Argomenti trattati:
• La mission della biblioteca pubblica
• Collocazione della biblioteca pubblica nella dinamica pubblico/privato
• La biblioteca pubblica contemporanea e i suoi modelli
• La crisi economica e le sue conseguenze
• Crisi di identità e la storia che ritorna
• L’emergere della «biblioteca sociale»
• Rapporti tra biblioteconomia sociale e biblioteca sociale
• Gestire il «cortocircuito» della biblioteca pubblica
Il ruolo sociale della biblioteca pubblica. Riflessioni e casi di studio
1. Il ruolo sociale della
biblioteca pubblica.
Riflessioni e casi di
studio
Anna Galluzzi
2. Sommario
• La mission della biblioteca pubblica
• La biblioteca pubblica nella dinamica pubblico/privato
• La biblioteca pubblica contemporanea e i suoi modelli
• La crisi economica e le sue conseguenze
• Crisi di identità e la storia che ritorna
• L’emergere della «biblioteca sociale»
• Rapporti tra biblioteconomia sociale e biblioteca sociale
• Il «cortocircuito» della biblioteca pubblica
4. La definizione IFLA/Unesco (2001)
Fenomeno su scala mondiale che si incontra in
società e culture differenti e a diversi livelli di
sviluppo
Organizzazione istituita, sostenuta e finanziata
dalla comunità, tramite l’amministrazione locale,
regionale o nazionale, oppure tramite altre forme di
organizzazione collettiva
5. Le funzioni della public library
(IFLA/Unesco, 2001)
• [Il suo] compito primario [...] è offrire risorse e
servizi […] per soddisfare le esigenze
individuali e collettive di istruzione,
informazione e sviluppo personale,
compreso lo svago e l’impiego del tempo libero.
• Le biblioteche svolgono un ruolo importante
nello sviluppo e nel consolidamento di una
società democratica.
6. Originalità della public library
• Biblioteche per gli studiosi vs. biblioteche per tutti
• Biblioteche dello stato e/o volute da mecenati vs. biblioteche
finanziate dalla comunità
• Biblioteche di conservazione e trasmissione del sapere vs.
biblioteche di formazione e informazione
• Sguardo puntato quasi esclusivamente sugli utenti
contemporanei
8. La classificazione di beni e servizi
Criteri di classificazione:
Rivalità
Escludibilità
Scarsità
Sovranità dell’individuo
Esternalità
Stato o mercato?
9. La classificazione dei beni
Beni pubblici puri
Beni sociali:
beni sociali puri
beni meritori
Beni privati
10. Lo stato sociale: le origini
Sistema politico-economico-sociale con la finalità
di ridurre le diseguaglianze sociali
Seconda metà del XIX secolo con
l'industrializzazione e l'ascesa della classe
proletaria
Strumento di pace sociale e processo di
formazione del ceto medio
11. Lo stato sociale: dopo gli anni ‘70
Crisi economica degli anni ’70
Anni ‘80-’90: caduta del muro di Berlino e del
modello economico-politico del socialismo reale
Messa in discussione ideologica e pratica delle
politiche di welfare
Ampliamento degli spazi di gestione privata
Vittoria del capitalismo finanziario
(“turbocapitalismo”)
12. Lo stato sociale: dopo il 2008
Crisi finanziaria globale a partire dal 2008
Critica del turbocapitalismo
Nuovi spazi di consenso sociale per i beni
pubblici e per il benessere svincolato dalla
crescita economica
Ma il capitalismo e la contrazione del
welfare non vengono messi in discussione
13. E la biblioteca pubblica dove si
colloca?
Nel mondo angloamericano
seconda metà dell’800
un intervento rivolto prevalentemente alla working
class a fini di pacificazione e di garanzia di stabilità
sociale
originale categoria di bene pubblico
sostanzialmente meritorio a livello statale
trattato a livello locale come un bene comune in
quanto sottoposto alla scelta (sebbene non gestito
direttamente) dalla comunità cui era destinato
14. E la biblioteca pubblica dove si
colloca?
In Francia:
nazionalizzazione del patrimonio bibliotecario
dopo la Rivoluzione
idea che il patrimonio culturale appartiene a
tutti i cittadini
la declinazione francese si avvicina di più al
concetto di “bene pubblico puro”
questo tipo di bene entrerà a far parte
dell’offerta dello stato sociale
16. Prima della crisi economica del
2008
• Ci si è interrogati molto sul futuro della
biblioteca pubblica e sulla sua necessità di
rinnovarsi
• In quegli anni sono nate molte nuove
biblioteche pubbliche (in edifici spesso
realizzati ex-novo ovvero ristrutturati) e sono
stati elaborati nuovi modelli
18. La biblioteca di nicchia
“lunga coda”: chi può vantare una sua
funzione e competenza specifica deve
utilizzarla e valorizzarla
Le città sono la “coda lunga dello spazio
urbano”
19. La reference library
Centralità assoluta
dell’apprendimento continuo
Biblioteca d’informazione, di studio, di
formazione e ricerca, di divulgazione o
d’intrattenimento
Forte personalizzazione del servizio
20. La biblioteca-libreria
Organizzazione immediatamente
comprensibile da parte dell’utente
Criteri adoperati nella realizzazione di una
libreria o comunque di un’attività commerciale
Al di là della presenza di spazi di ristorazione e
intrattenimento e dell’allungamento degli orari
di apertura
21. Biblioteca-spazio urbano e sociale
Si interroga, oltre che sulla sua localizzazione,
sul bacino d’utenza al quale si rivolge e per il
quale deve costruire i suoi servizi
Risponde anche a bisogni più strettamente
sociali, rispetto ai quali la biblioteca tradizionale
ha normalmente grosse difficoltà a collocarsi
22. Biblioteca “esperienziale”
Dal “servizio” all’“esperienza”
Rendere la biblioteca un luogo esperienziale
(senza trasformarlo in un parco a tema) :
strumenti che sappiano catturare l’attenzione e la
partecipazione degli utenti
sperimentazione delle nuove forme di socializzazione
della conoscenza
rendere unico ed originale il modo in cui fruire dei
servizi della biblioteca
23. Qualche caratteristica comune
Localizzazione
Valore architettonico
Presenza nell’edificio di spazi per altre funzioni
Funzione urbana
Orari di apertura
Riflessione sulle collezioni e sulla loro organizzazione
Rapporti con altri soggetti urbani, non solo di area culturale
Molteplicità degli usi previsti
Successo di pubblico
Luoghi di svago, non solo di studio e di lavoro
24. La multipurpose library
conciliare piccole e grandi dimensioni
realizzare servizi personalizzati, ma al contempo
standardizzati
potenziare le funzioni di svago e, al contempo, rafforzare
quelle di studio e di ricerca
lavorare sulle componenti funzionali, ma anche su
quelle esperienziali e metaforiche
rilanciare la biblioteca come luogo pubblico della città
26. Chiudiamo questi mausolei ridondanti e obsoleti
e utilizziamo il denaro per migliorare le strutture
educative della nazione oppure ripaghiamo il
nostro enorme debito.
Internet ci ha dato accesso all’informazione a un
livello inimmaginabile anche solo qualche
decennio fa.
È tempo che le biblioteche facciano la fine dei
dinosauri.
(Lettore del Guardian, marzo 2010)
27. Le biblioteche non hanno solo a che fare con
l’accesso ai libri. Esse sono centrali nella
formazione lungo tutto l’arco della vita.
(John, Guardian, gennaio 2011)
Mantenere spazi culturali che ci aiutano a crescere
come individui è l’unica cosa che ci salverà da
questa crisi.
(Isabel, El Paìs, maggio 2012)
28. Crisis (John Palfrey)
• Effetto combinato sulle biblioteche di due fenomeni:
la crisi economica
la rivoluzione tecnologica
• Anche se ci fossero disponibilità economiche crescenti nel
prossimo futuro, i bibliotecari devono comunque accettare
che non è possibile pensare al loro lavoro come nel passato
analogico, perché nel mondo del digitale non c'è modo
di garantire il controllo e il possesso di tutti i
contenuti prodotti
31. “A state of
permanent ideological crisis”
• La biblioteca pubblica per
sua stessa natura
«necessita di ridisegnare
continuamente la
propria organizzazione, le
proprie raccolte, i propri
servizi, seguendo i
cambiamenti della società,
del contesto in cui nasce e
cresce»
(Leslie Burger, ALA)
32. In un periodo di crescita economica lenta e di
contrazione della spesa pubblica, un servizio
pubblico che si basa su un uso volontario, che è
usato da una percentuale relativamente piccola
della popolazione, che ha molti possibili sostituti
[…] e che non è considerato vitale dalla
maggioranza della popolazione è probabile che si
ritrovi schiacciato.
Lawrence J. White, economista, 1983
33. Lawrence J. White, economista, 1983
• Biblioteche: uso volontario
• Utenza: middle and upper class
• Non utilizzatori sono la maggioranza
• Bene meritorio, ma su che basi ha senso che sia finanziato
dall’intera società e che sia gratuito per tutti?
• Introdurre delle fees?
• Biblioteche pubbliche da collegare alla formazione formale e
permanente
• Halo effect di cui gode la biblioteca pubblica derivante da libri e
educazione (ma è ancora così?)
35. Negli ultimi anni...
•spazi non più solo a carattere culturale ed
educativo, bensì anche ludico e sociale
•luoghi di identità e di appropriazione da
parte della cittadinanza e dei suoi gruppi
sociali
•luoghi di creazione e produzione di
conoscenza
36. ...cambiano i pubblici e gli usi
c'è chi entra per scaldarsi d'inverno
chi perché ha bisogno di aiuto per cercare
lavoro
chi per usare attrezzature e software che
alcune biblioteche mettono a disposizione
chi perché c'è un bagno
chi perché c'è Internet e il wifi gratis
chi per utilizzare le prese elettriche
chi per frequentare un corso
chi per leggere i giornali
chi perché non sa come impiegare il proprio
tempo
chi per prendere dei libri o dei dvd in prestito
chi perché vuole socializzare
• chi perché è appena arrivato nel nostro paese
e non sa come districarsi con la burocrazia
• chi per partecipare ad un'iniziativa della
biblioteca
• chi perché ha bisogno di un posto silenzioso
dove studiare
• chi perché necessita di uno spazio per
lavorare in gruppo
• chi perché ha bisogno di un posto sicuro dove
portare i bambini per attività ludico-
formative non scolastiche
• chi perché è uno dei pochi posti in cui non
devi giustificare perché sei lì ed è gratis
• chi perché si sente solo
• chi perché è il posto più vicino e aperto più a
lungo dove fermarsi per fare varie cose
Si amplia la base dell’utenza, oppure si trasforma la sua composizione?
37. Categorizziamo?
Utenti/usi “propri”?
• Utenti “bibliografici” = quelli
interessati alle collezioni
• Utenti “culturali” = quelli
interessati alla fruizione degli spazi
per attività ludico-culturali e
formative
• Utenti “partecipanti” = quelli
desiderosi di diventare parte attiva
nella organizzazione di iniziative e
nella produzione di nuova conoscenza
Utenti/usi “impropri”?
• Utenti “sociali” = singoli e gruppi
con bisogni di natura più
propriamente afferente al welfare
sociale
• Utenti “occupanti” e/o “free
riders” = coloro che non sono alla
ricerca di un servizio, bensì vengono
in biblioteca per utilizzarne le
facilities (bagni, prese, sedie) e/o
perché è un luogo non obbligatorio,
gratuito e dove puoi stare senza un
motivo preciso
38. Fino a che punto una struttura culturale complessa è
chiamata a rispondere a bisogni sociali, anche acuti,
espressi dai suoi abitanti senza condizionare o
compromettere la sua mission?
Come possono convivere nello stesso luogo popolazioni
diverse, con bisogni culturali e sociali diversi e a volte
conflittuali?
Come è possibile coniugare, in uno spazio fortemente
accessibile, bisogni di accoglienza, di sicurezza e di cultura?
I nuovi volti della biblioteca pubblica. Tra cultura e accoglienza,
a cura di Maurizio Bergamaschi.
Milano: Franco Angeli, 2015
Problemi reali... Interrogativi legittimi
40. Biblioteca “sociale”:
qualche esempio e qualche risposta
San Francisco Public Library
Leah Esguerra, un’operatrice sociale a San
Francisco, inizia la sua giornata girando tra
gli scaffali della Biblioteca centrale della
città.
Cerca senzatetto che hanno bisogno della
sua assistenza.
Esguerra è la prima operatrice sociale di
biblioteca. Dal 2009, fornisce servizi sociali
e programmi sociali di azione sul campo a
molti utenti senzatetto della biblioteca.
• Biblioteca Sormani di Milano
• «Abbiamo chiamato i Servizi sociali,
cercato un'associazione di volontariato e
messo in piedi il primo gruppo di "auto
aiuto" formato dagli stessi nostri utenti
borderline, che proveranno a interagire e
ad aiutarsi fra di loro». Non solo.
• Parise, con l'appoggio di Paola Bocci,
consigliera comunale referente per le
biblioteche, ha pensato di mettere a
disposizione dei senzatetto della Sormani
una stanza ad hoc, con computer e un
animatore del Comune che farà la regia
degli incontri finalizzati a inventare
magari un futuro diverso, un curriculum,
un lavoro.
44. Biblioteconomia sociale si occupa di
biblioteche sociali?
• È importante evitare qualunque ambiguità che possa portare a
pensare che la biblioteconomia sociale si occupi della funzione
sociale delle biblioteche.
• La biblioteconomia sociale mette al centro dell'analisi le
persone, partendo dal presupposto che le biblioteche non sono
fatte soltanto di collezioni bibliografiche e di servizi
•
• Tale ampliamento dell'orizzonte della biblioteconomia è stato
qualificato con l'aggettivo "sociale" perché ha individuato nei
metodi delle scienze sociali gli strumenti più adatti a compiere
questo ulteriore salto
46. • Sembrerebbe che il processo di
trasformazione delle biblioteche in
community centres non abbia incrementato
significativamente i numeri, bensì ne abbia
semplicemente modificato l'utilizzo
• L'uso della biblioteca per una «fruizione
specifica» sarebbe diminuito e sarebbe stato
compensato da quelle che Faggiolani e Federici
chiamano «fruizione estesa» e «nuova
fruizione».
47. Alla ricerca di un difficile
equilibrio
• Che fare?
continuare a tenere aperte le porte a frequentatori non
interessati specificamente alle biblioteche
ma anche garantire condizioni adeguate agli utenti
tradizionali
• In caso contrario, si rischia di
cancellare la specificità della biblioteca, che continua a
interessare una parte della comunità
sottrarre alla comunità stessa una possibile risposta a
bisogni emergenti e avvertiti per i quali non esistono valide
risposte alternative
48. Proposte e soluzioni
Uno spazio multifunzionale che non
coincida in toto con la biblioteca (e con
la gestione dei bibliotecari) potrebbe
essere il modo giusto per soddisfare il bisogno
di spazi altri, e al contempo per coltivare
quella minoranza che ha bisogno della
biblioteca e dei suoi servizi
49. Per immaginare intrecci insoliti tra volumi e
suoni, schermi e corpi, sedie e movimento, non ci
vuole soltanto fantasia e creatività ma
conoscenza effettiva di chi sono e che cosa piace
agli abitanti, di diverse generazioni ed età, ceti e
preferenze culturali. Bisogna insomma conoscere
bene il territorio su cui ci si trova e non sperare
che la biblioteca trasformi quest’ultimo, anche se
a lunga scadenza la simbiosi potrebbe finire per
avvenire
Mariangela Roselli
50. Proposte e soluzioni
• Uso molteplice e adattativo delle biblioteche: luogo
di lettura e informazione, di giorno, e centri culturali, di
sera
• Progettazione degli spazi e loro gestione che
continuino a farli percepire come spazi liberi, ma che
contribuiscano a determinare gli usi più appropriati per
ciascuna area in un determinato momento e tipo di
allestimento
• Non esistono ricette, né si può avere la presunzione di
sapere in anticipo cosa accadrà. Si può solo accrescere la
consapevolezza dei fenomeni per non farsi condizionare da
mode, pregiudizi e autoinganni.