3. La lotta alla sporcizia è sempre
stata un impegno quotidiano,
per il corpo e per l’ambiente
anche quando questo era una
caverna
3
4. Non sempre, nella storia dell’igiene, acqua, sapone e
disinfettanti furono rimedi riconosciuti.
GRECI e
ROMANI
I greci e i romani non
usavano il sapone, ma uno
strumento in legno per
raschiare la pelle (strigile),
pur ricorrendo a frequenti
bagni e oli profumati 4
5. Dal RINASCIMENTO
all’ILLUMINISMO, in Europa
l’uso dell’acqua per bagnarsi era
scoraggiato o addirittura vietato dai
medici: l’acqua, secondo loro,
apriva i pori della pelle attraverso i
quali potevano entrare gravi
malattie.
5
6. La questione delle DONNE e l’igiene
L’igiene femminile è stata a lungo un parametro per
dare giudizi sulla condotta morale delle donne: se
sporche senza altro oneste, se pulite di sicuro
prostitute. Per le donne oneste infatti non c’è alcun
bisogno di lavarsi, anzi, riservare cura al proprio corpo
è considerato peccaminoso.
6
7. Nascita del bidet, invenzione italiana
In realtà poi alla paura di malattie si
accompagna come visto la paura del
peccato, in quanto l’igiene personale
presuppone la vista ed il contatto con
parti del corpo e quindi espone a
gravissimi rischi morali.
Bisogna aspettare il ‘700 per una folata
d’aria fresca. Il secolo di rivoluzione
vede affacciarsi l’uso del bidet,
invenzione tutta italiana, che però
mantiene quell’aurea di peccato in
quanto oggetto per lo più rivolto alle
amanti.
7
8. Mode dall’Oriente: bagno turco e non solo
I viaggiatori dall’oriente
riportano comunque la moda
del bagno turco. Londra è la
prima città in Europa a coprire i
canali di scolo, a portare l’acqua
ai piani alti e a dotarsi di un
sistema fognario.
In ambito medico ci si interroga
su come si sia potuto credere alla
pericolosità dell’acqua.
Altro fattore determinante
successivo sono le scoperte di
Koch e Pasteur sulla
microbiologia.
8
9. Tempi moderni
Saranno le epidemie di colera che affliggono Londra a metà del
XIX secolo a far ripensare agli amministratori al concetto di
igiene per i quartieri popolari. Motivo non è l’umana
compassione ma il contagio che si propaga fino ai palazzi dei
ricchi. Piano piano il numero di bagni pubblici nelle città inizia
ad aumentare.
E’ con il moltiplicarsi delle case popolari concepite
razionalmente con stanze da bagno all’interno delle abitazioni
che si diffonde in massa la prassi della doccia dopo lavoro tra gli
operai.
9
10. L’evoluzione tecnologica, culturale,
sociale e dei bisogni individuali ha
trasformato il concetto di salute
dandogli una valenza più ampia:
la salute non è solo assenza di
malattia ma benessere psichico,
fisico, relazionale, spirituale.
10
11. -1948-
Fù istituita, con sede a Ginevra, l’
Organizzazione Mondiale della Sanità
L’OMS è l’Agenzia delle Nazioni Unite
specializzata per le questioni sanitarie e vi
aderiscono 194 Stati membri tra cui l’Italia
11
12. OMS - 1948 -
Obietivo dell’OMS è:“il
raggiungimento, da parte di tutte le
popolazioni, del più alto livello
possibile di salute” definita come:
“uno stato di totale benessere
fisico,mentale e sociale” e non
semplicemente: “assenza di
malattia o infermità”.
12
13. L’IGIENE
Branca della medicina che mira alla
tutela dello stato di salute
(collettiva e individuale)
mediante la
prevenzione
13
15. I fattori che tendono a ridurre il livello
di salute e a determinare, in tempi più
o meno lunghi, malattie vengono
genericamente definiti
FATTORI DI RISCHIO O
FATTORI ETIOLOGICI O
CAUSALI
DI MALATTIA.
15
16. FATTORE DI RISCHIO si intende un fattore
al quale è associata una maggiore probabilità di
comparsa della malattia. Esso deve possedere
due caratteristiche fondamentali: Costante
(frequente) associazione; la sequenza temporale
positiva.
FATTORE EZIOLOGICO O CAUSALE si
intende una condizione direttamente implicata
nel determinismo della malattia. Esso deve
avere i seguenti requisiti: plausibilità biologica;
gradiente biologico degli effetti; forza
dell’associazione; specificità dell’associazione
16
19. Modello eziopatogenetico generale
delle malattie
Soggetto
sano
Azione di
fattori e
condizioni
negative
Permanenza
di azione dei
fattori
negativi
Soggetto
sano
Malattia
Eliminazione
di fattori
negativi
Lunga
permanenza
dello stato di
rischio
Soggetto in stato
di rischio
19
20. EPIDEMIOLOGIA
Branca dell'igiene che si occupa
delle modalità d'insorgenza, di
diffusione e di frequenza delle
malattie in rapporto alle condizioni
dell'organismo, dell'ambiente e della
popolazione.
20
22. A QUALI DOMANDE RISPONDE?
• Qual’è la frequenza delle malattie di una
popolazione?
• Qual’è stata la fonte d’infezione di una malattia
in caso di epidemia?
• Qual’è efficacia degli interventi sanitari?
22
23. DEFINIZIONE DI
EPIDEMIA
E’ il verificarsi in una popolazione di un numero di
casi di malattia chiaramente in eccesso rispetto alle
attese.
Epidemia non vuol dire molti casi in poco tempo ma è
in relazione alla abituale frequenza della malattia in
quell’area, in quella popolazione, in quella regione.
23
24. ESEMPIO STORICO
Londra 1854 epidemia di colera
Allora si pensava che le malattie fossero trasmesse
dai “miasmi” ma John Snow osservò che spesso i
conviventi dei colerosi non si ammalavano mentre
individui che non avevano avuto alcun contatto
con i malati prendevano la malattia
24
26. PREVENZIONE
La prevenzione è un insieme di attività, azioni ed
interventi attuati con il fine prioritario di
promuovere e conservare lo stato di salute ed evitare
l’insorgenza di malattie.
In relazione al diverso tipo e alle finalità perseguibili
si distinguono tre livelli di prevenzione.
26
27. Gli interventi di medicina preventiva si
differenziano in
relazione al momento o alla fase di intervento
rispetto
alla storia naturale della malattia in :
• PREVENZIONE PRIMARIA
• PREVENZIONE SECONDARIA
• PREVENZIONE TERZIARIA
27
28. PREVENZIONE PRIMARIA
Prevenzione a livello eziologico
Si pone l’obiettivo di potenziare il
benessere ed
I IMPEDIRE L’INSORGENZA
DELLE MALATTIE.
28
29. Comprende tutti gli interventi rivolti all’ambiente ed
all’individuo sano o comunque non malato di cui si
propone :
di potenziare ed accrescere lo stato di benessere,
di eliminare o ridurre la presenza di fattori nocivi
di riparare eventuali danni da essi instaurati per
evitare
l ’insorgenza della malattia.
29
30. prevenzione secondaria
Prevenzione a livello pato genetico
Consiste nella DIAGNOSI PRECOCE DELLE
MALATTIA nella sua fase pre clinica e/o asintomatica
con il fine non di evitare l’insorgenza bensì di ottenere
la guarigione o comunque migliorarne la prognosi
mediante un appropriato trattamento terapeutico.
30
31. Si basa sulla rilevazione,
selezione e sorveglianza dei
segni precursori e preliminari o
stadi iniziali delle
malattie in popolazioni a rischio
o ad alto rischio.
Si avvale delle tecniche di
screening.
31
33. Mira ad evitare possibili
conseguenze
indesiderabili della malattia
(cronicizzazione - invalidità).
Si basa essenzialmente sulla
riabilitazione fisica e
psichica e sul reinserimento sociale.
33
34. Terziaria
ridurre la gravità di una malattia
inguaribile
Secondaria
ridurre la frequenza di casi
esistenti di una malattia
Primaria
ridurre la comparsa di nuovi casi
di malattia
Prevenzione
34
36. EPIDEMIOLOGIA DELLE
MALATTIE INFETTIVE
Il RISCHIO INFETTIVO per qualunque individuo, dipende
da diversi fattori:
1. Caratteristiche del microrganismo (patogeno o non
patogeno)
2. Carica microbica (quantità)
3. Capacità di sopravvivenza nell’ambiente esterno
4. Capacità di difesa del sistema immunitario
5. Presenza di patologie
6. Concomitanza di procedure più o meno invasive36
38. Per MALATTIA INFETTIVA si
intende la penetrazione di un
microrganismo all’interno di un
individuo che causa malattia. La
guarigione dell’individuo si verificherà
quando le difese immunitarie e/o la
corretta terapia farmacologica
impediranno al microrganismo di
sopravvivere e riprodursi.
38
39. In qualunque comunità (casa, scuola,
ospedale, ecc.)
il pericolo principale è dato dalla
trasmissione da
persona infetta (FONTE DI
INFEZIONE)
a persona sana (OGGETTO DI
INFEZIONE)
39
41. PRINCIPALI
MICRORGANISMI
VIRUS:
sono molto piccoli, visibili solo al
microscopio elettronico. Non
hanno capacità di vita propria
(sono infatti endocellulari
obbligati) e,
pertanto, per la loro
sopravvivenza e riproduzione
devono obbligatoriamente
colonizzare una cellula. Per tale
motivo l’infezione virale avviene
per contatto molto ravvicinato. 41
42. BATTERI:
sono più “grandi” dei
virus e, infatti, possono
essere visti al
microscopio ottico. Sono
organismi capaci di vita
propria e la
sopravvivenza
all’interno
dell’organismo
colonizzato o infettato è
indipendente dalla
“struttura cellula”.
42
44. MICETI (O
FUNGHI):
sono ancora più
grandi e con una
struttura più
articolata dei
batteri, che li
rende di difficile
eradicazione.
44
45. Alcuni microrganismi possono aggredire
diverse specie animali, altri invece sono in
grado di colpire solo certe specie o addirittura
una sola
SALMONELLOSI
45
47. MICRORGANISMI
OPPORTUNISTI
I microrganismi opportunisti rappresentano un
grande problema in quanto colpiscono il paziente
nel momento in cui le sue difese sono
compromesse, come nel caso degli immaturi, degli
ustionati, dei pazienti operati, anziani, affetti da
malattie croniche debilitanti quali tumori, ecc.
47
48. Questo problema è particolarmente grave in
ospedale, in quanto:
Oggi esiste la possibilità di far sopravvivere
soggetti in gravi condizioni (ustionati,
politraumatizzati, immaturi )
Si utilizzano farmaci immunosoppressori
Si eseguono sempre più frequentemente
manovre invasive
Si impiantano protesi (ortopedia,
cardiochirurgia, neurochirurgia)
48
49. PSEUDOMONAS
Gli Pseudomonas sono bacilli aerobi che preferiscono gli
ambienti umidi e sono relativamente non invasivi, eppure
possono causare infezioni serie e spesso fatali quando i
meccanismi di difesa dell'ospite sono danneggiati o deficienti. La
sorgente ambientale è di solito l'acqua, il suolo umido o un
dispositivo medico contaminato, un'infusione o un’iniezione.
Pseudomonas aeruginosa (che causa principalmente
batteriemia, endocardite, polmonite, cheratite e infezioni delle
vie urinarie)
49
51. PATOGENICITA’
INVASIVITA’
TOSSIGENICITA’
Capacità di alcuni
microrganismi di
indurre un processo
morboso.
Capacità di un
microrganismo
patogeno di entrare nel
corpo di un organismo
ospite e di diffondersi
attraverso i suoi tessuti.
Capacità di alcuni
microrganismi di
indurre un processo
morboso. (DANNO)
51
52. VIRULENZA
CARICA
INFETTANTE
capacità, da parte di
particolari microrganismi
patogeni, di provocare
nell'organismo che li ospita
manifestazioni patologiche di
varia entità
rappresenta la quantità
necessaria di proliferazione
in un organismo ospite da
parte di uno parassita, al di
sotto della quale non vi si
potrebbe avere un’infezione
52
53. OSPITE
E’ l’individuo suscettibile di contrarre l’infezione. La
resistenza di ciascun individuo dipende da molteplici
fattori legati al suo stato di salute e all’efficienza del suo
sistema immunitario.
Sono particolarmente suscettibili alle infezioni gli
anziani ed i bambini molto piccoli. Ulteriori fattori
aggravanti sono la malnutrizione, la presenza di stati
patologici, l’assunzione di farmaci che riducono difese
immunitarie, ecc.
53
54. Il corpo umano è normalmente colonizzato da molti
microrganismi che convivono spesso senza arrecare danni
e, talvolta, svolgendo funzioni importanti (es. flora batterica
residente).
I distretti corporei che normalmente li ospitano sono:
Cute
Mucose (orecchio, occhio, vagina)
Alte vie respiratorie (dal naso ai bronchi)
Apparato digerente (dalla bocca al retto)
Basse vie urinarie (dalla vescica all’uretra)
54
55. FATTORI DI DIFESA
DELL’OSPITE
Sono rappresentati da quei fattori di
prevenzione della infezione che
operano contro vari o specifici agenti
55