Coen, Vedere l'Altro, Vedere la Shoah, Rome, Fondazione Museo della Shoah, 10...
Paolo Coen, Le ragioni storiche del collezionare: il settore delle ceramiche
1. Le radici storiche del collezionare: il settore delle maioliche
Prof. Paolo Coen
Storia dell’arte moderna
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
2. Struttura della conversazione
1. Le ceramiche nel più generale processo del collezionare:
alcuni principi e dinamiche nel passaggio dal Medioevo al
Rinascimento
2. Alcune specificità del collezionismo delle ceramiche:
estensione e limiti di paradigma interpretativo della storia
dell’arte noto come centro vs periferia
3. Il difficile passaggio della ceramica italiana dal Fatto-in-Italia
al Made in Italy: il ruolo di Gio Ponti
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
3. 1) Le ceramiche nel più generale processo del collezionare: alcuni
principi e dinamiche nel passaggio dal Medioevo al Rinascimento
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
4. Collezionismo nel Medioevo
• Collezionare rappresentò un’azione caratteristica già nel
Medioevo. Si affermarono tra l’altro collezioni custodite in
chiese, basiliche o cattedrali sotto forma di «tesori»
• I «tesori» erano reliquie: oggetti, cose materiali considerati
sacri perché ritenuti in rapporto diretto o indiretto con Cristo,
la Madonna, i santi o il Credo cattolico
• Spesso si tratta di una parte anatomica, un braccio, una testa o
il cuore; altre volte di oggetti resi preziosi dal solo contatto con
santi, beati o luoghi da essi frequentati
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
5. Arte francese, Reliquario a braccio, XIII secolo, New York,
Metropolitan Museum of Art
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
6. Arte francese, Reliquario a braccio, XIII secolo, New York,
Metropolitan Museum of Art
• Argento, cristallo di rocca e gemme in vetro:
le diverse materie rendono più vitale
l’oggetto
• Lo schema riproduce il gesto benedicente
• Oggi i reliquari – di fatto contenitori – sono
più noti e apprezzati dei contenuti, le
reliquie appunto, peraltro spesso perse
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
7. Il collezionismo nel Rinascimento
• Nell’età moderna collezionare assunse valenze distaccate
rispetto al passato
• Il collezionismo divenne un esercizio conscio, razionale,
attraverso cui un singolo individuo, o magari una dinastia, si
qualificarono nella società
• Collezionare assunse allora la valenza di
- status symbol, per trasmettere all’esterno la potenza e la
ricchezza del proprietario degli oggetti;
- cultural symbol, per trasmettere lo spessore intellettuale del
proprietario;
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
9. Ferrante Imperato (c. 1525-1615)
• Farmacista e scienziato, visse e lavorò a
Napoli
• Allestì nel proprio palazzo a piazza Santa
Chiara una collezione, già allora
normalmente detta «Museo», nota in tutta
Europa
• La collezione si arricchì grazie alla
corrispondenza e allo scambio con altri
colleghi europei
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
10. Ferrante Imperato (c. 1525-1615)
• La sua collezione abbondava di reperti
naturali: piante, semi, erbe secche, animali
imbalsamati, fossili, pietre, gemme, terre,
succhi, essenze, profumi, oli, inchiostri
• Vi erano anche cose artificiali, una galleria
di ritratti di illustri scienziati
• Comprendeva oggetti in ceramica, come
contenitori – del resto Imperato era
farmacista – e forse come oggetti degni di
nota in sé
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
11. Ferrante Imperato, Historia naturale libri XXVIII, frontespizio,
Napoli 1599
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
12. Ferrante Imperato, Historia naturale libri XXVIII, particolare del
frontespizio, con gli scaffali ricolmi di ceramiche
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
13. Ferrante Imperato, Frontespizio della Historia Naturalis, Napoli
1599
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
• Nel 1599 Imperato stampò un libro
illustrato sulla propria collezione
• Il titolo, mutuato da Plinio, è
confermato dall’allestimento
• A colpire è la presenza del regno
naturale e ancor più animale, fatto
peraltro comune all’intero
Rinascimento
• Il collezionista si era servito di esperti
tassidermisti, o imbalsamatori
14. La tassidermia e l’arte di fermare il tempo, di sconfiggere la morte
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
• La tassidermia è la tecnica – per alcuni l’arte – per conservare i
corpi degli animali
• L’animale è ritratto come in vita e in azione: gli occhi – sostituiti
da vetro colorato – sono aperti
• Gli animali che appaiono nell’incisione di Imperato avevano
subito un processo del genere
• Il collezionista del Rinascimento vive a diretto contatto con la
morte, che tuttavia è esorcizzata
15. Dal collezionismo al Museo, una ‘macchina’ per fermare il tempo
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
• Il tema transiterà nel Museo e ne rappresenterà una delle
costanti
• Il Museo diventerà nel XVIII secolo il meccanismo artificiale, la
‘macchina del tempo’ inventata dall’uomo per andare oltre la
morte
• Questo aspetto diventa scoperto nel film Una notte al museo:
una chiave portante del racconto consiste nella ripresa di vita
di modelli, come pure di reperti naturali e artificiali
16. La questione dell’allestimento: sistemare ed esporre per
comunicare e insegnare
• Ferrante Imperato – ma lo stesso discorso potrebbe farsi per
Ulisse Aldrovandi – riceveva in continuazione ospiti, ai quali
comunicava i risultati delle proprie ricerche
• Lo studioso produsse a proprie spese diverse pubblicazioni
• Il senso della raccolta e dei libri è classificare lo scibile umano,
facendo leva sui propri reperti
• L’istanza comunicativa e didattica è a sua volta una delle basi di
partenza dei futuri musei
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
17. 2) Alcune specificità del collezionismo delle ceramiche:
estensione e limiti di paradigma interpretativo della storia
dell’arte noto come centro vs periferia
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
18. Il XVI secolo: un cambio di schemi
• Anche nel mondo della ceramica il XVI secolo rappresenta un
‘prima’ e un ‘dopo’
• Il mondo della ceramica partecipò al processo di nobilitazione
del maestro già in atto da tempo, fra l’altro con Filippo
Brunelleschi, Leonardo da Vinci e poi da Michelangelo
Buonarroti
• Nel farlo, percorse dei sentieri in qualche modo propri
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
19. Maestro Jacopo, Piatto con un pittore al lavoro, c. 1510, Londra,
Victoria & Albert Museum
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
20. Maestro Jacopo, Piatto con un pittore al lavoro, c. 1510, Londra,
Victoria & Albert Museum
• L’abbigliamento curato dell’artista segnala
l’innalzamento, la nobilitazione del suo
mestiere
• Promuove la pertinenza della pittura su
maiolica al rango di arte liberale
• Ma attenzione: il maestro sta dipingendo sul
piatto: la nobilitazione è funzionale alla
pittura
• Realizzato a Cafaggiolo: va considerato in
rapporto all’ambiente fiorentino
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
21. Ho facto fare una credenza (i.e. un servizio) de vasi di terra, Quale
la mando a v. Ex.tia per Baptista mia credenziero (…) per havere li
maestri de questo nostro paese qualche nome di lavorare bene,
et se piacerà all’Eccellenza Vostra mi serà di contento, et lei se ne
farà servire a Porto per essere cosa da villa.
Eleonora Gonzaga a Isabella d’Este, Pesaro, novembre 1524
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
22. Nicola da Urbino, Piatto con Sileno su di un asino, 1520-1525,
New York, Metropolitan Museum of Art
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
23. Nicola da Urbino, Piatto con Sileno su di un asino, 1520-1525,
New York, Metropolitan Museum of Art
• Commissionato come parte della «credenza», o di
un servizio di ceramiche, da Eleonora Gonzaga,
duchessa di Urbino, come dono a sua madre,
Isabella D’Este, marchesa di Mantova
• Composizione in rapporto con una stampa di
Marcantonio Raimondi, grande incisore da
Raffaello
• Classico esempio del passaggio verso la maiolica
istoriata – e anche del tentativo di ‘rivaleggiare’ con
le arti maggiori
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
24. Nicola da Urbino, Piatto con Sileno su di un asino, 1520-1525,
New York, Metropolitan Museum of Art
• Destinato all’impiego nella villa della marchesa
Isabella a Porto, fuori città
• Cioè in una residenza rurale e meno impegnata
rispetto al castello di Mantova
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
25. Copiare dalle stampe: un fenomeno
molto diffuso nel mondo della ceramica
• Quanto realizzato nei primi anni venti da Nicola da Urbino
rappresenta una costante nel mondo della ceramica
• Troviamo questo fenomeno anche nella mostra La fragile
bellezza
• Nei primi del 1700 il ceramista di Castelli Carlo Antonio Grue in
due piatti raffigurò Il ratto d’Europa e Poseidone e altre divinità
rielaborando altrettante stampe realizzate tra il 1589 e il 1590
nella bottega di Hendrick Goltzius
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
26. Carlo Antonio Grue, Piatti istoriati, 1700-1715,
Ascoli Piceno, Collezione Matricardi
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
27. Centro vs periferia, estensione e limiti
di un paradigma interpretativo, quando applicato alla ceramica
• Questo fenomeno di trasmissione delle immagini riconduce al
paradigma interpretativo noto come centro vs periferia
• Il paradigma fu esaminato a fondo negli anni sessanta del
Novecento in vari campi delle discipline sociali
• Già allora i due termini si estesero ben oltre la geografia, cioè
in relazione al concetto di spazio: fra l’altro in termini sociali,
economici e così via
• Nella storia dell’arte Enrico Castelnuovo e Carlo Ginzburg
svilupparono il tema in uno storico saggio, pubblicato nel 1979
all’interno della Storia dell’arte Einaudi
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
28. Enrico Castelnuovo e Carlo Ginzburg, 1979
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
29. Enrico Castelnuovo e Carlo Ginzburg, 1979
• Castelnuovo e Ginzburg misero in crisi la
gerarchia tra centro e periferia e anche la
suddivisione per «scuole pittoriche»
adombrata da Giorgio Vasari e sposata
appieno da Luigi Lanzi
• Nell’arte italiana, evitarono di proporre una
semplice diffusione dei modelli artistici
«dall’alto verso il basso»
• Proposero un modello più articolato e
complesso, anche in considerazione del
noto policentrismo culturale italiano
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
30. La questione della ceramica
• Il discorso di metodo di Castelnuovo e di Ginzburg si applica
positivamente e a vario titolo all’ambito ceramico,
soprattutto alla ceramica del Rinascimento
• Il Rinascimento non è scelto a caso: esattamente in questa
fase la ceramica italiana vive una fase cruciale, passando da
oggetto di uso quotidiano a oggetto d’arte
• Seguire Castelnuovo e Ginzburg, riflettere sul loro saggio
significa conferire dignità e respiro storico allo studio della
ceramica
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
31. 3) Il difficile passaggio della ceramica italiana dal Fatto-in-Italia al
Made in Italy: il ruolo di Gio Ponti
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
32. Antefatto: l’arte della ceramica alla prova dell’industria
• L’avvento dell’industria nel XVIII secolo determinò una frattura
tra chi progettava e chi realizzava gli oggetti di arte applicata, in
particolare le ceramiche
• Il progettista, o disegnatore, rimase un uomo: egli si elevò in
termini sociali e artistici, ma si distaccò dalle fasi materiali della
realizzazione
• La realizzazione passò a una squadra di operai, sempre meno
specializzati per via della suddivisione del lavoro, o addirittura
a una macchina
• Si costituì allora una nuova dimensione, dove la responsabilità
sul piano artistico risultò suddivisa fra l’imprenditore e il
progettista del singolo oggetto, o designer (Maurizio Vitta)
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
34. Josiah Wedgwood (1730-1795)
• Figlio di un vasaio, studiò anche chimica e
scienza dei materiali
• Approfondì le proprie nozioni attraverso una
serie di esperimenti e di confronti con chimici
professionisti
• 1759 fondò l’omonima ditta di ceramica
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
35. La Josiah Wedgwood Ldt.
• Inizialmente una manifattura di ceramica, fondata nel 1759 a
Stoke-on-Trent, nello Staffordshire, nel cuore dell’Inghilterra, in
un distretto tradizionalmente votato a tale produzione
• Per la domanda di oggetti Wedgwood fece riferimento all’alta e
media borghesia industriale della vicina Manchester
• Socio di Wedgwood fu l’uomo d’affari Thomas Bentley, che
apparteneva all’alta società di Manchester ed era dotato di un
raffinato gusto
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
36. La Josiah Wedgwood Ldt.
• Wedgwood continuò incessantemente a sperimentare e a
perfezionare gli aspetti tecnico-scientifici della ceramica
• 1760-1770 la Wedgwood evolvette la catena produttiva e
diventò una fabbrica di ceramica
• La fabbrica s’impose con prodotti che recavano sovrapposte
decorazioni realizzate da designer di talento – come John
Flaxman o William Hackwood – e poi replicate su scala
industriale
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
37. William Hackwood per Wedgwood Ltd., Copia del Vaso Portland,
c. 1790, Londra, Victoria and Albert Museum
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
38. Wedgwood and sons, Scodella, 1785-1795, Londra, Victoria &
Albert Museum
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
39. Wedgwood and sons, Scodella, 1785-1795, Londra, Victoria &
Albert Museum
• Il marchio di fabbrica divenne una
speciale finitura di superficie nota come
«Wedgwood blue»
• Le decorazioni in rilievo bianche furono
prodotte con metodo industriale a
stampo – anziché a mano – e
successivamente applicate
• Si trattò di un compromesso capace di
tenere uniti eleganza, qualità e prezzi
relativamente economici
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
40. Il senso della Wedgwood e il segreto del suo successo
1. Conoscenza approfondita della chimica, che consentì
all’industria di sviluppare e/o perfezionare una gamma di
nuovi materiali, tra cui gres fine (Jasper)
2. Scegliere importanti artisti, architetti o collezionisti per il
design: garanza di costante aggiornamento della ricerca
linguistica
3. Strategie di marketing efficaci con il ceto medio-alto
emergente: la copia perfezionata dal Vaso Portland fu esposta
a Londra nel 1790
4. Una fabbrica di ceramiche alla moda, il cui modello s’impose
in Gran Bretagna e all’estero
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
42. 3) Il difficile passaggio della ceramica italiana dal
Fatto-in-Italia al Made in Italy: il ruolo di Gio Ponti
• Nel 1945 un’Italia in ginocchio si aggrappa al settore
dell’artigianato artistico
• Nei dieci anni successivi, fino al 1955 circa, la ceramica è il
settore delle arti applicate più esportato negli Stati Uniti (cfr.
Lisa Hockemeyer)
• Una delle figure chiave è l’architetto Gio Ponti, attivo in
quest’ambito già negli anni venti-trenta
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
43. Gio Ponti per Richard Ginori
• 1737 il marchese Carlo Ginori aveva fondato a Doccia, vicino
Firenze, una manifattura di porcellana
• La manifattura Doccia si era imposta come una delle più
importanti a livello europeo
• 1757 Lorenzo Ginori, figlio di Carlo, aveva ereditato la
manifattura, che da quel momento era passata ai vari
discendenti della stessa famiglia
• 1896 fusione con la società ceramica Richard e costituzione
della Richard Ginori
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
44. Gio Ponti per Richard Ginori
• 1923-33 il giovane architetto è nominato
direttore artistico della fabbrica da
Augusto Richard
• 1925 con la manifattura ottiene il Grand
Prix all’Expo di Parigi
• Disegna nel complesso circa 450 oggetti
in ceramica
• Diversi s’ispirano a motivi ironici,
antiretorici e anticonformisti, ma sempre
mantenendo fermo un elevato standard
di eleganza
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
45. Gio Ponti per Richard-Ginori, Vaso, 1925-1926, Sesto Fiorentino,
Museo Doccia-Ginori della manifattura di Doccia
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
46. Gio Ponti e il lancio dello ‘stile italiano’ nel mondo
• 1932 costituzione della Italia Flotte
Riunite, poi Italia
• Nel dopoguerra, la rinascita della Italian
Line diventa una direttiva del Piano
Marshall
• Ponti è il principale architetto degli
interni: seleziona i pittori e lavora come
designer nelle arti applicate
• I transatlantici, grazie all’opera di Gio
Ponti, diventano ambasciatori dello stile
italiano, in particolare nelle Americhe del
Nord e del Sud
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
47. Salvatore Fiume, Italia dei miti, 1951, già Motonave Giulio Cesare
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
48. Salvatore Fiume, Italia dei miti, 1951, già Motonave Giulio Cesare
• Commissionato da Gio Ponti per la prima
classe della Giulio Cesare
• Ispirato a Masaccio, Paolo Uccello e Piero
della Francesca, raffigura una città
rinascimentale idealizzata, cinta da mura
all’interno delle quali vi sono torri, palazzi
e monumenti
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
49. Salvatore Fiume, Piazze d’Italia, 1951, già Motonave Andrea Doria
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
50. Salvatore Fiume, Piazze d’Italia, 1951, già Motonave Andrea Doria
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
51. Salvatore Fiume, Piazze d’Italia, 1951, già Motonave Andrea Doria
• Commissionate da Gio Ponti
• Partendo da Giorgio De Chirico,
ambientano riproduzioni da opere di
artisti del Rinascimento – come
Donatello, Verrocchio, Leonardo,
Giorgione, Raffaello, Tiziano,
Michelangelo – e da sculture di varie
epoche
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
52. Le nostre navi debbono essere ‘dedicate all’Italia’. (…) La loro
decorazione, i loro dipinti, i loro ornati debbono richiamare ‘la
leggenda dell’Italia’, le sue architetture famose, i giardini, le
antichità. L’Italia degli artisti e dell’artigianato di oggi, l’Italia delle
straordinarie ceramiche, gli allettanti vetri, i famosi smalti e le
splendide stoffe: la leggendaria Italia dell’arte e della storia.
Gio Ponti, L’interno delle navi italiane, «Domus», 1951
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
53. Fausto Melotti, Vasi, 1951, già Milano, mercato antiquario
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo
54. Una parabola discendente
• Ponti guarda oltre la decorazione e la moda: gli interni dei suoi
transatlantici offrono ai viaggiatori da e per l’Italia una visione
dei capolavori delle più belle città italiane
• Nell’immediato l’impatto risulta rimarchevole
• D’altro canto, ne emerge un’immagine dell’Italia indirizzata in
termini retrospettivi, sia nei temi che nel linguaggio, che non
avrebbe retto al passaggio del tempo e che presto scadrà nel
kitsch
• Nella seconda metà degli anni cinquanta si registra un declino
delle vendite della ceramica italiana negli USA
Prof. Paolo Coen - Università di Teramo