Health 2.0: Servizi Sanitari Online e Educazione alla Salute
II INCONTRO a cura del dott. Ciro Esposito
1. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
2. A.I.S.E.R.V.
Associazione Italiana per lo Studio E la Ricerca Virologica
Organismo Regionale O.N.L.U.S
(Registro Regionale del Volontariato n. 241 Decreto n. 14053 del 25/09/1996)
L’AISERV è un’associazione di volontariato la cui mission è di promuovere,
incentivare e diffondere la conoscenza nel campo della Virologia.
Essa si occupa di sviluppare i rapporti tra ricerca scientifica e prevenzione ,
attraverso la promozione di iniziative rivolte alla diffusione della conoscenza
delle problematiche legate alle infezioni virali, e di realizzare interventi di
prevenzione del consumo di sostanze stupefacenti, data l’alta correlazione tra
l’assunzione di sostanze psicotrope e l’assunzione di comportamenti a rischio
di infezione da HIV ed altre MST.
L’attività culturale dell’associazione si esplica attraverso promozione di
attività sociali , relazioni a manifestazioni ed incontri-dibattiti, al fine non solo
di diffondere le conoscenze ed i progressi in maniera divulgativa, ma anche di
rispondere ai numerosi quesiti e dettare delle linee guida comportamentali per
la prevenzione delle infezioni virali.
3. A. I. S. E. R. V.
Associazione Italiana per lo Studio E la RicercaVirologica
O. N. L. U. S.
Registro Regionale del Volontariato n. 241 – Decreto n. 14053 del 25/09/1996
PROGETTO “SCUOLE APERTE”
ITC Siani, Ludovico da Casoria e G. A. Rocco
Anno 2009
4. Ippocrate (460-377 a.C.)
…Se fossimo in grado di fornire a
ciascuno la giusta dose di nutrimento
ed esercizio fisico, né in difetto né in
eccesso, avremmo trovato la strada
per la salute…
5. SOUL
“ Perequazione per la Progettazione Sociale Regione Campania”
UNA RETE CONTRO LE DROGHE
“PROGETTO REALIZZATO CON I FONDI PROTOCOLLO D’INTESA
FONDAZIONI BANCARIE E VOLONTARIATO”
Scuola Media Statale D’Ovidio Nicolardi
Dirigente scolastico: Dott.ssa Valeria Tripepi
16 Maggio 2012 ore 16,30
6. “Il Volontariato per la Comunità”
Bando di Idee 2009
E.C.H.I.A. Experientia Cultura Homines In Actione
Seminari Prevenzione
Mercoledì 21 marzo 2012 ore 10.00
Via Principe di Piemonte, 131 - Casoria (NA)
7. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
8. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Obiettivi
Colmare qquuaallcchhee ccaarreennzzaa iinnffoorrmmaattiivvaa
FFoorrnniirree eelleemmeennttii ddii rriifflleessssiioonnee ee ddii vvaalluuttaazziioonnee ddeeii rriisscchhii
ccuuii ssii èè eessppoossttii
IInnddiiccaarree ii ccoommppoorrttaammeennttii nneecceessssaarrii aa ssvvoollggeerree aall mmeegglliioo ee
ccoonn mmaaggggiioorree ssiiccuurreezzzzaa llaa pprroopprriiaa ooppeerraa
9. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Finalità
Il corso sarà incentrato sulla:
promozione della salute e dei corretti stili di vita e sulla
diagnosi precoce.
prevenzione dei rischi infettivi e degli eventi avversi associati
all’Assistenza residenziale, domiciliare e ambulatoriale.
La questione della prevenzione alimentare sarà anche uno degli
obiettivi che avremo per l'Italia durante il semestre europeo e
che ci porteranno fino all'Expo 2015.
10. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
MODULI
Il concetto di Prevenzione in generale
Elementi essenziali per il controllo del rischio infettivo
Raccomandazioni per l’applicazione delle precauzioni standard
Igiene alimentare
Primo soccorso negli eventi avversi
Dott. Giuseppe Cerrota
Dott. Luigi De Vito
Dott. Ciro Esposito
Dott. Domenico Guarnaccia
11. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
AGENDA
Definizione di infezione correlata all’assistenza
Catena delle infezioni
Precauzioni standard
Igiene delle mani e DPI
Precauzioni aggiuntive
Alcuni esempi di buone pratiche per la
delle infezioni
12. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Infezione correlata all’assistenza sanitaria
Definizione
“L’infezione che si verifica in un paziente durante il
processo assistenziale in un ospedale o in un’altra
struttura sanitaria e che non era manifesta né in
incubazione al momento del ricovero.
Ciò vale anche per le infezioni contratte in ospedale,
ma che si manifestano dopo la dimissione e per le
infezioni occupazionali tra il personale della
struttura”
Ducel G et al. Prevention of hospital-acquired infections.
A practical guide. WHO 2002
13. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Catena delle infezioni
Agenti : batteri funghi
virus parassiti
Serbatoi :
persone: malati (noti o meno), portatori
ambiente: attrezzature, strumentario,
dispositivi medici, soluzioni, acqua, aria,
superfici
Ospiti
Suscettibili
Porte d’ingresso:
mucose (congiuntive)
cute lesa
tratto gastrointestinale
tratto respiratorio
Vie di trasmissione:
per contatto
(diretto, indiretto)
per via aerea
per droplets
tramite veicoli
tramite vettori
14. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Modalità di trasmissione degli agenti biologici
15. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Trasmissione
Un microrganismo può avere un’unica via di
trasmissione mentre un altro può essere
trasmissibile per più vie
es. varicella
Trasmissibile sia per via aerea che contatto
La conoscenza della via di trasmissione
di una malattia è fondamentale per consentire
l’applicazione delle misure di controllo
16. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Strategie per il controllo della trasmissione
Individuare e rendere inattive la/le sorgenti dei
microrganismi
Interrompere la catena modificando i fattori
ambientali e i comportamenti che favoriscono la
persistenza e la diffusione dei microrganismi
17. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Precauzioni STANDARD
1. Igiene delle mani
2. Utilizzo corretto dei Dispositivi di Protezione Individuale
(D.P.I.) compreso la rimozione
3. Pulizia-disinfezione dello strumentario e attrezzature di
assistenza al paziente (decontaminazione,
pulizia,disinfezione/sterilizzazione)
4. Precauzioni nell'utilizzo di aghi e taglienti
5. Smaltimento dei rifiuti sanitari
6. Trasporto dei campioni biologici
7. Igiene ambientale (sanificazione/sanitizzazione)
8. Collocazione del paziente
9. Precauzioni aggiuntive: misure di isolamento a seconda
della via di trasmissione del germe.
18. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Evidenza molto semplice…
L’igiene delle mani è la misura più
efficace per ridurre le infezioni
associate all’assistenza sanitaria
19. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Lavaggio con acqua e
sapone solo se mani
visibilmente sporche o
dopo esposizione a fluidi
biologici
L’utilizzo di prodotti idro-alcolici
è il gold standard
in tutte le altre situazioni
cliniche
20. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Adesione all’igiene delle mani :
risultati delle osservazioni 2009-2012
UU.OO. ACUTI
2009-2010
(44% dei
posti letto)
ACUTI
2011
(20% dei
posti letto)
Riabilitazione
2011 (T0)
(100% dei posti
letto)
Riabilitazione
2012 (T1)
(100% dei posti
letto)
Riabilitazione
2012 (T2)
(100% dei posti
letto)
Compliance 53%
Range:
27-80
73%
Range:
59-88
32%
Range:
29-36
61%
Range:
58-63
62%
Range:
59-65
21. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Misure di profilassi per esigenze di sanità pubblica
BOTULISMO ALIMENTARE
Periodo di
incubazione
Periodo di
contagiosità
Provvedimenti nei
confronti del malato
Altre misure
preventive
Da 12 a 48 ore; in
casi eccezionali
può arrivare a 8 giorni
E’ esclusa la
trasmissione interumana
di questa,
come di altre forme di
botulismo
Non previsti Ricerca attiva della fonte
di intossicazione, con
prelievo di appropriati
campioni degli alimenti
consumati dal paziente
nelle 48-12 ore
precedenti
l’insorgenza della
sintomatologia.
Indagine epidemiologica
sui commensali.
22. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Misure di profilassi per esigenze di sanità pubblica
COLERA
Periodo di
incubazione
Periodo di
contagiosità
Provvedimenti nei
confronti del malato
Altre misure preventive
Da poche ore a 5
giorni, abitualmente
2-3 giorni.
Per tutto il periodo di
incubazione e
fintanto che V.
cholerae è presente
nelle feci,
abitualmente per
alcuni giorni dopo la
guarigione clinica;
occasionalmente può
instaurarsi lo stato di
portatore cronico, con
escrezione del patogeno
per alcuni mesi.
Ospedalizzazione con
precauzioni
enteriche fino alla
negatività di 3
coprocolture eseguite a
giorni alterni
dopo la guarigione clinica,
di cui la
prima eseguita almeno 3
giorni dopo
la sospensione della
terapia
antimicrobica.
Allontanamento delle
persone sottoposte a
sorveglianza sanitaria
dalle attività che
comportino
direttamente o
indirettamente la
manipolazione di alimenti
per almeno 5 giorni
dall’ultimo contatto con il
caso.
In caso di elevata
probabilità di
trasmissione secondaria
in ambito domestico,
chemioprofilassi dei
conviventi con
tetraciclina o doxiciclina
23. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
24. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
25. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Prevenzione
La prevenzione consiste in un insieme di
interventi volti a favorire e mantenere lo stato di
benessere ed evitare l'insorgere di malattie, a
livello di singolo individuo, di collettività e di
ambiente.
Gli obiettivi sono dunque:
proteggere il singolo;
controllare le malattie nelle popolazioni;
circoscrivere le malattie;
eradicarle.
26. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
La prevenzione ha lo scopo di evitare l'insorgenza delle
malattie o di altri danni alla salute e, quando questo non
sia possibile, di interrompere e di limitare la progressione
delle stesse, migliorandone l'esito ed evitando la
comparsa di complicazioni.
In base alla finalità si distinguono tre livelli di prevenzione:
prevenzione primaria
prevenzione secondaria
prevenzione terziaria
27. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
La prevenzione primaria è rivolta al potenziamento
dei fattori utili alla salute e all'eliminazione dei fattori
causali delle malattie e degli infortuni.
Interventi di prevenzione primaria sono rappresentati
ad esempio, dalle vaccinazioni, dalle disinfezioni,
dalle disinfestazioni, dall'educazione sanitaria.
28. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
La prevenzione secondaria è rivolta alla diagnosi
precoce delle malattie, possibilmente ancora in uno
stadio preclinico in modo da interromperne il decorso
sul nascere (ad esempio la diagnosi precoce delle
neoplasie maligne).
La sorveglianza sanitaria si colloca in tale livello e
consiste nella valutazione dell'idoneità specifica del
lavoratore alla mansione lavorativa attraverso
l'accertamento delle condizioni di salute del lavoratore
in funzione del rischio che il lavoro comporta.
29. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
La prevenzione terziaria consiste nell'impedire
eventuali complicanze o sequele permanenti di uno
stato patologico in atto.
In Medicina del lavoro prevenzione significa tutela della
salute del lavoratore attraverso l'abbattimento dei
rischi professionali allo scopo di ridurre o annullare gli
infortuni sul lavoro o la comparsa di malattie
professionali.
30. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Elementi essenziali per il controllo del
rischio infettivo
Adozione routinaria delle precauzioni standard
per il controllo delle infezioni;
Sorveglianza delle infezioni e individuazione
precoce di quelle ad elevata diffusibilità e
pericolosità, per le quali è necessario adottare
procedure aggiuntive specifiche;
Sorveglianza sanitaria e profilassi del personale;
Formazione del personale.
31. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Per il controllo del rischio di infezione nelle attività
socio-assistenziali
Strategia a due livelli:
1) Precauzioni standard
Misure che l’operatore sanitario deve applicare per
l’assistenza a tutti i pazienti, assumendo che essi
possano essere infetti o colonizzati con un
microrganismo che può essere trasmesso nella
struttura
1) Precauzioni per tipo di trasmissione
Misure da applicare ad integrazione di quelle standard
nel caso di pazienti noti o sospetti come infetti da
patogeni trasmissibili per contatto, droplet o via aerea
32. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Raccomandazioni per l’applicazione delle precauzioni standard
nell’assistenza di tutti i pazienti
Igiene delle mani
Dispositivi di protezione individuali (DPI)
Attrezzature assistenziali contaminate
Sanificazione ambientale
Biancheria e teleria
Aghi e taglienti
Sistemazione del paziente
Igiene respiratoria
34. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Principi fondamentali e le norme di igiene
Dott. CIRO ESPOSITO
Centro Sociale “Il cielo in una stanza”
Vico Equense (NA)
24 Gennaio 2014
35. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Infezione “ Correlata all’Assistenza sanitaria
L’infezione che si verifica in un paziente
durante il processo assistenziale in un
ospedale o in un’altra struttura sanitaria e
che non era manifesta né in incubazione al
momento del ricovero. Ciò vale anche per
le infezioni che si manifestano dopo la
dimissione e per le infezioni occupazionali
tra il personale della struttura”
36. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Stime dei tassi di infezioni correlate
all’assistenza (ICA) nel mondo
Paesi Industrializzati 5-10% dei pazienti acquisisce una
o più infezioni ICA
Paesi in via di sviluppo la proporzione di pazienti affetti da
ICA può superare il 25%
Italia
(dati solo su infezioni
nosocomiali)
5-8% dei pazienti acquisisce una o
più infezioni ICA (ISS 2009)
37. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Episodi / anno
450.000 – 700.000
Episodi prevenibili / anno
135.000 – 210.000
Decessi prevenibili / anno
1350 - 2100
Stime
Spesa € 900 milioni / anno
38. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Infezione Correlata all’Assistenza sanitaria
Il 30% delle infezioni
ospedaliere è potenzialmente
evitabile con l’adozione di
misure preventive efficaci
(Ministero della salute, 2008; Sax et al., 2007a)
39. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Considerazioni sulle infezioni
nell’assistenza ambulatoriale
Molte malattie infettive trasmesse in
contesto ambulatoriale spesso non
vengono individuate, a meno che
non interessino un gran numero di
pazienti o siano causa di una
morbosità significativa.
40. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Considerazioni sulle infezioni
nell’assistenza ambulatoriale
Il rischio di trasmissione delle
infezioni varia in rapporto ai servizi
forniti e alla popolazione servita. Per
esempio il rischio di trasmissione di
agenti infettivi in una medicina interna
che non effettua procedure invasive è
più basso del rischio di infezioni in un
centro di emodialisi.
41. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Considerazioni sulle infezioni
nell’assistenza ambulatoriale
Molte procedure chirurgiche,
diagnostiche, terapeutiche attualmente
vengono erogate in regime
ambulatoriale.
Lo spostamento dei pazienti tra diverse
strutture aumenta il rischio di infezioni
nosocomiali e altri eventi avversi anche
in ambito ambulatoriale.
42. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Le infezioni possono trasmettersi
da persona a persona, secondo le comuni
modalità di trasmissione delle infezioni:
per via aerea, attraverso droplet,
per contatto diretto da paziente a paziente
o da operatore a paziente,
per contatto indiretto attraverso le mani del
personale o mediante fonti contaminate;
43. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Le infezioni possono trasmettersi
La più frequente fonte di germi
responsabili delle infezioni
correlate all’assistenza sanitaria è
rappresentata dai germi già
presenti esternamente o
internamente al paziente
44. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Le infezioni possono trasmettersi
45. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
Principali malattie trasmissibili per contatto
Malattie dell’ospite Rischio per l’operatore
Influenza
Varicella –zoster
si
Si (suscettibili)
Infezioni da Herpes simplex si
Enterite o GE daClostridiumdifficile,
enterococco, Norwalk, altri ag.
no/norm. trascurabile
salvo persone a rischio/si
Scabbia -Pediculosi si
Infezioni faringe e vie aeree superiori si
Congiuntiviti virali si
46. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
47. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
48. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
49. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
50. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
51. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
52. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
53. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
ICA e igiene delle mani
Alla metà del 1800 gli studi di Ignaz Semmelweis, a
Vienna, e di Oliver Wendell Holmes, a Boston,
stabilirono che le infezioni contratte in ospedale,
che ora sappiamo essere causate da agenti infettivi,
venivano trasmesse attraverso le mani del personale
sanitario.
Negli ultimi 40 anni è stato confermato l’importante
ruolo delle mani contaminate del personale sanitario
nella trasmissione dei patogeni associati
all'assistenza sanitaria.
54. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
ICA e igiene delle mani
Attualmente, l'igiene delle mani è considerata la
principale misura preventiva contro la diffusione dei
patogeni nelle strutture sanitarie e la diffusione della
resistenza agli antibiotici
L’adesione all’igiene delle mani è ad oggi
universalmente effettuata da una bassa
percentuale di operatori, con tassi di errore
nell’esecuzione della stessa che superano il 50%.
55. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
La Campagna dell’OMS
Maggio 2004, in occasione della 57esima Assemblea mondiale
della sanità viene costituita la World Alliance for Patient Safety ,
con l’obiettivo di promuovere la sicurezza del paziente.
Tra il 2005 e il2006 parte la Prima Sfida Globale per la Sicurezza del
Paziente sul tema delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria
(ICA) con la campagna “Clean Care is Safer Care”, con i seguenti
punti cardine:
L’igiene delle mani
La sicurezza delle trasfusioni
La sicurezza delle iniezioni & vaccinazioni
La sicurezza nelle pratiche chirurgiche
La sicurezza della rete idrica, la bonifica e lo smaltimento dei rifiuti
56. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
La Campagna dell’OMS
L’OMS ha messo a punto le Linee guida
sull’igiene delle mani in Assistenza
Sanitaria che incoraggiano la
partecipazione degli operatori sanitari, dei
pazienti e dei loro familiari al fine di
promuovere l’igiene delle mani
nell’assistenza sanitaria.
57. Strategie di Prevenzione:
controllo del rischio infettivo, igiene, primo soccorso
CORSO FORMATIVO A CURA DELL’ A.I.S.E.R.V.
La Campagna dell’OMS
Le linee guida dell’OMS
sull’igiene delle mani devono
diventare parte integrante della
prassi di assistenza sanitaria
58. BBiiootteeccnnoollooggiiee
1973 primo brevetto per
la tecnica del DNA
ricombinante
1977 arriva il primo
prodotto dell’ingegneria
genetica: insulina umana.
1983 Kary Mullis mette a
punto la tecnica PCR
I progressi della scienza
Struttura a doppia elica
DNA
60. Verso questi pazienti, spesso presi dallo
sconforto non solo per la loro malattia ma
anche dall’abbandono dei propri familiari,
è indirizzato il nobile e prezioso impegno
del volontario che riesce a creare
condizioni che permettono ai malati di
sopportare anche malattie incurabili e ad
affrontare l’evoluzione della loro malattia in
maniera degna.
61. GGiioorrnnaattaa MMoonnddiiaallee ddeell mmaallaattoo
1133 ffeebbbbrraaiioo
“promuovere politiche in grado di creare
condizioni in cui gli esseri umani possano
sopportare anche malattie incurabili ed
affrontare la morte in una maniera degna,
fornendo ai malati l’aiuto umano e
l’accompagnamento spirituale di cui hanno
bisogno”
Benedetto XVI
62. Lavori ee ppuubbbblliiccaazziioonnii sscciieennttiiffiicchhee
iinntteerrnnaazziioonnaallii hhaannnnoo eevviiddeennzziiaattoo
un numero di infortuni accidentali da parte degli
operatori sanitari nell’ordine in percentuale del 20%
su base annua, in rapporto al numero dei posti letto.
Questo significa che in un Ospedale di circa 300
posti letto, possono essere coinvolti circa 60
dipendenti ogni anno.
L’assistenza a questi malati non è
scevra di pericoli o rischi
63. Principali cause ddii iinnffoorrttuunniioo aacccciiddeennttaallee
• Il prelievo ematico –venoso ed arterioso-
• Cateteri intravascolari
• Le iniezioni intramuscolari
• Il reincappucciamento dell’ago con siringhe del tipo
tradizionale senza dispositivo di sicurezza
• La introduzione di liquidi biologici con siringa in
provette sottovuoto di sicurezza
• La non eliminazione dell’ago nei contenitori speciali
per gli aghi ( dispositivo di sicurezza)
• La raccolta e la eliminazione dei rifiuti speciali
• Le suture
• Altre pratiche
La sicurezza è un tema imprescindibile
64. 28 Aprile di ogni anno
Giornata Mondiale per la Salute e la
Sicurezza sul Lavoro
Organizzazione IInntteerrnnaazziioonnaallee ddeell LLaavvoorroo
22000033
65. UUffffiicciioo IInntteerrnnaazziioonnaallee ddeell llaavvoorroo
IInnffoorrttuunnii
225500 mmiilliioonnii
DDeecceessssii ddaa iinncciiddeennttii
ssttrraaddaallii
DDeecceessssii
1 milione
DDeecceessssii ccoonnsseegguueennttii aa
ccoonnfflliittttii
SSttiimmaa 22000033
900.000
500.000
La sicurezza oggi è un tema imprescindibile per qualunque attività lavorativa
69. FFoonnttii ddii ppeerriiccoolloo
FFoonnttii ddii ppeerriiccoolloo ooggggeettttiivvee:
condizioni igieniche e ambientali
(aria, luce, calore, umidità, rumore, radiazioni)
caratteristiche di sicurezza delle attrezzature
(mancanza di protezioni, scarsa progettualità delle
macchine, impianti obsoleti)
FFoonnttii ddii ppeerriiccoolloo ssooggggeettttiivvee:
distrazioni, errori, inesperienza, mancanza
d’addestramento alla ssiiccuurreezzzzaa eecccc..
CCiirrccaa 8800%% ddeeggllii iinnffoorrttuunnii ssuull llaavvoorroo èè ddeetteerrmmiinnaattaa
ddaa ffaattttoorrii ssooggggeettttiivvii mmoollttoo ssppeessssoo aassssoocciiaattii aa
mmaannccaannzzee ooggggeettttiivvee..
70. CCoossaa ssii iinntteennddee ppeerr rriisscchhiioo
Probabilità che durante lo svolgimento della
nostra opera si verifichi un evento negativo
per la salute.
Un danno può derivare, non solo dallo
svolgersi di azioni, ma anche dall’omissione
di misure preventive indicate da norme e
regole.
71. PPrreevveennzziioonnee ee PPrrootteezziioonnee
Le dimensioni del rischio
Gravità dell’effetto
• Danno reversibile o irreversibile
• Scala del danno (biologico, economico, ecc.).
Distanza nel tempo tra esposizione ed effetto
• Danno immediato o ritardato
Probabilità dell’effetto
• Esercizio normale o in condizioni di incidente
Condizioni dell’esposizione
• Addetti ai lavori o popolazione generale
72. PPrreevveennzziioonnee
Livelli di prevenzione
Primaria
vaccinazioni, disinfezioni, disinfestazioni,
educazione sanitaria
Secondaria
diagnosi precoce delle malattie, sorveglianza
sanitaria
Terziaria
impedire eventuali complicanze o sequele
permanenti di uno stato patologico in atto
73. LLaa lleeggiissllaazziioonnee IIttaalliiaannaa
L’ordinamento legislativo della
Repubblica Italiana ha avuto sempre
una particolare attenzione per la
tutela della Sicurezza e della Salute
dei Lavoratori.
In materia di prevenzione degli
infortuni e di tutela della salute dei
lavoratori, infatti, la legislazione
italiana ha i suoi capisaldi
74. Prevenzione ee PPrrootteezziioonnee
QQuuaaddrroo NNoorrmmaattiivvoo
La prevenzione e protezione del lavoratore
da ogni fonte di pericolo o rischio,
nell’esercizio delle sue funzioni, costituisce
obbligo costituzionale
• Art. 32 della Costituzione Italiana:
“La repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell’individuo…..”
75. La Repubblica
tutela la salute
come fondamentale
diritto dell’individuo
Obbligo di
protezione
dell’integrità psico-fisica
del
lavoratore
D. P.R 547/55
D. P.R 303/56
D. Lgs.277/91
D. Lgs.626/94
D. Lgs.758/94
D. Lgs.242/96
76. SSTTAATTUUTTOO DDEEII LLAAVVOORRAATTOORRII
2200//0055//11997700 NN°° 330000
Art.9. Tutela della salute e dell’integrità fisica
I lavoratori, mediante loro rappresentanze,
hanno diritto di controllare l’applicazione delle
norme per la prevenzione degli infortuni e
delle malattie professionali e di promuovere la
ricerca, l’elaborazione e l’attuazione di tutte le
misure idonee a tutelare la loro salute e la
integrità fisica.
77. DD.. LLggss.. 1199//0099//11999944,, nn.. 662266
aattttuuaazziioonnee aallllaa ddiirreettttiivvaa ccoommuunniittaarriiaa
8899//665566//CCEEEE
Stabilisce norme organizzative e procedure
integrate a tutti i livelli nell’attività produttiva.
Introduce il concetto della prevenzione come
metodo di lavoro frutto di una Organizzazione
Aziendale tesa ad individuare, valutare, ridurre
e controllare i fattori di rischio per la Sicurezza
e la Salute dei Lavoratori.
78. Datore di
lavoro
Responsabile
servizio
Prevenzione
e protezione
Rappresentante
sicurezza
lavoratori
Medico
competente
Lavoratori
79. Descrizione
Ufficio
Mansioni svolte
dai dipendenti
Identificazione
valutazione
eliminazione
del rischio
Planimetria
e
schemi impianti
Certificazioni
80. PPrreevveennzziioonnee rriisscchhiioo iinnffeettttiivvoo ((DDPPII))
NNoorrmmee ccoommppoorrttaammeennttaallii ee pprroocceedduurree oorrggaanniizzzzaattiivvee
Scopo
Limitare il rischio di trasmissione di
patologie infettive dal malato al visitatore e
viceversa
Campo di applicazione
Tutti coloro (visitatori, volontari, personale
tecnico, ecc.) che a diverso titolo ruotano
intorno al paziente ospedalizzato ed affetto
da patologie trasmissibili
81. DISPOSITIVI DDII PPRROOTTEEZZIIOONNEE IINNDDIIVVIIDDUUAALLII
DD..PP..II..
STRUMENTI E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE CHE
CONSENTONO DI SVOLGERE IL LAVORO IN
CONFORMITà ALLE ATTUALI NORMATIVE
IN MATERIA DI IGIENE E SICUREZZA DEL LAVORO
Protezione
obbligatoria
del corpo
Guanti di
protezione
obbligatoria
Calzatura di
sicurezza
obbligatoria
Protezione
obbligatoria
dell'udito
87. Prestare molto aatttteennzziioonnee aallllaa sseeggnnaalleettiiccaa
locale con accessi limitati rivolgersi
alla caposala e/o infermiera
lavare le mani entrando ed uscendo
dal locale
indossare la mascherina prima
di entrare nel locale
indossare i guanti prima di
accedere al letto del paziente
88. Prestare molto aatttteennzziioonnee aallllaa sseeggnnaalleettiiccaa
indossare la visiera prima di
accedere al letto del paziente
indossare il camice prima di
accedere al letto del paziente
non sedersi sul letto del paziente e
non manipolare, senza DPI, la
biancheria del paziente
non manipolare provette e
contenitori contenenti materiale
organico senza DPI
89. Procedure OOrrggaanniizzzzaattiivvee ((ppeerr iill ppeerrssoonnaallee))
qquuaalloorraa ssiiaa pprreesseennttee uunn ppaazziieennttee aaffffeettttoo ddaa ppaattoollooggiiaa ttrraassmmiissssiibbiillee
• Apporre all’ingresso del locale il cartellino limitatore
con l’indicazione dei DPI necessari
• Predisporre, nella zona filtro, il materiale necessario
• Limitare l’ingresso di visitatori, volontari, ecc.,
differendo nel tempo interventi non urgenti
• Informare visitatori, volontari, ecc. sulle precauzioni da
adottare
• Sorvegliare la continua e corretta osservazione delle
norme codificate
90. PPrroocceedduurree OOrrggaanniizzzzaattiivvee ((ppeerr ii vviissiittaattoorrii))
qquuaalloorraa ssiiaa pprreesseennttee uunn ppaazziieennttee aaffffeettttoo ddaa ppaattoollooggiiaa ttrraassmmiissssiibbiillee
All’ingresso del locale
• Depositare borse e cappotti
• Lavarsi bene le mani rimuovendo i monili inutili
• Indossare i DPI indicati nel cartellino limitatore
applicato fuori dal locale
91. Procedure OOrrggaanniizzzzaattiivvee ((ppeerr ii vviissiittaattoorrii))
qquuaalloorraa ssiiaa pprreesseennttee uunn ppaazziieennttee aaffffeettttoo ddaa ppaattoollooggiiaa ttrraassmmiissssiibbiillee
All’interno del locale
• Non sedersi sul letto del degente
• Non utilizzare gli effetti personali del degente (bicchiere,
asciugamano)
• Chiedere al personale prima di utilizzare i servizi igienici
del paziente
• Non manipolare la biancheria sporca senza aver indossato
i DPI adeguati
• Non consumare alimenti in camera
• Evitare di toccare flebo, sacchetti e contenitori di urine,
medicazioni e drenaggi
• Manipolare padelle e pappagalli solo dopo aver indossato i
guanti
• Lavarsi bene le mani dopo aver rimosso i guanti
92. PPrroocceedduurree OOrrggaanniizzzzaattiivvee ((ppeerr ii vviissiittaattoorrii))
qquuaalloorraa ssiiaa pprreesseennttee uunn ppaazziieennttee aaffffeettttoo ddaa ppaattoollooggiiaa ttrraassmmiissssiibbiillee
All’uscita del locale
• Rimuovere tutti i DPI indossati ed eliminarli nel
contenitore per rifiuti sanitari a rischio infettivo
• Lavarsi bene accuratamente le mani
93. Procedure OOrrggaanniizzzzaattiivvee iinn ccaassoo ddii
ccoonnttaammiinnaazziioonnee ccoonn mmaatteerriiaallee
ppootteennzziiaallmmeennttee iinnffeettttoo
• Rimanere tranquillo
• Informare immediatamente il personale di assistenza
• Lavare immediatamente la zona contaminata con acqua e soluzione
antisettica. Se la contaminazione comprende la mucosa oculare
sciacquare col lavaocchio. In caso di puntura facilitare il
sanguinamento, detergere e disinfettare
• Recarsi immediatamente presso il Pronto Soccorso per le prestazioni
sanitarie del caso e per l’eventuale profilassi
• Recarsi successivamente presso la Medicina Preventiva per effettuare
il prelievo basale ed i successivi controlli
94. I 5 MOMENTI
FONDAMENTALI
PER L’IGIENE
DELLE MANI
95.
96.
97.
98.
99.
100. La Salute dei lavoratori
(health)
La Sicurezza dei Lavoratori
(safety)
L’Ambiente
(environment)
sono elementi indispensabili
della QUALITA’
101. QQuuaannttoo ccoossttaa llaa ssiiccuurreezzzzaa………………..
La prevenzione ha un costo Aziendale rilevante,
in termini di Sicurezza.
La“Non –Sicurezza“ ha un costo ancora più
elevato.
Editor's Notes
Il secolo scorso è stato caratterizzato da alcune tappe fondamentali nell’evoluzione delle biotecnologie. Quella che ha aperto la strada verso il decollo delle biotecnologie è stata senza dubbio la scoperta della struttura a doppia elica del DNA ad opera di Watson e Crick nell’aprile del 1953. Da allora i progressi non si sono fatti attendere. Grazie alla tecnica del DNA ricombinante (1973 primo brevetto)iniziano ad essere prodotti i primi farmaci e vaccini con l’ingegneria genetica (1977 arriva il primo prodotto dell’ingegneria genetica: insulina umana).
Il DNA contiene in totale tre miliardi di paia di basi.Il DNA contenuto all’interno di una cellula, allungato da un’estremità all’altra, misura circa due metri.Come fa ad entrare in un nucleo cellulare il cui diametro è di circa un millesimo di millimetro? STRAORDINARIO
La tecnica del DNA ricombinante è un insieme di tecniche che nel loro complesso permettono di isolare un gene, determinarne la sequenza, la funzione e la sua localizzazione nel genoma.
Allo scopo di focalizzare l’attenzione sull’importanza della prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro e delle malattie professionali e sulla necessità di promuovere la cultura della sicurezza e della salute sul lavoro, contribuendo in tal modo a ridurre le morti “bianche” che avvengono ogni anno,
a partire dal 2003 l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO/BIT), ha istituito la Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro, che si svolge il 28 aprile di ogni anno.
L’Ufficio Internazionale del Lavoro ha stimato 250 milioni di infortuni sul lavoro l’anno, con un totale di 1 milione di decessi, contro i 900.000 decessi determinati da incidenti stradali e 500.000 conseguenti a conflitti.
In Italia, ogni anno, si verificano circa 1 milione di incidenti sul lavoro di cui 1/5 in ambito sanitario, che provocano un gran numero di invalidità e decessi (dati AIRESPSA, associazione italiana dei responsabili dei servizi prevenzione e protezione in ambito sanitario).
L’A.O. è uno dei luoghi di lavoro a maggiore complessità a causa delle molteplici tipologie di rischio rappresentate che, a volte, agiscono sinergicamente.
La complessità è dovuta alla presenza di impianti e tecnologie complesse e a quella contemporanea di personale, degenti, visitatori, volontari, appaltatori, ecc.
Quindi le fonti di pericolo sono diverse e possono essere:
Fonti di pericolo oggettive: condizioni igieniche e ambientali (aria, luce, calore, umidità, rumore, radiazioni) e caratteristiche di sicurezza delle attrezzature (mancanza di protezioni, scarsa progettualità delle macchine, impianti obsoleti)
Fonti di pericolo soggettive: distrazioni, errori, inesperienza, mancanza d’addestramento alla sicurezza ecc.
Ciononostante, circa 80% degli infortuni sul lavoro è determinata da fattori soggettivi molto spesso associati a mancanze oggettive.
Notevole importanza assume il “benessere fisiologico” dei lavoratori, poiché agli stessi deve essere assicurata una vita lavorativa adeguata allo svolgimento del lavoro quotidiano in modo che non vi siano riflessi negativi sulla salute.
Esso può essere garantito dall’applicazione delle norme sanitarie, della superficie e cubatura dei locali di lavoro,nonché da una adeguata illuminazione e climatizzazione degli ambienti.
Una particolare attenzione deve essere riservata ai soggetti diversamente abili, per consentire loro un’agevole mobilità sia all’interno sia all’esterno dei luoghi di lavoro.
Oltre alla norma costituzionale (art. 32) deve essere considerato il contento dell’art. 2087 del codice civile, il quale fa obbligo all’imprenditore di proteggere l’integrità psico-fisica del lavoratore con ogni mezzo, non mancando di vigilare, attraverso i suoi collaboratori affinchè non accadano incidenti e che i luoghi di lavoro siano insalubri in modo da minare la salute dei lavoratori.
L’oggettiva difficoltà che comporta la redazione del documento valutazione rischi, non va trascurata; esso, a norma dell’art. 4 comma 6, deve essere preparato dal datore di lavoro in collaborazione con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (art. 8), con l’ausilio del medico competente (articoli 16 e 17), previa consultazione del rappresentante della sicurezza (art. 18).
Un ruolo importante, quindi, assume la figura del datore di lavoro, dirigente o funzionario preposto, il quale dovrà coinvolgere tutti i soggetti richiamati dal decreto 626/94 per l’applicazione delle relative norme.
Per ciascuna unità produttiva, quindi,il datore di lavoro deve redigere il documento di valutazione dei rischi (D.V.R.), tenendo conto delle proposte formulate dalle figure professionali che il decreto in discorso richiama espressamente.
L’analisi del rischio, quindi, può suddividersi in varie fasi:
analisi e valutazione
elaborazione del documento
programmazione
priorità degli interventi
adempimenti
Dall’insieme degli adempimenti, tra cui l’ informazione (art. 21) e la formazione (art. 22), dovrà scaturire: il documento di valutazione dei rischi, la programmazione, e le conseguenti azioni organizzative e tecniche per la prevenzione e la sicurezza.
L’Agenzia delle Entrate è, fortemente, motivata a tale tipo di impegno, lo dimostra, tra l’altro, anche il contenuto della pianificazione (budget) per gli anni 2004 e 2005, che ha posto come obiettivo specifico quello di mettere nello stato di sicurezza tutte le strutture operative.
Tale obiettivo riguarda, in particolare: la sicurezza fisica, informatica e quella dei luoghi di lavoro, dando priorità agli interventi imposti dal decreto 626/94.
Tutto ciò al fine di dare piena tutela alla salute dei lavoratori, che devono collaborare con il datore di lavoro nell’osservanza dei diritti e dei doveri contenuti negli articoli 5 e 12 comma 3, e non possono rifiutarsi di prestare il loro contributo in caso vi sia la necessità di gestire una qualsiasi emergenza.
Tra le tecniche di identificazione delle fonti di pericolo la più utilizzata è quella che fa ricorso alle liste di controllo o “check list’’ che sono costituite da un elenco strutturato delle varie attività da porre in essere per evitare qualsiasi responsabilità, in caso di verifiche disposte dagli organi di sorveglianza (A.S.L. e Ispettorato del Lavoro).