente coinvolto nella genesi e
nel mantenimento dell’ulcera anche se non sembra esclusa anche una genesi nervosa.
L’ulcera è legata ad un processo di autodigestione della mucosa da parte del succo gastrico
secondario ad una diminuita produzione di muco protettivo da parte della mucosa gastrica.
La sintomatologia è del tutto caratteristica, il dolore è il sintomo più costante: dolore di tipo urente,
Crampiforme o trafittivo localizzato all’epigastrio con un caratteristico rapporto con i pasti
Nell’ulcera gastrica insorge a breve tempo dopo il pasto e recede dopo ingestione di altro cibo
Nelle forma duodenale il dolore compare a digiuno (dolore da fame) che cessa con l’assunzione di cibo
Le complicanze sono l’emorragia la perforazione e la stenosi
I dolori si presentano in genere a cicli di
giorni specie in primavera ed in autunno
Tumori dello stomaco
Benigni
piuttosto rari , in genere si tratta di tumori che originano dalle strutture ghiandolari (adenomi)
che prediligono la zona antropilorica
Maligni
Molto frequenti e di derivazione epiteliale tipico il carcinoma gastrico
Importanti nella malattia sono i fattori familiari, alimentari (alcolismo),irritazioni croniche.
Il cancro infiltra localmente la parete gastrica diffondendosi nella sottomucosa e sierosa con conseguente
infiltrazione di organi vicini (pancreas, fegato, colon, peritoneo)
I sintomi inizialmente sono molto vaghi (senso di peso epigastrico, diminuzione dell’appetito digestione lenta)
Frequenti le perdite ematiche (ematemesi e melena). L’evoluzione del cancro può essere complicato dalla
Perforazione gastrica
Intestino
Malassorbimento
Diverse condizioni patologiche che alterano l’assorbimento di uno o più sostanze alimentari
È essenzialmente provocata da disturbi della digestione, da alterazioni del trasporto del materiale
Intestinale o da una riduzione della superficie assorbente, interessa a seconda dei tratti intestinali
coinvolti l’assorbimento degli zuccheri, dei grassi o degli amminoacidi. Le conseguenze del ristagno
Delle sostanze residue sono un richiamo di liquidi nell’intestino con comparsa di diarrea e difetti
nutrizionali
Morbo celiaco (intolleranza al glutine)
Difetto di assorbimento causato dalla formazione di anticorpi contro la gliadina (glicoproteina del glutine)
Presente nella farina dei cereali e di alcune leguminose. Gli immunocomplessi che si formano a livello
della mucosa intestinale inducono una reazione infiammatoria che danneggia le cellule intestinali
Morbo di Crohn (ileite granulomatosa)
Grave malattia su base immunologica che provoca una reazione infiammatoria cronica della mucosa
intestinale con formazione di granulomi e processi ulcerativi che guariscono con formazione di cicatrici
Responsabili della fibrosi che fa perdere elasticità alla parete intestinale, le anse aderiscono una all’altra
con possibilità di formazione di fistole (entero-enteriche, entero-vescicali)
Colite ulcerosa
Comprende un gruppo di alterazioni caratterizzate da una reazione infiammatoria che interessa la mucosa
del colon e del retto non riportabile a fenomeni infettivi, con formazione di piccoli ascessi che si estendono
su tutti gli strati della parete intestinale fino a determinare la comparsa di ulcere.
Il quadro clinico è caratterizzato da dolori addominali, diarrea mucoemorragica.
Occlusione intestinale
Arresto completo e persistente del passaggio delle feci e dei gas nell’intestino. Può essere
Acuta o sub acuta
Meccanica
da ostruzione, stenosi, compressione, stiramenti da aderenze, strangolamento o strozzamento
Funzionale o dinamica (paralisi dei muscoli addominali)
Traumatismi addominali, infiammazioni peritoneali, sostanze tossiche (oppio, morfina),lesioni neurologiche
Due fenomeni sono tipici delle occlusioni
La distensione delle anse intestinali a monte dell’ostacolo con accumulo di liquidi, alimenti e gas nelle anse
Edema e congestione delle pareti per difficoltoso ritorno venoso. Sulle pareti intestinali possono comparire
stravasi ematici, infarti, perforazioni
la morte dell’occluso avviene per peritonite da perforazione intestinale, tossiemia, shock irreversibile da
squilibrio elettrolitico
Infarto intestinale
È la necrosi di una parte più o meno estesa dell’intestino secondaria ad occlusione arteriosa o venosa
dei vasi mesenterici
Tumori del tenue
Mesenchimali (poco frequenti)
Benigni (lipomi fibromi, miomi, angiomi)
Maligni prendono origie dalle formazioni linforeticolari dell’intestino tenue (linfosarcomi o reticolosarcomi)
Epiteliali
Benigni adenomi semplici (polipi dell’intestino tenue)
Maligni adenocarcinomi molto rari prediligono l’ultima porzione dell’ileo. Possono determinare occlusione
intestinale anemia per sanguinamento prolungato e poco appariscente.
Appendicite
Malattia molto comune legata alla infiammazione in genere acuta dell’appendice ciecale.
Tra i fattori predisponenti va considerata l’occlusione del lume appendicolare ad opera di concrezioni
fecali (coproliti), corpi estranei, parassiti.
L’attacco di appendicite è caratterizzato da : dolore vivo all’epigastrio e fossa iliaca dx, nausea, vomito
Modesto movimento febbrile.
Diverticolosi e diverticolite
Estroflessioni sacciformi multiple della mucosa e sottomucosa attraverso lacune della tunica muscolare
comunicanti con il lume intestinale. I diverticoli possono essere sede di infiammazione (diverticolite) con
sintomatologia dolorosa
La causa è legata all’esistenza di zone di minore resistenza della parete colica, associata a discinesia
cronica del colon, stipsi cronica.
Le complicanze possono essere emorragie, infiammazioni acute con perforazioni
Megacolon
Abnorme ed anomala dilatazione del colon presente fin dalla nascita determinata dall’assenza
di cellule gangliari parasimpatiche nella parete del segmento terminale del colon
Cancro del colon
Il carcinoma del colon è molto frequente e la localizzazione è prevalente nei tratti di sinistra
(discendente, sigma, retto) la concentrazione delle feci e la loro più lunga permanenza nell’ultimo
tratto potrebbe favorire l’insorgenza del tumore a causa di sostanze oncogene contenute nelle feci
Molte patologie del colon (coliti croniche, diverticolite, colite ulcerosa, poliposi) predispongono
all’insorgenza del carcinoma.
Il carcinoma del colon può manifestarsi in forma
Vegetante (massa voluminosa a cavolfiore) con zone ulcerate (frequente colon destro)
Anulare stenosante (infiltrante in senso circolare nello spessore della parete) pressoche esclusivo
del colon sinistro
A cratere (ampia ulcerazione a margini sopraelevati ed infiltrati) frequente nel retto.
La diffusione avviene per continuità, contiguità, per via peritoneale, ematica e linfatica
I portatori di tumore del colon destro lamentano in genere irregolarità dell’alvo; compare spesso la
diarrea alternata a periodi di stipsi accompagnata da dolori crampiformi.
I portatori di tumore del colon sinistro lamentano stipsi ingravescente a volte alternati a diarrea, dolori
senso di distensione addominale (sub occlusione), perdita di sangue con le feci.
Le complicanze sono rappresentate da emorragie, occlusione, perforazione
Emorroidi
Sono dilatazioni varicose del plesso venoso emorroidario sottocutaneo, si distinguono
Emorroidi essenziali dovute a fattori
anatomici (fenomeni congestizi fisiologici o patologici del fegato)
Costituzionali (predisposizione alle varici)
Meccanici (stipsi cronica)
Emorroidi sintomatiche
Legate ad un meccanismo di circolo di compenso (ipertensione portale)
Le complicanze vanno dalla semplice irritazione infiammatoria alla tromboflebite emorridaria
Fistole anorettali
Tragitti tortuosi ed irregolari cronicamente suppurati con uno o più orifizi che si aprono sia sulla mucosa
anorettale che sulla cute perineale, consecutivi ad ascessi perianali e perirettali
Ragade anale
Piccola lesione superficiale lineare o a losanga localizzata nel fondo di una plica raggiata dell’ano
(causata da erosioni eczematose perianali, emorroidi, stipsi cronica)
Si distinguono:
Tumori benigni
Connettivali (lipomi,fibromi, miomi, linfangiomi)
Epiteliali (polipi)
Tumori maligni
L’ano ed il retto rappresentano una localizzazione frequente del carcinoma, per la sede si
distinguono in:
-Carcinomi della giunzione rettosigmoidea
-Carcinomi ampollari alti e bassi
-Carcinomi dell’ano e del canale anale.
La diffusione avviene per via diretta e per contiguità infiltrando i visceri vicini (vagina, utero, vescica,
prostata, vescicette seminali). più frequente è la diffusione linfatica.
La diffusione ematica avviene attraverso le vene emorroidarie che confluiscono nel tronco portale
con metastasi epatiche.
La sintomatologia varia a seconda della localizzazione:
Rettosigma, ampolla alta con sviluppo anulare (stipsi, fenomeni sub occlusivi, scariche
pseudodiarroiche)
Ampolla rettale bassa (senso di peso perineale, alvo alternante, tenesmo rettale)
Ano e canale anale (tenesmo rettale precoce,dolore gravativo al perineo, modificazione della forma
delle feci con aspetto caprino o a fettuccia)
Tumori dell’ano retto
Patologie epatiche
Itteri
Per ittero si intende l’aumento della concentrazione di bilirubina nel sangue con conseguente colorazione
giallastra delle sole sclere (subittero) o dell’intera superficie corporea (ittero franco). L’ittero compare
Quando la concentrazione della bilirubina nel sangue supera il livello di 2-2,5 mg/100 ml.
Gli itteri vengono distinti in
Pre-epatici dovuti a
Aumento della bilirubina libera come conseguenza di aumentata
distruzione di globuli rossi (ittero emolitico)
Atipia del pigmento biliare pre epatico difficilmente eliminabile dalle
cellule epatiche
Forme disfunzionali epatiche con ridotta capacità a metabolizzare
il pigmento biliare
Intraepatici
Conseguente ad un danno degli epatociti con alterazione del processo di coniugazione della bilirubina da
Processi infiammatori (epatiti), degenerativi (steatosi), tossici (avvelenamenti)
Patologie ereditarie (sindrome di Gilbert)
Post-epatici
Da compressione o da occlusione causati da un ostacolo al transito della bilirubina coniugata nelle vie biliari
(calcolosi, cirrosi, tumori)
Processi infiammatori
Le epatiti sono caratterizzate da fenomeni di necrosi a carico dei lobuli epatici possono essere
Epatiti non infettive (alcol, farmaci, sostanze tossiche)
Epatiti infettive da
Infezioni Virali
Infezioni da microrganismi
Infezioni parassitarie Epatiti infettive
Virali
I virus che causano processi infiammatori acuti o cronici del fegato possono replicarsi esclusivamente
negli epatociti o si replicano in altre cellule con coinvolgimento secondario del fegato.
Le epatiti hanno sintomatologia molto varia e vanno dalle forme asintomatiche alle forme fulminanti
rapidamente mortali. Nelle forme croniche il decorso è lungo in quanto, la progressiva distruzione
degli epatociti secondaria nella maggior parte dei casi a reazioni autoimmune, viene compensata
Dalla capacità rigenerativa degli stessi.
Le epatiti B e C sono molto diffuse e il loro esito finale è la cirrosi o il carcinoma epatico.
Virus epatite
A (trasmissione oro-fecale)
B (trasmissione per via ematica) trasfusione, contatto con sangue infetto
Forma acuta rapidamente mortale
Forma cronica può evolvere in cirrosi o carcinoma epatico
C (trasmissione per via ematica)
Forma acuta asintomatica
D (trasmissione per via ematica)
Microbica
Le infezioni sono in genere provocate da
Mycobacterium tubercolosis ed altri (causano processi infiammatori cronici granulomatosi).
Germi piogeni o anaerobi (inducono processi infiammatori acuti con ascesso epatico unico o multiplo).
Leptospirosi, borelliosi
Parassitaria
Molto frequenti nel fegato le localizzazionidi parassiti
Funghi (istoplasmosi, coccidiomitosi, blastomicosi)
Protozoi (amebiasi, malaria, toxoplasmosi,
Elminti (schistosomiasi, ascaridiosi, echinococcosi)
Patologia traumatica
I traumi possono provocare lesioni vascolari con emorragie interne la cui gravità dipende dall’intensità
del danno
Patologia neoplastica
Il fegato è raramente sede di tumori primitivi mentre sono frequenti le metastasi (tumori di organi
addominali il cui sangue confluisce nella vena porta.
Tra i tumori benigni il più frequente è l’adenoma mentre fra quelli maligni il carcinoma epatocellulare
Alterazioni vascolari
I vasi (arterie e vene) del fegato sono raramente colpiti da fenomeni trombotici o embolici con produzione
di infarti come avviene nel caso di occlusione di rami dell’arteria epatica.
Ipertensione portale Dovuta a
Ostruzione del vaso (trombosi) in sede extraepatica
Aumento del flusso ematica al fegato
Aumento delle resistenze al deflusso del sangue (cirrosi epatica)
La conseguenza più grave dell’ipertensione portale è la formazione di cortocircuiti porto-sistemici
Artero-venosi (rami dell’arteria epatica-rami della vena porta)
Veno-venosi (rami della vena epatica-rami vena porta)
Con danno da scarsa irrorazione degli epatociti
Nell’ipertensione portale associata a malattie del fegato specialmente nella cirrosi si verifica la formazione
Di un trasudato (ascite) che si versa nella cavità peritoneale ed è provocata da
Aumento della pressione idrostatica nel distretto della vena porta
Riduzione della pressione colloido-osmotica da ipoproteinemia conseguente alla ridotta sintesi di albumina
da parte di epatociti sofferenti
Aumentata produzione di linfa in sede intraepatica che contribuisce ad otacolare lo scarico venoso del fegato
Calcolosi della colecisti
Rappresenta la manifestazione patologica più diffusa a carico della colecisti e delle vie biliare
E consiste nella formazione di concrezioni nel lume delle vie biliari che tendono ad agglomerarsi
formando i calcoli, che possono risultare unici o multipli .
Sulla formazione dei calcoli intervengono quattro fattori
Alterazioni metaboliche
ipercolesterolemia con aumento della colesterina nella bile con una più facile precipitazione
Processi flogistici
Fibrina, gruppi di cellule epiteliali, batteri possono rappresentare il nucleo per la formazione di calcoli
Stasi biliare
Interviene sicuramente nella formazione di calcoli nell’epato-coledoco.
L’atonia della colecisti favorisce la formazione dei calcoli
Alterazioni della secrezione di mucina della colecisti
I calcoli biliari possono distinguersi in
Calcoli di colesterina pura (colore giallo cereo)
Calcoli di pigmenti biliari (moriformi, irregolari, di colorito bruno-nerastro)
Calcoli misti (costituiti da colesterina, pigmenti biliari, sali di calcio di forma prismatica di colorito giallo)
Le conseguenze della calcolosi possono essere una colecistite cronica o acuta
La sintomatologia della calcolosi biliare è dominata da dolore, disturbi dispeptici
Insufficienza epatica
Incapacità del fegato a compiere le proprie funzioni e compare quando circa l’80% del
parenchima epatico è andato distrutto; si manifesta in forma acuta quando la distruzione degli
epatociti avviene in maniera rapida (intossicazioni da funghi, da farmaci, epatiti virali fulminanti)
più frequentemente si manifesta con andamento cronico (epatopatie culminanti in cirrosi)
La conseguenza più importante è la encefalopatia porto-sistemica imputabile all’incapacità del
fegato alterato a neutralizzare le sostanze tossiche che si manifesta con varie forme di gravità
che vanno da semplici variazioni dell’umore fino ad uno stato confusionale grave associato a
tremori che culmina nel coma epatico con completa perdita della coscienza.
Pancreas
Pancreatite
Acuta
provocata da malattie delle vie biliari nel corso delle quali si può verificare un reflusso di bile
nel dotto pancreatico con auto digestione da parte del tripsinogeno e lipasi attivati dalla bile .
Questi enzimi attivati venuti a contatto col parenchima ghiandolare producono gravi reazioni infiammatorie
e degenerative necrotiche. Con prognosi grave
Il processo flogistico può essere innescato anche dall’etilismo e da alcuni virus (parotite)
Cronica
Non rara negli alcolisti ha la stessa eziologia della pancreatite acuta ma in questo caso prevalgono i
fenomeni di atrofia su quelli di necrosi con depositi di sali di calcio nel contesto della ghiandola.
Fibrosi cistica
Malattia ereditaria colpisce gravemente l’apparato respiratorio, le ghiandole salivari e sudoripare, ed il
Pancreas nel quale si verifica una progressiva distruzione della parte esocrina con riduzione della
secrezione di enzimi che comporta disturbi della digestione e dell’assorbimento intestinale.
Tumori pancreatici
Tumori benigni provenienti dal
Tessuto ghiandolare (adenomi)
Tessuto isole di Langherans (insulinomi) piccoli tumori situati profondamente nel corpo o nella coda
affioranti in superficie possono essere insulino secretivi (adenomi β) oppure non insulino secretivi
(adenomi α)
Tumori maligni
Adenocarcinoma derivante dalle cellule dei dotti pancreatici; quando ha sede nella testa infiltra e
comprime il dotto pancreatico ed il coledoco al suo sbocco nel duodeno (ittero ingravescente)
La prognosi è sempre grave.

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Apparato digerente

  • 1. Apparato Digerente POLARIS SHIATSU INSTITUTE Scuola professionale Triennale per Operatori Shiatsu
  • 2. Nel suo insieme, l'apparato digerente decorre dall'estremità buccale all'orifizio anale, passando per la regione del collo, del torace, dell'addome, della pelvi e del perineo, prendendo rapporto, sostanzialmente, con tutti gli organi e le strutture contenute in queste sedi anatomiche. La fisiologia dell'apparato digerente è particolarmente articolata, intervenendo a questo livello processi meccanici, endocrini e metabolici straordinariamente complessi. Apparato digerente L'apparato digerente è quella parte dell'organismo umano preposto alla digestione ed all'assimilazione dei nutrienti introdotti con gli alimenti. Ad esso si associano altre strutture di supporto e alcune ghiandole accessorie (ghiandole salivari, fegato, pancreas) Il tratto digerente origina nella cavità orale con i denti, preposti a sminuzzare i cibi introdotti, e la lingua, che interviene nel rimescolare il bolo alimentare e lo sospinge verso l'esofago. Le ghiandole salivari secernono saliva nella bocca, al fine di umidificare il bolo alimentare e facilitarne il passaggio nell'esofago attraverso i meccanismo della deglutizione. La saliva presenta altresì una iniziale azione digestiva a livello degli amidi. Il tratto prosegue poi nel collo con l'esofago e giunge a livello dello stomaco, che è situato nella cavità addominale.
  • 3. Bocca Cavità situata nella parte inferiore della faccia divisa in due parti dalle arcate dentarie Il vestibolo spazio compreso tra le guance, le labbra e le arcate alveolo dentarie superiore (costituita dai processi alveolari dei mascellare) e inferiore (costituita dai processi alveolari della mandibola) rivestite dalle gengive (mucosa orale ispessita e resistente) La cavità orale ricoperta da mucosa ricca di ghiandole con epitelio piatto pluristratificato, è delimitata in alto dal palato in basso dalla lingua lateralmente dalle arcate dentarie, posteriormente è in comunicazione con l’orofaringe delimitato dal velo palatino. La lingua è un organo a forma di cono, costituito essenzialmente da muscoli, presenta una radice (posteriore e verticale), un corpo ed un apice (orizzontali) liberi nella cavità ma uniti al pavimento dal frenulo ai lati del quale sboccano i dotti delle ghiandole salivari sottomandibolari. Denti L’uomo presenta una doppia dentatura: una decidua (da latte) che prevede 20 denti (8 incisivi, 4 canini,8 molari) che a partire dal quinto anno di età viene sostituita dalla dentatura permanente composta da 32 denti (8 incisivi, 4 canini, 8 premolari e 12 molari)
  • 4. Gusto I recettori del gusto sono costituiti dalle gemme gustative o calici gustativi, (circa 10000) Disseminati nelle papille gustative situate nella lingua, palato molle, guance,faringe ed epiglottide. Le cellule gustative indovate nell’epitelio piatto stratificato,sono fornite di peli gustativi e sono avvolte da fibre nervose sensoriali che giungono al bulbo con i nervi facciale,glossofaringeo e vago. Le papille gustative possono essere raggruppate in quattro tipi fondamentali Papille filiformi coniche disposte in serie lineari Papille fungiformi cilindriche con rigonfiamento apicale Papille vallate eminenza cilindrica circondata da un solco Papille fogliate esili pieghe separate da solchi
  • 5. Le alterazioni del gusto comprendono Ageusia (mancanza del senso del gusto) Ipogeusia (diminuita sensibilità gustativa) Disgeusia (distorsione del senso del gusto) L’uomo distingue quattro sapori fondamentali Dolce sentito sulla punta Acido sentito lungo i bordi e sul palato Amaro sentito sulla parte posteriore della lingua e palato Salato sentito sul margine antero-laterale Tutte e quattro i sapori sono percepiti anche dalla faringe e dall’epiglottide
  • 6. Il palato è la volta della cavità orale ed è formato da uno scheletro osseo nella parte anteriore (palato duro) e da una struttura fibromuscolare (palato molle) posteriormente che si continua con il velo palatino che presenta nella sua parte mediana l’ugula e lateralmente due pliche Mucose che formano i pilastri anteriori e posteriori delle fosse tonsillari. Ghiandole salivari deputate alla produzione di un secreto, la saliva, che ha la funzione di imbibire gli alimenti solidi Durante la masticazione per facilitarne la deglutizione e di pre-digerire gli amidi. Si distinguono, per il tipo di secrezione, in sierose, mucose e miste; alcune sono contenute nella mucosa della bocca (ghiandole parietali) altre (extraparietali) posizionate all’esterno e comunicanti con la bocca mediante dei dotti escretori.
  • 7. Ghiandola parotide È la più voluminosa, puramente sierosa, posizionata in uno spazio retromandibolare (loggia parotidea) bilateralmente; è in comunicazione con la bocca mediante il dotto parotideo (di Stenone) che si apre nel vestibolo a livello del secondo molare superiore Ghiandola sottomandibolare Di tipo misto posizionata nella loggia sottomascellare con il dotto escretore che sbocca nella caruncola sottolinguale Ghiandola sottolinguale È un aggregato di piccole ghiandole miste posizionata nella loggia sottolinguale con il dotto escretore che sbocca ai lati della caruncola sottolinguale
  • 8. Esofago Condotto di forma cilindrica con restringimenti (cricoideo all’origine dell’esofago, bronco aortico a ridosso dell’aorta e del bronco sinistro, diaframmatico nel punto di passaggio nel diaframma) e dilatazioni (crico-aortica, bronco-diaframmatica, sotto-diaframmatica) che fa seguito alla faringe, percorre il collo ed il torace e passa nella cavità addominale attraverso il diaframma (iatus esofageo) per continuarsi nello stomaco. È costituito da uno strato Mucoso formato da epitelio piatto pluristratificato con ghiandole mucose e da un doppio strato Muscolare interno circolare ed esterno longitudinale e permette il passaggio del bolo alimentare dalla bocca allo stomaco. Il bolo alimentare si forma nella bocca mediante la masticazione, cioè la triturazione degli alimenti da parte dei denti e mediante l’insalivazione. Una volta formato il bolo alimentare avviene la deglutizione che prevede: Una prima fase volontaria consistente nell’innalzamento della lingua contro il palato e la spinta del bolo verso l’istmo delle fauci
  • 9. Una seconda fase in cui i cui il bolo raggiunge la faringe, il palato molle si innalza così da impedire il passaggio del cibo nelle fosse nasali, nella laringe si abbassa l’epiglottide per impedire il passaggio del bolo nelle vie aeree Una terza fase in cui il bolo percorre l’esofago spinto dalle contrazioni del doppio strato muscolare (peristalsi) fino a raggiungere il cardias che si rilascia per consentirne il passaggio. La deglutizione dei liquidi avviene mediante la spinta nella faringe e nell’esofago e la successiva progressione per gravità fino al cardias
  • 10.
  • 11.
  • 12. Stomaco Composto da una parte superiore verticale ed una parte inferiore orizzontale, occupa gran parte dell’epigastrio e dell’ipocondrio di sn; presenta una faccia anteriore ed una posteriore, un margine destro (piccola curva) ed uno sinistro (grande curva) un orifizio superiore (cardias) che lo mette in comunicazione con l’esofago, ed uno inferiore (piloro) comunicante con il duodeno. Nello stomaco distinguiamo il Fondo (a forma di cupola al di sopra del cardias) Corpo (a forma di tronco di cono) Antro pilorico (orizzontale ed imbutiforme) che si continua con il canale pilorico
  • 13. La parete gastrica è formata da quattro strati o tuniche: Sierosa dipendente dal peritoneo Muscolare con uno strato esterno longitudinale medio circolare che va a formare lo sfintere pilorico Interno obliquo Sottomucosa costituita da tessuto connettivo lasso Mucosa gastrica che presenta pliche ondulate (pliche gastriche) con alla superficie di fossette gastriche nel cui fondo sboccano le ghiandole gastriche. L’epitelio di rivestimento è di tipo prismatico semplice con: Ghiandole secernenti muco neutro e pepsinogeno (ghiandole cardiali in prossimità del cardias e piloriche) Ghiandole secernenti acido cloridrico, fattore intrinseco, Pepsinogeno (ghiandole del corpo e del fondo gastrico)
  • 14.
  • 15. Intestino tenue È il segmento più lungo del canale digerente (6-8 metri) e si estende dal piloro alla valvola ileocecale (colon destro). Si divide in: Duodeno (circa 25 cm.) fa seguito alla valvola pilorica a forma di C aperta in alto che abbraccia nella sua concavità la testa del pancreas, viene distinto in un: Tratto superiore (bulbo duodenale) diretto verso destra Tratto discendente quasi verticale nel quale sboccano il coledoco proveniente dal fegato ed il dotto pancreatico. Tratto orizzontale diretto verso sinistra Tratto ascendente Si continua quindi con il digiuno L’angolo duodeno digiunale, posto a livello della I e II vertebra lombare è fissato mediante un legamento fibromuscolare che nasce dal pilastro destro del diaframma
  • 16. Intestino mesenteriale (digiuno ed ileo) per adattarsi alla cavità peritoneale forma una grande quantità di anse, è legato alla parete Posteriore dell’addome dalla radice del mesentere (lamina sierosa triangolare) che si presenta come un ventaglio adeso all’intestino sul margine mesenteriale.
  • 17. La parete dell’intestino tenue è composto da quattro tuniche Tunica sierosa (formata dal peritoneo) Tunica muscolare strato esterno longitudinale, strato interno circolare Tunica sottomucosa (connettivo lasso) Tunica mucosa con: Pliche circolari creste permanenti di 6-8 mm. sporgenti nel lume intestinale: Villi intestinali piccole sporgenze di 1 mm. della mucosa a forma di creste, lamelle o coni estesi su tutta la superficie della mucosa Follicoli solitari Formazioni linfoidi distribuiti per tutta la lunghezza dell’intestino L’epitelio di rivestimento della mucosa è di tipo prismatico semplice costituito da: Cellule assorbenti Cellule caliciformi (mucipare) Ghiandole intestinali secernenti enzimi Cellule endocrine che producono sostanze ormonali
  • 18. Intestino crasso Ultimo tratto del tubo digerente, lungo 1,5-2 metri inizia dalla valvola ileocecale e termina con l’orifizio anale. Nel grosso intestino possiamo distinguere: Il cieco porzione che si trova al di sotto dello sbocco dell’ileo a forma di ampolla con un piccolo prolungamento cilindrico (appendice vermiforme). Il colon ascendente, percorre il lato destro della cavità addominale fino al fegato dove forma un angolo a sinistra(flessura epatica) Il colon trasverso dalla flessura epatica si dirige a sinistra fino in prossimità della milza dove si piega ad angolo verso il basso (flessura splenica) Il colon discendente percorre il lato sinistro della cavità addominale fino alla fossa iliaca sinistra Il colon sigmoideo (sigma) è costituito da un segmento posto nella fossa iliaca sinistra (segmento iliaco) ed un segmento posto nello scavo pelvico (segmento pelvico) Il retto decorre verticalmente davanti al sacro ed al coccige, è composto da una porzione dilatata (ampolla rettale) e dal canale anale che sbocca all’esterno con l’apertura anale dopo aver attraversato il piano perineale
  • 19. La superficie esterna del colon presenta tre nastri longitudinali (tenie del colon) e solchi trasversali Che vanno a formare tre serie di gibbosità lungo tutta la lunghezza. La superficie interna presenta le tre sporgenze longitudinali delle tenie e tre serie di tasche separate da pieghe semilunari . Anche il colon presenta quattro tuniche Tunica sierosa (formata dal peritoneo) Tunica muscolare strato esterno longitudinale disposto in tre fasci nastriformi (tenie) strato interno circolare Tunica sottomucosa (connettivo lasso) Tunica mucosa rivestita da epitelio prismatico semplice con cellule caliciformi mucipare numerosi e voluminosi noduli linfatici.
  • 20. Cieco appendice Lungo 6-12 cm. a forma di ampolla, la valvola ileocecale, apertura puntiforme costituita da un anello muscolare sfinterico che impedisce il reflusso dal cieco all’ileo e permette un passaggio intermittente del contenuto ileale segna il passaggio dal cieco al colon ascendente. L’appendice lunga 8-10 cm. Parte dal fondo del cieco con un decorso vario (discendente, ascendente, retrocecale, mediale o laterale) La mucosa è ricca di follicoli linfatici solitari. Retto ano È la porzione terminale del grosso intestino è formato da una parte superiore dilatata (ampolla) lunga 13-15 cm. ed una inferiore (canale anale) composta da: Porzione colonnare costituita da 5-8 valvole semilunari che si prolungano verso l’alto formando le colonne anali Ano con una porzione superiore liscia ed una inferiore con ghiandole e peli pigmentata con pliche a raggiera. Nel tratto colonnare la tunica mucosa è rivestita da epitelio pavimentoso stratificato mentre il tratto anale è rivestito di cute con peli e ghiandole sebacee e sudoripare
  • 21. La vascolarizzazione del retto è assicurata da tre paia di arterie ampiamente anastomizzate tra di loro Rettali superiori (rami dell’arteria mesenterica inferiore) Rettali medie (rami dell’arteria iliaca interna) Rettali inferiori (rami delle arterie pudende interne) Il sangue venoso si raccoglie nel Plesso emorroidale interno (drenante nella vena mesenterica inferiore) Plesso emorroidale esterno (drenante nelle vene pudende interne, rami delle vene iliache interne).
  • 22. Funzione motoria Necessaria per la progressione unidirezionale del contenuto alimentare È sempre di tipo riflesso involontario Funzione di assorbimento Necessaria perché l’acqua ed i prodotti della digestione vengano assorbiti dal sangue e ulteriormente modificati a livello epatico Funzione secretiva Necessaria per la digestione enzimatica degli alimenti Funzione espulsiva Eliminazione attraverso l’apertura anale dei residui non assorbiti con le feci Funzione ormonale Espletata da ormoni secreti da cellule presenti nella mucosa intestinale
  • 23. Fegato Organo voluminoso del peso di 1-1,5 Kg. di colore rosso bruno, occupa la gran parte dell’ipocondrio di destra e si estende all’epigastrio ed all’ipocondrio sinistro. Presenta una faccia superiore (diaframmatica) divisa in due lobi (dx e sn) dal legamento falciforme, una faccia inferiore dove si riconoscono i due lobi dx e sn ed in mezzo anteriormente il lobo quadrato e posteriormente il lobo caudato, tra i quali è presente l’ilo del fegato sulla faccia inferiore del lobo di destra si ritrova una depressione dove è accolta la cistifellea (fossa della colecisti). Il fegato è avvolto in gran parte dal peritoneo e da una sottile capsula fibrosa.
  • 24. Da un punto di vista microscopico il fegato è costituito dai lobuli epatici, strutture ghiandolari a forma esagonale formato da lamine epiteliali di epatociti disposte radialmente convergenti verso la vena centrolobulare, fra le lamine epiteliali decorrono dei canali vascolari (sinusoidi epatici) delimitati da cellule ad intensa attività macrofagica. Ogni lobulo epatico è circondato da una lamina epiteliale presenta in ogni angolo dell’esagono uno spazio portale composto da ramificazioni della vena porta, dell’arteria epatica, dotto biliari e vasi linfatici. Il sangue (venoso e arterioso) percorre i sinusoidi e si riversa nella vena centrolubulare, i capillari linfatici raccolgono la linfa che si forma negli spazi intercellulari (spazi di Disse) ed i dotti biliari raccolgono la bile dai capillari biliari che decorrono fra le cellule epatiche. Nel lobulo epatico arriva sangue dall’arteria epatica e dalla vena porta che si riversa nella vena centrolobulare per poi giungere nella vena cava inferiore attraverso le vene sovraepatiche (2-4). La circolazione linfatica confluisce nelle ghiandole dell’ilo. La circolazione biliare confluisce nei dotti biliari poi nel dotto epatico per raccogliersi poi nella colecisti.
  • 25. Metabolismo biliare Giornalmente nella milza, nel fegato e nel midollo osseo vengono distrutti un certo numero di globuli rossi ad opera delle cellule del sistema reticolo endoteliale; da questa distruzione si libera l’emoglobina che viene demolita in ferro e globina che andranno a formare la biliverdina che si trasforma poi in bilirubina. La bilirubina legata all’albumina (bilirubina indiretta) arriva attraverso i sinusoidi alle cellule epatiche dove si libera dall’albumina, si lega all’acido glicuronico (bilirubina diretta) e viene secreta nei canalicoli biliari. Raggiunge il duodeno con la bile e quando giunge nel grosso intestino viene trasformata dalla flora batterica in urobilinogeno eliminato con le feci (stercobilinogeno). Una piccola parte passa nel circolo sanguigno e viene eliminata dal rene nelle urine, un’altra parte viene riassorbita e torna al fegato tramite la vena porta.
  • 26. Funzione escretoria il fegato e' in grado di eliminare, tramite la bile, alcuni elementi come farmaci e coloranti che prima fissa e poi elimina Funzione metabolica Provvede alla sintesi di proteine al controllo del metabolismo glicidico lipidico e proteico Funzione vascolare Provvede alla depurazione del sangue ed al suo stoccaggio Funzione di degradazione interessano sia sostanze esogene (farmaci) che endogene (insulina estrogeni) Funzioni protettive rimozione per fagocitosi di particelle, batteri virus distruzione emazie vecchie formazione bilirubina dall'eme Funzione di coniugazione per motivi di trasporto e metabolici il fegato coniuga varie sostanze endogene e esogene come glicina ac. glucuronico ac. acetico etc. Funzione secretoria Provvede alla secrezione della bile nelle vie biliari
  • 27. Cistifellea e vie biliari Il dotto epatico uscito dall’ilo del fegato dopo circa 4-5 cm riceve il dotto cistico proveniente dalla cistifellea e prosegue come coledoco (4-5 cm.) che dopo aver attraversato la parete del duodeno sbocca nel suo lume insieme al dotto pancreatico (papilla di Vater). La tunica mucosa è ricoperta da epitelio prismatico semplice con numerose ghiandole mucose. La tunica muscolare discontinua nel dotto epatico nella parte terminale (papilla di Vater) forma insieme a quella del dotto pancreatico lo sfintere di Oddi. Cistifellea o colecisti Vescichetta di 7-12 cm. A forma di pera con fondo rivolto in basso si continua in alto con il dotto cistico che si immette nel coledoco, presenta una Tunica sierosa (di origine peritoneale) Tunica muscolare (ricca di fibre elastiche) Tunica mucosa (sollevata in pieghe ricoperta da epitelio prismatico con ghiandole mucose) Il dotto cistico di struttura simile presenta delle pieghe a spirale che rendono il suo lume tortuoso
  • 28. Pancreas Voluminosa ghiandola lunga circa 15 cm. Posizionata trasversalmente dietro il peritoneo posteriore a livello della I-II vertebra lombare formata da Testa (inserita nella concavità della C duodenale) Corpo (posizionato davanti alla colonna vertebrale) Coda (porzione assottigliata che arriva fino all’ilo della milza) È composto da una porzione esocrina (a secrezione esterna) formato da piccoli acini rotondeggianti che produce circa 1200 ml. di succo pancreatico nelle 24 ore che viene convogliato in due dotti escretori: uno principale (di Wirsung) che attraversa tutta la ghiandola ed uno secondario (di Santorini) che si distacca dal primo in corrispondenza della testa e che sboccano nel duodeno una porzione endocrina (a secrezione interna) formata da piccoli ammassi di cellule (isole di Langerhans) distribuiti in tutto il pancreas che producono insulina e glucagone
  • 29. Peritoneo Lamina sierosa (analoga al pericardio ed alla pleura) che ricopre tutta la cavità addominale con tutti suoi organi (canale digerente, fegato, milza , pancreas). Si distingue in un foglietto: Parietale (riveste tutte le pareti della cavità addominale e pelvica, posteriormente ed in basso si appoggia all’apparato urogenitale che rimane pertanto in una posizione extraperitoneale) Viscerale (in continuità con il primo riveste la superficie esterna dei visceri creando una cavità virtuale; questi due foglietti si fondono in corrispondenza del pancreas, duodeno, colon ascendente e discendente, che divengono retroperitoneali). Due foglietti viscerali accollati danno origine al mesentere, che partendo dalla parete posteriore dell’addome rivestono tutto l’intestino mesenteriale.
  • 30. Gli organi della cavità addominale posti nella porzione al di sopra dell’ombellico sono collegati dagli epiploon (lamine connettivo- vascolari ricoperte dal peritoneo) Epiploon gastro-lienale (stomaco-milza) Epiploon pancreatico-lienale (pancreas-milza) Epiploon gastro-epatico o piccolo omento(stomaco-fegato) Epiploon gastro-colico o grande omento (stomaco-colon trasverso) che scende come un grembiule a ricoprire tutto l’intestino fino alla cavità pelvica.
  • 31. Motilità intestinale Il movimento del tubo digerente (movimento peristaltico), dovuto alle tuniche muscolari consistente in una contrazione circolare della parete con andamento progressivo distale, prodotta dalla presenza di materiale nel canale intestinale è finalizzato al rimescolamento del materiale alimentare con i succhi digestivi, un contatto con la mucosa intestinale e la spinta verso l’estremità distale dell’intestino. Il bolo alimentare deglutito viene spinto dalle onde peristaltiche dell’esofago determinando l’apertura del cardias; penetra quindi nello stomaco dove viene mescolato con il succo gastrico, ed assume l'aspetto di una poltiglia omogenea che prende il nome di chimo, che attraversa successivamente lo sfintere pilorico per entrare nella prima porzione dell’intestino il duodeno. Dopo un pasto normale lo svuotamento dello stomaco si completa in 2-4 ore a seconda essenzialmente della sua composizione in grassi e proteine
  • 32. La progressione del chimo nell’intestino tenue è determinata dai movimenti peristaltici della parete, mentre il rimescolamento è dovuta alla presenza di anelli di contrazione e rilasciamento (movimenti di segmentazione). Le pliche circolari ed i villi intestinali permettono un ampio contatto del chimo con la mucosa. Il transito dal duodeno alla valvola ileocecale (intestino crasso) si completa in circa 6 ore. I movimenti del grosso intestino differiscono nelle diverse sezioni: Colon ascendente prevalgono i movimenti peristaltici con episodici movimenti antiperistaltici; Colon trasverso prevalgono i movimenti di segmentazione e pendolari che fanno progredire il contenuto intestinale molto lentamente; Colon discendente e sigma si verifica una forte contrazione della parete per lunghi tratti (movimento di massa) che spinge grosse quantità di feci verso il retto.
  • 33. La defecazione non è altro che l’espulsione di feci all’esterno dell’organismo. La distensione del retto determina il rilasciamento dello sfintere interno (muscolo liscio) seguita da una contrazione e rilasciamento dello sfintere esterno (muscolo striato). Collaborano alla spinta della massa fecale anche la contrazione del diaframma e dei muscoli addominali Tutto l’intestino è provvisto di innervazione intrinseca (cellule nervose disposte nella tunica muscolare e sottomucosa) come sistema locale di coordinamento dell’attività motoria e secretoria. Innervazione estrinseca parasimpatica (stimola la motilità); ortosimpatica (deprime la motilità)
  • 34. Digestione Consiste in una serie di processi chimico enzimatici (mediante sostanze secrete dalle ghiandole presenti nell’intestino) e meccanici (triturazione e rimescolamento) che si verificano prevalentemente nello stomaco e nell’intestino tenue, atte a trasformare le molecole complesse (proteine, zuccheri e grassi alimentari) in molecole semplici per poter essere assorbite ed utilizzate dall’organismo. Saliva Liquido filante prodotto dalle ghiandole salivari (1200-1500 ml/24 h) ad alto contenuto acquoso a pH neutro contenenti mucina (lubrificante) e ptialina (amilasi che scinde l’amido prevalentemente in maltosio). La secrezione salivare è controllata per via nervosa riflessa (mucosa orale, nasale, vista, evocazione psichica) Succo gastrico Liquido ad alto contenuto acquoso prodotto nello stomaco (circa 3000 ml/24h) fortemente acido (pH 1-2). Contiene: Acido cloridrico prodotto dalle cellule parietali denatura le proteine e trasforma il Pepsinogeno (secreto dalle cellule principali) trasformato dall’acido cloridrico in pepsina enzima necessario per degradare le proteine Lipasi enzima che scinde i grassi Muco presente su tutta la superficie della mucosa dove crea la barriera gastrica di protezione Fattore antipernicioso intrinseco glicoproteina prodotta dalle cellule parietali che si lega alla vitamina B12 (fattore estrinseco) ingerita con gli alimenti permettendone l’assorbimento nell’ileo
  • 35. La secrezione gastrica è regolata da meccanismi nervosi Parasimpatico (nervo vago) ha azione stimolante la secrezione. Ortosimpatico riduce la secrezione di acido cloridrico e pepsina ed aumenta la produzione di muco ed ormonali Gastrina (prodotta dalle cellule dell’antro pilorico) che attraverso il sangue stimola la secrezione delle ghiandole del corpo e del fondo gastrico. La secrezione avviene attraverso tre fasi: -Fase cefalica (riflesso di tipo condizionato a stimoli visivi, olfattivi, gustativi e tattili) -Fase gastrica (inizia al giungere degli alimenti nello stomaco) regolata con meccanismo nervoso ed ormonale - Fase intestinale inizia con il passaggio del chimo nel duodeno e continua per tutta la digestione intestinale
  • 36. Proteine La digestione dei protidi (mediante la pepsina) porta alla formazione di amminoacidi assorbiti riversati nel sangue Zuccheri La digestione dei glucidi inizia nella bocca , continua nello stomaco e termina nell’intestino con la liberazione di monosaccaridi assorbiti e trasferiti nella circolazione ematica Grassi La digestione del lipidi riguarda sostanze non solubili in acqua con formazione di molti prodotti di scissione mediante un processo di emulsione effettuato dalla bile per facilitare l’azione delle lipasi. Le molecole dei grassi vengono poi immesse nel circolo ematico e linfatico.
  • 37. Digestione nell’intestino tenue Nell’intestino si riversano tre succhi digestivi Succo pancreatico Liquido incolore alcalino (pH 8 500-1500 ml/24h) ricco di bicarbonato di sodio e contenenti enzimi atti a scindere proteine, amidi e grassi. Tripsinogeno (inattivo) trasformato in tripsina (enzima attivo) dall’enterochinasi (enzima prodotto dall’intestino), che scinde le proteine in peptoni e polipeptidi scissi in amminoacidi da altri enzimi Amilasi scinde l’amido in maltosio Lipasi scinde i grassi neutri in acidi grassi e glicerolo. La secrezione pancreatica è regolata da meccanismi nervosi Parasimpatico (vago) che stimola la secrezione di succo con molti enzimi e poco bicarbonato Ortosimpatico che agisce sull’irrorazione sanguigna; e da meccanismi ormonali: Secretina (prodotta a livello duodenale) stimola la secrezione del succo pancreatico ricco di acqua e bicarbonati che riduce l’acidità a livello del duodeno Altri ormoni gastrointestinali eccitano o inibiscono la secrezione pancreatica
  • 38. Bile Liquido viscoso di colore verdastro prodotta dal fegato (600 ml/24 h) in modo continuo, costituita da acqua, elettroliti, sali e pigmenti biliari, colesterolo; defluisce in duodeno tramite il coledoco durante la digestione, durante la quale i sali biliari determinano l’emulsione delle sostanze lipidiche rendendo possibile l’azione della lipasi. Nei periodi interdigestivi la bile si riversa nella colecisti la quale dopo circa ½ ora dal pasto si contrae per mandare la bile nel duodeno. La secrezione biliare è controllata da meccanismi nervosi (parasimpatico, ortosimpatico) e ormonali prodotti dalla mucosa gastrodigiunale) che stimolano la secrezione di bile ricca di acqua e bicarbonato (Secretina, Colecistochinina, Gastrina) Succo enterico Liquido incolore a reazione neutra secreto nel duodeno e nell’ileo (3000 ml/24h) contiene acqua, elettroliti, enterochinasi (enzima che trasforma il tripsinogeno in tripsina), peptidasi, amilasi, maltasi, lattasi, saccarasi, lipasi, nucleasi, fosfatasi. La regolazione della secrezione intestinale è legata all’azione meccanica del contenuto sulla parete, ed all’azione ormonale (secretina).
  • 39. Digestione nell’intestino crasso Nel colon si verificano complessi processi che portano all’assorbimento di acqua ed elettroliti, la produzione da parte della mucosa un secreto alcalino ricco di mucina ma privo di enzimi; la demolizione da parte della ricca flora batterica (escherichia coli, aerobattero aerogeno, cocchi, clostridi) delle molecole residue del chimo e di sostanze (esosi/monosaccaridi) con produzione di idrogeno solforato anidride carbonica e metano. La demolizione putrefattiva delle proteine che da come residui terminali ammoniaca, indolo e scatolo (responsabili dell’odore delle feci). Inoltre la flora batterica è indispensabile per la sintesi della vitamina K ed altre vitamine del gruppo B. Il contenuto del colon aumenta di consistenza man mano che si sposta verso il retto assumendo le caratteristiche delle feci composte dal 75% di acqua e per il rimanente da residui alimentari, secreti digestivi, muco, cellule desquamate della parete intestinale, microrganismi. Hanno un pH leggermente alcalino se formate, leggermente acido se pastose; vengono espulse in quantità media di circa 150 gr/die. Il colore è molto variabile, normalmente bruno (stercobilina), nerastro per assunzione di mirtilli, carbone, ferro; nero piceo in presenza di ematina (emorragie digestive), grigiastre per alterata digestione dei grassi.
  • 40. Assorbimento L’assorbimento delle sostanze avviene anche se con intensità diversa in tutto il tubo digerente; minimo nella bocca, modesto nello stomaco (alcol, glucosio) massimo nell’intestino tenue. La superficie assorbente della parete intestinale raggiunge i 43 mq. (pliche, villi intestinali), inoltre la permeabilità dell’epitelio permette il passaggio sia delle sostanze liposolubili che idrosolubili, E la velocità del circolo ematico e linfatico è tale da portar via rapidamente le sostanze assorbite. Le sostanze superano l’epitelio della mucosa intestinale per: Diffusione passiva (regolata dal gradiente di concentrazione) senza dispendi energetico Diffusione facilitata valida solo per alcune sostanze (regolata dal gradiente di concentrazione) senza dispendio energetico Trasporto attivo (contro il gradiente di concentrazione) specifico per alcune sostanze, richiede spesa energetica da parte delle cellule e l’intervento di trasportatori che permette alle sostanze di superare la membrana cellulare. Pinocitosi le particelle vengono inglobate per invaginazione della membrana cellulare con formazione di vescicole e rese diffusibili. Le sostanze assorbite raggiungono il circolo generale tramite i capillari chiliferi che confluiscono nel dotto toracico o i capillari sanguigni che confluiscono nelle vene mesenteriche e poi nella vena porta.
  • 43. Regioni del corpo 9 regione epigastrica 10 mesogastrica 11ipogastrica 12 fianco 13 fossa iliaca 16lombare Epigastrio mesogastrio Ipocondrio fianco dx Ipocondrio fianco sn Fossa iliaca dx Fossa iliaca sn Stomaco Pancreas Cuore Colon traverso Tenue Colecisti Duodeno Pancreas Colon trasverso Rene destro Milza Cuore Pancreas Colon trasverso Rene sinistro Appendice Colon destro Annessi Uretere destro Ernie Colon sinistro Annessi Uretere sinistro Ernie Apparato digerente Sede del dolore
  • 44. Patologie dell’apparato digerente Masticazione e deglutizione possono essere alterate per patologie a carico del sistema nervoso centrale o periferico (trigemino, facciale, glossofaringeo, ipoglosso) secondari ad accicenti vascolari o traumatici o pert ostacolo (stenosi) del lume faringeo od esofageo (neoplasie, fibrosi, cicatrici). La difficoltà alla deglutizione viene definita disfagia. Cavo orale La cavità orale è spesso sede di neoplasie la più frequente delle quali è il cancro della lingua (epitelioma spinocellulare) che si diffonde rapidamente ai linfonodi del collo e a scendere ai polmoni ed altri organi. Nella maggior parte dei casi si presenta come ulcerazione, più raramente in forma vegetativa. Calcolosi salivare Interessa quasi sempre la ghiandola sottomascellare e più raramente la sottolinguale, molto rara nella parotide. Si manifesta con la “colica salivare”, cioè dolore che compare in coincidenza dei pasti; al dolore si può associare tumefazione della ghiandola (retromascellare o sottomascellare) durante la masticazione. Le ghiandole salivari possono andare incontro a processi infiammatori (scialoadeniti) processi tumorali (tumori misti, carcinomi, adenolinfoma, linfocitoma parotideo)
  • 45. Esofago L’esofago può essere sede di patologie Congenite quali l’incompleta canalizzazione dell’esofago (atresia) o la fistola esofago tracheale Queste malformazioni sono di gravissima prognosi e spesso sono associate ad altre malformazioni(labbro leporino, palatoschisi, atresia rettale, imperforazione anale) Acquisite Stenosi dell’esofogo secondarie a diversi processi morbosi Cardiospasmo è il restringimento funzionale più frequente secondario a incoordinamento della peristalsi con mancato rilasciamento del cardias dove si osserva un ispessimento a manicotto della parete da ipertrofia delle tuniche muscolari; ne consegue una dilatazione dell’esofago (megaesofago)si manifesta con una disfagia progressiva e nelle fasi avanzate rigurgito di alimenti fermentati ma non digeriti.
  • 46. Esofagiti acute da ingestione di acidi/alcali. Queste sostanze determinano anche gravi alterazioni a livello della bocca e dello stomaco. Le lesioni ulcerative a carico della mucosa esofagea ( se non determinano perforazione) evolvono in sclerosi cicatriziale stenosante Esofagiti croniche peptiche Interessano in genere il terzo inferiore dell’esofago ed è determinata dall’azione enzimatica e chimica del succo gastrico che viene a contatto con la mucosa esofagea (reflusso gastroesofageo) In genere il reflusso è dovuto ad una incontinenza cardiale secondaria in genere ad una ernia iatale L’esofagite peptica si manifesta con una disfagia dolorosa, l’ingestione di cibo determina sensazione di arresto del bolo con dolore intenso Tumori dell’esofago Benigni (poco frequenti) originano dai tessuti connettivali delle pareti comprese le tuniche muscolari (lipomi, fibromi, fibromixomi) possono sporgere nel lume esofageo (polipi) o rimanere intramurali Maligni Carcinoma dell’esofago si localizza più frequentemente al terzo medio ed al terzo inferiore data la ricca rete linfatica che circonda l’esofago la diffusione avviene facilmente e precocemente I sintomi sono spesso tardivi e si manifestano solo quando inizia il restringimento (disfagia oppressione retrosternale)
  • 47. Varici esofagee Ectasie dei plessi venosi sottomucosi, sono dovute ad un ostacolo del flusso venoso della vena porta (ipertensione portale); queste varici determinano spesso gravi emorragie acute anche mortali I sintomi sono in genere assenti e l’emorragia può essere l’unico ed improvviso sintomo
  • 48. Stomaco Lo stomaco può essere sede di patologie Congenite Stenosi congenita del piloro, caratterizzata da un restringimento del lume pilorico causato da ipertrofia Della muscolatura liscia con accentuato spasmo. I sintomi non si manifestano prima di dieci giorni dalla Nascita e consistono nel vomito, sempre privo di bile, subito dopo il pasto. Ernia iatale : protrusione di una porzione dello stomaco nel torace attraverso lo hiatus esofageo del diaframmala più frequente è l’ernia iatale da scivolamento dovuto ad un indebolimento e slargamento dello hiatus diaframmatico, in genere secondario ad obesità, gravidanza. I disturbi possono essere assenti o possono presentarsi con reflusso gastroesofageo con possibili esofagiti, disfagia dolorosa con bruciori e dolori retrosternali, Acquisite
  • 49. Ulcera gastrica e duodenale Processo distruttivo circoscritto della mucosa dello stomaco o del duodeno con tendenza ad approfondirsi negli strati sottostanti ed a divenire cronico Malattia frequente con localizzazione prevalente a livello duodenale, spesso preceduta da processi Infiammatori (gastrite, duodenite) l’Helicobacter pilori appare strettamente coinvolto nella genesi e nel mantenimento dell’ulcera anche se non sembra esclusa anche una genesi nervosa. L’ulcera è legata ad un processo di autodigestione della mucosa da parte del succo gastrico secondario ad una diminuita produzione di muco protettivo da parte della mucosa gastrica. La sintomatologia è del tutto caratteristica, il dolore è il sintomo più costante: dolore di tipo urente, Crampiforme o trafittivo localizzato all’epigastrio con un caratteristico rapporto con i pasti Nell’ulcera gastrica insorge a breve tempo dopo il pasto e recede dopo ingestione di altro cibo Nelle forma duodenale il dolore compare a digiuno (dolore da fame) che cessa con l’assunzione di cibo Le complicanze sono l’emorragia la perforazione e la stenosi I dolori si presentano in genere a cicli di giorni specie in primavera ed in autunno
  • 50. Tumori dello stomaco Benigni piuttosto rari , in genere si tratta di tumori che originano dalle strutture ghiandolari (adenomi) che prediligono la zona antropilorica Maligni Molto frequenti e di derivazione epiteliale tipico il carcinoma gastrico Importanti nella malattia sono i fattori familiari, alimentari (alcolismo),irritazioni croniche. Il cancro infiltra localmente la parete gastrica diffondendosi nella sottomucosa e sierosa con conseguente infiltrazione di organi vicini (pancreas, fegato, colon, peritoneo) I sintomi inizialmente sono molto vaghi (senso di peso epigastrico, diminuzione dell’appetito digestione lenta) Frequenti le perdite ematiche (ematemesi e melena). L’evoluzione del cancro può essere complicato dalla Perforazione gastrica
  • 51. Intestino Malassorbimento Diverse condizioni patologiche che alterano l’assorbimento di uno o più sostanze alimentari È essenzialmente provocata da disturbi della digestione, da alterazioni del trasporto del materiale Intestinale o da una riduzione della superficie assorbente, interessa a seconda dei tratti intestinali coinvolti l’assorbimento degli zuccheri, dei grassi o degli amminoacidi. Le conseguenze del ristagno Delle sostanze residue sono un richiamo di liquidi nell’intestino con comparsa di diarrea e difetti nutrizionali Morbo celiaco (intolleranza al glutine) Difetto di assorbimento causato dalla formazione di anticorpi contro la gliadina (glicoproteina del glutine) Presente nella farina dei cereali e di alcune leguminose. Gli immunocomplessi che si formano a livello della mucosa intestinale inducono una reazione infiammatoria che danneggia le cellule intestinali Morbo di Crohn (ileite granulomatosa) Grave malattia su base immunologica che provoca una reazione infiammatoria cronica della mucosa intestinale con formazione di granulomi e processi ulcerativi che guariscono con formazione di cicatrici Responsabili della fibrosi che fa perdere elasticità alla parete intestinale, le anse aderiscono una all’altra con possibilità di formazione di fistole (entero-enteriche, entero-vescicali) Colite ulcerosa Comprende un gruppo di alterazioni caratterizzate da una reazione infiammatoria che interessa la mucosa del colon e del retto non riportabile a fenomeni infettivi, con formazione di piccoli ascessi che si estendono su tutti gli strati della parete intestinale fino a determinare la comparsa di ulcere. Il quadro clinico è caratterizzato da dolori addominali, diarrea mucoemorragica.
  • 52. Occlusione intestinale Arresto completo e persistente del passaggio delle feci e dei gas nell’intestino. Può essere Acuta o sub acuta Meccanica da ostruzione, stenosi, compressione, stiramenti da aderenze, strangolamento o strozzamento Funzionale o dinamica (paralisi dei muscoli addominali) Traumatismi addominali, infiammazioni peritoneali, sostanze tossiche (oppio, morfina),lesioni neurologiche Due fenomeni sono tipici delle occlusioni La distensione delle anse intestinali a monte dell’ostacolo con accumulo di liquidi, alimenti e gas nelle anse Edema e congestione delle pareti per difficoltoso ritorno venoso. Sulle pareti intestinali possono comparire stravasi ematici, infarti, perforazioni la morte dell’occluso avviene per peritonite da perforazione intestinale, tossiemia, shock irreversibile da squilibrio elettrolitico Infarto intestinale È la necrosi di una parte più o meno estesa dell’intestino secondaria ad occlusione arteriosa o venosa dei vasi mesenterici Tumori del tenue Mesenchimali (poco frequenti) Benigni (lipomi fibromi, miomi, angiomi) Maligni prendono origie dalle formazioni linforeticolari dell’intestino tenue (linfosarcomi o reticolosarcomi) Epiteliali Benigni adenomi semplici (polipi dell’intestino tenue) Maligni adenocarcinomi molto rari prediligono l’ultima porzione dell’ileo. Possono determinare occlusione intestinale anemia per sanguinamento prolungato e poco appariscente.
  • 53. Appendicite Malattia molto comune legata alla infiammazione in genere acuta dell’appendice ciecale. Tra i fattori predisponenti va considerata l’occlusione del lume appendicolare ad opera di concrezioni fecali (coproliti), corpi estranei, parassiti. L’attacco di appendicite è caratterizzato da : dolore vivo all’epigastrio e fossa iliaca dx, nausea, vomito Modesto movimento febbrile. Diverticolosi e diverticolite Estroflessioni sacciformi multiple della mucosa e sottomucosa attraverso lacune della tunica muscolare comunicanti con il lume intestinale. I diverticoli possono essere sede di infiammazione (diverticolite) con sintomatologia dolorosa La causa è legata all’esistenza di zone di minore resistenza della parete colica, associata a discinesia cronica del colon, stipsi cronica. Le complicanze possono essere emorragie, infiammazioni acute con perforazioni Megacolon Abnorme ed anomala dilatazione del colon presente fin dalla nascita determinata dall’assenza di cellule gangliari parasimpatiche nella parete del segmento terminale del colon
  • 54. Cancro del colon Il carcinoma del colon è molto frequente e la localizzazione è prevalente nei tratti di sinistra (discendente, sigma, retto) la concentrazione delle feci e la loro più lunga permanenza nell’ultimo tratto potrebbe favorire l’insorgenza del tumore a causa di sostanze oncogene contenute nelle feci Molte patologie del colon (coliti croniche, diverticolite, colite ulcerosa, poliposi) predispongono all’insorgenza del carcinoma. Il carcinoma del colon può manifestarsi in forma Vegetante (massa voluminosa a cavolfiore) con zone ulcerate (frequente colon destro) Anulare stenosante (infiltrante in senso circolare nello spessore della parete) pressoche esclusivo del colon sinistro A cratere (ampia ulcerazione a margini sopraelevati ed infiltrati) frequente nel retto. La diffusione avviene per continuità, contiguità, per via peritoneale, ematica e linfatica I portatori di tumore del colon destro lamentano in genere irregolarità dell’alvo; compare spesso la diarrea alternata a periodi di stipsi accompagnata da dolori crampiformi. I portatori di tumore del colon sinistro lamentano stipsi ingravescente a volte alternati a diarrea, dolori senso di distensione addominale (sub occlusione), perdita di sangue con le feci. Le complicanze sono rappresentate da emorragie, occlusione, perforazione
  • 55. Emorroidi Sono dilatazioni varicose del plesso venoso emorroidario sottocutaneo, si distinguono Emorroidi essenziali dovute a fattori anatomici (fenomeni congestizi fisiologici o patologici del fegato) Costituzionali (predisposizione alle varici) Meccanici (stipsi cronica) Emorroidi sintomatiche Legate ad un meccanismo di circolo di compenso (ipertensione portale) Le complicanze vanno dalla semplice irritazione infiammatoria alla tromboflebite emorridaria Fistole anorettali Tragitti tortuosi ed irregolari cronicamente suppurati con uno o più orifizi che si aprono sia sulla mucosa anorettale che sulla cute perineale, consecutivi ad ascessi perianali e perirettali Ragade anale Piccola lesione superficiale lineare o a losanga localizzata nel fondo di una plica raggiata dell’ano (causata da erosioni eczematose perianali, emorroidi, stipsi cronica)
  • 56. Si distinguono: Tumori benigni Connettivali (lipomi,fibromi, miomi, linfangiomi) Epiteliali (polipi) Tumori maligni L’ano ed il retto rappresentano una localizzazione frequente del carcinoma, per la sede si distinguono in: -Carcinomi della giunzione rettosigmoidea -Carcinomi ampollari alti e bassi -Carcinomi dell’ano e del canale anale. La diffusione avviene per via diretta e per contiguità infiltrando i visceri vicini (vagina, utero, vescica, prostata, vescicette seminali). più frequente è la diffusione linfatica. La diffusione ematica avviene attraverso le vene emorroidarie che confluiscono nel tronco portale con metastasi epatiche. La sintomatologia varia a seconda della localizzazione: Rettosigma, ampolla alta con sviluppo anulare (stipsi, fenomeni sub occlusivi, scariche pseudodiarroiche) Ampolla rettale bassa (senso di peso perineale, alvo alternante, tenesmo rettale) Ano e canale anale (tenesmo rettale precoce,dolore gravativo al perineo, modificazione della forma delle feci con aspetto caprino o a fettuccia) Tumori dell’ano retto
  • 57. Patologie epatiche Itteri Per ittero si intende l’aumento della concentrazione di bilirubina nel sangue con conseguente colorazione giallastra delle sole sclere (subittero) o dell’intera superficie corporea (ittero franco). L’ittero compare Quando la concentrazione della bilirubina nel sangue supera il livello di 2-2,5 mg/100 ml. Gli itteri vengono distinti in Pre-epatici dovuti a Aumento della bilirubina libera come conseguenza di aumentata distruzione di globuli rossi (ittero emolitico) Atipia del pigmento biliare pre epatico difficilmente eliminabile dalle cellule epatiche Forme disfunzionali epatiche con ridotta capacità a metabolizzare il pigmento biliare Intraepatici Conseguente ad un danno degli epatociti con alterazione del processo di coniugazione della bilirubina da Processi infiammatori (epatiti), degenerativi (steatosi), tossici (avvelenamenti) Patologie ereditarie (sindrome di Gilbert) Post-epatici Da compressione o da occlusione causati da un ostacolo al transito della bilirubina coniugata nelle vie biliari (calcolosi, cirrosi, tumori)
  • 58. Processi infiammatori Le epatiti sono caratterizzate da fenomeni di necrosi a carico dei lobuli epatici possono essere Epatiti non infettive (alcol, farmaci, sostanze tossiche) Epatiti infettive da Infezioni Virali Infezioni da microrganismi Infezioni parassitarie Epatiti infettive Virali I virus che causano processi infiammatori acuti o cronici del fegato possono replicarsi esclusivamente negli epatociti o si replicano in altre cellule con coinvolgimento secondario del fegato. Le epatiti hanno sintomatologia molto varia e vanno dalle forme asintomatiche alle forme fulminanti rapidamente mortali. Nelle forme croniche il decorso è lungo in quanto, la progressiva distruzione degli epatociti secondaria nella maggior parte dei casi a reazioni autoimmune, viene compensata Dalla capacità rigenerativa degli stessi. Le epatiti B e C sono molto diffuse e il loro esito finale è la cirrosi o il carcinoma epatico. Virus epatite A (trasmissione oro-fecale) B (trasmissione per via ematica) trasfusione, contatto con sangue infetto Forma acuta rapidamente mortale Forma cronica può evolvere in cirrosi o carcinoma epatico C (trasmissione per via ematica) Forma acuta asintomatica D (trasmissione per via ematica)
  • 59. Microbica Le infezioni sono in genere provocate da Mycobacterium tubercolosis ed altri (causano processi infiammatori cronici granulomatosi). Germi piogeni o anaerobi (inducono processi infiammatori acuti con ascesso epatico unico o multiplo). Leptospirosi, borelliosi Parassitaria Molto frequenti nel fegato le localizzazionidi parassiti Funghi (istoplasmosi, coccidiomitosi, blastomicosi) Protozoi (amebiasi, malaria, toxoplasmosi, Elminti (schistosomiasi, ascaridiosi, echinococcosi) Patologia traumatica I traumi possono provocare lesioni vascolari con emorragie interne la cui gravità dipende dall’intensità del danno Patologia neoplastica Il fegato è raramente sede di tumori primitivi mentre sono frequenti le metastasi (tumori di organi addominali il cui sangue confluisce nella vena porta. Tra i tumori benigni il più frequente è l’adenoma mentre fra quelli maligni il carcinoma epatocellulare
  • 60. Alterazioni vascolari I vasi (arterie e vene) del fegato sono raramente colpiti da fenomeni trombotici o embolici con produzione di infarti come avviene nel caso di occlusione di rami dell’arteria epatica. Ipertensione portale Dovuta a Ostruzione del vaso (trombosi) in sede extraepatica Aumento del flusso ematica al fegato Aumento delle resistenze al deflusso del sangue (cirrosi epatica) La conseguenza più grave dell’ipertensione portale è la formazione di cortocircuiti porto-sistemici Artero-venosi (rami dell’arteria epatica-rami della vena porta) Veno-venosi (rami della vena epatica-rami vena porta) Con danno da scarsa irrorazione degli epatociti Nell’ipertensione portale associata a malattie del fegato specialmente nella cirrosi si verifica la formazione Di un trasudato (ascite) che si versa nella cavità peritoneale ed è provocata da Aumento della pressione idrostatica nel distretto della vena porta Riduzione della pressione colloido-osmotica da ipoproteinemia conseguente alla ridotta sintesi di albumina da parte di epatociti sofferenti Aumentata produzione di linfa in sede intraepatica che contribuisce ad otacolare lo scarico venoso del fegato
  • 61. Calcolosi della colecisti Rappresenta la manifestazione patologica più diffusa a carico della colecisti e delle vie biliare E consiste nella formazione di concrezioni nel lume delle vie biliari che tendono ad agglomerarsi formando i calcoli, che possono risultare unici o multipli . Sulla formazione dei calcoli intervengono quattro fattori Alterazioni metaboliche ipercolesterolemia con aumento della colesterina nella bile con una più facile precipitazione Processi flogistici Fibrina, gruppi di cellule epiteliali, batteri possono rappresentare il nucleo per la formazione di calcoli Stasi biliare Interviene sicuramente nella formazione di calcoli nell’epato-coledoco. L’atonia della colecisti favorisce la formazione dei calcoli Alterazioni della secrezione di mucina della colecisti I calcoli biliari possono distinguersi in Calcoli di colesterina pura (colore giallo cereo) Calcoli di pigmenti biliari (moriformi, irregolari, di colorito bruno-nerastro) Calcoli misti (costituiti da colesterina, pigmenti biliari, sali di calcio di forma prismatica di colorito giallo) Le conseguenze della calcolosi possono essere una colecistite cronica o acuta La sintomatologia della calcolosi biliare è dominata da dolore, disturbi dispeptici
  • 62. Insufficienza epatica Incapacità del fegato a compiere le proprie funzioni e compare quando circa l’80% del parenchima epatico è andato distrutto; si manifesta in forma acuta quando la distruzione degli epatociti avviene in maniera rapida (intossicazioni da funghi, da farmaci, epatiti virali fulminanti) più frequentemente si manifesta con andamento cronico (epatopatie culminanti in cirrosi) La conseguenza più importante è la encefalopatia porto-sistemica imputabile all’incapacità del fegato alterato a neutralizzare le sostanze tossiche che si manifesta con varie forme di gravità che vanno da semplici variazioni dell’umore fino ad uno stato confusionale grave associato a tremori che culmina nel coma epatico con completa perdita della coscienza.
  • 63. Pancreas Pancreatite Acuta provocata da malattie delle vie biliari nel corso delle quali si può verificare un reflusso di bile nel dotto pancreatico con auto digestione da parte del tripsinogeno e lipasi attivati dalla bile . Questi enzimi attivati venuti a contatto col parenchima ghiandolare producono gravi reazioni infiammatorie e degenerative necrotiche. Con prognosi grave Il processo flogistico può essere innescato anche dall’etilismo e da alcuni virus (parotite) Cronica Non rara negli alcolisti ha la stessa eziologia della pancreatite acuta ma in questo caso prevalgono i fenomeni di atrofia su quelli di necrosi con depositi di sali di calcio nel contesto della ghiandola. Fibrosi cistica Malattia ereditaria colpisce gravemente l’apparato respiratorio, le ghiandole salivari e sudoripare, ed il Pancreas nel quale si verifica una progressiva distruzione della parte esocrina con riduzione della secrezione di enzimi che comporta disturbi della digestione e dell’assorbimento intestinale.
  • 64. Tumori pancreatici Tumori benigni provenienti dal Tessuto ghiandolare (adenomi) Tessuto isole di Langherans (insulinomi) piccoli tumori situati profondamente nel corpo o nella coda affioranti in superficie possono essere insulino secretivi (adenomi β) oppure non insulino secretivi (adenomi α) Tumori maligni Adenocarcinoma derivante dalle cellule dei dotti pancreatici; quando ha sede nella testa infiltra e comprime il dotto pancreatico ed il coledoco al suo sbocco nel duodeno (ittero ingravescente) La prognosi è sempre grave.