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BRUNER
(lez. 2)
O. Capirci
Il funzionamento e lo sviluppo
cognitivo secondo Bruner:
• Il comportamento umano è analizzato come
sequenze di atti guidati da scopi e da piani,
come il prodotto di strategie, cioè di
regole che l’individuo usa in modo
flessibile secondo l’obiettivo e la situazione .
Punto di vista funzionalista
(guarda ai processi):
• interesse all’aspetto processuale della
conoscenza;
• ritiene
che
l’organizzazione
del
comportamento possa essere compresa solo
tenendo conto degli scopi e delle intenzioni
da cui è governato e delle funzioni cui
assolve per l’individuo.
quindi l’intelligenza è concepita come:
• insieme di strategie e procedure per
risolvere problemi, per compiere decisioni,
per effettuare analisi delle informazioni;
• gli strumenti cognitivi dell’intelligenza sono
i sistemi di codifica = modi di trattare le
informazioni
(es.
ragionamento
probabilistico, formazione dei concetti,
linguaggio, sistemi formali come la
matematica)
I sistemi di codifica sono frutto
dell’esperienza:
• l’esperienza piuttosto che la ragione, è la
fonte di ogni conoscenza: non nel senso che
l’intelligenza si appiattisca sui dati della
realtà, al contrario, il principio generale al
quale l’intelligenza si attiene è quello di
andare al di là dell’informazione data.
I sistemi di codifica variano e si sviluppano:
• l’evoluzione consiste nel passaggio da
sistemi che trattano poche informazioni per
volta a sistemi che ne trattano molte, da
sistemi legati a contenuti concreti a sistemi
svincolati da essi, da sistemi isolati a
sistemi coordinati gerarchicamente in
sistemi più generali.
Ruolo fattori maturativi e ambientali:
• distanze sia da Piaget che dal
Comportamentismo;
• “ad ogni età c’è una organizzazione del
comportamento adattivo, generale e
intelligente. Essa non scaturisce dallo
svolgersi di strutture interne misteriose, né
da un conformarsi graduale e crescente
dovuto al rinforzo;
Non riduce lo psichico né alle basi biologiche
né a risposte culturalmente determinate:
• da un lato riconosce che il funzionamento del
cervello modella la natura della cognizione (e
che l’evoluzione opera scegliendo tra i
possibili programmi della mente quelli più
adeguati alla struttura del cervello);
• dall’altro, la cultura estende il pensiero oltre i
suoi limiti naturali.
Il concetto di evoluzione:
• passaggio da sistemi poveri a sistemi potenti
nella elaborazione delle informazioni;
• tale evoluzione avviene mediante il
passaggio, dalla nascita all’adolescenza,
attraverso 3 forme di rappresentazione,
diversificate sulla base del mezzo con cui
vengono costruite: azione, immagine e
simbolo.
La rappresentazione:
• insieme di regole in base alle quali
l’individuo conserva i propri incontri con
gli eventi;
• per poter trarre vantaggio dalle regolarità
ricorrenti nell’ambiente occorre infatti
poterle rappresentare, cioè non limitarsi a
conservare una traccia ma trattarle e
sottoporle ad un processo di codifica, in
modo da poterle recuperare dalla memoria.
Lo sviluppo cognitivo nella teoria di Jerome Bruner
L’organizzazione del comportamento viene ben compresa
tenendo conto degli scopi e delle intenzioni che lo governano
e delle funzioni che assolve
Nell’acquisire il pensiero maturo il bambino passa attraverso
tre forme di rappresentazione:
Esecutiva

Iconica

Simbolica

La realtà viene
codificata
attraverso
l’azione

La realtà viene
codificata
attraverso le
immagini

La realtà viene
codificata
attraverso il
linguaggio e altri
sistemi simbolici
Differenze profonde da Piaget:
• Molla dello sviluppo dentro al soggetto e
non dentro le strutture: intenzionalità come
precedente la capacità di compiere l’atto +
idea che il soggetto utilizza l’informazione
attuale e la confronta con il risultato che
vuole raggiungere.
• Sviluppo attraverso esperienza cioè
attraverso il controllo di abilità motorie
dapprima goffe successivamente più abili.
Rappresentazione simbolica
• rappresenta la realtà tra simboli e segni
convenzionali;
• mentre
l’immagine
conserva
una
somiglianza con la realtà che rappresenta, il
linguaggio è arbitrario (le parole non
assomigliano ai loro referenti);
Tra linguaggio e realtà esiste un rapporto di
mediazione costituito dal
significato della parola
• la sequenza dei suoni T.A.V.O.L.O. ha un
significato, ossia esprime un concetto, essa
può essere riferita a quell’insieme di oggetti
che conosciamo come tavoli;
• una volta interiorizzato come strumento
cognitivo, il bambino dispone di un sistema
di codifica della realtà molto potente e
flessibile
rispetto
alle
forme
di
rappresentazione precedenti.
All’uso della rappresentazione simbolica è
collegato lo sviluppo dei modi più evoluti di
trattare l’informazione:
• formazione di categorie concettuali (x è
un…) in cui vengono usate caratteristiche
percepite per inferirne altre;
• formulazione di aspettative: le regolarità
dell’ambiente vengono usate per predire le
probabili caratteristiche concomitanti;
• compiere inferenze attraverso schemi formali
(tipo: se A>B e B>C, allora A>C).
In tutte queste attività vengono introdotte nei dati
attuali delle conoscenze che non emergono dalla
percezione in atto:
• tipico della rappresentazione simbolica è di
codificare la realtà andando al di là
dell’informazione data;
• questa è l’essenza dell’attività cognitiva: superare
sia i programmi motori di adattamento al reale, sia
un
trattamento
dell’informazione
basato
esclusivamente sui dati attuali, per costruire
ipotesi, concetti e conoscenze che organizzano il
dato di realtà.
• Queste tre forme di rappresentazione che si
succedono nel corso dello sviluppo non si
soppiantano, ma conservano la propria
autonomia funzionale e strutturale: anche se
la rappresentazione iconica è più evoluta di
quella esecutiva e la simbolica è più evoluta
delle prime due, ciascuna di esse assolve
anche nell’età adulta le funzioni che le sono
proprie.
uno degli aspetti più importanti della teoria di
Bruner:
• ipotesi che tutti i processi mentali, incluso il
linguaggio, abbiano un fondamento sociale
e che la struttura della cognizione umana sia
influenzata dalla cultura;
• questa influenza si realizza attraverso le
relazioni sociali che il bambino stabilisce
con chi si prende cura di lui;
• strumento principale della trasmissione
sociale è il linguaggio;
• le proprietà della struttura sociale riflettono
le proprietà cognitive degli individui: sono
comuni a tutti e dunque possono essere
facilmente apprese e rappresentate nella
mente di ciascun individuo;
• i prodotti della cultura esistono perché ci
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usarli.
Le basi sociali dello sviluppo mentale secondo
Bruner
Riprendendo Vygotskij, Bruner sostiene che i processi mentali
hanno un fondamento sociale e che la cognizione umana è
influenzata dalla cultura, attraverso i suoi simboli, artefatti e
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  • 2. Il funzionamento e lo sviluppo cognitivo secondo Bruner: • Il comportamento umano è analizzato come sequenze di atti guidati da scopi e da piani, come il prodotto di strategie, cioè di regole che l’individuo usa in modo flessibile secondo l’obiettivo e la situazione .
  • 3. Punto di vista funzionalista (guarda ai processi): • interesse all’aspetto processuale della conoscenza; • ritiene che l’organizzazione del comportamento possa essere compresa solo tenendo conto degli scopi e delle intenzioni da cui è governato e delle funzioni cui assolve per l’individuo.
  • 4. quindi l’intelligenza è concepita come: • insieme di strategie e procedure per risolvere problemi, per compiere decisioni, per effettuare analisi delle informazioni; • gli strumenti cognitivi dell’intelligenza sono i sistemi di codifica = modi di trattare le informazioni (es. ragionamento probabilistico, formazione dei concetti, linguaggio, sistemi formali come la matematica)
  • 5. I sistemi di codifica sono frutto dell’esperienza: • l’esperienza piuttosto che la ragione, è la fonte di ogni conoscenza: non nel senso che l’intelligenza si appiattisca sui dati della realtà, al contrario, il principio generale al quale l’intelligenza si attiene è quello di andare al di là dell’informazione data.
  • 6. I sistemi di codifica variano e si sviluppano: • l’evoluzione consiste nel passaggio da sistemi che trattano poche informazioni per volta a sistemi che ne trattano molte, da sistemi legati a contenuti concreti a sistemi svincolati da essi, da sistemi isolati a sistemi coordinati gerarchicamente in sistemi più generali.
  • 7. Ruolo fattori maturativi e ambientali: • distanze sia da Piaget che dal Comportamentismo; • “ad ogni età c’è una organizzazione del comportamento adattivo, generale e intelligente. Essa non scaturisce dallo svolgersi di strutture interne misteriose, né da un conformarsi graduale e crescente dovuto al rinforzo;
  • 8. Non riduce lo psichico né alle basi biologiche né a risposte culturalmente determinate: • da un lato riconosce che il funzionamento del cervello modella la natura della cognizione (e che l’evoluzione opera scegliendo tra i possibili programmi della mente quelli più adeguati alla struttura del cervello); • dall’altro, la cultura estende il pensiero oltre i suoi limiti naturali.
  • 9. Il concetto di evoluzione: • passaggio da sistemi poveri a sistemi potenti nella elaborazione delle informazioni; • tale evoluzione avviene mediante il passaggio, dalla nascita all’adolescenza, attraverso 3 forme di rappresentazione, diversificate sulla base del mezzo con cui vengono costruite: azione, immagine e simbolo.
  • 10. La rappresentazione: • insieme di regole in base alle quali l’individuo conserva i propri incontri con gli eventi; • per poter trarre vantaggio dalle regolarità ricorrenti nell’ambiente occorre infatti poterle rappresentare, cioè non limitarsi a conservare una traccia ma trattarle e sottoporle ad un processo di codifica, in modo da poterle recuperare dalla memoria.
  • 11. Lo sviluppo cognitivo nella teoria di Jerome Bruner L’organizzazione del comportamento viene ben compresa tenendo conto degli scopi e delle intenzioni che lo governano e delle funzioni che assolve Nell’acquisire il pensiero maturo il bambino passa attraverso tre forme di rappresentazione: Esecutiva Iconica Simbolica La realtà viene codificata attraverso l’azione La realtà viene codificata attraverso le immagini La realtà viene codificata attraverso il linguaggio e altri sistemi simbolici
  • 12. Differenze profonde da Piaget: • Molla dello sviluppo dentro al soggetto e non dentro le strutture: intenzionalità come precedente la capacità di compiere l’atto + idea che il soggetto utilizza l’informazione attuale e la confronta con il risultato che vuole raggiungere. • Sviluppo attraverso esperienza cioè attraverso il controllo di abilità motorie dapprima goffe successivamente più abili.
  • 13. Rappresentazione simbolica • rappresenta la realtà tra simboli e segni convenzionali; • mentre l’immagine conserva una somiglianza con la realtà che rappresenta, il linguaggio è arbitrario (le parole non assomigliano ai loro referenti);
  • 14. Tra linguaggio e realtà esiste un rapporto di mediazione costituito dal significato della parola • la sequenza dei suoni T.A.V.O.L.O. ha un significato, ossia esprime un concetto, essa può essere riferita a quell’insieme di oggetti che conosciamo come tavoli; • una volta interiorizzato come strumento cognitivo, il bambino dispone di un sistema di codifica della realtà molto potente e flessibile rispetto alle forme di rappresentazione precedenti.
  • 15. All’uso della rappresentazione simbolica è collegato lo sviluppo dei modi più evoluti di trattare l’informazione: • formazione di categorie concettuali (x è un…) in cui vengono usate caratteristiche percepite per inferirne altre; • formulazione di aspettative: le regolarità dell’ambiente vengono usate per predire le probabili caratteristiche concomitanti; • compiere inferenze attraverso schemi formali (tipo: se A>B e B>C, allora A>C).
  • 16. In tutte queste attività vengono introdotte nei dati attuali delle conoscenze che non emergono dalla percezione in atto: • tipico della rappresentazione simbolica è di codificare la realtà andando al di là dell’informazione data; • questa è l’essenza dell’attività cognitiva: superare sia i programmi motori di adattamento al reale, sia un trattamento dell’informazione basato esclusivamente sui dati attuali, per costruire ipotesi, concetti e conoscenze che organizzano il dato di realtà.
  • 17. • Queste tre forme di rappresentazione che si succedono nel corso dello sviluppo non si soppiantano, ma conservano la propria autonomia funzionale e strutturale: anche se la rappresentazione iconica è più evoluta di quella esecutiva e la simbolica è più evoluta delle prime due, ciascuna di esse assolve anche nell’età adulta le funzioni che le sono proprie.
  • 18. uno degli aspetti più importanti della teoria di Bruner: • ipotesi che tutti i processi mentali, incluso il linguaggio, abbiano un fondamento sociale e che la struttura della cognizione umana sia influenzata dalla cultura; • questa influenza si realizza attraverso le relazioni sociali che il bambino stabilisce con chi si prende cura di lui;
  • 19. • strumento principale della trasmissione sociale è il linguaggio; • le proprietà della struttura sociale riflettono le proprietà cognitive degli individui: sono comuni a tutti e dunque possono essere facilmente apprese e rappresentate nella mente di ciascun individuo; • i prodotti della cultura esistono perché ci sono almeno due persone che possono usarli.
  • 20. Le basi sociali dello sviluppo mentale secondo Bruner Riprendendo Vygotskij, Bruner sostiene che i processi mentali hanno un fondamento sociale e che la cognizione umana è influenzata dalla cultura, attraverso i suoi simboli, artefatti e convenzioni Bruner analizza le relazioni sociali che il bambino stabilisce precocemente con chi si prende cura di lui Scaffolding Ruolo dell’adulto