I centri diurni per anziani: organizzazione e prospettiveFranco Pesaresi
L'organizzazione dei centri diurni per anziani non autosufficienti e dei centri diurni alzheimer nelle regioni italiane.
Chi non riuscisse a scaricare le slides, in subordine, può provare al seguente link: https://mega.nz/fm/hzA2XICK
PUA Punti unici di accesso. 1° parte: le norme nazionali e regionaliFranco Pesaresi
Le slides illustrano le poche norme nazionali e le diversificate norme regionali sui Puniti unici di accesso. La seconda parte si occupa delle funzioni e dell'organizzazione dei PUA.
L'operatore socio-assistenziale è un operatore che, in possesso di adeguata preparazione culturale e professionale, svolge la sua attività prevalentemente nell'assistenza diretta e di cura dell'ambiente di vita, sia a domicilio dell'utente che nelle strutture di cura residenziali. Opera al fine di favorire l'autonomia personale dell'utente nel rispetto della sua autodeterminazione. Svolge la sua attività in strutture pubbliche e private e/o convenzionate, in maniera organizzata in cooperative sociali o in modo autonomo.
I centri diurni per anziani: organizzazione e prospettiveFranco Pesaresi
L'organizzazione dei centri diurni per anziani non autosufficienti e dei centri diurni alzheimer nelle regioni italiane.
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PUA Punti unici di accesso. 1° parte: le norme nazionali e regionaliFranco Pesaresi
Le slides illustrano le poche norme nazionali e le diversificate norme regionali sui Puniti unici di accesso. La seconda parte si occupa delle funzioni e dell'organizzazione dei PUA.
L'operatore socio-assistenziale è un operatore che, in possesso di adeguata preparazione culturale e professionale, svolge la sua attività prevalentemente nell'assistenza diretta e di cura dell'ambiente di vita, sia a domicilio dell'utente che nelle strutture di cura residenziali. Opera al fine di favorire l'autonomia personale dell'utente nel rispetto della sua autodeterminazione. Svolge la sua attività in strutture pubbliche e private e/o convenzionate, in maniera organizzata in cooperative sociali o in modo autonomo.
La normativa nazionale sulle prestazioni sociosanitarie. La gestione dell'integrazione sociosanitaria . Le regole per farla funzionare. Chi non riuscisse a scaricare il file, in subordine, può scaricarlo quì: https://mega.nz/fm/hzA2XICK
L'unità di valutazione multidimensionale in ItaliaFranco Pesaresi
L'organizzazione, gli strumenti, il PAI e il case manager nelle modalità di lavoro delle unità di valutazione multidimensionali (UVM) nelle regioni italiane.
Le Centrali Operative Territoriali (COT). Come sarannoFranco Pesaresi
l Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) prevede nella “Missione sanità”, all’interno del progetto relativo al potenziamento delle cure domiciliari, l’attivazione di 600 Centrali Operative Territoriali. L'articolo offre una descrizione puntuale del funzionamento di queste strutture, volte a promuovere l’integrazione tra i diversi setting assistenziali e ne delinea le caratteristiche, i requisiti richiesti e le relazioni funzionali con gli altri servizi della rete, alla luce del Decreto Ministero della Salute 23 maggio 2022, n. 77.
Il Ministero del Lavoro propone un istituto nazionale di contrasto alla povertà.
l Sia è un nuovo schema contro la povertà, è allo stesso tempo universale e selettivo in base alle condizioni economiche.
Continua a leggere l'articolo di Massimo Baldini e Michele Pacifico su http://www.lavoce.info/un-sostegno-contro-la-poverta/
Leggi l'intero documento su http://www.lavoro.gov.it/ConsiglieraNazionale/In_Evidenza/Documents/2013-09-20%20Relazione%20povert%C3%A018settembre2013.pdf
Le novità e i problemi da affrontare nell'applicazione della DGR 293/2016 della regione Marche relativa ai tirocini finalizzati all'inclusione sociale.
La normativa nazionale sulle prestazioni sociosanitarie. La gestione dell'integrazione sociosanitaria . Le regole per farla funzionare. Chi non riuscisse a scaricare il file, in subordine, può scaricarlo quì: https://mega.nz/fm/hzA2XICK
L'unità di valutazione multidimensionale in ItaliaFranco Pesaresi
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Le Centrali Operative Territoriali (COT). Come sarannoFranco Pesaresi
l Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) prevede nella “Missione sanità”, all’interno del progetto relativo al potenziamento delle cure domiciliari, l’attivazione di 600 Centrali Operative Territoriali. L'articolo offre una descrizione puntuale del funzionamento di queste strutture, volte a promuovere l’integrazione tra i diversi setting assistenziali e ne delinea le caratteristiche, i requisiti richiesti e le relazioni funzionali con gli altri servizi della rete, alla luce del Decreto Ministero della Salute 23 maggio 2022, n. 77.
Il Ministero del Lavoro propone un istituto nazionale di contrasto alla povertà.
l Sia è un nuovo schema contro la povertà, è allo stesso tempo universale e selettivo in base alle condizioni economiche.
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Le novità e i problemi da affrontare nell'applicazione della DGR 293/2016 della regione Marche relativa ai tirocini finalizzati all'inclusione sociale.
3° episodio della miniserie di presentazioni dedicate al tema dell'integrazione ospedale - territorio.
Continuità della cura e Piano di Assistenza Individuale: i due elementi chiave per innovare la sanità
L'integrazione sociosanitaria nelle Marche: l'U.O. SeSFranco Pesaresi
La presentazione delle caratteristiche della unità operativa sociale e sanitaria (U.O.SeS) nel quadro del modello di integrazione sociosanitaria delle Marche.
1 DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Lo scopo del progetto è quello di incentivare forme sempre maggiori di autonomia anche nella pratica dello sport che porti ad un atteggiamento di apertura di tutta la comunita’ . E’ una progettualita’ innovativa che risponde ai bisogni educativi, con iniziative basate sul “fare”. E anche sui corretti stili di vita da adottare per migliorare la qualità e il benessere anche della persona con disabilità.
Lo scopo dunque è quello di esaminare i bisogni quotidiani della persona con disabilità come individuo, convinti che non è così difficile aiutare a rendere migliore la vita di un disabile mentale,, basta rendergli il quotidiano più comodo e semplice. Più vivibile.
Gli obiettivi che i proponiamo sono dunque:
1. attivare percorsi integrati scuola-famiglia- servizio sanitario-associazioni sportive al fine di mettere in atto corretti stili di comunicazione e di relazione, evitando l’insorgenza di rischi psicopatologici secondari;
2. attivare attività sportive in gruppo per promuovere un maggiore senso di efficacia individuale, una maggiore autonomia operativa, e il potenziamento delle abilità cognitive e/o adattive.
3. definizione di un Protocollo d’Intesa fra Regione Molise, MIUR, ASREM e Associazioni Sportive.
Aspeera ha lo scopo di fornire aiuto e supporto alle persone per stare meglio, tramite la respirazione consapevole e sistemi naturali.
Nasce da una necessità di curare problemi di ansia, stress, attacchi di panico e paura.
Corsi, manuali, video didattici, audio sessioni e tutto quello che potrà servire per imparare a controllare le emozioni, attraverso il respiro.
LA REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI A SCUOLA Un progetto di intervento in una scuol...RobertaMascioni
Questo intervento è una ricerca-azione che si pone come obiettivo fondamentale quello di indagare gli effetti di un programma di regolazione delle emozioni realizzato in una classe di Scuola Secondaria di Primo Grado.
Le emozioni giocano un ruolo importante fin dall’inizio della vita di ogni individuo e rendono possibile il rapporto con gli adulti significativi. La scoperta e l’etichettamento delle emozioni facilitano le interazioni e il deficit di queste abilità contribuisce alla creazione di problemi comportamentali e di comprensione. È fondamentale, quindi, favorire processi di regolazione delle emozioni in giovane età per migliorare il benessere negli adolescenti.
Per favorire una gestione più efficace delle emozioni occorre sostituire strategie disfunzionali quali l’evitamento e la ruminazione con altre più adattive come l’accettazione, l’attivazione comportamentale e la creazione di relazioni più significative e supportive.
L’iniziativa fa riferimento ai protocolli statunitensi (Psicoeducazione, Mindfulness, ACT…) presenti in letteratura e trae spunto da esperienze promosse in alcune scuole italiane.
Pti del piano strategico salute mentale regioneRaffaele Barone
IL PIANO TERAPEUTICO PERSONALIZZATO E' UNO DEGLI ASPETTI IMPORTANTI PREVISTI DAL PIANO STATEGICO SALUTE MENTALE IN SICILIA. L'UTENTE E' CENTRALE NELLA CO-PROGETTAZIONE CON GLI OPERATORI DELLA SALUTE PER IL PROPRIO PIANO DI CURA.
Aprile/Giugno 2019
Attività fisica e ritardo mentale in età evolutiva: evidenze scientifiche e nuove prassi
di Raffaella Frisario
Benefici e rischi del cedimento muscolare nell'allenamento contro resistenze
di Antonello Piracci
I.N.T. : nuova frontiera dell'allenamento giovanile?
di Gianluca De Giorgi
La riserva di frequenza cardiaca per la stima del carico interno e della fitness aerobica
di Aurelio Trofè
Piede piatto e autismo: il ruolo della ginnastica posturale
di Fabio Marino e Laura Mammino
Dal web. L’inganno degli alimenti fitness
di Pierluigi De Pascalis
L'Health 2.0 si riferisce all'uso di strumenti e risorse digitali, come applicazioni mobili, dispositivi indossabili, intelligenza artificiale e piattaforme online, per migliorare la prestazione dei servizi sanitari, la gestione della salute personale e la promozione di comportamenti salutari.
Health 2.0: Servizi Sanitari Online e Educazione alla Salute
Il pai
1. Il P.A.I nelle strutture per
anziani
Il P.A.I è un Piano Assistenziale Individualizzato
Ha come obiettivo primo, quello di non dare un
servizio ad un'utenza in maniera indistinta ma,
estrapolando l'individuo singolo, si pone
nell'ottica di poterne cogliere le specifiche
“fragilità”, i singoli bisogni emergenti e di darne
soddisfazione.
2. Composizione di un P.A.I
Il P.A.I è un progetto indirizzato al
singolo
Essendo un progetto, all'inizio si pone
sul tavolo la problematica e la si
esamina
Quindi si individuano gli obiettivi da
cogliere.
A seguito si predispongono modalità e
3. Il P.A.I e la logica di
gruppo
L'individuo anziano non è un blocco
monolitico.
Esso è caratterizzato da, mente, corpo
ed ambiente.
Le specifiche “fragilità” che lo
connaturano possono essere: fisiche,
cognitive, relazionali, affettive,
economiche, ambientali...
4. Membri convocati nel
P.A.I
Il medico curante (MMG)
L'Infermiere professionale
Un OSS con funzioni di “tutor”
dell'individuo preso in esame
L'Animatore professionale
L'Assistente sociale
Se è contemplato, un responsabile di
5. Specificità dei vari
membri
Il medico evidenzia problematiche di
ordine bio-fisiche
L'infermiere professionale darà conto
delle terapie in atto, delle modalità di
assunzione dei farmaci e di problemi
specifici a rilevanza infermieristica
L'Operatore, tutor, in genere un OSS,
darà rilievo alle principali mansioni
6. Punti nodali di un P.A.I
Essendo il P.A.I un progetto, esso deve
principalmente rispondere a due
domande tipiche di ogni fare
progettuale: per “chi” e per “cosa”
faccio il progetto
Per chi? Per un anziano che chiede o
per il quale viene chiesto un servizio
socio-assistenziale e sanitario, a
domicilio o in strutture (SAD, ADI,
7. Quando si attua il P.A.I
Il Piano assistenziale personalizzato,
dal momento in cui l'individuo anziano
entra in struttura, viene attuato dopo
20gg – un mese circa, dando
l'opportunità a tutti gli attori che
comporranno il gruppo di avere
sull'individuo abbastanza elementi
conoscitivi per poterne promuovere
una seria e cosciente programmazione.
8. La comunicazione degli
obiettivi
Data l'autorevolezza del contesto
collegiale, le azioni da intraprendere su
ogni singolo caso, e gli obiettivi da
cogliere, vanno comunicati in maniera
efficace a tutto il personale di
competenza.
L'infermiere professionale, preso atto
delle azioni e degli obiettivi condivisi
nel P.A.I li riporterà per iscritto nel suo
9. Quanti P.A.I per un
individuo?
Il P.A.I viene predisposto dopo circa un
mese dall'ingresso in struttura
Nel primo P.A.I vengono condivisi i
modi ed i tempi per una verifica, sia
della bontà del nostro agire che della
pertinenza degli obiettivi da cogliere.
Una demenza ovviamente ha tempi di
verifica più lunghi in genere. Un
10. Chi e quando si chiede un
P.A.I?
In seguito, il P.A.I può essere chiesto al
coordinatore da tutte le figure
competenti che evidenziano un
decadimento delle funzioni bio-fisiche,
funzionali o un'alterazione nelle prassi
comportamentali dell'individuo cui si
fa riferimento, quindi, il medico,
l'infermiere, il personale assistente,
l'animatore, l'assistente sociale, il
11. Aspetti positivi dei P.A.I
La multidimensionalità individuale
consente di indirizzare le energie
necessarie verso la risoluzione di
problematiche specifiche, emergenti e
contingenti, senza il rischio di
disperderle in un tutto indistinto. Sia in
termini socio-sanitari, che economici.
Le decisioni prese in un contesto
collegiale gratificano gli operatori in
12. Criticità dei P.A.I
In una società orientata verticalmente,
ogni logica gruppale viene assunta con
diffidenza. In Italia impera “E qui
comando io, e questa è casa mia”
Seppur la L.328/2000 che suggerirebbe
l'integrazione di istanze sociali con
quelle sanitarie, e seppur la L.20
regionale che impone i P.A.I quale
base di accreditamento per le strutture